La Nebbia e la BrumaQdV

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    Falce dei Kaguya


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    Il Villaggio della Bruma


    Gli Ultimi Preparativi



    Il Juudaime Mizukage, Kensei Hito, lo aveva preannunciato agli shinobi del suo villaggio: le notizie sulla Bruma di Sangue, o Bruma Cremisi, erano davvero poche, molto frammentarie, sarebbe stato un viaggio pieno di azzardi, alla ricerca del Kyuudaime Mizukage, Itai Nara.
    Questo aveva detto, fra le altre informazioni, all'inizio di quel lungo anno ai ninja della Nebbia.
    E proprio per questo motivo, Kensei aveva all'ultimo annullato l'ordine di partire subito, avrebbe avuto tempo per unire le informazioni in suo possesso con tanto altro, avrebbe potuto scoprire di più sulla Bruma e, soprattutto, sia lui, sia gli altri shinobi sarebbero stati, se non preparati, più esperti, quando fosse stato il momento di partire.

    Così passarono i mesi, molte cose successero: la missione ad Azumaido, quella al Lucchetto per Kensei, i fatti al Ferro per il giovane Tokugawa e tanto altro.
    Oltre ciò, però, il Mizukage aveva avuto informazioni sulla Bruma, alcune dai mercanti e le associazioni navali che viaggiavano tanto a Nord fino al Paese del Cielo, altre da documentazioni accademiche, in più aveva ricevuto una profezia, se tale si poteva definire, da Munkeke ad Azumaido ed alcune informazioni le aveva ricevute da un suo contatto: il Kaguya Mercenario.
    Tutte queste fonti avevano permesso di mettere insieme diversi dati, creando una vera storia della Bruma.

    Il villaggio era nato ai tempi della Quinta Mizukage, la Terumi che aveva affrontato il famoso Uchiha Madara durante la Terza Grande Guerra dei Ninja.
    E proprio in quei giorni, da un continente meridionale, oltre l'Oceano dei Kaijuu, giungeva una piccola flotta, tre o quattro navi, di emigranti, una popolazione che fuggiva dalle proprie terre, ignara della grande guerra scoppiata nel continente che ancora non era noto come "accademico".
    Leggenda vuole che quelle quattro navi finirono in mezzo alla nebbia la notte dello Tsukuyomi Eterno e vagarono ignari, incapaci di governare le loro imbarcazioni, in una bruma color del sangue, fino a raggiungere, più per caso forse, un piccolo insieme di isole nei pressi di quello che è il Paese del Cielo.
    In onore di quel viaggio fortuito, il villaggio e la struttura che nacque, fu chiamata la "Bruma di Sangue".
    In ricordo, invece, delle loro terre natie, questi primi migranti scelsero che avrebbero avuto un governo di cinque individui, i capi della Bruma.
    Se, però, nelle loro terre natie, i cinque capi erano chiamati i Gosha Sei (Cinque Astri in Cerchio), qui sarebbero stati "Akai Te" (La Mano Rossa).

    Queste notizie, poi combaciavano in parte con ciò che, probabilmente, anche Akira aveva riportato dalla missione avvenuta, alcuni anni prima, nel Paese dei Demoni: la Shibuki era nelle mani del "Vermiglio" della Bruma di Sangue, mentre la "Scarlatta" aveva affrontato l'Ottavo Mizukage molti anni addietro. E qualcosa di simile Munkeke l'aveva detta su un ladro Rubino ed una gabbia di Corallo, quando si era conclusa la missione ad Azumaido.
    Inoltre, fra le notizie ottenute dal Kaguya, c'era che la "Mano Rossa" preferiva usare dei titoli che ricordassero le tonalità del Rosso alle dita di una mano (in fondo, chi vorrebbe farsi chiamare il "Mignolo della Bruma"? Aveva giustamente sottolineato l'Asso).

    Infine, dalle compagnie commerciali marittime, il Mizukage avrebbe saputo di una misteriosa e pittoresca battaglia per mare nel tratto di mare noto come lo Stretto di Kasumi avvenuta ormai quasi un anno e mezzo prima: giganteschi kraken tentacolari e parte della flotta della Bruma contro un drago rosso ed un demone codato.

    La cosa importante, appunto, era che la Bruma aveva una Flotta, non qualche nave, non imbarcazioni semplicemente da sbarco, non piccoli gruppi di pirati, ma una vera e propria flotta di almeno trenta navi, che dominavano tutto il tratto di mare fra il Paese del Cielo e quello del Miele.
    Erano isolazionisti, non si intromettevano in piccoli gruppi di accademici (o di Cremisi) in movimento un pò più lontano dalle loro terre, ma il loro dominio di quel tratto di mare era pressoché indiscusso.
    C'erano voci che uno dei cinque della Mano dominasse sopra un esercito di veri e propri Kraken, che persino avessero al loro servizio delle creature simili a uomini-pesce, si arrivava a suggerire, ma chissà dove la verità sfociava nelle voci esagerate dai racconti di sfortunati naviganti.
    Quindi quello era un aspetto cui il Juudaime avrebbe dovuto lavorare per decidere come muoversi con i suoi shinobi.
    Il "villaggio" della Bruma, poi, era di fatto costituito da una serie di piccole isole collegate da strutture di ponti e barche, protetto perimetralmente da una parte della flotta stessa.
    Ne avevano anche una piccola mappa, approssimativa (chissà quanto effettivamente corrispondeva alla realtà poi).



    Erano poche isole, ma avevano una grande flotta, ricchi dei commerci con i territori non accademici.
    E lì, da qualche parte, un anno prima, erano stati rinchiusi Itai Nara e Meika Akuma.

    Il viaggio per andarli a salvare, da Kiri, sarebbe durato quasi due giorni, per mare, partendo da un porto della costa continentale che affacciava sul paese dell'Acqua, ce ne sarebbero voluti quasi tre, dall'Oceano Kanashi più di quattro giorni, se si fosse partiti dalle coste fra il Paese della Neve e quello del Fulmine, o dall'Oceano Nanmen, si rischiava di metterci una settimana.
    Queste le considerazioni che avrebbe dovuto calcolare tanto Kensei per la partenza della squadra a Kiri, quanto per il momento corretto in cui informare ad Akira Hozuki, dovunque egli fosse, se voleva partecipare al salvataggio del suo mentore e della propria donna.

    Stava a Kiri, a quel punto, decidere come agire.

    [Mappa]
     
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    La Nebbia e la Bruma


    Capitolo Unico


    Atto I
    A raccolta. †



    Era passato molto tempo ormai da quando avevo ottenuto le informazioni sul destino di Itai e ne era passato altrettanto da quando, colto dalla furia della battaglia e dal turbinio incontrollabile delle mie emozioni, richiamai tutti i kiriani nel mio ufficio per comunicargli non solo della notizia che avevo raccolto ma anche per informarli che saremmo partiti la mattina immediatamente seguente, diretti proprio nella terra della Bruma di Sangue. La notte, però, avevo una questione in sospeso con Hotene, la kunoichi di Azumaido affidatami dalla sua capovillaggio qualche tempo prima. La cosa, però, non si risolse nel migliore dei modi, anzi, tuttavia mi permise di entrare in contatto con altri due ninja della Nebbia che non avevo mai conosciuto. Fu la situazione, i risolvi inaspettati, la necessaria presenza della mia figura sull'isola gemella di Genosha che mi fece rendere conto, mentre le prime luci dell'alba si alzavano dal mare ghiacciato che circondava lisola, che era troppo presto per lanciarci in quell'avventura folle. Non potevo mettere a repentaglio le vite di tutti i miei migliori shinobi senza un briciolo di informazione in più, senza riuscire a ricostruire almeno qualcosa del mio nemico, senza agire razionalmente. Richiamai allora la Hakushaku e Kyofu, affidando ai due un semplice incarico: la Baronessa avrebbe dovuto informare i ninja di Kiri dell'annullamento della missione comunicata il giorno seguente - probabilmente li avrebbe trovati al porto, già pronti per partire data l'ora - mentre Kyofu avrebbe dovuto raggiungere qualcuno che lo conosceva bene, qualcuno che aveva visto come l'albino aveva riportato alla luce il contratto dei Kyuketsu Komori davanti ai miei occhi: Akira Hozuki. Il Messaggero delle Grotte del Silenzio avrebbe dovuto recare una piccola missiva scritta su carta nera e inchiostro argentato, sigillata con il simbolo di kiri colato su cera. Quanto vi era scritto era piuttosto stringato e semplice: ho notizie su Itai e Meika. Torna a Kiri il prima possibile.
    Nel frattempo, tuttavia, ebbi più volte da comunicare la mia assenza: le vicende del Lucchetto, più di tutte, mi tennero lontano da Kiri, sia perché dovetti risolvere una situazione spinosa nel Villaggio dei Kagi, sia perché dopo questa risoluzione, decisi di dedicare del tempo alla mia famiglia ed a me stesso, per migliorare e coltivare nuove e navigate abilità.
    Fu però l'incontro col Mercenario Kaguya che mi diede le informazioni che mancavo sulla Bruma di Sangue, permettendomi di unire il filo della questione che sembrava reciso in più punti. Queste informazioni, poi, mi riportarono alla mente, anche sullo sprono della Yakusoku, una peculiare vicenda successa ad Azumaido durante le avventre con Fudoh e Youshi: Munkeke che, prima col sottoscritto, poi con i due ex-genin di Kiri, iniziò a parlare in modo criptico ed assurdo. Ora, con una visione d'insieme più dettagliata e ampia, avevo modo di comprendere anche quelle che sembravano soltanto parole d'un uomo ebbro: una profezia - e in quell'anno le profezie sembravano quasi perseguitarmi.
    Dunque, nuovamente, lasciai che la Hakushaku e Kyofu, come avevano fatto in precedenza, andassero dai ninja del villaggio e da Akira per convocarli direttamente al porto di Kiri, armati e pronti a partire. Il breefing sarebbe stato effettuato sulla nave stessa, dopotutto una parte - piccola - di informazioni già la possedevano. Il Pipistrello avrebbe allungato la solita missiva nera recante il simbolo di Kiri.

    [...]

    Non sarebbe stato difficile identificare la nave: un enorme galeone da guerra, infatti, era ormeggiato al porto, circondato da ninja pronti a difenderlo. Io stavo a braccia conserte davanti al lato lungo della nave, quello che dava direttamente sulla banchina destinata all'imbarcaggio. Avrei atteso che tutti i ninja fossero presenti, rispondendo alle loro eventuali domande. Una volta che fossi stato certo della presenza di tutti i ninja che avevo convocato, avrei dato l'ordine di salpare, chiamando poi tutti sotto coperta dove avrei spiegato per filo e per segno le informazioni in nostro possesso per quell'avventura. In quel luogo, inoltre, avevo fatto allestire dei piccoli laboratori ingegneristici: due fucine, due banchi alchemici, una gigantesca dispensa contenente molti ingredienti pregiati per veleni e tonici, alcuni tipi di metallo per la forgiatura di armi bianche e svariati chili di cuoio. Se la durata ce lo avesse permesso, infatti, avremmo potuto fabbricarci oggetti utili per la missione. [Note]Ovviamente tutto questo a discrezione del nostro bel QM.
    È finalmente giunta l'ora. Questa volta non potranno esserci ripensamenti. Abbiamo quello che ci serve. Il mio sguardo severo cercava gli occhi di tutti, compresi quelli di Akira che sapevo si sarebbe prima o poi infilato nel mezzo o se ne sarebbe uscito con uno dei suoi famosi colpi di testa. La Bruma è un villaggio che nasce durante la Terza Grande Guerra Ninja. Al di là dei miti e delle leggende che circondano la formazione del villaggio, ciò che c'è da sapere è che non è dotata di un unico Kage o di un capo: la Bruma di Sangue è governata dall'Akai-Te, la Mano Rossa, un collegio composto da - incredibile a dirsi - cinque individui. Questi individui portano i nomi delle tonalità del rosso. Conosciamo due membri della Mano: la Scarlatta, affrontata dal'Ottavo Mizukage Shiltar Kaguya anni addietro, e Il Vermiglio che il qui presente Akira sembra aver scoperto possedere una delle antiche Sette Spade Leggendarie della Nebbia, Shibuki. Io ho motivo di credere che troveremo anche Kiba, i Gladi del Fulmine, ma non so dirvi in mano a chi. Passeggiavo su e giù davanti ai ninja, non mutando mai il tono serio, scandito e grave che la voce modificata dal mio elmo mi donava. Un anno fa ormai, è stata osservata e riportata una battaglia tra un Demone Codato, un gigantesco drago rosso e dei kraken al largo dello Stretto di Kasumi. Queste sono le ultime informazioni che abbiamo di Itai, Meika e Ryoga, il drago cui si era legato il Mizukage. Sappiamo che un membro della Mano paia governare su dei giganteschi Kraken tentacolari e che abbia addirittura, sotto di sé, una sfilza di uomini dotati di sembianze ittiche. Mi fermai, facendo una pausa e tornando al centro della stanza. Il Villaggio della Bruma è costituito da alcune isole collegate da ponti e parte delle barche della sua grande flotta circondano e proteggono il perimetro del paese. Non stiamo parlando di una manciata di navi di un manipolo di pirati: stiamo parlando di una vera e propria potenza navale guidata da un governo isolazionista. Non possiamo avvicinarci con questa nave né, dunque, possiamo dare troppo nell'occhio. Da dove siamo partiti ci vogliono circa due giorni di viaggio per arrivare: dobbiamo elaborare una tattica efficace di infiltrazione conoscendo la loro potenza marittima. Inoltre, dovremmo dividerci in due squadre. Mi avvicinai ad un tavolo poggiato alla parete della nave, prendendo un grosso plico di fogli. Questa è la mappa della Bruma: non sappiamo quanto sia veritiera ma è un buon punto di partenza. Come vi dicevo in precedenza, dovremmo dividerci in due gruppi: uno che si interesserà al recupero di Itai, uno che si occuperà di rintracciare l'ex primaria dell'ospedale, Meika Akuma. Mi voltai verso Akira e Fudoh. Voi due, probabilmente, avrete piacere nello stare nel secondo gruppo. In tal caso, lascerei al Jonin il compito di assemblare questa seconda squadra. Per facilitargli il compito, sarà necessario presentarsi e dire quattro parole su di sé. Incrociai le braccia al petto, divaricando leggermente le gambe. Prepariamoci.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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    la Nebbia e la Bruma


    I

    Rilessi un'ultima volta la missiva giunta dai messi del Mizukage, con la mano mi grattai prima il capo e poi l'orecchio, alzandomi pensoso e muovendo larghi passi nella stanza spartana in cui ero solito dormire. Era passato un lungo anno da quando Kiri era entrata in possesso di superficiali informazioni circa dove fosse rinchiuso Itai-sama, all'alba del giorno seguente in cui ci era stato comunicato, tutti pronti sul molo a partire, venimmo rimandati alle nostre case con una lettera molto simile a quella appena arrivata. I motivi non vennero mai chiariti da parte del Mizukage e, allora, costretti dagli eventi, continuammo a lavorare per il benessere di kiri e della sua popolazione. Ma dentro di me ardeva, sempre più di più, la preoccupazione per Itai-sama. Era stato lui a promuovermi a Mano Nera ed io avevo promesso, all'epoca, che sarei stato la sua ombra fedele. Poi sparì e non si ebbe più sua notizia, in compenso scoprii che quello che io definivo Ombra era in realtà la Mano Sinistra del Kage e che, proprio la Mano Sinistra di Itai, divenne il Juudaime facendomi prendere il suo posto. Dentro di me incolpavo il Mizukage per tale ritardo, avevamo lasciato per un anno Itai-sama e Meika nell grinfie dei loro aguzzini senza fare nulla, li avevamo condannati ad un anno in più di prigionia e per quale motivo? Non ci era dato saperlo e questo mi infastidiva ancora di più. Per questo numerose domande si susseguivano nella mia mente, le prime rivolte verso il destino del Nara e della primaria di Kiri, le seconde addirittura ponendo malizia nel ritardo con cui il kage si stava occupando della questione. Ma tutti quei pensieri andavano rimossi con un colpo di spugna, rischiavo che oscurassero quello che era il nostro obiettivo: recuperare Itai e Meika.

    [...]

    Il giorno seguente mi presentai puntuale al molo. Per raggiungere il porto ero passato dai tetti del villaggio, uscito dalla finestra al quarto piano, risalite le mura dell'abitazione, mi ero scagliato con ampi balzi fino a giungere al luogo di ritrovo. L'ultimo salto, spiccato da una casa al limitare, mi fece atterrare a circa una trentina di metri dal galeone che troneggiava su tutte le altre imbarcazioni. Diversi ninja erano coinvolti nella sua protezione mentre il Mizukage, fermo nella sua solita posizione plastica, attendeva che tutti i ninja richiamati si presentassero. Una volta rialzatomi e abbassato il cappuccio scuro del mantello della Mano Nera, mi diressi verso Kensei-sama con relativa calma, dato che non avevo ancora notato gli altri ninja del mio villaggio presenti nella scorsa riunione. Giunto a tre metri dal Mizukage mi fermai e, in un inchino, dissi A rapporto, Mizukage-sama Quindi portai le mani dietro la schiena, comunque coperte dal mantello, e attesi disposizioni. Nell'attesa di venire raggiunto dai miei compagni o che Kensei-sama si rivolgesse a me, studiai con interesse quell'imbarcazione.
    Una volta giunti anche gli altri ninja che sarebbero partiti per la missione, rivolgendo un cenno con la testa a Fudoh-san, seguii il Mizukage all'interno della nave e sottocoperta dove, mentre i marinai si attrezzavano nel salpare, iniziò il briefing.
    In quel ambiente, pieno di materiali e laboratori per creare oggetti utili, iniziò a parlare Kensei-sama. Da prima ci diede una panoramica della struttura sociale interna del Villaggio della Bruma, dunque di alcune voci e indizi più concreti che parlavano della presenza di alcune delle antiche sette spade, infine fornendoci una visione più completa di quello che avremmo potuto incontrare durante la missione: dalle informazioni in nostro possesso, potevamo dire con certezza che fossero forniti di una grande flotta navale e che, uno dei cinque, combattesse in mare con dei Kraken, oltre che la presenza di uomini-pesce, guerrieri perfetti per gli assalti marini.
    Il mio sguardo si perse sulla mappa spiegata sul tavolo, andava trovato un modo per non affrontarli nella loro zona di conforto, il mare. Forse - anche a rischio di allungare il viaggio di un giorno o due - si sarebbe potuto attraccare nel Paese del Lupo e raggiungere a piedi il Paese del Cielo, infatti l'arcipelago non sembrava fosse distante dalla costa, ma restava da capire quanto tempo richiedesse. Anche se non tutti erano in grado di poter usare il chakra per camminare sull'acqua, di notte e a piedi saremmo potuti passare inosservati più facilmente che con questo galeone. Rimasi in silenzio, non ero stato interpellato e sapevo bene quanto potesse infastidire il Mizukage parlare a sproposito.
    Dunque, alla richiesta di presentarsi al Jonin Akira-sama, se nessuno avesse subito rotto il silenzio, dopo un attimo avrei risposto Youshi Tokugawa, chunin e elemento della Mano Nera. Assassino e portato all'infiltrazione nelle linee nemiche. Specializzato nell'uso dei genjutsu e eliminatore di cadaveri il mio unico occhio non si era spostato da Akira-sama, finito di parlare compii un leggero cenno di rispetto con la testa in sua direzione.

     
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    La Nebbia e la Bruma


    I


    Era quasi il tramonto.
    Il sole incominciava a scomparire all'orizzonte ed io, accampato alla bella e buona vicino alla scogliera dove, mesi prima, avevo fatto ingresso nel regno del Nadir con Jotaro, nelle prossimità di un tempio nel Paese delle Sorgenti Termali, tenevo in mano una missiva di Kensei, portata fin lì da una delle sue evocazioni notturne.
    Dopo essermi allontanato da Oto, avevo provato a cercare l'ultimo dei Jaku nell'ultimo posto - fisico - dove ci eravamo incontrati. Anche nel tempio dove lo avevo trovato, quasi in austero pellegrinaggio, di lui, non c'era traccia. Il ronin era sparito, apparentemente senza lasciar traccia, e la sua figura, la sua conoscenza e la sua esperienza, invece, erano proprio ciò che stavo cercando di ritrovare, in quel periodo di eremitaggio per il continente. Il criptico ninja, forse, aveva deciso di abbandonare il mondo ninja, ancora una volta.
    Non demorsi. Avevo fatto un giuramento, avevo deciso di perdere tutto, per trovare qualcos'altro di più grande, o almeno provarci. Non per me, ma per tutti gli altri; se l'egoismo dei singoli non avrebbe mai potuto cambiare quel circolo di guerre e dolore, non restava altro che tentare una nuova via. Io avevo deciso di intraprendere quella nuova strada, forse inesplorata da secoli, e avevo già rischiato di perdere me stesso una volta... Il Jaku mi aveva raccolto, quella volta.
    Non sapevo se quel giorno sarei stato così fortunato.
    Quel giorno, infatti, Akira Hozuki rischiò di perdersi per sempre.

    Meika... Era la prima volta che pronunciavo il suo nome, dopo i disastrosi fatti del Gelo. Non ero più riuscito a farlo, non più. non da quando la avevo lasciata. Lei che più di tutti gli altri era stata la mia ancora, la mia casa, il mio rifugio... La avevo lasciata alle mie spalle, per intraprendere quella nuova strada.
    Mi ero preparato a perderla, a perdere noi... Sapevo che se fossi tornato a Kiri, se la avessi rivista, poi non avrei più potuto lasciarla andare... Quello che non ero in grado di fare, però, era scordarmi di lei. Cosa c'entra Meika... I pugni si serrarono attorno alla lettera, quasi distruggendola, per poi lasciarla cadere ed essere quindi trasportata dal vento nell'oceano. Itai era scomparso da mesi, lo sapevo, e voci di corridoio nel continente parlavano di una battaglia intercorsa tra un drago e un mostro marino vicino al grande continente dell'est... Ma perché Meika doveva essere con Itai? Perché ero rimasto all'oscuro di tutto ciò. COSA. C'ENTRA. MEIKA?! Urlai, con un tono di voce imperioso, mentre andai a cingere il collo del volatile, ancora vicino a me. DIMMI. COSA. C'ENTRA. MEIKA?! DOV'E'?! DOV'E' LEI?! Quelle frasi sarebbero state pronunciate con una rabbia insolita, degli urli, disperati, che avrebbero rimarcato ogni singola parola, mentre la mia presa andava a stringersi sempre più; sempre più forte, sempre più disperata. Dalla mia bocca, con i denti digrignati, la salivazione si sarebbe fatta più prepotente e accentuata, quasi come fossi una fiera feroce dinanzi alla sua preda.
    Ma di animali non ce ne erano, nei paraggi... Solo una bestia feroce, quasi incapace di intendere e volere.
    Il pipistrello avrebbe provato a rantolare che non era in possesso di altre informazioni, che Kensei mandava a dire che si sarebbero dovuti incontrare su un'imbarcazione al porto di Kiri il mattino seguente. Con ancora gli occhi sgranati dal furore, dovetti trattenere gli istinti più animali che avevo preso possesso della mia mente. Gettai con furore il pipistrello a terra, quasi come se fosse un piccolo sasso. Sparisci. Quell'affermazione lapidaria non avrebbe ammesso repliche di sorta, e la creatura se ne sarebbe accorta.
    Affannato, quasi come dopo una corsa, non seppi dire per quanto tempo restai in piedi sulla scogliera, mentre nella mia mente immagini e pensieri scorrevano veloce, in uno strano e articolato flusso di coscienza. Quado rinsavii, era ormai scomparso il sole, e con il freddo vento della sera, mi sedetti su una roccia.
    Il dubbio aveva assalito la mia mente. Forse, il mio cammino, si era appena spezzato. Il mio giuramento, sarebbe andato perduto.
    Ero però certo di una cosa: se fosse successo qualcosa a Meika, qualcuno avrebbe sofferto.
    Stavo per tornare nuovamente sulla vecchia strada, da cui avevo deciso di uscire... Dolore, rabbia e sangue mi avrebbero ritrovato.

    Qualcuno avrebbe sofferto.

    [...]

    Il mattino seguente, la rabbia avrebbe lasciato spazio ad una fredda lucidità. Chiunque mi conoscesse veramente, avrebbe saputo che quella condizione di pura concentrazione, quasi cieca, era uno stato pericoloso, non solo per me, ma per chiunque fosse stato nelle mie vicinanze.
    Ero partito con il sorgere del sole, dopo una nottata passata quasi insonne, e solcando i cieli sulla grande Hiramekarei avrei raggiunto in poche ore il porto di Kiri. Il grande galeone non sarebbe stato difficile da trovare. Osservai Kensei e una discreta presenza di altri ninja, ma non mi interessava nulla in quel momento. Non vedevo nient'altro, in quel momento. Sarei sceso rapidamente, mentre le mie ali eteree incominciavano a svanire insieme agli antichi simboli dello Scriba del Mondo, interrompendo il ninjutsu proprio un attimo prima di raggiungere la nave, sulla quale atterrai e, contemporaneamente, richiamai indietro nel mio speciale guanto le Spade Gemelle. Fu quasi come un unico movimento. Dov'è? Furono queste le prima parole. Meika. Dov'è? I presenti avrebbero potuto percepire il tono glaciale delle mie parole.
    z6ooNnk

    Nessuno dei presenti, tranne Kensei, aveva mai visto Akira Hozuki in quello stato.
    Avrei lasciato parlare Kensei, in un disturbante silenzio. Avrei ascoltato ogni singola parola, recuperando le informazioni, e metabolizzandole. Quando il Mizukage ebbe finito, la mia voce avrebbe immediatamente tuonato. No. Un solo istante di pausa, che sarebbe sembrato durare un'eternità. Nessuna squadra. Vi serviranno due giorni, giusto? Vi darò due giorni. Ma nessuna squadra. E lo dico per il bene di tutti. Avrei guardato solo Kensei. Non è adesso il tempo di discutere. Se vuoi provare a fermarmi, dovrai probabilmente rinunciare alla missione, perché sai che nessuno dei presenti sarebbe in grado di partire se ciò accadesse, né avreste una nave per farlo. Al termine di tutto, potrai fare le tue considerazioni, sai bene che non mi interessa. Portarmi con voi, sarebbe solo deleterio. Prima di tutto, per voi stessi. Non sono nelle condizioni per garantire l'incolumità di chi mi sta vicino. Non c'è nessuna soluzione alternativa. Agite come meglio credete, io farò lo stesso. Inizierò dall'isola più piccola, quella più vicina alla costa... Prima dell'alba del secondo giorno. Attenderò sulla costa del Cielo fino ad allora... Dopo, inizierò. Non specificai null'altro. Se Kensei avesse avuto memoria di quello che fu Keiji Kagome, forse avrebbe vissuto una sorta di dejà vu; l'ultima volta che mi aveva visto in quello stato, era durante la riunione di Kiri, prima dello scontro mortale con Seinji Akuma.
    Avrei atteso solo un istante per ricevere un segno di riscontro, poi, così come ero giunto, sarei ripartito, accompagnato da una sofferenza interiore, quasi deleteria. Una follia silente. Un dolore che ruggiva nel mio cuore.

    Molti altri avrebbero sofferto.

    Io, sicuramente, più di tutti.
     
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    La Nebbia e la Bruma


    ~I~



    Quid est ergo Tempus?



    Cos'è, dunque, il Tempo? Il tempo, nel suo fluire, può sembrar lento, quando attendiamo che giorno dopo giorno arrivi una data tanto attesa, una svolta o che si realizzi un obiettivo, un sogno. Tuttavia, quando ci guardiamo indietro, quando ripercorriamo mentalmente il nostro lungo cammino, non è infrequente scoprirsi con un'espressione di stupore in volto, nell'accorgerci di quanto i nostri ricordi di “ieri” sembrino vicini e di quanto, in realtà, quei ricordi si riferiscano ad un passato ormai lontano. Il tempo, si sa, è relativo. Quanto può apparire lungo un periodo di almeno un anno? Beh... al Drago Divino, dispensatore di immortalità, o anche solo ad Hanbei l'Immortale, il senza morte che il Lupo aveva liberato dalla sua maledizione infinita dalle sembianze di un'infestazione di vermi, probabilmente molto poco... e, strano a dirsi, anche il ninja di Ashina aveva l'impressione che il tempo fosse volato via dalla fine della missione ad Azumaido in cui, assieme alla Pantera, aveva conosciuto il Mizukage in persona. Non solo... da quando aveva messo piede a Kiri, comparendo senza ancora alcuna spiegazione al porto del villaggio, i minuti, le ore, i giorni ed i mesi erano passati sotto i suoi occhi senza che quasi se ne fosse accorto. Aveva fatto tanto e conosciuto molti, il Lupo, in quell'anno di permanenza in terra straniera – anno? Più di un anno, visto che la missione ad Azumaido era avvenuta quando lo shinobi da un braccio solo risiedeva già da vari mesi nella Nebbia – eppure, nella sua mente, lui si trovava ancora nel Tempio in Rovina, a scolpire Buddha, là dove un tempo c'era lo Scultore, l'Orango da un braccio solo, che si era letteralmente fatto carbonizzare vivo dallo Shura in agguato dentro di sè. Uno Shura che, era stato avvertito, poteva crescere in silenzio anche nell'animo del Lupo, se solo avesse abbassato la guardia... un brusco rumore fece ritornare il ninja alla realtà. L'emissario che era stato inviato nella sua vecchia capanna ai confini di Kiri se n'era andato. Il Lupo abbassò di nuovo lo sguardo su ciò che era stato la causa che aveva suscitato in lui quella riflessione sul tempo: una lettera nera. Un ordine da parte del Ninja di Ferro rivolto a tutti i suoi migliori sottoposti... un ordine di presentarsi al porto del villaggio per partire verso una missione dalla priorità assoluta.

    […]



    Molti degli shinobi, con cui aveva condiviso un pezzo di storia di quell'anno, erano riuniti davanti ad un enorme galeone. Il Lupo avrebbe fatto un cenno di saluto a tutti, dopo essersi inchinato, rispettosamente, di fronte al Mizukage. Riguardando le loro facce, l'Ōkami poteva fare un riassunto o, meglio, un excursus mentale delle disavventure vissute assieme ad ognuno di loro. Tuttavia, solo uno, tra tutti, quel giorno, risaltò all'attenzione dello shinobi d'Ashina, sia per il modo con cui questi fece la propria apparizione, sia per il cambiamento, ben visibile, che i suoi occhi e il suo atteggiamento facevano risuonare nel molo. Stiamo parlando proprio del primo ninja che il Lupo aveva conosciuto, il primo che lo aveva accolto nel villaggio: Akira Hozuki. C'era qualcosa di diverso però. Dopo esser giunto in modo a dir poco spettacolare, chissà da dove, letteralmente volando con delle ali quasi inconsistenti, lo shinobi dal ciuffo albino appariva inquieto e brusco nei modi. Egli si rivolgeva al Mizukage... Mizukage che, una volta condotto il gruppo sotto coperta, dove era stato allestito un laboratorio che sembrava capace di creare qualsiasi arma o pozione potessero immaginare, e aver spiegato la situazione che avrebbe dovuto essere sbrogliata (una missione di recupero del precedente Mizukage e di una certa Meika Akuma), aveva chiesto a tutti di presentarsi velocemente al jonin. L'atmosfera, tuttavia, prima ancora che i giochi potessero ufficialmente iniziare, si stava già scaldando. L'Hozuki era troppo sconvolto per poter assicurare un buon lavoro di squadra con chiunque dei presenti. Voleva partire da solo. Dava un appuntamento, che suonava in realtà più che altro come un ultimatum, al resto dei suoi compatrioti: a due giorni da allora, il jonin avrebbe atteso l'arrivo degli altri sulla costa del Cielo. Chi c'era, c'era. Superato il termine, avrebbe agito per conto suo. Il Lupo avrebbe voluto dire qualcosa, salutare l'Hozuki, dirgli che non si era dimenticato di lui, né della capra di Sanjuro, lo Sciamano, né del ladro con cui aveva dovuto combattere tempo addietro. Avrebbe voluto informarlo che aveva ascoltato il suo “consiglio”: finalmente aveva smesso con quelle che l'Hozuki aveva definito "droghe" (che non erano droghe, ma confetti buddisti di potenziamento, introvabili al di fuori di Ashina). Ma non lo fece. Questo perchè quel ninja, là, sulla nave, con tutti loro, non era Akira Hozuki. O, per lo meno, non l'Akira Hozuki che aveva conosciuto il Lupo: il ninja sempre pronto alla battuta, allo scherzo, alla risata, alle maniere “gentili”, all'ascolto e all'aiuto, ma che sapeva diventare risoluto e spietato al momento del bisogno. Un flash improvviso attraversò la mente del Lupo: un ninja dal ciuffo albino fuoriusciva dall'enorme cancello, marchiato dalle tipiche quattro onde di Kiri, e scorgeva uno strambo pellegrino che dall'aspetto risultava del tutto fuori luogo.

    Carotina! Hai visto mica passare da qui una capra?

    Un altro lampo e la scena, improvvisamente, cambiò di nuovo. Completamente stravolto per la lotta all'ultimo sangue contro il ladro di capre, all'alba ormai di quello stesso giorno, lo shinobi d'Ashina si avviava, finalmente, a varcare l'imponente Porta della Nebbia, prima di svenire, di lì a poco, proprio davanti all'ingresso, per poi risvegliarsi all'ospedale. Con un sorriso, quasi da fratello maggiore, dopo avergli consigliato cosa fare per l'immediato futuro, Akira Hozuki salutava il Lupo che iniziava quella nuova parte di vita.

    Se guarirai, sono convinto che prima o poi ci rincontreremo. Fino ad allora, fai il bravo! E grazie per il divertiment... Volevo dire aiuto. Grazie per l'aiuto.

    Proprio come era successo nella sua capanna, quando aveva ricevuto la lettera del Mizukage, il rumore delle voci e dei passi dei suoi compagni riportarono di colpo lo shinobi da un braccio solo al presente. Era incredibile come quei ricordi sembrassero freschi e vividi come se fossero successi il giorno prima. Che strana cosa il tempo! Un attimo ed il jonin se n'era già andato. Chiunque fosse stato, quello non era di certo il ninja dal ciuffo albino che si ricordava. Anzi, probabilmente, dopo che il Lupo lo aveva lasciato alle porte del villaggio, quel giorno di così tanto/poco tempo fa, Akira Hozuki, quell'Akira Hozuki, non era più tornato...

     
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    La Nebbia e la Bruma


    Gli Inizi


    Quella giornata era iniziata male, anzi, malissimo, per Akuraguri. Aveva avuto degli strani incubi, spendendo tutta la notte a rigirarsi nel letto, sudando e bisbigliando parole incoerenti. Quel mattino aveva poi cercato conforto nella meditazione, raccontando ad Haremashita parti dei suoi sogni, senza però ricevere una risposta soddisfacente. La bambina infatti, quel giorno, aveva adottato la decisione di non parlare o comunque, di limitare le sue interazioni con il giovane genin. Il messaggio arrivò mentre lui stava concludendo i suoi allenamenti mattutini, abitudine che aveva preso da quando si era trasferito all'interno del quartiere riservato ai Kenkichi. Lesse in fretta la breve missiva, per poi riprendere i suoi esercizi.

    La grandezza della nave era impressionante, anche per un ragazzo come Akuraguri, che aveva passato la maggior parte della sua vita in mezzo al porto e a navigli di tutti i tipi. Nonostante ciò, la vista di quell'immenso veliero lo meravigliò a tal punto che per un momento si fermò, ad ammirare quell'opera di carpenteria. L'imbarco non sarebbe stato lento, dato che i ninja avrebbero, probabilmente, portato con sè solamente ciò che era di più strettamente necessario. Il ragazzo si avvicinò dunque all'imbarcazione, notando quasi immediatamente la figura di Youshi accanto a quella del Mizukage sul ponte della nave, evidentemente aspettando il resto della squadra.

    Gli altri ninja arrivarono, quasi senza fare impressione sul genin, che aveva uno sguardo cupo sul volto e la mente annebiata da altri pensieri. Solamente uno riuscì ad interrompere quello stato quasi catatonico: Akira Hozuki. Il ragazzo atterrò, letteralmente, sul ponte della nave, con una faccia strana, che faceva traspirare un certo stato d'animo inquieto. Akuraguri non aveva mai visto il jonin prima di allora, ma aveva sentito parlare di lui, bisbigli di corridoio, racconti e leggende che i ragazzi si scambiavano sugli eroi della Nebbia. Anche non avendolo mai visto da vicino, si poteva comprendere come quella non era solamente un'altra missione per lui, ma portava con sè un certo bagaglio, un peso non indifferente.

    Le spiegazioni furono dettagliate, date dal Kage sottocoperta, mentre i marinai si preparavano per salpare. Il genin avrebbe voluto essere con loro, respirare l'aria di mare e magari anche riscaldarsi i muscoli, che in quell'aria mattutina sembravano pezzi di ghiaccio. Le informazioni che il Mizukage stava riportando però, erano importanti, quindi egli decise di concentrarsi e pulirsi la mente per assimilare il discorso. Serie come al solito, le parole dell'uomo scivolarono una accanto all'altra, dipingendo una situazione che non era delle migliori, anzi. Se addirittura il precedente Mizukage era stato fatto prigionerio o comunque era stato battuto dagli abitanti della Bruma, come poteva il loro manipolo provare od anche solo sperare di vincere quella battaglia? Nonostante i dubbi però, il ragazzo sapeva che quel gruppo era formato dai ninja più forti della Nebbia, se non dell'intero continente, quindi se un'impresa del genere andava compiuta, era meglio compierla insieme a loro.

    Anche le presentazioni filarono in modo abbastanza liscio, eccezione fatta per l'Hozuki, al quale, evidentemente, l'idea di dividersi in squadre non andava giù in alcun modo. Il ragazzo infatti annunciò la sua dipartita e la sua intenzione di agire all'alba del secondo giorno, per poi agire come aveva preannunciato ed uscire dalla stanza. Il dolore nella sua voce era cristallino, così come lo era la sua rabbia, bollente, che faceva distogliere lo sguardo del genin. Chiusosi quel sipario, Akuraguri riuscì a presentarsi, con qualche veloce parola, come suggerito dal Mizukage.

    Sono Akuraguri Kenkichi, genin. Specializzato in combattimento ravvicinato.

    Si sedette nuovamente ed aspettò che la riunione si concludesse e fossero stati dati i primi ordini.

    La Sanguinaria
    SPOILER (click to view)

    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La Nebbia e LA Bruma


    RECUPERO



    Lanciai sull’elegante tavolo in mogano del salotto di casa Akuma, la missiva contenente la convocazione all’imminente missione che si sarebbe tenuta nel villaggio della Bruma. Lì seduto sulla poltrona in velluto rosa cipria con gambe in ferro dorato, sedeva Auron, fedele servitore e maggiordomo della dimora.
    Preparami i bagagli Auron, si prevede una lunga permanenza fuori casa…
    Afferrò la lettera leggendo il contenuto.
    Il villaggio della Bruma? Ancora…?
    I miei occhi si posarono sul vecchio.
    Che cosa intendi con ancora?
    Sicuro che avrei ricevuto presto chiarimenti a riguardo.
    Non è passato tanto tempo, da quando tutti i ninja di kiri ricevettero una missiva molto simile a questa, per partire d’urgenza in una missione di recupero del precedente mizukage e della facoltosa primaria dell’ospedale nonché appartenente al suo stesso clan… solo che…
    E le mani del vecchio sfiorarono il foglio
    Suvvia Auron, non farti pregare…
    Esortai il maggiordomo a parlare.
    Solo che pare che il mizukage kensei Hito, avesse cambiato idea, richiamando dalla missione i ninja convocati, ancor prima che potessero salpare alla volta della Bruma. Praticamente una missione bloccata al porto. Son tante le voci che circolano sull’accaduto. Sul perché il kage avesse ritirato l’ordine.
    PAURA , CODARDIA, TIMORE che Itai potesse ritornare soffiandogli la carica

    Osservai il vecchio negl’occhi senza proferire parola.
    Non credo si ripeta l’episodio… dopotutto, le possibilità attuali di ritrovare “vivi” Itai e Meika sono davvero esigue… chissà che non fosse sin da subito questo l’intendo di Kensei.
    Mi allontanai dal tavolo diretto al camino e mi riscaldai del rassicurante calore del fuoco, rinvigorì i tizzoni ardenti smuovendoli e donandogli legna che immediatamente si offrì alle fiamme, alzandole.

    …Il mattino successivo…

    Scivolai veloce e furtivo per le vie di kiri, accompagnato dalla nebbia, scelsi le vie meno trafficate, non avevo vogli d’incontrare nessuno e così fu, sino alla grande porta d’accesso al villaggio, per poi giungere lì sulla banchina. Diversi ninja si erano radunati, la missione richiedeva tutti gli sforzi possibili per il villaggio.
    Sul lato lungo della nave stazionava e troneggiava il kage a braccia incrociate. Lasciai che le operazioni d’imbarco avvenissero, per prendere io stesso, posto sulla nave. Quando levarono l’ancora, fummo richiamati sottocoperta per ricevere tutte le indicazioni del caso.



    Pffff… kraken e uomini pesce, una flotta potente, era ovvio che la via del mare fosse insormontabile, dovevamo avvicinarci il più possibile al luogo indicato per poi trovare una via alternativa.
    Sulla mano rossa e sui temibili ninja che la componevano, avevo sentito qualche racconto a riguardo per molti versi quella poteva rivelarsi una missione suicida. Dopotutto Itai, aveva pagato dazio per essersi spinto così oltre.
    Etsuko Akuma, chinin della nebbia. <p>



     
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    La Nebbia e la Bruma


    I Ninja di Kiri



    Sembrava una giornata come le altre, le strade di kiri, rumorose, davano l'impressione che nulla potesse fermare quello che era una splendida giornata di riposo.
    Ebbene si, finalmente dopo le molte missioni ero riuscito a trovare del tempo da spendere con la mia famiglia, mi trovavo insieme a mio padre in giardino mentre, con estrema precisione, stavamo tagliando la legna in modo da poterci scaldare nelle freddi notti Kiriane.
    I colpi si susseguivano veloci mentre raccontavo dei miei progressi a quello che fino a qualche tempo prima era stato il mio maestro di vita.
    Da lui avevo imparato le basi per riuscire a superare i test dell'accademia e diventare un fiero Genin della nebbia, anche lui a suo tempo era un ninja e aveva servito con onore e fierezza nella sua gioventù fino a quando non perse una gamba in combattimento e si decise a prendere la strada di padre e non più quella da Shinobi.
    La conversazione venne rotta dall'arrivo di una strana creatura, in realtà non così strana visto che ultimamente avevo conosciuto Kyofu, il pipistrello albino del Mizukage, e quello che mi si stava avvicinando sembrava essere solo una versione più piccola.

    Il Kage mi sta seriamente contattando? no Hideo! Sarà sicuramente qualcosa per mio padre!

    Quando la creatura si fermò davanti a me non riuscii a trattenere una faccia sconvolta, seriamente un semplice Genin veniva contattato direttamente dal Mizukage in persona? vero era che già ci eravamo conosciuti ad Azumaido ma non potevo immaginare che si ricordasse seriamente di me.
    Guardai mio padre, che subito sorrise rilassando le spalle e iniziò a guardarmi con uno sguardo di orgoglio paterno quasi commovente.

    Vai, è il tuo momento di dimostrare chi sei!

    Non me lo feci ripetere due volte e corsi in casa mentre in modo frettoloso cercavo di capire di cosa trattasse il messaggio.
    Una convocazione al porto di Kiri, il briefing sarebbe avvenuto direttamente li, quindi una missione! non era stato specificato nessun grado, cosa non comune, doveva esserci qualcosa sotto.
    Non persi comunque tempo e iniziai a preparare l'equipaggiamento necessario per partire in fretta e furia data dall'adrenalina del momento.

    [...]


    Arrivato al porto riconobbi molti dei ninja richiamati per la missione, erano presenti sia il Lupo che il Sensei Youshi e questo mi tirò su di molto il morale, una nuova missione coni ninja che più rispettavo, per non parlare del Mizukage, una leggenda scesa in terra, già pronto a darci tutte le informazioni di cui avevamo bisogno.
    La nave partì e noi ci ritrovammo a discutere della missione.
    Mi sentivo quasi inesistente alla presenza di quelle grandi figure che stavano discutendo sul da farsi, da quel che avevo capito era una missione di recupero di due persone, una certa Meika, della quale un ninja dalla chioma blu sembrava essere molto interessato, e di Itai, un'altro ninja della nebbia. quel nome non mi era nuovo ma non riuscivo a capire dove lo avessi già sentito.
    Recuperata una mappa della zona dove si sarebbe svolta la missione il Mizukage ipotizzo di creare due gruppi di ricerca ma il ninja dalla chioma blu si frappose tra le sue parole in modo molto violento.
    Chi era questo strano ninja che poteva parlare in quel modo al nostro capo del villaggio, cosa era successo ad Itai e Meika, solo il tempo mi avrebbe dato queste risposte.


     
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    Falce dei Kaguya


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    Andiamo a salvare Meika-dono


    E pure questo Itai Nara, sì...



    Una normale giornata in ospedale che fu interrotta dall'arrivo di uno dei pipistrelli di Elmo-san, ma stavolta non starò qui a descrivervi la paura che presero gli infermieri nel vedere il suddetto chirottero (ho appreso una parola nuova, sì!), bensì vi dirò della mia reazione quando ci fu confermato che il viaggio alla Bruma sarebbe iniziato entro poche ore.
    Sì! Finalmente! esultai fra me, mentre iniziavo a recuperare le mie cose e davo ordini agli altri medici sul da farsi per il resto della settimana, non sia mai che la missione durasse ben più del previsto.
    Considerando poi che oltre a Meika-dono volevano salvare anche questo "Itai Nara" che credo fosse il predecessore di Elmo-san, di certo ci sarebbe voluto tempo, specie se non erano tenuti nello stesso posto, giusto?

    Ad ogni modo, mi mossi per l'orario indicato, arrivando al molo dove un gigantesco galeone veniva organizzato da Elmo-san.
    Vidi diversi volti noti: Youshi-san, per primo, con cui ormai avevo una discreta lista di missioni condivise, specie di discreto livello.
    C'era poi Etsuko-san, che un tempo era stato anche lui Primario dell'Ospedale, prima di Meika-dono e di me.
    C'era il ragazzino dal nome difficilmente pronunciabile, che non proverò nemmeno a ripetervi.
    C'erano poi due volti che non mi sembrava di aver mai incontrato prima e poi c'era ovviamente Elmo-san.
    Ed ultimo arrivò, con modi insieme fatiscenti, nel suo volare su una spadona gigante, come già gli avevo visto fare, ma più freddi del solito, Akira-san, il jonin spadaccino.
    L'Hozuki sembrava decisamente irruento e contrariato, sia quando chiese secco informazioni su Meika-dono, sia in seguito, mentre il Mizukage ci informava di quali fossero i dati in nostro possesso, con la nave ormai lontana dal molo.
    Sapevamo qualcosa di più su questi tizi della Bruma, sulla loro mentalità isolazionista e sulla loro storia, oltre che sulle loro forze, che sembravano comprendere una flotta, dei Kraken e degli Uomini Pesce? Un pò strana come notizia, oltre che decisamente pericolosa.
    Elmo-san, comunque, voleva dividerci in due squadre, essendo due le persone da salvare, ma l'Hozuki si mise in mezzo, decretando che avrebbe fatto da solo, senza una squadra, ci avrebbe dato il tempo di raggiungere l'arcipelago e poi si sarebbe scatenato.
    Non sembrava più necessario, o verosimile, dividersi in due squadre, ma comunque, in qualche modo tutti dovevano avere un'idea delle abilità di ogni componente di quella squadra, per quanto i due a me ignoti non si presentarono nemmeno, "il tipo dal nome impronunciabile" si rivelò un consanguineo del Mizukage, mentre Etsuko-san, bé, disse giusto il suo grado, Youshi-san, in compenso, fu ben più ricco di particolari nel descriversi.
    Ed io presi spunto da lui: Mi chiamo Fudoh, sono l'attuale Primario dell'ospedale di Kiri, quindi sono un ninja medico, ma anche un discreto combattente nel medio-brevi distanze, grazie alle capacità di controllo gravitazionale che possiedo.

    A quel punto, stava al Juudaime dirci come ci saremmo dovuti dividere e comportare per raggiungere la nave.

    I Due Giorni


    Il Viaggio dei Kiriani e di Akira



    [Akira Hozuki]

    Ripartito da solo, il Jonin della Nebbia avrebbe raggiunto con discreta facilità, sulla propria spada, la costa del Paese del Cielo e nel farlo avrebbe potuto notare come la mappa in possesso di Kensei non fosse la più esatta possibile.
    Avrebbe fatto retro-front e condiviso l'informazione con i compagni di villaggio? O avrebbe cercato di informarli in qualche altro modo?
    E soprattutto, Akira avrebbe scelto di volare sopra i territori della Bruma, o negli spazi di mare al largo delle isole?

    In ogni caso, continuando fino al Paese del Cielo, sarebbe arrivato ad una piccola cittadina portuale che affacciava sull'arcipelago della Bruma.
    A quel punto, forse, se il ninja della Nebbia avesse avuto anche abbastanza pazienza, e furbizia, da chiedere informazioni e dettagli sulla Bruma e su quanto era successo un anno prima, avrebbe ottenuto qualche ulteriore informazione, rispetto a quelle in possesso di Kensei.
    La prima, e forse più importante, sarebbe stata una mappa marittima dell'arcipelago della Bruma, anche detto la "Grande Mano", con il nome di ognuna delle isole.



    Avrebbe scoperto che l'isola più a sud, quella che voleva attaccare per prima nei suoi piani iniziali era il Porto Commerciale, da cui la Bruma faceva scambi con i vicini paesi del Cielo e del Miele.
    Quello era il cosiddetto "Pollice" della "Grande Mano".
    Poi c'erano le Isole del Clan Ukuwaru, un clan affiliato alla Bruma che, però, viveva in quel piccolo arcipelago interno all'arcipelago stesso, divisi in tanti sottoclan. L'Indice della "Mano".
    Il "Medio" era anche detto il "Primo Scoglio", lì c'era sempre un regimento armato di ninja che controllava le navi della flotta lungo tutto il perimetro, la prima barriera militare, per così dire, delle difese della Bruma.
    C'era poi l'isola prigione, Shin'En, l'Abisso, dove la Bruma rilegava tutti i suoi criminali, l'Anulare della "Grande Mano".
    Infine l'isola sacra di Arohihori, la divinità maggiore cui erano consacrati gli abitanti di quelle terre. Il "Mignolo" della "Grande Mano".

    Ed al centro il "Palmo", l'isola centrale, con due porti, uno che dava verso il Primo Scoglio e l'altro verso l'isola portuale e quella sacra.
    Le zone più interne del "Palmo" erano protette da quelli che la gente della piccola città, chiamava le "Nocche", due grosse mura difensive con delle protezioni ulteriori, probabilmente, anche se questo tipo di informazioni l'Hozuki non avrebbe probabilmente potuto scoprirla.
    O almeno, non semplicemente parlando con dei mercanti.
    Una cosa che avrebbe potuto scoprire era la presenza di diverse navi con un simbolo che ricordava vagamente quello della Nebbia, ma aveva una quinta "onda" centrale, le navi della Bruma, che viaggiavano lungo i mari che lui stesso aveva sorvolato.
    Aveva scoperto che c'erano degli accordi con il Miele ed il Cielo, che concedevano una buona elasticità di movimento alle navi mercantili ed il grosso del potere marittimo alla Bruma, appunto.
    Infine, avrebbe saputo che circa un anno prima, forse un pò di più, un gigantesco drago rosso era stato visto solcare il cielo al largo dell'arcipelago Ukuwaru, inseguito da alcune navi dalle vele cremisi che, però, appena intravista la flotta della Bruma si erano ritirate.
    Il drago, però, aveva continuato il proprio viaggio nel tratto di mare protetto dalla flotta dell'Akai-Te, sconfinando e venendo quindi attaccato.
    Se avesse chiesto a più fonti avrebbe sentito storie dissimili: arpioni giganti lanciati dalle isole, navi che cercavano di abbattere il grande drago a cui d'improvviso si affiancarono un secondo drago identico al primo ed un gigantesco mostro libellula.
    La battaglia per mare andò avanti fino all'arrivo della nave Ammiraglia, direttamente dal "Palmo": un gigantesco vassello con un kraken su sfondo porpora sulla vela maestra.
    E diversi kraken presero parte alla battaglia, seguendo la nave ammiraglia e costringendo, alla fine, l'unico drago, in acqua, ferito.
    Con lui, le due persone che si trovavano su di esso, fatti prigionieri, ma nessuna traccia del secondo drago o del mostro libellula di cui alcuni parlavano.
    Quelle notizie avrebbero di certo avuto un senso per Akira, che, forse, parlando con la gente del porto, avrebbe avuto modo di scoprire anche altro. [Nota]Piena libertà su come (e se) vuoi investigare per ottenere in caso altre informazioni e, ovviamente, anche se vorrai informare Kensei & Co. o meno, e quale tragitto prenderai, avrà delle ripercussioni.

    [La Nave Kiriana]

    Kensei ed i ninja al suo seguito avrebbero potuto forgiare ciò che preferivano, con le loro conoscenze: non c'erano ninja granché esperti nell'equipaggio della nave, se non si escludeva, appunto, il Mizukage stesso ed i sei ninja al suo seguito, quindi solo loro avrebbero potuto durante la prima giornata di viaggio forgiare ciò che preferivano. [Nota 1]Usate le competenze dei pg, non di qualche png ^^.
    E per correttezza non considerate quelle di Fudoh per Ppcc e Veleni ^^.
    Ergo quello che voi 6 sapete fare potrete forgiare, entro i limiti ragionevoli di una giornata.


    Durante il secondo giorno di navigazione, se avessero, già all'alba, iniziato a mandare qualche loro evocazione di vedetta avrebbero potuto scoprire a non più di un paio d'ore di navigazione le prime navi della flotta della Bruma, caratterizzate dalle tipiche vele con le cinque "onde": ce n'erano due sul loro tragitto, una a 10 km verso nord, una a 12 km verso sud.
    La seconda, avrebbero notato, era più piccola e stava a breve distanza dalla prima delle numerose isolette di quello che (loro non potevano saperlo) era l'arcipelago del clan Ukuwaru.
    Se le evocazioni fossero andate avanti nell'investigazione, avrebbero trovato una vera e propria fortezza ben protetta andando verso Nord: il Primo Scoglio era una grande isola con una fortezza militare al centro, una fortezza costruita sulle rocce con decine di edifici al suo interno ed almeno due ninja sulle mura più esterne, oltre ad altre tre navi ancorate sul versante dal quale sarebbero, eventualmente, arrivati loro.

    Da Sud, invece, c'erano appunto le isole del clan Ukuwaru e quelle apparivano meno controllate: c'era un complesso sistema di ponti fra un'isola e la successiva e, per lo più, sembrava che le navi partissero dalla più grossa di quelle verso il porto del "Palmo", o verso le altre isole maggiori.
    Sulle piccole isole erano presenti dei centri abitati, ma nessuno sembrava esageratamente corazzato com'era lo Scoglio a Nord.

    Avrebbero potuto scoprire di più le evocazioni? E quale sarebbe stato il piano di Kensei?
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Nebbia e la Bruma


    Capitolo Uno


    Atto II
    Conosci il tuo nemico. †



    Dovevo aspettarmelo. Sapevo com'era fatto, dopotutto. La prima dimostrazione della sua inaffidabilità e dal facile obnubilamento delle sue facoltà intellettuali la ebbi durante la Settima Riunione di Kiri; il motivo fu lo stesso che lo sconvolse in quest'occasione, ovvero il venire a conoscenza del dolore in cui versava Meika Akuma. Benché quella volta fossi dalla sua parte - ed in un certo senso lo ero anche in questa occasione - non questa volta non potevo certo assecondarlo di buon grado o addirittura seguirlo. Potevo, in modo traverso e come avevo sempre fatto, però, aiutarlo. Infatti anche durante le vicende dell'Abete Akira agì in quel modo totalmente irresponsabile, quasi soffrisse della sindrome del supereroe, sentendo la necessità di sobbarcarsi tutti i doveri e ritenendosi l'unico in grado di risolvere la situazione; ma che lui lo accettasse o meno, tutti i presenti nella sala del Cuore furono essenziali tanto quanto lo fu lui contro la coscienza di quella bestia. Ed anche nei più recenti eventi a Villa Mikawa l'Hozuki mostrò una facile irritabilità ed una incoscienza seconda solo alla sua bravura con la spada. Dov'è? Chiese, atterrando con la sua spada sul ponte della Nave, davanti a tutti i ninja che avevo raccolto. Meika. Dov'è? Chiese con occhi vitrei e flemma assente. Non lo so, Akira. Siamo qui, tutti insieme e riuniti, per scoprirlo. Avrei detto, rispondendogli, prendendomi l'onere di provare a contenere e domare quell'animo devastato e incapace di comprendere le più basilari necessità di quel momento così complesso. Ma non potevo fargliene una reale colpa: io che più di tutti affido me stesso al vorticare mesto ed intenso delle mie emozioni. Io lo comprendevo e sapevo che, se solo avesse voluto e se solo Akira mi avesse permesso di aiutarlo, avrei potuto insegnargli molto su come catalizzare quella sofferenza, quell'odio e quella rabbia in un sentimento non solo cieco e sordo - come stava dimostrando che fosse il suo - ma anche razionale, calcolatore e devastante. Anche se quest'ultima caratteristica era già propria dello Spadaccino della Nebbia.
    Riuscii comunque a comunicare quanto dovevo a tutti i kiriani riuniti, i quali, in religioso silenzio, non vollero interrompermi né chiedermi alcunché fin quando non conclusi. Ma prima che tutti potessero fare quanto avevo chiesto loro, Akira gettò la maschera della calma che si era fino a quel momento sforzato di vestire. No. Disse, semplicemente, prima che chiunque potesse prendere parola. Nessuna squadra. Vi serviranno due giorni, giusto? Vi darò due giorni. Ma nessuna squadra. E lo dico per il bene di tutti. Percepivo in quelle parole emozioni che già avevo esperito. Sotto l'Elmo si dipinse un sorriso amaro, di rassegnazione. Non è adesso il tempo di discutere. Se vuoi provare a fermarmi, dovrai probabilmente rinunciare alla missione, perché sai che nessuno dei presenti sarebbe in grado di partire se ciò accadesse, né avreste una nave per farlo. Al termine di tutto, potrai fare le tue considerazioni, sai bene che non mi interessa. Portarmi con voi, sarebbe solo deleterio. Prima di tutto, per voi stessi. Non sono nelle condizioni per garantire l'incolumità di chi mi sta vicino. Non c'è nessuna soluzione alternativa. Agite come meglio credete, io farò lo stesso. Inizierò dall'isola più piccola, quella più vicina alla costa... Prima dell'alba del secondo giorno. Attenderò sulla costa del Cielo fino ad allora... Dopo, inizierò. Continuò poi il branditore di Samehada, con determinazione e freddezza. Quelle parole, distaccate e taglienti come le lame che sapeva maneggiare con tanta capacità, erano in realtà un chiaro messaggio che soltanto io, tra i presenti, potevo comprendere. Per quanto il mio mondo fosse distante da quello di Akira Hozuki e per quanto la cosa fosse reciproca, tra di noi si era creato un legame di difficile spiegazione, un legame di pura e candida amicizia che superava ogni tipo di barriera ed ostacolo: un legame raro, che non aveva bisogno di parole chiare per essere lapalissianamente comprensibile. Va bene. Dissi, portando i miei occhi saldamente sui suoi. Non ti fermerò. Non si trattava di provare. Akira sapeva bene cosa avrebbe significato uno scontro tra noi due. Ma lascia che ti dia qualcosa che possa aiutarti. Con la mano sinistra avrei chiesto al ninja di avvicinarsi, mentre con la destra estraevo la Yakusoku. Non molti tra i presenti ebbero modo, prima di quell'occasione, di vedere la secolare e leggendaria arma Kenkichi prendere forma e manifestarsi. Quando la Promessa, infatti, si nutrì della mia energia per prendere forma, la lama si creò lentamente ed in modo uniforme, come un piccolo rivolo nel suo letto, andando a tracciare il suo cammino rettilineo ed affilato. Come fece Itai prima di me, all'Abete, vorrei donarti qualcosa. Dissi, quando il ninja fu abbastanza vicino, indicandogli una porzione di corpo scoperta con l'arto metallico. Fu in quel momento che la Yakusoku si mosse, rapida e funesta: ma non mirava a colpire l'Hozuki. Stava disegnando in aria una serie di simboli, invisibili agli occhi di quasi tutti i presenti, Akuraguri escluso. Anche l'Okami sembrò riconoscere in qualche modo quella lunga sequela di movimenti, anche se non ricordava perché. [Tecnica I e II]Potenza della Stella
    Villaggio: Lucchetto
    Posizioni Magiche: Caricamento (6)
    L'utilizzatore disperde l'energia del Simbolo della Stella sul corpo nella forma di chakra palpabile, aumentando le proprie: l'utilizzatore ottiene un bonus di +3 tacche da distribuire alle statistiche. In questo stato qualunque tecnica combinata può ottenere un potenziamento di +15 all'effetto finale, +3 tacche da distribuire alle statistiche influenzate dalla tecnica, un aumento di 1 categoria di DnT previsto dalla tecnica, o l'aggiunta di 1 round di un DnT previsto dalla tecnica. La tecnica dura tre round. Potenza della Stella può essere attivata una sola volta ad incontro.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Rivestimento
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Distribuisco le tre tacche del Simbolo della Stella nel seguente modo: +2 a Concentrazione, +1 a Intuito.

    Splendore della Stella
    Talento: L'utilizzatore, quando attiva Potenza della Stella, può incrementare le capacità del fuuinjutsu: a scelta dell'utilizzatore, Potenza della stella ha un bonus pari a +5 tacche anziché +3 per il primo slot azione dopo l'attivazione oppure la potenza della prima tecnica combinata eseguita durante l'attivazione della tecnica aumenterà di 25 invece che di 15 (o +5 tacche, o 2 categorie o 2 round di DnT). Utilizzabile una volta ogni 3 round. Non è possibile utilizzare altre abilità "Talento" in combinazione.[Da genin in su]

    Armonia della Stella
    Villaggio: Lucchetto
    Posizioni Magiche: Rituale (20)
    L'utilizzatore, a patto che Potenza della Stella sia attiva e previa meditazione dalla durata di un round, può estendere il raggio d'azione del Simbolo della Stella entro 24 metri da sé. All'interno dell'area, per tre round, tutte le tecniche combinate hanno un aumento di potenza di +40 e ignorano ogni penalità o vincolo presente nel Jutsu. Inoltre è possibile combinare elementi o jutsu anche opposti.

    A discrezione del QM, l'effetto armonizzante può influenzare jutsu o altri rituali, impedendo contrasti di ogni forma fino a quando l'utilizzatore non decide altrimenti.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da chunin in su]
    Contemporaneamente, una patina di chakra dorata si originò dal mio collo, passando l'acciaio che componeva la mia corazza ed il mio elmo, espandendosi su tutto il corpo. L'alone della mia aura, nero ed in eterna espansione, veniva contenuto, agli occhi dei sensitivi, da quello strato leggero ed armonioso di chakra dorato, quasi come il vaso di pandora raccoglieva le più terrificanti manifestazioni del male sulla terra secondo un'antica leggenda occidentale. Era il Potere della Stella, l'eredità dei Kagome, che si mischiava alla mia volontà per rendermi maggiormente capace e impedire contrasti e alterazioni dei miei jutsu più eccessivi. D'un tratto poi la Promessa arrestò il suo vibrare nell'aere: l'atmosfera si fece immediatamente pesante e funesta con Akira che, più di tutti, riuscì a percepire una chiara sensazione di oppressione ed Odio giungergli addosso. Ma durò solo un istante: il Potere della Stella mitigò tale scempio. Ciò che però spezzò definitivamente quella sensazione fu il saettare della mia Spada di Sangue, rapida e terribile. Non si mosse verso Akira, però. Si mosse verso il mio ventre. [Tecnica I e II]Sacrificio di Sangue Completo
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Caricamento (1)
    L'utilizzatore può trafiggersi l'addome con la Lama Insanguinata, subendo una ferita non letale ma pari alla potenza dell'arma. Questi danni contano ai fini di Resistenza Sanguinaria. Per due round avrò un bonus a tutte le statistiche, sia principali che secondarie, di 2 tacche, e il CAP per tutte le statistiche aumenta di 2.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Medio)
    [Richiede Lama Insanguinata IV]
    [Da jonin in su]

    Concentrazione: 700 + 50 (Potere della Stella) + 50 (Sacrificio di Sangue Completo) = 800.
    Le altre sono irrilevanti al fine della combo.

    Kirai Mugen - 嫌い 無限
    Kinjutsu di Taki

    Ad Attivazione
    La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione. L'attivazione richiede un consumo Medio di chakra. Puo' mantenere la tecnica attiva per 3 round ogni livello dispari nella tecnica speciale posseduto.
    [L'attivazione richiede slot tecnica]



    Caratteristica dei Portatori: Forza Aumentata (+3 Tacche)

    Vita dall'Odio: All'attivazione, l'utilizzatore può generare Vitalità extra temporanea, annullando anche gli status. L'utilizzatore può convertire uno status Leggero in un danno ½ Leggero alla vitalità, uno status Medio in danno Leggero, uno status Grave in Medioleggera, avvelenamento escluso. L’utilizzatore non può svenire né morire fintanto che la TS è attiva, anche se la sua vitalità è scesa a zero o ha subito danni mortali.
    Instillare Odio: L'utilizzatore accentua il suo odio fino a farlo trapelare in un'area circolare con centro se stesso. L'odio influenza il comportamento dei presenti rendendoli tendenzialmente più aggressivi, concretizzandosi in Unità d'Odio. All'attivazione, l'utilizzatore può assegnare Unità d'Odio a un nemico entro il raggio di Instillare Odio. Ogni Unità d'Odio instillata riduce di -1 tacca una statistica avversaria. Instillare Odio costa slot azione/tecnica e un consumo ½ Basso per ogni persona oltre la prima. L'utilizzatore, all'attivazione o per slot azione/tecnica, può instillare al massimo un numero di Unità d'Odio pari a 1+1 per livello di tecnica speciale. Più Unità d'Odio vengono assegnate ad uno stesso bersaglio, maggiore sarà la sua tendenza ad azioni aggressive e violente. Le Unità assegnate non possono essere redistribuite fino alla disattivazione della Tecnica Speciale. L'utilizzatore può autoassegnarsi un malus di 1 tacca a una statistica principale per livello dispari di TS, generando 1 Unità d'Odio extra, che può essere assegnata senza rispettare il limite per round. Mantenere le unità d'Odio costa Basso per ogni avversario cui è stato instillato odio.
    Odio Incarnato: L'utilizzatore ha le seguenti imposizioni: se possibile, farà soffrire gli avversari; non risparmierà nessuno dalla morte, se non controproducente; non presterà soccorso a chi è in difficoltà, se si è dimostrato debole; non cercherà mai di placare gli animi; Le imposizioni sono sempre attive. Se rispettate le imposizioni, l'utilizzatore sarà Odio Incarnato anche se disattivata la tecnica speciale ed otterrà un miglioramento alla protezione naturale.
    Backfire: Causa Scoordinato e Indebolito in tutto il corpo per un numero di round pari ai round d'utilizzo. Riattivare la tecnica speciale annulla gli status negativi. L'utilizzatore può attivarla 1 volta al giorno ogni livello pari della tecnica speciale, altrimenti alla disattivazione sarà Affaticato. Nei combattimenti in arena, il giocatore non avente backfire può decidere di incrementare la durata dello scontro: lo scontro potrà continuare, oltre i limiti prestabiliti, per tutti i round di backfire non conteggiati nei limiti di round dello scontro


    Livello IV (Chunin Nera - Jonin Viola)
    • Attivazione: La Vitalità extra è pari a 12 leggere.
    • L'utilizzatore genera 12 Unità d'Odio.
    • Il malus massimo per statistica causato da Instillare odio è -5 tacche.
    • Instillare Odio ha raggio di 24 metri.
    • Odio Incarnato concede un bonus di +10 alla Protezione Naturale
    [Note]Come concordato in privato con Shiltar, le tecniche sono tutte a durata, dunque utilizzo tutti i round a disposizione per la combo di conoscenze. Un piccolo fiotto di sangue sgorgò dalla ferita della lama sul mio addome. Intinsi il dito della mano che fino a quel momento stava chiamando Akira nel caldo e fresco sangue che usciva dal mio corpo per poi riposarglielo sul braccio, iniziando ad incidere dei simboli che forse, memore di Itai, Akira ricordava. La Yakusoku uscì poi dal ventre, muovendosi nuovamente in aria e potenziando il simbolo che la mano sinistra stava disegnando. Ma c'era anche dell'altro, in tutto ciò: c'era anche un potere arcano ed occulto, devastante e spregievole che si muoveva dalle mie membra ma che l'inclinazione assurda della Stella rendeva docile e addomesticabile. [Tecnica I e II]Simbolo della Psiche
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (5)
    Tracciando un sigillo sul corpo, l'utilizzatore può potenziare le ninjutsu o genjutsu eseguite. Una genjutsu o ninjutsu avrà un incremento di potenza o efficacia di 5 per grado ninja posseduto. Una volta sfruttato il bonus, il relativo simbolo scomparirà. È possibile tracciare un numero limitato di sigilli; i sigilli più vecchi eccedenti si disattiveranno senza effetto. È possibile attivare massimo un sigillo sulla stessa tecnica.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Potenziamento
    (Consumo: ½ Basso ogni potenza 5)
    [Simboli Massimi: 1 ogni grado]
    [Da studente in su]


    Incanalare l'Odio - Nōdo no Jutsu
    Villaggio: Taki
    Posizioni Magiche: Caricamento (4)
    L'utilizzatore, se in precedenza ha Instillato Odio in una o più persone, può potenziare una tecnica ninjutsu, genjutsu o fuuinjutsu, imprimendo in essa i suoi sentimenti di odio e rabbia durante l'esecuzione. La potenza della tecnica aumenta di +40 e, se presente, la sua Velocità diviene pari alla Forza dell'utilizzatore o a quella della tecnica stessa, quale delle due sia la più alta; la tecnica potenziata è in grado di percepire l'Odio presente nel destinatario, rendendo più difficile schivarla: ai fini del difensore, la tecnica è considerata come se si muovesse con velocità aumentata di 3 tacche. Se prensenti, le dimensioni della tecnica aumentano di x1.5 volte. Odio Incarnato deve essere attivo. Può essere usata in combinazione con una tecnica utilizzando slot tecnica anziché slot tecnica avanzata.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Altissimo)
    [Richiede Kirai Mugen - 嫌い 無限 IV]
    [Da jonin in su]


    Via della Spada di Sangue
    Talento: L'utilizzatore può potenziare una ninjutsu caricata con Via della Spada Magica attraverso la Yakusoku: la Ninjutsu verrà ricoperta da un sottile strato di sangue rosso acceso, avrà la potenza incrementata di 10 e sarà considerata Chiiton oltre la sua normale tipologia. Non è possibile utilizzare altre abilità "Talento" in combinazione. Utilizzabile una volta a round. [Da chunin in su]

    Ninjutsu Inarrestabile [2]
    Speciale: L'utilizzatore può migliorare la potenza delle proprie ninjutsu: se potenziate con una qualsiasi abilità "Talento", la potenza aumenta di 10. [Da jonin in su]

    Potenza Simbolo della Psiche: 25 + 25 (Splendore della Stella) + 40 (Armonia della Stella) + 40 (Nōdo) + 10 (Concentrazione) + 10 (Via della Spada di Sangue) + 10 (Ninjutsu Inarrestabile) = 160
    [Note]Attualmente non presenti in scheda, come comunicato all'Amministrazione, le precedenti due tecniche sono le tecniche che prenderò col tratto "tecniche" appena approvato. Un fuuinjutsu di sangue e chakra si stampò sul corpo dell'Hozuki, divenendo immediatamente inchiostro e tatuaggio. Ansimai profondamente per lo sforzo, percependo la mia riserva di chakra venire prosciutaga ed il dolore della mia tecnica speciale che riassorbiva il mio potere lacerarmi l'anima. Fanne buon uso. Ed ora va'. Ci vediamo alla Bruma. Non avrei aggiunto altro. Akira non ne aveva bisogno.

    [...]

    CIò che era avvenuto poco prima, dopo le parole che Youshi, Fudoh, Akuraguri, Hideo e il Lupo avevano speso riguardo loro stessi, mi aveva fatto capire qualcosa: dovevamo comprendere di più sulla Bruma. Sapevamo soltanto - e forse neanche in modo particolarmente veritiero - qualche informazioni geografica o poco più. Avevamo bisogno di comprendere cosa si nascondesse o ospitasse ogni isola, chi la comandasse, a cosa servisse. E per farlo, avevamo bisogno di una ricognizione. Bene. Ripresi, quando tutti ebbero finito. Avete espresso con una stringatezza invidiabile le vostre capacità: sarà il campo ad approfondire la vostra conoscenza reciproca. Tornai ad indicare la mappa. Ciò che sappiamo sull'arcipelago della Bruma è scarso e insicuro. Dobbiamo quindi trovare un modo per ricavare maggiore informazione di ciò. Akira si è mosso veso il Paese del Cielo e sappiamo da dove inizierà la sua manovra di attacco. Direi di provare a raccogliere informazioni al Paese del Lupo, più distante del Cielo ma anche più sicuro per molti aspetti. Composi poi, anche se stremato, i simboli necessari ad evocare la Baronessa che apparve alle mie spalle, dapprima come vorticante stormo, poi nella sua rara e importante forma umana. Ma non ci muoveremo per nave, è troppo rischioso. La Bruma possiede una flotta molto potente e non possiamo permetterci di avvicinarci in nave a loro, potremmo venir abbattuti. Getteremo l'ancora in una zona sicura, lasciando la nave come luogo di ritrovo neutro tra il Lupo, il Cielo e la Bruma. Per qualsiasi evenienza potremmo tornare qui per rifocillarci o riposarci o, più semplicemente, ritirarci se le cose si mettono male per qualcuno di voi. La Hakushaku fece un passo in avanti, ponendosi al mio fianco. Non camminava davvero: il suo stormo semplicemente fluttuava vicino al sottoscritto, rendendosi silenziosa e surreale. Akayoru sarà così gentile da fornirci un trasporto per tutti quanti. Ci dirigeremo in una grande cittadina del Paese del Lupo in cerca di informazioni sulla Bruma. Consigli di visitare taverne, mercati e luoghi di culto - sono i posti dove c'è maggior ritrovo di persone e dove è più probabile che girino voci e pettegolezzi. Partiremo stanotte, dopo di che avremmo una notte ed un giorno per capire come organizzarci. Riposatevi in queste ore, se potete e se ci riuscite. Dissi, congendando tutti i presenti. Contemporaneamente chiamai Youshi, chiedendogli di avvicinarsi. Lasciamo che siano le nostre evocazioni ad effettuare una prima, rapida, perlustrazione delle coste e del mare che abbiamo davanti. Dà una mano alla Baronessa con i tuoi Tengu. Gli dissi, osservando l'orizzonte in direzione della nostra destinazione. Mi pizzicai la mano sinistra con la protesi, facendo uscire una piccola goccia di sangue dalla quale, immediatamente, creai un filatterio. Poco dopo l'ampolla si riempì del mio sangue e alcuni istanti dopo, incisi su di esso alcuni pensieri. Guardando lo sconfinato mare che avevo davanti sentii un'urgenza, un desiderio, una necessità premermi nel petto. Avevo fatto una promessa, mi ero legato ad Oto con un intento: quella missione poteva essere la prima, grande manovra di espansione politica kiriana, coadiuvata dalla necessità di recuperare l'ex mizukage e l'ex primario di Kiri. Non potevo tuttavia dare quella notizia a tutti, banalmente. Dovevo prima ponderare e sondare il terreno, per questo lasciai che l'unico a sapere le mie seconde intenzioni riguardo la missione nella Bruma fosse l'Hidarite. Leggi questo filatterio quando sarai da solo. Gli dissi, prima di portarmi vicino al banco da lavoro, scansando quei pensieri politici dalla mia testa. Avrei rilassato le mie membra impegnando la mia testa nella creazione di tonici. Non avevo, infatti, certamente bisogno di riposare, in quella situazione. [Abilità]Il Riposo dell'Inquisitore [Generica]

    Kensei ha sempre dovuto convivere con la sua natura da Inquisitore di Kiri: il tempo a disposizione per gestire entrambe le identità era troppo poco se relegato alle sole ore del giorno, quindi ha sviluppato capacità per riposarsi profondamente anche soltanto attraverso brevi pause o pisolini.



    Instancabile sentinella
    Abile: L'utilizzatore ha migliorato la sua capacità di osservazione anche se molto stanco: a discrezione del QM, può sottoporsi a turni di guardia o eseguire azioni di vedetta e similari anche se stanco senza bisogno di un lungo riposo continativo. La sensazione di stanchezza sarà minima (se non influenzata dal chakra). L'utilizzatore dovrà comunque riposarsi alla fine della scena GdR o a discrezione del QM.[Da genin in su]

    Studioso organizzato
    Abile: L'utilizzatore è in grado di immagazzinare informazioni con lucidità e precisione anche in situazione di forte stanchezza. A discrezione del QM può studiare o allenarsi continuativamente per ore se non giorni senza gravi ripercussioni sul suo organismo e sulla sua psiche. L'utilizzatore dovrà comunque riposarsi alla fine della scena GdR o a discrezione del QM.[Da genin in su]

    Sonno vigile
    Abile: L'utilizzatore è sempre in allerta, anche quando dorme: il suo sonno è molto leggero consentendogli di percepire intorno a lui con una certa precisione. L'utilizzatore percepisce con tutti i sensi, esclusa la vista, con un malus a Percezione pari a -3 o a discrezione del QM anche quando dorme. Non è possibile utilizzare questa abilità nel caso in cui il sonno sia influenzato o causato da elementi esterni. Riposarsi in questo modo allungherà la durata del riposo successivo di mezz'ora o a discrezione del QM. L'utilizzatore dovrà comunque riposarsi alla fine della scena GdR o a discrezione del QM. [Da chunin in su]

    Sonno dell'Oltreuomo
    Conoscenza: L'utilizzatore è in grado di riposarsi completamente attraverso micro-cicli brevi di sonno. Ogni micro-ciclo durerà 20 minuti. L'utilizzatore deve effettuare sei microcicli per essere completamente riposato.

    [Da chunin in su]

    Più macchina che uomo
    Speciale: L'utilizzatore è abilissimo nel gestire il recupero della propria energia attraverso il riposo. Può sostituire fino a due micro-cicli di sonno con quattro meditazioni della durata di cinque minuti o a discrezione del QM se la situazione è particolarmente stressante o impegnativa senza sacrificare il riposo complessivo. Inoltre, una volta al giorno, il riposo successivo a Sonno Vigile non sarà più lungo del normale. A discrezione del QM, utilizzare consecutivamente quest'abilità può essere considerato sleale.[Da jonin in su]
    [Note]Riscrivo per chiarezza, in caso nel narrato non si fosse capito. Siamo appena partiti e, come ci hai detto, ci vogliono due giorni di viaggio: siamo appena partiti, di mattina (orario non indicato, mettiamo 7.00), quindi abbiamo circa 13 ore. Dalla notte ci manca un giorno e mezzo per giungere al Villaggio della Bruma. Noi sfruttiamo il tempo dalla notte del primo giorno alla notte del secondo (ci manca ancora una notte per arrivare a destinazione) per indagare al Lupo. Se poi riusciamo in meno tempo, ovviamente meglio.

    [...]

    Arrivò l'ora della partenza verso il Paese del Lupo. Avevo trascorso quasi tutte le ore concessemi al banco da lavoro, alternando la creazione di tonici ai miei microcicli di sonno. Ero riuscito, in questo modo a creare due piccoli tonici da fornire ad ognuno dei miei ninja durante la missione ed uno per il sottoscritto. [Note]13 Ore disponibili, 2 bruciate per riposare tramite competenza. Rimangono 11 ore. Creo 7 Tonici di Recupero Superiore (5h50' ore) + 6 Tonici di Ripristino Superiori (5 ore). Quando fossero giunti sul punte avrei dato ad ognuno di loro un Tonico di Recupero ed un Tonico di Ripristino. Vi torneranno utili. E forse non saranno abbastanza. Dissi, mentre li distribuivo. La Hakushaku era da poco ritornata sul pontile, fornendoci la posizione di due navi della Bruma. Feci arrestare il Galeone e gettare l'ancora. La Baronessa, poi, si disperse in forma di stormo, circondando tutti i presenti. Lasciate che vi sollevi. Verso il Paese del Lupo!
    Lasciai che la Baronessa si occultasse volando, e cercai di rimanere il più lontano possibile dalle navi che aveva visto in precedenza. [Tecnica]Volo nelle Tenebre - Kage Tobu no Jutsu
    Villaggio: Pipistrelli
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può occultare sé stesso mentre vola riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Viene occultato anche il suono creato dalle ali durante il volo. Se l'utilizzatore compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica si disattiva. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva. Tipo: Ninjutsu - Kageton
    Sottotipo:
    (Consumo: Basso / Mantenimento: Metà del costo di attivazione)
    [Da genin in su]
    Avrei poi cercato, anche grazie alle speciali lenti di cui disponeva il mio Elmo, una zona densamente abitata con vicino una radura o un bosco, di modo da poter atterrare lontano da occhi indiscreti nel bosco e poi muoverci a piedi verso la cittadina. Se non avessi trovato quanto cercavo, avrei comunque provato ad atterrare in una zona tranquilla e disabitata.
    Cerchiamo di scoprire quanto più possibile sulle isole che compongono la Bruma. Non attirate l'attenzione. Nascondete le vostre armi ed i vostri coprifronti. Kiri non deve essere ricollegata in alcun modo a questa vicenda. E mentre dicevo quelle parole, realizzai qualcosa. Anzi, potremmo creare un diversivo. Se vedete qualche ninja del paese del Lupo, cercate di memorizzarne il coprifronte o, se riuscite, cercate di rubarlo. Potremmo attaccare la Bruma - o più semplicemente mettere in giro una voce di un attacco da parte del Lupo verso la Bruma - utilizzando le loro insegne, così da scatenare una guerra tra paesi vicini e darci modo di agire nel caos. Quando Akira inizierà a distruggere tutto potremmo far circolare la notizia che sia un ninja assoldato dal Paese del Lupo: magari riusciremo a dirottare parte delle forze della Bruma Cremisi qui anziché sull'arcipelago, rendendoci le cose più semplici. Feci poi una breve pausa. Ditemi cosa avete in mente, poi potremmo dividerci o muoverci in piccoli gruppi. Avrei ascoltato le idee dei presenti, prima di proporre la mia. Utilizzerò la trasformazione e proverò a muovermi nei vicoli nei pressi di una qualche taverna. In questo modo potrei trovare qualche ubriacone ben disposto a parlare o estorcergli informazioni. Oppure potrei trovare qualche malavitoso. In ogni caso avrei a che fare con persone dalla lingua lunga e con cui potrei provare a fare affari.
    Avevamo poco tempo ma quella parte dell'operazione sarebbe stata vitale per la buon riuscita dell'intera missione. Ci ritroviamo qui domani notte a quest'ora. Tornate tutti interi. CHi tarderà non sarà atteso.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell&#039;Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell&#039;Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell&#039;Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell&#039;Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku



    Edited by Ade Geist - 2/1/2021, 14:34
     
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    La Nebbia e la Bruma


    II

    In un breve lasso di tempo arrivarono tutti i ninja di Kiri che, o perché avevo fatto una missione con loro o perché avevo guidato il loro rito della nebbia di sangue, avevo conosciuto. L'eccezione fu il jonin della Nebbia e ex capo della Mano Nera - i cui motivi delle dimissioni non mi erano ancora note -, certo avevo partecipato in missioni nelle quali era presente Akira-sama, ma non avevo purtroppo mai avuto l'onore di combattere al suo fianco. Bastarono le sue prime parole per capire che, anche in quella occasione, non avrei avuto la possibilità di farmi notare da lui. Il dispiacere non era solo dovuto al fatto che desideravo mostrare, a colui che fu capitano delle squadre speciali, che la Mano Nera era ancora attiva e viva, ma anche - per il motivo precedente - di aspirare all'onore di venire addestrato da un ninja di tale potenza e esperienza. E tutto ciò non sarebbe stato possibile finché non gli avessi potuto mostrare, o forse è meglio dire dimostrare, ciò che ero in grado di fare.
    Aguzzai lo sguardo cercando di studiare meglio la sua espressione facciale, le parole che risuonarono sul ponte della nave, però, mi delusero molto. Esse palesavano una forte inquietudine e sofferenza dissimulata con la massima freddezza, ma sebbene potessi immaginare il suo stato d'animo - dalla sua prima domanda posta al Mizukage si capiva che avesse un rapporto speciale con Meika-dono - la sua decisione di non collaborare con il villaggio, la non velata minaccia, anzi, di sabotarci nel caso il Juudaime non avesse collaborato, mi indisposero. Mostrarono un atteggiamento egoistico e stupido. Era un ninja fortissimo e forse da solo avrebbe potuto effettivamente fare molto, ma senza un team con lui sarebbe stato comunque più debole, vulnerabile. Non mi piacque quell'atteggiamento, anche se dovuto alle più profonde motivazioni personali, stava esponendo in un inutile pericolo lui e anche gli altri ninja che avrebbe potuto, invece, proteggere se fosse rimasto con il villaggio, con Kiri.
    Non avevo alcun diritto di rinfacciargli ciò, né sarei stato tanto stupido da farlo, l'onere era del Mizukage che fu accondiscendente, lasciandomi ancora più perplessità per quello che stava avvenendo. Ma di quei turbamenti e dubbi il mio viso non lasciò trapelarne alcuno, una maschera di ghiaccio osservava quel siparietto, scaldandosi solo quando il Juudaime - con effetti degni di uno spettacolo pirotecnico - donò un fuinjutsu ad Akira-sama. Il quale, con la stessa velocità e fretta con cui era arrivato, ripartì volando sulla sua spada.

    Ci ritrovammo dunque sottocoperta con il Mizukage, fummo piuttosto rapidi nel condividere le nostre capacità, forse per via di altre occasioni in cui avevamo collaborato. Tra tutti quello che non vedevo da maggior tempo era Akuraguri-san, ero molto curioso di vedere se e quanto era migliorato.
    Il piano preliminare del Mizukage era piuttosto semplice, ma lo condividevo. Le informazioni di qualsiasi tipo, in ogni occasione, rappresentano un'arma che, se saputa usare nel modo giusto, può risultare più affilata e pericolosa di una katana. Quando fu il momento di poter riposare, venni trattenuto in udienza al capo villaggio, rimasi fermo con le mani racchiuse dietro la schiena e le gambe leggermente aperte.

    Sì, Mizukage-sama risposi al suo ordine, prima di richiamare Kenku però tentennai ed esposi rapido la mia preoccupazione Però, Juudaime, Kenku-sama non sa volare, malgrado le ali. E' piuttosto suscettibile su questo argomento, per questo glielo anticipo prima di evocarlo, non gli piace parlarnefeci una piccola pausa abbassando lo sguardo Potrebbe però volare con la Baronessa e usare il suo stormo per allargare il loro raggio d'azione proposi e, in seguito all'approvazione del capo villaggio, composi i sigilli necessari e pagai il piccolo tributo di sangue. Kenku comparve ai nostri sguardi quando la nuvola di fumo si diradò, suonò l'ultima nota con il flauto traverso mentre lo sguardo si apriva su quell'ambiente. Oh è forse arrivato per me l'onore di poter conoscere un altro Mizukage, Youshi-sama? mi domandò non togliendo gli occhi di dosso dal capovilaggio, spalancò le ali mostrandole in tutta la loro bellezza e grandezza da bravo pavone quale era Prima di lei ho avuto modo di conoscere il suo predecessore, come sicuramente saprà era un grande amico dei Tengu e, in qualche modo, era per questo legato anche al popolo dei Karasutengu la voce gracchiante si alzava e abbassava repentina toccando una vasta gamma di tonalità Il mio nome è Kenku, Juudaime-sama. Dimmi dunque Youshi-sama, a cosa devo l'onore di essere stato richiamato? Arricciai le labbra quando lo sentii, per l'ennesima volta, riferirsi a me con tale titolo onorifico, più volte lo avevo intimato di smetterla, ma sempre senza successo Dovrai richiamare il tuo stormo di corvi e, volando con la Baronessa con la mano aperta feci un cenno verso lo stormo di pipistrelli raccogliere informazioni utili ad un'infiltrazione in un arcipelago. Quelli che andremo ad assaltare, sono i carcerieri di Itai-sama. Su queste isole dovrebbe trovarsi lui e un'altra ninja di Kiri, il vostro compito sarà cercarlo e trovare punti deboli nelle difese nemiche feci una pausa lasciando che potesse esporre qualsiasi dubbio, cosa che non avvenne Molto bene, Youshi-sama. Sarà un piacere collaborare con lei, Baronessa fece un piccolo inchino.
    Quindi si diresse verso il ponte della nave in compagnia dell'evocazione del Juudaime, se avesse incontrato lungo la via il ninja Sekiro, lo avrebbe salutato con un cenno del flauto Ehilà giovane shinobi, hai trovato Isshin? non avrebbe in realtà atteso risposta, componendo diversi sigilli, infatti, evocò un gran numero di stormi e, facendosi trasportare dai pipistrelli, iniziando a suonare il Yokobue prese il volo seguito da quella moltitudine di corvi. Una volta giunto a vista delle isole, lo stormo si sarebbe diviso e ogni corvo avrebbe preso la sua direzione seguendo gli ordini del loro addestratore. [ Addestratore di Corvi ]

    Nel frattempo, sottocoperta, recuperai le informazioni che il Mizukage mi diede in formato sanguineo. Dunque non stavamo solo muovendoci per salvare Itai-sama e Meika-dono, ma tutto ciò era un primo movimento per consolidare il percorso di espansione. Rimasi in silenzio e, prima che il Mizukage potesse mettersi a lavorare per fabbricare qualcosa, mi avvicinai una volta assicuratomi che non vi fossero altre persone in quella sala sottocoperta. Mizukage-sama, l'informazione che mi dà è stupefacente, ma devo sapere quale è il suo piano per attuarla Se l'avesse avuta, probabilmente, me l'avrebbe comunicata con il filatterio, cosa che non fece, dunque un ragionamento piuttosto facile mi passò per la testa E' per questo che ha lasciato andare Akira-sama senza alcun tipo di opposizione? La sua furia nel cercare Meika sarà devastante per l'isola e per chi cercerà di opporsi a lui aggiunsi tra me e me abbassando il tono di voce, se confermate tale teoria da parte del mizukage, mi sarei trovato felicemente sorpreso, non completamente soddisfatto, ma per esserlo avrei dovuto avere più informazioni per poter porre le giuste domande e trovare le adeguate risposte. Ottimo, Mizukage-sama in un inchino, con il suo permesso, mi sarei congedato.

    Il viaggio era lungo e non era ancora arrivato il momento per riposare, avrei fatto visita a Akuraguri chiedendogli di seguirmi nei laboratori. Una volta giunti in sottocoperta e raggiunto il banco da lavoro, mi sarei rivolto a lui Nelle dispense ci sono molti ingredienti, alcuni anche non proprio comuni, per fabbricare qualche veleno feci una piccola pausa guardandolo Se vuoi posso crearne uno appositamente per te, a seconda di cosa ti possa più aiutare in battaglia Mi sarei fatto zitto incrociando le braccia e aspettando una sua eventuale risposta.

    [...]


    Conclusa la fabbricazione del veleno, sarei andato alla ricerca di Etsuko-san e Fudoh-san. Una volta trovati mi sarei rivolto a loro semplicemente con Il mare sembra essere tranquillo oggi
     
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    Stormo Volante



    La riunione era sfociata oramai quasi in un monologo dell'unico ninja che ancora non conoscevo, ormai era chiaro che tra i presenti lui era quello che conosceva meglio di tutti ciò che saremo andati a fare e a cosa andavamo incontro.
    Incredibilmente però il Mizukage non rispose con altrettanta rabbia, sembrò capire le forti emozioni che il ninja della nebbia stava provando in quel momento e, con tono consono a quello di un Kage, rispose con poche parole mostrandogli rispetto e offrendogli un'aiuto, un arma che non avevo mai visto, capii subito che disfarsi di quell'arma fu molto doloroso per lui, ma per qualche motivo a me ancora ignoto aveva preso questa strana decisione.
    Congedò lo sconosciuto ninja per poi tornare a discutere con tutti noi di quelli che sarebbero stati i piani per l'attacco alla Bruma.
    Il primo compito che ci venne dato fu quello di reperire informazioni certe sull'arcipelago, riuscire a passare inosservati cercando di sottrarre tutto ciò che poteva essere utile alla nostra missione in modo da essere sicuri di portarla a termine.
    Si ipotizzo anche di creare sgomento e scompiglio utilizzando l'attacco di Akira, nome che capii essere del ninja che poco prima si era congedato, cercando di convincere i residenti che fosse un attacco di qualche paese vicino pronto ad entrare in guerra con loro, buon obiettivo quindi erano anche simboli, stendardi e copri fronte che riportassero le forme del paese del Lupo, in modo da convergere poi la colpa degli attacchi su di loro.
    tutto ciò non mi preoccupava molto, ma non ero riuscito a capire come ci saremmo mossi una volta a terra, da soli o a gruppi? alla fine eravamo in territorio nemico, era saggio girare per quelle strade così spaiati?
    Ma non passò molto che arrivò la risposta alle mie domande, ci saremo divisi in gruppi una volta capito le nostre intenzioni.
    Cercai di prendere parola in quella situazione così strana, anche perchè non ci trovavamo più sulla nave, bensì stavamo volando utilizzando le evocazioni del Mizukage che velocemente ci stavano trasportando verso il nostro obiettivo.

    Lord Mizukage, se davvero ci servono così tante informazioni sul luogo in cui siamo diretti io cercherei per esempio una biblioteca, qualche luogo di studio dove sia possibile consultare la storia di questo arcipelago e magari anche informazioni sui loro nemici o comunque sulla loro cultura, penso potrebbe aiutare.
    Se ciò non sarà possibile resto dell'idea che una delle fonti di informazioni migliori sia sempre il punto di scambio delle più disparate merci quindi un mercato regionale o di paese dovrebbe essere un obiettivo di grande valore.


    Non sapevo se fosse veramente una buona idea ma nella mia mente sembrava qualcosa che poteva fare al caso nostro.

    Mi rimetto comunque a ciò che lei pensa sia più utile al momento.

    L'incredibile pressione di parlare al gruppo di ninja che avevo davanti mi fece sentire un vuoto nello stomaco che cercai di nascondere restando serio e continuando a guardare in direzione del Kage aspettando una sua risposta.

    [...]


    Avevo notato come durante il viaggio alcuni si erano prodigate alle più diverse attività, che alla preparazioni di veleni, chi poteva essere se non il silenzioso assassino dal sangue freddo Youshi, e chi si era dato alla preparazione di altre sostanze in grado di guarire e ristorare i corpi degli uomini.
    Scoprii quindi con sorpresa che il Mizukage stava spendendo il suo tempo nella preparazione di questi tonici proprio per noi, in quanto si avvicinò ad ogni ninja lasciandogli in mano l'accoppiata di due tipologie di preparati.

    Grazie per questo dono, ne faremo buon uso.

    Parlare per gli altri non era proprio nella mia indole ma in quel momento fu proprio l'istinto a ringraziare l'uomo che aveva passato le ultime tredici ore a preparare intrugli in modo che i suoi sottoposti riuscissero a tornare a casa sani e salvi.
    Ancora una volta quell'uomo scuro, con sempre la maschera addosso, si era rivelato di anima gentile, aveva mostrato un lato di se che che era difficile da scrutare sotto gli spessi abiti che portava.
    Vennero mandate parecchie evocazioni in avanscoperta in modo da evitare possibili problemi con la flotta della Bruma, mossa astuta, se solo avessi avuto anche io la possibilità di chiedere l'aiuto di qualche creatura sarei sicuramente stato molto più utile ma per questa volta dovetti rimanere passivo e aspettare l'arrivo all'isola.

     
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    La Nebbia e la Bruma


    ~II~



    Il Lupo del Lupo?



    Così il Mizukage aveva parlato: un tributo di sangue offerto proprio a colui che aveva fin da subito creato scompiglio tra le menti dei ninja appena riunitisi. Gesti... eseguiti con la spada e dei simboli... che ne scaturivano dalla lama, mentre questa tagliava veloce l'aria. Essi erano quasi del tutto trasparenti agli occhi del Lupo, quasi addensamenti fugaci dell'etere stesso, ma, per un istante, lo shinobi parve scorgere qualcosa di intellegibile. Poi la sorpresa: il Ninja di Ferro si trafigge il ventre. Aperto l'addome, liberato il potere... il quale traboccò dal Mizukage verso lo spadaccino dal ciuffo albino dopo che questo ne fu marchiato. Una terribile sensazione di familiarità, di già visto, di “casa” imperversò nello shinobi d'Ashina a vedere quella scena. Certo, egli era già abituato ad usare il sangue. Il suo o... quello dei suoi nemici. Il Tanto Cerimoniale era una piccola lama, poco più che un pugnale, che le guerriere Okami del Palazzo della Sorgente usavano spesso e volentieri per offrire il loro sangue in venerazione del Drago Divino. Lì, in quel luogo dove la Morte non era che un ricordo, il sangue stesso di quelle guardiane bizzarre si trasformava in energia spirituale pura. Quello strumento, il Tanto Cerimoniale, strappato con forza dalle spettrali mani di un temibile Guerriero Shichimen che aveva trovato dimora tra le Segrete del Castello Ashina, aveva permesso al Lupo, in passato, di emulare il rito così spesso effettuato alla Sorgente, rinunciando a parte della sua stessa vita in cambio di maggiore forza. Ecco perchè il Lupo all'improvviso si toccò la zona laterale del collo, punto in cui era usanza tagliarsi la gola in segno di venerazione, e poi spostò la mano sulla fronte accasciandosi al suolo per un istante, sopraffatto da un turbinio di ricordi, reminiscenze e dejavù che gli balenarono nel cervello tutt'assieme, causandogli nausea e vertigine. C'era di più però. Il Tanto Cerimoniale era solo la superficie. Il rituale del Mizukage significava qualcosa di profondo, ancestrale... ma non capiva ancora esattamente cosa...
    [Nota]Tezzu... segnati la data: è il primo post in cui accenno alla lontanissima alla possibilità che il Lupo possa essere uno dei Dispersi del clan Kenkichi.

    […]



    Così il Mizukage aveva parlato. Ma ll Lupo, invece, non aveva proferito parola per tutto il viaggio. Anche quando gli era stato detto di far partecipi gli altri delle proprie capacità, non aveva aperto bocca, visto che Akira Hozuki se n'era andato senza dividere i ninja in squadre. Lo shinobi dell'Erede Divino, o meglio, lo shinobi del Ninja di Ferro, a servizio del suo nuovo padrone, se così a quel punto avrebbe potuto essere chiamato, ascoltò con interesse le presentazioni dei suoi compagni che, per altro, già conosceva per la maggior parte. Ad un certo punto il Mizukage evocò un pipistrello gigante che ben presto si trasformò in una donna dalle sembianze di un vampiro. Per un momento s'immaginò di rivedere Kyofu, il chirottero albino...
    In sua compagnia, il Ninja di Ferro spiegò al gruppo quello che sarebbe stato il piano: avrebbero lasciato la nave al largo per poi essere condotti, grazie alla speciale abilità della sua evocazione sanguigna, al paese del Lupo. No! Non il paese del nostro Lupo. Quello, per quanto poteva ricordare, era Ashina. Il Paese del Lupo in questione era, invece, per una mirabolante coincidenza del destino, il nome di uno dei paesi che circondavano quell'arcipelago, che era la loro destinazione, dal nome di Villaggio della Bruma. Lì i ninja di Kiri si sarebbero divisi in cerca di quante più informazioni possibili proprio sulla Bruma.
    Poco dopo anche l'Ombra, Youshi Tokugawa, colui che aveva iniziato il Lupo alla Nebbia di Sangue, fece comparire dal nulla una figura. Questa volta l'Ōkami la conosceva. Era Kenku, il Karasutengu che il Lupo, a sue spese, aveva scambiato per il Tengu di Ashina.

    Ehilà giovane shinobi, hai trovato Isshin?

    Il tengu non attese risposta, né l'Ōkami accennò a dargliela. Per tutto quel tempo, ed ancora adesso, lo shinobi da un braccio solo cercava di concentrarsi il più possibile e meditare, per trovarsi mentalmente pronto in seguito, quando sarebbe stato necessario. Non era mai stato un tipo loquace. L'evocazione dell'Ombra raggiunse quella del Mizukage, per poi evocare dei corvi che presero il volo assieme alla donna vampiro...

    […]



    Così il Mizukage aveva parlato: un dono preparato ed offerto dal capovillaggio ai suoi shinobi che erano, a quanto pareva, più che dei semplici subordinati. Dei tonici... sarebbero tornati certamente utili. Fatto ciò, il galeone s'arrestò e l'evocazione vampiresca sollevò in aria l'intero gruppo fino ad atterrare in una zona del Paese del Lupo lontana da occhi indiscreti.
    Così il Mizukage aveva parlato: infiltrarsi tra le fila del nemico per recuperare segreti nascosti e informazioni celate. Nessuno doveva essere ricollegato a Kiri. Il coprifronte per il Lupo non era un problema: non l'aveva mai indossato. Anzi ora gli si chiedeva di cercare di rubare il coprifronte di uno dei ninja del Paese del Lupo in modo da creare un falso Lupo del Lupo. La sublimazione perfetta.
    Lo shinobi del Ninja di Ferro non suggerì alcuna strategia. Anche stavolta, si sarebbe limitato ad ascoltare le proposte degli altri e ad eseguire gli ordini che gli sarebbero stati impartiti.
    Era arrivato il momento di dividersi e l'appuntamento era stato già fissato: l'indomani allo stesso punto e alla stessa ora.

     
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    La Nebbia e la Bruma


    Individualità


    Gli ordini e considerazioni del kage arrivarono una dopo l'altra, individuando come obiettivo del loro attacco il Paese del Lupo, distante da quello del Cielo, che sarebbe invece stato attaccato, in solitaria, dall'Hozuki. Akuraguri aveva provato un sentimento di ammirazione dinnanzi alla maniera di agire dell'uomo, che da solo si addosava un incarico che probabilmente avrebbe richiesto l'utilizzo di un intera squadra di ninja. Ma quello che lo attirava di più era la forza che il ninja emanava, una potenza evidente dalle sue azioni e pretese nei confronti dello stesso Mizukage.

    Il gruppo sarebbe letteralmente volato verso il Paese del Lupo, utilizzando un evocazione fedele al Mizukage, ma prima che ciò fosse possibile, la nave sarebbe servita ad avvicinarsi al territorio, di modo tale da poter coprire solamente l'ultimo tratto in volo. Dopo essere stato congedato, insieme agli altri ninja, il ragazzo si avviò sul ponte, cercando di vedere se potesse essere utile ai marinai che stava navigando quella imponente imbarcazione. Egli aveva infatti passato la maggior parte della sua vita sul ponte di una nave, insieme al taciturno padre.

    Dopo qualche minuto passato a parlare con un paio di marinai, egli venne però richiamato da Youshi, che lo invitò a scendere con lui in una stanza particolare, che dall'aspetto, sembrava essere riservata alla funzione di laboratorio, seppur rudimentale, dovuta la sua locazione, all'interno di una nave. Il giovane chiese ad Akuraguri se avesse bisogno di un veleno, qualcosa che gli desse un vantaggio durante un combattimento.

    Il genin ci pensò per qualche secondo, sedendosi per terra con Satsubatsu fra le sue gambe, appogiando la sua testa sull'elsa della lama. Le idee gli affollarono la mente, ma solamente una gli sembrò davvero utile e con poche parole la comunicò al compagno.

    Credo che al momento, mi serva qualcosa che faccia sanguinare i miei nemici in maniera più copiosa, più veloce, Youshi

    Si fermò per un attimo, sentendo l'elsa della lama vibrare accanto al suo volto

    Se tu potessi fare qualcosa del genere, mi aiuterebbe di molto.

    Concluse, per poi ascoltare la risposta del ragazzo. Se fosse stato possibile creare un veleno del genere, egli sarebbe rimasto all'interno del laboratorio per la durata della creazione, cercando di ingaggiare in una conversazione casuale con Youshi, zittendosi nei momenti di massima concentrazione.

    Finalmente arrivò la chiamata all'azione. Il Mizukage si avvicinò ai presenti, distirbuendo due Tonici, creati personalmente da lui, venendo ringraziato dal giovane. La faccia del giovane trasudava eccitazione e brama di sangue, in parte influenzata dalla Satsubatsu, in parte completamente propria. Egli fremeva al solo pensiero di avere davanti a lui una missione tanto pericolosa, quanto importante. Cercando di concentrarsi egli iniziò ad ascoltare gli ultimi avvertimenti del Kage, eliminando immediatamente dalla sua persona ogni elemento che potesse ricondurre la sua appartenenza alla città di Kiri.

    Quando poi venne chiesto dal Mizukage un parere o consiglio sulla strategia da seguire, egli aspettò un secondo e poi, guardandosi intorno, prese la parola, spostandosi in avanti e non riuscendo più a contenere quell'eccitamento che si era andato a costruire in quelle ore.

    Mizukage-sama, se posso, vorrei proporre di muoverci tutti in maniera indipendente, così da avere più libertà e possibilità di manovra. Inoltre, questo ci darebbe anche due ulteriori vantaggi.

    Un attimo per riprendere il fiato

    Il primo, quello di non compromettere la missione in maniera disastrosa in caso di morte o, nel peggiore dei casi, cattura. Il secondo, quello di suscitare pochi sospetti nella popolazione. Diversi gruppi di stranieri avvistati in diversi parti della città sarebbero più sospetti, a mio parere.

    Così detto, ricadde in linea con gli altri, la fronte adornata da qualche goccia di sudore.

    La Sanguinaria
    SPOILER (click to view)

    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


     
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    La Nebbia e la Bruma


    II


    Ti ringrazio, Kensei. Ma non ce ne sarà bisogno. Feci un passo all'indietro. Non puoi aiutarmi. Nessuno e niente può farlo. Posso farlo soltanto da solo. Aggiunsi, a bassa voce. Ci vediamo alla Bruma. Parlai con un tono di sconforto.
    Non sapevo immaginare che razza di uomo avrebbe potuto rincontrare Kensei.

    [...]


    Allontanatomi dalla Nebbia, accompagnato solo dalla mia silenziosa ira, non dubitai neanche un istante della mia scelta.
    Mi conoscevo troppo bene e in quello non stato non sarei stato in grado di cooperare. Anzi, probabilmente, sarei stato solo un'enorme minaccia per chiunque mi fosse stato intorno.
    Solcai rapidamente il cielo grigio ma quieto della mattina e, poco dopo di mezzodì, arrivai nelle vicinanze dell'arcipelago della Bruma. Da una rapida occhiata in lontananza, capii immediatamente che qualsiasi mappa mi avesse dato Kensei, questa era del tutto inattendibile. La accartocciai e la lasciai al vento, che la trasportò chissà dove prima di finire inghiottita dalle onde.
    Mi alzai di quota, in modo da rimanere nascosto agli occhi anche di qualche stralunato osservatore, quindi decisi di circumnavigare in volo le isole ad ovest di quella che doveva essere l'isola principale della Bruma.
    Mi sarei limitato ad osservare in silenzio eventuali spostamenti di imbarcazioni o navi da guerra, o avrei cercato di localizzare una eventuale presenza più importante di forze nemiche su una delle isole che stavo sorvolando dalla distanza; in qualsiasi caso, al termine di quel piccolo viaggio, mi sarei diretto verso le coste del Cielo.

    Sarei atterrato a un paio di chilometri da una cittadina portuale che avvistai dal mare, quindi mi trasformai in un uomo di una quarantina di anni e, così occultato, avrei fatto l'ingresso in quella comunità.
    La prima e più importante tappa sarebbe stata quella dove ogni persona avrebbe cercato per primo delle informazioni: la taverna della città. In particolare, la locanda che prendeva il nome de "Il Gabbiano Grigio", era una struttura di due piani, decisamente grande, posta al limitare della zona portuale della città. Attesi il tramonto prima di agire. Una volta entrato, mi sedetti dapprima al bancone da solo per poter osservare gli individui che meglio potevano corrispondere ai miei requisiti, che alla fine erano molto semplici: con la bocca larga e ubriachi. Dopo aver ordinato una bottiglia d'acqua fresca all'oste - circostanza che mi fece guadagnare un'occhiata storta, e che quindi mi spinse ad ordinare anche una zuppa di pesce - iniziai ad osservare la situazione attorno a me.
    La scelta non fu troppo difficile.
    Poco distante da me, un uomo sulla cinquantina e una bottiglia di sakè in mano era seduto ad un tavolo con quelli che sembravano essere i suoi figli e un altro gruppo di persone, probabilmente incontrate lì per caso, date le loro facce fin troppo evidentemente poco contente di quell'accadimento; tra un urlo e un altro, un brindisi e un braccio molesto intorno al collo, le espressioni di disagio delle persone lì sedute si fece via via più evidente. Quando vidi che l'uomo terminò la bottiglia di sakè, decisi di prenderne una nuova dal bancone e, solo a quel punto, mi avvicinai all'allegro e fastidioso uomo,
    Se solo fosse stato un qualsiasi altro momento, quella messa in scena sarebbe stata una delle cose più semplici in assoluto, ma con quello stato d'animo quei momenti sarebbero stati paragonabili ad una lunga tortura.
    Dopo 3 minuti, eravamo già i migliori amici. Gli altri stranieri approfittarono della mia intromissione per darsela a gambe e, dopo una trentina di minuti, al tavolo rimanemmo solo io e il vecchio, che si rivelò essere un mercante di spezie e tessuto che viaggiava con i suoi figli dal Paese delle Sorgenti Termali. In quel lato del mondo le spezie del continente ninja non erano così comuni, quindi, facendo la sponda tra il Cielo e il Miele, riusciva a guadagnare un bel gruzzolino ogni viaggio.
    La fortuna volle che per conto del Cielo il mercante aveva effettuato anche dei trasporti anche verso l'arcipelago della Bruma. Le informazioni alla fine mi costarono un'altra bottiglia di sakè. Il mercante avrebbe tirato fuori una vecchia mappa dell'arcipelago e, ormai troppo stordito dall'alcol dal chiedersi il perché, incominciò a rispondere alle mie domande. Sebbene fosse stato solo al porto commerciale, ovvero l'isola più meridionale che avevo visto per prima arrivando da Kiri, riuscì quantomeno a dirmi i nomi delle isole e le poche informazioni che conosceva riguardò ad esse: evitai di commentare la ridicola nomea delle dita della mano, ma sostanzialmente, oltre al porto principale, le isole esterne alla principale erano, rispettivamente, un'isola prigione, una specie di isola sacra, un'isola militare e un'isola sede di un clan satellite e fedele alla Bruma di nome Ukuwaru. L'isola centrale, invece, era il "palmo" di quella strana "mano".
    Fu il continuare della discussione che, però, divenne ulteriore fonte di apprensione per me.
    Il mercante, quasi sorpreso, capì che non conoscevo la storia della battaglia tra i due draghi rossi, il mostro libellula e i grandi kraken della Bruma. Dopo essersi vantato di averla mancata per meno di una settimana, l'uomo iniziò a raccontarmi la storia di quella battaglia che era imperversata un anno prima. Un drago rosso che poi divennero due, quindi un enorme mostro volante, l'arrivo della flotta della Bruma, della grande ammiraglia, dei kraken... Se solo non conoscessi i protagonisti di quella storia, lo avrei preso per pazzo.
    Ma, insieme al suo racconto e all'epilogo della battaglia, terminò anche la mia capacità di fingere. Mi alzai, in silenzio, mentre il mercante mi invitava a sedermi per ascoltare l'esito della storia. Non risposi neanche e, nel silenzio, presi la strada dell'uscita della locanda. Se avessi ascoltato altre parole riguardanti Meika e Itai, probabilmente, sarei esploso.
    Con gli occhi come iniettati dalla rabbia, guadagnai il retro della taverna solo per scaraventare un pugno con un muro in mattoni, distruggendolo.
    Rimasi un solo istante a contemplare la mia opera, salvo poi dileguarmi nel buio.

    Guadagnata l'oscurità ed una volta uscito dal piccolo centro abitato, sciolsi la trasformazione. Era passato a malapena un giorno, ne sarebbe dovuto passare un altro prima di iniziare. E da dove avrei potuto iniziare? Dalla prigione? Forse era la soluzione più banale: due ninja di quel calibro veramente sarebbe stato sufficiente inserirli in una prigione con altri detenuti? Lo dubitavo... Ma dove allora? Scaraventarmi sull'isola principale senza informazioni sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.
    Senza accorgermene, fui di nuovo in volo, avvicinandomi verso la Bruma.
    Avevo detto a Kensei che avrei atteso prima di assalire le isole della Bruma... Ma nulla mi avrebbe vietato di iniziare a distruggere alcune delle sue navi.
    Avrei navigato intorno alle isole esterne nella notte, cercando di avvistare una nave che navigava solitaria nella notte, magari di dimensioni non eccessive.
    Se avessi trovato una nave corrispondente a quelle che cercavo, mi sarei avventato su di essa dall'alto. Avrei cavalcato le Spade Gemelle fino a ad una quindicina di metri dalla nave, a quel punto avrei iniziato una discesa verso l'albero maestro della nave, impugnando la stessa grande spada e sprigionando la sua potenza: un enorme martello di chakra avrebbe spazzato via il pennone, e aprendo forse un enorme buco nella nave stessa.
    Una volta atterrato, mi sarei guardato intorno, probabilmente già circondato da nemici. Adesso voi risponderete alle mie domande... E solo dopo, morirete.
     
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