Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Mberu
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il primo incontro con l'Hokage

    Il genin zingaro



    Alle parole di Raizen il marchingegno si arrestò.
    Con un sospiro di sollievo Hiro si ricompose, sciogliendo la posizione di difesa che aveva assunto pochi istanti prima.
    Il ginocchio dell’automa era evidentemente ammaccato, ma il collo, a causa di Sho era messo peggio. Il neogenin non si crucciò troppo della differenza tra le due offensive, il chunin era naturalmente più potente a livello fisico di lui e contava su una maggiore esperienza.
    In più, in segno d’amicizia, Sho gli diede un piccolo pugno che contraccambio con un sorriso.

    Forse, però, il ragazzo dai capelli rossi era stato troppo buono con sé stesso, l’hokage non aveva trovato altrettante motivazioni da lasciar soprassedere. Con la testa bassa, Hiro apprese i consigli del capo villaggio e quando quest’ultimo finì di parlare rispose.

    Sissignore, ha ragione.
    Grazie per i consigli.


    Raizen aveva molto a cuore la fantasia, sia nel modo di esercitare il chakra sia in quella di combattere. Hiro dal canto suo invece tendeva ad usare strategie più comuni ma che per un motivo o per un altro riteneva più efficaci. Certo però del fatto che l’hokage avesse ragione non aprì bocca se non per assecondarlo.

    Dopo un piccolo sospiro di sollievo per aver quasi finito l’allenamento, la preoccupazione tornò nel cuore del genin quando l’hokage tirò fuori la palla e ne spiegò l’esercizio annesso. La cosa che però lo fece più tremare fu la minaccia finale relativa all’attivazione del robot in una sua versione potenziata.

    Non posso fallire..

    Molto più tranquillo, Sho si fece consegnare per primo la palla.
    Non avendo la più pallida idea da dove iniziare con la sfera, era necessario per Hiro osservare il procedimento del torturatore. Non standogli troppo appiccicato per il rischio di infastidirlo, rimase comunque molto vicino al chunin, spostandosi di tanto in tanto per cambiare punto d’osservazione. Con minuzia il genin prestò attenzione anche all’espressione del compagno d’allenamenti, rivelatrice in alcuni momenti. La chiave di tutto sembrava essere il movimento costante che Sho faceva compiere alla sua mano sinistra, mentre che con la destra sorreggeva l’oggetto.

    Con contentezza, Hiro si accorse che il jinchuriki era riuscito nel suo intento.
    Al contempo però, una scarica d’ansia lo colpi, ora toccava a lui.

    A te la palla, Hiro

    Grazie..

    Disse mettendo le mani a conca esattamente per come aveva fatto Sho quando a suo a volta aveva ricevuto la sfera da Raizen.
    Anche il genin si accorse che quell’oggetto aveva qualcosa di particolare.
    Con la mano sinistra resse la sfera, mentre con la destra, posta in cima ad essa, iniziò a sperimentare con il proprio chakra. Immediatamente si rese conto che creare delle micro ventose come aveva fatto prima era del tutto inutile, le cose non era facili proprio per come aveva detto l’hokage. Spostando la mano in varie zone della sfera la cosa non cambiava. A corto di idee ripercorse quanto fatto da Sho, ricordò del movimento che aveva fatto con la mano sinistra, aprendola e chiudendola. Allo stesso modo provò a fare il genin, tenendo sempre attivo il flusso di chakra che gli aveva permesso di rimanere in equilibrio sui prismi o di tenere attaccato il foglietto di carta. Qualcosa sembrò avere effetto, ma non riuscì ad identificarne la causa.
    Preso un poco dal panico continuò in quel modo per un poco, cercando di radunare le idee.

    La chiave al problema doveva essere senza dubbio il movimento, Sho così era riuscito nel suo intento. Tutte le volte che però Hiro aveva mosso le mani non aveva sentito particolari cambiamenti, se non appunto chiudendo ed aprendo la mano.
    Raizen però l’avevo accusato di essere poco fantasioso e quindi, cercando di rilassarsi, scavò nella mente, andando a trovare idee e ricordi che apparentemente non c’entravano nulla.
    Fra questi, le memorie di quando si improvvisava un giocatore di calcio con altri coetanei o di quando quella cialtrona aveva provato a spillare qualche soldo a sua madre provando a leggerle il futuro in una palla di vetro.
    Solo per curiosità, decise di imitare i movimenti che circa un anno prima aveva visto fare dalla cartomante. Con sorpresa, si rese conto che allentando e avvicinando lentamente la mano alla sfera qualcosa cambiava, anzi quando le dita venivano aperte e chiuse ad intermittenza e in maniera sfalsata, compiendo una rotazione della mano, si sentiva distintamente il chakra adesivo fare presa. Non capiva bene il perché ma sembrava funzionare.
    La forza che il chakra esercitava però sulla sfera non era sufficiente, doveva provare anche ad usare l’altra mano, con il rischio che la sfera cadesse.
    Con estrema attenzione e con il cuore in gola iniziò a compiere contemporaneamente e in maniera speculare con la mano sinistra i medesimi movimenti che fino ad allora aveva compiuto solo con la destra.

    Forse ci siamo..

    Quando si sentì sicuro, inizio a roteare le mani lungo la sfera in senso orario, reggendo l’oggetto solamente tramite il chakra ai lati della sfera. Era il momento che la gravità sancisse il risultato.

     
    .
386 replies since 27/9/2005, 14:45   9486 views
  Share  
.