Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Yato Senju
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    Amministrazione di Konoha
    IV
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    Il Sollievo della Verità.::


    Presi a tremare come una foglia quando il pugno si abbatté sul tavolo rilasciando un'eco micidiale nonostante fosse semplice legno che, notai, non si crepò nemmeno sotto la brutale forza del più forte shinobi di Konoha. Uno shinobi che mi stava guardando fin troppo per voler essere semplicemente un individuo dal carattere disdicevole che provava piacere nel sottomettere chi era più debole di lui...e in ogni caso il suo carattere era solo uno sprone nella Missione...fosse anche stato un santo doveva comunque cadere. E' per questo che, anche se tremante, anche se spaventato, non mi permisi di distogliere lo sguardo, continuando a sostenere quello dell'Hokage come se fosse l'unica cosa importante che potessi fare.

    Poi lui parlò, e ad ogni parola sentivo i peli del collo rizzarsi come se fossi azzoppato davanti ad una bestia feroce. Mi definì omuncolo, mi parlò del suo riconoscere le occhiate ostili, ma non poteva sapere della Missione. No, quello no. Era impossibile, e questa nozione era salda almeno quanto la mia dedizione. Poteva pensare che io lo odiassi, il che non era vero, e forse persino che volessi fargli del male, ma mai e poi mai avrei creduto che sapesse della Missione, qualunque cosa dicesse. E poi fece quella domanda, alla quale rimasi in silenzio ancora tremando con le dita quasi conficcate nel legno della sedia sulla quale mi ero accomodato. Ricordava terribilmente le sessioni di addestramento per resistere alle torture.

    Voi avete più esperienza di me, Hokage-sama. Dissi dopo pochi secondi, tra le labbra secche. Non potevo vincere quello scontro, non avrei mai potuto se non fosse cambiato qualcosa. Ma il mio sguardo si fece più infuocato, perché non gliela avrei data vinta fino all'ultimo. Che mi spaventasse pure: avere paura di lui non era un impedimento alla Missione, non necessariamente. E tutto quello che contava era la Missione, non le mie personali opinioni. Quindi quelle potevo anche servigliele come piatto forte. Nulla è meglio della verità per nascondere un segreto, specie se quella verità è carica di emozione, questo era ciò che avevo imparato. In molti campi, anche nel leggere le persone. E credo che... Deglutii. Credo che sappiate benissimo che cosa c'è nei miei occhi. Strinsi le labbra, sbiancate per l'enormità che stavo per pronunciare e che forse avrebbe ostacolato la missione...ma era la verità, e mentire in quel frangente mi avrebbe esposto a troppi rischi di non portare proprio a termine il mio incarico. Sapete bene che c'è solo disprezzo per voi.

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    Ecco, lo avevo detto, e in quel preciso momento mi sentii come avvolto dal sollievo, rilasciando le spalle. Avevo preso una decisione fondamentale e ne avrei subito le conseguenze, ma era la mia Missione, e come avevo detto ai miei genitori uscendo da casa, ormai dovevo iniziare a prendere la MIA strada secondo le MIE scelte. Ovunque mi avessero portato. Visibilmente più rilassato, ancora con gli occhi fissi su quelli dell'Hokage continuai a parlare. Forse avete salvato il villaggio dalla follia, forse la gente vi ha apprezzato a quel ridicolo concerto, ma questo non mi basta. Vi ho sentito parlare. Ho persino parlato con voi al vostro insediamento. E qualunque cosa abbiate detto mi ha provocato solo irritazione, con continue provocazioni prive di senso o scopo. La verità è che eravate l'unica alternativa nel vuoto di potere dopo l'attentato, ma il popolo non vi ha mai scelto, siete stato piazzato dal Daimyo e la cosa è risaputa. Non avete la mia fiducia, anche se so benissimo che siete potente oltre ogni mia immaginazione. Io sono un microbo irrilevante per voi, ma questo non significa che io non possa pensare che siete il peggior Kage che potesse capitare. E forse potreste dire che non ve ne fare niente della mia fiducia...ma questo mi darebbe ancora più certezze: la fiducia della gente dovrebbe essere quello che da forza a un Kage, non le sue capacità. Feci un respiro profondo dopo quella sparata. Questo è quello che penso di voi. E non ho ancora avuto motivo per pensare il contrario, che la cosa vi interessi o meno.

    A quel punto mi alzai, poggiando le mani sulla scrivania. Quello di cui mi importa davvero è Konoha. E diventare più forte per Konoha. Vi sto parlando di una cosa seria e vi mettete a fare giochetti con me. DI NUOVO. Il mio tono si era fatto sempre più solido e aggressivo mentre mi sporgevo verso di lui. E la Mela Marcia è un'occasione che non voglio perdere. Permettetemi di occuparmene, Hokage-sama. Sapevo benissimo che dopo avergli parlato a quel modo avanzare richieste era fuori questione, non avrebbe mai accettato. Certo, ora vi chiedo un'occasione dopo avervi espresso il mio disprezzo, quindi siete libero di cacciarmi a pedate, ma almeno ho detto quello che penso e quello che voglio per Konoha, che è la mia casa. Forse stavo esagerando...mi fermai, facendo un respiro profondo dopo la mezza scenata. Finalmente abbassai il capo, lasciando le mani lungo i fianchi, con i pugni serrati. Vi prego. Se il Kage non era stupido poteva capire benissimo quanto mi fossero costate quelle ultime due parole.
     
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