Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La ragazzina irriconoscente e frignona non avrebbe preso bene le mie parole… sapete che vi dico? E chissene… problema suo, non restavo zitto, non l’avevo fatto con Kensei per mostrare il mio disappunto verso la sua visione e figuriamoci se avrei dovuto farlo per quello scricciolo. Badate bene, la mia non era smania di superiorità, non mi ritenevo in forza e capacità superiore a nessuno. La mia era superiorità intellettuale su quel punto di vista si. Ritenevo modestamente di essere un gradino sopra a tanti. Di sicuro sopra di lei…
    Vedevo odio e basta, Kensei avrebbe potuto lavorarci, sarebbe stata fucina per un arma importante per Kiri, non era difficile intuire le sue intenzioni ecco perché la voleva al suo fianco e poi lei era la figlia del Nono… anche quella era un ottima ragione per portarla dalla sua parte, chissà… un giorno sarebbe potuto tornare e ottimo motivo di persuasione per un padre disperato. Come l’avrebbe presa in quella situazione? Sorrisi e mi accorsi di un piccolo cambiamento a livello climatico nella stanza, non fu difficile per i mie occhi comprenderne l’origine.

    Hei, hei… ghiacciolo, suvvia non surriscaldarti. Per così poco…

    Pensai. Pensai quanto potesse essere pericolosa quella collera repressa se bastava una parola fuori posto a farla esplodere. In missione, in amministrazione. Perché Kensei amava circondarsi di psicopatici? E di sicuro quella era una domanda retorica.
    La ignorai… e quando ella si avvicinò chiamandomi per nome… mi voltai non degnandola di attenzione, doveva dare rispetto se lo pretendeva e avrebbe dovuto ritagliarsi un posto al tavolo dei grandi, non ero per nulla accondiscendente in queste cose, nonostante Kensei lo avesse a lei concesso.

    Tornando a parlare di cose importanti…

    Il sacrificio di sangue, un altro. Avrebbe portato con se dei doni, le nuove divise di colore diverso in base alle funzione e ruoli che ognuno di noi avrebbe ricoperto. Guardai uno per uno i mei compagni senza soffermarmi troppo. Tutti parevano soddisfatti. Beh… quasi tutti, vedi Fudoh, lui era un personaggio enigmatico, degno di studio. Quel primario eccentrico, mi piaceva. Hei… hei… non prendetemi per il solito pervertito, non parlo di attrazione fisica. Mi incuriosiva, quello si. E mi ripromisi di andarlo a trovare in ospedale, dopotutto era un po' di tempo che non mi ci recavo. Chissà se fosse a conoscenza del mio laboratorio di ricerca.
    E poi c’era lei, avevo incrociato il suo sguardo qualche volta ancora, tentava d’ignorarmi, avete presente? Le persone stizzite, irritate, offese e colpite nell’animo, rancorose che fingono disinteresse? Ecco lei rispecchiava tutti i canoni appena elencati. Poveretta. Ma credetemi, la mia voleva essere non una offesa, una critica forse ma l’avrei addirittura fatta passare per un consiglio. Ma adesso secondo voi, poteva la consigliera del kage, incazzarsi e risentirsi in quel modo per un consiglio? Eravamo al paradosso.
    I membri della riunione uscirono uno ad uno… lasciandoci di volta in volta sempre più soli, come aveva richiesto Kensei.
    Fu prima che tutti avessero abbandonato la stanza che mi avvicinai a lei, rivolgendogli parola.

    Hei ragazzina… hai il ciclo?
    Chissà quel mio tentativo ironico cosa avrebbe scatenato. Avrebbe trasformato il mobilio dell’amministrazione in iceberg? Di certo non avrebbe allentato la tensione presente in se stessa.
    Quello che volevo dire… avrei proseguito prima che potesse ribattere o alterarsi. È che dipende tutto da te…
    Io conoscevo Itai e mi fa male sapere che persino sua figlia non crede alla sua visione delle cose, quando lui ha sacrificato tutto per essa. Poi tu ti potrai incazzare, con me, con tutti, contro ogni cosa. Certo potrai farlo, la rabbia ti farà sentire meglio nella foga dell’attimo… come spaccare ogni cosa da un tremendo senso di libertà… ma poi? Poi ti guardi attorno e non restano che cocci.
    Io non sono tuo nemico…

    E se credi che ti abbia mancato di rispetto, ti chiedo scusa, per quanto non ti ho mancato di rispetto. Tu l’hai fatto nei confronti di Kiri… e dovresti chiedere scusa a te stessa per il modo in cui ti sei espressa.
    Avrei parlato per poi tornare a rivolgere la mia attenzione verso il kage, ormai eravamo soli in quella stanza.



     
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