Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    Una nuova diramazione







    Quando Ikuuya entrò dalla porta Raizen la aspettava, ed era abbastanza assorto nel farlo, gomiti sul tavolo e mani intrecciate a sorreggere il mento.

    Mi ricordo ancora chi sei, sai?
    Ma soprattutto ricordo che tu fossi un avvelenatrice, non una velenista.


    Disse a presentazioni concluse con un sorriso.

    Ma piuttosto, metti su una maschera, non saremmo soli a breve, non vorrei che vi vedeste in viso ancora.
    Ma sarai comunque tu a gestirti la situazione dopo aver visto i tuoi compagni.
    Eventualmente, a prescindere dalla scelta che farai, dammene le motivazioni, così, per curiosità.


    Mentre la ragazza eseguiva lui avrebbe continuato a parlare.

    Innanzitutto dopo averci pensato un po’, arrovellandomi il cervello, mi sono ricordato che non è la prima volta che incontravo dei fissati con divinità tutte loro.
    Ai suoi tempi sottovalutai in realtà il gruppetto, pensando di averli sradicati, ma dopotutto mi avevano fatto saltare mezza missione di infiltrazione e il resto l’ho condotta con un bambino muto.


    Sbuffò mentre roteava gli occhi pensando a Ryuwan.

    Direi che il rapporto di quella missione ti sarà utile, te l’ho fatto preparare e sei qui proprio perché è pronto.

    Dicendo quelle parole spostò una cartella dal suo fianco verso la kunoichi, abbastanza voluminosa.

    Detto questo, sul tizio in particolare non ho granchè, e qui arriviamo al motivo della maschera.
    Che se è puntuale dovrebbe arrivare a breve, per cui concediamoci pure un po’ di tempo.


    L’ultima parte della frase prese una tonalità volutamente ed eccessivamente suadente.
    Ma l’Hokage sapeva che Sho era in arrivo, avvisato come per Ayuuki dalla segretaria.
    Quando questo avesse fatto il suo ingresso, qualche secondo dopo le parole di Raizen, questo avrebbe guardato la konoichi con uno sguardo deluso ma divertito.

    Oh, Sho, già qui.

    Indicò le sedie dinnanzi a lui qualora Ayuuki non si fosse seduta, in caso contrario solamente a Sho.

    Allora, innanzitutto la persona dietro quella maschera è il contatto di cui ti parlavo.
    Dovrai interrogare insieme a lui quello strambo ide invasato.
    Ma prima c’è una questione decisamente più importante.


    Sospirò mentre prendeva l’affezionata penna, il primo strumento del suo ufficio con cui scaricava qualsiasi tipo di tensione seppur minima.

    Mi chiedevo, Sho, quanto tu fossi fedele a questo villaggio.

    Chiese mentre la penna si muoveva tra le sue mani, seppur non sorvegliata dagli occhi che erano incollati su quelli di Sho.

    Più volte mi hai dimostrato di saper fare il tuo dovere e cosa sia il sacrificio fisico, ma… la fedeltà è qualcosa di più alto, qualcosa che esula dagli obiettivi della missione, dalle persone, persino dai loro corpi.
    Spesso si usa questa parola con semplicità, con leggerezza, quasi assuefatti dal suo significato la utilizziamo senza comprenderla a fondo… ma spesso una vita di indottrinazione non riesce ad arrivare fino a dove la spontanea volontà può portare.
    Alcuni segreti sono fatti per essere custoditi in casseforti invisibili: la mia mente, o quella di un alleato il cui cuore sia legato a me o al villaggio da... qualcosa di... incomprensibilmente grande ed irrinunciabile, un pezzo di se stesso senza il quale sarebbe monco.


    La penna si fermò sul palmo della mano con uno scatto, per poi indicar lo shinobi con un ultimo movimento sul quale venne fermata da una salda stretta.
    Per Ikuuya erano parole già sentite, come avrebbe reagito Sho ad esse?

    Sapresti dirmi il motivo per il quale dovrei affidarti questi segreti, Sho?

    Gli passò la parola col suo semplice silenzio.


    Edited by F e n i x - 4/5/2016, 22:29
     
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