Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    The new girl in town

    I


    Parlato Kiyomi

    Non molto tempo era passato da quando Kiyomi aveva lasciato il proprio villaggio natio per trasferirsi a Konoha, dove avrebbe potuto trovare il modo coronare il suo sogno. Insieme alla sua fedele domestica aveva preso possesso di uno dei tanti appartamenti al centro del villaggio, pagato ovviamente dai suoi genitori, i quali pensarono di non opporsi a quella inaspettata decisione presa dalla loro unica figlia.
    In pochi giorni era riuscita a trovare un abitazione decente con un panorama che non affacciasse su un muro, e al contrario delle aspettative di tutti, soprattutto di Hanako, si accontentò di una casa neanche molto grande rispetto ai suoi soliti gusti eccessivi e dispendiosi, facendosi spedire giusto un po' più dello stretto indispensabile per vestirsi ed arredare la casa al meglio. Forse la vera Kiyomi non era quella che tutti erano abituati a vedere.



    Prestavolto_1
    Quel giorno uscì di casa di buon mattino con uno dei nuovi abiti che aveva cominciato ad adottare da quando si trasferì nel suo nuovo villaggio, più attillato e che non le impediva i movimenti durante un combattimento, lasciando più parti del corpo scoperte, quindi decisamente più provocante. Ormai stava iniziando a calarsi sul serio nella parte della kunoichi, ma prima di tutto sarebbe dovuta andare a parlare con l'Hokage come concordato per sistemare le ultime faccende burocratiche per ufficializzare la cosa, quindi si avviò verso il suo ufficio camminando a passo deciso ed a testa alta, attirando gli sguardi del vicinato e di tutti gli uomini della strada che ancora non si erano abituati a veder passare da quelle parti la nuova avvenente ragazza venuta da Oto.
    Sotto il sole di Konoha camminò con calma ed ondeggiando lungo le strade che ancora stava imparando a conoscere bene, passeggiando tranquillamente in cerca di indicazioni per la sede amministrativa e dando un'occhiata in giro anche per scorgere nuovi negozi che le erano sfuggiti. Da quando si trovava lì aveva iniziato ad adattarsi sempre di più ad avere meno agiatezze ed abituarsi alla situazione, ma di certo non aveva rinunciato ai piccoli piaceri superflui di cui non aveva mai saputo fare a meno.
    In qualche modo stava diventando più indipendente, lasciando anche a casa Hanako per le faccende di piccolo conto come quelle (per la grande gioia della piccola diciottenne), ma non aveva sicuramente perso il suo modo di fare snob, non degnandosi neanche di guardare i ragazzi che si prendevano un ceffone dalla loro partner per averla fissata, continuando a camminare imperterrita per la sua strada con sguardo fiero e soddisfatta come sempre delle emozioni che la vista del suo corpo perfetto scatenava negli uomini.
    Egocentrica, vanitosa ed ora anche selvaggia ed in grado di usare le armi. Dopo essere finalmente arrivata al cospetto della montagna con i volti degli hokage, si fermò per un attimo ad osservare quello rappresentante l'attuale, solo per accorgersi che continuava a non piacerle, ma almeno non meno delle altre volte che lo aveva visto, dopodiché continuò il suo cammino, entrando senza esitare nell'edificio che aveva difronte.
    Mha... cosa ci troveranno di bello in una grande e deforme faccia di pietra non lo capirò mai.
    In breve arrivò al piano dov'era situato l'ufficio dell'Hokage, bussando alla sua porta, e solo dopo aver ricevuto il permesso di entrare sarebbe infine arrivata in quella stanza così angusta e piena di scartoffie da farle venire il mal di testa solo a guardarla. Dietro la scrivania c'era lui, l'uomo più potente del villaggio e al quale si era concessa tempo prima per poter ottenerne ottenere dei favori in cambio, ma che col tempo si era abituata a vedere, sentendosi un po' sua complice e libera da piccole formalità che secondo lei non si addicevano al loro rapporto ben più intimo. Infatti, solo se avesse trovato qualcun altro nella stanza lo avrebbe salutato con un cortese saluto e si sarebbe fermata lì in attesa di istruzioni, mentre se fosse stato solo si sarebbe lasciata ad un espressione molto più informale, dopo aver chiuso la porta dietro di sé.
    Ciao Raizen-san. Disse avvicinandosi lentamente alla scrivania sorridendo ed appoggiando la mano destra su di essa.
    Come va? Sempre pieno di lavoro?
     
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