Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. **Kat**
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    III ~ Metafore e Bugie: Riunione conclusa!


    U

    no ad uno tutti i Ninja convocati dall’Hokage esponevano il loro parere, ognuno con il proprio modo di fare e la propria dialettica. C’era chi andava dritto al punto ed invece chi si perdeva in fiumi e fiumi di parole. La Fuyutsuki aveva semplicemente lasciato parlare il suo Nindo e la volontà del Fuoco che ardeva in lei. Quella riunione indetta da Raizen-sama le sembrava più un modo per valutare gli ideali e la fedeltà del Senju che parlare della Mela Marcia o della missione segnalata dal dispotico Genin.
    Sicuramente l’atteggiamento assunto da Yato-kun non aiutava a fidarsi di lui, visto che chi celava entro di sé un così profondo rancore non poteva realmente nutrire sentimenti altrettanto positivi e patriottici per Konohagakure no Sato. L’odio corrompeva ogni cosa e temeva che l’animo del ragazzo prima o poi si abbandonasse a quel sentimento così forte, tangibile e negativo. Era un rischio, che a quanto pare tutti dovevano correre, visto che accusarlo di tradimento per semplici “sospetti” non era adeguato alla situazione.
    Dopo il tradimento della Sorella maggiore, la Fuyutsuki avrebbe potuto cedere alla via della perdizione ed abbracciare il ramo “marcio” dell’Odio contro la propria consanguinea. Eppure non lo aveva fatto, anzi aveva custodito dentro di sé un angolo del suo animo solo i migliori ricordi e momenti passati con la sua oneesan. Li custodiva gelosamente in un muto dolore, tenendo viva la sua immagine, tenendola viva dentro di sé.
    Non capiva lo spropositato astio che Yato-kun nutriva per il suo Hokage, l’uomo che nel bene e nel male incarnava tutti gli ideali del Paese del Fuoco. Forse non era stato scelto dai suoi cittadini, o forse non possedeva modi affabili o garbati con il prossimo, ma restava l’Hokage, il suo Hokage. Sentiva su sé ancora una volta quello sguardo duro e torvo. - Forse hai ragione, Yato-kun. Le metafore non sono affini alla vita Ninja, così reale e crudele in molti casi. Ma forse potrebbe rendere “accettabile” una parte di essa o valorizzare i compiti che siamo chiamati ad adempire. Altrimenti cosa ci differenzierebbe da semplici mercenari o manovali stipendiati? - Inarcò un sopracciglio. Ma forse questa non era la sede più adeguata per discutere della sua visione della realtà. - Attento a non perderti nella durezza e negli inevitabili sacrifici che la carriera da Ninja comporta. -Un piccolo suggerimento.
    Abbozzò un sorriso non appena il Colosso confessò che il Senju aveva appena superato la prova. La Kunoichi della Foglia alzò le spalle e lanciò un’occhiata al ragazzo. A quanto pare aveva ragione. Aveva affrontato dure prove per ottenere la piena fiducia dell’uomo dietro alla scrivania e non si era mai sottratta al proprio dovere anche nelle situazioni più difficili. Quindi tirò, ingenuamente, un sospiro di sollievo quando Raizen-sama confessò che tutta questa situazione era solo un modo per mettere alla prova la lealtà de Senju nei confronti della Foglia. - Sei stato molto convincente. - Proferì con un sorriso. - Una prova snervante. Tipico di Raizen! - Ovviamente omise ogni formalità, visto che il Colosso le aveva espressamente vietato di essere troppo formale. Preferiva l’informalità ed uno sguardo sincero, invece di tante ed inutili parole. A questo punto si distese sulla sedia, che fino ad ora le era sembrata bollente. Sicuramente emettere un verdetto che poteva condannare o assolvere un Ninja di Konoha era una grande responsabilità. Sperava di aver adempito al suo compito nel miglior modo possibile.
    Ascoltò con interesse le spiegazioni di Raizen-sama, che a quanto pare coincidevano con i suoi sospetti. Aveva fatto tutto ciò per poter valutare l’attitudine a sopportare situazioni di tensione psicologica del Senju. Sicuramente un valido motivo per mettere sotto torchio un Genin del Villaggio. Lei era stata avvelenata a tradimento, quindi Yato-kun poteva ritenersi davvero fortunato. Si avvicinò al ragazzo per donargli un colpetto sulla spalla in modo amichevole. - Visto? Devi essere davvero speciale agli occhi di Raizen se ha scomodato così tante persone per la tua prova. A presto.. Yato-kun! - Nonostante tutto l’animo gentile della Fuyutsuki non negò al Senju un caldo saluto. Anche se aveva il sospetto che quel seme dell’Odio prima o poi sarebbe germogliato. O il Veleno che circolava nel suo animo prima o poi sarebbe sfuggito al suo controllo. Una persona in più da tenere sott’occhio. - Andiamo. - Ovviamente non perse l’occasione per ricordare a Youkai-kun che avevano un allenamento da continuare, ma non appena uscirono nel corridoio del Palazzo Amministrativo, Hitomi-san avvertì tutti che l’intero consiglio doveva attendere in un’altra stanza. Sorpresa la Fuyutsuki seguì il gruppo, ed un po’ confusa attese il momento di essere richiamata dall’Hokage.
    Il silenzio che calò in quella stanza portò consiglio alla Kunoichi della Foglia. Probabilmente il discorsetto fatto dal Colosso di Konoha celava qualcosa dietro. Un Test anche per loro? Non era una sorpresa per lei, visto che ogni Capo-Villaggio doveva essere sicuro dei suoi Ninja. Quindi un pizzico di nervosismo si fece largo nel suo animo ed andando su e giù per la stanza riuscì a smorzare un po’ di tensione, senza avere il coraggio di rompere quel silenzio.
    Quando Yato-kun ritornò ai suoi doveri per il Villaggio, uscendo dal Palazzo Amministrativo, furono invitati a rientrare nell’Ufficio dell’Hokage, con un Raizen-sama non affatto tranquillo. Sguardo che incrociò quello dell’uomo. A quanto pare nemmeno lui era troppo convinto della “fedeltà” di Yato-kun. L’ombra del sospetto si era insinuata nell’animo del Colosso ed i suoi ordini furono impetuosi ed autoritari. Non ammetteva repliche. Probabilmente tutta questa situazione lo aveva messo in allerta. - Hai! - Annuì prima di essere congedata. L’umore dell’uomo non era dei migliori, quindi lo lasciò andare via con la porta che sbatté alle sue spalle. Essere Hokage non era semplice, richiedeva anche una buona dose di pazienza. Per ora era meglio per tutti lasciare Raizen-sama ai suoi pensieri. Forse avrebbe potuto preparargli una Tisana alle erbe per distendere i suoi nervi. Forse più tardi l’avrebbe fatta recapitare personalmente sulla sua scrivania, dopo aver concluso il suo allenamento con il Team 12. - Dove pensi di andare? - Fulminò il povero Youkai-kun. - Si ritorna nel Campo di Addestramento! - E non aveva nessuna voglia di essere contraddetta. In ogni caso con le buone o con le cattive avrebbe trascinato l’Albino al campo di Addestramento. Lo attendevano cento flessioni, cento piegamenti, duecento lanci con Shuriken, cinque chilometri di corsa intorno al Villaggio e un combattimento di Taijutsu con la sottoscritta. Tutto ripetuto per dieci volte.


     
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