Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Waket
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    II - Parola alla Difesa



    Youkai roteò gli occhi al cielo, chiedendosi come avesse fatto a non intuire ciò che per lui era ovvio:

    Uuuh, per non farti fare una figuraccia davanti a tutti nel caso fossero stati d’accordo con il mio pensiero, e non meno importante per non tradire la fiducia di Yato. Non era ovvio? Siamo più o meno amici, se c’è una persona tra queste del quale lui possa fidarsi sono io. E devo dimostrarglielo in qualche modo.

    Toccò poi beccarsi una sgridata, alla quale ribattè ugualmente stizzito:

    Era il mio giorno libero! E ci hai chiamati perché un tizio ti ha guardato storto!! Non importa, non importa. Regole tue.

    Portò le mani avanti, mettendosi poi rigido sull’attenti per qualche secondo, giusto per farlo contento. Purtroppo, con quella camicia completamente aperta sulla schiena non rendeva bene l’idea di un militare così come se lo aspettava il Kage.
    Ascoltò il discorso ragionandoci su. Che motivo ha un genin di odiare uno come lui?

    ...Beh, parecchi motivi. La vera domanda è perché andare a sputarglieli in faccia. Che sia vero o meno, ci rimetterebbe e basta.

    Accumulò tutte le informazioni possibili, cercando di sfuttarle per risvegliare dei ricordi sopiti, ma senza fortuna. Per quello probabilmente sarebbe servito un approccio più pratico. In compenso venne preso alla sprovvista quando lui gli ordinò la missione, lasciando l’albino a bocca aperta.

    Ma… Io non intendevo… Oh, dannazione.

    Borbottò solamente al sentire l’ultima affermazione.

    EY! Ho già ricominciato a fare missioni!! E per la cronaca, quell’arpia di una Fuuyutsuki non mi lascia un attimo di respiro!

    Ma il clone se n’era già andato. L’albino sospirò, riunendosi al resto dei compagni, appena in tempo per sentire la storia del primo incontro tra Yato e l’Hokage. Avrebbe sicuramente sfruttato quella storia per approfondire la loro amicizia e magari estrapolare qualche informazione. Le interrogazioni non erano il suo forte, anche se doveva ancora riscoprire le sue abilità, sentiva che i duelli mentali non facevano per lui.
    Tutti dissero qualcosa, chi più chi meno esauriente, ma Yato si sarebbe ritrovato addosso un oceano di parole, e non una di queste che andasse a suo favore. E Youkai, che ben aveva conosciuto la solitudine durante quei lunghissimi mesi rinchiuso nell’ospedale di Konoha, doveva fare qualcosa per midostrargli che stava dalla sua parte. Difenderlo, almeno un minimo.

    ...Tocca a me? E-ehm. Si schiarì la voce: Beh, non posso che trovarmi d’accordo con tutti loro. Ma capisco le tue motivazioni. Insomma, Raizen...Sama. Non è stato carino da parte sua bullizzare un genin in quella maniera. Ma, allo stesso tempo, il tuo odio è un tantinello sopra le righe. Insomma, occhei, non ti starà simpatico, ma odiarlo così tanto, pur dicendo che seguirai i suoi comandi. Allora non lo odi, ti sta solo un po’ antipatico. Dosa le tue parole. Si avvicinò a lui, confessandogli sottovoce: Pensa, io gli ho mostrato il dito medio e lui me l’ha quasi rotto perché si era offeso. Non è decisamente il tipo con cui litigare.

    Fece spallucce, come rassegnato, parlando solamente con Yato seppur udito da tutti:

    Siamo pur sempre soldati al suo comando. Il peggior dispetto che possiamo fargli è dimostrargli di essere migliori di ciò che crede, costringendolo a mordersi la lingua. Che dici, ce la prendiamo questa rivincita?

    Terminò lì il suo discorso. La sua missione era già iniziata, farsi amico Yato e guadagnarsi la sua fiducia, per scoprire se stava effettivamente nascondendo qualcosa, o se tutta quella riunione era davvero data da un delirio di un Kage troppo diffidente.
     
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