Amministrazione di Kiri[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    Il figliol prodigo


    Capitolo Uno


    Atto II
    La vastità di ciò che è incompreso. †



    Se ne stava sulla sedia di Itai, intento a scofanarsi una ciotola di Ramen, ignaro di quello che gli stava attorno, di quanto fosse successo, intento a pensare alle sue faccende. Varcai la porta accompagnato dal ritmo delle gocce d'acqua che dai miei vestiti cadevano sul pavimento dell'amministrazione. Ehi, Kensei, che si dice? Scusami per averti fatto uscire da casa con questo tempo, immagino che per te sia oltremodo fastidioso... Volevo essere qui questa mattina, ma ho avuto dei contrattempi... Il suo modo di fare era il solito: spensierato, maldestro, fin troppo allegro. Mi limitai ad ascoltare ed osservarlo mangiare e terminare il suo teatrino. Quando congedò i due messi accademici feci pur'io lo stesso, con un breve cenno della testa. Ma dove cavolo è Itai? Avrei voluto parlare e, probabilmente, sfogarmi. Non ne abbi tuttavia il tempo. Akira proseguì a ruota libera, come se stesse parlando da solo, in camera sua, davanti allo specchio. Come se stesse recitando un monologo. Io ero venuto lì sperando che lui potesse darmi informazioni a riguardo. A quanto pare mi sbagliavo. Cambiò argomento poco dopo, quasi come se il ritardo di Itai fosse qualcosa di ammissibile o di normale. Allora, come è andata questa Riunione? Che ne pensi? Nuovamente provai a pronunciarmi ma mi fu difficile proferir parola perché l'Hozuki riprese senza attendere una vera risposta. Stavo iniziando a spazientirmi davvero. Non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa. Si, lo so, siamo messi abbastanza male... Ma non bisogna perdere la speranza, si può fare ancora qualcosa... Si gettò per un istante sui resti di ramen che erano rimasti nella sua ciotola. Ebbi un breve istante per dire una parola ma attendendomi una sua spasmodica ripresa del dialogo mi limitai a commentare la sua ultima osservazione.. Non ne sono più così sicuro, Akira. Non ne sono più così sicuro. E mentre la mia voce scemava leggermente, lo Spadaccino riprese. Lo so, hai tante domande. Ne avevo veramente tantissime e se ne sarebbe reso conto probabilmente di lì a poco. Ma dovevo fare quello che ho fatto. Non sarei potuto rimanere a Kiri, dopo quello che è successo al Gelo... Avevo bisogno di stare da solo. Al resto... C'ha pensato Jotaro... Non è acile riprendere le fila, dopo quello che ho visto... Dopo quello che non sono riuscito ad evitare... Tu non c'eri, tu non puoi comprendere... E solo con la conoscenza, non puoi capire. Non c'è riparo da un terrore così grande... Ma, adesso, sono diverso. Adesso so cosa devo fare. Parlava come un uomo illuminato, come una persona che aveva la verità in tasca. Dal mio canto, dal punto di vista di chi vuole essere nient'altro che giustizia le sue parole erano piacevoli, sembravano quasi dargli una prospettiva escatologica comprensibile ed anche condivisibile. Eppure c'era qualcosa che strideva nella mia testa nel sentire quelle frasi, come il suono di una sega arrugginita che cerca di tagliare un duro pezzo d'acciaio. Un fastidio primordiale che mi rendeva inverosimilmente inquieto. Devo solo rendermi conto se anche te ed Itai sapete cosa dovete fare, prima di iniziare. Non sono stato immobile, in questi giorni dopo la riunione. Ho messo tutti gli ingranaggi al loro posto. Ne manca solo uno, poi il circolo sarà completo, e potrò iniziare. Ed infatti la dissonanza che percepivo stava nel fondo della sua argomentazione: era convinto di sapere quale fosse il mio posto nell'universo e quale fosse la cosa migliore per me. Parole inaccettabili. Strinsi i denti mentre il suo ingenuo volto si piegava in una smorfia di pesantezza dovuta al valore percepito delle sue parole. Ma per farlo, ho bisogno di voi e del vostro appoggio. Devo sapere che Kiri è al sicuro, che Lei è al sicuro... Per poter proteggere tutti. Se così non fosse, non potrei fare nulla di quello che deve essere invece fatto. Presi fiato. I Cremisi, Cantha, il Veterano, Shiro, Ame e gli Assi, Hayate e tutti gli altri... C'è troppo male in questo mondo... Ed io devo sradicarlo. Odiavo il suo fare da uomo dell'ultima ora. Lasciai che si avvicinasse, ricambiando lo sguardo. E per farlo... Non posso restare a Kiri.
    Era passato ormai tanto tempo dall'attacco di Cantha. Non riuscivo più a ricordare niente prima della mia nascita. All'inizio era più facile spiare nella vita passata. L'odio che mi tiene in vita aveva annientato quasi tutto, anche i ricordi dell'Akira Hozuki di un tempo. Eppure, ogni volta che lo sentivo parlare, le mie membra venivano pervase da una sconveniente sensazione di nostalgia. Era come se qualcosa risultasse sempre fuori posto, come due orologi che, un tempo famosi perché sempre in sincrono, adesso non segnavano più la stessa ora. Deglutii l'amara sensazione, scacciandomela di dosso, prima di parlare. Speravo fossi tu a darmi notizie su Itai. Feci subito una breve pausa. E non solo su di lui, in realtà. La mia voce si sarebbe fatta un po' più pesante, così come l'aria nella stanza. Anche Meika manca al villaggio da qualche giorno. Feci dei passi in avanti, schivandolo ed andando verso la finestra che aveva distrutto per, immagino, entrare. Continuai poi, fissando la strada sotto di noi. Il Mizukage e l'Akuma se ne sono andati ormai una settimana fa. Doveva essere una semplice perlustrazione nei territori esterni. Qui, esattamente. Composi un sigillo voltato di spalle e un rotolo comparve nelle mie mani, preannunciato da una breve nuvola. Il braccio sinistro si mosse innaturalmente dietro la schiena, posando la pergamena sul tavolo cosicché Akira la vedesse. Ho mandato più e più squadre a perlustrare la zona, io e Kyofu ci siamo stati di persona, abbiamo setacciato ogni angolo di quelle terre ma ... la pausa fu dolorosa per entrambi. Niente. Di Itai e Meika nessuna traccia. Non si riesce a capire dove siano andati. Mi voltai a quel punto, facendo pochi passi in avanti per poi appoggiarmi al lato della scrivania del Mizukage. La notizia non è ancora stata data a nessun altro villaggio. Non lo sa nessuno. Ho fatto le veci di Itai in questi giorni, non poteva essere altrimenti. Ero la sua Mano Sinistra, lo sai, ho firmato a suo nome, ho parlato a suo nome, ho agito a suo nome. Tu non c'eri. Ultimamente non ci sei mai stato. Mi riavvicinai. Senti questo grande dovere sulle tue spalle ed è ammirevole ma tu sei solo, Akira. Cosa puoi contro tutte queste persone? Non avremmo potuto niente io, te ed Itai messi insieme, forse neppure tutti i soli Kage riuniti. Cosa puoi tu? C'era una vena di disprezzo in quel pronome personale. Io non sono scappato dai miei doveri, li ho attesi tutti, anche quando ormai non c'era più niente da attendere. Ho sempre fatto ciò che andava fatto, nel bene e nel male. Sono sempre stato al mio posto, al fianco delle persone che dovevo difendere, del mio popolo, di coloro che contavano su di me! Sbattei la mano sul tavolo vicino. Dovevo sfogare la rabbia in qualche modo. Tu te ne vai, ti prendi il tuo tempo e poi torni, come per magia, con l'intenzione di farmi la morale - di venirmi a dire che sei qui soltanto per sapere se io so ciò che devo fare? La voce si era piegata in una specie di ringhio. Non lo accetto, Akira Hozuki. Non lo accetto! Mi voltai, sentendo la necessità di distruggere qualcosa. Mi limitai a lanciare una sedia fuori dalla finestra rotta. Lontano, non certo in strada, col rischio di colpire qualcuno. Ansimai. Per la rabbia più che per lo sforzo. Ma voglio ascoltarti. Voglio ascoltare quello che hai da dire, te lo devo. In segno della nostra amicizia, in segno di rispetto, anche se m'è parso che tu, di me e della mia persona, non abbia avuto un granché di rispetto. Feci l'ennesima breve pausa, spostandomi dietro la sedia del Mizukage e poggiando entrambe le mani sul suo schienale. Se il tuo non poter restare a Kiri significa che non potrai più essere legato a questo Villaggio ... devo chiederti di lasciare qui tutto ciò che esso ti ha donato per difenderlo.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Una Nuova Vetta


    III


    L'animo pesante di Kensei si destò dalle sue membra, permeando l'aria dell'intera stanza e divenendo mano a mano che parlavo, con il tempo, sempre più cupo.
    Lo conoscevo bene, lo conoscevo da quando era Keiji Kagome e, sebbene per me fosse sempre la stessa persona, avevo acconsentito anche a chiamarlo con un altro nome dopo quello che aveva perso durante la riunione di Kiri. E nessuno poteva non ammettere che qualcosa in lui si era spezzato quel giorno, mentre qualcos'altro era nato in lui e con lui.
    Aveva sempre detestato il mio modo di essere, il mio fare sempre sornione e spensierato, probabilmente all'esatto opposto della sua persona, ma da quando era Kensei, tutto quello si era addirittura amplificato. Ma, malgrado tutto quello, sapevo che Kensei, per qualche ragione, forse anche innaturale, più spontanea e vera che ragionata, mi teneva in considerazione, anche più di Itai se non fosse stato per il grado che rivestiva.
    E di quello gliene ero grato, come il Yin lo era con lo Yang.
    Fu però in quel momento che sentii quello che non avrei mai voluto sentire.
    Su una piccola mappa del continente, in una zona limitata da un cerchio rosso, al confine tra la Nuvola, il Gelo e il Paese delle Sorgenti Termali, Itai e Meika erano spariti. Mpf... Guardai quasi attonito la mappa dinanzi a me.
    E' la zona dove dovrebbe trovarsi il tempio dedicato a Jashin che è stato tirato in ballo durante la Riunione... Perché... Perché Itai... Mi sedetti, quasi sprofondando, nella sedia.
    E Lei era con lui. Lei. Lei che doveva rimanere a Kiri. Lei che doveva rimanere al sicuro. Lei che... Che avevo abbandonato.
    Sbattei il pugno destro sul tavolo, per sfogare la mia rabbia, e questo per poco non si accartocciò su se stesso.
    Respirai, quasi affannato, per qualche secondo, finché non riuscii a calmarmi, chiudendo gli occhi e rialzandomi dalla sedia. Quella sarebbe stata, più o meno, la mia prossima destinazione... Cercherò di ritrovarli io... Avevo abbandonato tutto per fare quello che sentivo di dover fare.
    E il mondo aveva abbandonato me a sua volta.
    Hai fatto la cosa giusta... Non è ancora il momento, ma presto lo saprà, non possiamo fare il contrario. E non si può tenere nascosta la cosa ancora a lungo. Feci una breve pausa, ascoltando le parole del Kenkichi. Lo so anche io che non ci sono stato, Kensei, e non credere che per me sia stato semplice. Non lo è stato, non lo è, e non lo sarà mai. Ma tu non hai visto quello che ho visto io. Il cielo che sputava fuoco. Le mie parole di prima non erano una morale, non sono nella posizione di farla a nessuno, benché minimo a te. E se ho fatto quello che ho fatto, se sono stato via tutto questo tempo, e se starò ancora via, non è perché scappo dai miei doveri. Affrontai lo sguardo di Kensei e la sua furia cupa. Se ho fatto quello che ho fatto non è stato per mancare di rispetto a te, ad Itai o ad... Mi interruppi, non terminando la frase. E sono a conoscenza di avere dei doveri. Sono a conoscenza dell'importanza delle lame che impugno. Forse ti sei dimenticato che molti dei tesori di Kiri, quelli vecchi e quelli nuovo, sono di nuovo alla Nebbia grazie a me... Senti te che ristrettezza di discorsi! Sbracciai, stizzito. Sei uguale a tutte le persone che disprezzi! Non riesci ad avere una visione più grande?! Non c'è solo il nostro popolo, non c'è solo il nostro villaggio, i tuoi doveri non si dovrebbero esaurire entro le mura della Nebbia! Appartenere ad un villaggio piuttosto che ad un altro ti dovrebbe rendere migliore?! Tu parli e ti comporti come tutti quelli che erano presenti alla riunione! Non sei diverso da loro, finché non capirai che c'è di più per cui lottare! Le parole erano aumentate di volta in volta di volume, e solo al termine di quella frase mi ero accorto che stavo praticamente urlando.
    Rialzai i palmi delle mani dal tavolo, calmandomi e tornando a parlare con un tono di voce più sommesso. Era a questo a cui mi riferivo prima, non era una morale, era un invito. Un invito a provare ad essere diverso... Finché noi tutti, finché tutti i villaggi dell'Accademia non lo faranno... I Cremisi, Cantha, o chiunque altro... La avranno sempre vinta. Presi fiato. Non so cosa tu stia pensando, non so se tu possa aver compreso quello che sto dicendo... Io non voglio tradire Kiri, non è questa la mia intenzione, non lo sarà mai. Ma per fare ciò di cui ti sto parlando, non posso essere più né il capo delle squadre speciali, né posso rimanere qui a sostituire Itai... Mi avvicinai a Kensei. So di non essere più forte del Veterano o di Shiro... Ma sono un ninja differente da quello che conoscevi... So di poter fare qualcosa in più... Per Kiri, per i villaggi, per tutte le persone che meritano di vivere una vita serena, lontana dalla guerra e dal dolore... E se per farlo, dovessi sacrificare la mia esistenza, donare la mia vita e la mia persona per questo scopo... Allora la mia scelta è già presa... Ma per farlo, devo essere in una posizione più alta... Sorrisi leggermente, e Kensei avrebbe visto una luce nei miei occhi.
    Credevo realmente nelle parole che stavo pronunciando. E questa parte di me, non sarebbe mai cambiata.
    Non lo hai ancora capito, Kensei? Io mi vado a prendere l'Accademia.

     
    .
  3.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    L'Intesa


    Capitolo Due


    Atto III
    Modus operandi †



    Avevo sentito anche io del tempo Jashin alla riunione, eppure potevo giurare di non aver trovato niente di simile durante le mie perlustrazioni. Nel vedere Akira sconfortato e abbattuto sprofondare nella sedia un sussulto ormai del tutto innaturale per il mio corpo salì dal ventre fino alla gola: era empatia. Non provavo una angoscia di quel tipo da lungo tempo. Durò tuttavia un solo istante prima che il nulla che m'abitava non la inghiottisse, sgretolandola nella abituale sensazione di vuoto che mi avvolgeva. Avrei voluto dire che mi dispiaceva: ma il mio corpo non collaborava. Sentivo quel pensiero come qualcosa di lontano in me, presente, ma schiacciato dall'enormità e dalla pesantezza di tutto il resto. Era un dolore che riconoscevo il suo ma che, se non per l'istante fugace appena detto, non riuscivo a sentire. Tacqui dunque, mentre il giovane continuava a giustificarsi alle mie parole. Io non metto in dubbio niente di quanto tu possa starmi dicendo. Dissi, con tono stranamente pacato. Ma ciò non può e non deve giustificarti, e lo sai. Le tue intenzioni sono cose distinte dalle tue azioni. Anche il bene intenzionale, spesso, si risolve in maldestre cause di dolore. Il fatto che tu te ne sia andato ne è un esempio: qualsiasi cosa tu abbia voluto fare, per giusta che fosse, ha addossato pericoli, responsabilità e doveri tuoi e soltanto tuoi ad altre persone. Lo osservai poi mentre si innervosiva dopo che gli avessi intimato di lasciare qui le sue armi. Avrei voluto togliermi l'elmo per iniziare a ridergli in faccia. Hai ragione: Kiri ti deve molto per ciò che hai fatto con le spade. Ma il fatto che tu abbia collaborato a ritrovarle non le rende tue. Continuano ad essere del villaggio, che la cosa ti piaccia o meno ed è bene che inizi a considerare quelle armi come in prestito e non come dovute perché nella vita niente è dovuto. Niente. Mi spostai dalla sedia, iniziando a girovagare per la stanza. Quello che dici ti fa onore. Vuoi essere il paladino di tutti i bisognosi, di tutte le persone in pericolo. Mi dai del miope perché mi preoccupo solo del mio villaggio. Ti dimentichi forse che io non sono neanche originario di queste terre, probabilmente. Il tono della voce si alleggerì, come se stessi parlando sorridendo. I miei genitori erano originari della Cascata ed è lì che io nacqui, anzi, che il Keiji Kagome nacque. Sono cittadino del mondo tanto quanto cittadino di Kiri ma il mondo non avrà mai, per me, la precedenza sulle persone che amo, sulle terre che vivo, sulla gente che ogni giorno saluto e che ogni giorni vive con me in questo luogo. Ciòo non significa che io non riconosca il loro diritto ad essere felici, ad essere sicuri, ad essere liberi. Il punto è che io sono uno, piccolo, e, per quanto posso, devo badare al mio villaggio. Mi fermai nuovamente dietro alla scrivania, tornando ad ascoltarlo. Non c'era dubbio che le sue parole fossero per lo meno interessanti, che i suoi intenti non fossero per lo meno ammirevoli. Ma sembrava parlare di ... di niente. Fui il primo alla riunione a indicare quello che lui stesso stava indicando, cioè la necessità di essere uniti, di agire collettiva dei villaggi, di meno egoismo; ma non capivo ciò che volesse fare esattamente Akira. Si avvicinò, poi, quasi con fare di sfida. Non lo hai ancora capito, Kensei? Io mi vado a prendere l'Accademia.
    Fu strano; fu molto strano, sul momento, realizzare che in fin dei conti ... la pensavamo alla stessa maniera. Era evidente, però, e ne ero certo, che avremmo avuto visioni diverse su come ottenere ciò che volevamo. Ci fu un evidente, lungo, attimo di silenzio. Abbassai persino il capo. Sciolsi poi le membra, appoggiando le braccia sulla scrivania. La tensione nella stanza stava smorzandosi un po'. Non ero più ostile come volevo dimostrarmi inizialmente. Sembrava che avessimo trovato il punto vitale di ogni nostro battibecco. Per questo ho appena detto che fu strano realizzare che la pensavamo alla stessa maniera. Akira aveva ragione: era una questione di ruoli. Io e l'Hozuki, da un certo punto di vista, eravamo, insieme, l'essenza stessa di Kiri. L'ospitalità marittima, l'allegria del mercato del pesce, la bellezza della costiera illuminata dai raggi del sole al mattino ma anche l'odore di morte che proviene dal mare dopo le notti di pesca, il freddo della notte nei tortuosi vicoli del porto, l'imperscrutabilità tetra ed agghiacciante della spessa nebbia. Insieme funzionavamo meglio che separati, per quanto inconciliabilmente opposti. C'era qualcosa dell'uno nell'altro. Yin e Yang.
    Sospirai prima di riprendere a parlare. Un sospiro di quasi sollievo nell'eterno dolore delle mie membra. Io sogno un'accademia unita sotto un'unico vessillo. Qualcosa di più grande di un accordo tra popoli. Qualcosa di più importante, sicuro e utile di un misero contratto commerciale e di pace! Sogno un'Accademia con una identità. Sogno qualcosa a cui io possa rivolgermi, non ad un invisibile consiglio di Kage. Una breve pausa mentre rialzavo lo sguardo. Capisci cosa intendo, vero? Aspettai qualche cenno dall'Hozuki. L'Accademia deve essere un vero organo al di sopra dei Villaggi. Deve avere un volto, un nome. L'aria si sarebbe rifatta pesante. L'Hozuki l'avrebbe potuto sentire distintamente. Cos'è adesso l'Accademia? Un tavolo traballante senza una gamba. Il riferimento ad Itai era evidente.
    Una gamba è rotta, invece, e punta in direzione opposta agli altri oppure in una direzione diversa. Non che il risultato cambi. Mi riferisco ad Oto. Né lo Yakushi né il Mikawa sembrano perone interessate a mantenere la pace. Chi per puro, ignorante, disinteresse, chi per privati interessi.
    Benché disprezzassi quel tipo di atteggiamento, non lo condannavo. Oto poteva rimanere una forza neutrale anche nel nuovo concetto di accademia che stavo suggerendo ad Akira. E questo non sarebbe stato un problema finché il Suono non avesse provato ad ostacolarla direttamente. Un'altra gamba è di fattura diversa. Ha un legno più spesso, estremamente decorato e sfarzoso. Non che questo incida sulla sua solidità o trasmetta informazioni sulla sua ricchezza. Sto parlando della Foglia. Il disprezzo nelle mie parole era tantissimo, specialmente dopo ciò che era accaduto a mio figlio. L'Hokage è un uomo vanitoso, superbo e quindi egoista. Cosa possiamo aspettarci da lui? Dov'era quando i villaggi avevano bisogno del suo intervento? Dov'era quando i suoi ninja avevano bisogno di lui? Un ringhio uscì dalla mia bocca, più simile ad un lamento draconico - e Akira se ne sarebbe accorto, se fosse riuscito a collegare quel suono con la rossa dragonessa di Itai - che ad un afflato umano. Credo che sia lui, il maggior problema sul tuo o nostro cammino. Non voglio negartelo. Non cambierà mai, per quel poco che ho avuto modo di conoscerlo. E sarà necessaria un'azione decisa per recidere le piante malate da questo nostro nuovo idillico progetto di giardino, se vuoi la mia opinione. Avevo appena detto qualcosa di estremamente grave. Non so come l'avrebbe presa l'Hozuki. Non ho niente da dire, invece su Suna. Ho un rapporto privilegiato con Hoshikuzu mi riferivo a tutti i gadget che ero in grado di ordinargli ed nutro una grande stima per il giovane Jonin manipolatore d'argilla. Anche con lui ho una sorta di rapporto privilegiato... Dopotutto avevamo un grande nemico in comune.
    Qual è il tuo piano, Akira? Cosa hai in mente. Sono tutto orecchi.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu

    Yakusoku

     
    .
  4.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Una Nuova Vetta


    IV


    Fu sconvolgente, così come avevo immaginato.
    Un lampo a ciel sereno, che scacciò via nuvole e tempesta, nebbia e pioggia.
    La mia rivelazione rese Kensei mansueto, come se tutto quello che stesse dicendo o pensando avesse perso di significato dinanzi alle mie criptiche parole.
    L'Accademia, era quello il mio obiettivo, e sapevo come riuscire a trovare a il giusto grimaldello per accedere alla sua vetta.
    Kiri non mi deve niente. E così sarà sempre. E hai frainteso nuovamente le mie parole. Non mi disturbavano le tue vacue parole sulle mie spade, mi affliggevano invece i tuoi microscopici pensieri e ristrettezza di vedute. Io ti parlavo di come ero intenzionato a fermare molte delle minacce del continente, e tu invece di... Spade... Parlai, deluso, nuovamente. Io non dimentico, Kensei. Non l'ho mai fatto, sebbene il mio comportamento, a volte, potesse suggerire il contrario. E si, sei miope se vedi solo questo. E ti sei talmente abituato a questa miopia, a questa defezione, a questa piccolezza... Che hai perso di vista quanto può esserci di più grande nella vita di un uomo. Il fatto che tu sia uno, piccolo, e, come tutti, limitato nelle possibilità, ciò non dovrebbe negarti di vedere ciò a cui aspiro io. Fui duro, probabilmente, ma era essenziale che lui capisse.
    E so che quel che c'è adesso non basta. E non parlo di te, o di me. Non siamo noi due i termini di paragone. Questa Accademia non basta alle genti di tutti i villaggi.
    Ascoltai poi la prolissa metafora del Kenkichi, condividendo, per la gran parte, i pensieri di Kensei.
    Itai era scomparso.
    Diogene Mikawa era un despota e tiranno, forse pericoloso come e quanto uno dei grandi gruppi criminali.
    Il Kakita di Suna era giovane, e, per quanto di mia conoscenza, non aveva particolari controindicazioni.
    Raizen, invece, mi era apparso come mi era stato descritto, e, per quanto eccedente, probabilmente, nella realtà dei fatti, le parole di Kensei erano veritiere. Vanesio ed egoista.
    Non sarei così duro a prescindere, Kensei. Io vedo ancora speranza. Ed è questa speranza che mi sprona ad andare avanti. Mi sedetti nuovamente, con calma e compostezza, al tavolo del Mizukage. Il tavolo dei villaggi è traballante, è vero, ma regge ancora. Suna, anche secondo te, ha una gamba solida. Oto, per quanto problematica, si riunirà se vedrà la minaccia dei Cremisi pararsi dinanzi alle sue mura. E il Mikawa sarà un problema dello Yakushi, o altrimenti sarà Oto ad essere un problema per tutti noi. Konoha... E' una gamba che sta in piedi, per quanto non condivida la stima o la simpatia che aveva Itai per Raizen Ikigami. Condivido le tue parole, ma non lo considero minimamente un problema. Non me ne ha mai dato adito, perlomeno. E di problemi ne abbiamo già tanti fuori dal tavolo. Se una gamba sarà ballerina, verrà sistemata con la forza. Guardai Kensei lì dove, dietro la maschera, ardevano i suoi occhi neri. Non sono stato fermo queste settimane, Kensei. Ho avuto tempo per meditare, e visto che alla riunione nel Ferro non sono riusciti a farlo, ho dato io una priorità ai nostri avversari.
    Presi una penna, ed incominciai a segnare con ampi cerchi diverse zone sulla mappa del continente. I Cremisi controllano Iwa, Taki e Kumo. Sono loro il problema maggiore. Non perché creda il Veterano nettamente più spaventoso di Shiro... Ma perché sono accanto a noi. Cantha si trova a due settimane di viaggio. Dirigerci lì, con i Cremisi alle porte, significherebbe tornare, anche da vincitori sull'Impero di Giada, come sconfitti... Dato che i Cremisi ne approfitterebbero per mettere a ferro e fuoco tutto il continente. Ora come ora, una campagna bellica a Cantha è completamente da escludere. Fui tassativo, per quanto il mio cuore bruciava ancora di odio verso il leader di Cantha. La guerra con i Cremisi divamperà presto, ma prima di questo... Il mio piano dovrà essere già in una fase avanzata. Il primo passo non saranno loro...
    Le mie dita segnarono con una X un Villaggio in particolare.
    Il luogo dove tutti i topi di fogna del continente potevano trovare un luogo da chiamare, nella loro dispotica visione, casa. Ame sarà la prima a cadere. Il Villaggio della Pioggia, nel cuore stesso del continente ninja. La Pioggia è dominata da un folle che si fa chiamare Joker, ed è stato lui a risvegliare il mostro che ha causato la follia al Gelo... Sotto di lui, ci sono i 4 Assi. L'asso di Cuori si chiama Tensai-ji, ex principessa del Gelo, e posso garantire che è un vero e proprio mostro. Gli Assi di Quadri e dei Fiori sono sconosciuti ma... L'Asso di Picche è il nostro amico Feng-gu, Ru Wai, e mille altri nomi che forse conosci, forse no. Il Mercenario Kaguya. Sono stato a parlare con lui, e abbiamo raggiunto un raccordo... Anche se non è stato facile discutere con lui... Gli eventi nella taverna dei Batuman erano accaduti solo pochi giorni prima. Lui sarà la carta che mi farà accedere ad Ame, e che mi aiuterà a prendermi la testa del Joker. Le mie mani, incrociate, rifletterono il tono deciso dalla mia voce. Il Kaguya siederà sulla torre più alta di Ame, e io porterò la testa del Joker e di Tensai-ji ai leader dei Quattro Grandi Paesi... Allora chiederò a loro di darmi l'incarico e il potere di farmi ascoltare dai capi villaggio. Non potranno rifiutare. E io non potrò fallire. Quello che era davanti a Kensei era un uomo diverso dal ninja che conosceva da anni.
    Tutti i miei successi, e ancor più, tutte le mie sconfitte, mi avevano condotto fin là, ad essere non quello che volevo, ma quello che dovevo.
    Mi alzai, avvicinandomi a Kensei, al quale offrii la penna del Mizukage. E, quando sarò lì, avrò bisogno di te. Ma, adesso... Come le gambe della scrivania a cui facevi riferimento te, a Kiri serve stabilità e saldezza. Se non c'è Itai, Kiri ha bisogno di te.

     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    L'Intesa


    Capitolo Due


    Atto IV
    L'Ascesa



    Un fischio lungo, imperterrito, irruento irruppe nelle mie orecchie al terminare delle parole di Akira. La testa si fece leggera, gli occhi smisero di vedere con chiarezza qualche istante.
    Nel nostro gioco di intenzioni e di spigolosità, entrambi avevamo portato avanti dei punti fondamentali spesso l'uno non compreso dall'altro. Lui parlava di universalità sognante, io di pragmatiche tappe intermedie. Nonostante lui comprendesse benissimo la necessità di ciò che gli suggerivo, continuava a indicare il dito mentre io volevo solo mostrargli la luna. Ero il primo a riempire la mia bocca di massime universali: l'onore, la giustizia, il sapere erano il mio pane quotidiano da ormai una vita. Per quanto fossi davvero l'incarnazione dei concetti, anche io avevo dei limiti dovuti al buonsenso. Tutto ciò che non mi aveva permesso di comprendere le parole dell'Hozuki fino a quel momento nonostante fossimo sulla stessa lunghezza d'onda.
    I miei dubbi sull'attuazione del suo piano, per lo meno all'interno della già esistente accademia, si videro concretizzati nelle sue parole di risposta: dopotutto era lui lo yang tra i due, era normali che, per la maggior parte del tempo, fosse lui quello morigerato. Per me invece, dopo ciò che era successo a Sho, dopo ciò che avevo visto alla riunione, una azione decisa era più che necessaria. Solo il tempo avrebbe dato ragione ad uno o all'altro.
    Quando poi parlò di Cantha il mio animo si infuriò al punto che sentivo il rumore delle fiamme nere dell'Odio nelle mie orecchie quasi più forti delle sue parole. Ma Akira aveva ragione e lo sapevo. Benché alla riunione avessi fatto la voce grossa, mi fossi inalberato per la libertà di parole e d'azione concessa alla Uchiha, comprendevo come non potevamo lasciare - per il momento e solo per il momento - il Villaggio. Cantha avrebbe visto la mia furia, Sho sarebbe stato vendicato, i caduti a Kiri avrebbero riposato in pace; ma se volevo non essere un semplice altro cadavere sulla scia di Shiro, dovevo essere qualcosa di più. E lo sarei stato.
    Rimasi un attimo colpito da ciò che Akira disse su Feng Gu, il Fabbro dell'Armatura da Inquisitore, il Mercenario delle Fenici, ormai mio eterno compagno in più di una questione: I Kyuketsu Komori, Jeral, la nascita stessa della mia persona e del mio simbolo. Tra minacce e promesse, il legame con quell'uomo, per lo meno professionale, era secondo solo a quello del mio attuale interlocutore. Mi incupii non poco. Le parole di Akira, però, facevano trasparire come il Mercenario fosse "dalla parte nostra", se così si può dire. Credo che fosse dalla parte dei suoi interessi, in realtà, ma finché essi coincidevano coi nostri - similmente a quanto accadeva con Oto - il problema non si poneva. Avrei voluto scambiare con lui qualche parola. E lo avrei fatto di lì a qualche giorno.
    Il piano di Akira, a quel punto, prese una piega decisamente meno teorica e più diretta - nonché coincisa: smantellata Ame, posto un fantoccio al suo comando, avere un biglietto privilegiato d'ingresso nelle regge dei Daimyio così da non poter non essere ascoltato. Per quanto volesse dirne, questo era un piano decisamente più attuabile del suo precedente "darò la vita per i più deboli se necessario" che voleva dire tutto e niente. Ed era questo ciò cui mi riferivo io: essere uno davanti a mille, essere piccolo davanti a degli enormi significava questo; doversi adoperare in qualche modo per rendere reale ciò che si vuole. C'era un motivo se mi definivo odio incarnato e giustizia perfetta: perché ero tangibile e chiunque avesse subito la mia ira o la scure dell'imperitura rettitudine lo avrebbe fatto realmente ma percependo qualcosa di più grande, di ultraterreno, di metafisico. Lui voleva essere il sinolo di sicurezza e pace e ciò era da ammirare: ma non bastano le belle parole. Finalmente avevo sentito i suoi fatti. Ma, come avevo detto all'inizio, non era l'unica cosa che avevo sentito e mi aveva creato disagio misto a orgoglio.
    Mi scossi dopo quel lungo istante di rimuginio di pensieri e incredulità, di rimembranza e decisione.
    Presi la penna del Mizukage. Fissai Akira negli occhi.
    Sì. Un attimo di silenzio mi interruppe. Per la Pace ... allungai la destra verso Akira. e per la Giustizia nei villaggi. Misi la penna nella tasca vicino al petto della mia armatura. Per Kiri. Per le persone che non ci sono più. Per Itai. Per Meika. La presa sulla sua mano si sarebbe affievolita fino a lasciarla. Grazie Akira. Avrei detto, prima di allontanarmi dalla scrivania, dandogli le spalle. Metterò Kiri nella condizione di essere il baluardo Accademico fino al momento in cui non riusciremo a creare qualcosa di diverso altrove. Portai la mano al mento, sotto l'elmo. Potremmo adibire qualche vecchio edificio per questa funzione. Lo rivaluteremo poi più avanti. Potremmo intanto contattare Suna a questo proposito. Ero un fiume in piena d'idee e le avrei riversate in modo forse sconclusionato su Akira ma, alla fine, era quello il senso di confrontarsi. Sai come contattare il Mercenario? Non è passato molto tempo dalla nostra ultima avventura insieme ma non ci siamo certo lasciati con l'invito di un ramen insieme. Feci spallucce, girandomi. Ad Ame dovremmo andarci con un gruppo sicuro e fidato. Se gli assi sono tre - escludendo Feng, più il Joker, potrebbe essere interessante provare a gestire un'unico altro ninja di alto grado. Sorrisi, facendo due passi in avanti con le braccia dietro la schiena. Una squadra d'élite: una missione a metà tra l'infiltrazione e la conquista. Un pugno di ferro. Alzai il braccio sinistro in avanti. Feci poi una breve pausa. Il pensiero si spostò al fatto che dovessi assentarmi dal villaggio. Kiri, d'altro canto, ha bisogno di rinnovamento. So che parlare di nuove difese e gerarchie di villaggio ora che stiamo discutendo di pace globale può sembrare ossimorico ma va fatto il necessario. Lo sguardo si spostò nuovamente sul giovane. Voglio rifondare le due squadre speciali di Kiri. La Mano Nera e la Mano Bianca. Ho bisogno di un consigliere. Lo sguardo si abbassò mesto. Per quanto il vecchio Sciamano fosse completamente pazzo, gli devo la vita e non avere più sue notizie mi logora il cuore. Erano parole sincere. Riuscirai a mantenere i tuoi incarichi qui a Kiri? Cosa ne sarà della testa delle Squadre Speciali? Quesiti pendenti che mi vedevano già pronto ad avanzare delle soluzione ma che per il momento avrei taciuto fino alla ricevuta risposta. Un'altra cosa che ho a cuore e che avrei sempre voluto portare avanti è la ricerca delle Vecchie Sette. Grazie a te Kiri è tornata a possederne due; la Tagliateste è una mia personale questione legata a doppio filo col mio clan, i Kenkichi. Delle altre quattro, però, non ho informazioni. Magari riesco a trovare qualcosa tra i fogli di Itai. Scossi la testa, spostandomi nuovamente. Voglio dare un segnale di sicurezza, di fermezzza, di autorità e giustizia ai nostri concittadini. Sono stati anni difficili questi ultimi: se lo meritano. Niente scuote il cuore degli shinobi, delle kunoichi e dei paesani della Nebbia più delle Sette Spade leggendarie. Voglio che sia un messaggio di speranza. Voglio che sia il prologo per la più grande delle speranze: la pace. Mi avvicinai nuovamente ad Akira. La Pace che costruiremo insieme. Sorrisi per un istante sotto l'elmo. Adesso sta a te: quali sono le tue intenzioni? Cosa farei adesso?



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Una Nuova Vetta


    V


    Le mie parole colpirono Kensei lì dove anche l'oscura copertura metallica che indossava non proteggere.
    Raccolse debolmente la penna dalla mia mano, per poi cingerla completamente e lasciarla solo qualche istante dopo, quando fu pronto a rispondermi, allontanandosi contestualmente dalla scrivania.
    Quella che era la mia proposta era stata chiara, ma aveva rinsaldato il cuore del Kenkichi, rincuorandolo e facendogli finalmente comprendere il significato delle mie gesta, delle mie azioni e dei miei intenti.
    Ero felice e lieto di saperlo, ma quella sensazione si accompagnava ad una mia certezza che si vedeva realizzata... Kiri andava protetta, affinché io potessi fare quel che dovevo fare.
    Mi tratteni quasi dal ridere sulle prime elucubrazioni mentali del ninja. Sono contento di questo tuo ritrovato entusiasmo, ma non esagerare adesso! Esclamai, divertito. Il Mercenario si, so come contattarlo, ma non dovremo avere altri contatti fino al giorno in cui ci recheremo ad Ame. Il Joker e le sue abilità, nonché taluni suoi artefatti, permettono di ricercare informazioni su tutta Ame... Non possiamo permetterci che il nostro piano venga influenzato da fughe di informazioni. Incrociai le braccia. Si, se vuoi ti lascio il compito di trovare un altro membro. Decidi pure te, ma raccomando discrezione. Non voglio che questa mia notizia si sparga per gli altri villaggi... E questa non dovrà essere una missione accademica. Quando avremo finito, non ci dovranno essere collegamenti tra questo colpo di coda nel Paese della Pioggia e i villaggi ninja. Se non fosse così, mineremo la stabilità di quella fogna a cielo aperto... E il mio piano si basa proprio su questo, mantenere quel caos, ordinato. In un ordine a noi confacente. A Kensei sarebbe stato chiaro anche quello. Concordo con te. Rinnova le squadre speciali... Le difese, il funzionamento, fai quello che ritieni più opportuno. E, per quello che riguarda me... Guardai in viso Kensei. Dopo tutto quello che ho detto, come potrei mantenere il mio ruolo qui? Non sarebbe coerente, io non lo sarei con me stesso. Non posso. Le parole erano estremamente chiare. Per le vecchie Sette... Non ho informazioni, altrimenti te le avrei già dette. Dicerie di corridoio, vogliono la Tagliateste nelle mani di Hayate Tamasizu... Ma, per l'appunto, sono dicerie. E quel folle, se è veramente chi dice di essere, per il momento è irraggiungibile... Ma verrà il momento anche per lui e la sua folle setta. Mi avvicinai alla finestra, guardando il cielo oscuro.
    Aveva smesso di piovere, forse un monito. Un buon auspicio.
    Devo vedere ancora una persona... Prima di dirigerci ad Ame. Tu trova questo ninja di tua fiducia che possa accompagnarci in questa impresa... E che sia pronto a mettere in gioco la sua vita. La segretezza è fondamentale per noi. Se gli diamo la possibilità di organizzarsi, avremo già fallito. E probabilmente moriremo lì, in quel caso. Il punto di incontro sarà il crocevia tra il Paese dell'Erba, del Fuoco e della Pioggia. Ti comunicherò a tempo debito il giorno scelto... Fino a quel giorno, sarò qui vicino, nel Paese delle Sorgenti Termali. Terrò d'occhio la zona del culto di Jashin, e la persona che devo incontrare è proprio lì... Avrei preso un piccolo sospiro. Un leggero sorriso sul volto. Allora, soddisfatto?

     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    L'Intesa


    Capitolo Due


    Atto V
    Piani sul breve termine †



    Ci eravamo riusciti. Avevamo trovato un punto d'incontro, una scia da seguire: riuscivamo l'uno a raggiungere l'emarginato yin o yang dell'altro. Un'armonia che difficilmente si vedeva nel mondo ninja, una collaborazione di intenti tra opposto riscontrabile con non poche problematiche ai tempi coevi: kagecidi con le spade in mano, perfetti diplomatici con la penna. Bene, non contatterò il mercenario. Tratterrò le mie curiosità per quando andremo alla pioggia. Quando mi fu chiesto di trovare un altro membro i miei pensieri furono tendenzialmente due: Oda Saitama e il Jonin con la maschera da Tigre che aveva detto essere mio figlio. In primo luogo perché se la notizia si fosse rivelata falsa non avrei esitato ad amputargli tutti gli arti ed ad usarlo come stendardo per un futuro assedio a Cantha, in secondo luogo perché ... bhè, poteva essere Sho. Pensai, in realtà, anche al Jonin della Sabbia, Hohenheim. Ti ringrazio della fiducia. Vedrò di non tradirla. Dissi, tenendomi per me ogni possibile candidato.
    Fui poi felice di sentire che Akira appoggiava i miei piani di rinnovamento per Kiri. Non avrei tardato a mettere in moto le risorse del Paese. Per quanto riguarda le Squadre Speciali ed il Team Medico, avevo in mente almeno due cose. Forse l'immediato giorno seguente avrei fatto assemblare un paio di squadre per dare inizio a qualche interessante operazione.
    Avevo sentito anche io del Tamasizu. Dissi, quando sentii nominare la tagliateste. E credo che la questione sia a dir poco inaccettabile. Ma diamo il tempo al tempo. Le vicende dell'Abete sono ancora fresche, dopotutto. Avevo combattuto fianco a fianco con il Coraggio di Hayate. Magari quegli eventi avrebbero potuto giovarmi in qualche modo in questa ricerca. Vedi pure chi devi, Akira. Io sarò qui. Attendo tue notizie. Portai la mano nell'interno della giacca. Ma prima che tu vada vorrei darti questo. La mano di carne si allungò mostrando una piccola ampolla rossa. Se ti dovessi ridurre ad inseguire qualcuno di ferito e sanguinante bere una goccia di questo sangue ti darà un incredibile vantaggio. È opera mia. Feci un cenno perché lo prendesse. C'è lo scoglio iniziale del disgusto ma soltanto nel sangue alcuni segreti possono essere svelati. [Note.] Il Filatterio contiene il sangue di Kensei sul quale è stata usata "Arte della Conoscenza Scarlatta" che cito qui sotto dalla competenza sui Filatteri bugiardi.

    Arte della Conoscenza Scarlatta
    Arte: L'utilizzatore è in grado di far apprendere temporaneamente la competenza "Arte dei Filatteri" ad un ninja previa ingerimento di una goccia di sangue proveniente da un filatterio contenente il sangue dell'utilizzatore. I filatteri creati dal ninja che impara "Arte dei Filatteri" in questo modo sono leggibili anche dall'utilizzatore e viceversa. (¼ Basso per round di acquisizione)
    [Da genin in su]
    Presi la penna del Mizukage in mano ed iniziai ad osservarla. Ci stiamo prendendo una grande responsabilità. Dissi, mentre ruotavo l'oggetto tra le dita. Sono contento che sia tu ad averlo fatto con me. Continuai. Grazie di tutto, Akira. avrei detto, terminando, salvo essere nuovamente interpellato, ciò che avevo da dire.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Una Nuova Vetta


    VI


    Sorrisi, ascoltando le parole di Kensei.
    Ero riuscito a raggiungere l'obiettivo che mi ero posto. Adesso ero libero di poter procedere.
    Mi alzai dalla sedia, mentre il Kenkichi terminava il suo discorso. Lo avevo convinto a non contattare il Kaguya, c'era troppo da rischiare. Fu però la fiducia che avevo posto in lui sulla scelta dell'ultimo membro della squadra che avrebbe attaccato la testa di Ame a donargli maggior convinzione.
    Sapevo di non poter fare tutto da solo, benché dicessi il contrario. Per quanto forte potessi essere, o diventare, ero solo.
    Con la fiducia nelle persone verso cui provavo stima ed affetto, invece, potevo raggiungere la vetta che mai nessun ninja aveva raggiunto.
    E la mia vetta era chiara. Lontana da me, ma finalmente potevo vederla.
    Sono sicuro che non la tradirai, Kensei. Ho fiducia in te. Poggiai entrambi le mie mani sulle sue spalle.
    Carne e acciaio.
    Anche quello poteva essere Yin e Yang.
    Strinsi saldamente, e poi le lasciai, prendendo dalle mani dello spadaccino quella strana ampolla. Uhm? Dovrei bere... Il tuo sangue? Brr... Una faccia schifata apparve sul mio volto. Beh... Non so che dire... Grazie...? Era quasi una domanda, mentre riponevo il flacone in uno dei miei due rotoli di richiamo.
    Mi avvicinai alla finestra, salendo con un piede su di essa e abbandonando una delle due gambe al vuoto.
    Il mio mantello volteggiò nell'aria, sospinto dal vento, mentre le mie mani tenevano saldamente la parete interna dell'ufficio di Itai. Un'ultima cosa: tiene per te il fatto che io sia venuto qui, stasera... Ci vedremo presto Kensei, prima di quanto tu possa pensare. Nel frattempo, rinsalda Kiri. Che lo spirito della Nebbia non si disperda nel fragore del mondo. Sii saldo anche per me. Sospirai, sorridendo. Vedrai, ce la faremo. E' una promessa.
    E con quelle ultime parole, mi lasciai cadere, rasente alla struttura, salvo poi aiutarmi con il chakra adesivo per la discesa.
    La mia era non solo una speranza, ma una vera e propria certezza.

    Avrei raggiunto la nuova Vetta.

    Ma, prima di raggiungerla, c'era una persona ancora da incontrare... E un Inferno, da attraversare.
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    Juudaime


    Epilogo


    Atto VI
    Chi ha tempo non aspetti tempo †



    Così come era arrivato se ne andò. Fugace, rapido, evasivo.
    Mi guardai intorno tra il buio della notte e lo strato di polvere che ormai giaceva su un po' tutte le cose. C'è del lavoro da fare. Dissi a bassa voce, parlando tra me e me mentre mi avvicinavo all'interruttore della luce. Si ripartiva. Scostai tutti i fogli e li radunai per argomento. C'erano una infinità di richieste d'aiuto. Feci cartelle per ogni cosa: burocrazia, soccorso, eventi, missive da spasimanti e complimenti. Itai era un uomo amato. A ragione per molti versi: ma mancava di qualcosa ed io ero lì per non mancare di niente. Dopo alcune manciate di minuti mi affacciai dall'ufficio, chiamando un messo accademico. Voglio che per domattina qui dentro non ci sia più niente: via i mobili, via gli orpelli, via tutto. Soprattutto la scrivania e le sedie. Domattina presto sarò nuovamente qui. L'uomo mi guardava con due occhi straniti: un po' per l'ora tarda della notte, un po' perché riteneva tutto ciò nient'altro che assurde pretese del capo delle Squadre Speciali. È un ordine. Dissi. Contemporaneamente componevo i sigilli necessari alla tecnica del richiamo, mordendomi il pollice destro. Kyofu comparve al mio fianco. Perdona l'ora tarda, Kyofu, spero di non averti disturbato. Il Pipistrello albino s'inchinò. Ditemi pure, Kensei. Indicai le scatole che avevo preparato durante il parapiglia dei minuti precedenti. Ho bisogno che me le porti a Palazzo. Ci vedremo lì tra poco. Avverti pure la Hakushaku che domattina presto avrò bisogno di lei e del suo stormo. Adesso va'. Mentre il chirottero bianco si caricava le casse sul dorso, rimasi un attimo ad ammirare la teatralità di quella vetrata rotta. Sarò saldo. Dissi, mentre mi avviavo fuori. E che il vetro sia riparato. Aggiunsi uscendo al custode ancora sconvolto.
    Avevo un lavoro da finire e le luci dell'alba erano ormai alle porte.
    Giunto al Palazzo, Diamera giaceva vicino alla forgia addormentata, forse mi stava ancora aspettando. C'era anche Kyofu appeso al soffitto ad attendermi. Aveva completato il suo lavoro. Ho un altro compito per te, Messaggero. Ho bisogno di un gigantesco telo bianco ed oro. Immagino tu sappia già cosa scriverci. Io nel frattempo terminerò ciò che avevo iniziato. E ponendo una mano sulla fucina la irrorai di chakra, ravvivando le fiamme che dovevano fondere il metallo necessario a completare la mia creazione. Mentre il fuoco tornava a temperatura mi tolsi l'armatura e l'elmo. Non erano indumenti consoni al caldo della fucina. Diamera giaceva ancora sopita e beata.

    [...]


    Quando il sole aveva ormai mostrato metà della sua faccia all'orizzonte, i giovani shinobi del Clan Kenkichi mi videro uscire da palazzo. Due cose avevano attirato la loro attenzione: la nuova foggia dei miei stivali-protesi ed il mio abito cerimoniale. Avevo usato un vestiario simile soltanto alla riunione di Kage qualche giorno prima ma nessuno mi aveva visto vestito in quel modo. La maschera bianca con rifiniture d'oro capeggiava sopra un'armatura bianca e beige, anch'essa rifinita del metallo giallo. [Note] Un lungo mantello bianco sull'esterno e azzurro sull'interno con un gigantesco simbolo di Kiri al centro poggiava sulle mie spalle. A coronarmi il viso, invece, non vi era il solito cappuccio: vi era il cappello da Mizukage.
    Camminai per la strada a passi scanditi e lenti, mentre tutta Kiri gettava gli occhi su di me. Dovevo far passare quell'evento come qualcosa di ordinario, come qualcosa di sì importante ma di continuativo. Il Villaggio non si meritava un'altra inutile pausa volta a ricordare i caduti o alla contemplazione di promesse. Bisognava che fosse rimesso in sesto. Quando arrivai al Palazzo dell'Amministrazione una folta folla si era già radunata tutt'intorno. Kyofu aveva fatto il suo dovere. Un gigantesco drappo bianco scendeva dal tetto dell'edificio: su di esso vi era una scritta semplice, in azzurro.

    Juudaime Mizukage



    Il popolo iniziò a mormorare mentre mi dirigevo all'ingresso del Palazzo. Era evidente cosa stesse succedendo. Non appena varcai la porta potei sentire alle mie spalle grida di gioia. Il Villaggio era felice: Kiri era pronta a combattere ed a rialzarsi. Io ero felice con lei.
    Quando arrivai nella stanza che avevo lasciato qualche ora prima fui felice di trovarla vuota come avevo richiesto. Anche il vetro era stato riparato. Evocai nuovamente Kyofu. Siamo più simili del solito quest'oggi, Signore. sorrisi sotto l'Elmo. Ho bisogno che tu recapiti queste tre lettere rispettivamente all'Hokage, al Kokage e al Kazekage. Allungai tre lettere di pregiatissima fattura sigillate col sigillo in cera di Kiri. Queste due, invece, devono essere recapitate a due ninja di Kiri: un membro delle squadre speciali, Youshi Tokugawa e ... Fudoh. Te lo ricorderai per la questione del tizio in calzamaglia. Parti da queste ultime due, poi fatti aiutare dallo Stormo per le altre. Sarà fatto, Kensei. disse la Voce del Terrore mentre gli aprivo la finestra per librarsi in volo. Uscì con non poca fatica date le sue dimensioni ed il drappo bianco da lui stesso appeso sulla facciata dell'Amministrazione. Nessuno poteva vedere all'interno per fortuna e scrutare quella stanza vuota. Le lettere indirizzate ai Kage, una volta aperte, avrebbero recitato quanto segue.


    Egregio Kage,

    Ti scrivo con la morte nel cuore. Non si hanno più notizie di Itai Nara da pochi giorni dopo la Riunione nel Paese del Ferro. Il Nono Mizukage è partito alla volta delle terre nei pressi del Tempio Jashin di cui abbiamo parlato con una giovane kunoichi e da quel momento non hanno fatto più ritorno. Abbiamo atteso, abbiamo confidato nel nostro Kage. Ci siamo poi visti costretti a inviare squadre di soccorso ed a fare ricognizioni sul campo prima di comunicare quanto adesso stai leggendo. Ho visitato anche io stesso quei luoghi: ho una certa capacità nel seguire le tracce ma per quanto mi sia impegnato non sono riuscito a trovare un singolo indizio, una singola goccia di sangue, un singolo filo di lana reciso che potesse ricollegarmi ad Itai.

    La sedia più alta del Villaggio della Nebbia non può però subire un così lungo periodo di vacanza, specialmente con la consapevolezza dei nemici che abbiamo alle porte. Quest'oggi, ancora con la morte nel cuore, vi ho scritto anche per comunicarvi che io, Kensei Hito, Raccoglitore della Promessa, Giustizia Incarnata ed Inquisitore di Kiri sono diventato il Juudaime Mizukage.

    Vi porgo i miei più sentiti saluti.
    Per la Pace. Per l'Accademia.


    Chiunque avesse voluto passare per un omaggio ad Itai o per una chiacchierata col sottoscritto sarebbe stato accolto e riverito. Avevo qualche ora, però, prima che ciò accadesse.
    Contemporaneamente, due lettere erano partite alla volta di due giovani Shinobi. Entrambe identiche, differenti di una sola parola, anzi, di un solo colore, recitavano quanto segue.



    Giovane Ninja della Nebbia,

    Il tuo Juudaime ha bisogno di te.
    Sei stato scelto perché ti sei distinto tra i tuoi compagni.
    Recati il prima possibile nell'Ufficio del Mizukage.
    Il tuo contributo sarà fondamentale per la rinascita della Mano Nera/Mano Bianca.


    Ed in quella stanza vuota e triste avrei atteso, in piedi, in quegli abiti che tanto non mi si addicevano ma che tanto ero estasiato nel portare quel giorno. Non avrei avuto da offrire neanche un posto a sedere eppure stavo già muovendo le mie prime pedine.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  10.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    338
    Reputation
    +70

    Status
    Online

    Juudaime Mizukage


    I


    Quella mattina, all'alba, un ninja del clan Kenkichi aveva attirato l'attenzione di tutta Kiri. Vestito in armatura bianca e con il cappello da Kage aveva camminato per la città in direzione del palazzo amministrativo, io stavo finendo il mio turno notturno di sorveglianza della città quando una gran folla iniziò a seguirlo. La direzione era evidente e, in mancanza di informazioni da parte dei miei superiori non intervenni, decisi di precederlo verso il palazzo dell'amministrazione del villaggio. Lì un gigantesco drappo bianco recitava la scritta "Juudaime Mizukage", annusai una leggera puzza di merda: qualcosa non tornava, o forse, Itai-sama non era tornato. Mi catapultai verso la base operativa della Mano Nera, non potevo escludere che i miei superiori fossero all'oscuro di ciò che stesse accadendo, né che qualcuno stesse arrogando a sé il diritto di diventare Kage del villaggio senza alcun appoggio militare o popolare. Ero piccolo quando venne eletto Seinji senza l'appoggio dei ninja più potenti del villaggio, non durò nemmeno una giornata sul trono del Kage ma, ahimé, la situazione ora era ben diversa: i nostri ninja di punta, primo tra tutti Akira il jonin dai capelli azzurri e ammazza Kage, non si vedeva da un pezzo e le nostre fila erano assai ridotte per poter fronteggiare un ninja di alto livello che voleva impossessarsi del villaggio. Insomma, volevo fare rapporto e capire che informazioni erano arrivate ai miei superiori e come si sarebbero schierate le squadre speciali.
    All'interno della base vi era una gran agitazione, la gente si muoveva rapida nei corridoi e il solito silenzio che vi aleggiava era rotto dalla corsa di alcuni segretari e il loro tono della voce alto mostrava agitazione. Non mi fermai ma, a quel punto accelerando i miei passi, mi diressi all'ufficio del mio diretto superiore, ruppi il protocollo ed entrai senza bussare. COM'E' POSSIBILE CHE LO SCOPRIAMO SOLO OR.. si fermò guardandomi un poco sorpreso, anzi abbastanza, considerando che non mi disse nulla per essere entrato nel suo ufficio senza permesso. Erano presenti altri tre suoi parigrado, mi guardarono con aria diffidente. Signore, mi scusi ma... Taci Youshi, pensi di poter venire a sapere le cose prima di me, di noi? mi guardò serio, girando fra le dita una busta bianca Ma forse sai nascondere meglio le cose di quanto credessi o forse puoi avere informazioni che, a quanto pare, a noi tuoi supeiori, non sono ancora concesse disse in modo stizzito porgendomi la busta. Questa è per te, porta il sigillo amministrativo, non ci è concesso aprirla Io avanzi intimorito dalle altre figure presenti nella stanza e presi la busta rapidamente, come se temessi che potessero mordermi da un momento all'altro. La aprii e sgranai l'unico occhio buono che mi rimaneva, lo alzai verso i miei superiori che mi guardarono incuriositi aspettando che dicessi qualcosa riguardo al contenuto. Devo andare, signore dissi con tono asciutto dirigendomi verso la porta Youshi Tokugawa! urlò il mio superiore alzandosi dalla sedia e additandomi con l'indice Non provare ad uscire da quella porta senza dirmi il contenuto di quella lettera. Questa è insubordinazione. Non ci provare, ti faccio cacciare dalle squadre speciali immediatamente Sono ordini del nuovo mizukage, mi ha chiesto di andare nel suo ufficio dissi da oltre la spalle e, a passo veloce, imboccai il corridoio.
    Dovetti percorrere i tetti del villaggio per evitare che la folla presente nella strada mi rallentasse, i pensieri si susseguivano rapidi in testa ma le informazioni in mio possesso non mi permettevano di fare ipotesi accurate. Insomma, non potevo fare altro che scoprirlo direttamente nell'ufficio del nuovo Kage. Interruppi la corsa per compiere un poderoso salto, atterrai sul palo di legno dei fili elettrici da lì tra le fronde di un albero, quindi un successivo palo e poi nuovamente su un altro edificio per poi atterrare sui muri esterni dell'amministrazione. Corsi in verticale impastando un po' di chakra nella pianta dei piedi e, rapidamente, raggiunsi il tetto dell'edificio. Lì era dove avevo presentato la mia candidatura per essere promosso nelle squadre speciali ad Itai-sama, abbassai lo sguardo ripensando all'uomo benevolo e saggio che fu, mi trovavo a dover incontrare il suo successore. Mi chiedevo solo se sarebbe stato in grado di raccogliere un'eredità così grande. Aprii la porta e scesi le scale che portavano verso gli uffici amministrativi, la calca che vi era in segreteria mi aveva costretto a prendere quella strada alternativa, mostrai la lettera a chi di dovere quindi, dopo un bel respiro ed aver sistemato meglio il coprifronte sull'occhio andato, bussai in maniera ferma. Una volta ricevuto il permesso di entrare avrei aperto la porta verso una stanza che mi si presentò completamente vuota, al suo interno, solo il ninja che avevo visto partire dal quartiere dei Kenkichi. Con voce calma mi presentai Sono Youshi Tokugawa, genin della nebbia al servizio di KiriFeci un breve inchino, coperto dal mantello scuro della mano nera, rialzai lo sguardo verso il Kage, l'unico occhio buono era sottolineato da una cicatrice che percorreva il viso da zigomo a zigomo. Il mio viso era cambiato molto dalla prima volta che avevo avuto un colloquio con il Kage del villaggio, i miei occhi avevano visto molto sangue, le mie mani ne avevano sparso a fiumi, il mio corpo era testimone di tutto ciò, le mie cicatrici erano firme indelebili di quelle esperienze. Tutto per il bene e la salvaguardia del mio villaggio ed ora ero lì, pronto a mettermi in servizio per il nuovo capo del villaggio ma, prima che dicesse qualcosa, avrei subito domandato a denti stretti Non si hanno avuto più notizie di Itai-sama, signore? era una domanda colma di speranza, se non si avesse saputo più nulla, non si sarebbe potuto nemmeno escludere che fosse ancora vivo.
     
    .
  11.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,981
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Omaggi


    - I -






    Quando le lettere non arrivavano con i corvi c’era sempre da preoccuparsi, i ninja ci tenevano a far arrivare in fretta le brutte notizie.
    Lo sapeva bene Raizen e lo sapeva bene la mano che con incertezza prese la busta.
    Due cose non tornavano, ed il che non faceva che preoccuparlo ulteriormente: era presente il sigillo di Kiri ma l’evocazione che aveva davanti non era di certo ne un tengu ne un drago.
    Aprì la lettera e nel leggerla la fronte gli si corrugò, non erano buone notizie.

    Puoi andare, giungerò a Kiri entro la fine della giornata, avverti pure del mio arrivo.

    Accartocciò il foglio.
    Più di un villaggio era rimasto senza Kage per periodi di tempo estremamente lunghi, Oto stessa pur avendo ninja che definire valorosi era riduttivo aveva lasciato la poltrona praticamente vuota per chissà quanti anni, e a Kiri, un villaggio che amava Itai, erano riusciti a disfarsene in una manciata di giorni?
    Per chi poi?

    Kensei Hito.

    Provò a rievocare nella mente l’individuo, ed al momento l’unica occasione in cui ricordava d’averlo visto era proprio la recente riunione dei Kage, non il migliore dei ricordi, vista la delirante uscita di scena.
    Itai era suo amico prima che Mizukage e conosceva bene il suo nindo, non sarebbe stato in grado di seguirlo, ma sicuramente sarebbe stato in grado di proteggerlo dal Raccoglitore della promessa, Giustiziere Incarnato ed Inquisitore di Kiri.
    In quell’urgenza, in quelle parole, in quegli aggettivi vedeva ben poco se non un delirio di onnipotenza nutrito di responsabilità autoconferite.
    Kiri non era affar suo, non per il momento, ma forse la famiglia di Itai meritava protezione, o forse questo Kensei non era tutto sommato la brutta persona che dimostrava d’essere sedendosi su una sedia ancora calda.

    Ufffffhh

    Non amava troppo gli eventi mondani, non portavano mai niente di buono, ricordava il colpo di testa che ebbe quando tirò su il palco per la sua elezione, e pur ricordandolo con un sorriso non poteva che rabbrividire al sol pensiero di rifarlo, molto probabilmente fu una delle ragioni che portarono qualcuno a non vederlo troppo adatto al suo ruolo.

    Certo che senza di me la musica metal a Konoha chi cazzo la conosceva.

    Finiti di indossare i vestiti da cerimonia avrebbe dato una riassestata ai capelli ed indossato il cappello da Hokage.
    Uscì dalla porta, guardandosi attorno e notando che la vita a Konoha non era cambiata di una virgola, come tutti i villaggi segreti si riusciva a fare il callo alle stragi in un certo senso, e nonostante serpeggiasse sempre un’aria di tensione la gente era tornata alla vita di tutti i giorni.
    Non era comune vederlo in abiti cerimoniali, ragion per cui qualcuno dei cittadini si sarebbe voltato incuriosito, soltanto all’apparire di Ou avrebbero ripreso le loro faccende, consapevoli che se il drago era li presto l’Hokage si sarebbe allontanato, segno che niente di particolare sarebbe successo quel giorno a Konoha.

    Ou.
    Kiri ci aspetta, ma io non so cosa aspettarmi da lei.
    Itai non c’è più ed è passato decisamente troppo poco tempo perché venga sostituito.


    Il volto squamoso della creatura si corrucciò al pari di quello di Raizen quando lesse la lettera, non era di certo nato ieri ed una simile notizia era in grado di agitare anche lui.

    Era anche legato ad uno di noi, mi dispiace.
    Ma intuivo dai tuoi vestiti che ci fosse un occasione particolare in vista.


    La Montagna annuì mentre gli saliva in groppa.

    Spero non sia necessario dispiacerti.

    È per questo che lui è qui?

    Lui è li in caso ci si debba dispiacere, ma forse sono solo troppo paranoico e troppo abituato a questo genere di strategie.
    Non voglio che il villaggio resti scoperto, per ora questo è l’unico modo.


    Comprendo.

    Una pacca sulla testa e con Raizen seduto sopra di essa Ou prese quota muovendo verso Kiri.
    Nonostante la possanza della Montagna il freddo iniziava ormai a farsi pungente e fu grado ai suoi sarti per avergli fatto un kimono sufficientemente pesante da mettere sopra l’equipaggiamento, anche se l’umida attraversata marina mise alla prova anche quel caldo tessuto.

    Rilassati Raizen, sembra di trasportare un macigno.

    Per tutta risposta l’Hokage si limitò a sospirare, stendendo leggermente i muscoli che tutti quei pensieri gli stavano facendo inconsciamente tendere.
    Non aveva scelto casualmente Ou, nonostante fosse un drago dalle dimensioni più che considerevoli il suo colore non era sicuramente minaccioso come quello di Hibachi, cosa che, insieme all’atterraggio a qualche decina di metri dalle mura gli permise di scongiurare qualsiasi pensiero negativo da parte dei guardiani, a cui avrebbe dichiarato di essere l’Hokage e di aver intenzione di incontrare il Mizukage per porgli i suoi omaggi.
    Non sarebbe stato necessario depositare il suo equipaggiamento, l’aveva infatti lasciato ad Ou che avrebbe aspettato fuori dalle mura.
    Non aveva niente con se se non vestiti e cappello, ed una titanica quantità di chakra.
    L’umida Kiri non gli era mai piaciuta troppo, ma se non altro era meglio di Oto e Suna, che si combattevano a suon di lordura e desolazione il titolo di villaggio più inospitale.
    Non pretese alcun trattamento di favore, sedendosi all’esterno dell’ufficio all’ombra del suo stesso cappello, che gli permetteva di mantenere la sua faccia dubbiosa senza che dovesse renderne conto a qualcuno.
    Certo, questo non gli avrebbe impedito di pensare che lasciare un Kage ad aspettare fuori dal proprio ufficio fosse una mancanza non da poco per un leader al suo primo giorno in carica, ma non era un problema suo infondo, aveva pensieri a sufficienza da non potersi annoiare.

    Juudaime.

    Squadrò l’uomo che aveva dinnanzi, provava una certa repulsione, e infondo si disse che non era sbagliato visto che si ritrovava un uomo completamente bardato di impenetrabile acciaio, cosa che rafforzò ulteriormente le incertezze che aveva riguardo Kensei.
    Freddo e duro acciaio, forse troppo lontano dai sentimenti irruenti che spesso guidavano Raizen. Freddo e duro acciaio, niente di più, niente di meno, nonostante le arti ninja permettessero di ripristinare praticamente qualsiasi danno; neanche immaginava di cosa potesse essere sintomo la volontà di restare così deturpato o danneggiato da rendere necessario l’utilizzo di un elmo.
    Nonostante tutto però, nulla gli impedì di fare un leggero inchino quando la porta si richiuse alle sue spalle.

    Le auguro una lunga e prospera permanenza.

    Evitò di aggiungere “nella sedia che fu di Itai” solamente perché si convinse che gli affari di Kiri erano pur sempre di Kiri e metterci bocca gli avrebbe portato solo guai, prima politici e col giusto tocco di permalosità anche fisici.

    I preamboli di cortesia non sono il mio forte, come saprà sono sfortunatamente noto per questo mio lato.
    Itai, prima che un Kage era un amico, e la sua scomparsa non mi lascia indifferente, anzi, tutt’altro.
    Ed è parzialmente la ragione per cui sono qui, ricordo la sua fretta e la sua ira, Kensei, nell’abbandonare la riunione dei Kage.
    Immagino saprà che quella riunione ha un valore simbolico coltre che strategico, piantare tutti in asso perché non si è sufficientemente sconsiderati da dichiarare la guerra totale non è un buon segnale.
    Tuttavia, non è certo mia intenzione rimproverarle niente, ma mi è necessario esternarglielo per farle comprendere che certe azioni possono far sorgere dei dubbi.
    Posso ancora considerare Kiri ed il suo nuovo Kage alleati di Konoha e dell’accademia?
    Non penso Itai sia partito senza senza lasciarsi nulla alle spalle, se si è informato a riguardo capirà che quella tra Acqua e Fuoco non era un alleanza retta sulle mere parole.


    Dopotutto le informazioni che Raizen aveva passato nel corso del tempo a Kiri erano una prova importante a sostegno delle sue affermazioni, e il nuovo kage non avrebbe faticato a trovarne conferma visto che Itai non era solito cancellare le tracce del suo operato.


    Edited by F e n i x - 9/11/2019, 02:59
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,438
    Reputation
    +601

    Status
    Offline

    Il Juudaime Chiama


    Fudoh Risponde Pronto



    Come molte mie avventure, o disavventure, anche in questo caso ero intento a farmi, più o meno, i fatti miei, in questo caso stavo bellamente lavorando in quel della pasticceria, il mio terzo lavoro dopo essere un genin di Kiri ed un medico dell'Ospedale e prima del mio essere un senza fissa dimora, per quanto ormai, fra dormire nella mia stanza in ospedale, o nel retro della pasticceria, quando le vecchine me lo permettevano, non avevo più tanto tempo per dormire per strada, il ché, d'inverno, a Kiri, era di grande aiuto.
    Tra l'altro, ve lo avevo detto che una volta avevo offerto riparo in quel della mia stanza in ospedale a due vecchi senza tetto e la mattina dopo tutte le infermiere mi avevano urlato addosso che non potevo lasciare dei individui di quel tipo in giro per l'ospedale di notte?
    Ma sto divagando.
    Vi dicevo: ero lì che facevo il mio lavoro, quando mi trovai davanti il più strano cliente di sempre (o almeno fino a quel giorno), un grosso pipistrello bianco.
    Ora, siccome per tanto tempo sono stato giudicato per il mio aspetto un pò trasandato, mi sono sempre detto che non è mio diritto mettermi a giudicare gli altri dall'aspetto, così se sei un grosso pipistrello bianco e ti va di comprarti un dolce... chi sono io per giudicarti, giusto?
    Buongiorno... signor Pipistrello, che cosa desidera?, che poi, nella mia testa mi stavo chiedendo che diavolo mangiassero di per sé i pipistrelli, era un altro discorso.
    Discorso che un pò si perse quando quel grosso animale mi spiegò di avere un messaggio per me da parte del Decimo Mizukage: Abbiamo un decimo Mizukage? E gli altri nove che fine hanno fatto?, ma tenni per me quella domanda, dato che spesso la mia disconoscenza della storia kiriana era cosa poco gradita.
    Lo so, sto divagando di nuovo.

    Lessi il messaggio: a quanto sembrava mi ero distinto tra i miei compagni, ma diciamola tutta, in mezzo ai senza tetto e "barboni" non era difficile passare inosservato quando si ha meno di venti anni, di parecchio, e con uno sguardo puoi spostare gli oggetti, letteralmente... anche se la cosa ti costringe per qualche minuto all'immobilità.
    La parte che mi risultava strana era la citazione di una "Mano Bianca".
    Che stesse parlando del pipistrello?, fu il mio primo pensiero, ma lo ricacciai indietro, sia perché l'animale era già bello che andato via, sia perché i pipistrelli non hanno le mani.

    Con quel dubbio in mente, andai al Palazzo del Mizukage, dove, incredibilmente, mi fecero entrare ed arrivare fino alla stanza del Decimo, anche se ad ogni inserviente che mi chiedeva "Nome e Cognome" ed io rispondevo: Fudoh, con l'H, mi trovavo sempre dei guardi un pò di disappunto, a cui ammetto di essere abbastanza abituato.
    Salve, sono Fudoh, genin di Kiri, è stata richiesta la mia presenza., esordii quando mi fu indicato l'ufficio e poi mi guardai intorno.
    Bello qui!, commentai ed in effetti l'assenza di mobili mi piaceva, per quanto con il freddo di Kiri almeno una coperta l'avrei piazzata lì dentro per dormire, uno spazio vuoto mi dà un maggior senso di serenità di una marea di mobili a cui stare attenti.
    In mezzo a quel vuoto di mobilio, poi, c'erano due individui: il primo, lo riconobbi come il Tokugawa con cui avevo partecipato ad una missione in precedenza, seppur era combinato un pò peggio di come me lo ricordassi, l'altro, era un tipo in una grossa armatura... BIANCA.
    E lì tutto mi fu chiaro: QUELLA E' LA MANO BIANCA!, esclamai entusiasta, Quindi quelle dobbiamo sistemare? Ma io non sono bravo con le corazze, certo sono un buon medico ed anche bravino a forgiare armi da corpo a corpo, ma con le armature non me la cavo proprio., ammisi con una smorfia, scuotendo la testa.
    Lei deve essere il Decimo quindi, giusto?, dissi all'uomo in armatura, inchinandomi in segno di saluto, prima di voltarmi verso il Tokugawa con la benda su un occhio, Piacere di rivederti..., ma mi fermai subito, Oh scusa...

    A quel punto c'era da capire cosa dovevo fare per quella Mano Bianca, quale delle due volesse sistemata.
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    Rinnovamenti


    Capitolo Primo


    Atto II
    Un nuovo volto. †



    Avevo le spalle rivolte alla finestra quando il primo dei due invitati bussò alla porta. Aspettai che entrasse e lasciai che si presentasse, ancora senza voltarmi. Sono Youshi Tokugawa, genin della nebbia al servizio di Kiri Mi mossi lentamente continuando a guardare il drappo bianco che Kyofu aveva steso per me. Ben Arrivato, Youshi. Perdonami se non ti faccio accomodare. Presi le mie mani dietro la schiena, schioccandomi leggermente il dorso con un movimento di torsione. Non si hanno avuto più notizie di Itai-sama, signore? Sentii un pizzico di risentimento nella voce del ragazzo. Non era rivolto verso di me o almeno credevo, ma riuscivo a capirlo. Non empaticamente, certo. No. Dissi, poco dopo. Di Itai non c'è traccia. Neanche di Meika, il primario del nostro ospedale. Le nostre ricerche sono state inutili ma dovresti saperlo. Anche tu fai parte delle Squadre Speciali. Uno degli ultimi incarichi assegnati da Itai. Mi voltai lentamente, squadrandolo. Aveva il volto percorso da un paio di cicatrici e gli mancava un occhio. Ma le nostre ricerche non si fermeranno. Nonostante non si riesca a trovare niente da seguire. La mia testa poi si mosse di lato, come se attirata da qualcosa. Un forte rumore aveva colto la mia attenzione. Un grande parapiglia, un po' di subbuglio. Sembrava che fuori dalla porta del mio ufficio qualcuno stesse rincorrendo un topo. Ci furono poi degli istanti di silenzio. Inclinai la testa, aspettandomi qualcosa.
    Bussarono.
    QUELLA E' LA MANO BIANCA! Quindi quelle dobbiamo sistemare? Ma io non sono bravo con le corazze, certo sono un buon medico ed anche bravino a forgiare armi da corpo a corpo, ma con le armature non me la cavo proprio. Lei deve essere il Decimo quindi, giusto? Rimasi un attimo tra l'interdetto e lo stranito. Fudoh ... dissi, come a voler attirare la sua attenzione. Sono l'Inquisitore di Kiri. Dovresti ricordarti di me. Attesi una risposta ma non era importante, avrei ripreso poco dopo. Come immagino sappiate la ricerca di Itai ha coinvolto e coinvolge tutt'ora molti dei nostri migliori shinobi, tenendoli lontani dal Villaggio e dai loro doveri. Ho dunque più di un piacere da chiedervi. Composi un paio di sigilli ed aprii le mani, facendovi apparire due rotoli. Mi rivolsi al giovane membro delle squadre speciali. Dovrai lasciare il tuo ruolo di mano nera. Almeno per il momento. Non vederla come una retrocessione ma, anzi, come una promozione: ho bisogno di te sulle mura. Stipendio più alto, possibilità di incontrare ninja ... e soprattutto gestione del nuovo armamento che mi prodigherò a mettere a disposizione di Kiri. Ma questo rotolo non contiene questo; contiene la posizione esatta di qualcosa di nuovo e particolare. Lo guardai, porgendoglielo. Ho un compito per te: ad Azumaido, l'isola gemella di Genosha, è stata scoperta una cava di un metallo particolare che gli indigeni chiamano Eterno Gelo. Dice si sia formata di recente, credo in seguito alle vicende dell'apertura dell'antico tempio Kenkichi di cui io e Akira siamo stati spettatori. Ho bisogno che tu vada sul posto e ne recuperi un po'. Saprò ricompensarti con ciò che ti merti. Prima potrai partire, prima la questione sarà risolta. Mi rivolsi poi a Fudoh. Per te invece, un compito altrettanto particolare: la gestione dell'ospedale. Meika non c'è e non abbiamo più nessuno su cui contare. Sei stato il suo ultimo apprendista: non possiamo che affidarci a te, per quanto strano possa suonare. Affido a te la mano bianca. Perché ero sì il Mizukage ma non un completo idiota; riconoscevo la stramberia di Fudoh. In questo rotolo c'è qualcosa che devi custodire gelosamente. Il tuo compito sarà quello di trovargli un posto segreto. Un posto davvero segreto, Fudoh. C'è una mia conoscenza, tramandatami non da Itai e da Meika ma che soltanto noi tre eravamo in grado di portare avanti. Ti sto affidando un segreto di stato. Non stavo mentendo. Erano i progetti per i miei - e quindi adesso di Kiri - arti artificiali. Un segreto pagato caro ad Oto che avrei custodito a qualsiasi costo. Se vorrai, potrai seguire il nostro Youshi ad Azumaido. Ti serviranno dei vestiti più pesanti, però. Dissi, squadrando il ninja da testa ai piedi. [Note]Amministrazione
    Speciale: Il personaggio è il Kage del Villaggio. L'utilizzatore può imporre gratuitamente un incarico ai ninja del proprio villaggio. L'incarico deve portare un vantaggio per il proprio villaggio.
    Allargai poi le braccia. Ho un'ultima cosa da chiedervi. Tacqui mentre, ancora una volta, mi giravo di spalle e guardavo il telo bianco. Bianco come un foglio su cui niente ero stato scritto. Bianco come il nulla, bianco come un punto di partenza. Presi le mani tra le mani, dietro la schiena. Come vorreste vedere, adesso, Kiri? Cosa vorreste da lei? Cosa vorreste da lei?
    Vox populi. Per iniziare col piede giusto.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La Montagna e il Freddo


    Capitolo Primo


    Atto II
    Nuntio vobis. †



    Silenzioso nel suo volo perfetto Kyofu rientrò dalla finestra. Erano andati via da qualche manciata di minuti i due Genin che avevo fatto chiamare. Avevo anche già trattenuto Youshi, comunicandogli la mia decisione.
    Volevo sentire l'opinione di tutti per poter agire come si aspettavano, per creare quel legame sereno tra governatore e governati che soltanto un Paese ben organizzato poteva creare. Dovevo avere il consenso di tutti prima di poter avanzare qualche iniziativa impopolare. E ce ne sarebbero state. La prima era già iniziata con quanto avevo comandato all'ex-membro delle squadre speciali. Erano tuttavia dirette nella loro totalità al benessere della Nebbia. Kiri doveva essere la nazione più forte, potente e minacciosa dei quattro villaggi. Doveva essere il simbolo della nuova accademia, almeno inizialmente. Maestosa e imponente proprio come il Potere. Anche alcune opere architettoniche nuove sarebbero state comandate da lì ai giorni a seguire. La città doveva brillare, vibrare di energia nuova! Kensei. Disse l'Albino interrompendo i miei pensieri. Kensei. Ripeté con grazia, riuscendomi a riportare nel mondo dei mortali. Raizen verrà qui tra qualche ora. Si è annunciato. Sorrisi sotto l'elmo. Lo attenderò. Dissi, tornandomene a fantasticare. Non ebbi molto tempo da dedicare a me stesso, però. La Promessa mi chiamò a sé, evocandomi nel mio mondo interiore. Non era per un suo intervento, però, che ero stato interpellato. Fui accolto da un profondo ruggito e da fauci bramanti. Kutsu era cresciuto non poco dall'ultima volta che ci eravamo confrontati. Ho sentito bene, Kensei? Disse con le sue mefitiche fauci fumanti. Raizen? Raizen Ikigami? Un gigno, una risata malefica si dipinsero sul suo volto ferale. Chissà se si ricorda ancora di me. Poggiai la mano metallica sul suo muso. Sei cresciuto, ti faccio i miei complimenti. Ma ricorda qual è il tuo posto. Non trascinarmi mai più così qua giù per parlarmi dei tuoi problemi. Nutriti di ciò che ti serve ma non tediarmi. Sapevo però che se la Yakusoku aveva acconsentito a quella sua peculiare richiesta c'era un motivo. Mi voltai, infatti, per vedere il volto d'osso sanguinante che mi chiamava a sé. Kutsu sta acquisendo potere, Kensei. Ogni giorno che passa è sempre più forte, è sempre più smanioso. Devi trovare un modo per farlo sfogare. Più cresce, più si nutre del tuo odio e meno odio resta per te. Anche se ne sei una fonte quasi inesauribile, anche la sua fame lo è altrettanto. È come gettare benzina sul fuoco, Kensei. Devi fare qualcosa. E con una leggera spinta caddi all'indietro, nell'umido pavimento del mio mondo interiore. L'acqua mi colpì il viso e rinsavii di soprassalto. Sentii dei passi pesanti fori dalla mia vuota porta. Quanto ero stato a meditare?
    Mi affacciai, vedendo l'Hokage seduto fuori nel corridoio, che attendeva. Raizen. Accomodati. Dissi, ridendo sotto l'elmo. La stanza era vuota, non avrebbe avuto modo di accomodarsi da alcuna parte. Lasciai la porta aperta alle mie spalle, mentre la Montagna di Konoha entrava. Juudaime. Disse, abbozzando un malfatto inchino. Mi aveva appena squadrato dalla testa ai piedi. Nonostante la mia altezza riusciva comunque a guardarmi dall'alto verso il basso. Le auguro una lunga e prospera permanenza. Questa frase era una palese anticamera a qualcosa che sapevo non avrei voluto sentire. Non mi aspettavo niente da quell'uomo. Lo odiavo, come odiavo qualsiasi cosa respirasse, questo è vero, ma lui aveva un posto speciale nel centro del mio turbine d'emozioni e rancore. Era il responsabile della vita di mio figlio ed era solo colpa sua e della sua inettitudine se aveva dovuto subire quel che aveva subito. Eppure lo avevo fatto entrare, lo avevo fatto accomodare. Non mi sarei di certo privato di un incontro ufficiale il primo giorno da Mizukage. E non mi sarei certo sottratto a qualche turpiloquio: non era da me. [Note]Odio Incarnato: L'utilizzatore ha le seguenti imposizioni: se possibile, farà soffrire gli avversari; non risparmierà nessuno dalla morte, se non controproducente; non presterà soccorso a chi è in difficoltà, se si è dimostrato debole; non cercherà mai di placare gli animi; Le imposizioni sono sempre attive. Se rispettate le imposizioni, l'utilizzatore sarà Odio Incarnato anche se disattivata la tecnica speciale ed otterrà un miglioramento alla protezione naturale. La sua pessima arringa iniziò prima del previsto: I preamboli di cortesia non sono il mio forte, come saprà sono sfortunatamente noto per questo mio lato. La sua aggressività passiva era tanto presente nell'aria che quasi ne percepivo il sapore in bocca, quasi ne sentivo l'odore nelle narici. Non resistii e lo interruppi quasi immediatamente, mettendo in chiaro dove sarebbe andato a finire un discorso di quel tipo.. I suoi difetti la precedono, Hokage. Abbassai leggermente la testa in senso d'assenso, facendolo poi continuare. Itai, prima che un Kage era un amico, e la sua scomparsa non mi lascia indifferente, anzi, tutt’altro. Ed è parzialmente la ragione per cui sono qui, ricordo la sua fretta e la sua ira, Kensei, nell’abbandonare la riunione dei Kage. Immagino saprà che quella riunione ha un valore simbolico oltre che strategico, piantare tutti in asso perché non si è sufficientemente sconsiderati da dichiarare la guerra totale non è un buon segnale. Tuttavia, non è certo mia intenzione rimproverarle niente, ma mi è necessario esternarglielo per farle comprendere che certe azioni possono far sorgere dei dubbi. Posso ancora considerare Kiri ed il suo nuovo Kage alleati di Konoha e dell’accademia? Non penso Itai sia partito senza senza lasciarsi nulla alle spalle, se si è informato a riguardo capirà che quella tra Acqua e Fuoco non era un alleanza retta sulle mere parole. Lo lasciai finire mentre raccoglievo le braccia al petto. La Yakusoku ed Unagi pendevano dal mio fianco come candele. Non sarei andato in giro disarmato neanche all'interno del mio villaggio. Dopotutto lo stato è l'unico legittimi detentore del diritto alla violenza: ed io ero lo Stato. Credevo che le tue intenzioni fossero diverse, Hokage, almeno oggi che, come hai potuto vedere, qui a Kiri è un giorno di festa. Indicai sotto, la strada, pur senza potergliela direttamente mostrare. Itai era più di un collega anche per me. Ero la sua Mano Sinistra. Non so se tu possa comprendere ciò che questo vuol dire ma non starò qui a dilungarmi. Alzai la testa, per fissarlo negli occhi. Lui si fidava di me e tanto ti deve bastare. Non ho bisogno di darti alcun tipo di spiegazione. Feci un paio di passi intorno a lui. Vogliamo poi realmente parlare di quella riunione? dissi scocciato. Bene, parliamone. Ciò che successe dopo non doveva essere di suo interesse. Dovevo concentrarmi sulle accuse. Io non ho mai sostenuto di voler dichiarare guerra totale e se lo hai pensato probabilmente è perché non sei stato capace di cogliere molto altro se non le mie parole d'astio. Io ho parlato a gran voce contro la sterile immobilità accademica, contro lo scellerato dictat pacifista. Ho parlato contro la debolezza e la fragilità del discutere di piani d'azione davanti a chi si qualificava come nemico, nemico che tra l'altro stava in nostra presenza libero da vincoli e catene mentre noi parlavamo avvinghiati ai macigni formali dei nostri costumi. Mi avvicinai all'Hokage talmente tanto che il suo alito avrebbe potuto lasciare condensa sul mio Elmo. Parlavo contro l'incapacità di un Kage di evitare che le sue forze portanti vengano rapite e torturate. Mi allontanai poi, voltandogli le spalle. Ma ... dissi poco dopo, girandomi di scatto con fare decisamente teatrale non è certo mia intenzione rimproverarti nulla. Feci spallucce. Se sei venuto qui per dirmi questo, ti ringrazio della tua visita e ti auguro un ottimo viaggio di ritorno. Finché resterà in piedi, l'Accademia non avrà niente da temere da parte di Kiri. Così come Konoha. Tornai poi estremamente serio. L'aria nella stanza sarebbe crollata di lì ad un istante, lasciando in quel tetro vuoto un gelo disumano. Ma non tollererò ingerenze, dirette o presunte come quella di oggi, da parte della Foglia o di nessun altro. Feci una breve pausa. L'Alleanza tra Kiri e Konoha continuerà a reggersi sulle migliori intenzioni ed azioni di entrambi. Hai detto bene: non saranno solo parole.
    Mi sarei nuovamente avvicinato, allungandogli la destra, porgendogliela come a salutarlo. A Presto, Raizen. Lo stavo scacciando con fare gentile.
    Ma se mi avesse teso la mano probabilmente il suo congedo avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. La Montagna di Konoha avrebbe sentito ribollire il suo animo e le sue orecchie vennero ovattate dal suono di mille fulmini. Un eco di un ruggito profondo, atavico e spaventoso gli avrebbe occupato la mente: Chi non muore si rivede! Avrebbe gridato Kutsu, ridendo poi a squarcia gola di una risata capace di far gelare il sangue a chiunque. In quel momento la mia mano destra proruppe di chakra, innocuo, circondandosi di un denso e terrificante alone nero.



    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    338
    Reputation
    +70

    Status
    Online

    Juudaime Mizukage


    II

    Rimasi impassibile quando mi disse che mi avrebbe fatto accomodare se ne avesse avuto la possibilità, sarei rimasto in piedi anche ci fossero state delle sedie. Poco dopo il mio arrivo entrò nella stanza anche Fudoh, esperto genin della nebbia con cui avevo avuto a che fare in una missione all'Abete, lo salutai con un gesto del capo e poi tornai a guardare il Juudaime.
    Quando mi comunicò che avrei dovuto lasciare la Mano Nera però non riuscii a nascondere la sorpresa mista al disappunto, mi affidò le mura del villaggio che, in quel momento come già sapevo, risultavano scoperte. Quel attimo in cui lasciai trasparire le mie emozioni durò molto poco, il viso tornò ad essere la maschera di freddezza e distacco che lo caratterizzava, il mio occhio non si staccò dall'elmo che copriva il volto del nuovo Kage; nemmeno quando mi affidò una pergamena al cui interno vi era una mappa, mi disse che sarei dovuto andare a recuperare del materiale in un'isola non distante da Genosha. Feci un gesto del capo e lasciai cadere la pergamena nelle tasche del mantello.
    Quindi rivolgendosi a Fudoh gli diede una seconda pergamena all'interno della quale vi erano dei segreti del villaggio, forse delle informazioni, supposi e gli assegnò la direzione dell'ospedale di Kiri e la Mano Bianca. A lui? mi domandai dentro di me, non avevo niente contro il mio compagno di villaggio ma non sembrava un tipo così brillante. I miei dubbi sulle scelte del Kage non trasparirono dal mio viso, infondo non conoscevo abbastanza il neo eletto primario per poterlo giudicare seriamente.
    Il supporto di un genin più esperto sarebbe sicuramente d'aiuto. Se possibile, ovviamente aggiunsi girando il capo verso Fudoh, le labbra si piegarono leggermente in qualcosa che, da lontano, qualcuno avrebbe potuto definire un sorriso.
    Ascoltai infine le domande del Kage, attesi qualche secondo, e poi parlai Le vorrei proporre di riformare l'addestramento delle reclute mi schiarii leggermente la voce, soppesai le parole Credo che dovremmo occuparci noi stessi della formazione degli studenti, non delegarlo ad un'istituzione che l'Accademia rappresenta, li rammollisce Pensai a miei colleghi di altri villaggi, così restii ad uccidere, così impreparati a combattere. L'armatura e l'elmo non lasciavano trasparire nessun messaggio non verbale da parte del mio interlocutore, sarei stato attento a come si sarebbe mosso per provare a capire che reazione le mie parole stessero avendo su di lui. Che i figli di Kiri siano dati al villaggio, che diventino suoi figli e portati ad addestrarsi a Genosha finché non saranno pronti. Il nostro è stato un villaggio di assassini, avevamo reso dell'omicidio l'arte del villaggio ancora più alta di quella della fabbricazione delle spade. il mio sguardo non si muoveva da quell'elmo bianco Insomma, le propongo di riformare quella che i posteri definirono la "Nebbia di Sangue". La forza di kiri non è mai stato il numero, una scrematura del genere porterebbe solo vantaggi: chi tra gli studenti sopravviverà al duello, uscirà spietato e senza timore alcuno o scrupolo. respirai a fondo e deglutii Itai-sama l'avrebbe sicuramente considerata una follia, forse per questioni legate al suo substrato culturale aggiunsi, riferendomi alla sua semenzaMa credo che da parte del consiglio del villaggio, considerato che molti di loro hanno vissuto quel periodo, credo che avrebbe l'approvazione. Quindi tacqui aspettando la risposta del Kage, mi rendevano conto che la mia proposta era radicale e che avrebbe potuto influenzare i rapporti con gli altri villaggi ma pensavo anche che fosse la scelta migliore per Kiri. Inoltre, penso che andrebbero fatti investimenti sulle fabbriche del villaggio, la produzione è bassa e, economicamente, non stiamo tenendo il passo degli altri villaggi
    Dopo aver ascoltato le parole del Mizukage ed, eventualmente, quelle di Fudoh mi sarei permesso di parlare di nuovo Pensavo di essere stato convocato perché volesse discutere con me della rinascita della Mano Nera, non escludermi da essa. Lei mi chiede di non considerarla una retrocessione anche se, di fatto, lo è. dissi non riuscendo a nascondere l'amarezza nelle mie parole Comprendo che le mura vadano difese, è fondamentale. Ma la mia formazione mi ha portato ad essere un ninja furtivo non un attento osservatore, un assassino non un guardiano. Avrà sicuramente letto la mia scheda, io non sono la persona adatta al ruolo che mi chiede di ricoprire per quelle che sono le mie caratteristiche socchiusi l'occhio espirando Con queste parole non voglio macchiarmi di insubordinazione, un ordine è tale e come tale lo eseguirò. Ma penso che sia un errore e che potrei valorizzare le mie capacità maggiormente se mi fosse concesso di rimanere nella Mano Nera Le ore di addestramento all'interno della base operativa, insieme ai miei compagni, avevano dato frutti evidenti, pensare di poter perdere una palestra del genere mi infastidiva. Non mi tolga dalle squadre speciali, potrò adempiere comunque alle funzioni di guardiano. Lei mi parla di stipendio pensando che a me interessi qualcosa, veramente? domandai corrugando il sopracciglio. Quel uomo non sapeva quali fossero le motivazioni che mi avevano portato a mettermi al servizio di Kiri, non sapeva che ad Itai-sama e al villaggio avevo affidato la mia vita per riscattare l'onta che Yashiminata aveva gettato su di me e la mia famiglia. Mi parlava di vile denaro, come se potesse comprarmi. Era evidente che non sapeva con chi stesse avendo a che fare.
     
    .
276 replies since 12/4/2010, 10:32   7421 views
  Share  
.