Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Meika
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    Le Sette

    Una nuova missione



    Non avevo la pretesa di dire che le mie azioni fossero state giuste. Anzi, ero certa che erano stato sbagliate ed avventate per quanto necessarie. Adesso che avevo ascoltato le parole del Mizukage comprendevo e sapevo che avrei potuto dirgli tutto prima. Che potevo essere stata sincera dal principio con tutti, sia il Kage che mio padre.
    Ma adesso che importanza aveva? Il danno era fatto e mi dispiaceva soprattutto che Akira ne pagasse le conseguenze. Però poi, contro ogni pronostio, il Kage ci disse che non ci avrebbe puniti. Durante gli istanti che precedettero quelle parole avevo praticamente trattenuto il fiato e feci alcuni profondi respiri per calmare l'agitazione.
    Era davvero finita quella storia. Anche i suoi strascichi non avrebbero arrecato problemi a chicchessia se non Chi-Hi e Chi-Hatsu, feriti nel'orgoglio e forse ancora a leccarsi le ferite. Grazie per la comprensione, Mizukage-sama... Sono tremendamente dispiaciuta, non accadrà più. Adesso sapevo che potevo parlare liberamente e che potevo essere ascoltata. Il Kage poi ci disse che avremmo dovuto attendere l'arrivo di altri due Shinobi e che apparentemente c'era dell'altro dietro. Non ci volle molto ed arrivarono i due. Uno di essi lo conoscevo già. Era Ryuuto! Ryuuto-kun! esclamai sorpresa di vederlo lì. A ben pensarci, con tutto ciò che era successo non avevo ancora avuto l'occasione di raccontare ad Akira gli sviluppi dell'indagine sull'Orfanotrofio.
    Il Kage cominciò a parlare delle sette spade e della sua volontà di forgiarne delle nuove. Dunque assegnò a me ed Akira il compito di andare a cercare i materiale a Genosha dove una specie di guru immortale viveva. Mi accigliai, pensando al gelo, mentre Akira sembrava felice come un bambino cui hanno regalato la Shinobi-Station 4. Sembrava pronto a partire immediatamente. Frena gli entusiasmi, se non ci prepariamo bene mi tocca trascinarti come un cubetto di ghiaccio. Dopotutto lui aveva quella strana capacità di diventare acqua... e l'acqua al freddo ghiacciava, no? Avremo a disposizione abiti adatti per l'occasione, Mizukage-sama? C'è qualcos'altro che dovremmo sapere in particolare di questo Eremita? Che so... manie, paure, carattere. Chiesi, mentre Akira ancora gongolava felice come non mai riguardo ciò che aveva ottenuto. Dal mio punto di vista (che di spade non me ne intendevo troppo) per me si trattava di una missione pericolosa in un luogo dimenticato dal sole.

    ... che avesse deciso che doveva essere quella la nostra punizione.
     
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    L'incarico


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu

    Oramai erano passati diversi giorni dalla sua promozione a genin e la settimana di riposo concessa dal mizukage era terminata, e per questo motivo Ryuu non stava più nella pelle al solo pensiero di sapere che molto presto sarebbe stato convocato per una qualche missione. Essere un ninja a tutti gli effetti era una cosa nuova per lui e quel giorno era andato in giro per il villaggio per comprare delle nuove armi da aggiungere al suo equipaggiamento, in attesa di partire per una nuova avventura. La sua giornata fu scossa permanentemente quando vide atterrare davanti ai suoi occhi una specie di uomo-uccello dall’aspetto buffo e alto quasi quanto lui. Non aveva mai visto niente di simile, ma le sue sembianze apparentemente innocue, non fecero per niente spaventare Ryuu, se non per un piccolo sussulto quando se lo vide apparire difronte, anzi ne rimase affascinato quando scoprì che in realtà stava cercando proprio lui e rimase letteralmente a bocca aperta quando ascoltò il messaggio che quello strano essere aveva da riferirgli. Una missione dal mizukage?! Finalmente era giunto il momento che aspettava da tanto tempo e non aveva di certo intenzione di lasciarselo scappare, quindi, quando ebbe ringraziato il piccolo tengu per avergli portato il messaggio, scattò immediatamente ed il più velocemente possibile verso il palazzo dell’amministrazione, riuscendo a malapena a trattenere le urla di gioia per quanto fosse fuori di sé dall’emozione.

    ...


    Il viaggio fu molto breve e quando entrò al piano terra dell’edificio, si recò (ancora preso dal fiatone per l’improvvisa corsa) allo sportello più vicino, dove avrebbe potuto chiedere informazioni su dove si trovasse l’ufficio del mizukage. Era la prima volta che entrava nel palazzo dell’amministrazione del villaggio (sebbene ci passasse davanti almeno una volta al giorno), ma non c’era mai entrato in tutta la sua vita e quindi, di conseguenza, non aveva la minima idea a che piani si trovassero i vari uffici, ma per fortuna non ci volle molto prima che la segretaria a cui si era rivolto gli diede l' informazione che cercava. Grazie mille, gentilissima. A quel punto si voltò in cerca delle scale, ma la sua attenzione fu attratta da qualcosa di ben diverso…o qualcuno. In quel momento entrò dalla porta principale il ragazzo sempre sorridente che incontrò alla festa dell’accademia, Ryuuto. Gli si avvicinò immediatamente, felice più che mai di rincontrarlo. Ryuuto! Come va, tutto bene? A proposito, grazie ancora per quello che hai fatto all’accademia. Era molto felice di rivederlo, ma rimase parecchio perplesso quando noto il coprifronte che quest’ultimo indossava. Ehm…scusa, ma da quando sei un ninja? L'ultima volta non ebbero modo di parlarne, ma non si sarebbe mai aspettato che fosse anche lui un genin, ma quello che lo sorprese di più fu lo scoprire che anche lui era stato convocato dal mizukage per lo stesso motivo, quando gli chiese che cosa ci facesse anche lui in quel luogo. Alla grande, allora muoviamoci. L’ufficio del mizukage è al nono piano.

    Ryuu si precipitò per le scale, cercando di non tardare ulteriormente all’appuntamento, e quando finalmente raggiunse l’ultimo piano di quell’enorme edificio, bussò alla porta dell’ufficio interessato senza pensarci 2 volte, per poi entrare, seguito dal suo compagno. Finalmente rivide il mizukage in persona, salutandolo con un distinto inchino non appena varcò l’uscio della stanza. Salve mizukage-sama. Davanti alla sua scrivania, però c’erano altri 2 ragazzi che non aveva mai visto ma che portavano anch’essi il coprifronte dei ninja di kiri, quindi era ovvio che fossero stati convocati anche loro per la medesima missione. Questa cosa mise un po’ d’ansia a Ryuu, poiché doveva trattarsi di una missione abbastanza pericolosa se il mizukage aveva convocato ben 4 ninja per compierla, ma per il momento non volle stare a rifletterci, pensando piuttosto a presentarsi agli altri 2 ninja che erano stati convocati, dopo che uno di questi prese l’iniziativa di farlo per primo.Ciao, io mi chiamo Ryuu. Disse con un leggero sorriso, per poi voltarsi verso il capo villaggio una volta finite le presentazioni, che aveva delle importanti informazioni da dargli. Informazioni di cui colse al volo l’importanza: le sette spade leggendarie della nebbia erano sempre state una leggenda per il giovane genin, che alla notizia che potessero essere forgiate nuovamente rimase di stucco, stentando a credere alle parole che aveva appena ascoltato. Le sette spade?! Fantastico! L’idea di far parte di una missione di tale importanza gli fece schizzare l’adrenalina al massimo, essendo al settimo cielo e assolutamente pronto ad affrontare qualunque cosa pur di portarla a termine. Non era solo un’occasione per far parte di una bella avventura, era anche un’opportunità unica per ridare al villaggio della nebbia le sue leggendarie armi appartenute ai sette spadaccini della nebbia, ed in quel momento Ryuu decise che avrebbe dovuto compierla a qualunque costo, dato che il mizukage in persona confidava anche in lui. Dopo che quest’ultimo diede le istruzioni ai primi 2 ragazzi, si rivolse verso Ryuu e Ryuuto (che in effetti avevano dei nomi fin troppo simili, neanche a farlo apposta), consegnandogli 2 pergamene, che Ryuu si affrettò a prendere, e dandogli le istruzioni su un compito differente che avrebbero dovuto svolgere. Mmm…Paese dell’acqua calda, villaggio delle calde primavere, Ocha Chimizu. Va bene, tutto chiaro. Quando il mizukage finì di illustrare i suoi piani, domandò se avessero qualche dubbio da chiarire a riguardo, ma Ryuu fu più tentato di rispondere alla provocazione lanciatagli dal ragazzo dall’azzurra chioma. Non ti preoccupare per noi. Tu pensa a divertirti a fare pupazzi di neve. Gli disse con un sorrisetto ammiccante, come a volergli ricordare l’orrendo posto in cui stavano per andarsi a cacciare lui e la kunoichi. In fondo non lo disse con malizia, erano tutti e 2 entusiasti di partire al più presto e lo si poteva leggere benissimo sul volto di Ryuu, che fremeva dalla voglia di correre fuori da quell’ufficio, ma non appena la ragazza finì di chiedere maggiori informazioni sul loro obbiettivo, anche lui si sentì in dovere di dissolvere i suoi dubbi.
    Scusi, mizukage-sama, ma in che senso quest’uomo è un adoratore di un Dio? Cioè, dobbiamo cercare una specie di sacerdote?
     
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    pagati i post in amministrazione fino a questo + i post della seguente giocata: il grande evento

    Edited by -Shu - 16/9/2015, 19:38
     
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    Akira sembrava un bambino nel giorno del suo compleanno. Del tutto dimenticata la strigliata di poco prima, l'Hozuki non vedeva l'ora di aiutare a riforgiare le spade. Da un lato ero contento della sua devozione al villaggio, dall'altro sospettavo che tutto quell'entusiasmo nascondesse una sua passione (alquanto giustificata) per le lame.
    Per inciso, lo comprendevo benissimo. Garyuka, che era posata al mio fianco contro la scrivania, era una delle armi più pregiate (e pericolose) che erano in circolazione ed era, al di fuori dei miei affetti, il mio vanto ed orgoglio. Sentivo anche io l'arcana eccitazione che precedeva i grandi momenti. Sorrisi mestamente mentre Meika, più posata (ed evidentemente meno coinvolta emotivamente) mi chiedeva alcuni dettagli.
    Passate dall'Armeria, vi saranno forniti gli equipaggiamenti necessari per non congelare a Genosha. Per quanto riguarda l'Eremita... yare yare... perdonami il linguaggio franco Meika, ma ha un carattere di merda. Sul serio. Come insegnante era pessimo ed amava le prove inutilmente pericolose. È incredibilmente abile, saprebbe riforgiare da solo le Sette Spade, ma non intendo affidare a lui questo compito. Tamburellai le dita sul legno della mia scrivania. C'è sempre stato qualcosa di... oscuro in lui. Ha lasciato il villaggio molti anni fa, se ci fosse un altro a cui rivolgerci per i materiali ti assicuro che non esiterei a cambiare questa missione. Mi fido di voi. Lanciai uno sguardo ad Akira ed a Meika, molto intenso, quasi carico di aspettative. Ammetto che siete entrati a Taki, in quel Bosco, e ne siete usciti vivi. Non dovevate essere lì, ma dai vostri racconti riconosco che siete pronti. Portate a termine questo incarico e potrei pensare di promuovervi a Chunin. Dissi ai due Genin. Dunque mi rivolsi a Ryuu, che aveva anche lui una domanda.

    Non aveva mai avuto il piacere di incontrare una doratore di Jashin. Io sì, e le mie gambe ne portavano il ricordo: una cicatrice orizzontale all'altezza delle cosce.
    Ryuu, Ryuuto... oddio, ho fatto una cosa divertentissima a mettervi in missione insieme quello era innegabile! Ok, seriamente, preparatevi a gestire un tipo problematico. Non scherzo. Il contenuto della lettera dovrebbe consentirvi di gestirlo senza esagerati problemi, ma vedete gli adoratori di Jashin, anche se non sono sacerdoti, sono dei fanatici. E tra i dettami della loro religione, c'è anche l'assassinio, costante. Non è escluso che possa cercare di uccidervi prima che gli consegnate la lettera. Li guardai entrambi, molto attentamente. Qualsiasi cosa succeda, non fategli bere il vostro sangue, chiaro? Se lo fa, siete morti.

    Dunque tornai a rivolgermi ad entrambi i gruppi. A tutti e quattro, domani mattina all'alba ci saranno le navi ad aspettarvi. Ryuu e Ryuuto viaggeranno con una barca commerciale, Meika ed Akira, voi avete una barca più dedicata... oggettivamente, a Genosha non ci va un cane. Mi alzai, quasi con aria solenne.

    jpg


    Andate. E riportatemi le Sette Spade di Kiri.



    Frafri ha qualche problema al pc, posterà direttamente in Quest quando risolve :zxc:
     
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    Nuovi Incarichi


    Meika non condivideva il mio grande entusiasmo.
    Mentre ancora gongolavo al pensiero di riforgiare le spade, e di svolgere un ruolo cruciale in quella missione, l'Akuma pareva essere a gran lunga più preoccupata nell'affrontare i pericoli della selvaggia e mai domata Genosha. Un'enorme isola perennemente ghiacciata, dove le temperature raramente - se non un paio di settimane l'anno nel periodo centrale dell'estate - raggiungevano i zero gradi centigradi. Non me ne importava nulla, a dir la verità. Amavo viaggiare e conoscere nuovi posti - deserti esclusi - e per quanto pericolosa, avevo sempre pensato di fare una passeggiata sulla famigerata Genosha; adesso avevo anche un motivo più che valido, quindi ne ero ancora più contento.
    Meika sembrava conoscere il neo genin di nome Ryuuto, ma non era una notizia che al momento mi interessasse così tanto. L'impertinente risposta alla mia esortazione verso i due ragazzi di fare presto, fu barbaramente ignorata. Non feci proprio caso alle sue parole, intento già ad immaginarmi con le nuove spade tra le mani. Inoltre, avrei fatto la conoscenza di un nuovo misterioso ed oscuro personaggio: questo fabbro, questo eremita immortale, sembrava possedere una grandissima abilità e conoscenza dell'arte della forgiatura. Sarebbe tornato comodo, probabilmente, in futuro. Pensai a Mizukami, ancora spezzata e conservata nella teca di cristallo a Aogashima, nella vecchia villa della mia famiglia materna. Quando sarebbe arrivato il momento, probabilmente, avevo appena scoperto il nome di chi mi avrebbe aiutato a riforgiarla.
    Adesso ci toccava semplicemente trovarlo.
    Le sorprese, però, non era finite: Itai riconoscette ad entrambi, oltre alla stupidità e al eccessivo avventurismo, un certo grado di preparazione raggiunto. Forse era giunto il momento di diventare chunin, ovviamente Sette Spade permettendo. « Oh, si! » Esclamai, con l'entusiasmo ancor più rinfrancato. Questo significava diverse cose, probabilmente: nuove Spade per Kiri, nuovo grado per me, niente più compiti sulle mura.
    Ero carico a mille e, forse, anche eccessivamente motivato. « Tutto chiaro, Capo! Domani mattina all'alba, direzione Genosha. Adesso passiamo in Armeria per i materiali. La ringrazio per la fiducia, non la deluderemo! » Presi Meika per una mano e, dopo un velocissimo inchino, la strattonai via dall'ufficio, in direzione dell'armeria. « Saremo di ritorno in un baleno, non si preoccupi! »
    Genosha permettendo.

     
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    4 Genin per 7 Spade


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu
    Parlato Mizukage

    L’entusiasmo del ragazzo dalla bizzarra capigliatura non passò inosservato ai presenti, ma nemmeno Ryuu poteva considerarsi calmo, mantenendo il controllo solo per rispetto nei confronti del suo capo villaggio, che in quel momento si apprestò a rispondere alle domande dei 2 ragazzi, dandogli le informazioni che avevano richiesto. Stando alle sue parole, il tipo che avrebbero dovuto incontrare Meika e Akira non doveva essere per niente un tipo socievole e sembrava che lui lo conoscesse anche molto bene, avvertendoli sulla pericolosità del compito che gli aveva appena assegnato. Non doveva essere una missione da niente e Ryuu ebbe un sussulto quando sentì dire dal mizukage che se l’avessero portato a termine con successo avrebbe potuto promuoverli a chunin, capendo che anche loro erano ancora dei genin come lui e Ryuuto, e se loro potevano essere promossi a chunin, allora forse c’era una minima speranza anche per lui di farsi promuovere o quanto meno avrebbe potuto far notare le sue capacità. Non vedeva l’ora di partire, ma prima di tutto voleva sapere che tipo di uomo avrebbero dovuto cercare lui ed il suo amico.
    Ryuu, Ryuuto... oddio, ho fatto una cosa divertentissima a mettervi in missione insieme. Bè, in effetti, non poteva non ammettere che i loro nomi fossero curiosamente fin troppo simili, lasciandogli sfuggire un sorriso a metà strada tra il divertimento e il rimprovero per aver fatto abbassare di colpo il pathos del momento di quel bel momento. Almeno non perse tempo a tornare immediatamente serio, informandoli che nemmeno loro avrebbero dovuto prendere la faccenda alla leggera e descrivendogli una persona completamente diversa da quella che si era aspettato. Fino a quel momento non sapeva chi fossero gli adoratori di Jashin, ma dopo averlo sentito, avrebbe preferito non sapere che avrebbero dovuto incontrare un fanatico assassino che avrebbe potuto anche rivoltarsi contro di loro e tentare di assassinarli. Come potevano viaggiare in compagnia di un tipo così? E cosa avrà voluto dire il mizukage con quello che disse subito dopo? Qualsiasi cosa succeda, non fategli bere il vostro sangue, chiaro? Se lo fa, siete morti. Oh mamma, ma non sarà mica un vampiro? Ci manca questa. Quest’ultima cosa lo inquietò un po’, ma se voleva dimostrare di essere all’altezza delle aspettative doveva essere coraggioso ed accettare la missione da vero ninja. Ryuu osservò il mizukage alzarsi dalla sedia e volgere lo sguardo verso i 4 genin che aveva convocato, pronunciando poi con un tono solenne le ultime parole che stavano aspettando.

    Andate. E riportatemi le Sette Spade di Kiri.


    La data della partenza era stata fissata e i 4 genin erano pronti a partire per affrontare la loro missione. Conti su di noi, Mizukage-sama. Dopo un rapido inchino, Ryuu seguì a ruota i 2 ragazzi che si erano già catapultati giù per le scale, non volendo essere da meno e consegnando allo stesso tempo al suo compagno di squadra uno dei 2 rotoli affidatigli. Ne terremo uno ciascuno, ok? Ci vediamo domani mattina all’alba. E dopo aver salutato quest’ultimo si diresse a fare rifornimento di armi in vista del viaggio che lo aspettava. Essere scelti per riportare alla luce le sette spade di Kiri era un grande privilegio e nessuno gli avrebbe potuto impedire di portare a termine il suo compito, per l’onore suo e quello del villaggio.
     
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    Il Cuore di Hayate

    I




    L'ordine di convocazione era stato diramato e riguardava... di nuovo Akira Hozuki. Ma non solo. Anche Meika Akuma ed Asmodai erano stati convocati. In cuor mio volevo richiamare anche Ryuu e Ryuuto, ma erano ancora troppo inesperti per farsi carico di certe faccende impellenti. Ciò che era accaduto alla festa della fondazione poteva essere oltremodo pericoloso per il villaggio: se veramente il Flagello aveva intenzione di recuperare il Cuore cercato da Hayate avrebbe certamente cercato di infiltrarsi. Per cui dovevo necessariamente agire rinforzando quanto più possibile il perimetro di Kiri.
    Motivo per cui non potevo più lasciare solo su Akira il compito della difesa delle mura del Villaggio. Avevo bisogno di uno Shinobi più esperto: Seinji Akuma, ergo, Asmodai.
    Quando i tre fossero giunti nell'ufficio mi sarei stiracchiato un attimo sulla sedia. Akira sa già alcune cose, ma adesso devo informare anche altra gente e prendere le giuste contromisure. Dissi, con voce molto seria. Innanzitutto, lasciate che mi spieghi. Sono venuto a sapere con assoluta certezza che un Nukenin classificato di rango A ha tutte le intenzioni di infiltrarsi dentro Kiri per tentare di recuperare qualcosa. Dissi. Non so quando, non so come. Ma sembra essere estremamente interessato a recuperare questo oggetto, della cui natura per ora preferisco non parlare. Akira tu sei il guardiano. Ed era l'unico, inoltre. E non ho di che lamentarmi, nonostante mi dicano che ti lamenti tutto il giorno. Pensavo che l'aria fosse più tranquilla e che Kiri non fosse direttamente minacciata, ma ci sono voci e certezze che mi fanno spavento. Non posso continuare a fare affidamento solo su di te. Non era di certo mancanza di fiducia quella che stavo dimostrando nei confronti di Akira in quel momento, speravo che lui lo capisse. Non c'era spazio per orgogli personali in quel frangente.
    Voglio la massima allerta sulle mura, voglio tutti i controlli possibili. Il ninja mascherato qui presente... Indicai Asmodai. È Asmodai, un Akuma come Meika. Asmodai, Meika, da oggi sarete i nuovi guardiani di Kiri insieme ad Akira. Quella non era una richiesta. Era un secco ordine preciso e conciso. Avevo bisogno per il momento di distribuire al meglio le forze e se le mura erano in pericolo dovevo mettere lì uomini in grado di proteggerle ad ogni costo. Ho pensato ad un piano organizzativo per voi tre, ma prima di svelarvelo, voglio sinceramente sapere come voi vi organizzereste.
    Ero curioso. Akira e Meika lavoravano bene in squadra, ma avrebbero approvato uno shinobi mascherato che era comparso dal nulla? Fin dove si spingeva la loro fiducia nei miei confronti e la loro capacità di collaborare?


    Edited by -Max - 9/10/2015, 15:55
     
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    × Legenda
    Narrazione
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    Mi aspettavo un qualcosa del genere, a dire la verità. Brutti tempi correvano la fuori; un giorno un pazzo minacciava il mondo con una guerra, un altro giorno un altro pazzo cercava di ricreare qualcosa per un scopo. Il villaggio, da quando ci ero tornato, non mi dava molte sicurezze: giovani ninja erano cresciuti, ma di ninja con dell'esperienza alle spalle ve ne erano dannatamente pochi. E poi c'era il Mizukage: per quanto me lo ricordavo, egli avrebbe saputo difendere il villaggio, ma quanto questo poteva costare? Un demone liberatosi fra quelle mura avrebbe portato via non poche vite umane. E sopratutto: Itai non era onnisciente, non avrebbe potuto percepite oltre ai suoi sensi, non avrebbe potuto trovarsi sempre e ovunque; evitare sempre e ovunque le morti dei shinobi kiriani; stare sempre a difesa di ogni singolo abitante del villaggio. Ci trovavamo in una situazione di stallo. Io non ero ancora riammesso del tutto, e dovevo dimostrare la mia fedeltà al villaggio visti i miei punti di vista cambiati; d'altro canto Itai sembrava essere rimasto l'unico shinobi valido all'interno di quelle mura dopo la morte di Shiltar. Dove erano le nuove generazioni che Itai mi aveva promesso di far crescere? Ripensandoci lasciai bollire il pesce per troppo tempo e questo si sciolse dentro l'acqua calda, cadendo a pezzi.
    "Merda" - pensai, tirandolo da fuori il pentolone e buttandolo direttamente nel secchio di immondizia.
    "Niente buon sushi a questo giro".

    Quando arrivai nell'ufficio del caro buon Itai Nara, vi ci trovai altri due shinobi: una ragazza che aveva qualcosa di simile a me stesso, oltre al cognome; e un ragazzo che sembrava essere in gamba. Attivai subito la [Vista Vitale], con gli occhi celati dietro a una maschera, per ricordarmi il colore delle loro energie vitali... per il futuro. In ogni caso, arrivato li, ascoltai le parole di Itai Nara e un segno di preoccupazione comparve sul mio volto: cosa vi era di così importante a Kiri, da interessare persino un nukenin di rango così elevato? Se vi erano oggetti di quel calibro, andavano assolutamente portati in un luogo sicuro al più presto possibile. Se il Mizukage aveva informazioni così riservate e assolutamente certe, doveva prendere l'oggetto in questione e portarselo sempre dietro, o nasconderlo in un luogo abbastanza sicuro, anche li, nel suo ufficio, ove un nukenin di rango A non avrebbe voluto ficcare il suo naso squallido. In ogni caso, non osai interrompete colui che alla fine avevo accettato come mio capo, e ascoltai fino alla fine. Per un attimo mi sembrò strano che Itai non volesse parlare dell'oggetto - era davvero così segreto? - ma compresi le sue motivazioni: Akira, di cui parlava, non era abbastanza per scongiurare un pericolo così grande.
    Quando arrivò a presentarmi, inchinai lievemente il capo in senso di rispetto ai due shinobi presenti. E quando chiese come saremmo riusciti a collaborare, non mi rimase che scuotere il capo.
    «Se ti riferisci a dei possibili attriti in squadra, Itai, puoi star certo che non ce ne saranno,» - dissi con fare sicuro al Mizukage. - «Loro sono il seme di questo magnifico villaggio, e sono sicuro che il nostro gruppo di guardiani funzionerà come un meccanismo solo. D'altro canto, inutile ribadire che farò di tutto purché essi siano sani e salvi.»
    Mi fermai per un attimo prendendo dell'aria.
    «Puoi dire come si chiama il nukenin?» - chiesi sincero. Di nukenin ne conoscevo un bel po', tra quelli con cui feci amicizia e quelli con cui combattei, e se mi fosse stato dato un nome, ne sarei stato felice, altrimenti...
    Guardai gli altri due.
    «Se dovessimo fare gruppo, vorrei anche capire che abilità avete, come ve la cavate... »
    Cos'era quello? In ogni caso, dopo aver detto la sua tacque.
    Aveva molte domande in mente, e molte di queste non potevano trovare una risposta in quella stanza
     
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    Il Cuore di Hayate

    Nuovi Guardiani


    Un'altra convocazione da parte di Itai, l'ennesima.
    « E adesso che ho combinato? » Risposi al portavoce dell'amministrazione che era venuto fin alle mura per recapitarmi quel messaggio. In verità ne combinavo di tutti i colori tutti giorni - o quasi - quindi in verità era più il non sapere esattamente per cosa venissi convocato che mi metteva a disagio che la convocazione stessa. D'altronde, oramai, l'ufficio di Itai era ormai per me un posto oltremodo familiare, forse troppo per un genin.
    Riuscii a capire solo che non ero l'unico ad essere stato convocato ed, infatti, appena entrai nell'ufficio del Mizukage, subito dopo aver dato un paio di colpetti alla porta senza attendere la risposta, entrai al suo interno e trovai, oltre ad Itai, Meika. « Buongiorno! Questa scena ormai è fin troppo familiare per i miei occhi! » Dissi sorridendo mentre già mi addentravo nella stanza, posizionandomi sulla sedia posta a pochi metri dalla scrivania di Itai e mettendomi comodo su di essa. « Allora, immagino che siamo tutti, o sbaglio? » Ma mi sbagliavo, visto che poco meno di un paio di minuti fece capolinea un uomo che non avevo mai visto. Normalmente alto, ma dalle fattezze a me completamente sconosciute visto che indossava una maschera che ne occultava il viso. « C'è il circo in città? » Chiesi incuriosito, ma ci pensò Itai a togliermi i dubbi.
    L'uomo si chiamava Asmodai, o così si faceva chiamare, ed era un Akuma; lo stesso clan di Meika. Inoltre la motivazione per cui ci aveva riuniti in quel luogo divenne ben presto chiara, almeno per me. Dopo la serie di sfortunati eventi che mi aveva visto esser partecipe di una riunione segreta in quel dell'Accademia qualche giorno prima, Itai aveva necessità di rinfoltire le schiere di ninja alle mura visto che un Nukenin di massima pericolosità aveva intenzione di infiltrarsi a Kiri. Non potevo bastare di certo io sulle mura se questo tizio avesse avuto veramente intenzione di voler entrare nel Villaggio.
    Non me la presi, anzi, tutt'altro, capivo benissimo quello che stava facendo. « No, ovviamente, nessun rancore... Anzi, finalmente un pò di compagnia, almeno avrò di come passare il tempo! » Certo, sarebbe stata migliore una notizia con cui mi destituiva dall'incarico, magari con una promozione, ma non potevo chiedere tutto in una volta sola. « Se vuoi sentire la mia, e se Asmodai è un Akuma, a me la cosa più logica sarebbe porre sia Meika che Asmodai su delle torri intermedie nel perimetro delle mura, uno per lato rispettivamente. Io resterei al cancello, dato che ho finito solo da poco di sistemare il mio ufficio. In questo modo loro, grazie ai loro occhi, avrebbero perennemente una visuale su quasi il totale perimetro delle mura e non avrebbero problemi ad intervenire in caso di necessità. Io, invece, anche se ancora genin... » Buttai lì la battuta. « Sai che sono abbastanza tosto da buttare giù. Anche in caso che qualcuno di molto più potente di me volesse passare per il cancello, io non avrei problemi a restare illeso per il tempo necessario di far arrivare gli eventuali rinforzi. Che ne pensate? » Aspettai una risposta di Meika, Itai e anche dell'ultimo arrivato. « Aggiungerei soltanto, anche se sicuramente c'avrai già pensato, di anticipare il nemico. Procediamo noi stessi al recupero di ciò che lui cerca, ed usiamolo contro di lui. No? » Chiaro.



    Edited by H¡dan - 11/10/2015, 18:07
     
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    Nuove guardie




    La convocazione del Mizukage mi colse mentre stavo rincasando, con la spesa tra le braccia. L'uomo che la stava portando stava bussando alla porta di casa mia. Non troverai nessuno. Dissi, mentre prendevo le chiavi dalla tasca per infilarle nella serratura. Giusto in tempo allora. Per te, dal Mizukage. E mise la busta nella borsa della spesa, voltandosi per poi dileguarsi. Sospirai, sperando che non fosse in arrivo un'altra missione...




    ... Ed era peggio. Molto peggio. Mi sorpresi poco quando Akira si presentò (ormai finiva sempre che se venivo convocata io era convocato anche lui) ma quando comparve un uomo mascherato. Rimasi un attimo inquieta dalla sua figura, ma il Mizukage peggiorò la situazione rapidamente dicendo che Kiri era in pericolo per via di un potente Nukenin che sembrava intenzionato a cercare qualcosa nel villaggio.
    E che a quanto pare, Akira non fosse abbastanza. Senza troppi fronzoli Itai nominò me ed Asmodai nuovi guardiano. Ero un attimo affranta, ma non tanto per il ruolo che dovevo coprire, quanto più per le innumerevoli prese in giro che avevo riservato ad Akira sull'argomento! Segno che come sempre il karma sembrava volermi riservare un trattamento speciale e straordinariamente accurato. Non feci alcun cenno riguardo la nomina però l'accettai con un dignitosissimo cenno del capo mentre realizzavo cosa volesse dire: rischiavo di affrontare un pazzo fortissimo?
    Diavolo.
    Asomdai, che era un Akuma come me, disse che sarebbe stato opportuno conoscere le abilità dell'altro. Akira parve assumere che Seinji avesse ottimi occhi, probabilmente migliori dei miei, ma aveva creato una strategia che funzionava con una condizione forse non sempre realizzabile: ossia che Seinji, Akira ed io fossimo sulle mura... contemporaneamente.
    Uhm... in teoria se fossimo tutti e tre sulle mura andrebbe bene. Dissi riflessiva. Anzi, sarebbe ottima. Ma non possiamo essere sempre lì. Dovremmo in teoria distribuire equamente le forze per cercare di coprire più tempo possibile. Io sulle mura sarei un danno da sola, sopratutto se la minaccia è quella. Ma prima di tutto. Lanciai uno sguardo ad Asmodai. Asmodai, io sono un genin. Ed i miei occhi non sono un granché ancora, ho appena imparato ad usarli. Il qui presente guardiano invece è un Hozuki. Ottimo in corpo a corpo, come ha fatto intendere, può subire molti attacchi senza troppi danni. Akira difensivamente era una bestia rara. Asmodai, qual'è il tuo grado? E la tua forza? Perché magari sei molto migliore di noi... per cui se così fosse, io ed Akira dovremmo stare insieme, io con gli occhi e lui per il combattimento, mentre tu potresti farcela da solo. Strinsi un attimo le mie spalle. Certo, se dobbiamo stare tutti e tre contemporaneamente sulle mura la tua strategia è perfetta Akira. Ma non sarà sempre possibile, immagino. A seconda delle abilità di Asmodai la storia cambiava. Moltissimo. E di questo strano Akuma, del quale non avevo mai sentito parlare, non sapevamo praticamente nulla.
     
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    E dunque i due ragazzi con i quali Seinji fu affiancato si espressero, a modo loro, sempre seguendo il carattere di ognuno e i loro modi di fare. Il primo ragazzo, un certo Hozuki, si espresse dicendo che non era la prima volta che veniva convocato nell'ufficio del Mizukage, e a ripensarci Seinji pensò che l'ultima volta che era stato li, era quando fu catturato proprio da Itai Nara e portato dinnanzi a Shiltar, - pace all'anima sua! - e venne quasi ucciso e poi gettato lontanissimo, in fin di vita su una spiaggia lontana. Era un evento chiave nella sua vita, ed era legato proprio a quel luogo; senza di esso tutti quei ricordi, spesso dolorosi, svanivano via come se fossero fumo disperso proprio nella nebbia. Dunque, nel mentre Seinji si immergeva nei pericolosi ricordi legati a quel posto e all'uomo che siedeva dietro la scrivania prima di Itai, Akira Hozuki espresse il suo piano, che Seinji accolse né bene, né male, bensì prendendolo per dovuto: anche l'Akuma era stato un guardiano, sebbene sulle mura di Ame, e sapeva che l'esperienza faceva tutto. Se quel tipo aveva abbastanza esperienza, significava che anche le sue decisioni erano esperienti, poiché legati al luogo e alle varie caratteristiche dello stesso, e che quindi le sue decisioni erano giuste. Finito di parlare il primo ragazzo, Seinji non si scompose, ma rimase a stare mascherato non troppo lontano dalla porta, in attesa che anche la seconda invitata si esprimesse. Questa era parsa a Seinji poco più di una ragazza dalla tenera età, - o quasi, - forse non troppo esperiente e forte, ma sicuramente con una mente fredda e lucida (il che era una caratteristica molto comune tra gli Akuma, se non prendere in considerazione Seinji Akuma stesso nei momenti in cui si accendeva di indole passionaria). Questa disse a Seinji di essere una genin, e le parve essere non troppo sicura di sé, il che era un'altra caratteristica positiva: troppa sicurezza faceva male e portava spesso alla morte. La paura bisognava averla sì abbastanza, ma contrastarla.
    Comunque, dopo aver ascoltato le parole della ragazza Seinji sorrise lievemente, anche se nessuno lo avrebbe notato dietro alla maschera raffigurante un lupo che portava.
    «Con gli occhi spero di poterti aiutare, qualora il Mizukage non abbia niente in contrario vista l'attuale situazione delle cose.» - Fece una pausa incrociando le braccia e prendendo respiro; a momenti li osservò tutti. - «Per quanto riguarda il mio grado, e la mia forza, non posso dirvi niente... perché non vi conosco e la mia forza potrebbe essere inferiore alla vostra. L'unico che ci conosce tutti qui dentro, sembra sia Itai Nara, e dunque lascio il compito a lui di distribuire le forze in base alle capacità che ognuno ha. Nella mia vita ho combattuto tanti avversari, contro alcuni ho vinto, contro altri ho perso, ma di certo non temo nessun nukenin di Rango A, e anche se Diogene Mikawa in persona venisse qui a rubare qualcosa, gli darei la caccia e lo ammezzerei perché è venuto sulla terra dei miei avi, a spaventare le persone che ci abitano, a rubare cose che ci appartengono e a disonorarci non come ninja, ma come uomini, perché non siamo riusciti a proteggere la cosa più preziosa che abbiamo: il villaggio. Per il resto...» - sospirò l'Akuma girandosi verso Itai, - «mi atterrei alle proposte del guardiano in carica, e lascerei l'ultima decisione al Mizukage.»


    OT: Parola la Kage.
     
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    Il Cuore di Hayate

    II





    Fui sollevato nel notare che nessuno ebbe da ridire. Non nutrivo molti dubbi su Akira e Seinji da quando era tornato a Kiri sembrava seriamente intenzionato a collaborare. Non mi sorpresi quando lui mi chiese il nome del Nukenin. In effetti per abitudine l'avevo presentato come il Flagello ma era indubbio che l'individuo fosse lo stesso che aveva portato alla liberazione dello Yonbi a Suna. Jeral, il Flagello Immortale Dovevo essere serio, ma mi scappò una spontanea risatina. Un nomignolo carino quello di Flagello Immortale, peccato che con straordinaria accuratezza avesse scelto di non osare confrontarsi contro qualcuno della sua stessa taglia. Insomma, potete capire bene che si tratti di un pallone gonfiato. Dissi molto irritato. Ma rimane un pallone gonfiato pericoloso, sopratutto per voi.


    Dunque i tre cercarono di imbastire un piano d'azione. Seinji pareva straordinariamente remissivo in tal senso, chiedendo prima informazioni per poi di fatti affidare la scelta ad Akira. L'idea di Akira per quanto ottima soffriva degli stessi difetti che aveva notato Meika: richiedeva la contemporanea presenza di tutti e tre guardiani sulle mura.
    Asmodai è ben più forte di voi due. È un chunin ed ha esperienza. Dissi. Le illusioni dell'Akuma erano incredibilmente fastidiose: il Flagello poteva credere chissà cosa mentre Seinji lo distraeva, se fosse stato necessario. Akira la tua idea è ottima, ma Meika ha ragione: non posso lasciarvi tutti e tre sulle mura, contemporaneamente. Dovrei sottoporvi ad un doppio turno ogni giorno, lasciando dunque delle ore scoperte se dovete riposare. E Meika ha ragione nel dire che sulle mura da sola non può rimanere. Tu sei un bravo combattente, Asmodai è esperto, ma tra voi tre lei è quella che ha bisogno di supporto. Non sarà facile, ma conto di far durare questa storia molto poco: minimo due sulle mura, sempre. Asmodai ed Akira, dunque Asmodai e Meika, infine Akira e Meika. Turni di guardia da otto ore ciascuno, decidete pure voi l'ordine, siete liberi di fare cosa volete in tal senso. Avremo sempre un combattente ed una vedetta in questo modo. Tamburellai le dita sul legno della scrivania. Sì Akira, ho in mente di fare qualcosa per questo oggetto. Dissi con voce decisa. Dovevo fare in modo che la minaccia del Flagello fosse allontanata da Kiri (in primo luogo) e dal mondo (in seconda battuta). Asmodai, tu mi aiuterai nelle ricerche. Agiremo stanotte, quando il Villaggio dorme. Akira, Meika voi due invece starete di guardia sulle mura. Il motiva era chiaro: non mi serviva concentrare tutte le mie forze nella ricerca di un oggetto quando gli occhi di Asmodai potevano attraversare roccia ed oscurità. Anche quelli di Meika, era vero, ma non sentivo di voler coinvolgere troppo la genin se potevo evitarlo: lei era destinata ad altri incarichi che alle mura del villaggio. Voglio che teniate gli occhi ben aperti... e vi lascio un aiuto, sopratutto per questa notte. Lei poteva certamente aiutarli, qualsiasi cosa sarebbe successa. Yogan. Non so quali sistemi di sicurezza può scatenare un oggetto così nascosto e Shiltar Kaguya era... passatemi il termine... un misantropo del cazzo. Quasi mi veniva da digrignare i denti. Teneva tutto nella sua testa, non c'è un accenno a questa cosa da nessuna parte. E visto che il suo cervello è cibo per i vermi, adesso mi tocca risolvere questa cosa scavando tra le macerie! Quello era un piccolo (giustificato) sfogo nei confronti di Shiltar.


    Per inciso, se avessi anche solo intuito che aveva nascosto la storia dell'Abete (cosa che, ovviamente, non avevo la minima possibilità di fare) avrei imprecato da lì all'eternità, iniziando a farlo rivoltare nella tomba sempre e costantemente fino a farla scavare ancora più profondamente verso il centro della terra dove il suo corpo avrebbe bruciato nel magma disperdendosi poi nel mondo sotto forma di cenere che ricadendo al suolo avrebbe contribuito a fertilizzare l'erba che avrebbe nutrito ruminanti di vario tipo. Altro? Domandai.
     
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    L'ora dell'Artista


    La mia proposta sembrava aver ottenuto buoni riscontri, anche se ovviamente mi si fece notare di come ciò richiedeva la presenza di tutti e tre sulle mura.
    Cosa che avevo dato per scontata. « Beh, sinceramente, se il problema è che questo nukenin è così potente, l'unica soluzione ottimale per me vedeva la presenza di tutti e tre contemporaneamente sulle mura. Veramente io e Meika o Asmadoai avremmo qualche speranza? Io penso proprio di no... Quel che si può fare è dare l'allarme e intrattenerlo il più possibile, senza morire magari, ed in quello io sono abbastanza bravo... » E quella era la mia più grande arma nei combattimenti.
    Il ninja mascherato continuò a parlare, rivelandosi come una specie di crociato fanatico per la sua unica missione, ovvero proteggere Kiri. Lo guardai leggermente sorpreso, con le labbra spinte in avanti, in un'espressione quasi comica. Interessante visione del mondo, non c'è che dire. Fuori dai miei canoni, ma servivano anche persone del genere al mondo, se a Kiri ancor meglio.
    Quando riprese parola Itai, finalmente ci rivelò il nome del famigerato nukenin: Jeral, il flagello immortale. Mentre Itai abbozzò ad una risatina, io sputai fuori tutta l'aria che tenevo nei polmoni per evitare di incominciare a ridere in maniera convulsa. « Ma che? Veramente? Non è uno scherzo? » Esclamai divertito. « Non posso credere che esiste gente così fomentata al mondo! Pensavo di essere uno dei casi peggiori sinceramente! » Cercai di riprendere il mio posto e di recuperare il contegno allo stesso tempo. « Va bene, stendiamo un velo pietoso sui nomignoli... Conosciamo qualche abilità di questo tizio? » Chiesi, ancora sorridente in volto ad Itai, prima che questo passò a rivelarci la sua decisione riguardo i turni di guardia. Ci saremmo ruotati sempre in coppia, in modo da non lasciare mai sola Meika e, al contempo, di avere sempre una vedetta Akuma sulle mura. « Beh, si, non sembra male come idea... » Acconsentii alla nuova disposizione, meno alla notizia che avrei incominciato io per la notte e che saremmo stati accompagnati da Yogan, mentre loro si sarebbero dilettati nel recupero dell'oggetto misterioso. « Perché sempre a voi le parti più divertenti? » Sbuffai spazientito, ma sapevo già che era una battaglia persa.
    A quel punto, la riunione sembrava terminata, anche se io avevo qualche altra informazione. « Ehm... In realtà io avrei una notizia, penso buona eh... » Misi le mani avanti. « Itai, penso sia arrivata l'ora dell'Artista. Ho quello che gli serve... Insomma, si, ci siamo capiti? » Evitai di fare riferimenti troppo precisi di fronte a Meika e Asmodai, visto che avevo avuto l'ordine di mantenere l'assoluto riserbo sulla questione.

     
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    Parlato il Kage e Akira, toccò i nuovo a Seinji prendere parola. Questi scosse il capo, come per dire che non conosceva niente del tipo in questione, ne aveva mai sentito pronunciare il suo nome. Certo, aveva un soprannome strano, ma oltre a questo? Oltre a questo Seinji non conosceva nulla, ed era un po' come camminare nel buio totale: potevano attendersi ogni cosa, ogni tipo di attacco proveniente da ovunque. Poteva paragonare il tizio in questione con il Mikawa, ma era più forte o meno forte? E sopratutto: che abilità aveva? Che jutsu usava? Scuotendo il capo Seinji mosse anche dei passi, arrivando a posizionarsi vicino a Itai.
    «Che informazioni abbiamo in merito a questo shinobi?» - Chiese guardando il Mizukage. - «Insomma, dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare, prima di allestire i benvenuti per lui. Sarebbe utile scoprire tutto: dal colore delle sue mutande, fino ai suoi jutsu. Per il resto...» - per il resto era d'accordo con i piano del Kage: prevenire, agire, muoversi, cercare, ma sopratutto difendere le mura. Ma fino a che punto sarebbe stato utile difenderle? Chi era il loro nemico? Cosa potevano aspettarsi? Le informazioni era sempre a peso d'oro, e in quell'occasione sembravano non averne. Ascoltò dunque della missione che avrebbero dovuto svolgere di notte, nel mentre il villaggio dormiva.
    «Agli ordini Itai. Sono molto curioso di scoprire di che oggetto si tratta... Specialmente se nascosto da Shiltar.» - Se lo ricordava Shiltar. Cazzo sì che se lo ricordava Shiltar. E se si trattava di un oggetto prezioso, non aveva dubbio alcuno sul fatto che era nascosto non dietro un sistema di sicurezza, ma dietro 24 sistemi di sicurezza. - «Eh, se si potessero resuscitare gli shinobi, Itai, sarebbe un bene chiedergli perché si comportasse in quel modo. Una sola domanda: siamo sicuri che riusciremo a nascondere quell'oggetto in un modo migliore di come l'abbia nascosto Shiltar?.. Sarebbe un vero peccato se scoprissimo che quel Jeral l'ha fatta apposta a rivelare i suoi piani, e che magari ripoggia fiducia nel fatto che noi recupereremo l'oggetto in modo che lui possa semplicemente venirselo a prendere una volta che noi l'abbiamo trovato.» - Era una domanda legittima, che si voleva credere oppure no. Finché l'oggetto rimaneva nascosto nel luogo in cui l'ha nascosto il Kage precedente, pochi sarebbero stati gli shinobi in grado di eludere la follia di quel tizio; ma una volta preso, tolto via dal suonascondiglio?
    E sopratutto: chi era quel ninja? Davvero bisognava fermarlo alle mura, oppure allestirgli una trappola dentro le mura, catturandolo?



    Edited by leopolis - 13/10/2015, 17:46
     
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  15. -Meika
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    Il Cuore di Hayate

    Una vita sulle mura




    Sia ciò che Akira che il Mizukage dicevano aveva un senso. Se un Nukenin di grande potere era diretto lì probabilmente il massimo che avrebbero potuto fare sarebbe stato dare l'allarme ed attendere rinforzi. Più forze sulle mura significava avere più possibilità di respingere l'offensiva.. ma nessuno di noi tre avrebbe retto una continua corsa di ventiquattr'ore sulle mura. Per questo, alla fine dei conti, il piano del Mizukage non era male. In ogni caso c'era qualcuno abbastanza forte da resistere al Flagello, in ogni caso c'era una vedetta. In un caso c'era addirittura la possibilità di avere entrambi (sia Akira che Seinji)! Maledissi la mia debolezza, ancora una volta, questa volta in silenzio mordendomi dolorosamente l'interno della guancia.
    Akira-kun Dissi allora al ragazzo. Non possiamo di certo stare tutto il giorno sulle mura. Per due terzi saremmo straordinariamente coperti e poi per un terzo no. Se è un sensitivo potrebbe scoprirlo fin troppo facilmente. Dissi, comprendendo quando il Mizukage aveva voluto dire. Dunque il discorso passò a cosa fare riguardo il cuore. Tuttavia non dissi nulla. Avevo come la netta sensazione di centrar poco nella decisione riguardo l'oggetto che il Nukenin voleva. Certo era che magari, se avessimo scoperto che era ben chiuso ed al sicuro, l'avrei lasciato certamente lì. Scoprire dove fosse era imperativo tuttavia il cosa farne dopo era dubbio. Avrei davvero voluto immaginare cosa frullava nella testa del Mizukage.

    Subito dopo Akira parlò facendo uno strano riferimento a qualcosa di strano. Rimase molto sul vago e non fece comprendere nulla di interessante, ma aveva detto che era giunto il momento di mettere alla prova "l'Artista". Chi era? Detta così non si comprendeva nulla, né che fosse un uomo o una donna. Non mi sorpresi più di tanto, del resto. L'Artista, Akira? Domandai, genuinamente curiosa. Magari era venuto, durante le sue missioni, in contatto con certa gente.
    Mi incuriosiva sapere come mai quella la considerasse una buona notizia, tuttavia.

     
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275 replies since 12/4/2010, 10:32   7400 views
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