Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Jotaro Jaku
        Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    D'Vorah, l'organismo.





    Raizen si defilò rapidamente quando Oboro dimostrò di essere diventata qualcosa di diverso, ma lei non ci fece caso, per la prima volta nella sua vita, non osservò la persona che aveva davanti, era troppo eccitata dalla sua nuova condizione, o meglio, non tanto dalla propria, da quella della situazione in cui si trovava. Era successo qualcosa in tutto quel contorto processo: qualcosa che stava in mezzo tra il caso, la fortuna, e la chimica; parte degli insetti erano in lei, e parte di lei era finita negli insetti; era ora difficile comprendere dove finisse la personalità della kunoichi e dove iniziasse quella della colonia che portava in grembo.
    Di sicuro qualcosa era andato perduto per sempre dentro di lei, e qualcos'altro era indubbiamente nato. I giorni passarono tranquilli, e dalla strada nessuno avrebbe potuto affermare che nell'ufficio dell'Hokage si stessero svolgendo attività non proprio legittime; soprattutto gli Aburame, che ancora ignoravano il furto di insetti, e forse lo avrebbero ignorato per sempre.

    Quando l'Hokage finalmente fece ritorno, Oboro ne notò il disagio, stavolta era abbastanza evidente per non farci attenzione; aveva l'aria di un uomo che si era dannato l'anima e non aveva dormito per giorni; ed entrò esattamente nell'istante in cui Oboro stava inserendo gli insetti dentro il suo corpo. Lui rimase stupito, lei sorrise, come una madre amorevole.

    - Nobile Kage, non si tratta di abitudine, ma di necessità. Davanti alla necessità tutto si oscura. -

    Quindi Oboro lo vide immobile, poco prima che questi le chiedesse se adesso la ninja avesse appreso il controllo sulle sue creature, o meglio, prima che si sincerasse delle di lei condizioni. Sembrava più preoccupato e pentito, che interessato agli insetti. Lei non fece attendere una risposta.

    - Non tema nobile Hokage, questo Essere le assicura la totale adempienza dei compiti assegnati. La colonia obbedisce, la colonia vive. -

    La ninja parlava in maniera strana, non era assente, era distaccata, nella misura in cui sembrava che le parole uscissero da una entità, come se fosse un grosso gruppo di esseri a parlare. Era come se la colonia stessa ora componesse quel corpo, qualunque cosa fosse accaduta, non era nei libri di testo.

    - Non ho perso nulla, ho solo cambiato molto, e appreso ancora di più. Oboro purtroppo ha lasciato questo Essere, in quanto inadatta al controllo della colonia, in caso di necessità... io sono Oboro e servo il villaggio. -

    Sorrise...

    - In questa stanza, e solo qui sarò l'Essere che sono diventata. Qui sarò sempre D'Vorah la vespa. Oboro è partita per una missione, ed è morta, il suo corpo andato distrutto. Il che non è poi così lontano dalla verità. Permetta a questo Essere di fugare i suoi dubbi. -

    Oboro, o meglio, ciò che era diventata, strasse un kunai e si praticò un taglietto sul palmo di una mano, alcune gocce di sangue si formarono sulla ferita e si apprestarono a cadere. Immediatamente dal corpo, dalla pelle, piccoli insetti rapidissimi schizzarono in direzione del sangue, afferrando le gocce con il loro corpo, e tornando all'interno della pelle. Recuperando l'essenza in modo che non andasse perduta. La colonia badava alla sopravvivenza del suo ospite. Oboro guardò Raizen e annuì seria.

    - La necessità. -

    Quindi ordinò ad alcuni esemplari di uscire, e di porsi fuori dal corpo, in fila, a terra. Oboro afferrò il kunai, e uccise il primo insetto. Gli altri non si mossero.
    Avvcinò il pugnale al secondo insetto, in modo che questi si accorgesse della minaccia. Lo uccise. Senza un singolo verso, gli altri non si mossero. Ripetè l'operazione col terzo, ancora più lentamente. Gli altri non si mossero. Quindi i restanti raccolsero i corpi dei caduti e riportarono tutto nel corpo di D'Vorah. Come precedentemente, osservò Raizen, e annuì.

    - La necessità oscura tutto il resto. -

    Quindi altri insetti uscirono dal corpo. La ninja tirò fuori dal mantello una boccetta con del sangue. Era stato raccolto da terra da lei stessa appena aveva ripreso conoscenza. Era sangue precedente all'operazione. Ancora irrorato col chakra del Kyubi, e Raizen avrebbe potuto percepirlo chiaramente. Lo versò opportunamente su tutti i dieci insetti che aveva estratto dal corpo, e immediatamente il chakra della volpe cercò di prenderne il controllo. Rimasero immobili. Quindi si uccisero autonomamente, auto-fagocitandosi fino a perdere la vita. In maniera ordinata, restando sul posto, senza impazzire. Come la ninja avesse addestrato i suoi insetti a togliersi la vita se sotto il controllo di un chakra estraneo, non era dato noto, ma ora questa era la realtà.

    Nuovamente guardò Raizen, nuovamente annuì, come se stesse mostrando il risultato di un compito dovuto. Non in palio, non completabile o meno. Dovuto.

    - La necessità di compiere il dovuto. In questo caso dimostrare senza ombra di dubbio quello che questo Essere deve al suo Hokage. In presenza della necessità, la colonia e il suo Ospite compiono le azioni necessarie. Per adesso gli insetti della colonia sono poco più che un quadro appena abbozzato. Si tolgono la vita se perdono il collegamento con la mente alveare, cosa che può avvenire unicamente con una fonte di chakra sbagliata, come la sua Hokage. Le garantisco che del sangue irrorato da altri non avrebbe alcun effetto. Col tempo, nemmeno lei spezzerà il collegamento. Col tempo, non ci sarà nemmeno più un collegamento. -

    D'Vorah si alzò in piedi, e fece un inchino al ninja, un grosso mucchio di insetti uscì dalle maniche e si raggruppò fino a formare un oggetto simile ad una maschera, simile a quella degli anbu, ma di un colore misto tra l'ocra e il nero, lo stesso della pelle di Oboro.

    - L'unica cosa che questo Essere le chiede a seguito delle sue azioni, per quanto siano state illuminanti e abbiano permesso di lasciare alle spalle una vita di incapacità e insoddisfazione, è di lasciarmi indossare questa, fuori da questa stanza. A meno di necessità. -

    Restò lì, in piedi, con l'oggetto in mano, attendendo ordini.
     
    .
386 replies since 27/9/2005, 14:45   9494 views
  Share  
.