Viaggio nell'ombra

[Kiri] | [TS]

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  1. Ao Yotsuki
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    Negare se stessi
    per sopravvivere



    Le rivelazioni del Mizukage circa i precedenti possessori della misteriosa Kinjutsu furono davvero motivo di ribrezzo per il giovane genin di Kiri. In quel periodo non aveva sentito parlar d'altro se non di tradimenti ed ora capiva il perché di così pochi ninja alla guardia di Kiri Yashimata...ricorderò questo nome...un individuo dal quale non prendere esempio... Il mizukage continuò cercando di giustificare il traditore di kiri, affermando che molto probabilmente erano stati i continui lavaggi del cervello del capo clan a renderlo così meschino e violento. Più sentiva parlare delle azioni dei suo predecessore, più il disgusto e la rabbia gli rendevano amaro il sangue, non sopportava che atti del genere fossero perpetuati senza alcun motivo. Tuttavia non poté far altro che rilassarsi all'idea che il Kage lo avesse preso sotto la sua ala protettrice per avviarlo a quella misteriosa tecnica, non voleva che anche il giovane genin diventasse un mostro ed una macchina per uccidere, come il suo precedente collega e per questo Ao era grato al Kage Non si preoccupi, io non la deluderò... disse in fine rivolgendo un sorriso al suo sensei.



    Guardava un punto fisso nell'oscurità infinita di quella caverna.
    Qualcosa non andava in essa, non era una semplice caverna buia, c'era qualcosa li dentro, che si muoveva e che aspettava impaziente, bramando la carne di chi varcasse quell'oscuro cancello. Da quel che mi hanno spiegato, là dentro ci sono delle specie di creature evocative al servizio di Hayato Tokugawa e, a meno che tu non riesca ad iniziarti alla loro abilità proibita, sarai bello che fregato lì dentro, sia perché non riuscirai a percepirle, sia perché loro percepiranno te senza problemi. Le parole di Shiltar riecheggiarono nella mente di Ao, distogliendolo dai cattivi pensieri. Era evidentemente preoccupato e non mascherò quella che era la paura sul suo volto Per quel che ho capito, questa kinjutsu si basa, per lo più, sulla negazione dell'individuo: il Tokugawa vuole al suo servizio delle macchine di morte, non persone, e proprio per questo, sia deforma le loro menti, sia li costringe a disperdere la loro essenza nelle ombre.
    Ora, a parole è veramente complicato spiegarlo, penso che dovrai riuscire a capirlo da te cosa questo possa voler dire, ma quel che devi fare è fonderti con le ombre, diventare un tuttuno con le stesse.
    Per darti un'idea: tu normalmente distribuisci il chakra dal corpo per fare tecniche come il Velo di Nebbia, giusto? Bene, immagina di doverla dirigere verso la tua ombra, o verso le ombre intorno a te, ma non solo il chakra, bensì anche una parte della tua coscienza, per avvertire il mondo attraverso le ombre stesse e quindi, quasi, vederti da fuori, o comunque non vederti più solo come Ao, ma anche come una parte di ombra.
    Nella mente di Ao quelle parole vagarono confuse senza trovare alcun appiglio, non aveva ben capito cosa il kage intendesse, tuttavia aveva capito cosa meccanicamente voleva che facesse, o almeno così sperava. Insomma...dovrei concentrarmi sulla mia ombra anziché sull'umidità nei paraggi...facile a dirsi, meno a farsi...vediamo cosa riesco a fare... era fiducioso anche se poco sicuro dei risultati che avrebbe ottenuto. Già una volta si era concentrato a tal punto da estraniarsi dall'esterno, era con Fujiko quella volta sul peschereccio e, si ricordò, non era stata una bella esperienza. Qualcosa era successo nella sua mente quella volta ed era sopravvissuto per pura fortuna Speriamo non accada di nuovo... Dunque si sedette, gambe incrociate ed iniziò a meditare per estraniarsi dall'esterno.

    Il rumore del mare gli era sempre piaciuto e, accompagnato da esso sapeva che sarebbe ben presto riuscito a trovare la concentrazione adatta per il piccolo esperimento che gli era stato consigliato. Regolò il suo respiro, all'unisono con lo scrosciare delle onde che si infrangevano sugli scogli, i suoi sensi si fecero sempre più ovattati ed ora non sentiva altro che il rumore delle onde ed un vento delicato che gli accarezzava il volto. Aprì gli occhi e qualcosa era cambiato.

    Non so come e altrettanto bene perché ma qualcosa era cambiato nel paesaggio. Era notte e Shiltar, che pochi attimi prima era vicino a me, era sparito. Una notte strana nella quale tutto sembrava essere immobile, come paralizzato da qualcosa che, forse, era nei paraggi Non pensavo ti saresti spinto fino a questo punto... La voce di un uomo riecheggiò nella mia mente, confondendomi. Mi guardai intorno ma non c'era nessuno, era come se quella voce provenisse dalla mia mente e non da un'altra persona. Ancora una volta, come era capitato con Fujiko, mi ritrovavo in un altro luogo, osservato da un individuo nuovo, diverso dalla donna che, durante il viaggio con l'amministratrice, mi aveva messo alla prova mandandomi contro un enorme golem in pieno deserto.
    Un brivido freddo mi percorse la schiena, avevo paura ne avevo tanta ma ormai non potevo scappare, una volta raggiunta questa status mentale non potevo sfuggirgli. Avrei dovuto combattere se fosse stato necessario, sarei dovuto sopravvivere. Dove mi trovo? Non sapevo se stessi parlando o solo pensando, tuttavia la mia domanda riecheggiò nella mia mente come nell'ambiente circostante producendo un eco inquietante.
    Non ricevetti risposta ma udii un rumore alle mie spalle. Mi voltai velocemente e riuscii ad intravedere con la coda dell'occhio un ombra sottile e veloce che in pochi attimi sparì dal mio campo visivo, andandosi a rifugiare all'interno della grotta, la stessa forse, che col Mizukage avrei dovuto disinfestare.
    Sapevo bene che non era la stessa grotta, sarei stato sollevato se lo fosse perché questa mi procurava molta più paura di quella reale. Temevo cosa avrei potuto trovarci ma temevo ancora di più cosa avrei dovuto affrontare.

    Mi addentrai, ancora più terrorizzato, muovendomi tra le ombre come un cieco, sarebbe stata questa la sensazione una volta entrata in quella reale? Speravo proprio di no. Ma come in quella reale in questa non ero solo, sentivo una presenza seguirmi con lo sguardo, una presenza di sicuro non benevola. ESCI FUORI! urlai a chiunque mi stesse osservando e non tardò ad ubbidire. Quanto sei impaziente! Mi voltai di scatto ma dietro di me solo il buio, un buio profondo ed eterno che venne squarciato da due piccoli fuochi danzanti, bianchi come la neve ma ardenti come il sole. Man mano che si avvicinava la voce sconosciuta iniziava a prender forma, una forma che mi incuté terrore, una forma che non avrei mai voluto vedere. Una lunga chioma fluente, candida che contrastava con la pelle nera come il carbone. Ma oltre al colore della pelle era altro che mi stupiva, i suoi tratti somatici, il suo aspetto: ero io. Ti vedo sorpreso... disse sorridendo malignamente Non ti aspettavi di vedermi vero? Magari ora ti starai chiedendo chi io sia eppure tu dovresti saperlo... ero spiazzato e shoccato, non era la prima volta che entravo nella mia mente, tuttavia stavolta era diverso, troppo diverso. Oh oh oh a quanto pare il nostro Ao non sa chi è il sottoscritto, quanta ignoranza...lascia che ti rinfreschi un po' la memoria... rise, una risata che riecheggiò in tutta la caverna, poi facendo un passo in dietro, scomparve. Silenzio, interminabile rumoroso silenzio, interrotto solo dal battito del mio cuore, troppo forte, se mi fossi trovato nella vera grotta sarei già morto.

    Ad un tratto una fitta lancinante nel petto e una sensazione di gelo che iniziava a pervadere tutto il corpo. Abbassai lo sguardo sul mio petto e la vidi, una lingua d'ombra che mi trapassava il petto, privandomi di ogni tipo di energia. Caddi a terra inerme, le mie palpebre si fecero pensati, il mio udito ovattato, sempre di più, riuscii a sentire solo una voce nel silenzio della mia tomba Non aspettarmi alzato, tarderò... ed una risata truce mi accompagnò nell'oscurità eterna.



    Ao sudava freddo, il respiro si era fatto affannoso e stava diventando sempre più pallido. Aveva eseguito gli ordini di Shiltar e mai come quella volta poteva dire di essersi pentito. Il battito del cuore accelerò vorticosamente ma poi, ad un tratto il suo moto cambiò, diminuendo sempre di più il ritmo sino a diventare quasi impercettibile. Qualcosa stava cambiando e anche Shiltar se ne sarebbe accorto.
    L'ombra del giovane kiriano iniziò a ribollire, sollevandosi dal terreno e scindendosi in decine di piccoli tentacoli che, a poco a poco, avrebbero avvolto il genin come in un sudario. Una volta che fu completamente avvolto da esse, come in un bozzolo, esse si fusero man mano con il corpo del giovane, facendo assumere alla sua pelle una tonalità grigiastra al limite del cadaverico. Aprì di scatto gli occhi, ora completamente bianchi e senza alcun segno di vita, e si alzò.
    Con lo sguardo perso nel vuoto attendeva ordini, senza parlare. Non era più Ao e Shiltar se ne sarebbe accorto presto.

     
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