Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Yato Senju
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    Amministrazione di Konoha
    VI
    ::.
    Fine dell'Interrogatorio.::


    Quella Ayuuki sembrava aver deciso di difendere l'Hokage per partito preso e questo non mi rese certo più gentile o disponibile nei suoi confronti, tanto che continuai a guardarla torvo mentre parlava di "fraintendimenti" e "mettere alla prova", ma io sapevo benissimo ciò che avevo visto e vissuto: non c'era stata alcuna prova o tentativo di insegnamento, ma un puro e semplice atto di crudeltà mossa dalla ricerca del divertimento. Un'azione meschina, e a ripensarci non poi così grossa, ma che aveva messo definitivamente il Kage in una cattiva luce ai miei occhi, e questo ovviamente non aveva niente a che vedere col fatto che dovevo ucciderlo. Anche il Kage più buono del mondo, persino fosse stato mio padre, una volta Kage sarebbe diventato il Bersaglio. Se quello attuale era una carogna, poi, la Missione sarebbe stata ancor più soddisfacente, ma nulla di più. Vedo che ti piace parlare per metafore, Ayuuki. Se lei mi dava del tu non avevo motivo di non fare altrettanto. Ma la vita di un ninja non è fatta di metafore. E ho visto più che abbastanza cenere nella mia missione per la promozione da volerla evitare in futuro. Anche se c'era qualcosa, in ciò che aveva detto poco prima, che in qualche modo restò a ronzarmi nella testa: l'odio è un veleno. Avevo detto di saperlo, ma lo sapevo davvero?

    Atasuke parlò di Senju e Uchiha, facendomi inarcare un sopracciglio. Una Genin parla di metafore e un Jonin parla di stereotipi? Il fatto che io detesti l'Hokage non ha nulla a che vedere con il mio Clan. Vero, quell'aspetto era una faccenda puramente personale. E se tutti i Senju e gli Uchiha fossero uguali, dovremmo forse aspettarci un tradimento da voi, Atasuke-san? Ormai ero lanciato e non tenni a freno la lingua, mentre Youkai si avvicinò, sotto una nuova luce ai miei occhi dopo l'essersi appartato con un clone del Kage. Quella del compagnone un po' tonto era sicuramente una qualche forma di maschera, non poteva essere altrimenti. Non sempre le parole possono trasmettere correttamente quello che si prova. Ma anche se apparentemente in contraddizione, io non ho alcun dubbio: servirò Konoha e l'Hokage al meglio delle mie forze. Il fatto che sia una persona sgradevole è solo un fastidio lungo la strada. E ovviamente l'assassinio sarebbe stato, proprio come mi avevano insegnato, l'apice della mia fedeltà al Villaggio.

    L'altro Uchiha invece sembrava particolarmente concentrato sulla faccenda della Mela Marcia (e grazie al cielo, aggiungerei), solo che non avevo risposte per lui. Alle sue domande non potei che chiudere gli occhi e fare un profondo respiro prima di replicare: Come ho detto, non ne ho idea. Non c'è alcun gioco dietro né scherzerei mai su una minaccia del genere. Non so perché la guardia sapesse tanto né per quale motivo mi abbiano lasciato vivere. Il Guardiano in realtà qualche idea al riguardo la aveva, e questo mi fece riflettere. Una...trappola? Possibile... Ammisi, improvvisamente turbato dalle possibili implicazioni di quel punto di vista, che tuttavia stonava con il resto. Ma perché elaborare una trappola del genere coinvolgendo due ninja di basso rango capitati là per caso? Mi sembra fin troppo complesso... Con le informazioni che avevamo in mano non potevamo che cedere alle supposizioni, ed era questo il motivo per cui io, spendibile, chiedevo di poter investigare! Ho presentato rapporto appena tornato a Konoha. Aggiunsi poi, arrossendo appena per l'imbarazzo mentre realizzavo che la mia inesperienza aveva forse pregiudicato le indagini future. Non...non pensavo che si dovesse far rapporto anche al Guardiano per mandare una squadra...non c'era più niente là e io...ecco...

    Pensavo di averlo scacciato, ma quel mostro chiamato inadeguatezza era ancora in agguato con i suoi artigli pallidi e glaciali che mi serravano i visceri e cercavano di trascinarmi nella fossa della disperazione. Non avevo chiamato subito ninja più esperti perché volevo fare rapporto direttamente al Kage, e poi la questione mi era sfuggita di mano. Ma se fossi stato davvero un ninja preparato avrei seguito una via completamente diversa...e questo significava che non ero pronto. Abbassai lo sguardo, sopraffatto dall'improvviso impatto con la realtà. Mi...dispiace. Non si ripeterà... Parole che pesavano come macigni avvelenati che ero stato costretto ad ingoiare. Quante volte ancora avrei dovuto ripeterle? Quante cose ancora avevo da imparare? Il Sensei mi avrebbe dato una mano, ma dovevo cercare insegnamenti in ogni cosa. A stento cercai di mettere da parte il desiderio di seppellirmi, mentre mi imponevo di prendere quell'evento come un modo per crescere ed apprendere. Apprendere da chiunque e in qualunque modo

    Apprendere da Ayuuki che mi spiegava come l'Odio sarebbe potuto diventare un ostacolo.
    Dovevo cercare di controllarlo o tenerlo a bada, e non solo con le parole come le avevo risposto, ma dovevo studiarlo e demolirlo: la Missione non aveva bisogno di emozioni.
    Apprendere da Youkai, che nascondeva chissà quale segreto dietro quella faccia da tonto.
    Dovevo cercare, come lui, di creare maschere perfette con cui celare le mie reali intenzioni.
    Apprendere da Sasori, che era rimasto focalizzato su ciò che riteneva importante nonostante le esortazioni dell'Hokage.
    Dovevo cercare di rafforzare la mia determinazione per evitare di essere sviato dalla Missione.
    Apprendere da Atasuke, che era il più esperto tra tutti i presenti e sapeva come misurare le parole e le azioni.
    Dovevo cercare di crescere come ninja e arrivare almeno al suo livello, solo così sarei stato a un passo dal Bersaglio.

    Le sue parole sull'elezione del Kage si mescolarono a quelle di Ayuuki sull'odio, mentre il mio sguardo si sollevava verso Raizen ed i pugni si stringevano. Lo detestavo per ogni sua azione nei miei confronti, per ogni parola che mi aveva rivolto, e per la sua elezione irregolare. Avrei voluto rispondere che anche a fronte delle sue belle parole su ciò che serviva a Konoha (per inciso, a Konoha serviva solo un ricambio rapido e possibilmente violento del leader, o almeno così mi avevano insegnato), questo Hokage restava per me un abusivo...ma non lo feci. Dovevo controllare l'odio prima che fosse tardi, come aveva detto la ragazza, e quantomeno provai a farlo rinunciando a parlare e sostenere a oltranza il mio punto. Dovevo fare come Youkai, e mettere via tutto. Mi limitai a sospirare e fare un cenno del capo. Avrebbero compreso che restavo sulle mie posizioni, ma che se non altro non ero più disposto a difendere con calore. Cercherò di controllarmi, Atasuke-san. Grazie per questa importante lezione. Dissi con un inchino, che rivolsi anche a Sasori, Youkai e Ayuuki. Il mio viso era tornato serio e impassibile.

    Mi stavo giusto chiedendo chi diavolo fosse Asmodai quando l'Hokage partì in quarta con una sorta di voltafaccia improponibile. Eh? Quello sorrideva, e cominciò, come aveva detto Ayuuki, a parlare di prove, insegnamenti e quant'altro. La mia espressione si fece via via più confusa man mano che parlava, come se non potessi credere alle mie orecchie. Stress? Quello ancora parlava. Giornata libera? E poi ancora sembrava diventato la più affabile delle creature, tanto da lasciarmi praticamente di sale davanti a tutti. In una manciata di secondi aveva spazzato completamente via l'atmosfera pesante che si era venuta a creare.

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    Finii per congedarmi, praticamente buttato fuori come se l'Hokage fosse un rivenditore di carri usati e io il primo allocco di passaggio, completamente disorientato e palesemente spiazzato dal repentino cambiamento nell'atteggiamento del Bersaglio. Stavo quasi barcollando mentre scendevo le scale, dopo aver salutato con un nuovo inchino confuso i presenti. Probabilmente mi avrebbero giudicato un ingrato megalomane se mi fossi lamentato di quel diverso trattamento, e certamente avrebbero potuto sorridere nel vedere come i fondamenti del mio odio venivano dissolti forzatamente da chi li aveva impiantati, lasciandomi privo di certezze. Ma in realtà una certezza la avevo, ed era solidissima (oltre alla Missione, beninteso)

    Non mi ero bevuto una singola parola della sua storiella. Non dopo quello che mi aveva fatto passare. Non dopo le parole passate in mezzo segreto a Youkai.

    Ma avrei giocato al suo gioco, facendo l'idiota se necessario.

    Dopotutto dovevo imparare anche da lui, se un giorno volevo ucciderlo.
     
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