Quando le Leggende Sono Pericolosamente Reali

Oga aveva saltato in aria nel mentre Fujiko attaccava. E lei pur di non farselo scappare l'afferrò per una gamba subendo appieno il dolore che il colpo di lui l'aveva appena inferto.

Fortunatamente il sigillo si diramò rapido per tutto il corpo. E lo stesso corpo venne privato in breve tempo della sua più grande forza di sostentamento: Nokemono, la sanguisuga più grande che fosse apparsa in quel giorno, e probabilmente la più temibile.

Oga venne risucchiato e privato del suo stesso potere diventando, paradossalmente, un'ameba senza più forze. Fujiko non volle infierire ulteriormente capendo come la situazione fosse ormai volta al termine.

L'attenzione ora era spostata tutta su di lei, e persino le sanguisughe stanche cercavano di tenere gli occhi nella sua direzione.

« E' finita... » sospirò con un filo di voce, appoggiata con le mani sulle ginocchia a riprender fiato.

E Nokemono, autoritaria, le parlò confermando il contratto che si era stipulato tra la sua specie e Fujiko.
Si sedette la ragazza riprendendo fiato ma anche perchè dolorante mentre tutto attorno scoppiavano cori di esultanza per lei.

Più tardi l'amministratrice venne curata quando alcune di loro si furono riprese e lei tornò a ristabilirsi.

Era giunto il momento di lasciare quel mondo parallelo e tornare a Kiri come si erano ripromessi. Tutte la salutarono eccetto le più piccole alle quali venne riservata una lieve carezza con un dito da parte di Fujiko. E nel sonno sembrò quasi fossero felici di quel gesto.

« Grazie per le cure. » Ringraziò le presenti indistintamente « Cercherò di assicurarvi una vostra zona a Kiri, sicura da minacce nostre. »

Mentre venivano spese le ultime parole Ookii e Fujiko avanzarono verso l'acqua. La sanguisuga che deteneva ora il contratto disse la sua avviluppandola a se mentre queste scendevano all'interno dell'acqua per riemergere qualche secondo dopo nel lago di Kiri dal quale tutto era iniziato.

Emersero nascoste da una rientranza. Ookii se ne andò subito mentre Fujiko nuotò lentamente verso la riva attorno la quale c'era ancora la calca della gente.

Un nuovo boato, nel vederla riemergere da sola e non assieme alla sanguisuga, l'accolse. Alcune guardie andarono subito vicino a lei recuperandola dalle acque ed assicurandosi che fosse tutto apposto.

Fujiko disse loro di stare tranquilli nonostante l'accompagnassero lungo la strada con un asciugamano sulle spalle.

La raggiunse un impiegato dell'amministrazione.

« D'ora in poi non ci sarà più nessun pericolo per noi e le sanguisughe. La leggenda della sanguisuga assassina dev'essere solo una leggenda. Non ci daranno più nessun problema. »

Spiegò all'altro in poche parole. Più in là avrebbe redatto una nuova disposizione affinchè il lago rimanesse al sicuro da occhi indiscreti e gesti pericolosi.

Si prese una pausa quel pomeriggio lasciando al capo degli impiegati il lavoro di mandare avanti la baracca per mezza giornata. Aveva bisogno di riposarsi e ancora più pensare a cos'era successo nell'altro mondo e al patto che aveva siglato.
Ora le sanguisughe erano sue alleate. Mai l'avrebbe pensato, lei/lui che preferiva di gran lunga i rapaci o animali di altra mole ed indole.
Probabilmente era un segno del destino e ci avrebbe dovuto convivere. E se ciò doveva esser così, tanto valeva iniziare ad andarci d'accordo da subito e, parallelamente, sviluppare un modo d'agire sincrono.
Pensieri per quel giorno che lasciarono il tempo che trovavano giacchè cadde nel suo letto addormentata.