Viaggio nell'ombra

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  1. Ao Yotsuki
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    Underdark
    Voglia di Sangue e Morte



    Shiltar non tardò a raggiungere il pallido spettro di Ao, con somma sorpresa di quest'ultimo il Kage era riuscito ad individuarlo senza alcun problema, suscitando ulteriore stima nei confronti di quest'ultimo. Molto più silenziosamente si era avvicinato al Genin che ora era fermo occultato da un'ombra oscura che lo avvolgeva e lo proteggeva da occhi indiscreti.

    Ao, ascolta: per sistemare questa specie d'infestazione, da quel che mi è stato detto, dobbiamo raggiungere l'esemplare femminile che si trova verso la fine di questo cunicolo, non so quanto in profondità, ma mi hanno assicurato che il percorso è unico, quindi dovremo solo andare avanti, tu inizia ad avanzare, io, intanto faccio pulizia qui dietro, tanto la mia voce mi ha fatto individuare.

    Questa volta lo spettro rimase in ascolto, incuriosito dalle parole del Mizukage che, con un pizzico di ironia nella voce, iniziava a pregustare l'idea di far fuori quelle viscide bestiole, idea che infondo era condivisa anche dallo Spettro che non vedeva l'ora di affondare la sua lama nelle membra di quegli orribili mostri. Non sapeva se essere grato o meno al Kage che gli chiedeva di proseguire lungo il tunnel, ancora più scuro e ancora più misterioso, fino a raggiungere il loro obiettivo finale. A detta del Kage infatti il loro obiettivo doveva essere l'esemplare femmina di quelle bestiole, forse considerata dai suoi simili la regina della specie e di sicuro, padrona della caverna.
    A quel punto lo Spettro in un inspiegabile gesto di cortesia si inchinò lievemente verso Shiltar, un inchino impercettibile ma degno di nota, data l'inclinazione dello Spettro a non degnare nessuno di rispetto.

    Si diverta allora...

    Disse, con una voce che sembrava non appartenere ad Ao, fredda e distaccata, ma sadicamente vogliosa di sangue.

    Si mosse, spinto da un nuovo fervore.
    L'idea di proseguire da solo nel tunnel lo eccitava a tal punto che farsi o meno vedere da quelle lingue d'ombra era diventato un problema secondario, avrebbe ucciso e ucciso ancora, fino a quando non vi fosse rimasto nessuno in quella grotta, solo lui e il Kage sarebbero sopravvissuti.
    Proseguiva veloce nei cunicoli, alternando percorsi rettilinei a salti e piroette, fino a fermarsi dietro un enorme stalattite.
    La sua perfetta vista notturna aveva captato qualcosa, ed era difficile che si sbagliasse. Rimanendo occultato dietro l'ombra dell'enorme stalattite sbirciò dietro l'angolo per rendersi effettivamente conto di cosa ci fosse più avanti di tanto diverso dagli insetti dell'entrata. Non erano lunghe lingue di tenebre, erano qualcosa di diverso, qualcosa di grosso, molto più grosso. Scrutò attentamente quelli che sembravano essere enormi scarabei di tenebre, qualcosa gli diceva che non l'avrebbero fatto passare così facilmente. Aveva bisogno di un piano e le nuove capacità acquisite sarebbero state una buona arma strategica.

    Vediamo quanto è dura la vostra corazza...

    Pensò pregustando già il sangue di quelle enormi bestie corazzate. Avrebbe sfruttato le sue capacità mimetiche per avvicinarsi e poi avrebbe colpito per uccidere, o almeno era quello che sperava.

    Sulla sua via si erano posizionati tre enormi scarabei. Avrebbe potuto evitarli ma data la loro corazza e il loro aspetto dovevano essere delle specie di "guardiani" nel caso qualcuno si fosse spinto un po' troppo oltre. Erano tre, soltanto tre, poteva batterli, atterrarli facilmente con un colpo e proseguire, si ce l'avrebbe fatta, o forse no?
    Afferrò l'arco e incoccò una freccia, più pesante del normale, la distanza era esigua e non poteva sbagliare. Si lanciò da un lato, fuoriuscendo dalla cupa ombra della stalattite e scoccò la prima freccia, seguita da altre due, dirette alle corazze di quelle bestie. Le frecce sibilarono nel buio, facendo voltare di scatto gli scarabei che vennero colpiti in pieno, ma senza alcun effetto sperato. Le frecce si infransero sulla solida corazza, lasciando lo spettro stupefatto; avrebbe dovuto aspettarselo infondo ma adesso aveva altro a cui pensare. Stridendo rumorosamente gli scarabei si lanciarono alla carica, spiegando le ali che producevano uno strano rumore, spostando l'aria e creando rumorose vibrazioni. Lo Spettro si abbassò schivando la carica del primo scarabeo che andò a sbattere sulla parete rimanendo stordito, poi saltò dandosi una potente spinta sul secondo scarabeo, che procedeva più basso, facendolo urtare con il terreno. Il terzo scarabeo procedeva veloce e lo spettro in aria era un bersaglio più che facile, ma al ninja bastò un colpo di reni per schivare, malamente, la bestia che lo colpì di striscio sul fianco facendolo sanguinare.

    Merda!

    Disse infuriato, vedendo ogni sua speranza di passare inosservato svanire a causa del pungente odore del sangue.

    Voi non sapete con chi avete A CHE FARE!


    Un forte brivido gli percosse la schiena, un brivido di rabbia ed eccitazione. Adesso si faceva sul serio, adesso gli scarabei avrebbero imparato la sensazione del vero dolore, avrebbero conosciuto la gelida mano della morte.

    Lo scarabeo che lo aveva colpito era pronto ad una nuova carica, gli altri due erano ancora un po' storditi dagli urti. Il ninja intanto si era abbassato pronto a compiere le sue azioni offensive, una volta che lo scarabeo si fosse lanciato verso di lui. Non attese molto che lo stupido insetto si scaraventò in un altra carica, veloce e imponente. Lo Spettro, dal canto suo veloce e agile, saltò facendo una piroetta ed estraendo la sua spada che, al fuoriuscire della lama, emanò un sinistro sibilo, seguito dal rumore del suoi ripetuti impatti con la corazza della bestia che, nonostante tutto, non sembrò vacillare.
    Atterrato il ninja si voltò verso la bestia, notando che la corazza era stata scalfita ma che l'insetto non aveva intenzione di cedere ai suoi attacchi. Gli altri due scarabei avrebbero di li a poco ripreso la massima coscienza quindi lo Spettro avrebbe dovuto sbrigarsi per eliminarne almeno uno, in modo tale da facilitarsi il lavoro.
    Lo scarabeo si spostò, andando a nascondersi dietro ad una serie di stalattiti che ne occultavano i movimenti. Coi sensi allerta lo spettro cercava di intuire dove fosse, la il rumore delle ali, seguito dallo stridio dell'animale, rimbombavano nella caverna disorientando l'udito finissimo dello spettro. Le Bestioline erano dunque intelligenti e, almeno quella, aveva capito di poter sfruttare l'ambiente a suo vantaggio.
    La testa dello spettro si voltava nervosamente da una parte all'altra, ora un po' preoccupato non riuscendo a percepire da dove sarebbe arrivato il nemico, ma ben presto i suoi dubbi sarebbero stati fugati del tutto.

    Le vibrazioni provocate dal battito d'ali dell'insetto cessarono, facendo calare il silenzio nella caverna. Silenzio che venne subito infranto da un tonfo. Dall'alto la bestia si era lanciata in uno schianto in caduta libera, diretta verso il ninja, che crollò sotto il peso dell'insetto. Ma l'oscuro scarabeo aveva fatto male i conti evidentemente. Allo schianto seguirono stridii di dolore, seguiti a loro volta da rumore di lotta. Il ninja era riuscito a frapporre tra se e l'insetto la propria lama, scavando una profonda ferita nel ventre dell'animale che ora si dimenava cercando di liberarsi dalla stretta della morte. Dal canto suo lo spettro lottava con tutte le sue forze, affondando ripetutamente la lama nelle budella dell'insetto, cercando nel compenso di levarsi quell'enorme bestia da dosso. Dopo numerosi sforzi ci riuscì, scaraventando al lato la bestia per poi svrastarla per conficcare la lama ancora più in profondità.

    Muori lurida bestia! Muori!

    Pensò adirato.
    La sua rabbia sembrava essere immensa quanto la sua voglia di vedere quella bestia cadere inerme sotto i suoi colpi. La sua voglia di uccidere era tanta, quanta la sua sete di sangue. Sentì quasi mancarsi il respiro, sentendosi gelare il petto, come se la rabbia e la sua voglia di sangue lo stesse privando di energie. Continuò, continuò ancora, fino a quando senti che la sua energia fluiva nei suoi colpi, allargando la ferita ed incrementandone la gravità. La bestia continuò a lottare ma per poco, smettendo di divincolarsi, per sempre.
    Sorrideva ora lo spettro, compiaciuto.

    Peccando di superbia e di troppa sicurezza lo spettro si era distratto, non accorgendosi che gli altri due scarabei rialzatisi, richiedevano vendetta per il loro fratello.
    Uno dei due si lanciò alla carica, afferrando con le zampe lo spettro, sollevandolo in aria, fino a lanciarlo contro una stalattite che pendeva dal soffitto basso della caverna. L'urto fu considerevole e fece mancare il respiro al ninja che, indebolito, alleviò la presa sulla sua arma che cadde lontana, mentre lui atterrava violentemente sulla dura roccia.
    Nonostante la botta la sua volontà non vacillò, deciso a non morire a causa di stupidi insetti. Si rialzò rapido, afferrando di nuovo l'arco ed incoccando l'ultima freccia ad alto potenziale che disponeva. Avrebbe dovuto stare attento stavolta, quelle frecce gli sarebbero servite anche dopo.
    Il secondo scarabeo si era lanciato intanto alla carica, prendendo alla sprovvista il ninja, ancora un po' stordito, facendo volare via anche l'arco dalle sue mani. Ora era praticamente disarmato.
    Gli insetti corazzati non demordevano, presi da una smania di furia omicida e dalla voglia, forse, di proteggere ciò che si celava all'interno della grotta.
    Il ninja si limitava alla difensiva, schivando gli attacchi dei mostri che si facevano sempre più veloci e che di li a poco lo avrebbero spossato. Sembrava traessero forza dall'ombra, che li rendeva potenti ed instancabili.
    Forse perché troppo concentrato nella difesa il ninja non si accorse che fine ultimo degli insetti era guidarlo in un vicolo cieco, facendo si che le sue schivate lo portassero alla morte sicura. Il ninja se ne accorse troppo tardi.
    Le pareti si erano ristrette formando un corridoio largo appena 3 metri, metri occupati interamente dai grossi insetti che ora proseguivano affiancati, pregustando la morte del loro avversario.
    Il kiriano era nei guai, in grossi guai.
    Gli insetti stridevano tra di loro, come se stessero comunicando, deridendo sadicamente la stupidità del ninja che troppo facilmente era caduto nel loro tranello. Tuttavia il genin li guardava, con gli occhi senza iride e pupilla, persi nel vuoto. Non lasciava trasparire alcuna espressione che potesse far intuire il suo stato d'animo, ma dentro di se, la preoccupazione aumentava e il suo spirito di sopravvivenza iniziava a vacillare.
    Dopo un ultimo stridio di accordo tra le due orride bestie esse si lanciarono verso il ninja che, ormai non aveva più vie di fuga, se non la morte.
    Sangue, schizzò sulle pareti, colorandole di un rosso intenso e si udì un sonoro tonfo che fece eco in tutta la caverna.





    Se Shiltar avesse raggiunto il genin di Kiri, subito si sarebbe accorto della battaglia. La carcassa di uno scarabeo giaceva supina e grondante di sangue. Se avesse seguito con l'olfatto le tracce di sangue sarebbe arrivato a trovare Ao nel fondo del cunicolo, sporco di sangue.
    Gli occhi senza vita del ninja fissavano il vuoto mentre, con un sorriso sardonico scrutava il suo operato, seduto sulla carcassa di una delle due bestie, ormai tagliata in due.
    Avvolto dalla completa oscurità era riuscito a trarre maggior potere dal suo istinto di sopravvivenza che, immancabilmente, aveva preso il sopravvento su quello dei suoi aguzzini. Senza neanche accorgersi delle sue azioni aveva sferrato un velocissimo calcio diretto ai due insetti che, all'istante, erano caduti a terra, con profonde ferite da taglio. Lo spettro era riuscito a rendere la sua gamba tagliente come una lama, una lama che si era rivelata fatale per i suoi avversari.
    Ora però era tempo di continuare.

     
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