Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    Non è sadismo se è per il villaggio




    "Checche" non era certo il termine che avrei attribuito al mio progetto, e , non appena lo avesse visto, anche il decimo avrebbe condiviso questa opinione, ne ero sicuro.
    Sorrisi leggermente e mi sedetti nella sedia indicatomi mentre toglievo la tracolla nella quale era riposta l'illustrazione della prigione.

    -Le palle...-

    Cominciai.

    -Le dovranno avere i criminali per continuare ad infrangere la legge, se questo mio progetto dovesse prendere vita.-

    Dissi sorridendo all'hokage.
    Con calma tolsi il tappo al contenitore e cominciai ad estrarre il disegno in esso contenuto mentre lo scritto era poggiato sulle mie ginocchia.

    -Anche io penso che quella che abbiamo adesso non sia una prigione appropriata. Volevo qualcosa che incutesse paura, terrore; qualcosa che facesse smettere di sgarrare anche al più incallito degli assassini. Non sono certo un architetto e potrebbero pertanto esserci dei difetti nella struttura di cui però si potrà occupare chi di dovere; sono però abbastanza esperto nell'arte della medicina, ed ho studiato a lungo metodi , per così dire, adatti alla nostra situazione...-

    Lo sguardo divenne serio e diretto ad incrociare quello del Kage mentre avrei disteso il foglio dell'illustrazione sulla sua scrivania, volevo che capisse quanto mi fossi dedicato a quel lavoro, e quanto effettivamente ci tenessi.

    -Questa è l'illustrazione generale, un'idea dalla quale partire, il progetto è descritto nel dettaglio qui.-

    Dissi poggiando di fianco al disegno la risma di carta che descriveva minuziosamente le prigioni.

    -Spero di non avere esagerato.-

    Torani a sorridere leggermente in attesa che il capo villaggio analizzasse il mio lavoro. La frase era quasi provocatoria, sapevo bene che, nella sua follia, che si faceva più evidente ai miei occhi già dopo un breve dialogo, avrebbe apprezzato il lavoro svolto. Poteva non essere perfetto, ma di certo non era troppo per punire chiunque avesse commesso crimini nei confronti del mio villaggio.

    Prigioni di Konoha

    Esternamente è possibile vedere solo una costruzione avente la forma della testa di un Tengu di colore rosso acceso la cui bocca funge da entrata, ha un’altezza di circa 6 metri ed una larghezza ed una profondità di circa 5. Aperta la porta d’ebano ci si nota che lo spazio è occupato da una singola stanza al cui centro vediamo una botola di 4 metri per 4, in acciaio, apribile solo grazie ad una determinata sequenza di sigilli che viene periodicamente cambiata. L’enorme botola possiede inoltre degli incanalatori di chakra che permettono di riconoscere chiunque stia passandovi attraverso.
    Attivato il marchingegno la botola si apre per scorrimento rivelandosi composta da tre sezioni, dal terreno emerge una piattaforma che fungerà da ascensore, il vero edificio, infatti, si dirama nel sottosuolo.
    La struttura principale è quella di un cono con base rivolta in alto. È diviso in 7 piani tutti con la stessa conformazione: al centro vi è un buco di forma quadrata che permette il passaggio dell’ascensore mentre le celle sono disposte al margine della circonferenza. Naturalmente allo scendere di ogni piano la circonferenza diminuirà.
    TUTTI i prigionieri sono forniti di un collare di controllo capace di percepire il battito cardiaco di chi lo indossa. Aumenti eccessivi del suddetto comportano una scossa di intensità X (crescente al diminuire del livello) per tutti i condannati tranne il colpevole del fatto. L’imput della scossa può essere dato anche dai carcerieri tramite un comando, le attività del collare sono tuttavia monitorate in modo da evitare eventuali abusi.
    In tutti i piani vi è un'unica cella situata tutta intorno all’estremità della stanza.
    Il sistema di areazione gestisce i livelli di saturazione dell’ossigeno sui vari piani: al diminuire di piano l’aria perde O2, in parte per la respirazione dei prigionieri dei piani precedenti, in parte per il controllo del sistema.
    Le sbarre delle celle sono composte di un metallo che repelle il chakra e ne impedisce il passaggio attraverso, in questo modo non solo eventuali ninjutsu su di esse sono inabilitate, ma viene vanificato anche il pericolo di gengjutsu che potrebbero colpire le guardie. Anche le pareti sono composte del medesimo materiale.

    Piano -1:
    Riservato a crimini, è il piano più grande e con minori meccanismi punitivi. Anche le pareti sono composte del medesimo materiale. La luce è sempre accesa. Le pareti, i soffitti ed i pavimenti, così come i vestiti dei prigionieri, sono di un colore bianco; le sbarre, invece, nero.

    Piano -2:
    Crimini più gravi dei precedenti sono puniti con questo piano. In questo livello vi è il buio più totale accompagnato da una melodia continua e ripetitiva. Vicino alle sbarre vi sono un totale di 6 lampade molto potenti che vengono accese ad intervalli di tempo irregolari, per pochi attimi, e che irrorano la stanza di una luce abbagliante.

    Piano -3:
    Da questo piano i detenuti sono privi di vestiti. La temperatura è continuamente monitorate e viene alternata tra un caldo umido fino a 45 C° effettivi e una di -10 con tempistiche irregolari. Durante i periodi in cui la temperatura è minima viene inoltre introdotta una corrente ventosa sferzante artificiale ( i livelli di O2 di questa sono comunque monitorati).

    Piano -4:
    Sulla testa dei detenuti è applicato uno speciale sigillo di tortura (sigillo di tortura. ogni tot round genera una goccia dall'umidità dell'aria che cade dove apposto il sigillo ). Il corpo dei malcapitati è fissato nel terreno di cemento come in un cogito, generalmente fino al ventre, ma molto dipende dalla fantasia dei carcerieri, le articolazioni delle gambe sono quasi sempre lussate al momento dell’interramento per i condannati per crimini più gravi. A livello degli arti inferiori, in corrispondenza del corpo dei muscoli maggiori, sono posizionati elettrodi che, tramite una stimolazione lieve e perpetua, impediscono l’atrofia muscolare derivata dall’immobilizzazione e che sfocerebbe successivamente in decubito e degenerazione tissutale inoltre, a questo piano, i collari elettrici sono settati in modo da scaricare anche quando i battiti scendono sotto una soglia prestabilita, in questo modo viene indotta una privazione del sonno la cui durata è sempre differente.

    Piano -5:
    In questo piano è impostato un sistema automatico di docce dalle quali sgorga candeggina in cui è diluita una lievissima quantità molare di soda caustica. Le sostanze, estremamente basiche, lavano via prima il prodotto sebaceo presente sulla pelle e lentamente corrodono anche quest'ultima. I detenuti svilupperanno quindi una ipersensibilità che risulterà nel provare dolore persino per il contatto della cute con la stessa aria che respirano. I dolori peggiori verranno però percepiti una volta che i malcapitati proveranno a muoversi, il semplice sfregarsi dei tessuti sottostanti con lo strato basale della cute martoriata dalle sostanze chimiche produrrà infatti un forte dolore paragonabile a quello di un'ustione di intensità proporzionale al movimento effettuato.
    Inutile sottolineare l'odore nauseabondo presente su questo piano.

    Piano – 6 e -7:
    Il sesto piano sotterraneo è molto piccolo, non vi è spazio camminabile al di fuori della cella circolare lungo tutta l’estremità della parete. Subito dopo le sbarre vi è infatti il margine per il piano di sotto, questa particolare conformazione, assieme ad un'unica luce, centrale, che punta sul piano sottostante, replica l’aspetto di un macabro teatro antico. Il -6 è infatti il posto in cui risiedono i detenuti che sarebbero condannati a morte, la cui punizione è , appunto, “solo” quella di aspettare la fine. Tale obiettivo è raggiunto una volta trasferiti nel -7, un piano composto da un’unica stanza: la sala torture. Questa, ben visibile dal piano -6 è il luogo dove i prigionieri perdono il loro ruolo di esseri umani e diventano pure cavie. Su di loro sono effettuati i più svariati test clinici dai torturatori, medici e scienziati del villaggio della foglia. Nessun detenuto sa con quale processo vi andrà in contro, ma sa che il risultato sarà la morte, una morte che arriverà a bramare.
     
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