Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Cuore di Hayate

    III




    Asmodai espresse dei dubbi corretti. Era certo che se avessi dovuto trovare il cuore solo per metterlo in un posto meno efficacemente protetto l'avrei lasciato lì. Tuttavia vi erano altre importanti considerazioni da fare. Innanzitutto non lo stavo cercando per spostarlo, quando più per osservarlo e comprenderne la natura. Dopodiché il mio intento era ancora fumoso, i dettagli ancora da definire e la strategia essere ancora tracciata ma la via che avevo scelto era certa. Mettere altri muri non sarebbe servito a nulla, se non a far rumore quando essi fossero caduti. I pericoli sorgevano in ogni dove e dovevo agire al più presto per cercare di sfoltire la selva dei nemici della Nebbia. Voglio osservarlo, voglio comprenderne la natura e studiarlo, oltre che capire dove si trova. Non mi piace che oggetti cercati da Nukenin di vario genere siano nascosti nel mio villaggio. Tutti avrebbero colto la mia irritazione. Perché Shiltar si era comportato in quel modo? Sapeva benissimo che non sarebbe rimasto Kage per l'eternità, perché non aveva predisposto le cose in maniera tale da rendere più facili e sicuri i giorni del suo successore e dunque il Villaggio intero? Comunque, posso assicurarti che non sono questi i suoi piani. Lui è venuto a sapere insieme al mio informatore dell'esistenza di questo oggetto, non ne era a conoscenza precedentemente.


    Chiusa quella storia Akira uscì un discorso che mi sorprese. L'Artista. Non avevamo mai avuto modo di testare l'effettiva qualità di quella donna così dotata, ma evidentemente lui doveva aver trovato un cadavere che poteva essere in un certo modo utilizzato. Mi grattai la guancia per un istante e lanciai una fugace occhiata a Meika. Lei era una Genin, non poteva sapere dell'Artista. Non avrei fatto eccezioni - oltre che Akira - su quello. Perfetto. Dissi solamente. Mandami tutte le generalità, ti darò una risposta oggi stesso. Chiusi il discorso vago, sapendo che avrebbe capito. Avevo bisogno dei dati del cadavere prima di approvarne il suo utilizzo per l'Artista. Erano stati quelli i patti che io stesso avevo stabilito. Direi che questa riunione è conclusa. Lascio a voi l'organizzazione dei turni. Mi fido di voi. Sospirai. Durerà solo qualche tempo. Ho altri compiti, per tutti voi. Akira, Meika e Asmodai non erano destinati a fare le vedette ancora a lungo. Ma le mura erano forti quanto i ninja che le difendevano, ed io avevo bisogno dei miei uomini migliori lì sopra in quel momento.

     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è

    Group
    Giocatori
    Posts
    18,050
    Reputation
    +214
    Location
    Luce di stelle

    Status
    Anonymous

    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»


    A sentire le spiegazioni del Kage, Seinji Akuma, - in arte Asmodai, fece solo un cenno col capo, che voleva significare un sacco di cose, e che in contempo non voleva pronunciare nessuna di esse. Aveva un monte di domande in testa, che gli frullavano manco fossero quei dubbi esistenziali tipici dei giovani ninja, e invece preferiva tenersele tutte per sé; del resto, se il kage voleva solo osservarlo, non tanto ri-nasconderlo o far altro, bhe, perché no? Lo avrebbe studiato entrambi, qualora la missione di ricerca del prezioso oggetto fosse avvenuta realmente quella notte. E sopratutto... se Asmodai, grazie ai suoi occhi e fiuto, lo avesse trovato insieme al Nara, perché una cosa nascosta da Shiltar rimaneva sopratutto una cosa nascosta da un quasi-maniaco con pessimi gusti politici e non solo.
    «D'accordo,» - disse l'Akuma. - «Vado a fare qualcosina da masticare per stanotte se non hai altre informazioni necessarie per me.»
    Dunque, ascoltando il resto del discorso rivolto ad Akira- su un qualche artista, ma questi non erano affatto affaracci suoi! -, ed ascoltando la chiusura della piccola riunione avvenuta, Seinji Akuma compose un solo sigillo sotto il suo mantello, e sparì da quell'ufficio dileguandosi in una nuvolina bianca.
    Cosa aveva ottenuto da quell'incontro? Informazioni importanti e giovani ninja. A Kiri questi esistevano davvero e andavano potenziati.
    Arrivato a casa, invece, l'Akuma si tolse la maschera.
    "Diamine..." - pensò. - "Non so che cosa sia quell'oggetto, ma mi servirà una vista nuova per trovarlo in questo villaggio od oltre di esso".
     
    .
  3. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Cuore di Hayate

    Un nuovo inizio




    Il Mizukage non spiegò nulla sull'artista. Spiegò ad Akira qualcosa ma si comprese immediatamente che fece di tutto per rimanere vago. Non amavo i segreti, ma comprendevo la necessità della loro esistenza e della loro applicazione ed ero anche certa che se Akira non me ne aveva parlato doveva esserci un motivo serio. Così lasciai perdere, limitandomi ad annuire alle parole del Mizukage. Dovevamo solo resistere, no? Avremmo passato sedici ore al giorno sulle mura, sarebbe stata dura, ma non intendevo lamentarmene. Sopratutto davanti all'uomo che ci aveva dato quell'incarico, dimostrando una certa fiducia in noi. Asmodai disse qualche breve parola e scomparve, io, incerta se Akira dovesse parlare o meno col Mizukage decisi di togliere il disturbo. Io vado Mizukage-sama, tutto è deciso. Akira, io vado sulle mura. Dissi lanciandogli uno sguardo che stava chiaramente a significare "ti aspetto lì". Dunque uscii dalla stanza, cavando l'impaccio per quell'ultimo discorso, raggiungendo le scale per poi scenderle con calma.


    Fuori dall'Amministrazione, prima di dirigermi presso le mura voltai per alcune strade note, finendo in uno stretto vicolo nella parte più vecchia e centrale di Kiri. Lì mi poggiai al muro e finalmente riuscii a boccheggiare. Sentivo il cuore battere così forte da farmi male nel petto ed una oscura sensazione stringerlo e scuoterlo. Non appena alzai lo sguardo dalla pavimentazione della strada la vidi. Erano diverse settimane che non mi capitava. Avevo forse scioccamente sperato che fosse scomparso ed invece era lì, a ricordare tutte le mie orribile paure.

    Sei debole.



    Era la prima volta che sentivo la sua voce. Mi misi una mano sulle orecchie, ma non servì a nulla. Come poteva servire a qualcosa: la voce era nella mia testa.

    Non si possono affidare a te.



    Volevo urlare di lasciarmi stare, ma non riuscivo. Sapevo che stava dicendo la verità: ero debole, sia il Mizukage che Akira avevano pensato che non potevo rimanere sola sulla mura. Persino io stessa l'avevo pensato! Ma non era di certo quel pensiero a ferirmi, entrambi avevano deciso ciò che era meglio. Ma il peso schiacciante dell'inutilità si faceva sentire insieme al terrore.
    Il terrore di trovarmi dinanzi un nemico troppo forte, e non essere abbastanza brava per quel compito che mi era caduto dal cielo. No! Io devo riuscire a... non terminai il pensiero.

    Morirà.
    No...
    E sarà solo colpa tua!



    L'urlo mentale che seguì quelle parole spazzò via il demone, lasciandomi con la schiena poggiata contro il muro del vicolo isolato nel quale mi ero isolata. Rimasi ferma qualche istante, alzando lo sguardo verso il cielo nebbioso. Dunque, con le gambe ancora appena incerte, mi diressi verso le mura. Quanto ero rimasta in quel vicolo?


     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Il Cuore di Hayate

    Resoconto


    Meika sembrava curiosa.
    Probabilmente troppo curiosa visto che lei era ancora genin e, ad eccezion fatta per me, che ero anche deputato a gestire i contatti con quella donna, nessun genin del villaggio, e neanche tutti i chunin, sapevano bene a cosa mi riferivo. La notizia era disponibile si ai chunin, ma non con tutte le particolarità di quella donna. Era meglio non dare fiato a possibili ninja irredentisti, agognanti di ottenere nuove armi, per cui avrebbero incominciato ad uccidere ed uccidersi tra di loro. L'Artista avrebbe lavorato per Kiri, e Kiri avrebbe aiutato l'Artista nel accrescere la sua arte.
    Ma c'erano ben altri pensieri nella mia mente. Quella donna e il suo potere erano pericolosi. Non solo per Kiri, ma forse per tutta l'Accademia. La notizia era
    riservata, ma nulla proibiva di pensare che, prima o poi, una fuga di notizie avrebbe potuto interrompere quella pace fruttifera per entrambi.
    Avevo bisogno di parlare con Itai anche di questo.
    « Ehm... Mi spiace Meika, non posso parlartene. Ti prego, non chiedere. Ti spiegherò tutto a tempo debito, promesso. » Magari quando saremo stati promossi chunin. « Ragazzi, vi posso chiedere di lasciarmi solo? Devo approfondire questa questione per un attimo... » Quello era da vedere. « Ehm... Si, Meika, ci vediamo lì. Asmodai, è stato un piacere. » Anche se non era certo un pozzo di simpatia, era un ninja a cui sembrava stare particolarmente al cuore il Villaggio.

    Quando e se fossi restato in compagnia unicamente di Itai, mi sarei sbracato ancor più sulla sedia, allungando le gambe. « Faccio un piccolo riassunto di quel che è successo ieri. Si è presentato qui un chunin di Konoha, Sho non mi ricordo cosa. Aveva una missione da svolgere per l'Amministrazione della Foglia e approvata dall'Accademia: doveva uccidere un certo Isaka, un chunin del Villaggio con un passato da criminale. Sembrava avere tutti i documenti a posto, quindi ho acconsentito di farlo entrare nel Villaggio a patto che avesse accettato di rimanere sotto la mia giurisdizione e sorvegliato a vista da me. In breve abbiamo trovato questo Isaka sulla costiera, solo che era già morto. Sul posto abbiamo rinvenuto svariati cadaveri di lupi ed un altro ninja, un genin di Kiri, di nome Keiji Kagome. Questo dice di aver posto unicamente fine alla vita di Isaka, ormai ferito a morte dai lupi... » Mi fermai un attimo, per riprendere fiato. « Sho e Keiji hanno lasciato il pomeriggio stesso il Villaggio con un documento redatto da me da portare a Konoha, così che Keiji potesse testimoniare l'avvenuta morte di Isaka. Facendo finta di credere a tutta la storia, adesso abbiamo un bel cadavere nel mio ufficio... L'ho fatto sistemare in un sacco dentro una vasca che ho fatto riempire di ghiaccio... Dovrebbe essere in condizioni ancora... » Non mi veniva un termine esatto. « Accettabili? » Guardai Itai con la coda dell'occhio. « Normalmente non mi piacerebbe che un ninja di Kiri diventasse un'arma, però visto che era un farabutto... Sarà più utile da morto che da vivo, no? Che ne dici, vogliamo vedere di cosa è capace questa donna? »
    Avrei atteso la sua risposta, per proseguire. « Se sei d'accordo e se a Yogan va di fare una passeggiata, domani mattina potrei partire ed essere di ritorno per il giorno dopo. Ritornerei dopo qualche giorno quando l'Artista avrà terminato la... Lavorazione... » Che brutti termini da utilizzare per un corpo umano. « Infine... Un ultima cosa. Penso che c'avrai già pensato te, ma questa donna è eccessivamente pericolosa... Se qualcuno di sbagliato venisse a sapere della sua esistenza, probabilmente saremmo costretti a ucciderla, visto che non penso che avrà intenzione di spostarsi a Kiri volontariamente... Allo stesso modo, perdere un'abilità unica come la sua sarebbe veramente da sciocchi... Bisogna fare qualcosa quando ne avremmo la possibilità, non credi? »

     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Ritorno dall'Artista




    L'Akuma parve curiosa. Comprensibilmente anche, ma Akira sviò il discorso in un modo che mi fece alzare un sopracciglio in maniera appena divertita. Meika uscì subito dopo, e con la sparizione di Asmodai rimanemmo da soli io e l'Hozuki a parlare di macabri argomenti quali cadaveri da trasformare in armi. La curiosità è donna, è questo il detto, no? Commentai. Se volevi farle venire una curiosità terribile riguardo l'Artista ci sei appena riuscito. Ma non ero arrabbiato. Mi fidavo di Akira ed avevo il sospetto che Meika avesse capito che non era qualcosa che poteva sapere. Non ancora, almeno.


    Mi rilassai sulla sedia (mai quanto l'Hozuki!) mentre mi raccontava che cosa era successo. Mi raccontò di come questo Isaka, un criminale che si nascondeva a Kiri come un normale cittadino fosse stato trovato ed ucciso da dei lupi ed un certo Keiji Kagome. La storia era abbastanza lineare e non presentava alcun elemento che mi potesse far sospettare che questo tale potesse essere un pericolo per Kiri se dato all'artista. Anzi, il conoscere finalmente le effettive abilità della risorsa trovata non mi sarebbe certo dispiaciuto. Così alla fine dei conti, semplicemente annuii. Controllerò i dati di questo tale, ma non dovrebbero esserci problemi Akira. Dissi. Odio il posto che ti ho dato, ma quando non scappi lo sai far bene. Aggiunsi appena divertito, con un chiaro riferimento alla gitarella a Taki che già gli era costata un certo rimprovero. Poi il discorso cadde su un futuro (lontano? Non ne avevo idea) in cui probabilmente avremmo dovuto fare qualcosa per l'Artistia.


    Ci avevo pensato già molte volte. Sarebbe stato più facile ucciderla e rubare le sue abilità, oppure costringerla ad insegnarle a qualcheduno nel villaggio. Ma per il momento non era necessario attuare piani simili quanto più pensarli. Vedi Akira, credo che noi consideriamo lei una risorsa per il Villaggio, lei ci considera potenziali clienti. Se le voci della sua esistenza dovessero diffondersi potrebbe essere un problema, è vero, ma non tale da compromettere la sicurezza stessa di Kiri. Era un'ottima artigiana, una risorsa che avrebbe potuto creare armi potenti se portati i giusti cadaveri, ma al contempo non era abbastanza pericolosa da preoccuparmi davvero. Erano altri i veri mostri. Il Flagello, Diogenes: tutta gente che metteva in pericolo la sicurezza Accademica. Domani mattina sul tardi passa da casa mia, lì troverai Yogan che ti darà un passaggio. Avrei dovuto convincerla! Verrei se non ci fosse la storia di questo bastardo infame di mezzo. Ho voglia di conoscerla e magari faglielo capire. Ah, comunque, hai marinato il primo giorno di lavoro intensivo. Hai un talento. Ovviamente l'ultima frase era una battuta visto che stava svolgendo un altro compito per il Villaggio. Seinji e Meika avrebbero dovuto organizzarsi diversamente per quel singolo giorno. Se non c'è altro Akira, va pure. Chiesi all'Hozuki.


     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Il Cuore di Hayate

    All'Indomani


    Adesso che eravamo tra di noi il tutto era diventato molto meno formale.
    Non che Itai mi avesse mai dato o concesse le libertà che mi prendevo, ma io credevo legittimamente di potermi mettere a mio agio quando ero solo con lui. In fondo, era ancora in credito con me per avermi impiegato sulle mura.
    Itai ascoltò il mio discorso e la storia del giorno precedente, concordando con me che, probabilmente, non ci sarebbero stati problemi ad utilizzare il cadavere di quel furfante di nome Isaka, aggiungendo anche una piccola battuta sul fatto che svolgessi bene il mio ruolo quando ne avevo voglia - e quando ero presente alle mura. « Pensa te come potrei essere efficiente a svolgere un ruolo che mi stimola! » Buttai lì la battuta, senza troppi fini.
    A mia differenza, però, Itai non vedeva in quella donna un pericolo per Kiri, non condividendo con me le mie preoccupazioni. Feci spallucce al riguardo. « Beh, che dire... Se non ti preoccupi te, evidentemente mi sto preoccupando troppo io! » Aggiunsi ridendo poi riguardo all'osservazione che avevo trovato un modo per marinare il primo giorno di lavoro intensivo. « Sono un fuoriclasse d'altronde, che pretendi? » Mi alzai dalla sedia. « Ok, mi sembra di aver detto tutto! Allora passo domani mattina, ti faccio sapere al mio ritorno cosa ne esce fuori da questa storia, va bene? Raggiungo Meika sulle mura... Non vorrei che mettesse a soqquadro il mio ufficio! » Il che stava a significare che gli avrebbe dato una sistemata, una lavata e, probabilmente, sarebbe infine svenuta nel trovare un cadavere in una vasca ghiacciata.

     
    .
  7. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ritorno a casa

    I




    Lo spirito delle sfortuna sembrava inseguirci accanitamente anche lì, nel rifugio e nella calda ed intima sicurezza di quella stanza che era solo per noi due. Akira mi trattenne, spazzò via con quel gesto i miei dubbi e le mie paure e con lentezza si riavvicinò a me per riprendere dal punto esatto in cui io avevo interrotto... quando dapprima giunse Sanjuro, dunque l'Eremita e per finire Samoru a rovinare quello che sarebbe dovuto essere un momento perfetto.
    Sentii l'imprecazione di Akira e sorrisi appena, dolcemente, non riuscendo realmente arrabbiata: sentivo il cuore in gola che batteva incessantemente ed il viso era arrossato per l'emozione, ma l'animo era leggero e la mente chiara e sgombra da qualsiasi pensiero. Dalla buccia di pera a questo... mi sa che Samoru e l'Eremita sono i Kami della sfortuna che abbiamo maledetto ultimamente. Sussurrai ad Akira, senza riuscire a trattenere una delicata risatina. Prima che Samoru si avvicinasse alla sua calda locandiera riuscii solo a passare una mano su i suoi capelli, scompigliandoli delicatamente.
    Poi il vecchio ma sempre arzillo marinaio decise di scambiare Akira per una avvenente donna e si avvinghiò a lui. Riuscivo a sentire il puzzo di alcool pure io e non potei far altro che allontanarmi.
    Mi scostai, a quel punto appena seccata (anche se la scena aveva un che di comico) perché non volevo altro che ci lasciassero in pace; tuttavia Akira, sfruttando ancora una volta le sue (povere) copie, riuscì a sfuggire alla salda presa di un decisamente voglioso Samoru. Rimasi per qualche istante a guardare la povera copia tra le braccia di Samoru indecisa se essere dispiaciuta per lei o compiaciuta del fatto che il ragazzo fosse riuscito a liberarsi. Un dubbio che durò poco: Akira si avvicinò nuovamente a me (che nel mentre avevo spostato il futon quanto più distante possibile da Samoru, l'Eremita che russava sonoramente e Sanjuro) e mi chiese - retoricamente - se poteva rimanere.
    Sorrisi, forse uno dei sorrisi più dolci che mi aveva visto fare, mentre con gentilezza mi stringeva a se. Povera copia però... è quasi crudele dissi spensierata mentre per la prima volta sentivo il suo corpo contro il mio in quel modo. Mi sentii benissimo.
    Lui parlò di concludere il "discorso" poi ed io sorrisi, senza riuscire ad evitare di arrossire appena. Siamo vivi...ripetei mentre chiudevo gli occhi e facevo scivolare una mia mano sulla sua per infilare le mie dita tra le sue. Senza stringere, semplicemente rimanendo così, stanca e felice. ... insieme.




    Quando al mattino mi svegliai dormivano ancora tutti. Ero ancora nella stessa posizione nella quale mi ero addormentata la sera precedente. Per un istante, quando ancora il sonno ottenebrava le mie percezioni, pensai che quello che era successo il giorno prima fosse un sogno ma la sensazione di avere Akira così vicino a me mi fece render conto che era tutto vero. Sbadigliai, osservando il cielo ancora un po' troppo scuro (probabilmente era passata da poco l'alba) e senza dire una parola mi rigirai piano, fino a posare il viso contro il petto di Akira.
    Sapevo che il sonno non sarebbe giunto e non volevo di certo svegliarlo, così rimasi ferma così, con gli occhi chiusi ad ascoltare il respiro del ragazzo (e l'assordante russare dell'Eremita che ad intervalli regolari lo sovrastrava).
    Quando lui si svegliò io aprii gli occhi per poi alzare lo sguardo verso di lui, dunque mi allontanai quanto bastava per poterlo guardare in faccia. Buongiorno... Mi resi conto che non sapevo più cosa dire o cosa fare. Mi conoscevo fin troppo bene, non sarei stata in grado di comportarmi come se nulla fosse accaduto: che lo volessimo o meno il nostro rapporto era cambiato e quel cambiamento mi lasciò un attimo spaesata.
    Così rimasi per qualche secondo così, con le gote appena imporporate, ma un dolce sorriso sulle labbra. Dormivano tutti: Samoru si era arreso al sonno, l'Eremita sfondava i vetri con il suo russare e Sanjuro era in un angolo, fermo... a far cosa non potevamo saperlo. Sarebbe durata poco, ero certa che finché quei tre elementi fossero stati nelle vicinanze sarebbe capitato qualcosa di brutto, però decisi di godere del momento, limitandomi a salutare Akira così come la sera prima eravamo stati interrotti. Scommetto che ora Samoru si sveglia e ci rotola addosso... e non era di certo un'ipotesi così strana. Ma nel mentre passai un braccio attorno al collo di Akira e lo attirai a me, godendo anche per dieci secondi la solitudine che ci era stata negata la sera prima.
    Pian piano tutti si alzarono e così feci anche io, costringendo Akira ad alzarsi a sua volta. Nottetempo i vestiti erano caldi ed asciutti, sebbene sgualciti come non mai, ma forte di giorni passati a preoccuparsi di necessità alquanto più urgenti li indossai senza troppi complimenti. Dopo una fugace colazione seguimmo Sanjuro e Samoru giù per un crinale e da lì verso la parte ovest dell'isola. Lì ad aspettarci era un seconda bagnarola assai simile a quella che era finita a picco nell'oceano. Sospirai, maggiormente tranquilla rispetto all'andata: Samoru era con noi, anche su una bagnarola non ci sarebbe potuto accader nulla.
    Durante il viaggio non ebbi voglia modo e voglia di parlare di quello che era accaduto. In uno spazio così ristretto non c'era un minimo di pace e Samoru era invadente come pochi. Così mi limitai ad essere me stessa, senza però riuscire a non sorridere di tanto in tanto quando la mente correva alla notte prima oppure quando - per caso o meno - il mio sguardo incrociava quello di Akira o le nostre dita si sfioravano.





    Giunti a Kiri Samoru ci lasciò e con Sanjuro ci dirigemmo immediatamente verso l'Amministrazione. Il Mizukage sarebbe stato estremamente felice di vedersi recapitato quel prezioso carico metallico. Non ero certa di essere così appassionata di Spade da volerne brandire una, tuttavia comprendevo quanto importante fosse che uno dei simboli della potenza di Kiri risorgesse dall'oblio in cui era stato cacciato. Per non parlare poi di Akira: da quando eravamo ripartiti custodiva quel metallo e sembrava decisamente eccitato all'idea di veder riforgate le Spade. D'altro canto, io non condividevo la sua eccitazione. Lui sperava di brandirne una, senza dubbio, ma lui era uno spadaccino... io no. Io ero l'antitesi di quello stile di lotta, ero un medico ed un'illusionista.
    Sulla soglia delle grandi porte dell'Amministrazione mi venne in mente ciò che aveva detto il Mizukage prima della partenza. Ricordi che il Mizukage aveva detto che pensava di promuoverci a Chunin? Rammentai, mentre salivamo le scale. Dopo gli eventi dei giorni scorsi la promozione era diventata così irrilevante che me ne ero del tutto scordata! Anzi, l'avevo totalmente rimossa sin da quando avevo visto le nuvole addensarsi all'orizzonte mentre viaggiavamo sulla bagnarola di Samoru verso Genosha. Dici che lo farà...?
    Sentivo sinceramente di meritarlo. Se la missione era riuscita nonostante quella serie di catastrofici eventi era perché io avevo attinto a tutta la mia forza mentale per trovare i modi più disparati per sopravvivere ed Akira era sempre stato lì, in prima linea, a difendere me. Due elementi essenziali, quasi complementari, che nella difficoltà estrema avevano dato tutto ciò che avevano per poter sopravvivere e portare a termine la missione.

    Molte rampe di scale dopo io, Akira e Sanjuro ci trovammo davanti la porta dell'ufficio del Mizukage. Tirai un lungo sospiro e bussai, per poi entrare una volta ricevuto il via libera. Una volta dentro chinai rispettosamente il capo verso il Kage dunque alzai lo sguardo, sorridendo appena. Mizukage-sama, missione compiuta. Abbiamo il metallo. Evitai di dire anche “e molta fortuna ad essere ancora vivi”.


    Edited by -Max - 6/12/2015, 15:52
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Ritorno a Casa

    Promesse


    Il risveglio fu quanto di più dolce un uomo si potesse aspettare, soprattutto nella gelida terra di Genosha.
    Meika era poggiata contro il mio petto, e potevo sentire vivamente che il battito del mio cuore si espandeva, con le vibrazioni causate dal palpito che si trasmettevano dal mio corpo al suo. Quando si rese conto che finalmente mi ero svegliato, si ritrasse leggermente all'indietro, sorridendomi. Buongiorno... Sorrisi a mia volta. Sveglia da tanto? Con quel russare dell'eremita non era una cosa poi tanto strana, solo un sasso come me poteva non sentirlo, anche durante il sonno. Se prova anche solo ad avvicinarsi troverò un uso alternativo al mio fuuma kunai... Scherzai, mentre già Meika mi attirava verso di lei. Quanta fretta... Sussurrai al suo orecchio, lasciandomi trasportare e riprendendo, anche se solo per brevi istanti, parte del discorso rimasto incompiuto la sera prima.
    La pace non durò poi molto, e con il sorgere del sole tutti si svegliarono e noi, di conseguenza, fummo costretti ad alzarci. Dopo una breve colazione salutammo il fabbro eremita e insieme a Samoru e Sanjuro verso la spiaggia. Ad accoglierci fu uno spettacolo molto simile a quello di pochi giorni prima, ovvero l'ennesima bagnarola con cui avremmo tentato la traversata. Ma tu non impari mai, vero? Scherzai con il vecchio marinaio, sebbene sapessi, in cuor mio, che nulla sarebbe potuto accadere durante il viaggio di ritorno.
    Sanjuro, come da promessa, sarebbe venuto con noi, aiutandoci a trasportare i materiali. Doveva parlare con il Mizukage, visto che un vecchio Mizukage l'aveva spedito in quel posto. Di cosa vuoi parlare con il Mizukage? Chiesi a Sanjuro, evidentemente curioso di sapere qualcosa in più sul passato dello strambo personaggio. Sembri un tipo... Strano... Lo guardai bene, chiedendomi ancora come facesse ad essere coperto solo di qualche straccio ed una maschera tribale. Senza offesa, eh! Semplice curiosità! I nuovi ninja sono sempre benvenuti a Kiri.
    Iniziò così il viaggio, che fu - stranamente, visto le sfortune di quei giorni - tranquillo dall'inizio alla fine. Meika sembrava come a disagio: la totale assenza di intimità di quel luogo e, probabilmente, gli eventi della sera prima sembravano, in qualche modo, turbarla. La capivo, anche io ero nella sua stessa situazione. Con quel bacio il nostro rapporto era totalmente cambiato, ed io non mi ero ancora fermato a pensare a ciò. Avevo seguito semplicemente quello che mi aveva suggerito il cuore, senza trattenermi, senza pormi limiti. Ero conscio, però, che prima o poi avremmo dovuto parlarne meglio. Ed io, prima di quel momento, avrei avuto bisogno di pensarci. Lei era stata una carissima amica, forse una delle persone a cui avevo tenuto di più in tutta la mia vita... Ed ora cosa rappresentava per me?
    Avrei dovuto trovare la risposta dentro di me.

    Giungemmo a Kiri la mattina presto del giorno successivo, vista l'estrema lentezza di quella barchetta. Una volta scesi, dividemmo i metalli tra me, Meika e Sanjuro, quindi, dopo aver salutato il vecchio marinaio ubriacone, incominciammo a dirigerci verso l'Amministrazione. Chiunque mi avesse potuto vedere sul volto avrebbe potuto vedere un'espressione gioviale, con un sorriso largo stampato in volto. Meika, se avesse chiesto, sarebbe forse rimasta delusa dal sapere che la motivazione di quella felicità era dovuta unicamente alla presenza del metallo nelle nostre mani, e ora al sicuro a Kiri. Spero che gli altri due abbiano già trovato il fabbro! Affermai, quando ormai stavamo incominciando la lunga salita verso il piano dell'ufficio di Itai. Altrimenti giuro che parto e li vado a prendere io per le orecchie! Quindi Meika mi riportò alla mente un cosa che mi era completamente sfuggita per via delle varie peripezie. Diamine! E' vero! Deve farlo assolutamente! Non sembrava vero che potesse realizzarsi tutto così velocemente. Non che me ne importi qualcosa, ma perché voglio sbarazzarmi di questo maledettissimo incarico alle mura! Ognuno aveva, d'altronde, le sue priorità.
    Una volta arrivati, Meika bussò alla porta di Itai, aspettando che desse la sua disponibilità a riceverci. Sinceramente io avrei evitato, visto anche il fatto che c'aveva mandato a Genosha su una zattera, ma ormai sembrava eccessivamente scortese, così mi limitai ad entrare dopo Meika e Sanjuro. Buongiorno capo! Esclamai, sorridente in volto, sicuramente meno formale di Meika. Abbiamo tutto! E abbiamo anche un ospite... Lui è Sanjuro, non so se lo conosce! E' uno dei guardiani di Genosha... Il resto stava a lui.
     
    .
  9.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    Sanjuro delle Nevi



    La mattina seguente lo strano incontro sui dirupi di Gensoha, lo sciamano della palude sotterranea si sarebbe svegliato, e per tornare in sè rapidamente, si sarebbe dato un paio di schiaffi sulla faccia da solo; senza dubbio era un tipo strano. Rimessa sul viso la maschera rituale che teneva vicino al sacco a pelo, si sarebbe alzato, per recarsi fuori dal rifugio; non era abituato a stare dentro una casa, da molto tempo; e la mancanza con la natura lo metteva a disagio. Quando abbandonò la stanza i ninja ancora dormivano, lo avrebbero trovato seduto a terra nella neve, con addosso solo un paio di logori calzoncini corti, a meditare. Quando tutti fossero stati pronti a partire, avrebbero salutato il bonario eremita, il quale riunitosi con i suoi lupi giganti, ora docili e quasi sorridenti a loro volta, li salutava con un cenno della mano, felice di aver fatto conoscenza con dei giovani simpatici.
    Il gruppetto di 4 persone, compreso Samoru, che nemmeno sembrava avesse fatto a pugni con dei lupi giganti il giorno prima, si stava dirigendo alla spiaggia, dove una piccola imbarcazione li stava aspettando. Ovviamente il marinaio si offrì come capitano, generando il panico tra i giovani, mentre Sanjuro senza troppi problemi avrebbe fatto di sì con la testa e si sarebbe seduto sulla punta della nave, a gambe incrociate, per sentire il vento in faccia. Aveva portato con sè il suo strano bastone, ed era nascosto dietro la sua maschera per le belle occasioni, fatta di legno, piena di disegni e scritte, con un sacco di penne che la adornavano. Si, era davvero un tipo strano.




    Durante il viaggio Akira riuscì a trovare qualche minuto di coraggio, riuscendo staccarsi da dove si stava sorreggendo, per la navigazione scomposta di Samoru, e si avvicinò allo strano sciamano, chiedendogli come mai dovesse tornare a Kiri a parlare con il Mizukage, gli disse che sembrava un tipo strano e che come nuovo ninja era benvenuto a Kiri. Sanjuro dal canto suo, non era mai stato un tipo troppo misterioso, e non aveva problemi a raccontare la storia della sua vita a chi glielo avesse chiesto, ma prima chiarì la situazione ad Akira.

    - Oh, ma io non sono un nuovo ninja amico mio, anche io come te sono nato a Kiri, e 15 anni fa, ero un jonin della nebbia, una guardia del corpo a dire la verità. Incaricato di proteggere il Daimyo del paese dell'acqua con la mia vita se necessario. Tu forse non conosci il Daimyo di cui parlo io, sono passati tanti anni e lui è morto tempo fa. Era un uomo spregevole, e un giorno io e altre guardie dovemmo fare una scelta. Accettare che il capo della nostra nazione vendesse armi sottobanco a dei terroristi, oppure far cessare queste sue attività. Decidemmo per la seconda, ma quando venne il momento di affondare una lama nel suo cuore, uno tra di noi ci tradì in cambio di molto denaro e avvertì il Daimyo in questione, che ci dichiarò tutti fuorilegge, obbligandoci a fuggire. Dopo alcuni anni, sono stato ricondotto a Kiri, e la Mizukage dell'epoca, che conosceva la verità, decide di spedirmi a Genosha in esilio, sigillando tutte le mie capacità; non poteva darmi la grazia, dato che il Daimyo era ancora lo stesso, quindi preferì esiliarmi. Anni dopo ho saputo che l'uomo in questione è stato assassinato dagli stessi loschi individui con cui faceva affari, ma ormai mi ero stabilito nella Palude sotterranea di Genosha, e non volevo tornare. Ora le cose sono cambiate. Devo tornare a Kiri perchè...comincio a sentire freddo. -

    Era serissimo.

    [...]

    Quando giungemmo a Kiri, le guardie del porto si interposero a Sanjuro, alcune di loro, quelle più attempate, lo conoscevano, ed erano a conoscenza della sua situazione, quindi una volta controllato che i sigilli di prigionia fossero sempre al loro posto, lo lasciarono proseguire con il gruppo, senza bisogno di mettergli delle manette o di scortarlo. Dopotutto al momento, aveva le capacità di un cucciolo di foca.
    Tutti salutarono il prode Samoru, vero eroe di questa avventura, il quale trovò la moglie al porto, che lo coprì di mazzate per aver distrutto l'ennesima imbarcazione, e lo riportò a casa tirandolo letteralmente per un orecchio.
    Quindi Akira, Meika, e Sanjuro, si sarebbero diretti in amministrazione.
    Giunti sul posto, ed entrati nell'ufficio, Sanjuro fece la conoscenza con il nuovo Kage della nebbia per la prima volta. Aveva saputo che dopo Tsunade, un nuovo kage, Shiltar, la falce dei Kaguya, le aveva succeduto, quindi pensava di parlare con lui, ma si trovò davanti un ragazzo molto più giovane, che non corrispondeva affatto alla descrizione che si aspettava. Doveva esserci stato un cambio, e le informazioni non arrivavano spesso nell'isola di ghiaccio, anzi, praticamente non arrivavano affatto. Dopo che i due ninja ebbero finito con il rapporto della missione, Akira introdusse Sanjuro al Mizukage.


    - Salve nobile Kage, il mio nome è Sanjuro, o come forse più probabilmente mi conosce, Prigioniero-001254. Vengo dalla palude di Genosha, dove sono rimasto a scontare gli ultimi dieci anni di esilio. Porto notizie di orribili visioni, le nebbie mi hanno mostrato un orribile pericolo. -

    In quel momento, Sanjuro iniziò a ballare in cerchio attorno alla stanza, agitando il suo bastone in aria, e chinandosi come se fosse ubriaco. L'uomo, che si era avvicinato allo sciamanesimo dopo aver abbandonato la vita da ninja, era, secondo lui, in contatto con le forze della natura, le quali gli comunicavano tantissime cose, anche il futuro, se uno ci credeva. Quindi si sarebbe fermato, sedendosi a terra a gambe incrociate, con il bastone appoggiato orizzontalmente sulle gambe.

    - Le chiedo di riconsiderare la mia situazione, reintegrandomi nel corpo dei ninja di Kiri, rimuovendo con il tempo i miei sigilli di prigionia. Il che era la stessa cosa che sarebbe successa quando avessi finito di scontare 20 anni di esilio, ma sono sicuro che passare gli altri 10 che mi restano essendo di aiuto, sia più proficuo. Senza contare che a Genosha fa freddo, e che i funghi rivelano una stagione di messi fredde, e sette cervi sembrano ballare sul teschio dell'uomo senza il cuore. -

    Era nuovamente serissimo. E tamburellava con le dita sul bastone, borbottando una cantilena strana.

     
    .
  10.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,608
    Reputation
    +242
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    Mancanze
    Capitolo Terzo


    Atto I
    Aiuto indesiderato ma necessario

    Continua da qui.
    Aprii gli occhi. Una flebile luce filtrava tra gli alberi, la prima di tutta a giornata, e, stretta in un fascio, mi illuminava la parte di volto non coperta dalle bende, penetrando i miei serrati occhi. Ero ancora immerso in quella lordura, nel sozzo di una cinquantina di cadaveri. Il corpo dell'uomo edonista giaceva a qualche metro da me, martoriato dalle mie nefaste azioni, dalle mie imprescindibili necessità. Tutto era dove l'avevo lasciato qualche ora prima, quando, senza accorgermene, mi accasciai svenuto a terra sull'uscio del forte, tutto: anche Saruhyondo. Il Flagello se l'era portata via e mi aveva dato un ultimatum da rispettare se avessi voluto recuperarla. Mi alzai prontamente, sfruttando troppe di quelle pochissime forze che avevo in corpo; ma non avevo tempo da perdere, non potevo lasciare che passasse un giorno intero o anche solo mezza giornata prima di mettermi in moto per riavere Saruhyondo. Misi una mano sulla costa che ritenevo rotta e con passo veloce, purtroppo nient'affatto conscio della mia stanchezza, spossatezza e delle mie possibilità, mi riavviai verso il Palazzo Kenkichi.

    [...]

    Durante il tragitto - che non fu lungo, questa volta, come all'andata, dato che dovevo semplicemente tornare a Kiri e siccome sapevo che un qualunque marinaio sarebbe stato in grado di riportarmi nella mia città accademica da quella posizione, mi affidai a loro, tagliando i tempi di percorrenza quasi a zero, riducendone la durata a poco più di una manciata di ore - un pensiero mi folgorò: ero stato attaccato ed avevo eseguito gli ordini di uno dei più importanti nemici dell'accademia, avrei o non avrei dovuto informare questo organo di ciò? Io avevo un appuntamento con lui, potevo mandargli tutto il nucleo di shinobi e kunoichi più forte dei cinque villaggi contro e non dargli scampo!
    Ma lui aveva Saruhyondo e questo era abbastanza per costringermi a non scagliargli contro nessuno. Teneva, letteralmente, la lama dalla parte del manico. « Il Mizukage deve comunque sapere. » pensai, « potrei farmi veicolo di Kiri all'intento di scoprire nuove informazioni sul Flagello e sui suoi piani, per quanto questo voglia dire avere direttamente a che fare con Itai Nara. » Avevo un forte disprezzo verso la figura di quell'usurpatore, di quel kiriano travestito che sedeva sul trono del Paese della Nebbia. Non ne stimavo i modi di fare troppo bonari, la poca rigidità, la semplicità di pensiero: eppure era il mio Kage e dovevo farmelo andare bene. Dovevo rispettare il mio ruolo.
    Un marinaio della nave nella quale mi ero imbarcato mi annunciò l'imminente arrivo a Kiri e di preparare i miei bagagli - che non avevo, ma forse la mia figura tristemente dipinta di cremisi metteva tutti in soggezione su quella imbarcazione - che nel giro di un paio di minuti sarei dovuto discendere. Fu in quel momento che mi resi conto di essermi mosso troppo presto da quella mesta spiaggia, e che il mio corpo necessitava delle più rapide ed immediate cure, di riposo forzato e di assistenza. Mi riposi la mano sulla costa sinistra e mi ressi il petto che ancora doleva per l'ultimo potentissimo colpo del ninja obeso. Ma era arrivato il momento di sbarcare: ero abbastanza vicino all'amministrazione per poter sperare di arrivarci.

    [...]

    Commettendo l'ennesimo errore vita di quella giornata, corsi a più non posso verso il palazzo amministrativo, vi entrai senza badare troppo a chi mi circondasse, eludendo chi mi avrebbe fermato per controlli, andando spedito diretto verso l'ufficio del Mizukage. Quando girai l'angolo vidi che la porta si era appena chiusa, segno che qualcuno avesse appena fatto il suo ingresso in quella stanza, ma non avevo più tempo per aspettare, le mie forze si stavano esaurendo, quindi rinnovai la corsa e spalancai la porta col peso del mio corpo robusto, fermandomi di scatto poi, leggermente traballante. C'erano altre tre persone in quella stanza, una delle quali riuscii immediatamente a distinguere fosse Akira, il guardiano delle Mura, mentre i suoi accompagnatori per me furono poco altro che una figura indubbiamente femminile ed una stranissima maschera piena di piume. La vista si stava appannando, le membra iniziavano a cedere ma cercai di mantenere la mia estrema formalità e compostezza. « Sono Keiji Kagome e so » dissi, mentre accennavo ad inginocchiarmi come atto di rispetto verso il Mizukage, « dove trovare il Flag ... » Riuscii a dire solo questo, mentre, durante la discesa per l'atto reverenziale, il mio corpo mi abbandonò. La luce intorno a me si spense, non percepii niente se non il mio corpo che impattava al suolo. Ero svenuto.




    StatisticheStatusBusto: 7 Leggere e ½, costola rotta.
    Braccio Sx: 2 Leggere.
    Mano Dx: Ferita Lieve.
    Mano Sx: Ferita Lieve.
    Forza: 600
    Velocità: 500
    Riflessi: 500
    Resistenza: 475

    Agilità: 500
    Precisione: 500
    Concentrazione: 500
    Intuito: 500

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
    [Slot Difesa III]


    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica]


    [Slot Gratuito]




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.



    OT/ Ciao a tutti. :wosd: /OT
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Allarmi

    I



    Dovevo fidarmi dei miei uomini. Nessuno sapeva il perché avessi deciso di affidare a quattro ragazzi il compito di recuperare ciò che serviva per creare le spade di Kiri, nessuno eccetto Ayame. Se Meika, Akira, Ryuu e Ryuuto dovevano maledire qualcuno per l'idea avuta, dovevano prendersela con la mia adorabile ed insostituibile moglie che – quando le avevo detto che intendevo andare a Genosha a recuperare i metalli – mi aveva suggerito candidamente di mandare qualcuno al posto mio. E quando le avevo fatto notare la delicatezza della missione mi aveva risposto “a che serve essere il capo di qualcosa se poi fai tutto tu? Che hanno fatto quei poveretti per meritarsi la tua sfiducia?”.
    Al che la mia risposta era stata “nulla”. Così, di fronte all'evidenza, avevo ricacciato indietro le mie paure ed avevo deciso di mandare giovani Shinobi dei quali avevo fiducia a fare ciò che normalmente avrei fatto io.
    Tuttavia dal momento in cui i quattro, giorni prima, avevano lasciato il mio ufficio una certa sensazione d'inquietudine mi aveva pervaso. Akira e Meika erano diretti a Genosha insieme a Samoru, uno dei guardiani e da lì il recupero con l'Eremita sarebbe stato agevole... non potevo di certo immaginare tutto ciò che era accaduto nella sperduta e fredda isola!


    Il bussare di Meika mi scosse dai miei pensieri. Ero solo – in genere ero con Yogan, un'assenza quasi strana quel giorno – e fissavo distrattamente alcuni fogli sulla mia scrivania senza riuscire a decifrare le parole. La mia attenzione era davvero calata quegli ultimi giorni: la lontananza da Ayame, la sua gravidanza e le preoccupazioni che erano seguite alle rivelazioni dello Yotsuki continuavano a distogliere la mia attenzione dai miei compiti di Kage ed a rilegarmi in uno stato di perenne ansia che mi faceva torcere i visceri quasi di continuo.
    Quando vidi entrare i tre ci fu un certo turbinio di emozioni: dapprima sollievo, poi sorpresa nel constatare che erano tre, dunque molta sorpresa quando registrai che il terzo aveva una maschera ed era decorato con delle piume oltre ad essere più nudo che vestito. Oh... ma... La sorpresa bloccò le mie parole, ma ben presto sia Meika – con calma, come al suo solito – che Akira – con esuberanza, come al suo solito – mi sollevarono sull'effettiva riuscita della missione. Akira mi disse il nome dell'ospite e mi consegnò il metallo, che posai con attenzione sul tavolo.

    Sanjuro. Samoru mi aveva detto, quando l'avevo contattato, di cercare quel nome ed io l'avevo fatto: uno Shinobi condannato a perdere tutte le sue capacità e dunque a sopportare per vent'anni il freddo di Genosha.
    Non era una condanna all'esilio, era una condanna a morte mascherata da pietà. Ero curioso del sapere il perché fosse lì. Notizie di orribili visioni? Cioè? Domandai incuriosito, non troppo preoccupato. E lui iniziò a ballare nel mio ufficio. Una danza tribale, ma che mi fece comprendere una cosa: la sua condanna era ormai passata. Il freddo di Genosha doveva avergli congelato qualche rotella. Inoltre i motivi per cui era stato condannato erano sì gravi, ma che ritenevo un'ingiustizia. Mi chiedevo cosa ne avrebbe pensato il Daimyio nel sapere che avevo liberato uno degli attentatori del suo nobile padre. Sanjuro. Dissi allora, cercando di essere il più serio possibile. Ti libererò, ma hai una condanna da scontare. Non ti ridarò le tue capacità, dovrai riguadagnartele. Inoltre ti è proibito avvicinarti al Palazzo del Daimyo, e se dovessi provare a tradire Kiri non ci saranno appelli per te. Spero che avrebbe compreso che non potevo rimetterlo in libertà a cuor leggero senza prendere le giuste precauzioni. Volevo dargli l'opportunità che mi stava chiedendo, ma la fiducia non poteva essere tradita.
    Non potevo permettermi di contrariare troppo il Daimyio. Va al sesto piano, all'ufficio della Sicurezza Interna. Cerca Seihachi e mostragli questo. Abbozzai alcune parole, le firmai e vi impressi il mio sigillo: era il suo lasciapassare, Seihachi avrebbe garantito la libertà a quell'uomo rimuovendo i sigilli di prigionia.


    Dunque a quel punto mi rivolsi ai due. Raccontatemi cosa è accaduto. Entrambi sembrate distrutti. La missione si era complicata? Saputa tutta la storia feci un enorme sospiro, passandomi le mani in faccia. Vorrei potermi scusare, ma vallo a pensare che uno dei tre guardiani di Genosha potesse essere così distratto e che una buccia di pera avrebbe fatto impazzire l'Eremita. Ma comunque, siete vivi ed avete recuperato il metallo. Sorrisi e mi alzai dalla sedia, guardando i due in viso con attenzione. Akira, Meika, vi promuovo a Chunin. Avete portato a termine una missione cruciale nonostante molte difficoltà impreviste ed avete portato a Kiri qualcosa che le garantirà un futuro migliore. Non vi tolgo il vostro ruolo di guardiani alle mura, ma sappiate che sarete presto destinati entrambi ad altri incarichi. Sicuramente avrei visto Akira saltare di gioia. Comunque, fate tornare i turni al ritmo normale, non ci sarà bisogno di...
    Non potei terminare la frase, giacché all'improvviso la porta si spalancò. Istintivamente misi una mano al fianco e sfoderai Garyuka quanto bastava per poterla trarre dal fodero e colpire con un unico rapido gesto, ma non ce ne fu bisogno. Ad entrare era uno Shinobi di Kiri, malamente ferito che dopo alcuni passi si accasciò davanti a me nel tentativo di porgere i suoi rispetti. Le parole che disse però mi allarmarono immediatamente.
    Meika, è ferito gravemente? Puoi far qualcosa per lui? dissi immediatamente alla kunoichi. Non avrei preteso che rimanessero lì, anzi, una volta che il ragazzo fosse stato sistemato avrei detto loro che potevano anche andare. Keiji aveva parlato del Flagello e qualsiasi cosa provenisse da quel demonio volevo ascoltarla con le mie orecchie prima di diffonderla agli altri. Ero confuso ed alquanto allarmato... Possibile che il Flagello avesse deciso di iniziare la sua offensiva contro Kiri sfruttando Keiji?
     
    .
  12. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ritorno a Casa

    II



    Il Mizukage parve perplesso riguardo Sanjuro. L'ormai ex-prigioniero era vestito in maniera assurda, tatuato anche più stranamente e si mise a parlare di previsioni assurde, visioni di pericoli ed a ballare per tutta la stanza del Kage. Sicché il Mizukage, con le dovute cautele dovendo lui ancora scontare una certa pena – era impossibile non notare quella minaccia – gli concesse la libertà sotto forma di un foglio da mostrare ad uno dei numerosi impiegati dell'Amministrazione.
    Una parte di me voleva seguire Sanjuro per vedere la faccia di questo poveretto quando tra una danza e l'altra lo sciamano gli avrebbe consegnato il foglio. Tuttavia ero in un certo modo contenta per lui: alla fine ci aveva aiutati contro l'Eremita e nonostante le sue stranezze non era una cattiva persona. Anzi, la storia che ci aveva raccontato (della quale del resto non avevo ragione di dubitare) mi aveva portato a stimarlo per quella dolorosa scelta del passato.
    A quel punto si venne a me ed Akira. Il Mizukage si alzò ed io mi sentii improvvisamente più debole sulle gambe. Disse ciò che in cuor nostro sapevamo ci avrebbe detto, ma che non potevamo avere la certezza che ci comunicasse. Eravamo chunin. Mi voltai verso Akira, sorridendo, allegra ed emozionata... felicità che venne rincarata dalla promessa di dover lasciare il ruolo di guardiana (comprendevo benissimo Akira ora che ero costretta lì) e che comunque i giorni di fatica intensiva erano terminati.
    Ma non riuscii a dir nulla, poiché la porta si aprì di schianto, facendomi sussultare. Feci un balzo all'indietro mentre un giovane uomo entrava ferito e barcollante, farfugliando qualcosa prima di svenire malamente.


    Immediatamente, prima che il Mizukage mi ordinasse di fare qualsiasi cosa, mi piegai su di lui. Lo girai, slacciai il pesante mantello e misi due dita al lato del suo collo, sentendo il suo battito regolare e vigoroso nonostante lo svenimento. Anche il petto si abbassava regolarmente: quell'uomo era svenuto probabilmente di stanchezza.
    Controllo se ha delle ferite, Akira, dammi una mano con queste bende, ma fa piano non vorrei che abbia qualcosa di rotto. Con lentezza riuscii a liberare Keiji da quelle numerose bende e vidi che aveva diversi ematomi sul petto, due più grandi ed uno al lato. Toccai la costola nel suo decorso, sentendo sotto le dita una irregolarità che non ci sarebbe dovuta essere ma lui non si svegliò. La costola era rotta con ogni probabilità, ma non era nulla di eccessivamente grave. Altre ferite minori erano spare un po' ovunque, ma nulla di realmente pericoloso. Posso curarlo, Mizukage-sama, ci vorrà poco. Dissi. Ha una costola rotta e questi ematomi sono parecchio brutti, gli faranno male per giorni se non li faccio riassorbire subito. Ma si riprenderà da se, tempo mezz'ora massimo. Datemi qualche minuti... Un alone verde comparve sulle mie mani, iniziando a rigenerare i danni con precisione. Normalmente per riparare una costa rotta ci sarebbe voluto solo riposo oppure un intervento chirurgico per rimetterla in sede, ma sentivo di poterci riuscire anche senza strumenti. Non c'ero mai riuscita, ma in quel momento, dopo essere sopravvissuta in certe condizioni per giorni, mi sentivo capace di far tutto.


    Dopo circa cinque minuti di fatica la costa era saldata e gli ematomi riassorbiti, ed il mio chakra decisamente ridotto in quantità. Ma sarebbe stato bene. Mi rialzai, osservando ancora una volta il ragazzo, stranita. Non posso rigenerare la sua fatica, Mizukage-sama, tra poco si riprenderà da solo. Dissi alla fine. Il Mizukage parve turbato ed anche io un po' lo ero. Perché quel ragazzo era entrato così? Possibile che ci fossero problemi dovuti al Flagello? Era evidente che fosse quella la parola che Keiji voleva dire prima di svenire.
    Sarei voluta rimanere lì per capire, ma il Mizukage parve di un altro avviso. Ci disse di andar via.
    Compresi che voleva parlare da solo col ragazzo. Chinai il capo, rispettosamente. Mizukage-sama, se ha bisogno del mio aiuto per curarlo, sono a completa disposizione. Non avevo potuto di certo controllare se gli organi interni erano integri, tuttavia il battito del cuore era forte e regolare, il respiro profondo ed apparentemente normale e persino il colorito, sebbene un po' pallido, non mostrava segni di alterazioni significative. Dubitavo che il mio aiuto fosse ancora necessario lì.
    Almeno per le mie arti mediche.

    Una volta fuori dall'ufficio del Kage feci un gran sospiro. No ok. C'era qualcosa che iniziavo a trovare divertente. Ti rendi conto? Siamo stati interrotti anche ORA! E mentre scendevamo le scale risi, risi perché la situazione nella sua serietà aveva assunto dei risvolti comici e non potevo non notarli.
    Fuori da quell'enorme palazzo mi ritrovai nella stessa situazione della mattina del risveglio a Genosha e dei giorni passati sulla barca. Cosa fare? Ehm... ascolta. No, non avrei voluto parlargli lì, fuori da un tetro palazzo, con ancora indosso i vestiti della missione. Era tutto affrettato, ed Akira non meritava parole affrettate.
    Ti va di venire a cena, da me? Chiesi, guardando un punto imprecisato vicino ai miei piedi. Cucino io. Così ecco... ehm.. festeggiamo la promozione... possiamo parlare un po'.Mentre parlavo ero arrossita decisamente.
    Lui sapeva che sarebbe successo, ne ero certa. Riusciva sempre a prevedere quando e come sarei arrossita. Poi ecco sì... finalmente senza Samoru... insomma hai capito, nemmeno due parole in pace stavo iniziando a vaneggiare. Akira a quel punto avrebbe potuto chiedersi: Samuro non c'era, ma tuo padre? Mio padre non era in casa: se il calcolo dei giorni che avevo fatto era esatto lui era ad acquistare materiale nel Paese del Te e non sarebbe tornato prima di altri due giorni.Poi ecco sì, mio padre è nel Paese del The a comprar roba per eh, non pensare a male... ecco.. hai capito insomma, avremo un po' di pace finalmente.. Aveva capito?
    Non ero riuscita a concludere una frase che fosse una. Allora, ti.. ti va?

     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Ritorno a Casa

    L'uomo perennemente Insanguinato


    Quell'uomo non era strano.
    Era proprio pazzo.
    Danze tribali, movimenti animaleschi e parole portatrici di oscuri presagi mi diedero certezza di ciò. Sanjuro, a quanto diceva, aveva perso i suoi poteri e le sue abilità, finendo imprigionato, esiliato a Genosha, a fare la guardia ad una vecchia palude sotterranea. E lì, nel sottosuolo, tra fanghi e la natura selvaggia, aveva perso, probabilmente, anche le rotelle. Guardai perplesso l'uomo danzare, sedersi e parlare, non interrompendolo, cosa che fu oltremodo difficile visto che morivo dalla voglia di ridere di gusto. Non volevo, però, risultare scortese al nuovo amico, per quanto strano. Questo si è fumato tutto il muschio di Genosha... Sussurrai all'orecchio di Meika, accompagnando il tutto con un paio di tocchetti del mio gomito sul suo piccolo costato. La verità non doveva essere tanto lontana da quella frase, d'altronde la solitudine era un male veramente pericoloso da affrontare.
    Passando ad argomenti più seri, fu la volta di raccontare cos'era successo in quei quattro giorni. L'argomento era serio, visto che le vicissitudine - almeno in parte - non lo erano, visto che era nato il tutto da una buccia di pera. Itai fu ben lieto di constatare comunque che si era risolto tutto per il meglio, e che ora il tanto agognato metallo era sulla sua scrivania. Presto le Sette sarebbero rinate, e noi, per un certo verso, con loro.
    La bocca di Itai pronunciò le tanto fatidiche parole con cui ci promuoveva Chunin. E tra non troppo tempo mi sarei visto anche distogliere dal ruolo di guardiano. Oh! Finalmente! Stavo impazzendo di gioia, ma non tanto per il grado conseguito, quanto per la promessa di un nuovo e più prestigioso incarico.
    Non riuscii a completare i festeggiamenti con una mia uscita degna - ? - che la porta dell'ufficio di itai si spalancò. Fece il capolinea nell'ufficio un ninja di mia conoscenza, per certi versi. Keiji Kagome, l'uomo che aveva conosciuto accompagnando Sho, il chunin della Foglia, nella sua breve gita a Kiri. Oggi, come allora, era sporco di sangue. Questa volta, però, era il suo.
    Stravaccò a terra, mentre cercava di rendere omaggio ad Itai, farfugliando qualche parola. Mi apprestai immediatamente a soccorrerlo. Ehi, Keiji... Mi senti?! Resta sveglio! Ma le parole non arrivarono mai alle sue orecchie. Aiutai subito Meika, seguendo i suoi suggerimenti, spogliandolo ed allentando le fasce bianche che ricoprivano il suo corpo. Qualcuno lo aveva ridotto proprio male. Meika iniziò subito le medicazioni del caso, ed io attesi lì vicino finché non ebbe finito. Quando disse ad Itai che avrebbe recuperato presto le forze, decidi di prendere dalla mia riserva un tonico
    Tonico di Ripristino Medio [Tonico]
    Ingerendo questo farmaco il ninja ripristina la vitalità di una ferita MedioGrave.
    Dose Massima: 2 al giorno

    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 2
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 60)
    , che feci scivolare nella bocca del ninja di Kiri. Con quello si sarebbe ripreso molto più velocemente. Forza, manda giù... Ero preoccupato. Non tanto per le sue ferite, visto che Meika si era preoccupato di lui, ma per quello che stava dicendo. Forse Meika non l'aveva udito, ma ero quasi del tutto certo che stesse per nominare il Flagello.
    Avrei voluto rimanere lì a sentire le sue parole, ma Itai ci chiese di abbandonare il suo ufficio. Serio in volto, decisi di non oppormi, visto che Meika si stava già congedando. Mizukage, può riferirgli, una volta che si sarà ripreso, di passare alle mura? Vorrei parlare con lui... Esclamai, mentre mi congedavo dal suo ufficio con una leggera inclinazione del capo. Se ha bisogno di me... Beh, sa dove trovarmi! Mi ci aveva messo lui sulle mura, dopotutto.

    Una volta fuori dalle mura dell'ufficio di Itai, Meika mi fece notare come, anche quella volta, per l'ennesima volta, eravamo stati interrotti. Feci spallucce, divertito, mentre scendevamo le scale insieme allo sciamano. Tutto come da programma, promozione e nuovo incarico! Eccezion fatta per il vagabondo mezzo morente... Ma quelli son dettagli! Sanjuro si fermò al sesto piano, come da indicazione di Itai. Sanjuro, è stato un piacere! Spero che qui la temperatura sia per te più accettabile... Stava incominciando ad avere freddo a Genosha, dopotutto. Se hai bisogno di me mi trovi sulle mura, quasi sempre... Purtroppo. Mi piacerebbe affrontare questo discorso degli oscuri presagi davanti ad un bel tè con qualche tuo condimento particolare... Due leggeri colpi di gomito. Ci siamo capiti, no?! I tuoi infusi devono essere ottimi! Salutai lo sciamano, sperando avesse capito che stessi solo cercando, prima di ritrovarmi veramente in servizio alle mura sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
    Una volta scesi dal palazzo Meika, in modo oltremodo imbarazzato, cercò di invitarmi a casa sua per cenare e... Parlare, in sostanza. Trattenni le risate a fatica, scoppiando a ridere solo a fine del discorso. AHAHAH! Accetto solo se riesci a dirlo in un'unica frase dal senso compiuto! Ovviamente non era vero.
    Avevo già accettato.
     
    .
  14.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    Di nuovo in servizio



    Il Mizukage si dimostrò generoso con lo sciamano, tanto che non solo accettò la richiesta dell'uomo, ma non ritenne necessario tenerlo in cella, o agli arresti in un appartamento, anzi lo lasciò libero di andare, con delle restrizioni puramente comportamentali. Non si sarebbe potuto avvicinare al palazzo del Daimyo e avrebbe dovuto svolgere servizi per il villaggio, per poter rimuovere le catene sigillanti che aveva sul corpo. La cosa a Sanjuro stava estremamente a genio, non avrebbe potuto chiedere di meglio; voleva infatti lavorare di nuovo per Kiri, niente di più.

    - Oh....oh. Ohhhhhhh, oh oh, ohhhh Certo. Certo Kage, non chiedo altro. Comunque non ho intenzione di passare un solo minuto di più in quel palazzo, ci ho lavorato e vissuto anche troppo. Oh oh oh, grazie si, si va tutto benissimo, però non vorrei abitare nel centro del villaggio, in una palude magari, in una zona periferica a nord, dentro le mura comunque, anni fa c'era un piccolo stagno putrido vicino al lato nord delle fortificazioni, se per lei va bene, pensi, si, penso che mi sistemerò là, tanto non ho molti bagagli. -

    Durante tutta la conversazione, Sanjuro era rimasto leggermente chino sulle gambe e con la schiena piegata in avanti, disegnando cerchi immaginari su una sua gamba, usando un indice della mano sinistra come pennello. Perso nel suo mondo.
    Quindi prese il foglio, e lo avvicinò alla grande maschera per leggere quello che Itai ci aveva scritto, quindi se lo infilò letteralmente negli slip, probabilmente quella era la tasca per il suo equipaggiamento. Chissà quali orribili segreti nascondevano quelle mutande logore, dalle quali, con attenzione e un occhio molto acuto, non era poi così difficile intravedere un testicolo, date le condizioni del tessuto. Quindi l'uomo tornò serio, e composto, e rispose al suo Kage.

    - Le visioni si, ci sono sempre visioni, presagi, di qualunque cosa, a volte di più, a volte più chiari e a volte meno chiari, a volte fa troppo freddo per spellare i conigli e prendere il loro fegato, quindi niente lettura dei presagi, però. -

    Si era perso il filo del suo stesso discorso. Quindi girò letteralmente su se stesso di 360 gradi e fece di si con la testa. Tutto normale, aveva ritrovato il filo del discorso appena perso.

    - Dicevo. La visione che ho avuto riguardava un uomo senza il cuore, e sette cervi ballavano sul suo cadavere. Non so ancora cosa significhi, ma sento nelle ossa che si tratta di qualcosa di orribile. E non solo, una grande ombra si è alzata ad ovest, e sta lentamente coprendo il mondo. Non c'è da scherzare quando in un presagio compaiono cervi e ombre. -

    Il tono della sua voce era a metà tra lo spaventato e l'esperto. Certamente era uno che sapeva il fatto suo, ed era certo delle sue parole. Quindi se uno come Sanjuro rivelava il pericolo di cervi e ombre, chiunque fosse l'interlocutore, avrebbe fatto bene a dargli ascolto. Qualunque cosa volesse dire.
    Quindi si grattò il sedere, riprese il bastone che aveva appoggiato al suo corpo, perchè come diceva lui...

    "A volte anche il bastone ha bisogno di appoggiarsi a qualcosa"



    E si avviò verso la porta. Pochi istanti, e questa si sarebbe spalancata, rivelando un uomo bendato pieno di sangue, il quale, pronunciate alcune parole, cadde a terra svenuto. Sanjuro era il più vicino a lui, e gli si avventò subito sopra, o meglio, davanti; punzecchiandolo con la punta del bastone, come fanno i bambini quando scoprono la cacca di un animale per strada.



    -Oh, come non detto è vivo. -

    Quindi scosse le spalle, e lo superò evitando di toccarlo, dondolando in punta di piedi, come a cercare di non fare rumore, e si avviò al piano superiore, per raggiungere il funzionario indicato da Itai, canticchiando qualcosa di incomprensibile.


     
    .
  15. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ritorno a Casa

    III



    Era certo che lui mi avrebbe preso in giro. Reazione fin troppo allegra di Akira accese (se possibile) ancora di più le mie guance e così mi sporsi in avanti stendendo le braccia e stringendo appena i pugni. Rimasi in quella posizione per qualche secondo, dunque esclamai, con una voce (falsamente) seccata: Non fare così, lo sai che sono una frana in queste cose! Disse la donna che aveva preso l'iniziativa. Alle otto, puntuale che sennò si fredda! Annunciai incrociando poi con fare (fintamente) offeso le braccia al petto.
    Dunque mi sciolsi, smettendo quella sottospecie di farsa, salvo poi ripensare a quanto era successo poco prima nell'ufficio del Mizukage. Ero certa che l'uomo intendesse dire “flagello” ed a quel punto temevo che se sapesse dove fosse ben presto qualcuno – ed in particolar modo Akira – si sarebbe ritrovato proprio in quel luogo.
    Soppressi quella preoccupazione, limitandomi a sorridere appena. A stasera! Feci un passo verso di lui, gli lasciai un veloce bacio sulla guancia ed un pizzico sul braccio (aiutata dalla distrazione del primo) dunque mi voltai e scappai, alzando una mano in segno di saluto.


    Casa mia era una piccola e tranquilla villetta nel Quartiere degli Akuma, annessa al negozio di mio padre che occupava totalmente il piano terra. Il cancelletto dava su un piccolo viale che attraversava un minuscolo giardino e da lì subito una porta che conduceva alle scale del piano superiore. L'avevo sempre trovata un posto stranamente dolce, ma forse era perché quella era casa mia.
    Sapendo che mio padre non era in casa o al negozio mi diressi filata dalla vicina, la gentile signora Yukino. Quando mi vide dalla finestra mi salutò con una mano invitandomi a salire. Vieni pure cara, immagino che tu voglia le chiavi di casa.
    Sì Yukino-san, purtroppo sono colate a picco nel mare ed immagino che mio padre vi abbia dato quelle di scorta.
    Ed in breve mi ritrovai a bere te e mangiare biscotti con quella cara signora. Non ero generalmente così aperta agli estranei, ma Yukino mi aveva cresciuta come una nonna. Non avevo mai conosciuto i miei nonni paterni e quelli materni – sebbene vivi – erano alquanto distaccati da me sin dalla morte di mia madre. Dopo quel tragico evento spesso mio padre, quando era fuori per delle missioni, mi affidava a Yukino che già all'epoca era vedova e con figli ormai adulti e sposati.
    Quando stavo per uscire Yukino mi fermò. Tuo padre sarà fiero della tua promozione. Mi disse.
    Lui non voleva nemmeno che facessi questa vita. Risposi con una leggera risatina.
    Ha solo paura, come ogni genitore... Sei particolarmente felice, Meika? Uh? Bé, è da quando ti ho vista nel vialetto che sembri saltellare per la felicità.
    Non me ne ero resa conto. Guardai per un istante il cielo plumbeo del villaggio, che quella sera prometteva pioggia scrosciante. Chi lo sa, Yukino-san. Grazie del te, a presto!
     
    .
270 replies since 12/4/2010, 10:32   7250 views
  Share  
.