Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Gli Abiti della Nebbia


    IV


    Come scusa?

    Quelle due parole proruppero dalle mie labbra non appena Etsuko ebbe terminato di parlare. E lo fecero con un gelo che non era solo palpabile, ma reale. Involontariamente, irritata ed infastidita, avevo abbassato la temperatura nella stanza [Tecnica Speciale - Dominio Gelido]. Non me resi conto, per davvero. Non avrei mai osato coprire la scrivania, il pavimento, le finestre di uno strato di ghiaccio. Ma l'emozione che Etsuko mi aveva suscitato dentro era rabbiosa, paradossalmente, come un fuoco che, ardendo furioso, aveva tolto il freno inibitorio dovuto al rispetto per un Ninja più anziano ed esperto di me.
    Vedi di parlare solo di cose che conosci, Etsuko-san sottolineai la parola con una punta di disprezzo, mossi un passo verso di lui senza paura di affrontarlo direttamente. E non dirmi mai più come devo sentirmi. Non sono affari tuoi. Avrei voluto dire molte altre cose. Che io ero lì proprio per distaccarmi dalla figura di mio padre, non per rinnegare un legame che non potevo spezzare. Sarei sempre stata la figlia di Itai Nara, anche se avevo il cognome di mia madre, anche se non desideravo essere privilegiata solo in quanto sua figlia. Ma lo ero. E proprio perché lo ero, dovevo uscire dalla sua ombra. Mi resi conto di quanto avevo fatto solo quando ebbi pronunciato quelle parole. Ricacciai dentro di me quel gelido chakra, lasciando che l'umidità congelata che aveva ricoperto le superfici sublimasse. Allora il Mizukage prese parola e, a dispetto di qualsiasi mia previsione si era avvicinato a me, poggiandomi una mano sulla spalla, parlandomi francamente del perché mi avesse scelta. Aveva visto qualcosa in me. Un dono. Una forza che non sapevo nemmeno di possedere. Se ci fosse stato lì mio padre, sarebbe stato d'accordo con Kensei probabilmente ed anche lui, per anni, aveva cercato di tenere sotto controllo quel qualcosa dentro di me, insegnandomi a gestire quel dono. Abbassi allora lo sguardo, senza sapere bene cosa dire sulle prime, per poi pronunciare, a bassa voce, quando ancora il Mizukage era vicino a me le uniche parole che avesse senso dire da parte di una Kunoichi che era stata onorata dall'attenzione del Kage e che sarebbe divenuta sua allieva. Ne sono onorata, Mizukage-sama. E con quelle parole accettai il mio destino, sugellai il mio ruolo.
    Tornai al mio posto, senza degnare Etsuko del benché minimo sguardo. Ero ancora contrariata con lui per diverse ragioni, e, se avesse voluto, avrei potuto elencargliele tutte con meticolosa precisione e dovizia di particolari. Ma, in quel momento, avevo di meglio da fare. Compii il secondo tributo i sangue ed a me si rivelò la divisa dorata dei Consiglieri. Uniformità. Qualcosa di nuovo. Kensei stava costruendo qualcosa di diverso a Kiri, qualcosa di molto diverso dal passato. Accarezzai il tessuto con le dita per un breve istante, pensando a ciò che quelle divise implicavano. Uniformità, certo. E dunque, tramite essa.. cosa? Controllo? Plasmare le menti per cercare uno scopo condiviso? Creare... unità. Unità, forse, era il termine più corretto.
    Ancora non parlai. Rimasi al mio posto quando tutti gli altri lasciarono la stanza ed io rimasi sola con il Mizukage e proprio Etsuko. Fissavo davanti a me, ignorando l'Akuma, ed avrei continuato a farlo finché la situazione non avesse richiesto un'interazione. No, Etsuko non si era decisamente guadagnato la mia simpatia.
     
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