Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    La solita mattinata nell’ufficio dell’Hokage, piuttosto noiosa e spesso faticosa costringeva Raizen a sbuffare già da una mezz’ora buona mentre cercava compulsivamente chissà quale modulo che i suoi scaffali avevano deciso di nascondergli.

    Porca maledetta puttana.
    Uno si fa un intero team di segretarie e attendenti ed è costretto a vagare per scartoffie senza ragione per un infinità!


    E via a rovistare, spostare, guardare, eppure nulla.

    Sai che faccio?
    Mi siedo.
    Cazzo mi siedo e aspetto.


    Si mise a braccia conserte, imbronciato come un bambino mentre fissava la porta. Una volta. Due. Tre. Incerto sul da farsi faceva vagare lo sguardo per la stanza tornando di quando in quando alla maniglia, indeciso se cedere alla disperazione e lasciare affamato il suo orgoglio.

    HITOMIIIIIIIIII!

    Cedette alla disperazione.
    E fortunatamente la segretaria aveva ormai capito che strascicare l’ultima vocale era segno di imminente collasso psicologico motivo per il quale la maniglia scattò praticamente all’istante.

    Senti non trovo il cazzo di modulo per i comunicati standard ai clan e…
    …oh, Kiyomi.


    Disse lievemente meravigliato quando il suo sguardo si posò sulla figura che era entrata dalla porta.

    Oh!

    E questa volta lo stupore fu ancora maggiore quando notò l’abbigliamento della kunoichi.

    Vedo che l’idea di Konoha inizia a piacerti seriamente.

    Constatò indicandogli il grosso croprifronte trasformato in una cintura che copriva parte della vita della ragazza.

    Mi dicono sempre che ho pessime doti comunicative, dovrei farmi mettere un letto al posto della scrivania.

    Ammise sorridendo, e senza perdere l’espressione ascoltò la ragazza, dimenticando momentaneamente l’odiato modulo.

    E non hai fatto male stavo cercando fino a qualche momento fa un prestampato che porco demonio non so dove diavolo è andato a finire e ch…glom!

    Un grosso groppo alla gola gli troncò la frase a metà.

    U-un… regalo?

    Era totalmente impietrito, le mani gli stavano quasi tremando.

    Per me?

    Si allungò in avanti e strinse il pacco rosso con un lieve scatto di emozione incontrollata: era palese che l’Hokage non avesse MAI ricevuto un regalo prima di allora.

    Io… grazie.
    Si dice grazie in questi casi?


    Avvicinò timidamente il pacco a se, ma senza strattoni, attento a non danneggiare qualsiasi tipo di oggetto che potesse esserci al suo interno, una volta avvicinatolo all’orecchio lo agitò con cura, ma non sentì nulla, al suo interno un peso elevato rispetto all’involucro era posto al centro del pacco, ma un imbottitura gli impediva di muoversi.

    Sai.

    Interloquì mentre le mani si muovevano per tutto il parallelepipedo rosso e dorato, misurandolo a spanne con cura e quasi affetto.

    Non so se voglio aprirlo.

    Ammise in tono quasi sognante.

    Qui dentro non c’è solo un regalo adesso.

    Sollevò la scatola dalla scrivania e la pose davanti agli occhi, osservandola per qualche secondo.

    Quando una cosa succede per la prima volta ti aspetti sempre che sia fantastica, superlativa, che vinca in qualsiasi modo ogni tipo di esperienza che ti sia mai stata raccontata.

    Inspirò, ed era percepibile che lo facesse con palpabile e crescente sicurezza.

    Ma immagino non sarà da meno.

    Tirò il nastro dorato liberando il regalo e svelando il suo contenuto.

    Ma tu guarda…

    Disse con un sorriso ebete nel volto, complesso distinguere in quel sorpreso amalgamarsi di sorpresa, gratitudine e soddisfazione un'unica emozione.
    Prese il kunai con l’indice, facendolo passare per l’asola dell’arma sfruttandola per farlo roteare con abilità attorno al dito con estrema maestria.

    Non farò la tamarrata di dedicarti la sua prima vittima.

    Ridacchiò a quell’affermazione mentre bloccava il kunai con uno scatto.

    Ho sentito parlare di questi affarini dopo la grande festa, e grazie per aver pensato a me.
    Facciamo così, torna nel pomeriggio e saprò dirti grazie in maniera appropriata.


    Gli strizzò l’occhio per poi lasciarla uscire, o comunque piantandola in asso scomparendo nel nulla, la forgia lo aspettava.
    Al suo ritorno Kiyomi avrebbe trovato sulla scrivania un regalo, certo il pacchetto era molto più spartano, e di certo non era il suo primo regalo, ma la carta di giornale e lo spago avevano un fascino casereccio tutto loro.
    Forse.

    Beh, non dirmi che ti aspettavi un invito al ristorante ahahahah!
    Oddio, per quello c’è sempre tempo in realtà, però questa ti si addice di più ormai.


    Attese che la ragazza scartasse la doppia lamajpg prima di riprendere a parlare.

    Ho visto come combatti e diciamo che ho cercato di cucirtela addosso, eventualmente provala un po’ sentila, ecco.

    Quando avesse finito eventuali prove Raizen si sarebbe nuovamente seduto.

    Inoltre, qui ci sta un’altra prima volta.

    Passò alla kunoichi una piccola busta, era un incarico, l’accademia la richiedeva come sensei per un corso sul chakra adesivo.

    Prendila come esperienza nuova, magari ti piace.
    Il nonnismo piace a tutti.


    Sorrise divertito, aveva inquadrato Kiyomi e probabilmente non gli sarebbe piaciuto il contenuto della lettera per cui sarebbe stato meglio indorare la pillola.
     
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