Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. **Kat**
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    I ~ Allenamenti Team 12: Gli occhi dell'Odio


    I

    l sole estivo risplendeva nel prato smeraldino del Campo di Addestramento n°12, dove la Fuyutsuki ed i suoi due compagni di Team stavano ultimando i faticosi allenamenti mattutini. Insieme a Youkai-kun e Inoichi-kun la ragazza aveva organizzato una intensa sessione di allenamenti per poter temprare il loro corpo, ma soprattutto lo spirito di squadra. Era la Genin più esperta del gruppo e quindi si sentiva in dovere di costringere di giorno in giorno i due ragazzi a migliorarsi, senza risparmiarsi mai. - Non ci siamo! - Entrambe le braccia si adagiarono sui fianchi, dopo aver sciolto la guardia. Aveva pensato bene di temprare i muscoli dei suoi due amici. Nessuno dei due sembrava particolarmente predisposto per il Taijutsu o almeno preferivano ben altri stili di combattimento. Ma essere parte di un Team di amici comportava molti vantaggi, come per esempio colmare le proprie lacune. - Inoichi-kun devi allenare il tuo corpo e non solo la tua mente! Non riesci ancora a reggere il ritmo dell’allenamento. 100 flessioni e 100 addominali… Subito! Se collasserai a terra ti rimetterò in sesto e ti costringerò a ricominciare daccapo. - Risoluta e determinata come sempre. Credeva nel duro lavoro, sottoponendosi ad estenuanti sforzi fisici.
    Lo sguardo della Fuyutsuki saettò verso la testolina albina di Youkai-kun. Come sempre si distraeva facilmente ed ogni occasione era utile per fare qualche battutina, che irritava la suscettibile e lunatica Genin della Foglia. Sbuffò prima di avvicinarsi al ragazzo, che probabilmente si concedeva una pausa ad osservare il cielo zaffiro o bighellonava interrompendo gli esercizi. Un pugno partì inavvertitamente diretto verso la sua testa. Era abbastanza forte da creargli un bernoccolo, ammesso che fosse riuscita a colpirlo. - Allora? A quanti piegamenti siamo? - Aveva disposto due tronchetti alle spalle del ragazzo per costringerlo a fare un centinaio di piegamenti con braccia e gambe. - Non ti vedo particolarmente concentrato. - Lo sguardo cristallino della ragazza s’incrinò facendo emergere una malcelata ira. Le nocche scricchiolarono sotto ai quanti di cuoio. - Hai bisogno di un piccolo incoraggiamento? - E con la parola “incoraggiamento” erano una serie di pugni o ceffoni al volto.
    Ma fu una convocazione agli Uffici Amministrativi a salvare Youkai-kun dall’ira della ragazza. Quel ragazzo dalla chioma albina era baciato dalla fortuna. La sua fortuna era direttamente proporzionale alla sua pigrizia. Non era un Ninja che s’impegnava, nonostante celasse dentro di sé un innato talento. Per questo la Genin di Konoha s’impegnava a tenergli il fiato sul collo. Odiava lo spreco di talento. Ed odiava anche le sue fastidiose battutine. - Una convocazione? - Afferrò la pergamena con il Kanji del Fuoco che le venne porta da un Chuunin del Villaggio. - Anche per te? - Lanciò un’occhiata all’Albino che aveva ricevuto una convocazione identica alla sua. Solo Inoichi-kun poteva continuare gli allenamenti in completa solitudine. - A quanto pare dobbiamo presentarci in Amministrazione. Inoichi-kun non smettere di allenarti in nostra assenza! - Scosse la testa. Era certa che lo Yamanaka appena liberato dal regime dispotico della Fuyutsuki avrebbe semplicemente passato la mattinata ad osservare le piante e gli uccellini che nidificavano negli alberi limitrofi al Campo d’addestramento.
    In quel momento la Genin aveva altro a cui pensare. Youkai-kun si rifiutava di alzarsi dal prato e preferiva continuare a poltrire ignorando la convocazione. - Ma.. ma sei impazzito? L’Hokage ha bisogno di noi. Raizen-sama ha bisogno di… me… - Piccolo lapsus. - …Cioè di noi, ovviamente! - Mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. Purtroppo a nulla valsero le richieste e le minacce della Fuyutsuki. L’albino non aveva nessuna intenzione di schiodarsi da quel prato. - Vabbè… non è un problema per me trascinarti fin lì! - Data la disparità di forza e velocità non dovrebbe essere un problema per lei afferrare la caviglia del ragazzo e trascinarlo con sé proprio come un Trolley da viaggio.

    [ … ]

    Solo quando la Fuyutsuki arrivò di fronte alla porta dell’ufficio dell’Hokage decise di lasciare la caviglia di Youkai-kun. Le sue suppliche o proteste durante tutto il percorso erano rimaste inascoltate. Il povero albino era stato trascinato per polverosi sentieri, strade pieni di ciottoli, lucidi pavimenti e variopinti prati. Probabilmente non aveva un bell’aspetto. - Siamo arrivati! Datti una bella sistemata. - Non aveva nessuna intenzione di utilizzare Ninjutsu Medici sul ragazzo. Fece spallucce e mostrò un solare sorriso, mentre alcuni presenti osservavano sbigottiti e sorpresi la scena. Prima di entrare all’interno dell’Ufficio di Raizen-sama la ragazza preferì fare le dovute raccomandazioni. - Non conosciamo il motivo della nostra convocazione.. ma per il bene di entrambi ti proibisco di parlare. Se dirai baggianate giuro che ti massacro di botte! - Fulminò con lo sguardo l’albino. - Se pensi di dire qualcosa d’intelligente.. conta fino a 10 prima di parlare. Altrimenti evita. Sei molto più carino con la bocca chiusa. - Fece un occhiolino. Non aveva voglia di entrare nell’Ufficio dell’Hokage con un Kunai avvelenato puntato alla schiena di Youkai-kun per rammentargli di fare solo osservazioni intelligenti.
    Fece un grande respiro ed entrò. Indossava una tuta da allenamento bianca con pantaloncini neri. Porta-Kunai legato alla coscia destra, calze scure e sandali Ninja bianchi. Il coprifronte copriva la fronte e gli anelli in argento ordinavano la sua chioma in una lunga treccia. Fece un inchino prima di salutare Raizen-sama ed il Senju. - Ohayou Gozaimasu! - Salutò con poca formalità l’Hokage, dato il loro rapporto ormai confidenziale. E si presentò a Yato. - Piacere di conoscerti, Ayuuki Fuyutsuki! - Non aveva ancora intuito il motivo della convocazione, ma si respirava un’aria ricca di tensione in quella stanza. Qualcosa era accaduto.
    Si sedette su una delle sedie, assicurandosi che Youkai-kun fosse al suo fianco per poterlo tenere meglio sotto controllo. Abbozzò un lieve sorriso verso Raizen-sama, che sembrava leggermente infastidito dallo sguardo ben poco lieto del Senju. Furono convocati anche altri Ninja, tra cui Atasuke-sama, Sho-san e Sasori-san. Li salutò con un debole cenno della testa. La sua attenzione fu monopolizzata dall’Hokage. Erano stati convocati per valutare il comportamento di un Genin del Villaggio. In realtà le immagini su video che la Fuyutsuki fu costretta ad osservare erano “terrificanti”. La lasciarono letteralmente senza parole. Una Kunoichi aveva quasi provato ad ammazzare Raizen-sama. Si morse leggermente il labbro inferiore. E se quella lama sarebbe riuscita a raggiungere il cuore del colosso? Cosa sarebbe successo? Ma a quanto pare per l’Hokage non era importate quell’aggressione, ma lo sguardo serio e carico di disprezzo del Senju. Da alcune inquadrature la Fuyutsuki potè notare quello sguardo così estraneo al suo volto. Lei osservava l’uomo dietro alla scrivania con estremo rispetto. Era l’unico che aveva creduto in lei, non come discendente dei Fuyutsuki ma come Genin del Villaggio. Grazie a lui era riuscita a scrollarsi di dosso le gravose responsabilità che Ryuuhei-sama le aveva accollato ed iniziare a vivere serenamente la sua carriera da Ninja. Ascoltò con altrettanta attenzione lo scambio di parole tra i due. Yato aveva coraggio, molto coraggio. Un coraggio che poteva essere scambiato con insolenza. Forse era insolenza. Ma da dove proveniva tutta quella sicurezza? Tutto quell’odio?
    Erano stati chiamata a giudicare la condotta dell’Hokage e valutare il fraintendibile comportamento del Genin. Aveva avuto il coraggio di manifestare il suo disappunto, ma dietro quei occhi azzurri si nascondeva qualcos’altro. O almeno queste erano i sospetti del Colosso. Lasciò parlare Atasuke-sama, il membro più esperto del gruppo. L’Uchiha non perse occasione per rimproverare la mancanza di capacità diplomatiche dell’Hokage. Ed espresse i suoi sospetti sulla missione della “Mela Marcia” ad Otafuku. La Fuyutsuki conosceva tutti questi particolari, ma prese comunque parola. - Y..Yato-san.. giusto? - Cercò di attirare la sua attenzione. Non conosceva il Senju, quindi si assicurò prima di aver intuito bene il suo nome. - Ogni cittadino, Ninja o persona ha il diritto di poter esprimere la propria opinione. Ma da dove proviene tutto quest’odio, disprezzo… rancore per l’Hokage? Ci sono dei trascorsi tra di voi? - Non riusciva a capire la motivazione di tutto quell’astio. Eppure avevano una lieve differenza d’età. Poteva essere semplice incoscienza giovanile. O forse seguiva altri ideali. - Come hai ben detto nel video.. l’importante è proteggere la Foglia, anche se, per quanto non condivida il tuo punto di vista, non riesci a provare stima e rispetto per l’uomo al Vertice del tuo villaggio. Ma Raizen in questo momento incarna i valori, i principi e la Volontà del Fuoco… nei limiti della sua natura umana… per questo non capisco questa aperta ostilità nei suoi confronti. C’è qualcosa che ti rende cieco, o quantomeno ti allontana dalla Foglia? Sembra più un motivo personale con Raizen.. e non un vero conflitto ideologico sulla sua figura di Capo-Villaggio. - O almeno questo aveva potuto intuire dall’acceso scambio di opinioni che avevano avuto nel Video che aveva visto. Si era parlato di Forza, Villaggio e Disprezzo. Ma mai degli ideali che stavano alla base del Paese del Fuoco. Quindi doveva essere una questione personale. Cosa frullava nella mente del Senju?
    - Sai.. in alcuni casi non è importante come un Kage riesca a salire al potere. Può farlo con la forza di un Tiranno, con la benevolenza del popolo oppure con la stima di pochi Ninja eletti… ma forse è più importante il “come” un Capo-Villaggio riesca ad assicurare pace, stabilità ed armonia al suo popolo. E hai chiaramente trovato la risposta durante il tuo conflitto d’opinioni con Raizen. La Stima, la fiducia ed il rispetto reciproco permette al Capo-Villaggio di guidare i propri cittadini. Ed anche se l’attuale X Hokage non è stato acclamato dal Popolo il giorno della sua cerimonia d’investitura, ma da una decisione di comune accordo dai Daimyo… Raizen non ha smesso di cercare il consenso e l’affetto della Foglia! Non ha mai esercitato il proprio potere con la forza o disonorato il nome dei suoi predecessori. - Si concesse una pausa nella speranza di aver attirato la piena attenzione del Senju. - Ha donato a tutti noi la possibilità di scegliere il nostro destino. Di servire la Foglia come meglio desideriamo. Ha dato a tutti una seconda opportunità per vivere o rinascere. - Nel suo caso era andata proprio così. - E sono certa che sarà più indulgente con te.. se impedirai alla paura di mascherare le tue reali emozioni o al tua animo di corrodersi dall’Odio. - Alzò le spalle. Forse non aveva centrato il punto della questione, ma sperava che Yato-san abbandonasse quello sguardo così duro e ricolmo di risentimento. - L’odio non porterà mai da nessuna parte. L’odio genererà solo altro odio. - Sospirò prima di guardarsi intorno. Forse qualcun altro desiderava aggiungere altro o fare un discorso più sensato.
    Quindi si affrettò a concludere. - Hai più volte ribadito che quando sarai più “forte” eviterai di chiedere i favori di un uomo che disprezzi così tanto. Non riesci a separare l’uomo dall’autorità che rappresenta. Continui a rimanere fossilizzato su Raizen… e non sull’Hokage, che incarna i valori e le tradizioni della tua terra natia.. quasi come se fossi più interessato a Raizen e non al Villaggio. - Ovviamente le sue erano solo supposizioni. Ma il Senju sembrava “ossessionato” dall’uomo che si celava dietro l’importante carica che ricopriva per Konoha. Sembrava quasi che fosse il suo obbiettivo. - Sicuramente custodisci motivazioni molto più importanti che di un semplice conflitto d’idee per mostrare quello sguardo. Spesso l’Odio è un sentimento così complicato e ha bisogno di un terreno fertile su cui crescere… un animo disposto a tutto pur di raggiungere il proprio obbiettivo. Qual è il tuo obbiettivo… Yato Senju? - La domanda a quanto punto arrivava spontanea. Ed ogni risposta sulla salvaguardia di Konoha perdevano di credibilità, visto che non aveva mai citato nessun Valore della sua terra d’origine. Ma solo Forza e capacità che per ora non aveva. - L’Hokage non è un uomo che decidiamo di mettere a Capo del nostro Villaggio per amministrarlo. Ma una figura che incarna i nostri ideali, che protegge la nostra quotidianità e nutre i nostri sogni, proprio come il pesante e ferreo fusto di un Albero. Noi siamo le sue Foglie… e se credi che la “Forza” che hai citato fin troppo spesso ti possa mettere al di sopra di esso, tanto da non dipendere più dal suo favore, allora inizio a temere che quella Foglia di nome Yato Senju si sia staccata dall’Albero e volata via lontana dalle sue radici. - Non era un’accusa. Ma una semplice analisi delle parole utilizzate da Yato. In cuor suo sperava di sbagliarsi o aver frainteso l’intera situazione.


     
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