Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Non opposi resistenza…
    Youshi scoperto l’inganno lasciò cadere la sedia in avanti, feci un salto per evitare di essere scaraventato via. Era quello il suo credo quindi, estrema fedeltà al Kage, no ma non era semplice prostrazione alle sue volontà. Anzi, lui era l’estremista, non a caso aveva rifondato la Nebbia Di Sangue, non a caso non tollerava divergenze di vedute, non a caso era pronto a fare tutto ciò che andava fatto, senza un minimo di titubanza. E così per la prima volta lo vidi… VIDI quello che era YOUSHI… e lo catalogai come persona di cui non potersi FIDARE. Era una persona estremamente pericolosa.
    Ritenni dunque non fosse il caso di non continuare, qualsiasi spiegazione o argomentazione lui non l’avrebbe ritenuta esauriente per spiegare il mio atteggiamento. Quello non capì che la mia era PROVOCAZIONE. Di certo il contrasto di vedute non screditava la visione dal kage ai ninja presenti, se così fosse stato, gli stessi avevano scarsa considerazione della massima autorità della nebbia. Quello che chiedevo a KENSEI era più condivisione e meno totalitarismo. UTOPIA? No di certo e le azioni successive me lo avrebbero confermato. Youshi, doveva ritrovare esempio nel suo Kage e imparare a pensare prima di agire. Questa volta avrebbe trovato in me TOLLERANZA… ma chissà se in un'altra occasione avrebbe avuto modo di ottenere quello che tanto desiderava, “LO SCOTRO”… in quel caso, sangue sarebbe stato versato e lì, non avrei mostrato pietà per una figura pericolosa come la mancina. L’erba cattiva andava estirpata, prima che potesse infestare tutto il giardino, instillando seme dell’odio e intolleranza. Lo misi a mente.
    Le azioni successive vennero bloccate dall’intervento di Kensei, gli bastò sollevare il braccio affinche un flusso d’aria mi spingesse verso di lui, anche in questo caso non opposi resistenza, non avevo modo di reagire in quella situazione. E finì proprio nella morsa di quello che sarebbe potuto essere il mio carnefice. Ma come vi ho anticipato le cose andarono diversamente.
    Rimasi colpito, lo ammetto. Colpito dall’umanità dell’uomo che ora mi stringeva il collo, dietro a quella maschera metallica scorsi un barlume di speranza. Speranza che non fosse solo quello che mostrava… ci doveva essere altro. Covava rancore il kage per quello che avevano fatto a suo figlio, in questo caso Raizen e non tollerava la mancanza di rispetto che all’insediamento del Decimo. Io ne fui colpito. Colpito perché conoscevo quel malessere. Sho me l’aveva mostrato, inconsapevole, nella nostra ultima missione alla ricerca di uno dei suoi lupi. Aveva mostrato tutta la sua fragilità mettendosi a nudo. Il martirio subito, i giorni interminabili di prigionia, le pene e la sofferenza. Avevano per un momento in quella missione permeato la mia anima, penetrando il mio cuore, così duro e insensibile, scalfendo la corazza che l’avvolgeva e me ne ero INNAMORATO. Innamorato di cotanta bellezza, di velata fragilità e della fierezza con cui aveva superato quell’ostacolo credendo ancora nell’umanità.
    Quindi… come potevo rimanere insensibile a quelle parole? Come potevo non cedere all’ira di Kensei, in parte condividendola? Non potevo e così sospirai… allentando la tensione intorno al collo. Il kage avrebbe avvertito il cambio anatomico. Quello era il mio gesto d’apertura nei suoi confronti. Mi fidai in quel preciso istante, tanto che con un semplice gesto avrebbe potuto spezzare il mio indifeso, collo.
    Lo fissai negl’occhi… oltre la maschera. E sussurrai…

    Si… ci tengo a conoscere gli eventi kensei e vorrei parlare con te un po' di questa storia.

    Feci presa sul suo braccio con entrambi le mani per vedere prima Fudoh, a cui era stato riservato un trattamento diverso dal mio per poi invece portare la mia attenzione sulla ragazzina. L’avevo ignorata fino a quel momento ma quando Kensei riassegnò i ruoli e notai ulteriori affermazioni sul Nono, non riuscì a tenere a freno la lingua.

    Smettila di blaterare ragazzina…

    La voce era leggermente strozzata dalla presa del kage.

    Come puoi evitare che le azioni nostre e di Kensei siano influenzate dalla tua parentela prossima a Itai se tu stessa non riesci a prendere decisioni senza lasciarti influenzare dalla sua ingombrante presenza?
    Tu preghi… certo, ci preghi che non dipenda da quello… in realtà esorti te stessa!
    Smettila di covare odio… quasi tutti in questa stanza dobbiamo qualcosa al Nono. E il fatto che le sue scelte l’abbiano condotto a fare quella fine non precludono il senso di ciò che ha fatto, la coerenza con cui ha fatto scelte per il nostro bene.


    Sorrisi…



    Adesso tu sei e sarai sempre la figlia di Itai… questo è innegabile e puoi decidere di essere ricordata per questo. Ma qui, oggi, Kensei ti sta dando un’occasione. ti sta dando l’opportunità di essere riconosciuta per le TUE scelte, non lasciarti prendere dal timore, smettila di fare domande stupide e se ritieni che questo per te sia il meglio, decidi di accettare.
    Ma bada… non fare questa scelta con leggerezza… perché ricorda… quando la destra non risponde come dovrebbe… sta alla mancina decidere di amputarla.


    E indicai con un cenno del capo in direzione di Youshi. Il riferimento a ciò che era da poco accaduto in modo provocatorio era chiaro.
    Ciò che sarebbe accaduto dopo era tutto un mistero. Non appena il kage mi rilasciò mobilità, ripresi la mia posizione adempiendo al sacrificio ulteriore di sangue che mi veniva richiesto.



     
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