Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Zakira
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    Dalla prima volta che l’aveva incontrato non aveva mai dubitato di lui. Sembrava un ragazzo abbastanza tranquillo e durante le missioni non aveva mai dato segni di squilibrio. Solo l’ultima volta alternava momenti di assoluta quiete con comportamenti piuttosto insoliti. Ma quegli ultimi, come aveva spiegato anche il sunese alla fine della missione, erano causati dal medaglione. A differenza dell’Hokage, lei si fidava di Shunsui. Non solo perchè facevano parte della stesso team ma anche perchè era uno dei primi genin che aveva conosciuto da quando aveva intrapreso la carriera da kunoichi. Inoltre durante la missione, nonostante l’influenza del medaglione, non aveva mai cercato di rubare il rotolo proibito per portarlo al suo villaggio. Forse il suo obiettivo era un altro o semplicemente non era interessato a quello che c’era scritto al suo interno.
    Sull'ironia dell’Hokage riguardo l’utilizzo della tecnica gli strappò un mezzo sorriso, quasi forzato, che svanì in meno di un secondo. Il suo volto tornò serio non appena ripensò alle conseguenze che la tecnica poteva recare al suo corpo. Non era per nulla preoccupata delle rughe che potevano comparire da un giorno all’altro sul suo volto. Era ancora molto giovane ed fino a quel momento aveva rilasciato il sigillo solamente due volte. Inoltre non aveva bisogno di nessun cosmetico per conservare la sua pelle liscia e senza nessun tipo d’imperfezione. Bastava solo una tecnica per eliminare gli eventuali segni di vecchiaia che stava ancora perfezionando sperando di apprenderla il prima possibile. La sua vera preoccupazione era rivolta al suo stesso organismo. Forse il capo del villaggio non comprendeva che oltre alla sua pelle venivano colpiti anche i suoi organi vitali. Infatti la stessa Tsunade all’interno del rotolo raccomandava di rilasciare il sigillo solamente in casi di necessità poichè l’utilizzo costante portava ad una morte prematura. Una raccomandazione che la giovane Hoshiyama avrebbe seguito alla lettera.
    Nonostante la sua ironia l’Hokage ascoltò le parole della giovane volendo comunque una descrizione della tecnica proibita.

    -Come ho detto una volta rilasciato il sigillo il chakra accellererà il processo di rigenerazione mitotica, curando all'istante qualsiasi tipo di ferita e rigenerando completamente i tessuti danneggiati.-

    Puntò i suoi occhi verde smeraldo nei suoi, sperando di essere stata il più chiara possibile. Aveva da poco appreso quella tecnica e non l’aveva raccontato ancora a nessuno, di quella sua. Nemmeno a suo zio che in realtà non aveva notato minimamente il sigillo romboidale sulla sua fronte. In più era la prima volta che parlava all’Hokage all’interno del suo ufficio e non voleva mostrare la sua insicurezza. Disobbedendo alla sua richiesta, molto probabimente, aveva già dato una brutta impressione su di sè. Ma in quel momento aveva usato la testa e preferiva non accontentarlo che utilizzare quella tecnica proibita inutilmente. Subito dopo la sua spiegazione le parole dell’Hokage l’attirarono particolarmente.

    -Sentirmi in colpa per cosa? Per aver recuperato il rotolo?-

    Già per quale motivo doveva sentirsi in colpa? Aveva portato il rotolo proibito nuovamente nel suo villaggio, senza uccidere nessuno. Quale peso doveva portare Asami durante il suo cammino? Scuoteva la testa cercando di ripercorrere con la mente l’intera missione, mentre lo sguardo era perso e confuso.

    -Io stavo solo svolgendo la missione. Trovare il rotolo in quella circostanza è stata una sorpresa anche per me.-

    Quando aveva visto il rotolo nelle mani di Shunsui nemmeno aveva capito di cosa si trattava. Lui stesso aveva rivelato di non aver capito cosa c’era scritto all’interno di esso. Solo dopo averlo letto capì perchè era tanto incomprensibile per il sunese. Alcuni potevano considerare quelle scritte come delle semplici nozioni di medicina. Ma dopo quasi un anno di studio la diciannovenne sapeva benissimo che quello che c’era scritto su quel rotolo non era medicina di base.

    -Shunsui poteva non mostrarmi il rotolo, portandolo quindi a Suna. Ma non l'ha fatto.-

    Doveva sentirsi in colpa perchè aveva immischiato il suo amico in quella storia?
    In quell’occasione aveva avuto dei dubbi sullo shinobi del Paese del Vento. Inizialmente anche lei, come molto probabilmente si stava domandando anche l’Hokage, non riusciva a comprendere la presenza di quel rotolo al di fuori delle mura del villaggio. Tanto da aprire e leggere il rotolo lontando dagli occhi del giovane genin di Suna. Eppure nonostante tutto lui non aveva mai desiderato rubare il rotolo. Quindi perchè incolparlo?

    -Tra i due, sono io l’esperta nelle jutsu mediche.-

    Si era trasferita a Konoha per quella motivazione. Aveva studiato per raggiungere quell’obiettivo. Ma quando lesse le parole scritte da Tsunade stessa decise di diventare come lei e apprendere i suoi studi sulla medicina.
    Inoltre le nozioni scritte su quel rotolo erano talmente difficili che inizialmente anche per Asami era stata un’impresa comprendere appieno i singoli concetti. Come poteva Shunsui rappresentare una minaccia dato che non aveva compreso la tecnica proibita?

    -Ero la sola a comprendere ciò che c'era scritto.-

    Diversamente come la prima volta, quegli occhi rossi non le incutevano più paura. Era solo un colore, insolito, ma non la terrorizzavano più.

    -Verrò a Suna. Ma non per incolpare il mio compagno di squadra.-

    Lei si fidava di Shunsui e non era per nulla preoccupata della decisione presa dal Kage. Tanto meno non si sentiva in colpa per aver riportato il rotolo al suo posto, coinvolgendo ingenuamente il suo compagno di squadra. Fece una breve pausa prima di proferire nuovamente parola. Quel suo tono deciso l’aveva utilizzato solo con suo padre quando decise di trasferirsi a Konoha. Quasi come una sfida. Ma quella volta era diverso. Non voleva sfidare l’Hokage ma voleva fargli capire che in realtà lei aveva già dato una sua conclusione alla quella storia e nessuno poteva fargli cambiare idea.

    -Voi andrete a Suna con i vostri dubbi… Ma io andrò con le mie certezze.-

    Senza nemmeno un inchino, come recitava la prassi, avrebbe lasciato l’ufficio dell’Hokage, dirigendosi poi verso la sua dimora nella zone est del villaggio.
     
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