Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Nuova Via 六

    ~Evidenti Incomprensioni~


    L'Hokage sembrava soddisfatto della risposta dell'Uchiha, anche se era decisamente arduo capire se quella specie di soddisfazione nascesse dall'essere riuscito ad ottenere quello che voleva sentirsi semplicemente dire o se perchè, per una volta, apprezzasse le parole di una qualsiasi altra persona che non fosse lui stesso.
    Ad ogni modo, Atasuke annuì con altrettanta compiacenza, passando quindi oltre con il suo discorso, a cui, ovviamente non mancò la punta del colosso, che come sempre sembrava avere la stretta necessità di dover sottolineare l'ovvio.

    “[...] Ma un esercito di fabbri non sarebbe in grado di sostenere la produzione di massa, fare prodotti d iqualità, questo si, ma non in numero sufficiente.”

    «Non ho detto che il piano fosse perfetto... Ad ogni modo, iniziare quantomeno a forgiare armi di ottima qualità in sostituzione alla paccottaglia prodotta in serie di certo aiuterebbe a migliorare il livello del nostro armamentario. Poi, sono pienamente cosciente del fatto che se dovessimo produrre le armi per tutto il villaggio non basterebbero dei fabbri. Tuttavia, la mia idea non era che un'inizio, nulla vieta che con il tempo e con sufficenti fabbri di qualità si possa anche puntare ad un sistema più efficiente per forgiare armi a livello industriale... Intanto, le armi di maggior qualità diventerebbero in breve le nostre, come voi stesso avete sottolineato e la cosa potrebbe anche tornare economicamente a vantaggio del villaggio»


    Puntualizzò a sua volta con un sorriso. Possibile che stessero trovando un punto d'unione proprio nel discutere di armi ed economia?
    Passati oltre, l'Hokage gli concese di ritornare sul discorso madre e senza trattenersi dallo sbuffare, ebbe nuovamente a ridire sulle parole dell'Uchiha, forse per una totale mancanza di fiducia, o forse perchè proprio gli piaceva avere l'ultima parola e poter trovare sempre un qualcosa su cui poter ridire, apparendo quasi come uno di quei vecchi davanti ai cantieri, che, pur non avendo mai fatto i muratori nella loro vita, avevano sempre una nota da fare ai poveri operai, costretti ad ascoltarli.
    Ed a ben pensarci la capigliatura completamente bianca dell'Hokage non lo allontanava poi molto da quell'ilarica, ed alquanto attuale, immagine.

    «Davvero mi credereste tanto stolto?»


    Chiese automaticamente l'Uchiha alla fine della prima replica.

    «Ad ogni modo, è vero, l'infiltrazione non è la mia specialità. Certo, posso infiltrarmi in un gruppo, questo lo saprebbe fare chiunque, ma agire a lungo sotto copertura non è tra i miei punti di forza. Per questo ho selezionato degli elementi maggiormente affini al compito e li ho inseriti in lista. Come ho detto, sarebbe compito della squadra e la squadra, come ogni team, nei progetti più ampi, prevede gli infiltrati e la “mano armata” per così dire... Ad ogni modo, senza voler divagare, non crediate che le mie capacità tattiche siano tanto labili. Quando parlavo di “eliminazione di gruppi minori” mi riferivo appunto ai gruppi minori, alle bande di cani sciolti, per così dire. Non ai rami delle grosse associazioni, altrimenti chiunque capirebbe che potare un ramo di quegli alberi sarebbe come tagliare una testa del'idra... ne ricrescerebbero altre due pronte ad azzannare. Ad ogni modo, non c'è da discutere. Io non conosco i vostri piani, ne i collegamenti che potete aver intessuto segretamente con le mafie o quant'altro, quindi, ovviamente, prima di agire, chiederò conferma prima di procedere»


    Il discorso parve dunque chiuso. Alla fine dei conti, l'Hokage aveva approvato il suo Dojo, la creazione di una prima fucina annessa, ma soprattutto la creazione della shinsengumi, eppure, osservandone il volto pensoso, era chiaro che avesse un qualcosa in mente, un qualcosa che evidentemente non ricordava bene o che stava elaborando per comunicarla al meglio.
    Atasuke rimase in attesa per quegli interminabili istanti, finchè con completa nonchalance l'Hokage non buttò fuori la misteriosa notizia.

    “Ah. Shizuka si sposa.”

    «Oh, bene, sono contento per lei, immagino che la sua famiglia...»


    Rispose, quasi d'impulso, senza aver chiaramente elaborato quanto gli era stato effettivamente riferito. Cosa che accadde giusto alcuni istanti dopo, mandando il suo cervello chiaramente in black-out per alcuni istanti.

    °S-shizuka? Ha seriamente detto “Shizuka si sposa”!?°

    °Evidentemente si, amico mio, sembra che la donna dei toi sogni stia per sfuggirti definitivamente tra le mani... di nuovo°

    °Come di nuovo?°

    °Ma si, ricordi quella ragazza? Come si chiamava? Quella morta quando hanno raso al suolo il buco in cui sei cresciuto°

    °Akane?°

    °Esatto, proprio lei, ti sei forse dimenticato di come quella gente te l'ha strappata dalle mani? E dalla vita?°

    °...°


    Quell'interminabile monologo interno, durò appena una frazione di secondo all'esterno. Tuttavia, nella sua mente, si poteva dire che fosse appena esploso un qualcosa. In un'altro mondo l'avrebbero chiamata “bomba H”, arma di distruzione totale, bomba atomica o con chissà quale altro nome. Ma di certo non era minimamente paragonabile al Katon che sentì su di se quel giorno, quando ad Otafuku venne investito dal passato delle Kitsune.
    Tossì alcuni colpi, giusto per ridarsi un contegno e schairirsi nuovamente la voce, che il quell'istante di silenzio sembrava essersi decisamente appesantita.

    «Avete detto che Shizuka si sposa?»


    Osservò il colosso per alcuni istanti, quasi come a volere una risposta, anche se una risposta verbale era decisamente un qualcosa che non voleva sentire, dato che le sue orecchie avevano sentito fin troppo bene.

    «E... e chi sarebbe il fortunato?»


    Atasuke era visibilmente teso e scosso da quell'informazione. Certo, sapeva che Shizuka aveva parecchi pretendenti, e sapeva che la madre, gli dei la maledicano, stava cercando in tutti i modi di ammogliarla al primo nobile di alto rango che le apitava a tiro. Non si sarebbe infatti stupito nel sentire che il pretendente fosse effettivamente uno dei figli del Daimyo, cosa di cui era anche a conoscenza, tuttavia, per quanto il destino di Shizuka non fosse effettivamente nelle sue mani, sentì un vile senso di disgusto, serpeggiargli lungo la schiena nel ricevere quella notizia. Una sensazione che non aveva mai provato. No, una sensazione che aveva provato una sola volta e quell'unica volta, non era stato in grado di contenerla completamente, finendo per uccidere l'uomo che aveva distrutto la sua famiglia, e non solo lui. Sentì dentro di se il desiderio di morte, ma sentiva anche che in questa occasione doveva assolutamente evitare che questi si sprigionasse, se non per giustizia, per Shizuka stessa, che evidentemente aveva trovato l'uomo che avrebbe potuto e forse anche voluto amare per il resto della vita.
     
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386 replies since 27/9/2005, 14:45   9494 views
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