Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Convocazione


    i figli di Kiri



    Il vapore acqueo saliva dalla superficie piatta della jacuzzi, sul terrazzo della tenuta Akuma che affacciava sul golfo di Kiri, la vista nelle giornate soleggiate era spettacolare, ora la figura che riposava, godendosi il torpore dell’acqua, pregustava un tramonto di quelli che solo il villaggio della nebbia poteva offrire. Il sole iniziava a scendere sulle nuvole frastagliate all’orizzonte, colorandole prima di un rosso intenso, per poi sfumare su un pannello cromatico che dal violaceo andava al rosa tenue per poi sparire all’orizzonte e lasciare spazio alle tenebre.
    E proprio l’ascesa delle tenebre avrebbe portato un repentino cambio d’umore dell’uomo, tant’è che l’acqua che sino a poco prima gli aveva dato sollievo, ora bruciava le carni e gl’occhi pulsavano in modo petulante, rimbombando, quasi volessero uscire dalle orbite, un dolore atroce che l’uomo avvertiva tutto, in ogni singolo nervo fino a giungere nella sua testa. Che fosse reale oppure no, non importava, ciò che importava era che fosse tremendamente doloroso e mentalmente debilitante.
    Così cominciò ad agitarsi, increspando la superficie dell’acqua che sino a poco prima era placida. Tutto durò una manciata di secondi, lunghi come secoli per il kiriano, come se fosse assorto in un’altra dimesione, una dimensione che troppo spesso nell’ultimo periodo l’aveva inghiottito. Tutto era cominciato alle mura con l’arrivo del kage della foglia… era stata in quell’occasione che il diavolo nero Masamune aveva fatto la sua comparsa, facendo breccia nelle abilità del kiriano e attingendo al suo potere e da quel momento era come se un pezzo di lui fosse ancora nella sua testa e ogni tanto riaffiorava come un brutto ricordo, difficile, anzi impossibile da cancellare.
    Si toccò le iridi, premendo in cerca di sollievo… poi si lasciò scivolare immergendosi nell’acqua, alla ricerca di silenzio, alla ricerca di pace… cercando di essere lui, in quel momento a scegliere la dimensione in cui essere… come se potesse farlo. Come se potesse sfuggire ai problemi, ai guai che sempre troppo veloci lo rincorrevano e per la prima volta in vita sua, desiderò di non essere SOLO. Desiderò una spalla sulla quale appoggiarsi, delle braccia che potessero sorreggerlo quando non riusciva a farlo da se, desiderò semplicemente qualcuno che potesse osservarlo… oltre i suoi occhi… e CAPIRLO.

    EDIFICIO AMMINISTRATIVO

    Camminava lungo i corridoi amministrativi, all’ingresso aveva salutato i funzionari con un cenno del capo e un cordiale sorriso, per poi iniziare a salire, là dove il Mizukage l’aveva convocato. Non erano chiari i motivi del perché fosse lì, ma presto avrebbe dissipato ogni dubbio. Era a pochi metri dalla stanza sita all’ultimo piano dell’edificio amministrativo, il sole delle finestre illuminava a tratti il pavimento ed Etsuko l’osservava ancora perso nei suoi pensieri. Sul suo viso ancora i segni di una notte insonne, un piccolo accenno di occhiaie, mascherato con abilità dalle creme che usava per mantenere il suo aspetto sempre fresco e giovanile a contornare un viso dai lineamenti stupefacenti. Era bello e sapeva di esserlo e con orgoglio mostrava la sua bellezza.
    La giacca dalle decorazioni quasi regali, esaltava le spalle e cingeva il busto snello, lo jabot in stile neoclassico legato al collo, cadeva sulla chiusura della giacca con al petto e addome ornamenti militari, l’orecchino sul lato sinistro disegnava l’orecchio, donandoli una linearità a punta, quasi elfica e un ciondolo, un cimelio di famigli, cadeva pendente. Fù cosi che si presento agl’occhi dei presenti, varcando la soglia.



    Fu investito dalla luce proveniente dall’esterno, l’ampia vetrata era un faro su Kiri, nonché punto d’osservazione altamente strategico. Lo stile dell’arredo era pesante, classico, quasi legato al medioevo occidentale. D’altra parte rispecchiava esattamente quello che presentava agl’occhi del popoli Kensei, che ora sedeva sul suo scranno, dietro ad una scrivania ampia in legno di mogano, che faceva da padrona in quello studio.
    Non erano soli, le presenze della mano nera di Kiri, Youshi e della kunoichi Jukyu che scoprì in seguito essere la legittima figlia del nono, ne erano la prova così come le restanti quattro sedie vacanti.
    Quando tutti furono presenti, ascoltò con attenzione le parole del Kage. Parole di encomio per le azioni perpetuate negl’ultimi periodi. Il Kiriano però non avvertiva di aver fatto nulla di encomiabile e diverso dal solito in quel lasso di tempo. Ma non intervenne per capire dove Kensei volesse arrivare. Lo conosceva e non era solito lasciarsi andare a complimenti e riconoscimenti se non per ottenere qualcosa in cambio. ed ora era lì nell’attesa di capire…
    Cosa voleva in cambio il Kage? E cosa era disposto a dare ai suoi figli?

    Etsuko Akuma, come richiesto son qui al servizio.



     
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