Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    P R I N C E S S :
    Being powerful is like being a lady.
    If you have to tell people you are, you aren't.

    Kobayashi Clan's Power




    divisore





    Si narra che il Clan Aoki abbia consacrato la propria fedeltà al prestigioso Clan Kobayashi nell'era senza tempo degli Dei Izanami e Izanagi; un modo molto poetico per affermare che le due dinastie non sono mai esistite individualmente, e che il nominare l'una equivale a intendere anche l'altra...
    … in effetti il Clan Aoki, vassallo senza tempo della celebre stirpe di mercanti, ha sempre affiancato il proprio nome a quello della Casata padronale e da essa non si è mai distaccato, vivendo nella sua ombra e -secondo le voci comuni e le più antiche leggende- spianando ad essa la strada del controllo e del dominio, attraverso una fitta rete di informazioni che si pensa non avere né limiti né barriere e che sibila suadente nelle dimore dei grandi Daimyo come in quelle degli zotici più fetenti, poiché non c'è nulla che possa nascondersi al volere degli Aoki, la Dinastia delle Ombre, i Figli del Vento, i Semi dell'Oscurità: Essi conoscono tutto, sanno tutto e possono ottenere tutto... A quanto si dice.
    Si mormora addirittura che la fedeltà di questo Clan arrivi ad un livello tale che nel momento in cui nella Casata Principale Kobayashi nasce un bimbo -destinato per volere degli auspici a divenire futuro capoclan- gli Aoki offrano in dono ai propri padroni un loro neonato dello stesso sesso e all'incirca degli stessi mesi del piccolo Principe, sicuri ch'egli imparerà negli anni a devolvere la sua intera vita al servizio del suo Signore, divenendo così la sua ombra e il suo sostegno...
    Ovviamente nessuno ha mai potuto constatare la veridicità di un simile pettegolezzo, che è rimasto dunque una semplice diceria e che tutt'ora non trova altro fondamento se non nell'assiduità delle chiacchere di Villaggio, che ben ha di che sparlare della più potente dinastia non Shinobi di tutte le Terre del Fuoco e forse, ahimé, persino del Continente... poiché il Clan Kobayashi gestisce tutto il mercato sartoriale conosciuto, allargando le propria dita lungo tutti i villaggi e gli insediamenti, affermando così il proprio dominio persino laddove il niente è padrone.
    Questo, ovviamente, è però solo ciò che si dice in giro.

    « Conosci Ritsuko, Atasuke? » Domandò improvvisamente Shizuka Kobayashi, camminando al fianco del compagno Uchiha quando ormai l'Amministrazione di Konoha cominciava a mostrarsi alla vista, e il grande portone d'ingresso di legno massello si faceva sempre più delineato, avvicinandosi incalzante ad ogni ulteriore passo compiuto dal trio « Ritsuko Aoki, intendo » Puntualizzò molto educatamente la kunoichi, voltandosi verso l'amico e sorridendo pudica « Temo di non avertela mai presentata... il che è un grande peccato, è la mia migliore amica. Sai... io e lei siamo cresciute insieme sin da quando siamo nate » Affermò la ragazza, riportando lo sguardo verso l'amministrazione, distante ormai solo una decina di metri... e così dicendo, improvvisamente, sorrise.
    Sorrise la bella Principessa, e lo fece quasi con sollievo mentre i suoi profondi occhi verdi, magistralmente truccati, si posavano su di una figura immobile accanto all'entrata dell'edificio burocratico: Una figura femminile.
    « E' una persona adorabile, in fondo penso siate abbastanza simili di carattere » Osservò ancora una volta la giovane, scostandosi una ciocca di lunghi capelli castani dalle spalle proprio mentre i metri da dieci si facevano cinque, e la figura ferma di fronte al portone, come in attesa di qualcosa o qualcuno, cominciava ad assumere un aspetto: Corti capelli rossi, un kimono color dell'ocra caratterizzato da uno splendido obi di puro broccato di seta variopinto e geta laccati.
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    « Sono sicura che andrete d'accordo » Continuò a dire la kunoichi, mentre il suo sguardo si apriva maggiormente in un'espressione divertita quando i metri da cinque diventavano tre, offrendo dunque la possibilità di notare come la ragazza in attesa tenesse in una mano una lunga stola di pura seta verde smeraldo, e nell'altra due sacchettini chiusi di raso ricamato « E' una persona molto importante per me, non ho mai vissuto senza di lei. Imparerai a comprendere come io e Ritsuko siamo l'una l'ombra dell'altra... » E così dicendo, ormai arrivata di fronte alle porte dell'amministrazione, la Principessa di Konoha si fermò a pochi passi da quella fanciulla immobile, e verso di ella sorrise « ...e come lei sappia assolutamente tutto di me » Concluse, proprio mentre quell'inaspettata creatura si inchinava profondamente.
    […] Vista da vicino Ritsuko Aoki era una donna dall'aspetto calmo e imperturbabile, colmo della serenità tipica di chi sa di non dover temere l'imprevisto, e i suoi modi, così eleganti e raffinati, ricordavano particolarmente quelli di Shizuka benché le due ragazze fossero, d'aspetto, completamente differenti.
    « Ojou-sama » Salutò educatamente la fanciulla rivolgendosi subito verso la sua padrona, poi, riportandosi in eretta postura, fece scivolare i suoi occhi blu sui restanti due presenti, sorridendo « Atasuke Uchiha-sama, Magato Kanzaki-sama, è un onore e un piacere poter conoscere le vostre onorevoli persone » Disse graziosamente la ragazza, e il suo sorriso apparve in quel momento molto più un ghigno divertito che un'espressione di pura cortesia « Il mio nome è Ritsuko, ultima discendente del Clan Aoki e domestica personale della Principessa, prego gli Dei che entrambi possiate avere pietà di me » Concluse, inchinandosi nuovamente...
    ... ma Shizuka Kobayashi, probabilmente l'unica che non sarebbe rimasta stupita dell'improvvisa comparsa di quella persona in una circostanza come quella, di cui pochi avrebbero potuto e dovuto avere conoscenza, ignorò le presentazioni e senza perdere tempo entrò all'interno dell'edificio amministrativo, spalancando le porte d'entrata con entrambe le mani.
    Dietro a lei -dopo un rapido accenno della testa in direzione dei due interlocutori che non si fece scrupoli ad abbandonare immediatamente in favore dei passi della sua Signora- Ritsuko Aoki aprì la stola smeraldinea che aveva portato con sé -e che adagiò leggera sulle spalle di colei seguiva-, che però si rivelò essere piuttosto un Haori da Capoclan, sul cui retro spiccava, cucito a puro filo d'argento bianco, uno splendido Airone in volo.
    Con ogni probabilità quel solo capo d'abbigliamento avrebbe potuto comperare almeno due case all'interno del Villaggio della Foglia, ma la Principessa dei Kobayashi non sembrò curarsene, come del resto non diede ad intendere di interessarsi neanche di Naoki Satou, il giovane guardiano posto lì in loro attesa, del quale ascoltò solo le parole utili a capire il luogo in cui sarebbe dovuta andare, prima di dargli le spalle e imboccare con rapidità le scale che conducevano al piano superiore.
    … La Sala Principale, eh? Sapeva cosa significava quel luogo... era stata lì quando aveva tentato di scappare per ritrovare Kuroro, e non era stato piacevole.
    « Dimmi tutto quello che sai » Sibilò a bassa voce la kunoichi, e dalle sue spalle Ritsuko, portandosi ad affiancare la padrona, abbassò rapidamente la testa in un tacito segno di assenso.
    « Magato Kanzaki: è arrivato a Konoha quattro anni e mezzo fa sotto mentite spoglie. Le sue radici probabilmente non appartengono alle Terre del Fuoco, ma la sua posizione precedente alla Foglia è confusa. Si è allontanato tre anni fa giustificando la sua uscita con il desiderio di allenarsi nella Foresta dei Silenzi in prossimità del Villaggio, e non ha fatto più ritorno. Si è tenuto abbastanza lontano dalla Foglia da indurre l'amministrazione a crederlo morto, nel mentre si è però impegnato a cercare una persona »
    « Chi »
    Domandò secca la Principessa, svoltando la prima rampa di scale.
    « … Non lo so, Ojou-sama » Sussurrò debolmente l'altra « Forse un parente, credo »
    « Non mi piacciono i “forse”, Ritsuko, non in una situazione simile »
    Stridette la Kobayashi, voltandosi verso l'amica con sguardo agghiacciante.
    « Sono mortificata... » Gemette questa.
    « Non lo sei abbastanza » Fu però la risposta « Continua »
    « Fumio Inuzuka: E' il Capo del Concilio, benché sembri particolarmente interessato a nasconderlo. E' lui che fa le veci dell'Hokage in sua assenza, ha dunque pieni poteri decisionali, e da quando è stato nominato per diretto volere del precedente Amministratore uscente, non ha concesso la grazia e il perdono a nessuno che considerasse una minaccia per il Villaggio o per la pace continentale. Solo una volta ha accordato la liberazione di un prigioniero, ma solo a causa dell'intervento dell'Hokage che ha imposto il suo volere »

    Con quelle parole le scale terminarono, e le due donne si trovarono ad una manciata di metri dal grande portone di legno intarsiato della Sala Principale. Per un attimo, ci fu il silenzio.
    « ...E hai scoperto tutto questo in quaranta minuti? » Domandò a quel punto Shizuka, lanciando un'occhiata all'interlocutrice.
    « Trentadue, Ojou-sama » La corresse l'altra, inchinandosi ancora una volta.
    « Tu fai paura... »
    « Anche questo fa parte del mio lavoro »
    Rispose graziosamente la giovane erede degli Aoki, e non aggiunse altro fino a quando anche gli altri due uomini non si portarono vicino a loro.

    […] Benché fino a quel momento non avesse denotato nessun tipo di ripensamento, Atasuke sembrava piuttosto insicuro di bussare alla porta della Sala Principale, un dettaglio che Shizuka notò nel suo tentennamento e nella sua esitazione... un'angoscia più che giustificata solo in qualcuno che aveva già visitato quella stanza e che sapeva cosa questa potesse offrire.
    Voltandosi di scatto verso colui che per tanti anni aveva chiamato Jaken, la kunoichi sentì improvvisamente qualcosa stringerle la gola e lo stomaco, e incredibilmente l'idea di saperlo in carcere, oppure, peggio, destinato a morte; la colpì in pieno viso come uno schiaffo crudele e inatteso: Lo aveva finalmente ritrovato, e già avrebbe dovuto perderlo?
    Non conosceva niente di quell'uomo, eppure... eppure lui faceva parte del suo Team, di quel gruppo che le era stato insegnato l'avrebbe accompagnata per sempre lungo tutta la sua carriera ninja, ma di cui era stata defraudata molto prima del dovuto.
    Aveva difeso Raizen a costo della sua vita, in passato e in nome di questo nindo, recuperandolo dalla follia come lui era riuscito a strapparla dalla morte, proprio per questo motivo non avrebbe fatto eccezioni per... Magato.
    Il nome poteva essere cambiato, certo, ma lui rimaneva pur sempre un suo compagno. Le importava solamente di sapere questo.
    Inspirando profondamente e chiudendo gli occhi per un istante -mentre accanto a lei Ritsuko si adoperava ad aprire i due sacchetti di raso che aveva portato con sè, così da poterne estrarre un fermaglio di oro zecchino, che le infilò tra i capelli, e un timbro di smeraldo, che le pose nella mano destra- Shizuka Kobayashi raccolse tutte le sue energie e tutta la sua calma, poi, mentre le porte della Sala Principale si aprivano, ella riaprì lo sguardo e in un attimo la sua personalità cambiò.
    Non era più una Shinobi... era una Principessa, ora.

    « Sono le otto di sera e io sono qui piuttosto che a mangiare la mia cena ormai fredda, e sapete perché? »



    La voce che accolse il trio era più un ringhio che una domanda, non solo per l'ovvia irritazione di cui era permeata, ma soprattutto per quella cadenza tutt'altro che elegante che la caratterizzava e che si presentava a primo acchito ruvida, inquietante... animalesca, quasi.

    « Perché qualcuno ha ben deciso di costituirsi al Villaggio a quest'ora improponibile, sperando magari di attutire in questo modo la sua sentenza, aiutandosi con qualche gesto di strategia da seconda mano »



    Si rispose da sola la voce, la quale, come avrebbero potuto constatare i tre Shinobi, apparteneva ad un uomo seduto su uno dei tre scranni di legno posizionati al centro della Sala nella quale erano appena entrati: Aveva lunghi e ispidi capelli castani raccolti in una coda di cavallo lo Shinobi sgraziatamente gettato sul seggio, a braccia incrociate e con lo sguardo livido puntato sul gruppo di intrusi, e il suo volto, sul quale spiccavano le due caratteristiche unghiate rosse degli Inuzuka, gli conferiva appena vent'anni, benché fosse quasi scontato ch'egli ne avesse molti di più, come si poteva notare dalla corporatura asciutta e temprata da anni di allenamenti.
    Un uomo piuttosto comune da vedere all'interno di un villaggio ninja, si sarebbe dunque potuto dire... se non fosse stato che egli, a dispetto della calura serale tipica della prima estate, indossava una divisa invernale della quale non sembrava affatto affranto, ma anzi, piuttosto sollevato. Per la verità infatti, dava quasi a pensare di essere infreddolito.

    “Fumio-sama... Perdonate per il disturbo a questa ora della sera, tuttavia è sorto alle mura un caso che non poteva essere ulteriormente posticipato... Immagino che Naoki vi abbia già informato con la dovuta premura... Costui è Magato Kanzaki, finora conosciuto al villaggio con il nome di Jaken Zangyaku... Costei invece è Shizuka Kobayashi ed è qui presente quale "garante" per quest'uomo dato che lo conosce da tempo...”



    « Una bella combriccola insomma... Yoko ti prego, vai a prendere del saké così festeggiamo » Disse di rimando l'Inuzuka, rivolgendosi distrattamente con un cenno scialbo della mano ad un'alta donna bionda che, in fondo alla sala, fissava il trio con i suoi profondi occhi di ghiaccio: Era estremamente bella, con quel suo corpo snello e sinuoso caratterizzato da calde forme mozzafiato e un volto seducente, e a vederla così di primo acchito nessuno, forse nemmeno qualche donna, avrebbe potuto reprimere un gemito di ammirazione... il quale, sarebbe però rapidamente scemato di fronte a quel volto da Dea che in un attimo, da silenzioso e aggraziato che era, venne distorto da un sorriso perverso e turpe. Leccandosi le labbra con fare molto più che vizioso, la donna si intrecciò una mano tra i capelli, prendendo poi ad avanzare così da poter raggiungere lo schienale dello scranno di sua competenza, sul quale si appoggiò con finta stanchezza: La visione, era diventata un incubo.
    « Sii gentile, Fumio » Disse ella, con una voce che avrebbe fatto arrossire i più impudici « Non vedi chi abbiamo? » Chiese, e improvvisamente il suo timbro si fece tagliente mentre Fumio Inuzuka, seguendo lo sguardo dell'interlocutrice, portò a sua volta gli occhi su Shizuka...
    … facendosi di scatto orribilmente rigido di fronte a quell'Haori, quel fermaglio e quel timbro che...
    « … Non dovrebbero essere qui » A parlare stavolta era una voce gentile, cantata quasi, che si allargò dall'unico punto buio della Sala, quello nell'estremità destra, in fondo, lì dove la luce delle lampade non arrivava « Gli esponenti dei Kobayashi e degli Aoki, dico » Precisò la voce mentre il suo proprietario faceva capolino dall'oscurità, avanzando ballonzolante verso il gruppo di presenti con una grazia a dir poco incredibile... se affiancata alla mole di cui era caratteristica « E' sempre una sorpresa » Disse ancora l'uomo che si mostrò alla vista del trio di giovani ninja, il quale incipriato e profumato com'era, non si sarebbe mai detto essere uno Shinobi se non fosse stato per il grosso simbolo del Clan Akimichi che gli marchiava la tunica viola da lui indossata.
    Sorridendo con i suoi occhi porcini e quel naso sporgente dall'aria buffa che per tanti anni aveva fatto ridacchiare gran parte del Villaggio (prima della sua nomina come Amministratore di concilio, ovviamente) Tsuneo Akimichi, incredibilmente, si... inchinò.
    Fermo a poca distanza dai tre ragazzi appena giunti, l'amministratore della Foglia si abbassò, ma fu subito piuttosto evidente che lo fece solo in direzione di una persona...

    « ...Kobayashi-Hime, è un piacere e un onore per il Concilio di Konoha ospitare una così nobile creatura »

    Calò il silenzio.

    « Noto che è venuta in vesti ufficiali, mia Principessa »

    L'immobilità.

    « ...Come membro dell'Amministrazione di Villaggio, mi è concesso chiedere il motivo di questa presentazione così lontana dai canoni a voi odierni? »

    Silenzio.

    Immobile accanto ai due giovani uomini, Shizuka Kobayashi taceva.
    Niente di lei si muoveva, ma il suo volto, alto e fermo sulle figure dei tre amministratori, era cristallizzato in un'austerità e una nobiltà di portamento tipica dell'alta aristocrazia e che da molti anni ormai nessuno le attribuiva più, poiché la gente, che per un'intera vita l'aveva temuta come Nobile, aveva imparato ad amarla come Shinobi... ed era quella la parte di lei più famosa. Quella più conosciuta.
    Del suo aspetto da prezioso e raro gioiello di un'intera dinastia di principi purosangue, nessuno immaginava l'atteggiamento... che in quel momento si esprimeva al massimo della sua ostentazione: Fiera. Determinata. Potente.
    Indistruttibile.

    Questa era la Principessa dei Kobayashi.
    L'erede della più potente dinastia delle Terre del Fuoco.

    … Voltandosi per un istante verso Magato, la giovane erede sorrise, e lo fece con una dolcezza gentile che parlò per lei circa i suoi sentimenti in quel momento.
    “Non ti preoccupare” Sembravano dire i suoi profondi occhi verdi “Da qui in poi ti proteggo io”

    Ti proteggo io.

    « Sono qui in veste di Principessa ereditaria del Nobile Clan Kobayashi per determinare l'innocenza del qui presente Magato Kanzaki »

    Annunciò la fanciulla, con voce ferma, mentre attorno a lei il silenzio si face sempre più opprimente.

    « Essendo quest'uomo fedele alla Casata dell'Airone, l'Amministrazione è sollevata dal suo giudizio, la giurisdizione del caso passa sotto i Kobayashi, che si occuperanno personalmente di tutto »

    Uno sguardo glaciale.



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    « Lasciate stare quest'uomo... o da domani tutta l'economia del Continente sarà bloccata »




    […] E il Clan Kobayashi si affaccia sulla scacchiera.




    divisore




     
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