Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Cronache di Armi e Cuori

    II


    Ascoltai con attenzione il racconto di Akira, sia di quanto era successo a lui sia i suoi ragionament riguardanti questo mercenario che non era Shiltar Kaguya e che sapeva tutto ciò che sapeva Shiltar Kaguya e che sembrava condividere anche qualcos'altro oltre informazioni e Kekkei Genkai con l'Ottavo Mizukage.
    Non puoi di certo sapere quando è comparso questo Feng Gu. Sembra che tu dia per scontato che sia nato dopo Iwa. Il che significava che stava dando per scontato che Feng Gu e Shiltar fossero la stessa persona. Non era né scontato né realmente utile: l'identità del Mizukage era nulla, ciò che contavano erano i segreti che aveva cianciato in giro senza remore ad Ame.
    Ma le parole di Akira avevano acceso qualcosa in me. Il ricordo di una conversazione avuta anni prima durante quella maledetta missione che aveva stravolto la mia vita, quella di Shiltar, di Hoshi e di tutto gli altri partecipanti.
    Akira Gen... l'ho già sentito... il tono era basso, non ero certo che Akira avesse sentito quelle parole.
    E l'uomo pipistrello... anche, ricordo. Ascolta, nella missione di Iwa Shiltar mi disse di aver già incontrato un uomo capace di evocare pipistrelli e dividersi in uno stormo di pipistrelli. Non mi disse il suo nome, ma posso dirti che quest'uomo è il Sanga, uno dei ninja più forti... del Villaggio della Zanna. A quel nome l'aria parve farsi pesante. Le cicatrici sul mio corpo presero a prudere, quasi volessero ricordarmi quanto era accaduto diversi anni prima.
    Akira Gen è un nome che non mi è nuovo, Hoshikuzu e Shiltar lo incontrarono già in una missione antecedente a questa. I collegamenti tra questi tra Shiltar Kaguya e Feng Gu continuano a sbucare. Posso affermare con un certo grado di certezza che questo Kazuhiro ed il Sanga affrontato da Shiltar siano la stessa persona. E che ad Iwa qualcosa è successo a Shiltar, qualcosa di orribile, per cui questo Feng Gu ha deciso di dedicare la sua stessa vita alla vendetta.
    Era un pensiero amaro. Provavo pena per Shiltar ed il cammino che aveva intrapreso. Cosa avrebbe portato la vendetta se non alla soddisfazione momentanea? Cosa gli sarebbe rimasta? Taeko ed i suoi figli ne erano invischiati? Sopratutto... dove'erano?
    Non so perché Shiltar non sia tornato. Per quanto bruciante possa essere stata la sconfitta non è pensabile che sia stata quella a fargli abbandonare la sua identità, il suo villaggio, la sua stessa famiglia! Era qualcosa di così disgustoso che mi riusciva difficile crederlo.
    Se avessi subito una terribile sconfitta in missione avrei abbandonato Ayame ed i miei figli solo per cercare vendetta? Quanto doveva essere grande l'orgoglio del Kaguya e quanto doveva essere stupido per pensare a qualcosa del genere?
    Ma lui ha ucciso Yami dopo anni solo perché si è sentito ferito dal suo tradimento...
    Quella vocina interiore mi ricordò che le passioni di Shiltar, quando si trattava di vendetta, andavano oltre il razionale.
    Shiltar Kaguya ha sempre avuto un debole per le vendette, crudeli magari. Ha ucciso l'amministratore di Oto, Yami Kabane, il mio sensei per una vendetta. Il combattimento che seguì quel caos è roba che non si sa in giro,
    riducemmo in cenere un intero campo di cotone. Shiltar è un uomo più passionale di quanto possa sembrare Akira. Fatico a credere che possa aver lasciato i figli neonati, la sua compagna, il suo Villaggio solo per una sconfitta ma noi non abbiamo idea di cosa sia successo ad Iwa però. Se qualcosa di sufficientemente orribile gli è accaduta però è quantomeno plausibile che possa averlo fatto.

    Mi alzai in piedi, massaggiandomi il viso con le mani per un momento.
    Tuttavia la verità su questo Feng Gu servirebbe solo a dare risposte alle domande che mi sto ponendo ora. È irrilevante ai fini del pericolo che costui rappresenta per Kiri. Anche se non fosse Shiltar, sembra sapere fin troppe cose di lui. Potrebbe averlo trovato morente ed essersi impossessato delle sue memorie. Potrebbe essere lui. Potrebbe essere un parente o una persona cara a Shiltar venuto in possesso di quanto il Kaguya sapeva. Non mi importa chi diavolo è, così come non mi importa di mettermi in mezzo alla sua vendetta.
    Feci una pausa, breve La Zanna è un nostro nemico. Ho sofferto a causa loro ed il pensiero di vendicarmi mi ha sfiorato eppure l'ho abbandonato. Tuttavia non significa che non li consideri una minaccia e che non li prenda seriamente. Se qualcuno intende danneggiarli io non li fermerò di certo. Ma nel suo percorso di vendetta non sembra preoccuparsi di nulla. Cosa accadrebbe se per la sua vendetta gli facesse comodo vedere Kiri ridotta in cenere? Con tutte le sue informazioni potrebbe danneggiare Kiri. Se non fossi intervenuto Konoha ci avrebbe rubato la Samehada. E Raizen pecca in diplomazia, tremendamente, per cui posso dire che le sue intenzioni non fossero malvagie ma questo stava accadendo. Il furto di un'arma è nulla. Per prima cosa, azioni preventive.
    La cosa migliore era rendere le informazioni in possesso del Kaguya del tutto inutili.
    Per quanto riguarda le squadre speciali, voglio che qualsiasi protocollo, qualsiasi metdo, qualsiasi codice, qualsiasi turno, tutto, persino le chiavi degli sgabuzzini del quartier generale che sopravvive dai tempi di Shiltar Kaguya sia buttato e rifatto. Gli stessi ordini varranno per le mura e per la Squadra Medica. Informa tu Meika, io parlerò con Asmodai riguardo a ciò. Cambieremo posizione degli arsenali, composizione degli arsenali sulle mura. Riguardo l'Amministrazione, sposteremo tutti i documenti riservati, cambieremo qualsiasi chiave, sigillo e jutsu che li protegge. Qualsiasi cosa che Shiltar poteva conoscere dovrò diventare inutile.
    Questo poteva non essere abbastanza, ma dovevo iniziare così. Rendere inutili le informazioni a cui Shiltar poteva avere accesso.
    ...Poi andremo a fare due chiacchiere con questo Feng Gu e vedremo che succederà.
    Il mio tono a quel punto era oscuro. Il mio sguardo, fermo, sembrava promettere sangue. Ero certo che quella cosa non si sarebbe risolta bene. Non avrei cercato di ucciderlo, non subito, ma in cuor mio qualcosa mi diceva che non sarebbero bastate tutte le Fiamme Dorate di tutti i Draghi del Monte Gekido a placare la voglia di Vendetta di Feng Gu. Chiunque egli sia.
     
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    Cronache di Armi e Cuori

    III



    Le mie parole portarono più pensieri nella testa di Itai di quello che mi aspettassi, anche se in realtà era proprio quello che speravo.
    Mi riavvicinai alla ormai mia poltrona, sprofondandoci di nuovo, mentre ascoltavo le parole del Nara in silenzio, mentre pensieri e teorie scorrazzavano libere nella mia testa.
    Non do per scontato niente, solo che tutte queste coincidenze mi stanno dando alla testa. Lo interruppi per un secondo, accompagnando le parole con il dito indice. Sanga? Villaggio della Zanna? Ma perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose che contano! Esclamai, leggermente innervosito per queste continue rivelazioni. Non ti pare il caso di informare il capo delle squadre speciali di questi minuscoli dettagli di scala mondiale? Mi rivolsi al kage, con fare sarcastico, tirando anche un bel sospiro per cercare di mantenere la calma. Non conosco e non conoscevo Shiltar Kaguya. E sinceramente non mi interessa conoscerlo adesso. Sono d'accordo su di te su un punto in particolare: chiunque sia questo mercenario, è totalmente accecato dalla vendetta, e per questo è tremendamente pericoloso. Avrei portato entrambe le braccia dietro la testa, annuendo alla nuova richiesta di Itai.
    Aveva ragione. Qualsiasi vecchio retaggio che ci portavamo dietro dalla vecchia amministrazione, a quel punto, andava cancellato. Non sarà un problema, lascia a me il compito di occuparmi anche delle mura. Ci sono stato per un bel pò di tempo, so come funzionano. Meglio non informare troppe persone, non si sa mai. Feci spallucce. Cosa importante: ci sono altre cose che dovrei sapere? Sai com'è, vado per organizzare una chiacchierata e ritorno con informazioni che valgono una fortuna e una spada leggendaria andata dispersa... Non mi va che ancora ci siano cose di cui non conosco neanche l'esistenza. Guardai negli occhi Itai prima di continuare. Il personaggio è strano, bizzarro, contraddittorio... Non so come potrà finire quando lo rincontreremo... Quel che so è che non gli pare importare di nulla, oltre alla sua vendetta. Hai detto anche una cosa molto vera: chiunque sia così angosciato da un simile sentimento, è sicuramente manipolabile. Bisogna solo capire qual'è il modo migliore... Se, invece, non dovessimo riuscirci... Beh, credo che già sai quello che andrà fatto.
    Mi alzai, quindi, dalla sedia. Se non c'è altro... Direi che ho dato per oggi! Mi prendo una mezza giornata libera, penso che me lo merito! Ti aggiorno quando avremo terminato il restyling, ok? E, se non ci fosse stato altro, avrei saluto con un cenno della mano Itai e quindi Yogan, per dirigermi verso il quartiere degli Akuma: un pranzo a casa Meika era proprio quel che ci voleva.

     
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    III

    Squadrai l'Hozuki per un secondo. Davvero si stava lamentando perché non gli avevo dato quell'informazione? Non era una segreto, era tutto scritto in diversi rapporti stilati dopo il ritorno dalla missione ma sopratutto... come mi poteva venire in mente? Quel collegamento era emerso in quel momento ed una conversazione di sei anni prima poteva non avere molto significato fino a quel momento.
    È tutto scritto nel rapporto della missione Akira. Di due missioni, ora che ci penso. Tuttavia è stata una conversazione avuta durante il briefing di una missione di anni fa. Che tu potessi incontrare il Sanga beh... sospirai Decisamente inatteso.
    Akira domandò di occuparsi delle mura ma feci cenno di no. Sapevo che agiva con buona volontà, ma il modo migliore di mantenere la pace tra i miei ranghi era quella di non permettere a gente di scavalcare altre.
    No, faranno Asomdai e Ryuu. È una loro responsabilità, dovranno occuparsene loro. Ricorda che se non mostri fiducia nei tuoi sottoposti difficilmente loro ti daranno la loro e se ti facessi mettere mani nei loro affari potrebbero prendere la cosa come una mancanza di fiducia che non ho. Occupati delle Squadre Speciali e basta, oppure ti mancano le mura? L'ultima frase era evidentemente una battuta. Sapevo benissimo quanto avesse odiato il periodo in cui l'avevo costretto a fare da Guardiano.
    Dunque Akira andò via ed io rimasi solo con Yogan che era rimasta quieta tutto il tempo. La dragonessa fece un sospiro, espirando una lieve fiammella dalle narici.
    Credi che ci sia davvero un grave pericolo?
    Non ne ho la più pallida idea Yogan. Ma la vendetta è un sentiero oscuro. Pieno di odio, di furia. Allungai la mano destra, facendo balenare un attimo una fiammella dorata tra le mie dita. Sentii Chomei dentro di me parlare.

    Non credo che tu possa salvarlo. Ho come la sensazione che quest'uomo sia troppo immerso nei suoi pensieri.
    Anche tu lo eri.
    Ma io volevo essere salvato. Nel profondo, non aspettavo altro.

    Beh, questa è la nostra strada Itai. Questo è il destino dei Ryuukishi. Queste cose sono quelle contro cui lottiamo. Per cui lottiamo. Aveva ragione e lo sapevo. Ma che potessi effettivamente fare qualcosa per questo Feng Gu era tutt'altra cosa. Ero anche il Mizukage, se necessario dovevo agire sopratutto come tale.
    Lo so. Ma se necessario...
    Tranquillo se necessario lo arrostiremo. Yogan sorrise dunque svanì, lasciandomi solo. Chiusi tutti i fascicoli ed uscii dallo studio. Volevo andare a casa, quella storia mi aveva turbato nel profondo.
    Shiltar... se sei tu, cosa ti è successo?
     
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    Maestro Cercasi

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    Erano ormai molti giorni che il giovane pensava a cosa fare. Doveva assolutamente diventare più forte, migliore sotto ogni aspetto, se voleva raggiungere i suoi scopi e soprattutto per riuscire ad abbattere lei: Insei l'abominevole mostro vestito di bianco. Riuscire a padroneggiare al massimo l'arte della spada per straziare il petto di quella creatura malefica, per Tamashi, per Tamaio e anche per soddisfare il proprio oscuro animo Kenkichi e placare la sua sete di sangue.
    Ma non aveva alcuna intenzione di rivolgersi al proprio clan, nessuno doveva mettersi in mezzo e sicuramente il clan si sarebbe intromesso. Un qualcuno forte quanto il suo nemico, ecco cosa serviva anzi qualcuno di più forte, un vero maestro di spada fuori dal clan...
    Ben presto fu perfettamente chiaro a chi rivolgersi, uno solo poteva essere ma avrebbe accettato? avrebbe mai addestrato il figlio di un traditore come allievo? Forse solo lui lo avrebbe fatto?!
    Quella mattina, la solita mattinata kiriana piena di nebbia, il Kuro era ancora intento ad allenarsi quando nel cielo vide una gigantesca figura rossiccia sfrecciare. Era chiaro di chi si trattasse: il mizukage ed il suo fido drago...
    Il kage?! Sicuramente lui potrebbe! Lui? vorrebbe? Non ho scelta devo!!
    Così decise di provare e fortemente motivato e determinato senza minima attesa si diresse verso il palazzo del Mizukage.
    Kitori giunse finalmente davanti all'enorme palazzo, ancora segnato dal tremendo attacco di pochi mesi prima, l'edificio sembrava stranamente deserto: nessuno lo fermò, nessuno gli chiese nulla...
    Facilmente il genin raggiunse l'anticamera prima dell'ufficio del boss, la scrivania vuota la segretaria non c'era? Senza paura, da buon kenkichi, il Kuro bussò vigorosamente alla porta della stanza del kage
    Chiedo scusa! C'è nessuno? Sono Kitori Kuro Kenkichi! Cerco il mizukage, ho bisogno di un colloquio...
    disse a mezza voce e con tono rispettoso, attendendo risposta...









    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    Statistiche: - Forza: 575; Resistenza: 500; Riflessi: 500; Velocità: 500;
    Chakra: 60 Bassi;
    Consumi: -
    Vitalità: 16/16 Leggere;
    Energia Vitale: 30/30 Leggere;
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    Maestro Cercasi


    I

    Era una giornata molto tranquilla. Ciò che Kitori aveva visto era Yogan che volava, un panorama piuttosto come ormai a Kiri da quando ero Mizukage, ma io non la cavalcavo. Ero nel mio ufficio, un po' intento a dare retta ad una massa di carte (lavoro che occupava troppo tempo secondo il mio giudizio) un po' a dare retta a Jukyu che girovagava e si allenava sotto la mia (disattenta) supervisione.
    Avevo deciso di introdurla alle base dello Iaido e le avevo persino comprato una Wakizashi (senza filo) che per la sua altezza andava bene quanto una katana.
    Papà, papà, vado bene così? Mi domandò, attirando la mia attenzione dal foglio che stavo leggendo.
    Jukyu aveva assunto la posizione che le avevo insegnato [Immaigine], tenendo la spada nel fodero, senza muoverla. Controllai rapidamente la postura, appurando che era pressoché perfetta.
    L'attitudine marziale di Jukyu mi stupiva ogni giorno tanto quanto il giorno in cui l'avevo scoperta. Sette anni appena compiuti e capacità fisiche degne di un ragazzo che di anni ne aveva il doppio, nonché un'attitudine geniale alla manipolazione del chakra. Ero certo che se avesse continuato ad allenarsi mi avrebbe preso a calci senza problemi prima della maggiore età.
    Perfetta dissi e lei fece per sfoderare la spada.
    Non ti ho detto di farlo. Dissi, alzandomi. Lei mise un infantile broncio, ma rimase in quella posizione.
    Ma papà, non me lo dici mai. Brontolò, fissando avanti. Aggirai la scrivania fino a trovarmi dinanzi a lei. Mi piegai sulle ginocchia, posando una mano sulla sua testa.
    Vincere senza sfoderare la spada Jukyu. Ricorda questo. Il tuo avversario deve avere così paura di te che deve arrendersi prima che tu gli faccia vedere la lama.
    Lei rimase un attimo perplessa da quella spiegazione, ma non riuscii ad ampliarla perché qualcuno bussò alla porta.

    Apro! Ecco sì, Kitori non avrebbe avuto la voce del Mizukage ad accoglierlo, ma quella infantile di una bambina. Quando aprì la porta il Kenkichi si ritrovò dinanzi Jukyu Nara, con il suo metro e trenta di altezza, fissarlo dal basso.
    Uh?
    Jukyu, torna dentro. Vieni pure avanti. Dunque lo invitai ad entrare. Non sedetti dietro la scrivania, rimanendo poggiato su di essa, ma davanti. Jukyu ci saltò sopra con un salto atletico e ci si sedette, posando la spada sulle sue gambe che iniziò a dondolare.
    Allora? Chi sei? Non credo di averti mai parlato. Dissi, con tono tranquillo.

     
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    Maestro Cercasi

    II



    In risposta alla richiesta del giovane quella che sembrava essere una chiara voce di bambina, infatti pochi istanti dopo una bambina spalancò la porta dell'ufficio del capo villaggio...
    Evento che prese di sorpresa il Kuro, proprio non si aspettava di ritrovarsi davanti una bambina, istintivamente reagì tirando subito fuori un dolce e sincero sorriso


    Ciao bella signorina!
    disse con tono anch'esso dolce, guardando la piccola mentre il kuro si grattava la nuca con la mancina...
    Sei tu la mizukage? O sei una kunoichi?
    Mentre il Kenkichi osservava attentamente la bimba notando la sua piccola lama nonché la struttura fisica e la postura, ormai guardava attentamente chiunque portasse una spada,
    Che stupenda spada hai!
    cercando un sorriso della piccola...
    Finché il kage la richiamò, possibilmente doveva essere la figlia!? e poi invitò il visitatore ad entrare. L'uomo anch'esso biondo era in piedi poggiato alla scrivania, subito Manaita l'oscura lama vibrò vigorosamente. Ovviamente percepiva la forza altrui, una reazione non nuova ma praticamente identica a quella che avvenne difronte al nukenin Ru-Wai.
    ##Questo chi sarebbe?##
    Lui è il mizukage...
    ##Certamente molto forte...poi sento delle presenze...##
    Cioè?
    ##Lascia perdere non importa...Rispondi però!##
    Va bene...
    Il Kuro rispose
    No, signore e la prima volta che parliamo ma ci siamo già visti poco dopo attacco...
    avanzando di qualche passo senza mostrare alcun timore ma con massimo rispetto. Aggiungendo ancora
    Sono Kitori Kuro Kenkichi genin del villaggio. Posso disturbarla?
    attendono risposta positiva.
    Lei è sua figlia? Bhe complimenti sembra abile, più del normale...
    aggiunse guardando nuovamente la piccola, rivolgendo poi di nuovo l'attenzione al boss
    Comunque Kage ho una richiesta da farle, spero non sia eccessiva...Sto cercando un sensei per migliorare la mia abilità di spada...Ecco vorrei che fosse lei ad addestrarmi! Voglio diventare più forte...
    Stranamente vi era una notevole somiglianza tra i due...Qualcosa forse li univa? pensava il genin; Ma soprattutto il capo villaggio sapeva del padre del ninja? avrebbe allenato il figlio di un traditore? Si sarebbe fidato?







    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    Statistiche: - Forza: 575; Resistenza: 500; Riflessi: 500; Velocità: 500;
    Chakra: 60 Bassi;
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    Vitalità: 16/16 Leggere;
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    Trovavo alquanto ironico che qualcuno si preoccupasse della mia opinione riguardo i traditori.
    Poteva essere accaduto molto tempo addietro, ma probabilmente nessuno a Kiri aveva scordato che l'uomo che sedeva sullo scranno di Mizukage era nato a Konoha.
    Il problema però non sarebbe arrivato ad approfondirsi a livelli tali. Molto più semplicemente non avevo idea di chi fosse il padre di Kitori, né cosa avesse fatto ed anche se l'avessi saputo non me ne sarebbe importato nulla.
    Se i crimini dei genitori venissero passati alla prole allora io sarei dovuto nascere Nukenin per merito di sangue materno.
    Sì, lo è, anche troppo per il suo bene. Dissi al ragazzo, dando un colpetto gentile sulla testa della bambina la quale mi fece una linguaccia di tutta risposta.
    Non mi sono mai fatta male. Non tanto. Bofonchiò, strappandomi una risatina. Volevo proteggerla, ma dubitavo ci sarei riuscito per sempre. La cosa mi intristiva appena. Stavano crescendo, tutte e due. Erano ancora bambine piccole, ma vederle parlare, imparare ed occasionalmente picchiare ragazzini del doppio della propria età mi metteva un po' di tristezza dentro (e di orgoglio).
    Ascoltai la richiesta di Kitori. Per una strana coincidenza anche Jukyu stava imparando l'arte della spada.
    Mio padre non te la fa usare mai la spada... Disse lamentosa, ed ancora, dovetti trattenere una mezza risatina.
    Beh sì, ma non perché ti fai male. Io sono maestro di due stili di combattimento Kitori, lo Iaido ed il Kendo. Sono molto diversi tra loro, ma se speri che ti insegni solo delle mosse belle ti sbagli di grosso allungai la mano, sull'elsa di Garyuka, impugnandola. Io posso insegnarti la via della spada, con tutto ciò che questo comporta. E come Jukyu sta apprendendo non senza lamenti, può significare anche non usare la spada affatto.
    Senza l'adeguata preparazione di spirito tutti quegli stili erano inutili. Vuote mosse, facili da contrastare. Senza contare che continuare ad ammassare potere senza la giusta riflessione significava rendersi pericolosi, per se stessi e gli altri.
    Jukyu era troppo piccola per capire quel concetto. Lei voleva davvero solo imparare nuove mosse. Ma Kitori non lo era: se quelle condizioni non gli stavano bene allora io non avevo nulla da insegnargli.


     
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    Come immaginato dal Kuro la bambina era davvero la figlia del Kage come confermato dallo stesso capo e dalla tenera e divertente scena padre figlia...Quanto tempo era oramai trascorso da quando il genin aveva vissuto una tale scenetta con il proprio genitore? sembravano passati secoli ma la ferita era sempre viva, un certo velo di invidia ma soprattutto sofferenza si fece lievemente sentire nel profondo dell'animo del giovane naturalmente tenuto sepolto dal buon controllo di se raggiunto.
    Mio padre non te la fa usare mai la spada...
    disse la piccola
    Fa bene, una volta che estrai una lama raramente puoi rinfoderarla senza conseguenze
    replicò il ragazzo, ormai conosceva abbastanza bene le conseguente di certe azioni.
    L'uomo come prevedibile spiegò il suo punto di vista: non si sarebbe limitato al mesto insegnamento di alcune posizioni o mosse ma bensì di impartire lezioni sulla sua via della spada, con la necessità di sacrificio e perfino non usare la spada. Forse era proprio quello che serviva per raggiungere gli scopi prefissati? Il mero potere a che serviva senza uno spirito forte abbastanza da reggerne il peso?
    Il potere corrompe lo so fin troppo bene, è inutile senza uno spirito abbastanza forte...Ho bisogno di migliorare in ogni aspetto, mi affido a lei kage! Non mi spaventano i sacrifici, il dolore e la sofferenza! Per un kenkichi è obbligatorio uno spirito forte per dominare la propria oscurità interiore...
    Ed esteriore...Non voglio profondare nell'oscurità come mio, non mi farò distruggere dal potere e dalla vendetta!
    Devo sconfiggere un mostro ma voglio diventare un mostro io stesso! Farò quello che ritiene giusto sensei! Posso chiamarla così?
    ##Non mi presenti nemmeno?##
    Va bene...
    Poi portò la mano sulla sua spada e la estrasse di pochi centimetri mostrando la lama nera come la notte con la splendente linea di forgia rossa, senza mostrare alcun intento minaccioso
    Una presentazione è d'obbligo, questa è Manaita la mia fedele compagna. Lei voleva conoscerla...
    disse rinfoderando l'arma sperando che il maestro conoscesse il particolare legame tra un kenkichi e la propria lama...







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    Statistiche: - Forza: 575; Resistenza: 500; Riflessi: 500; Velocità: 500;
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    Vitalità: 16/16 Leggere;
    Energia Vitale: 30/30 Leggere;
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    Non era questione di potere che lo avrebbe corrotto, quanto più di conoscere gli ideali che muovevano la spada in determinati modi. Non si trattava di tenere sotto controllo il proprio potere quanto di essere abbastanza saggi da sapere come utilizzarlo correttamente.
    La Via della Spada non era solo meccanici movimenti e rapidi fendenti. Il braccio che muoveva la lama doveva muoversi per le giuste intenzioni. Quali erano le sue intenzioni? Jukyu, che stava apprendendo quei fondamenti, era ancora troppo piccola per conoscere i sentimenti più oscuri e violenti dell'uomo. Non aveva idea di cosa significasse provare un dolore così atroce da voler vedere il mondo bruciare.
    Io ero vivo, Ayame era viva, sua sorella era viva, suo fratello era vivo ed ancora attaccato al seno di sua madre. La sua vita era bella, era ancora il sogno del bambino. Spensierata ed innocente. Per lei la Via della Spada era un gioco.
    Ma per Kitori?
    Che oscurità si celava dietro il suo animo?
    Sconfiggere un mostro? Diventare un mostro? Dissi interrogativo Di cosa stai parlando? Avrei dovuto chiedetelo, ma... perché vuoi diventare più forte?
    Lui mi presentò la spada. Ero a conoscenza che i Kenkichi avevano un rapporto quasi simbiotico con le loro armi, per cui non potei comprendere del tutto l'attaccamento ad un oggetto e la sua umaninzzazione. Ed inoltre, attendevo una risposta a quelle parole.
    Perché la prima lezione poteva essere più vicina di quanto Kitori potesse immaginare.

     
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    Maestro Cercasi

    VI



    Una curiosa giornata soleggiata con temperature nettamente superiori alle medie del periodo, con assenza quasi totale di nebbia tanto da non sembrare nemmeno di essere nella cara vecchia Kiri, il clima non è più lo stesso e lo chiamano effetto sera ma che sarà mai? ma soprattutto cosa c'entra con i ninja? mistero...E poi spegnete la radio! o cambiate stazione, che stress le previsioni...
    Un sole bollente risplendeva nel cielo azzurro, mentre 2 bianche e ovattate nuvole passeggere, sospinte da una lettera brezza marina, decisero di giocare a nascondino con l'astro dorato dando inizio a un continuo susseguirsi di luce e ombra.
    Nell'ufficio del kage il colloquio continuava abbastanza tranquillamente: dopo qualche chiacchiera generica e piuttosto filosofica il capo volle approfondire le parole del giovane e pose una domanda abbastanza ovvia e prevedibile ma nonché piuttosto importante perché? molte erano le ragioni che spingevano il Kuro a migliorare ma sarebbero state ritenute valide?
    Il kenkichi restò brevemente in silenzio assumendo un espressione piuttosto seria

    Minato_Namikaze


    Tamayo, la mia mentore in punto di morte, le ho promesso di proteggere un tempio, sconfiggere la sua avversaria e assassina: una donna vestita di bianco un vero mostro, molto forte tanto crudele quanto assetata di sangue. Una kenkichi deviata che trasforma semplici ragazze in assassine sanguinarie, succubi senza anima. Ma per riuscire non voglio diventare anche io diventare un killer assetato di sangue. Voglio diventare più forte per mantenere una promessa ma non nascondo anche per vendetta. Soprattutto voglio proteggere le persone che amo, la mia amata Kiri. La mia maestra e morta perché non ero abbastanza forte è colpa mia! Non voglio perdere più nessuno così! Voglio proteggere e servire senza perdere la strada come mio padre. Sono convinto che lei possa capire ed aiutarmi...
    spiegò con sincerità senza nascondere nulla, pronto a essere giudicato? accettato o respinto?
    Il kage poteva capire probabilmente si, infondo aveva una famiglia anche lui poteva aver vissuto qualcosa di simile? Affrontato l'oscurità dentro e fuori di se, perso persone importanti? Probabilmente ogni shinobi doveva affrontare esperienze simili...
    Il kuro restò fermo, serio e silenzioso aspettando di sentire le parole del Nara...







    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    Statistiche: - Forza: 550; Resistenza: 500; Riflessi: 500; Velocità: 525;
    Chakra: 60 Bassi;
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    Edited by -RexDraco- - 5/8/2017, 15:00
     
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    Maestro Cercasi


    IV

    Il giovane Genin sembrava un attimo confuso riguardo i suoi intenti. Voleva diventare un mostro o no? In ogni caso, non lo sarebbe diventato con i miei insegnamenti. Io non addestravo assassini assetati di sangue, mai, in nessuna occasione. Però potevo vedere qualcosa che avevo visto nel tempo decine di volte.
    Qualcosa che avevo fatto anche io, decine di volte: accumulare su di me la colpa di tutte le tragedie che mi succedevano attorno. Kitori si stava incolpando della morte della sua maestra ma in base a quanto mi aveva raccontato non sembrava ciò.
    Perché dovrebbe essere colpa tua? Sei corso tra le braccia di questa pazza assassina costringendola a salvarti? O ti stai solo incolpando di non essere stato abbastanza forte da sacrificarti al posto della tua sensei? Domandai, ma non attesi una risposta. Il senso di colpa è una motivazione incredibile per diventare forti, credimi ne so qualcosa. Ed è una motivazione ancora migliore per cadere nei propri più bassi istinti. La colpa genera il risentimento ed il risentimento porta al desiderio di vendetta. E la vendetta non è giustizia. La vendetta è solo vuota sete di sangue.
    Mi alzai dalla sedia. Domattina presentati all'aba davanti alle porte dl Palazzo. Non fare rumore.
    Sì, Nii-chan si sveglia ed urla sennò, specificò Jukyu.
    Esatto, e poi sarà con mia moglie che dovrai vedertela, non sarà piacevole, fidati.

    Dove andare, l'avrebbe scoperto il giorno dopo. Perché esisteva solo un posto adeguato ad imparare a combattere lo stile di combattimento dei Ryuukishi... e non era Kiri.

     
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    Maestro Cercasi

    IV



    Il kage ascoltò le parole del giovane Kenkichi, per poi replicare porgendo alcune domande che centrarono perfettamente il punto della situazione: il senso di colpa. Effettivamente il Kuro si sentiva responsabile della morte di Tamashi, la sua mentore, anche se in realtà non avrebbe potuto salvarla, non era abbastanza forte, al più poteva prendere il suo posto. Ma forse nemmeno quello; non era certamente lui l'obiettivo. Poi il Nara aggiunse che il senso di colpa era certamente una forte spinta a diventare più forti ma anche un motivo ancora maggiore per finire gioco di bassi istinti. La colpa generava risentimento e questo provocava desiderio di vendetta. E vendetta porta alla sete di sangue e non di giustizia. Era la pura realtà della situazione quella appena rappresenta ma c'era una certa ironia dietro visto il coinvolgimento di un Kenkichi. La sete di sangue era insita nella natura del clan e di ogni suo membro, le loro spade pura e semplice materializzazione della sete di sangue. In pratica la sete di sangue era il potere di un Kenkichi, più sete più potere, ma troppa sete portava alla follia omicida?! Kitori combatteva con quella sete da sempre, forse come ogni Kenkichi, sopprimere tale sete era impossibile l'unica possibilità dominare la sete di sangue, accettarla e conviverci...
    Per questo il ragazzo era lì; per imparare a dominare ancora meglio una spada, il proprio potere, la sete di sangue e riuscire a non trasformarsi in un mostro. Sicuramente il Kage poteva capire, lui che aveva addirittura un demone dentro di se, poteva insegnare a dominare un mostro.
    Itai alzatosi dalla sua sedia, forse convinto dalle parole del ragazzo o forse no, disse:
    Domattina presentati all'alba davanti alle porte dl Palazzo. Non fare rumore.
    Aveva accettato, finalmente un occasione per potere diventare più forte in ogni senso.
    Mentre la figlia del capo sottolineava il fatto di fare silenzio perché altrimenti la sorellina gridava. E poi bisognava misurarsi con la moglie del kage, se somigliava anche solo un po' a Misaki sarebbe stato meglio, senza dubbio, affrontare un esercito di oni furibondi. Al solo pensiero di una Misaki madre arrabbiata un tremendo brivido di puro terrore percorse la schiena del Kuro.
    Bhuuuaaa Che paura...
    Il ragazzo, scacciata la tremenda immagine dalla mente, rispose visibilmente soddisfatto
    Va bene! Ci sarò e farò silenzio...
    facendo un ampio inchino rispettoso
    Grazie signore! Arrivederci!
    salutò l'uomo e poi sorridendo dolcemente salutò anche la figlia
    Arrivederci anche a lei signorina!
    detto ciò lasciò la stanza e poi il palazzo.

    La mattina dopo lo shinobi della nebbia alzatosi alle prime luci dell'alba fece una doccia, una colazione abbondante e preparato il solito equipaggiamento, lasciata la sua casa corse verso il palazzo. Era una tranquilla giornata d'estate al villaggio della nebbia: come sempre la nebbia non mancava, nel cielo nuvole bianche giocavano a nascondino con un aureo sole mattutino. Dopo circa una mezz'ora di cammino, tra le strade semi deserte, Kitori cercando di fare il massimo silenzio possibile si presentò davanti le porte del palazzo pronto all'avventura...







    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    Il Consigliere di Kiri


    I - La Scoperta

    L'intero edificio sembrò tremare di furia quando un impiegato mi notificò cos'era accaduto. Era spaventato, poverino, ma ne aveva tutti i motivi. Anzi, il suo terrore era dimostrazione di un istinto di sopravvivenza che avrebbe dovuto avvisarlo prima di combinare quello che - ai miei occhi - era un assoluto disastro.
    COSA VUOL DIRE CHE SANJURO È ATTUALMENTE CONSIGLIERE! L'urlo trapassò porte, finestre, muri e solai. Nei due piani inferiori al mio ufficio chiunque, davvero chiunque sentì la notizia.
    Sanjuro, lo sciamano pazzo di Kiri, l'uomo che era tornato dall'esilio da Genosha era diventato Consigliere. Non per mia scelta, sia chiaro.

    Ora, piccola nota per far comprendere come i consiglieri venivano scelti e quali dovevano essere le loro qualità. I Consiglieri erano senza dubbio tra gli shinobi col rango più elevato nel Villaggio. Potevano prendere decisioni indipendentemente da me, sebbene avessi potere di annullarle, potevano dare ordini alle squadre speciali ed assumere un importante peso politico, nonché essere la guida del Villaggio se il Kage non c'era.
    Non avevo ancora scelto un Consigliere come supporto perché gli elementi che avevo a disposizione non avevano nessuno ciò che serviva ad un consigliere. Akira Hozuki era troppo poco serio e troppo testa calda ed il suo buon cuore poteva diventare pericoloso. Inoltre amava più le spade alle parole, il che lo rendeva un ottimo soldato ed un pessimo politico.
    Meika Akuma era una Kunoichi intelligente e capace e per questo non volevo distoglierla dal suo lavoro in ospedale: stava bene lì. Non sarebbe servito a nulla avere un Consigliere a fare parte del mio lavoro e nessun primario a dirigere l'ospedale.
    Kensei beh. Dovevo anche motivare il perché Kensei non era in questo momento per niente adatto alla vita politica ed a stare sotto i riflettori?
    Per cui no, al Villaggio attualmente non c'era nessuno in grado di essere consigliere.
    E qui si va al secondo punto: la scelta. Una scelta che doveva essere ponderata con attenzione e magari, se possibile, ricevere anche una certa approvazione da parte degli altri Shinobi e del Daimyo. Un Consigliere col solo supporto del potere del Kage non serviva a molto. Così come il Kage, il Consigliere doveva godere del rispetto di tutti gli Shinobi del Villaggio ed appiopparne uno senza discussioni avrebbe creato solo un altro caso dell'ultimo consigliere di Kiri, ai tempi di Shiltar Kage: sparito non appena sparito il Mizukage, visto che evidentemente piaceva solo a lui.

    Ovviamente Sanjuro non rispettava alcuno di quei requisiti. I più nel Villaggio lo consideravano un vecchio bislacco e le sue stranezze in un ruolo di potere sarebbero potute essere solo pericolose. Mai e poi mai un uomo così sarebbe dovuto sedere su uno dei tre scranni dei Consiglieri della Nebbia.
    Ed ovviamente, era successo. Alle mie spalle.
    Sanjuro era attualmente lo Shinobi più anziano di Kiri. Proprio di età, il più vecchio. Aveva avuto grandi poteri un tempo, ma gli erano stati sigillati e li stava lentamente recuperando dopo la lunga prigionia a Genosha che lo aveva fatto uscire un po' di senno.
    Com'è successo. Come.
    Mizukage-sama, era arrivata una richiesta da parte del Daimyo. Sanjuro-san è lo Shinobi più anziano di Kiri e così qualcuno ha preparato il modulo per inoltrare la richiesta a lei...
    Che io non ho firmato. Vero?
    Ecco... attualmente..., timorosamente l'uomo porse un foglio dall'aria ufficiale, posandolo sulla scrivania. Lo afferrai con una mano ed in calce vidi, chiaramente, la mia firma. Un po' storta, ma la mia firma.
    ...Come... sibilai. Ok, si può annullare, vero?
    Ehm... sì, si potrebbe, ma ci sono passaggi burocratici. Sanjuro-san non si è macchiato di alcuna colpa, non ha commesso crimini nel suo mandato, per cui lei non ha proprio il potere di dimetterlo le ultime parole erano un sussurro.
    Chiusi gli occhi.
    Aspettai tre minuti.
    Chiamatemi Sanjuro. Ora.

    E così ebbe inizio la fantastica storia di Sanjuro, Consigliere della Nebbia.
     
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    IN SERVIZIO PER KIRI




    Dalla chiamata di Itai, non sarebbero passati 10 minuti. Non sarebbero passati 5 minuti, ma nemmeno 2 minuti. Forse circa 10 secondi.
    Sanjuro infatti stava aspettando sul balcone accanto all'ufficio di Itai da qualche minuto; ora; giorno. Da quando aveva saputo della sua nomina, si era appostato con la capra per poter arrivare in servizio il prima possibile quando fosse stato chiamato, tale era l'orgoglio che provava per poter servire nuovamente Kiri in una veste di shinobi vera e propria.


    Ho detto capra?



    Preceduto da un suono come di gomme che slittavano sull'asfalto, anzi, di ruote di legno di carro, su di una via sterrata, un'ombra avrebbe oscurato il cielo sulla finestra/vetrata/superficie in vetro più grande dell'ufficio di Itai, per infrangersi contro di essa, e mandarla completamente in frantumi.



    La figura che era piombata nell'ufficio, sotto lo sguardo paralizzato del povero messo amministrativo, e quello di Itai, il nuovo Sanjuro, rinnovato nello stile, nella forma e nel colore, forte di un nuovo grado, un nuovo ruolo, ma non un nuovo bastone, aveva appena fatto l'entrata più rapida della storia, in groppa alla sua fedele capra, con la sua fedelissima maschera da "entrata in servizio" assieme al gabbiano che ormai era probabilmente fuso al suo sistema scheletrico. Tutti ovviamente condotti da Gassan, che dato il suo nuovo tantien, assieme al suo carattere fiero, e alla smisurata esperienza, era forse il ninja più completo, rispetto a Sanjuro.
    La scena fu così improvvisa e impossibile, da avvenire a rallentatore. La capra toccò di nuovo terra nella sala, derapando col sedere, generando un forte fischio di sgommata con gli zoccoli, praticamente a dieci centimetri dal volto del poveretto che aveva portato il modulo; non solo, per completare l'arrivo, e annullare l'energia misticocinetica che aveva permesso il movimento accellerato, al limite del teletrasporto, l'animale vibrò un possente doppiocalcio con le zampe posteriori, restando per un attimo sulle anteriori e arrestare la sua corsa. Ovviamente investendo in pieno il poveretto che venne scatabosciato (?) nell'ufficio accanto passando attraverso la porta dell'ufficio di Itai. Sperando fosse aperta. [Spoiler: non lo era, la ventata di misticismo arrivata assieme a Sanjuro pochi istanti prima l'avrebbe chiusa.]


    - SANJURO CONSIGLIERE DELLA NEBBIA AL VOSTRO SERVIZIO FANTASMA DI ITAI. -

    Eccolo lì. Il futuro tattico di Kiri.


     
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    Il Consigliere di Kiri


    II

    Quando in campo c'era il misticismo non c'era molto che si poteva fare. Si poteva chinare il capo ed accettare il destino, certi che l'energia mistica avrebbe riequilibrato le sorti del mondo per il meglio.
    Certo che ci voleva un sacco di fede a credere a ciò quando una capra mi piombò nell'ufficio dalla finestra, con in groppa il mio Consigliere nuovo di zecca che con un complicato movimento si fermò e scalciò via il pover'uomo che aveva già subito la mia ira contro la porta.
    Ci furono secondi di silenzio, interrotti solo dal suono del vento che adesso entrava dalla finestra rotta. Un foglio si sollevò, sollevato dall'aria e volteggiò dolcemente fino davanti la capra, che lo azannò, masticandolo. Addio richiesta di autorizzazione per l'incremento dei tre percento del fondo dei veterani della Guerra della Fondazione. Che fine ingloriosa, nello stomaco di una capra.
    Sanjuro Lo salutai, con volto marmoreo. ...Benvenuto.
    Avrei voluto dirgli molte cose. In ordine sparso: non vedi che sono vivo? Perché credi che io sia morto? Ma sopratutto: come diavolo hai fatto a far volare una capra?
    Invece non dissi nulla. Lo salutai, cercando con tutte le mie forze di non sbattere la mano in faccia per la disperazione.
    Vedo che sei... entusiasta. Questo è un... bene arrancavo con le parole, senza sapere bene cosa dire a riguardo. Sanjuro accomo... ah no, sei già seduto sulla capra.
    Sospirai allora, facendomi forza. La tua nomina è stato un errore. Un errore infelice, ma che non posso cancellare a meno che tu non voglia. Ma prima di chiedertelo, credo sia giusto ecco... chiederti. Adesso che sei Consigliere, come intendi svolgere il tuo compito? Chissà, magari nei suoi deliri dentro Sanjuro si nascondeva una saggezza. Magari bastava solo imparare a decifrare le sue stranezze. Con quelle potevo convivere.
    Oppure potevo rimandarlo a Genosha.
    Anche con quello potevo convivere.
     
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