Viaggio nell'ombra

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  1. "Geordie"
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    Underdark
    ...e luce fu!



    Shiltar non aveva tutti i torti, non era un posto per pantere quello, soprattutto per un cucciolo. Non poteva essere stato abbandonato, tuttavia era li solo e indifeso. Ao, ormai tornato normale, si limitò a fare spallucce, senza saper dare una risposta che si potesse avvicinare alla realtà. Tuttavia non era quello il primo pensiero di Ao.

    Rifletteva il Genin, sui nuovi poteri che aveva acquisito, poteri che forse andavano oltre le sue capacità di giudizio e scelta, capacità che risvegliarono in lui quello che era il suo puro istinto, rivelandolo all'esterno, sotto forma di un vero e proprio spettro di se stesso. Era quello che lo preoccupava maggiormente, il suo controllo sulla Kinjutsu, controllo fin troppo debole e scostante. Doveva ringraziare la temporaneità della tecnica, senza la quale non sarebbe riuscito a tornare se stesso, senza la quale avrebbe potuto uccidere il piccolo felino. Inoltre la tecnica sfiancava il suo corpo durante l'utilizzo, permettendogli di usare tecniche devastanti ma ad un caro prezzo: la vita. Si sentiva debole, ma non se ne pentiva, avrebbe imparato ad usare la tecnica ma soprattutto, avrebbe fatto in modo di usarla solo quando fosse stato necessario e, sperava, che non si fosse presentata nessuna situazione così rilevante da doverla usare di nuovo.

    La missione non era ancora finita, tuttavia, sorgeva un piccolo problema ora. La tecnica, ora non più attiva, aveva portato con se tutte le capacità e le proprietà che tanto avrebbero potuto aiutare il giovane al raggiungimento dello scopo finale. Adesso era in grossi guai. Senza la tecnica era praticamente cieco dunque molto in svantaggio rispetto ai suoi nemici che, di sicuro, ora erano molto incazzati a causa dell'entrata dei due ninja nel loro territori ma, soprattutto, per la perdita degli abitanti della stessa, finiti in pezzi a causa della missione dei ninja. Si mette male...speriamo non ci siano più intoppi e che Shiltar annienti in fretta la bestiolina di cui ha parlato all'inizio... disse tra se Dopo di che saremo liberi e potrai rivedere la luce del sole... sussurrò alla pantera che lo guardò senza capire.

    Proseguirono il loro viaggio, correndo nei cunicoli, con il loro nuovo compagno, avvolto nel mantello tra le braccia di Ao. Man mano che si addentravano faceva sempre più freddo e umido, il silenzio era assordante e irreale ed ora l'oscurità non sembrava più essere amica del genin, che si sentì come un pesce fuor d'acqua, una sensazione che gli provocava un senso di angoscia e irritazione.

    Dopo qualche attimo di titubanza trovarono finalmente risposta alla domanda che si erano posti. A terra, in una pozza di sangue vi erano due grossi felini neri. Le loro carcasse emanavano un intenso fetore, incrementato dall'aria ristagnante della caverna. Ao rimase sconvolto e dispiaciuto, la pantera in un certo senso condivideva la sua stessa sofferenza, la perdita di un genitore era qualcosa di orribile, la perdita di entrambi e rimanere soli poteva portare solo alla disperazione, ma Ao si promise che la pantera non avrebbe sofferto. In quel momento però pensare alle carcasse non era la migliore delle idee. Un insopportabile rombo fece eco nei cunicoli, un rumore che Ao conosceva bene ma che tuttavia sembrava diverso, più forte e potente, seguito da un evidente vibrazione del terreno che non faceva presagire nulla di buono. Ao si voltò verso quella che sembrava essere la fonte del rumore ma che non riusciva a vedere Ao, mi sa che qui dobbiamo dividerci il lavoro, a te i pesci piccoli, a me quello più grosso? Ok? Tanto li vedi ancora, no? Arrivano dall'alto a Nord-Est. i pensieri di Ao vennero interrotti dalle parole del Kage, parole che lasciarono sul suo volto un espressione incredula. Pesci piccoli? Quanti? Quali? Quello grosso? pensieri che Ao non riuscì a comunicare al suo compagno d'avventura che schizzò via in un lampo scomparendo nell'oscurità, sicuro che il genin potesse ancora vedere. Tuttavia le indicazioni di Shiltar sarebbero pur servite a qualcosa, soprattutto se unite all'udito sviluppato di Ao che, nella bolgia, riuscì a distinguere quello che sembrava lo sbattere delle ali dei coleotteri corazzati. Si avvicinavano, si avvicinavano in fretta e lui doveva agire ancora più prontamente a quell'attacco, doveva proteggere la pantera, doveva farlo a costo della sua vita.

    I neri coleotteri si avvicinavano e l'unica cosa che li tradiva era il caratteristico e fastidioso rumore delle loro ali. Ao mise il fagotto con la pantera sulle braccia e velocemente fece un unico sigillo con le mani. Avrebbe utilizzato una tecnica che da sempre aveva creduto inutile ma che in quella situazione si sarebbe rivelata a di poco vantaggiosa.
    Quando i coleotteri fossero arrivati a colpire Ao, si sarebbero accorti che quello che realmente vedevano non era altro che frutto di un illusione, appositamente creata per perdere tempo, e che Ao sapeva non avrebbero potuto intuire. Intanto il giovane si era spostato, usufruendo dell'occultamento illusorio della tecnica, per portare al sicuro la pantera in una conca con delle stalattiti, piccole e sottili, che avrebbero fatto da barriera visiva, aiutate dal mantello che avvolgeva la pantera. Vediamo di far luce... ora era davvero carico, la sua missione aveva un altro obiettivo ora, che lo rendeva più deciso che mai a vincere ed uscire da quella caverna.
    Conosceva la pecca della tecnica, avrebbe potuto allontanarsi di una determinata distanza senza esser visto, tuttavia avvicinandosi troppo al nemico la tecnica si sarebbe sciolta. Ed era questo il caso. Il ninja diventò di nuovo visibile, tuttavia il suo udito non l'avrebbe mai tradito.

    Sentiva l'eco dell'arma di Shiltar che si scagliava sulla corazza dell'enorme insetto, seguito dagli stridii di quest'ultimo. Tuttavia poteva anche immaginare la scena a pochi passi da se. I coleotteri sarebbero stati confusi solo per pochi istanti dalla tecnica ed Ao poteva sentire che lo erano, percependo il suono delle zampe sulla nuda pietra. Veloci i sigilli con le mani, prima che rivelasse la sua posizione Ehi maledetti insettacci! capì che l'avevano visto, sentiva i suoi passi veloci mentre le sue mani si caricavano di chakra per poi venire scagliate a terra ...e luce fu! dalle sue mani partirono fasci di elettricità che proseguirono a terra illuminando la pietra, facendola scintillare e donando al ninja un minimo di visuale dell'accaduto. Intanto i coleotteri, colpiti dall'elettricità si mostrarono in tutto il loro viscidume, percorsi da scariche potenti che di sicuro non gli avrebbero permesso di muoversi per un po'. Ora aveva davvero poco tempo. La luce provocata dall'elettricità gli aveva permesso di individuare i coleotteri, aveva poco tempo per memorizzare l'esatta posizione di entrambi. Scattò in avanti, sicuro che dopo la scarica non si sarebbero mossi per un po', poi estratta una cartabomba effettuò una piroetta appoggiandosi con la mano sul carapace di uno dei due insetti, contento di aver azzeccato la posizione, lasciandogli addosso la cartabomba.
    Calciato quest'ultimo, con una incredibile rotazione del corpo facendo perno sulla mano d'appoggio, lo scagliò verso l'altro e, rotolando indietro, attivò la cartabomba, che deflagrò danneggiando entrambi i coleotteri e provocando un possente eco nella caverna. Altra luce, altre informazioni. Ora avrebbe dovuto scagliare il colpo finale.
    Subito dopo la deflagrazione della bomba si lanciò, guidato dalla sua memoria e dall'udito, verso le due bestie stordite. Appena menò più fendenti possibili che andarono ad infrangere l'ormai debole struttura esoscheletrica delle immonde creature, segnandone la fine perenne. Il dolore che ne seguì da queste azioni fu davvero intenso. Le ferite provocate dalla Kinjutsu e dai precedenti avversari avevano si erano aggravate senza che se ne accorgesse, guidato da un furia incontrollabile che lo aveva spinto a chiedere al suo corpo più di quanto potesse fare.
    Si trascinò quasi a stento, non abituato al dolore e alla debolezza, cercando di individuare la posizione della pantera, nascosta e al sicuro. Non ci mise molto, dato il continuo miagolare del cucciolo, avvolto nel mantello. Lo prese, tenendolo in braccio, si trascinò nelle vicinanze di Shiltar e si sedette, brandendo la spada, stanco, sperando che fosse tutto finito.

     
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14 replies since 26/5/2010, 22:13   336 views
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