Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. F e n i x
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    La Bestia








    Il viso di Raizen non si mosse, immobile in quel suo sguardo soltanto superficialmente decifrabile.
    Quando Yato inciampò sulle prime vocali il pugno destro si serrò e con uno scatto impattò sul tavolo, sviluppando in quel ristrettissimo lasso di tempo e movimenti una forza inaudita [for nera +8] ma senza riuscire a danneggiarlo, tuttavia l’impatto si sarebbe trasmesso rapidamente al pavimento e poi alla sedia, distintamente percepibile in caso il suono non fosse stato sufficientemente forte da far comprendere quanto l’impatto fosse stato pesante.
    Una mera dimostrazione fisica, un gigantesco stivale posto sul viso di quello che appariva sempre più come un infante indifeso.
    Dopo quel rombo di tuono l’ufficio riprecipitò nel silenzio.

    Sssshhhhhhth.

    Un crescere e decrescere di tensione quasi alienante, ma era nell’intenzione dell’Hokage non farla mai calare al minimo, di modo di tenerla sempre in aumento.
    Chinò lievemente il capo sulla spalla destra, nei cinque minuti successivi come se lo studiasse da un’altra angolazione, per poi tornare in posizione eretta.

    Sai con quanti omuncoli come te ho avuto a che fare?

    Chiese con un fil di voce, più che udibile nel silenzio venutosi a creare nell’ufficio.

    Di omuncoli pomposi e ricolmi di se stessi che pensano di potermela fare sotto il naso.

    Gli occhi si affilarono.

    Ne ho ovunque, probabilmente se mi girassi ora…

    Ed accennò col capo alla sua destra, pur senza muovere gli occhi da quelli del Senju, forse ormai consapevole che gli occhi scarlatti dell’Hokage non si sarebbero mai più staccati dai suoi, non prima di bruciarli.

    … sarei in grado di scorgerne uno.
    Sai cosa mi permette di fare questo?
    Sai cosa succede quando una bestie viene cacciata per tutta la sua vita da dieci, venti, cento cacciatori?
    La bestia si abitua, inizia a muoversi con discrezione, ad osservare a riconoscere i suoi cacciatori e prenderli in contropiede, a riconoscerli tra mille persone persino in quei momenti in cui non pensano nemmeno di dover cacciare La Bestia.
    Sai cosa permette di fare l’esperienza?


    E sorrise.
    La bocca gli si allungò lentamente, dischiudendosi e lasciando intravedere nell’oscurità della cavità orale dei canini lievemente più grandi del normale.

    Ti ho visto, quando pensavi che nessuno ti vedesse, o quando pensavi di esserti nascosto sufficientemente bene.
    Ho visto i tuoi occhi.
    L’esperienza, Yato… Permette di leggere dentro a quei tuoi occhietti.
    Cosa pensi che si legga al loro interno?


    Il ritmo di quel discorso era lento, una marcia funebre, doveva lasciare il tempo al piccolo ninja di vagare con la mente e scavare nei suoi più piccoli errori o presunti tali.
    E mentre Yato scavava il tempo passava, il Colosso davanti a lui lo mirava con la faccia di chi legge sul diario segreto per sbugiardare anche i più nascosti vizi, le verità più celate… senza possibilità di negazione.
     
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