Obitorio di Suna

[Gestionale]

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  1. Suna Elders
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    Death and All His Friends



    L'Ospedale di Suna. Un luogo pulito, luminoso, all'avanguardia. L'aria condizionata regola la temperatura in modo da rendere la degenza il più possibile confortevole, le infermiere sono allo stesso tempo bellissime e preparate, la responsabile una donna rude ma gentile che mette i pazienti e l'ospedale prima di tutto. Insomma, un luogo in cui tutti vorrebbero capitare se disgraziatamente avessero bisogno di un ricovero.

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    Ma alla luce corrisponde sempre l'ombra. A un luogo in cui tutti vorrebbero essere corrisponde quello in cui nessuno vorrebbe andare mai. E così scendendo una scala di servizio o premendo il tasto B3 dell'ascensore dell'ala ovest ci si trova davanti a una scena che dà l'idea di essere finiti in un'altra realtà.

    Qui tutto sembra più freddo, dall'aria alle luci al neon che illuminano scarsamente lo stretto e angosciante corridoio. Il silenzio forma una cappa così pesante che anche il minimo rumore sembra rimbalzare sulla mura con un'eco centuplicata. Una panca a lato del corridoio sembra pronta per accogliere sfortunati visitatori che ancora viventi giungano in questo luogo di morte.

    In fondo al corridoio, una doppia porta basculante conduce al gelido cuore dell'ospedale di Suna. Qui la temperatura si fa ancora più bassa, probabilmente si tratta dell'unico luogo veramente freddo di tutto il villaggio, le pareti metalliche sono in realtà una serie di sportelli che si aprono sulle celle frigorifere pronte a contenere le spoglie mortali dei ninja caduti.

    Al centro dell'immenso stanzone, si trovano una serie di lettini mobili in acciaio, privi dei materassi, ormai inutili per gli ospiti della struttura, accanto ai quali sono predisposti dei carrellini con gli strumenti necessari alle autopsie, perfettamente allineati e puliti.
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    Sull'unica parete sgombra dalle celle frigorifere prendono posto gli strumenti di misurazione, le bilance, lo schedario con le cartelle cliniche e i referti autoptici e alcune macchine per le analisi, e nell'angolo più buio, ma disposta in modo da vedere la porta, una scrivania di metallo con un portapenne e dei fogli bianchi perfettamente impilati. E lì, a lavorare sotto la luce bianca del neon, ci sono io.

    Chi sono io? Sono l'Ombra in un mondo di luce, sono la Notte in pieno giorno, ma più semplicemente sono l'unica persona a parte la responsabile dell'Ospedale a poter scendere qui sotto, a poter premere il tasto B3 che appare solo se sfioro la pulsantiera nel modo giusto, a poter aprire la porta sulla scala di servizio. Sono colei che parla con la Morte e a cui essa risponde, perché sa che in fondo sono come Lei, perché non la rifiuto e so che un giorno l'abbraccerò con queste mani. Io sono Namida Kuroi, e questo è il mio regno. Questo è l'Obitorio Nascosto di Suna.



    Immagine a sx by *thorcx on Deviantart
     
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    *Reverie*
    Namida
    parlato Reverie
    parlato Namida

    *Reverie chiamò l'ascensore, che si fermò al piano con uno scampanellio. Le porte si aprirono sul tipico largo ascensore da ospedale, di acciaio e grande abbastanza da far entrare due barelle affiancate con il relativo personale medico.*

    *La pulsantiera mostrava i piani da 0 a 4, più due piani sotterranei, ma la dottoressa non li premette, muovendo invece rapida la mano su una sequenza di quelli che sembravano bulloni e fermi ma che si rivelarono in realtà pulsanti e levette [Prestigiatore], sequenza che rivelò l'esistenza di un ottavo pulsante, che recava la scritta B3. Reverie lo schiacciò, e l'ascensore iniziò la sua discesa verso le viscere dell'Ospedale.*

    Sto lavorando nel mio regno, come sempre. Sono sola, insieme ai miei amici che pur non potendo parlare hanno ancora così tanto da dire. All'improvviso, qualcosa rompe il silenzio. L'ascensore che si ferma. Un suono squillante che non ho mai sopportato. Disturba la mia concentrazione, si intromette nell'intimità che c'è tra me e loro. Penso che probabilmente si tratta di Reverie. Bene, forse dovrò fare spazio per un nuovo amico. Ma qualcosa non quadra. Non ho un udito particolarmente sviluppato, ma conosco così bene il respiro di questo posto che mi accorgo subito di chi ne calpesta il suolo. Non sento il cigolio delle ruote di una barella, ma due paia di piedi che si muovono lungo il corridoio. Un paio appartengono a lei, e gli altri? Mi alzo dalla mia sedia, mi sistemo il camice, fisso la porta. Attendo.

    *Reverie spinse le doppie porte alla fine del corridoio, chiedendosi sempre come facesse Namida a lavorare in quel posto così buio senza impazzire, ma del resto la conosceva abbastanza da sapere la risposta.*

    Nami, sei qui? C'è una questione urgente che ti richiede subito.

    Ancora quel nomignolo. Glielo avrò detto mille volte che non lo sopporto. Ma a questo posso pensare dopo. Quello che mi incuriosisce è il nonnino che la accompagna. Mai visto prima, e ha una di quelle facce che incutono timore. E in effetti, un po' mi fa paura. E c'è anche qualcosa di strano in Reverie, mi sembra agitata, quasi spaventata, e non fa quei segni strani che fa sempre quando viene qui. Esco dall'ombra, mi presento con un inchino. Agli anziani bisogna portare rispetto.

    Namida Kuroi, medico responsabile dell'obitorio. Come posso aiutarvi?

    SPOILER (click to view)
    OT post due in uno con entrambe le dottoresse, Namida come ti ho detto è energia blu quindi risente meno degli effetti dell'aura di paura, comunque è leggermente intimorita, visto che da quanto ho capito non la stai ancora usando al massimo, Reverie invece è visibilmente agitata, ma sta usando (male) l'Interpretazione per non darlo a vedere.
     
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    Sono dentro.
    Avanzo a passi lenti verso la nuova conoscenza. E' solo una ragazzina.
    Comunque avrei dovuto agire con le dovute precauzioni senza risparmiarmi, una disattenzione avrebbe potuto complicare notevolmente la situazione. Due contro uno, non è mai facile. Inoltre ho difronte sicuramente due abili chunin, se non jonin...Il piano è di una semplicità sconcertante, quasi da farmi dubitare della sua riuscita: sfruttare l'identità affermata, l'aura di timore e la mia superiore preparazione fisica. Siamo tutti molto vicini. Il tutto si sarebbe compiuto in pochi secondi. Il mantello ad un certo punto non avrebbe trovato più appoggio e prima ancora di iniziare la sua discesa la mia tecnica avrebbe invaso l'aria a me circostante (costo medio-Alto, potenza 40) e l'aura di paura avrebbe agito al massimo del suo potenziale.


    ~ Corrente dei Mille Falchi (Chidori Nagashi - Thousand Birds Current)
    Villaggio: Oto /Foglia
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore è in grado di fa fuoriuscire da tutto il suo corpo una scarica elettrica molto simile al mille falchi, sebbene il chakra non viene convogliato nella mano. Il tempo di attivazione è ridotto, permettendo di utilizzare questa tecnica anche come difesa da una aggressione. La potenza dell'elettricità non è elevata, pari a 30, ma coprirà l'area di raggio pari a 1.5 metri dall'utilizzatore e causerà uno stordimento tale da non permettere alcuna azione offensiva nel round successivo all'avversario colpito; ogni difesa di potenza pari o inferiore a 40, sarà considerata come non presente.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello 3 / Consumo Attivazione: Quasi Alto)


    L'elettricità di propaga dell'aria coinvolgendo probabilmente le due ragazze, completamente ignare di una simile reazione e scosse dall'improvviso incremento della mia abilità. A mani nude i miei colpi avrebbero sfiorato la velocità e la forza che si addice alle divinità, ma non quella del vero Diogenes (1 basso ogni slot azione di offesa, vel 850 for 800). Avrei pensato prima alla ragazza difronte a me; avendo già potuto saggiare la reazione dell'altra alla mia aura e quindi individuare grossolanamente il suo grado di preparazione. I muscoli delle gambe si contraggono in una frazione di secondo e liberano la spinta necessaria all'esecuzione del mio attacco. In questo istante il chakra, modellandosi tra le mie mani, va a formare due perfetti quanti dalle proprietà dell'impronta elettrica (Manipolazione della forma e della natura, 2 costrutti piccoli, costo medio, potenza 20 + Semiparalizzano arto colpito per 4 turni). Alla ragazza dai capelli neri due proiettili unisoni all'altezza dello sterno e del torace.

    image

    L'esito più plausibile sarebbe stato un volo di diversi metri verso il visibile muro alle spalle con conseguente svenimento. Inoltre la semiparalisi al torce e la gola avrebbe causato serie difficoltà alla respirazione e all'uso della parola, nel caso in cui l'attacco in se non avesse messo momentaneamente K.O. la kunoichi. Il ninjutsu precedentemente usato comunque avrebbe impedito alla ragazza azioni offensive per diversi secondi. Senza perdere una frazione di secondo il busto si sarebbe torto di 180° gradi, accompagnato dal movimento del tronco e delle gambe, le quali avrebbero spinto nuovamente la mia grossa mole questa volta all'interno della faccia-portata della rettrice dell'ospedale. La mano si apre a mò di piovra per andare ad afferrare il viso della ragazza e la spinta acquisita, insieme al mio peso, avrebbe fatto in modo di farla sbilanciare in dietro, atterrando rovinosamente a terra. Il chakra elettrico avrebbe subito agito per rendere la ragazza inerme, insieme alla già presente aura e il precedente raiton.
    Il mantello cade finalmente a terra.

    " Voi due mi aiuterete a seppellire Suna nelle sabbie del deserto."

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    Edited by DioGeNe - 23/7/2010, 15:46
     
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    *Reverie*
    Namida
    parlato Reverie
    parlato Namida

    Mi presento. Attendo. Il nonnino si avvicina senza dire una parola, sembra quasi che mi stia studiando...ed è una goccia di sudore quella che scorre dalla fronte di Reverie? Forse mi sto lasciando suggestionare, mi sento inquieta, questo nonnetto non mi piace, come la maggior parte delle persone, del resto. Lui mi fissa, sembra studiarmi, poi, all'improvviso, il mio cuore sussulta, e prima di accorgermi che non è più immobile sento una scossa elettrica attraversarmi. Lo stomaco si contorce, mi sento male, non sono preparata. Quanto tempo è che non combatto? Dalla mia promozione a jonin, credo. Il pensiero mi attraversa rapido come la folgore che sta per abbattersi su di me. Non vedo i suoi movimenti, sento solo un dolore acuto e improvviso che mi trafigge il petto. Il riflesso di schivare raggiunge i miei muscoli troppo tardi, mi sento sollevare e scaraventare all'indietro. La mia schiena colpisce le celle frigorifere con un rumore che non mi piace per niente. La mia testa si abbatte contro il pesante muro di acciaio. Qualcosa di caldo scorre lungo il mio collo. Che sia arrivato quel giorno? Che io possa finalmente abbracciare la morte e unirmi ai miei amici? Quasi spero che sia così, perché non so che cosa quel nonnetto -se di un nonnetto si tratta- voglia da me. Da noi. Con gli occhi che mi si appannano guardo l'uomo voltarsi verso Reverie. Mi dispiace per lei. Lei non sa quanto sia bella e poetica la morte. Lei è terrorizzata. Io no. Perché adesso so che ho ragione. I vivi mentono, feriscono, uccidono. Dei morti invece, ti puoi sempre fidare.

    *Namida si era presentata educatamente, eppure l'uomo che aveva accompagnato laggiù non aveva risposto al saluto. Si mosse, agitata. Da quando aveva incontrato quella persona si sentiva inquieta, non vedeva l'ora di andarsene da lì, che la visita finisse. Stava per dire qualcosa, quando sentì all'improvviso la sua agitazione subire un'impennata, e vide qualcosa propagarsi dalla figura del vecchio. Non fece in tempo nemmeno a comporre un sigillo che si sentì attraversare da una scossa elettrica.*

    *Barcollò, presa alla sprovvista, poi sollevò lo sguardo appena in tempo per vedere l'uomo che colpiva in pieno Namida facendola volare attraverso la stanza. Che cosa aveva fatto? Perché lo aveva portato laggiù? Perché non era riuscita a contraddirlo? E cos'era quella sensazione di terrore che provava? Le domande non trovarono risposta, mentre ancora vorticavano nella sua testa, una grossa, possente mano le coprì il viso, spingendola indietro. Colpì dolorosamente il pavimento, avendo solo il tempo di maledirsi ancora una volta per la sua stupidità. Sarebbero morte entrambe, per colpa sua. Poi tutto si fece nero, e la dottoressa perse i sensi.*

    Reverie è a terra. Io non riesco a muovermi. Le orecchie ronzano, sento che è finita. Chiudo gli occhi. Sto arrivando.

    SPOILER (click to view)
    OT ok, scusami tanto per l'abissale ritardo (a dir poco). Solo non sapevo se avevo un qualunque modo per reagire, ma temo che con le abilità delle due ragazze al massimo avrei potuto farti ridere fino a farti collassare :pwn:
    Comunque, sta a te adesso, ti sarei grata se non mi ammazzassi Reverie, visto che come png mi serve, al limite se ne parla poi XP
     
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    OT/ La giocata riprende dopo eoli di tempo XD. Dopo l'ok di Shaina, l'amministrazione ha acconsentito a spostare la giocata nel presente in modo tale da evitare eventuali discordanze temporali e per far giocare tutti i pg interessati con schede del 2010 e con un regolamento antecedente al 3.0. / OT


    Le due ragazze erano a terra, prive di sensi. Dovevo agire velocemente. Mi accertai un'ultima volta che anche nell'obitorio non ci fossero telecamere; fino ad ora la mia intrusione in ospedale era stata del tutto celata, in quanto ero riuscito a convincere la rettrice della struttura a compiere un percorso alternativo, lontano da occhi indiscreti, umani o elettronici e così sarebbe dovuto restare. Dunque se avessi trovato qualche macchina l'avrei messa fuori uso, in caso contrario avrei subito proseguito con il piano. Sciolsi la tecnica della trasformazione, riassumendo le sembianze del ninja otese il cui volto era stato modellato dalle abili mani del chunin eliminatore di cadaveri...le abilità di quel ragazzo erano di un'utilità impressionante.
    Avevo già avvertito le due alleate del piano e della situazione in cui si sarebbero trovate; quindi almeno per questa volta non avrei concesso loro di dar sfogo al loro carattere stravagante, tipico delle creature con cui avevo stretto il contratto. Per questa prima fase mi serviva un segugio ineguagliabile...Mi avvicinai dunque ad uno dei grossi scaffali presenti nell'obitorio e lo spostai in avanti di un paio di metri senza procurare rumore; successivamente eseguii dunque la tecnica dell'evocazione per richiamare la fedele alleata: Jukusei-kama. Di grandezza ridotta, l’attenta e puntigliosa donnola, maestra di inseguimenti, irruppe nella scena.

    “ E' giunto il momento? ”

    “ Si. Mi raccomando muoviti sempre sottoterra. Ecco prendi, è un pezzo del suo mantello. Dovrebbe trovarsi al cimitero in questo momento, se tutto è andato secondo i piani ti dovrebbe star aspettando…”

    “ Ricevuto! Se in questi anni non hanno cambiato posto al cimitero, troverò il bersgalio in un batter d’occhio. “

    E così sparì nella buca appena scavata, nello spazio che le avevo liberato. Ci avrebbe messo un po di tempo, soprattutto considerando che avrebbe dovuto scavare dei tunnel più ampi in modo da poter far passare anche il chunin di Oto. Tuttavia si ci fossero state complicazioni lei era l'unica in grado di trovare comunque Eiatsu; per questo motivo, ai fini della sicurezza del piano, avrei aspettato qualche minuto in più...dopotutto il chunin aveva tutto il "materiale", la sua presenza era di fondamentale importanza. Per la seconda parte del piano, invece, avrei sfruttato di un compagno molto più rapido e potente...
    Ovviamente io nel frattempo io non sarei rimasto con le mani in mano. Avrei sbarrato la porta dell’obitorio e posizionato le due ragazze su due dei lettini disponibili. Ma quelle erano kunoichi ben addestrate, non ci avrebbero messo più di un paio d'ore a riprendersi dal colpo subito. Dovevo immobilizzarle fino all’arrivo di Eiatsu, poi si sarebbe deciso cosa fare di loro…ma una cosa era certa: la coppia avrebbe svolto un ruolo cruciale nell’operazione. Utilizzai dunque il mio prezioso sangue per formare quattro costrutti a forma di anello che avrebbero cinto caviglie e polsi delle due. Ovviamente non avrei concesso nemmeno ad una goccia del vermiglio liquido di venire sprecata; gli unici indizi da lasciare erano quelli elaborati circa un mese fa dopo una lunga discussione tra me e l'eliminatore. A pancia in giu, con le mani legate dietro la schiena, le caviglie bloccate e il volto in avanti, rivolto verso di me, che mi sarei piazzato a nemmeno tre metri di distanza, le due sarebbero state tenute sotto vigile controllo. Mi sarei fatto trovare pronto per reagire in caso di un prematuro risveglio di una o entrambe le esperte in arti mediche. Accortezze forse non necessarie ma non avrei fatto saltare il piano per una leggerezza di questo tipo.



    Edited by DioGeNe - 22/2/2012, 08:53
     
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    Il chunin emerse, oscuro, dalla buca creata dall'evocazione del Mikawa. Una decina di minuti prima era stato raggiunto dalla grossa donnola del jonin, ed insieme avevano attraversato Suna, sotto il livello del suolo, per arrivare fin lì dove,come era stato programmato fin dal principio, aveva raggiunto il suo commilitone. Nessuno, per quel che ne sapeva, lo aveva seguito. Quello che stavano mettendo in atto era un piano che a suo avviso non aveva nulla a che vedere con la finezza di quello che era stato attuato a Kiri, ma era di più semplice realizzazione e Diogenes aveva voglia di giocare. Il chunin non condivideva il suo obiettivo, ma certo non lo stava facendo gratis: anche per lui c'era una buona fetta di “ tesoro”.

    Con un salto si portò al centro della sala, il kimono scuro frusciò agitato intorno alla sua figura. Ovviamente una maschera , completamente nera, era tornata a coprigli il volto: dietro di essa era molto più a suo agio.

    Il jonin era in un angolo a controllare la situazione: come doveva essere, c'erano delle persone che aveva stordito, forse una in più di quelle previste, ma ovviamente non era un problema.
    Vide che il jonin le aveva bloccate come meglio poteva: il chunin decise che fosse meglio operare alla sua maniera. Incrociò rapidamente le mani per realizzare una tecnica del suo arsenale:

    CITAZIONE
    Tecnica del Sonno delle Piume - Nemurihane
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (Lento+)
    L'illusione si attiva se le vittime presenti entro 20 metri l'utilizzatore. L'illusione addormenterà fino a 3 persone per ogni grado ninja posseduto. Gli avversari cadranno addormentati dopo un round di forte sonnolenza e un malus a tutte le statistiche pari a 4; il sonno illusorio dura per 3 ore o finché non rilasciata. Può essere utilizzato anche in combattimento, rinunciando ad un intero round prima di eseguirlo.
    L'efficacia è pari a 50. Danni quasi gravi o superiori svegliano la vittima.
    Tipo: Genjutsu - Bakkin
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Richiede la Tecnica del Sonno in scheda]
    [Da chunin in su]

    Le due ragazze erano svenute, non c'era possibilità che potessero evitare di sfuggire alla tecnica. Tuttavia, il chunin si assicurò che il loro status di dormienti fosse reale e non recitato!
    Quando ebbe finito avrebbe detto:

    “ Chi è delle due?”

    Quando il jonin l'avrebbe indicata, Eiastu si sarebbe messo al lavoro. L'altra l'avrebbe semplicemente lasciata a riposare in un angolo: non aveva nessuna utilità in quel momento, ma ne avrebbe avuto più avanti.

    […]


    Il tempo quella notte era loro nemico: la tecnica garantiva loro un ampio margine di sicurezza, ma per farcela serviva molte persone che lavorassero all'unisono. Diogenes e la sua donnola contavano come molti uomini, comunque molti di più rispetto a quanti ne erano. Anche dell'eliminatore si poteva dire lo stesso, sebbene in senso meno metaforico. Richiamando le tecniche proibite di Kabuto, Orochimaru e il secondo Hokage prima di loro, il chunin evocò i ninja suoi schiavi che avevano lasciato il mondo dei vivi per quell'altro. Ne richiamò 3, ovvero tutti quelli che il suo livello di abilità gli permetteva e, tra questi, Yashimata era il più importante. Le tre figure erano in fila davanti a lui pronte ad eseguire i suoi ordini. Mantenne massimo controllo su tutti eccetto l'Avatar in quanto la sua interpretazione reale era fondamentale, e soprattutto non andava costretto a mettere un po' a soqquadro il Mondo ninja.
    Yashimata estrasse quindi una telecamera dalla bara dalla qual era uscito e si allontanò da gruppo per andare a registrare un messaggio analogo a quello che era stato lasciato a Kiri: in realtà c'era una parte tutta nuova che i Sunesi avrebbero scoperto!
    Intanto gli altri due avrebbero messo sottosopra l'obitorio alla ricerca di qualsiasi cosa fosse utile o di valore, per quanto criptato: schede, fascicoli, persino corpi!

    Il chunin invece si sarebbe dedicato ad altri affari; anche se Aloysius gli aveva detto che il luogo era pulito, ovvero libero da cimici, telecamere e quant'altro, il chunin decise di controllare nuovamente per essere sicuro, come gli dettava la sua natura: spigoli del soffitto, dietro scaffali e sotto i tavoli e così via.
    Una volta finito avrebbe cercato la dispensa di medicinali ed in particolar modo avrebbe cercato la presenza di flebo, aghi e sedativi. Ne avrebbe preso un bel po', abbastanza per far rimanere incosciente una persona per qualche giorno. Se non che ne fosse stato abbastanza non era un problema, se ne era portato altro con se nelle bare.
    Ma se così era, perchè prelevarlo dalla dispensa?
    Sicuramente i sunesi si sarebbero accorti che lì mancava qualcosa, quand'anche nelle vicinanze non c'era traccia di distruzione. Bhè la risposta era semplice: quello avrebbe fatto ardere il seme della speranza nei loro cuori.

    Tornato nella sala dove c'era anche Diogenes, il chunin avrebbe notato con piacere che i suoi cadaveri avevano ultimato i compiti assegnati loro. Yashimata aveva depositato la videocassetta su un tavolo in mezzo alla stanza in bella vista, così che fosse facile da trovare, mentre gli altri due cadaveri stavano depositando nelle bare ,dalle quali erano emersi, fascicoli e rotoli di conservazione di cadaveri, se ci fossero stati corpi da trafugare.
    Il chunin non aveva quindi più bisogno di loro: li avrebbe disevocati insieme alle bare.
    Infine gli rimaneva un'ultima cosa da fare, quello che gli riusciva meglio: cancellare le tracce! Come anche aveva fatto a Kiri, rimosse con la tecnica della Razzia tutte le impronte, il sangue e le tracce di terra che avevano lasciato nelle aree dove erano passati. La cosa sicuramente non sarebbe passata inosservata ai Sunesi, ma era importante mantenere lo stesso Modus Operandi. Avrebbe usato la tecnica più volte, ed una volta ancora quando il trio si sarebbe ritrovato nella buca, pronto a partire, per cancellare le ultimissime prove.

    “ E' ora di lasciare il villaggio!”

    Avrebbe detto al Mikawa. Come sempre in missione il chunin non usava mai i nomi veri delle persone che facevano parte della sua squadra; se possibile non parlava, se possibile non li pensava nemmeno. Questo era il retaggio della sua professione, questo era quello che lo manteneva in vita colpo dopo colpo.


    OT/All'Amministrazione di Suna decidere quello che troviamo!/OT


    Edited by - Hohenheim - - 23/2/2012, 23:55
     
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    La donnola non ci mise molto arrivare e il chunin con lei. Ovviamente non disse una parola in più di quelle che doveva pronunciare; non avrebbe parlato liberamente nemmeno controllando dieci volte quella stanza...lui era fatto così, attento ad ogni particolare. Subito si occupò delle due ragazze costringendole ad un sonno ben più sicuro di quello scaturito dalle mie maniere forti. Eseguita la tecnica riassorbii tutto il sangue speso, stando ben attento a non lasciarne traccia.

    " Ben fatto. "

    Dissi alla donnola inseguitrice, la quale senza aggiungere altro sparì in una nuvola di fumo. Aveva adempito perfettamente al suo compito... ora era il momento di servirmi di un'alleata ben più potente e rapida; dopotutto c'era da scavare un bel po. Attinsi nuovamente alla mia riserva di chakra questa volta spendendo più energia che in precedenza. Speravo solo che la ramanzina a cui avevo sottoposto Komaki sull'importanza di rimanere nell'anonimato fosse penetrata a sufficienza nella mente della stravagante donnola; una scenata delle sue non avrebbe giovato alla linearità dell'infiltrazione.

    " Ohohoh mi metto subito all'opera? "

    " Bravissimo. Quattro, come stabilito, di grandezza appropriata. Per di qui."

    " Sbrigatevi voi altri...ma che dico, sicuramente vincerò io."

    E si immerse per lo stesso foro già scavato. La sua velocità sarebbe stata di grande utilità, prima lasciavamo quel posto meglio era e noi avevamo ancora diverse cose da fare. Intanto Eiatsu evocò il suoi cadaveri, compreso Yashimata; come pianificato nella sua bara vi era tutto l'occorrente per il piano. Scambiai uno sguardo con il mio vecchio compagno di avventure; incredibile che quel ninja fosse morto...ma almeno grazie ad Eiatsu era ancora in grado di fare molto. Anzi, che dico: l'accrescere dell'importanza della sua figura nel panorama ninja del continente sarebbe diventato di fondamentale importanza per tutto! Tutto! Di risposta il traditore di Kiri mi dedicò il suo classico sorrisetto e senza perdere inutile tempo prese la telecamera...avevamo già parlato a lungo su cosa dire. Lo spietato assassino più volte era stato impiegato nella stessa fase di progettazione dei vari piani, a sporadicamente prendeva anche parte nelle stesse sedute con gli altri del gruppo per esporre la propria idea a riguardo! Era un ninja fuori dal comune, armato di quegli ideali che in parallelo con i nostri creavano un connubio perfetto; si, era morto...ma solo nella carne. Intanto gli altri due cadaveri iniziarono ad ispezionare l'obitorio alla ricerca di tutto ciò che l'eliminatore aveva dato loro ordine di recuperare; quello sarebbe stato il banchetto di Eiatsu e, al tempo stesso, una delle motivazioni che "ufficialmente" avevano spinto il nukenin ad infiltrarsi all'interno del polveroso villaggio. Ma di certo l'infiltrazione non avrebbe avuto solo l'intento di dimostrare quanto i villaggi fossero facilmente penetrabili, di deridere il lavoro dei guardiani alle mura...Kiri era stata attaccata alla popolazione, in modo massiccio; per Suna la sentenza sarebbe stata ben diversa seppure parimenti incisiva. Afferrai dalla cassa il necessario per il mio lavoro; se la memoria non mi avesse fatto brutti scherzi sarei riuscito a posizionare tutto nel modo corretto e a formulare nel modo giusto i vari messaggi. Mi avvicinai al corpo della rettrice dell'ospedale e, afferrato il kunai posto a tempo debito nella bara (proprio per quello scopo), feci un beltaglio sul braccio della kunoichi, abbastanza profondo da far sgorgare una notevole quantità di sangue ma non sufficiente a rompere il Genjutsu dell'eliminatore. Eiatsu era stato puntiglioso su questo punto, avevamo fatto anche delle prove su dei cadaveri; si perchè non mi ero mai preoccupato di procurare una precisa ferita ad un bersaglio: generalmente fissavo un minimo e poi se ne veniva qualcosa in più... bhè...meglio ancora, no?! Comunque non avrei sbagliato; sarei andato in profondità il necessario per estrarre una quantità di sangue sufficiente...il medico di Oto avrebbe quindi arrestato subito la fuoriuscita in modo da non aggravarne l'entità. Riguardo il sangue estratto, per evitarne la coagulazione (cose a cui comunque avrei potuto trovare rimedio) avrei sfruttato nuovamente il mio sangue. Manipolandone una discreta quantità avrei fatto in modo che il vermiglio liquido della sunese rimanesse racchiuso all'interno del circolo; in questo modo avrei potuto attingerne di volta in volta la quantità desiderata e avrei evitato l'essiccamento a contatto con l'aria. Certo, avrei potuto evitare tutto questo portandomi la ragazza in spalla durante tutto il giro ma mettere a dura prova la tecnica dell'eliminatore durante la missione sarebbe stata pura follia.
    Dunque sarei entrato nel cunicolo per sparirne per qualche minuto...

    [...]

    " Ho sistemato tutto, manca solo l'ultimo tocco. Tu intanto inizia ad entrare, ti passo la ragazza. Inoltre quello scalmanato non si riesce più a contenere. "

    Infatti la donnola aveva il suo compito con largo anticipo, anzi fu anche più efficacie del previsto, e aveva iniziato a dare di matto. Dopotutto quella era uno dei miei alleati più forti, impiegato come una semplice trivella avrebbe si reso più di qualunque macchinario apposito ma si sarebbe anche annoiato a morte (soprattutto visto il suo carattere). Tornati ad Oto gli avrei concesso una di quelle sfide di velocità che lui amava tanto...
    Certo che Eiatsu aveva combinato proprio un bel casino lì dentro; l'obitorio era stato completamente depredato e messo sotto sopra tuttavia nel caos generale la videocassetta era ben visibile, lì al centro della stanza su di un tavolo spoglio di altri oggetti. La Kunoichi gestrice dell'obitorio sarebbe stata riadagiata sul lettino addirittura con la testa su di un morbido cuscino; il suo risveglio sarebbe stato qualcosa di davvero indescrivibile... Poi afferrai Flameheart senza bruschi scatti; il braccio sul quale le avevo inflitto la ferita era stato accuratamente fasciato e il sonno che le impegnava la mente sembrava essere profondo e sereno. Dunque adagiai la ragazza tra le braccia dell'esile ragazzo, dotato comunque di una forza più che sufficiente per il semplice incarico. Il globo di sangue ancora era attivo; penetrai con una mano all'interno della sfera ed estrassi un po del sangue della sunese ancora contenuto al suo interno, giusto il necessario per macchiarmi il polpastrelli di indice e medio. Ne rimaneva ancora un altro po ma quello lo avrei utilizzato successivamente.. Ovviamente non avrei concesso al mio sangue di aderire alla mano, ma queste erano capacità in possesso anche ad un Mikawa appena padroni dei propri geni. Quindi afferrai il grosso armadio che in precedenza avevo spostato per far scavare la fossa alla donnola e, una volta adagiato delicatamente a terra, mi apprestai a scrivere su una delle ante in vetro due semplici parole: Sand Scorpion.
    Quindi rientrai nuovamente nel cunicolo, questa volta per l'ultima volta e collocai il grosso mobile proprio sulla fossa scavata, alzandolo senza problemi dal fondo e posizionandolo a modo. Quindi Eiatsu, dopo avermi riconsegnato il fardello, eseguì l'ultima tecnica: anche l'ultima zona venne ripulita da impronte e tracce scomode. Gli indizi che avevamo lasciato, le difficoltà che i sunesi avrebbero dovuto affrontare erano tutte volute...nulla era stato lasciato al caso.

    [...]

    Abbandonammo il cunicolo scavato dalla donnola solo quando uscimmo dal raggio visivo delle guardie al Gate. Impolverati e stanchi iniziammo ad incamminarci in direzione Nord; utilizzai la tecnica della trasformazione per ridurre leggermente la mia stazza, avrei dovuto tenerla attiva per un po...i sunesi avrebbero potuto pensare anche di lanciarsi in un disperato inseguimento. Avremmo quindi lasciato vive sulla sabbia le nostre impronte per circa un chilometro, procedendo a passo spedito. Poi, d'un tratto, sarebbe scomparsa qualunque traccia...

    Addio, Suna.



    CITAZIONE
    OT/ La giocata finisce qui. Al risveglio della png a Suna le belle cose. In base alle azioni che compierete descriverò ciò che troverete! Buon gdr! /OT

     
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    La figlia del Vento

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    Namida
    parlato Reverie
    parlato Namida

    Sono in un posto pieno di gente. Credo sia una festa. Indossano tutti abiti bianchi che scintillano di nastri e paillettes. La luce riverbera sulle loro maschere bianche prive di lineamenti. E' troppo forte, mi acceca. Voglio andarmene, ma non so come sono arrivata e nemmeno da che parte è l'uscita. La musica su cui stanno danzando è una cacofonia di strumenti dissonanti che mi rimbomba nella testa. Sento un dolore lancinante dietro la nuca, come se qualcuno mi stesse segando il cranio. Forse sto gridando, ma non sento la mia voce attraverso la musica che stride nelle mie orecchie. Tutti si voltano a guardarmi, ridono puntando il dito verso di me. Cado in ginocchio, coprendomi le orecchie con le mani, chiudo gli occhi stringendoli così forte che mi fanno male. Sento il trucco sciogliersi colando vischioso lungo le mie guance, mischiato alle lacrime. Voglio tornare al mio lavoro, dai miei amici. Odio i vivi. Li odio, li odio, li odio. La mia fronte tocca il pavimento. Andatevene. Lasciatemi sola.

    [...]

    La luce smette di tormentarmi, non così il dolore alla testa. Lentamente, riprendo coscienza del mio corpo. Devo aver sognato. Un incubo splendente come il sole. Sento qualcosa di freddo sotto di me. Sono distesa su una barella. L'odore è quello del mio obitorio, eppure c'è qualcosa di diverso. Odore di sangue, forse? Devo sforzarmi di uscire del tutto da questo torpore. La testa mi fa male, e ho la bocca secca come se non bevessi da una settimana. Cos'è successo? Apro gli occhi, e la luce elettrica li colpisce come due aghi roventi. Sollevo un braccio che mi sembra pesante e rigido come il marmo, provando un minimo di sollievo quando la mia mano mi fa ombra. Mi alzo a sedere a fatica, ma una fitta lancinante dietro la testa mi fa quasi ricadere giù. Cerco di combattere l'ondata di nausea che mi sale dallo stomaco, e mi volto verso il cuscino. E' sporco di sangue secco, lo stesso che impiastra i miei capelli, come mi accorgo quando con un sussulto tocco il punto in cui sento più male. A quel punto, i ricordi tornano alla mia mente come un fiume in piena, portando con loro una nuova ondata di nausea. C'era un uomo, uno strano nonnetto, e poi...Reverie! Dov'è Reverie? L'ho vista cadere, e poi...ho perso i sensi. Devono averla portata via. Ma perché lei? Perché non io? E perché adagiarmi comodamente su un morbido cuscino dopo avermi quasi ammazzata? Stringo i denti, mi mordo il labbro fino a sentire il sapore del sangue. Solo una risposta si affaccia alla mia mente: per prendersi gioco di me e del villaggio. Un po' egocentrica come visione forse, ma al diavolo, me lo meriterei.

    Scendo dalla barella, quasi cadendo a terra per un nuovo capogiro. Mi guardo attorno. Nessun segno di lei, né del nonnetto. Il mio laboratorio, il mio regno, mostra i segni del passaggio di un esercito ostile che ha razziato tutto quello che poteva. Mi metto a cercare tra gli archivi, nelle celle frigorifere, negli armadietti. Tutto scomparso. Le mie telecamere sono state trovate, i miei appunti rubati, le mie cartelle scomparse, persino due dei miei amici sono stati portati via. E non un indizio, non una prova su chi possa essere stato. Anche se mi appare chiaro che sia stata usata una tecnica che conosco anch'io per cancellare ogni traccia. Tranne quelle che volevano che trovassimo. Una videocassetta, una buca scavata nel pavimento, e una scritta col sangue sull'anta di vetro dell'armadietto dei medicinali: Sand Scorpion. Mi siedo sulla barella e mi chiedo quanto tempo sia passato. Realizzo che non posso perderne altro. Devo avvisare qualcuno.

    Esco di corsa dall'obitorio. Non amo farmi vedere troppo in giro, e ufficialmente sono in pochi a sapere chi sono. Capisco che non posso farmi vedere ridotta in questo stato, causerei il panico e non voglio che tutti sappiano quello che è successo, almeno per ora. Mi fermo a prendere un camice pulito, poi mi dirigo all'ufficio di Reverie. So come muovermi e ci metto poco. Premo il tasto dell'interfono e mi faccio riconoscere dal confetto ambulante della reception che risponde al nome di Ai. Mi riconosce. Le dico di far chiamare immediatamente l'Amministrazione e i Sand Scorpions. Abbiamo un problema. E sarà meglio che non ne faccia parola con nessun altro.


    OT Mi fermo qui non sapendo come andrà avanti. Dentro all'obitorio c'erano due cadaveri a cui era già stata praticata l'autopsia nelle celle frigorifere, in attesa di sepoltura, non sembrano possedere innate o altro di rilevante (visto che ultimamente non abbiamo avuto morti illustri al villaggio), sulla scrivania di Namida c'erano le cartelle cliniche dei due morti, così come nell'archivio avete trovato i referti delle autopsie degli ultimi sei mesi, tuttavia si tratta di dati criptati, naturalmente. Frugando negli armadietti avete trovato delle siringhe, dei bisturi e altri strumenti medici, tubi, garze sterili, fili da sutura, aghi e cannule di varie sorte, oltre a liquidi di conservazione e reagenti di vario tipo, nessun medicinale vero e proprio, però, visto che i "pazienti" di Namida non ne hanno bisogno. Nascoste negli angoli della stanza, vicino al soffitto, c'erano due piccole telecamere di cui nemmeno Reverie era a conoscenza. Erano accese al vostro arrivo, ma se esaminate le riprese ci sono solo le immagini relative all'arrivo di Gene, e prima di quelle la registrazione dell'autopsia di uno dei due cadaveri. A parte questo non mi viene in mente altro, comunque in caso di dubbi chiedete pure. ^^ /OT


    Edited by Reverie Lee Flameheart - 29/2/2012, 14:42
     
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    Era notte fonde e oramai ci si avvicinava alle prime ora d'alba quando Hamano era stato chiamato con urgenza. Ovviamente lui si trovava a fare i doppi turni di guardia alle mura dato che doveva racimolare parecchi soldi per pagare il suo costoso braccio metallico, e nonostante tutto riusciva a fare la guardia con più attenzione e diligenza di metà dei suoi sottoposti più freschi e riposati.
    Il ragazzo passeggiava diligentemente a passo di marcia sulle mura che proteggeva da parecchio tempo, ben coperto per proteggersi dal freddo della notte quando venne avvicinato di corsa da una delle guardie.
    Poche parole per spiegare la situazione e poco tempo perché Hamano fosse già partito in direzione dell'ospedale.
    Sembrava essere successo qualcosa, qualcosa che necessitava dei Sand Scorpions al completo, ma era strano che il luogo di ritrovo fosse l'ospedale. Magari qualcuno di importante era gravemente ferito ma Hamano trovava improbabile che fosse una cosa del genere. Doveva essere successo qualcosa di brutto.
    La stanchezza e le preoccupazioni economiche svanirono mentre Hamano saltava di tetto in tetto per raggiungere la sua meta, oramai già pronto al peggio.
    Arrivato in ospedale entrò di corsa sfrecciando tra le corsie quasi deserte data l'ora per arrivare nella stanza che gli avevano indicato.
    Dopo aver bussato entrò nella stanza e senza aspettare si interessò subito alla situazione, già pronto per qualsiasi brutta notizia.

    Allora, qual è il problema?

     
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    Suna
    ..Uff.. proprio adesso?!!..
    Sand Scorpion



    Se c’era una cosa che il rosso odiava era essere svegliato nel bel mezzo della notte. Ed ecco perché ora mostrava un’aria piuttosto indispettita mentre si muoveva a grande velocità tra i tetti di Suna. Un messaggero dell’amministrazione era stato mandato a casa sua, sembrava che fosse successo di grave nei pressi dell’ospedale del villaggio e più precisamente all’obitorio. Proprio un bel posto dove andare nel bel mezzo della notte, un luogo dove si potevano incontrare Zombie, una delle cose che più terrorizzava il rosso.

    -Maledizione!.. se scopro che mi hanno chiamato per nulla.. li faccio volare nel bel mezzo del deserto!!!..-


    Il passo del rosso era bello spedito. Raggiungere il luogo non avrebbe richiesto molto tempo. Una volta arrivato all’ospedale il rosso avrebbe dato una rapida occhiata alle indicazioni, non vi aveva mai messo piede per colpa della sua fobia. Trovata la strada si sarebbe quindi diretto verso la meta, sembrava non fosse l’unico ad essere stato disturbato quella notte, dentro alla stanza infatti Hamano sembrava già essere indaffarato a far luce sulla questione.

    -Yo Hama Hama Chan!.. si può sapere cosa diavolo sta succedendo?!..-


    Il rosso aspettava delle risposte. Certo ancora non sapeva che quelle risposte lo avrebbero fatto letteralmente andare via di testa.

     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    L'azzurra Spira

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    *Shaina non era una persona che dormiva molto. Beh, a dirla tutta, lei avrebbe dormito volentieri, non fosse stato per la scomoda presenza che si ritrovava ad ospitare e che si divertiva a disturbarle il sonno con mille visioni orrende ogni volta che chiudeva gli occhi. Ecco perché essere disturbata nel bel mezzo di quel paio d'ore che riusciva a dedicare al riposo non fosse esattamente la cosa che preferiva. Per di più per una convocazione d'urgenza all'obitorio in piena notte. Stava ancora pensando a quanti film dell'orrore iniziavano così quando era arrivata all'ospedale, trovandosi davanti sia Hoshi che Hamano, che avevano già risposto alla chiamata. In effetti aveva perso una decina di minuti per farsi una rapida doccia che l'aveva svegliata completamente, come rivelavano i capelli leggermente umidi. Aveva anche tentato di buttare giù dal letto Deidara, ma era uscita di corsa prima di vedere se effettivamente ci fosse riuscita, in caso li avrebbe raggiunti.*

    Hoshi, Hamano. Gatte da pelare in piena notte, sembrerebbe. Vediamo se riescono a dirci qualcosa.

     
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    Troppo trambusto. Ora troppo tarda. Ed un letto troppo stretto. Sì: gli ingredienti necessari a trasformare quella notte in una pessima notte c'erano davvero tutti. Sfortunatamente la "camera da letto" di Deidara, l'ingresso della casa di Shaina ed il soggiorno coincidono. Se qualcuno ha la pessima idea di bussare nel cuore della notte per svegliare l'Amministratrice di Suna, tenderà inesorabilmente a disturbare pure la sua giovane allieva. Questo, di base, non era un grandissimo problema perché Deidara si limitò a mugolare la promessa di una fantasiosa morte lenta e dolorosa riferita all'inopportuno messo accademico. Divenne un problema serio quando però fu Shaina Otori stessa, pochi attimi dopo, a costringerla a svegliarsi.
    Deidara si alzò dal morbido abbraccio del cuscino strofinandosi gli occhi, tirando a se le coperte perché la notte del deserto è tutt'altro che prodiga di temperature miti. Subito dopo anche la testolina bionda di Celia fece capolino poco più in là, infastidita da tutti quei rumori, dall'irritante comparsa di luce artificiale, e sopratutto dalla sottrazione indebita della sua porzione di coperte.

    « Che succede...? »
    L'occhiata confusa che gettò alla figura di Shaina che si precipitava fuori dalla porta fu eloquente.
    Riuscì a capire qualcosa come "obitorio" e una raccomandazione affrettata tipo "sbrigati", ma in quel momento le sembravano entrambe molto poco interessanti e soprattutto lontane, distanti quanto la doccia che si trovava due stanze più in là. L'abbraccio caldo delle coperte era la promessa di dolce riposo, l'aria fredda invece non prometteva nulla di buono e sembrava semmai affascinante quanto un inferno ghiacciato dove si patisce la sofferenza eterna.
    Si ributtò giù, tirandosi le coperte fino alla testa salvo venire praticamente calpestata dall'invadente figura che da un mese a quella parte infestava la sua "camera da letto", andando ad arricchire la già notevole collezione di mostriciattoli da circo che l'Amministratrice di Suna tiene in casa -dopo un tasso demoniaco ed un'adolescente parricida. A quel punto Deidara si svegliò definitivamente rivelandosi abbastanza in forma da litigare furiosamente con la sua gemella dagli occhi grigi, la quale di contro anche da mezza-addormentata non era poi tanto diversa dal suo solito. Il notevole ritardo con cui Deidara giunse all'obitorio rispetto a Shaina fu quindi dovuto al tempo che perse per azzuffarsi con Celia e per rimettersi in sesto, operazione che normalmente richiede molto tempo ma che in questo caso venne ridotta al minimo indispensabile di un po' di cura della chioma biondo grano e la stesura di quel minimo di mascara senza cui non ha davvero il coraggio di farsi vedere fuori di casa.

    Quando raggiunse il terzetto di ninja che si erano già radunati, affiancandosi d'istinto alla sensei, fu l'unica a non salutare, e tantomeno le passò per la testa di chiedere per quale motivo erano stati convocati tutti lì, in quel luogo cupo. Con una mano davanti alla bocca si limitò ad uno sbadiglio svogliato, in perfetto sincrono con la sua perfetta copia che replicò a sua volta quell'esternazione eloquente di sonno mancato. Non si sprecò nemmeno a spiegare ad Hamano che quella che aveva di fianco a se non era una kage bushin, limitandosi ad un'occhiata spenta di chi decisamente in quel momento avrebbe voluto trovarsi altrove, possibilmente in un letto.
    Per il resto si strinse nel mantellino scuro e non disse niente, aspettando che qualcuno le spiegasse cosa stava succedendo.
    Prima o poi qualcuno si sarebbe dato la briga di farlo, no?


      Deidara si è portata dietro Celia, una sua evocazione. Quest'ultima è praticamente identica alla sua evocatrice salvo per un paio di dettagli fra cui i capelli impercettibilmente più corti e di una tonalità lievemente diversa, nonché per gli occhi grigi in contrasto con l'azzurro di Deidi. Celia, inoltre, porta una piccola corona bianca e oro che aiuta a riconoscerla a colpo d'occhio. Scusate il ritardo.
     
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    La figlia del Vento

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    dal cielo e dal mare...

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    Legenda:
    *Narrato*
    Namida
    parlato Namida
    parlato Sachiko
    parlato Ai

    Sachiko_pp
    *Al loro arrivo, Shaina, Hoshi e Hamano furono raggiunti immediatamente dalla giovane capo-infermiera. Sachiko Kurenai aveva un'aria preoccupata e pesanti occhiaie che la segnavano sotto gli occhi castani.*

    Shaina-san, Hamano-san, Hoshi-kun. *li salutò con un inchino, lanciando uno stanco occhiolino verso Hoshi.* Deidara-chan non è ancora arrivata? Sarà meglio aspettarla, se non vi dispiace.

    *Quando anche la biondina si unì a loro, Sachiko la salutò con un sorriso tirato, poi fece cenno al gruppetto di seguirla. Arrivati all'ascensore, l'infermiera toccò una serie di interruttori segreti come le era stato mostrato poco prima dalla responsabile dell'obitorio, ed uno sportellino si aprì con uno scatto rivelando un pulsante che recava la scritta B3.*

    Stiamo scendendo verso l'obitorio. L'esistenza di questo posto era un segreto anche per me, almeno fino a poco fa, ma vista la situazione mi è stato chiesto di accompagnarvi di sotto. C'è una persona che vi spiegherà per bene cosa è successo.

    *A differenza del solito, il tono di voce della ragazza sembrava piuttosto spento, forse velato da un po' di tristezza.*

    *L'ascensore scese nelle viscere della terra, fermandosi con uno scampanellìo allegro che stonava con l'atmosfera da film dell'orrore che si trovarono davanti all'apertura delle porte. Il corridoio era poco illuminato, e ogni passo rimbombava come dentro una cattedrale...o una tomba. La temperatura lì sotto era piuttosto fredda, e ad un olfatto sviluppato sarebbe arrivato un vago odore di sangue e terra. In fondo al corridoio, Sachiko aprì le doppie porte che svelarono una stanza che sembrava essere stata messa a soqquadro, con dei lettini e degli armadietti allineati sulla parete di fondo. A lato, sulle ante di vetro di un grosso armadietto, era scritto col sangue Sand Scorpion, e sotto all'armadietto si vedeva una grossa buca scavata nel terreno.*

    *Al centro della stanza, era seduta una figura femminile. I lunghi capelli neri erano arruffati e incrostati di qualcosa che poteva sembrare sangue secco, il viso pallidissimo era solcato da lunghe lacrime nere formate dal trucco sciolto che scolava sotto occhi blu contornati da pesanti occhiaie, le labbra secche immobili in un'espressione quasi assente. Indossava un camice bianco sopra un vestito nero strappato e sfilacciato in più punti, le gambe che spuntavano da sotto erano coperte di lividi e taglietti non troppo profondi che si intravedevano attraverso i collant neri strappati in più punti. Quando li sentì entrare, sollevò lentamente lo sguardo, fissandoli uno ad uno con aria grave. Dietro di lei, in un angolo, seduta sulla sedia davanti ad una scrivania immacolata, c'era Ai, la ragazza della reception. Anche lei aveva l'aria stanca, e gli occhi gonfi come se avesse pianto molto.*

    Entrano. Nuovi invasori. Troppa gente nel mio regno, mi infastidisce, ma ormai non posso tornare a quando pochi tra i vivi sapevano della mia esistenza e di questo luogo. Mi alzo in piedi, prendo un respiro. Odio parlare in pubblico.

    Amministratrice, Sand Scorpions. Il mio nome è Namida Kuroi, e sono la responsabile di questo obitorio, oltre ad essere un Jonin di Suna. Purtroppo devo darvi una pessima notizia e non è il mio forte indorare le pillole. Questo obitorio doveva essere un luogo segreto di cui solo io e Reverie eravamo a conoscenza, oltre all'Amministrazione, naturalmente. Noi non ci siamo mai incontrate, Shaina-sama, e come da accordi nemmeno voi sapevate dove si trovasse esattamente questo posto. Qualche ora fa, Reverie si è presentata assieme ad un uomo anziano. Ho pensato subito che ci fosse qualcosa di strano, perché Reverie sembrava molto agitata, come se l'uomo la terrorizzasse. Non ho fatto nemmeno in tempo a chiedergli cosa volesse, che mi sono trovata paralizzata da una corrente elettrica, seguita da un colpo in pieno stomaco che mi ha sbalzata sulla parete, dove ho sbattuto la testa e ho perso i sensi.

    Faccio una pausa. Mi alzo. Aspetto che capiscano le implicazioni di quello che sto dicendo loro. Io e Reverie eravamo qui entrambe. Ora ci sono solo io. Giro intorno al lettino e prendo la cassetta che ho trovato al mio risveglio.

    Quando mi sono svegliata mi trovavo comodamente sdraiata su questo lettino, mi avevano anche messo un cuscino sotto la testa. *cuscino che in effetti era ancora lì, con una macchia di sangue neanche tanto piccola al centro.* Reverie non c'era più. Suppongo che l'abbiano portata via. Devono essere usciti dalla buca. Hanno preso i miei appunti, i registri, le telecamere con cui registravo le autopsie e perfino due cadaveri che avevo appena esaminato, oltre ad alcuni dei miei attrezzi. I rapporti e gli appunti sono criptati, naturalmente, e i due corpi non possedevano innate, ma a ogni modo chiunque fossero hanno preso Reverie, e hanno cancellato tutti gli indizi. Penso fossero in più d'uno perché hanno impiegato troppo poco tempo per fare quello che hanno fatto, ma potrei sbagliarmi, potrebbe anche essere una sola persona con molte creature evocate. E inoltre, hanno lasciato questa.

    Mostro loro la videocassetta. Non l'ho ancora guardata, forse perché in fondo temo quello che potrei trovarci sopra. Non ho paura che abbiano ucciso Reverie, la morte in fondo non è che l'inizio, quello che temo è che l'abbiano torturata e che ci vogliano mostrare con dovizia di dettagli quello che le hanno fatto. Temo che ci sia qualcosa di terribile lì sopra, e mi vergogno di essermi fatta colpire. Consegno la videocassetta ai miei interlocutori.

    Ho un televisore e un videoregistratore, quindi possiamo vederla anche subito, ma prima vorrei che Ai aggiungesse qualcosa. Anche lei ha visto l'uomo che ha portato via Reverie.

    Ai
    *La ragazza sussultò quando Namida fece il suo nome, si alzò dalla sedia e fece un inchino all'indirizzo dei quattro come se li avesse appena visti, poi iniziò a parlare con voce rotta.*

    Ecco...io...oggi pomeriggio è venuto un signore anziano, e mi ha chiesto di chiamargli Reverie-san...e ha aggiunto "immediatamente". La cosa strana è che con lui c'era un enorme animale evocato, credo fosse una donnola, era così grossa che non passava dalla porta. Mi ha fatto paura, così ho chiamato subito Reverie-san e sono tornata al lavoro, qui passa un sacco di gente strana e lì per lì non ci ho pensato, poi Reverie-san lo ha fatto entrare, ma la donnola è rimasta fuori, e sono passati davanti alla reception, ma non ho sentito cosa si sono detti. Io...mi dispiace, non so altro...se fosse successo qualcosa a Reverie-san io...io...

    *Ai scoppiò a piangere di nuovo, cosa che probabilmente aveva fatto a intervalli regolari per tutto il tempo da quando la erano andata a chiamare. Sachiko sospirò, attraversò la stanza e le cinse le spalle con un braccio, cercando di consolarla.*

    Coraggio Ai-chan. *sollevò lo sguardo verso il resto delle persone nella stanza.* Direi che è il caso di dare un'occhiata a quella cassetta, prima scopriamo chi è stato, prima potremo riprenderci Reverie-san.

    OT Ok, le ragazze vi hanno spiegato l'accaduto, io direi un giro di post e poi parola a Gene per il contenuto della cassetta :riot:
     
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    Suna
    ..Reverie!!!.. Rapita?!!..
    Sand Scorpion



    Ad accompagnarli per quello strano giro turistico notturno giunse la provocante, seppur spossata Sachiko Kurenai capo infermiera dell’ospedale di Suna. Salutò tutti con un inchino lasciando solo per il rosso un quanto mai speciale occhiolino che il Chikuma non si fece scappare arrossendo come un peperone. Quando poi questa si voltò per guadare altrove il rosso non avrebbe perso l’occasione per dare qualche colpetto di gomito ad Hamano mostrando un’espressione beffarda, cose da uomini, di sicuro l’Iga lo aveva capito al volo.

    Deidara giunse all’appuntamento con qualche minuto di ritardo, doveva essere stato un trauma per lei alzarsi a quell’ora ed effettivamente il rosso aveva visto Deidara Yagi migliori di quelle che le si presentava ora davanti agli occhi. Il rosso l’avrebbe guardata con sguardo impegnato scandagliando la sua figura da cima a fondo, Shaina era uno schianto da paura come sempre, ma Deidi, Deidi-chan.

    -Ehi Deidi.. non ti fa affatto bene svegliarti a quest’ora della notte.. Ok siamo tutti andiamo!!!-


    Avrebbe detto il rosso cambiando rapidamente tono della voce per poi lanciarsi in avanti al seguito dell’infermiera. Sembrava che quella notte molti segreti sarebbero stati svelati ai Sand Scorpion, segreti che erano stati tenuti tali anche a loro che facevano parte della squadra speciale del villaggio. Il gruppo era salito sul solito ascensore dell’ospedale anche se questa volta i bottoni premuti furono più del solito, sembrava che i piani della struttura fossero molti di più di quelli che si potevano osservare dall’esterno.

    Hoshi era abbastanza tranquillo fino a quando Kurenai non accennò che si stavano dirigendo verso l’obitorio, uno dei posti che Hoshi odiava di più. Un luogo pieno di morti pronti a tornare in vita come zombie o peggio ancora come spiriti maligni pronti a infastidirlo e spaventarlo. L’ascensore stava scendendo velocemente e ormai non sembrava esserci alternativa se non visitare quel luogo, quando si aprì la porta il rosso si sarebbe nascosto dietro la piccola figura di Deidi tenendo le mani strette alle sue spalle, quel posto non gli piaceva affatto, li ci abitavano gli zombie al 100%.

    -Non mi piace questo posto..-


    Il commento del rosso sarebbe partito mentre il gruppetto si muoveva attraverso un corridoio cupo, l’odore era insopportabile li dentro e Hoshi non osa immaginare chi vi potesse abitare. Con sua grande sorpresa quando entrò nella stanza del delitto si ritrovò a che fare con sole donne, quella nottata insonne non sarebbe poi andata così male, se non fosse per ciò che stava per accadere di li a poco. Una donna visibilmente stanca e spossata dagli eventi li aveva accolti con sguardo spento, sembrava non aver passato dei bei momenti dal suo aspetto, il trucco era stato straziato dalle lacrime e una doccia era d’obbligo per lei dato che era sudicia di sangue.

    Prima che la donna iniziasse a parlare Hoshi gettò un’occhiataccia alla stanza rendendosi conto che qualcuno aveva violato quel luogo segreto utilizzando molto probabilmente dei cunicoli, ciò che però attirò di più la sua attenzione fu la scritta Sand Scorpion fatto con il sangue. Qualcuno li aveva apertamente sfidati, il sangue del Chikuma aveva già cominciato a ribollire. Quando poi la ragazza e la seconda infermiera presente durante il misfatto rivelò che la signorina Reverie era stata rapita il rosso sbottò assumendo l’espressione furiosa di una belva, come avevano osato.

    -Reverie è stata rapita?!!.. quanto tempo è passato?!.. Shaina dobbiamo partire subito alla ricerca di Reverie.. dammi l’autorizzazione.. non abbiamo tempo da perdere!!!..-


    Il rosso si era fiondato sull’amministratrice di Suna come una belva, la notizia lo aveva letteralmente fatto uscire dai gangheri. L’idea che una sua amica fosse in pericolo lo rendeva più uomo che ninja, i suoi occhi determinati non avrebbero trovato scuse o attenuanti, ricevuta o meno una risposta di conferma il Chikuma avrebbe messo le mani a croce attivando la sua ormai consueta tecnica di moltiplicazione del corpo. La stanza in un istante si sarebbe riempita di sei Hoshi, l’originale più cinque cloni [KageBushin no Jutsu / Copie x5 / Chakra: 153 / Consumo: 40pc][Abilità: Arte dei Cloni].

    -Ok ragazzi.. sapete cosa fare.. dobbiamo assolutamente trovare quei bastardi che hanno rapito Reverie prima che riescano a scappare!!!..-


    Le copie si sarebbero divise, una sarebbe scesa lungo la galleria che era stata scavata molto probabilmente per fuggire, i sensi del rosso non lo avrebbero tradito e se ci fossero state trappole se ne sarebbe accorto senza problemi, inoltre era a suo agio in ambienti come quelli, quindi era senza alcun dubbio il migliore da mandare per quella via. La copia sarebbe scattata a grande velocità divorando decine di metri al secondo, non avrebbe mai perso la concentrazione per un attimo mentre procedeva nel tunnel, qualsiasi particolare poteva essere utile [Velocità: Nera + 1 / Vista II / Visione Notturna]

    Le altre quattro copie si sarebbero invece fiondate verso l’esterno dell’edificio risalendo lungo la stessa strada fatta per scendere, se fosse stato necessario si sarebbero fatte accompagnare da Kurenai. Una volta fuori avrebbero quindi scatenato sotto di loro una potentissima corrente d’aria che li avrebbe fatte schizzare via verso l’alto. Le copie si sarebbero alzate in volo per scandagliare il villaggio e le zone circostanti verso i quattro punti cardinali utilizzando anche quello strano aggeggio che era riuscito a prendere dal laboratorio tecnico da non molto, una specie di lente fotografica capace di vedere a grandi distanze [Kaze no Enkaku Soza / Consumo: 20pc x4 / D-Visor].

    I vari Hoshi erano partiti subito alla carica senza nemmeno stare la a discutere mentre l’originale era rimasto con il resto della squadra per vedere una strana videocassetta che i rapitori avevano lasciato. Forse un video dove si chiedeva il pagamento di un riscatto o chissà cosa, era ovvio che il Chikuma non sarebbe mai sceso a patti con gente come quella, certo non poteva sapere della sorpresona che lo aspettava una volta fatto partire il video.

     
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  15. Manu ©
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    In men che non si dica dopo l'arrivo di Hoshi e dell'amministratrice li raggiunse anche la capo-infermiera che li salutò con un inchino mentre ad Hoshi riservò un occhiolino che Hamano non fece a meno di notare.
    Subito avvertì l'ondata di calore ormonale spuntare dalla faccia rossissima del rosso amico e quando sentì i colpi di gomito che gli dava Hamano fece un rumoroso sospiro distogliendo lo sguardo dalla scena. Invidia? Chi poteva dirlo, tanto Hamano lo avrebbe negato fino alla morte, che si trattasse di una bugia o meno.

    Dopo il piccolo siparietto arrivò Deidara, in uno stato che spiegava molto bene quanto potesse odiare l'orario in cui erano stati convocati. Hamano l'avrebbe salutata con un piccolo cenno di mano ed un cordiale sorriso anche se molto probabilmente la piccola furia del deserto lo avrebbe snobbato come se si trattasse di un venditore porta a porta.
    Non che la cosa gli desse fastidio, tanto non poteva di certo aspettarsi diversamente dopo il diverbio avuto con lei.

    Quando furono tutti pronti Hamano lasciò stare tutte le quisquilie e ritornò serio e concentrato su quella che prometteva essere una lunga nottata.
    Entrarono tutti dentro un ascensore e dopo una lunga combinazione di pulsanti che lo misero in morto vennero a conoscenza che si stavano dirigendo verso l'obitorio. Ad Hamano scappò un risolino quando noto la seppur piccola paura che il rosso aveva. Invece ad Hamano la cosa non faceva né caldo né freddo, voleva solo capire cosa stava succedendo. Il suo sguardo serio non lasciava trapelare nessuna emozione per tutto il tempo della discesa.

    Arrivati nel lungo corridoio sotterraneo Hamano avvertì aleggiare un leggere odore di zolfo che si mischiava col puzzo di morte rendendo quel luogo ancora più cupo di quello che era già.

    Non mi piace questa situazione.

    Parlò come risposta al commento del rosso mentre entrarono nella stanza dell'obitorio visibilmente devastato e subito Hamano venne attirato dalla scritta "Sand Scorpion" fatta con quello che con tutta probabilità era sangue. Di chi era un altra questione. Il fatto era che la cosa aveva fatto imbestialire Hamano e anche se non lo dava a vedere non vedeva l'ora in cui avrebbe preso a pugni la faccia di chi aveva fatto ciò
    Al centro della stanza era presente una donna provata, Namida Kuroi, la responsabile dell'obitorio.
    Infine arrivò la brutta notizia, quella a cui Hamano si era preparato da quando era stato convocato, ma fu comunque un brutto colpo. Qualcuno aveva rapito un la responsabile dell'ospedale, Reverie.
    Il volto impossibile di Hamano crollò e rimase solo un'espressione arrabbiata, che non riusciva ad accettare che degli estranei fossero entrati in quel luogo segreto per poi rapire una persona di spicco di Suna. Non poteva accettarlo.

    Che sia maledetto chiunque sia stato, non la passerà liscia!

    Anche Hoshi sembrava agitato tanto che inviò subito cinque sue copie appena create in perlustrazione.
    Invece a loro toccava guardare una videocassetta, con tutta probabilità un messaggio di chi aveva compiuto quell'imperdonabile affronto verso il villaggio della sabbia.
    La rabbia di Hamano era davvero tanta, tanto da desiderare di uscire di lì per poter correre per il deserto alla ricerca del colpevole piuttosto che stare fermo senza poter fare niente.

     
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