Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    Il Momento degli Affari
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    Beh, se vuoi posso venderti anche qualcosa che faccia fare dei trip galattici senza troppe conseguenze sul cervello, ma onestamente pensavo di venderli ad Otafuku ed Iwa...quella roba va forte da quelle parti. Disse innocentemente quando l'altro spiegò che da un bravo avvelenatore si aspettasse qualcosa di più...senza star troppo a pensare che aveva a che fare con qualcuno che teoricamente era preposto a combattere la criminalità nel paese del fuoco. A meno che tu non voglia aiuto per far fuori qualcuno... La mente dello Yakushi era talmente rilassata che poteva partire per la tangente in qualunque momento...ed infatti puntò un dito verso l'Hokage con tutta l'aria di chi ha quasi capito tutto ma gli serve un ultimo indizio per spiegare. Non sarà mica che c'è qualcuno che vuole il tuo posto e vuoi farlo secco?

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    Nulla di più lontano dalla verità, ma vai a spiegarlo ad uno che andava per voli pindarici ed associazioni libere il 98% del suo tempo...tuttavia le successive parole di Raizen spiegarono la situazione molto meglio di quanto non ci si potesse aspettare, tanto che lo Yakushi alzò gli occhi al cielo, riappoggiandosi pesantemente alla schiena della poltrona. Bello mio, tu sei una schiappa in così tanti campi che i veleni penso siano proprio l'ultimo dei tuoi problemi. Arrivederci al mercante che cerca di tenersi buono il cliente. E puoi sognarti che io ti insegni qualcosa che ha anche solo a che vedere con le arti del mio clan...finirei spellato vivo e messo nel sale. Incrociò le braccia, dubbioso.

    Tuttavia...forse c'è una cosetta che potrebbe tornarti utile, ma dovremo spostarci un pò di Konoha ed andare alla Corte. Hai mai sentito parlare della Corte? E' una specie di mercato nero itinerante del paese dell'Erba. In realtà non aveva la minima capacità od intenzione di insegnare ad altri come schermarsi dai valeni...sarebbe stato come se un Jinchuuriki insegnasse tecniche per estrarre demoni ad altri, ma alla Corte poteva procurarsi alcuni ingredienti per un antisiero di lunga durata che avrebbe reso l'Hokage immune ai veleni per un mesetto circa...il tempo necessario per fargli credere che aveva "davvero" imparato a contrastarli. E poi c'erano sempre delle persone strane alla Corte, più che abbastanza per distrarre il massiccio ninja della foglia dal vero obbiettivo dello Yakushi. Comunque devo vedere un attimo se è fattibile, tu guarda pure il mio minuzioso progetto.

    Ascoltò con attenzione il parere del martellatore, la cui abilità stava rapidamente trasformando quell'obbrobrio grafico in qualcosa di effettivamente realizzabile. Ecco vedi? Dietro un bancone non sei una schiappetta. Gli diede quel contentino, anche se era evidente quanto gli costasse fare dei complimenti all'ex-allievo. Certo, sicuramente il progetto originale aveva il mio irresistibile tocco, ma se pensi sia più facile realizzare la spada con le tue modifiche ben venga. Non sembrava intenzionato a considerare fallace la realizzazione che aveva immaginato per la sua idea...ma dopotutto era fatto così.

    Si, si, sei bravo e daccordo....ma qua in cambio di una spada mi chiedi sia veleni che di impiegare il mio preziosissimo tempo per farti ancora una volta da insegnante. Due contro uno. Se vuoi tornare in pari devi darmi qualcos'altro... Disse socchiudendo gli occhi, mentre un'idea abbastanza intrigante cominciava a prendere forma nella sua testa. E credo di sapere che cosa potresti prestarmi per qualche tempo. Sorrise come solo un piccolo diavolo può fare, prima di indicare la porta. L'idiota al cancello. Prestamelo per una missione...voglio insegnargli che rompermi le scatole per una stupidaggine come le armi di un Jonin può costare parecchio caro.

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    Affare fatto








    Raizen alzò gli occhi al cielo quando Febh parlò di trip galattici, del tutto disinteressato dall’offerta, quasi offeso.

    Trip galattici.
    Dai, ma ti sembro il tipo?
    No no, ho tutt’altri vizi, e mi serve essere ben presente se voglio soddisfarli.


    Alla successiva affermazione invece rispose con un sorriso e uno sbuffo divertito.

    Mentre a quelli ci penso con i cazzotti.

    Ascoltò poi tutte le parole di Febh, annuendo di quando in quando.

    Beh, ora non esagerare, questo siero non l’hai prodotto da un pezzo, praticamente un avanzo di magazzino che ora stai cercando di far fruttare.
    È un capitale fermo a cui sei riuscito a dare una destinazione, insomma, non dico che vale zero vista la qualità, però ecco, non dovendo spendere ore di lavoro appositamente il tuo guadagno sale.
    Insomma, mi dai vecchiume anziché soldi veri, mentre le materie prime ed il tempo che io devo spendere per la tua spada non perdono mai valore.
    Giusto per mettere in chiaro la questione monetaria.


    Concluse con occhi chiusi ed una faccia che non si prendeva poi troppo sul serio.

    Comunque va bene, devo giusto rivedere un pelino qualche impegno, ma posso liberarmi abbastanza in fretta.
    Ti consegnerò l’arma a fine missione, giusto per comodità.


    Tirò un respiro prima di parlare di Atasuke.

    Per l’imbecillotto invece… bof, non saprei, potrei pure, ma lo rivoglio intero.
    Malconcio, ma funzionante.
    Sto cercando di levargli la scopa di culo da non sai quanto tempo, ma non posso farci nulla, stringe le chiappe con la forza di un demone, se magari ti riesce a te mi fai un favore.


    Tese una mano verso Febh come a cedergli il compito.

    Dammi qualche giorno per organizzarmi, e visto che è un mercato itinerante individualo nel mentre, intanto potrai tranquillamente essere mio ospite.
    Sei un amministratore dopotutto, puoi andare un po’ ovunque con la scusa della diplomazia.
    Fatti un giro, divertiti, ma non strafare troppo, non vorrei fare la figura del ciccione ingordo che mette pure le penne sul conto del villaggio.


    Si sarebbero accomiatati se Febh non avesse avuto null’altro da aggiungere, in modo da dare a Raizen il tempo di organizzarsi e spostare a dovere gli appuntamenti e riassegnare qualche piccolo incarico.
     
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    Pfff, cazzotti. Ti ho visto combattere e dai pugni come una donnetta. Scommetto che sono poco più che carezze, nonostante tutto l'impegno che ci ho messo per insegnarti a controllare il chakra in grazia di dio. Scosse il capo con l'aria di chi disapprova sentitamente, a braccia conserte...probabilmente senza tenere esattamente in considerazione quanto fossero brutali e al limite dell'omicidio i metodi d'addestramento che aveva propinato a Raizen e agli altri suoi allievi nel corso degli anni. E comunque non sono avanzi di magazzino, li ho fatti col preciso intento di vendere, figurati se uno bravo come me può sbagliare le dosi e fare cento volte più dosi di quelle previste, ahahaahahah! La risata suonava talmente falsa che una confessione vergata col sangue sarebbe stata meno efficace in tribunale, comunque mentre fingeva ignoranza sudando copiosamente lo Yakushi pensò bene di cambiare argomento.



    A fine missione? Daccordo, ma non pensare che sia qualcosa di pericoloso, dobbiamo solo fare un pò di spesa e parlare con un paio di santoni. Non che fosse una prospettiva tra le più allettanti messa a quel modo. Il discorso cambiò rapidamente quando l'Hokage acconsentì al breve prestito di sottoposti. E non temere, ti risulta che io abbia mai danneggiato qualcuno sotto la mia supervisione? Meglio che nessuno rispondesse mai a quella domanda. Certo, voglio che impari una bella lezione quindi gli darò un qualche scopo terribilmente umiliante e possibilmente disgustoso così vedrò bene di cambiare registro la prossima volta che ci vedremo. Congiunse le mani per la punta delle dita, ridacchiando con malvagità. Uhuhuhu! La scopa nel culo si scioglierà come neve al sole! MWAHAHAHAH!

    Era il momento dei saluti. Febh si alzò dalla poltrona getando un'ultimo sguardo malvagio in direzione del Gate, e poi rispose all'Hokage con noncuranza. Ah, non serve individuarlo, chi è già stato alla Corte troverà sempre la Corte, e chi non c'è mai stato può sempre essere invitato da qualcuno che sa dov'è. Non aveva spiegazioni migliori da dare...quell'evento era decisamente anomalo ed incomprensibile persino per Febh Yakushi. E comunque ho soldi con me, non serve che paghi per i miei pasti o per l'alloggio! Replicò alla battuta sui conti (era davvero una battuta?), non comprendendo che l'altro parlava dei danni collaterali...in qualche modo la mente dell'Amministratore lo proteggeva sempre dalle informazioni potenzialmente dannose. Ci si vede!

    Sarebbe uscito dall'apertura nel muro che aveva aperto lui stesso all'arrivo. Visto che è comodo? Dovresti ringraziarmi per questa finestra alla moda! E con un salto fu lontano.
     
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    Parlato Kiyomi

    Non molto tempo era passato da quando Kiyomi aveva lasciato il proprio villaggio natio per trasferirsi a Konoha, dove avrebbe potuto trovare il modo coronare il suo sogno. Insieme alla sua fedele domestica aveva preso possesso di uno dei tanti appartamenti al centro del villaggio, pagato ovviamente dai suoi genitori, i quali pensarono di non opporsi a quella inaspettata decisione presa dalla loro unica figlia.
    In pochi giorni era riuscita a trovare un abitazione decente con un panorama che non affacciasse su un muro, e al contrario delle aspettative di tutti, soprattutto di Hanako, si accontentò di una casa neanche molto grande rispetto ai suoi soliti gusti eccessivi e dispendiosi, facendosi spedire giusto un po' più dello stretto indispensabile per vestirsi ed arredare la casa al meglio. Forse la vera Kiyomi non era quella che tutti erano abituati a vedere.



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    Quel giorno uscì di casa di buon mattino con uno dei nuovi abiti che aveva cominciato ad adottare da quando si trasferì nel suo nuovo villaggio, più attillato e che non le impediva i movimenti durante un combattimento, lasciando più parti del corpo scoperte, quindi decisamente più provocante. Ormai stava iniziando a calarsi sul serio nella parte della kunoichi, ma prima di tutto sarebbe dovuta andare a parlare con l'Hokage come concordato per sistemare le ultime faccende burocratiche per ufficializzare la cosa, quindi si avviò verso il suo ufficio camminando a passo deciso ed a testa alta, attirando gli sguardi del vicinato e di tutti gli uomini della strada che ancora non si erano abituati a veder passare da quelle parti la nuova avvenente ragazza venuta da Oto.
    Sotto il sole di Konoha camminò con calma ed ondeggiando lungo le strade che ancora stava imparando a conoscere bene, passeggiando tranquillamente in cerca di indicazioni per la sede amministrativa e dando un'occhiata in giro anche per scorgere nuovi negozi che le erano sfuggiti. Da quando si trovava lì aveva iniziato ad adattarsi sempre di più ad avere meno agiatezze ed abituarsi alla situazione, ma di certo non aveva rinunciato ai piccoli piaceri superflui di cui non aveva mai saputo fare a meno.
    In qualche modo stava diventando più indipendente, lasciando anche a casa Hanako per le faccende di piccolo conto come quelle (per la grande gioia della piccola diciottenne), ma non aveva sicuramente perso il suo modo di fare snob, non degnandosi neanche di guardare i ragazzi che si prendevano un ceffone dalla loro partner per averla fissata, continuando a camminare imperterrita per la sua strada con sguardo fiero e soddisfatta come sempre delle emozioni che la vista del suo corpo perfetto scatenava negli uomini.
    Egocentrica, vanitosa ed ora anche selvaggia ed in grado di usare le armi. Dopo essere finalmente arrivata al cospetto della montagna con i volti degli hokage, si fermò per un attimo ad osservare quello rappresentante l'attuale, solo per accorgersi che continuava a non piacerle, ma almeno non meno delle altre volte che lo aveva visto, dopodiché continuò il suo cammino, entrando senza esitare nell'edificio che aveva difronte.
    Mha... cosa ci troveranno di bello in una grande e deforme faccia di pietra non lo capirò mai.
    In breve arrivò al piano dov'era situato l'ufficio dell'Hokage, bussando alla sua porta, e solo dopo aver ricevuto il permesso di entrare sarebbe infine arrivata in quella stanza così angusta e piena di scartoffie da farle venire il mal di testa solo a guardarla. Dietro la scrivania c'era lui, l'uomo più potente del villaggio e al quale si era concessa tempo prima per poter ottenerne ottenere dei favori in cambio, ma che col tempo si era abituata a vedere, sentendosi un po' sua complice e libera da piccole formalità che secondo lei non si addicevano al loro rapporto ben più intimo. Infatti, solo se avesse trovato qualcun altro nella stanza lo avrebbe salutato con un cortese saluto e si sarebbe fermata lì in attesa di istruzioni, mentre se fosse stato solo si sarebbe lasciata ad un espressione molto più informale, dopo aver chiuso la porta dietro di sé.
    Ciao Raizen-san. Disse avvicinandosi lentamente alla scrivania sorridendo ed appoggiando la mano destra su di essa.
    Come va? Sempre pieno di lavoro?
     
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    Quando Kyomi bussò alla sua porta era intento a rovistare tra un mucchio di fogli non indifferente, era quasi alienante vedere Raizen districarsi tra le carte con quella facilità, pareva che dopotutto si stesse abituando a quel ruolo, anche se lo faceva purtroppo a modo suo.
    Disordinatamente e caoticamente.

    Hitomi, mi spieghi perché improvvisamente ho tutto questo lavoro da sbrigare?
    Non ero stato chiaro sulla divisione dei compiti?
    Se mi arrivano troppe richieste importanti che serve che qualcuno le selezioni?


    Beh, arrivano quelle che soddisfano le sue direttive.

    E sono troppe!
    Dovrei rivedere quelle direttive…
    …no, non voglio rivederle.


    Alzò la testa dai fogli, battendo un pugno sulla scrivania, senza reale sentimento.

    Altrimenti il crimine dilaga, serpeggia!

    Disse mentre mimava il gesto di un serpente col braccio verso la porta che si stava aprendo.

    Oh, Kyomi.

    Disse lievemente sorpreso.

    Entra pure.

    Estrasse dalla pila di documenti un foglio di un colore verde pallido in cui Kyomi avrebbe potuto vedere alcune delle sue generalità.

    Allora, direi che dobbiamo ufficializzare i…

    Si guardò attorno lievemente a disagio, non gli piaceva troppo dire al mondo di ciò che faceva nel suo tempo privato, in realtà non gli andava di dirlo mai, solo se la situazione lo rendeva necessario.

    …nostri accordi.

    Disse in tono conclusivo guardandola sott’occhi.

    Dobbiamo solo inventarci una buona scusa, ma non so se conosci Febh Yakushi, io qualche idea la ho, ma non sarebbe divertente, per cui hai carta bianca.
    Da quella porta entrerà l’amministratore di Oto, sappi che le donne di polso riescono a metterlo facilmente sotto, ha una naturale inclinazione all’azzerbinaggio.
    Valuta bene le tue mosse.


    Si adagiò sulla poltrona, aspettando che Febh arrivasse, porta, finestre o muri non importava, gran parte dell’arredamento era stato lievemente modificato per quell’occasione, se l’otese l’avesse presa troppo a male più di un elemento d’arredo avrebbe preso sciolto la henge rivelandosi per ciò che era: cloni di Raizen.
    Prendere il toro per le corna era il primo passo per calmarlo… giusto?
     
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    Il Momento dei Preparativi
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    Uno dei passatempi preferiti di Febh Yakushi era non fare assolutamente niente, ciondolando come un idiota da qualche parte nell'intervallo tra due dormite. Quello che invece riteneva essere il suo scopo nella vita era dare fastidio agli altri. Per questo si era appostato come un vecchietto vicino ad uno degli ultimi cantieri per la ricostruzione del villaggio dopo l'attentato terroristico di un anno prima, dando indicazioni rumorose ed estremamente irritanti a tutti i lavoratori che passavano di là. E va detto che era assai più bravo a distruggere che a costruire...infatti quando, non visto, utilizzò le sue tecniche di rotazione per serrare a distanza un bullone che gli sembrava fissato male, finì per far crollare involontariamente mezza impalcatura, con ferite multiple ai poveracci che stavano cercando di risistemare il villaggio della Foglia.

    A quel punto si sarebbe allontanato fischiettando, con aria innocente.

    Il pomeriggio invece lo dedicò alla sua seconda attività preferita: la vendetta crudele ed esagerata per affronti insignificanti agli occhi dei più. Uno studentello lo aveva bagnato con un suo jutsu mentre stava per atterrare, finendo per farlo sbattere sulle mura dell'Amministrazione. Per quanto questo avesse causato l'apertura di una pregevole nuova realtà architettonica (e lo Yakushi era più che certo di aver lanciato una moda), comunque restava il fatto che era stato bagnato a tradimento da una specie di pistola ad acqua e questo richiedeva una terribile e funesta rappresaglia.

    Nel giro di qualche ora rintracciò i due ninja in addestramento, offrendosi come loro sensei in qualità di Jonin Otese di grande esperienza nell'ambito di uno scambio culturale. Stava giusto insegnando loro come arrampicarsi sui muri, ovviamente nel modo più sbagliato possibile così da vederli cadere più e più volte, possibilmente di testa, quando gli sovvenne che lo scemotto su in amministrazione non gli aveva dato un giorno specifico per il loro viaggetto a Kusa. O se anche me lo ha detto non me lo ricordo per nulla. Commentava dopo aver lasciato i due sfortunati neoallievi ad "allenarsi" al camminare sui muri con delle ventose sotto le piante dei piedi e dei pesi di diversi chilogrammi appesi ai polsi. Voi continuate che così va bene. Un paio di giorni e ci sarete di sicuro. Li salutò, raggiungendo in fretta l'amministrazione e dimenticandosi per sempre della loro esistenza.

    [...]

    EHILA'! Aprì la porta dell'ufficio dell'Hokage con un calcio ben poco attento all'etichetta, entrando con una voluminosa cesta piena di verdure di vario tipo. Non mi avevi detto che il verdurame costa una miseria da queste parti. Ne manderò un pò a casa con una lucertola. La Vecchia ne sarà entusiasta. Poi si fermò, posando la cesta su un tavolino-clone. Hai cambiato arredamento? Soldi da buttare, eh? Scosse il capo. Che razza di accordi commerciali avete? Noi perlopiù prendiamo roba locale da quei quattro dementi che osano coltivare nel Bosco dei Sussurri...e comunque... Squadrò Kiyomi, che sembrava aver notato solo in quel momento, ma poi passò nuovamente all'Hokage. Come mai sono qui? Se ne era scordato, l'idiota.

    E tu non dovresti essere ad Oto? Tornò sulla ragazza inclinando il capo lateralmente, prima di schioccare le dita. Ah, si la Corte di Kusa! Mi pare di aver sentito che sarà in un piccolo mausoleo questa volta, in un cimitero campestre non troppo lontano dal confine con il Paese del Fuoco. Battè le mani. Piantala con quelle scartoffie che lo sappiamo tutti che non sai leggere e muoviamoci. Il concetto di "sistemo le mie cose e poi ci organizziamo" che Raizen aveva esposto gli era entrato da un orecchio ed era uscito dall'altro, visto che era tornato alla carica dopo nemmeno ventiquattr'ore. Poi nuovamente su Kiyomi. No, sul serio però, questa pivellina è di Oto, ne sono sicuro, la avevo mandata in missione qualche tempo fa. La migliore amica di quella piantagrane di Nakora, no? Ricordava, ma come sempre ricordava a modo suo...
     
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    II


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen
    Parlato Febh

    Come al solito, sembrava super impegnato a compilare scartoffie nel suo piccolo ufficio, ma alla vista della ragazza cominciò volentieri a discutere con lei delle loro questioni, sebbene sembrasse un tantino in imbarazzo. Eppure non era sembrato tanto timido quando la rapì come un fulmine al gate del villaggio diverso tempo prima, ma Kiyomi non volle farci caso, poiché evidentemente la sua posizione di kage gli avrebbe potuto creare dei problemi.
    A quanto disse, si sarebbe presentato a breve l'amministratore di Oto, che lei aveva già conosciuto tempo addietro, per parlare proprio di quella questione ed avrebbero dovuto inventarsi una scusa, dato che non potevano certamente rivelargli la verità dei fatti.
    Da quella porta entrerà l’amministratore di Oto, sappi che le donne di polso riescono a metterlo facilmente sotto, ha una naturale inclinazione all’azzerbinaggio.
    Valuta bene le tue mosse.

    Quell'ultima cosa la mise un po' più a suo agio e contemporaneamente a disagio per la paura di poter dire qualcosa di sbagliato. Non ricordava molto bene l'uomo con cui avrebbe dovuto avere a che fare, ma se era sul serio come glielo descrisse Raizen, non avrebbe dovuto avere problemi a risolvere in fretta la faccenda.
    Bene. Lascia fare a me.

    Nell'attesa che si facesse vivo, si accomodò sul bordo della scrivania dell'Hokage rimanendo comunque coi piedi poggiati a terra e a gambe incrociate per coprire intimità decisamente troppo esposte in quella posizione, ma per fortuna non ci volle molto perché un curioso ragazzo irrompesse nella stanza con un cesto di verdure in mano. Kiyomi ci mise poco a riconoscere in lui quello che mesi prima l'aveva spedita in missione, ma non si mosse dalla sua posizione né lo saluto neanche quando questi si accorse di lei e la squadrò per qualche istante, in quanto quest'ultimo sembrava non voler interrompere la sua parlantina, e rimanendolo a fissare fino al momento in cui avrebbero potuto parlare di cose serie.
    E tu non dovresti essere ad Oto?
    La scena sembrava alquanto assurda e allo stesso tempo ridicola, in quanto il buffo ometto non diede neanche tempo alla ragazza di poter rispondere, che subito tornò a parlare delle sue faccende con l'Hokage. La ragazza non poté far altro che restare ad osservarlo, così da capire un po' meglio che tipo di persona gli stesse davanti, ed un particolare interessante sembrava essere la sua soglia di attenzione pari a quella di una mosca. Mentre attendeva il momento in cui avrebbe potuto prendere parola rimase in silenzio a pensare che forse convincerlo a lasciarla lì dov'era non sarebbe stato così difficile come pensava, magari non facendola sembrare una faccenda così importante cercando dei motivi molto vaghi.
    No, sul serio però, questa pivellina è di Oto, ne sono sicuro, la avevo mandata in missione qualche tempo fa. La migliore amica di quella piantagrane di Nakora, no?
    Finalmente sembrava essersi concentrato su di lei, anche se ci aveva messo non poco, ma la prima domanda che gli pose la lasciò leggermente spiazzata, essendosi praticamente dimenticata del nome di quella ragazza che la affiancò in quella missione.
    Nako-chi?! Ah si, quella ragazza vestita da prostituta. No, non la vedo da quel giorno e francamente non mi interessa. Disse con molta indifferenza, come se quei particolari non le appartenessero, ed in effetti non ci aveva mai dato peso e non avrebbe di certo cominciato a farlo in quel momento. Sebbene anche lei avesse cominciato ad adottare da un po' di tempo abiti che le concedevano più libertà di movimento, continuava a considerarsi elegante, in quanto qualunque cosa indossasse lo faceva con un certo stile.
    A quel punto, però, sembrava giunto il tempo di parlare di quella faccenda per cui si era scomodata a recarsi in quell'ufficio, per quanto la vista fosse molto più gradevole di quella di casa sua. Continuò quindi a parlare con l'amministratore di Oto mantenendo un tono quasi disinteressato e non lasciando la sua comoda postazione.
    In effetti mi sono trasferita qui solo qualche settimana fa, credevo lo sapesse, visto che credo proprio di averlo comunicato all'amministrazione di Oto, amministratore-sama.
    In ogni caso avrei bisogno che lei mi ufficializzasse la cosa, così da permettermi di poter svolgere qualche incarico qui. Una ragazza deve pur guadagnarsi qualcosa per vivere, no?

    Se le fosse stato chiesto il motivo di quella decisione, avrebbe optato per la parte della ragazza che era stata costretta a seguire il suo cuore, facendo gli occhi languidi e toccandosi procacemente il petto per distogliere provare a fargli distogliere l'attenzione dalle sue parole.
    Oh bé, ho conosciuto qui un uomo molto speciale che mi ha proprio conquistata. E' il mio unico amore e non avrei resistito a vivere senza di lui
    Se le fosse stata posta qualche domanda in merito a quel fatidico amore, avrebbe ripreso il tono indifferente, rispondendo con molta nonchalance.
    Chissenefrega, l'ho mollato. Era diventato troppo appiccicoso e io ho bisogno di respirare molta aria. E qui a Konoha c'è aria molto buona, ecco perché sono rimasta.
    E poi le verdure costano davvero poco, non crede? Le verdure fanno bene.
     
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    Ho capito, ho capito, ti ha fregato il ragazzo. Risposte con allegria quando Kiyomi sparò a zero su Nakora, solo per poi entrare in un labirinto di pensieri privi di ogni fondamento ma dagli effetti deleteri che vide bene di esprimere a voce alta. Beh, evidentemente è stata più seducente di te. Poi si accigliò. Un attimo, però, il ragazzo di Nakora è Devecoso...quindi tu stavi con Devecoso...e l'idiota non mi ha detto nulla. Strage di cuori tra le pivelline di oto, che razza di canaglia! Mise le mani sui fianchi, con aria oltraggiata. Gli basta un ruolo insignificante come quello di Guardiano e subito va in camporella con tutte le studentesse che gli passano davanti...oh, ma soffrirà per questo. Probabilmente il Guardiano dell'East Gate avrebbe in quel momento percepito una terribile sensazione di pericolo, ma non c'era modo di verificarlo. Invece la punta di gelosia nelle parole di Febh era più che evidente, anche se lo avrebbe negato fino alla morte. Comunque fece per posare una mano sulla spalla di Kiyomi. Tranquilla, se ti ha mollato è perchè è un farfallone, ma lo punirò per questo...in effetti preventivavo di punirlo in ogni caso giusto per mantenere alto il livello di guardia, ma una scusa fa sempre comodo.

    A quel punto le cose si complicarono, perchè sull'equivoco che aveva generato tutto da solo si montò qualcosa che non rientrava esattamente nei suoi canoni di tolleranza (già abbastanza caotici da soli). Trasferita? Ci fu come il rumore di una frenata con tanto di segni sull'asfalto nella sua testa, mentre lo Yakushi sgranava gli occhi. No, no, no frena un attimo! Mise le mani in avanti, quasi ad intimare alla ragazza di rallentare. Trasferita? Non esistono trasferimenti tra i villaggi ninja, non siamo mica succursali di un'azienda, che diamine! Puntò un dito verso la ragazza. Questa è la confessione di un Tradimento. E poi verso l'Hokage. E TU avresti dovuto dirmelo! L'era in cui bastava un documento per abbandonare un villaggio da studenti è passata! Aveva iniziato ad irritarsi, digrignando i denti. Non pensate nemmeno per un secondo che non ci saranno conseguenze per questo...ma prima...

    Allungò entrambe le mani cercando di poggiarle pesantemente sulle spalle della ragazza [Azione]Velocità Nera, con i pollici estremamente vicini alla sua fragile gola...salvo improbabili salvataggi, all'amministratore sarebbe bastato un minimo movimento delle dita per spezzarle il collo. Tu...hai tradito Oto, no? Tu... Febh stava cominciando a tremare, quasi come se stesse tenendo a freno a stento le emozioni, che tuttavia alla fine emersero senza limiti.

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    Con le lacrime agli occhi cercò di consolare quella che per lui era una donna dal cuore spezzato. Non devi tradire il villaggio solo per colpa di quell'idiota! E da raffinato conoscitore della psiche femminile scelse poi le parole migliori da pronunciare in situazioni come quella che pensava si stesse svolgendo. Non sei proprio da buttare...sono sicuro che se ti impegni e migliori te stessa almeno un poco troverai qualcun'altro, ma anche ad Oto puoi trovare un modo per essere più attraente! La avrebbe lasciata andare, asciugando le lacrime con un dito ed indurendo la sua espressione, che per una frazione di secondo divenne realmente pericolosa e trasudante istinti omicidi. Non temere...Devecoso la pagherà cara.

    Ironicamente Febh non avrebbe fatto in tempo a punirlo perchè poco dopo il ritorno ad Oto dell'Amministratore sarebbe avvenuto il fattaccio all'East Gate, ma sorvoliamo...a Kiyomi si era appena presentata un'opportunità unica per farla franca...doveva solo dosare bene le sue parole.
     
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    Love story






    Stava per rovesciare addosso a Kyomi una sequela di quel genere di insulti che il cervello del vessato tende a rimuovere per preservare la propria integrità quando, incredibilmente Febh abboccò.
    Sbarrò gli occhi qualche secondo, ma fortunatamente l’otese stava dedicando tutte le sue attenzioni alla studentessa e non potè notarlo.

    Febh, non sei capitato qui del tutto casualmente dopotutto.
    Non te l’ho nascosto, ho semplicemente scelto di dirtelo così, non mi sembrava giusto sminuire i sentimenti di una giovane donna con un freddo foglio di carta imbrattata da burocrati.


    Un tono particolarmente sentito, frutto di una minuziosa e centellinata recitazione.

    Tuttavia, voler rinfrescare le sue ferite, farla tornare al luogo dell’abbandono, dell’incertezza, soltanto per un vezzo amministrativo mi sembra troppo esagerato, non saremmo più come un tempo, ma un po’ di elasticità non fa male, no?
    Dopotutto è una studentessa, Oto gli ha dato poco, forse nessuno dei suoi segreti.
    Sii comprensivo, fugge dai suoi dolori…


    Tono basso, inusuale per Raizen, ma sentito, era percepibile il suo disagio nell'utilizzarlo, ma doveva farlo un momento simile richiedeva comprensione anche da un elemento come lui dopotutto. Si era alzato mentre parlava ed aveva poggiato una mano sulla spalla dell’otese, gentilmente, come se lo invitasse a riflettere, chiudendo gli occhi come se il suo fosse il più saggio tra i consigli.
    Probabilmente, dentro di lui, più di un organo stava collassando per lo sforzo immane di trattenere le risate.
    Se si pensava poi che l'uomo ad aver consolato Kyomi era proprio lui la cosa assumeva un ulteriore sfumatura.
     
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    The new girl in town

    III


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen
    Parlato Febh

    Ormai la situazione era sempre più confusa, ed ogni parola di Kiyomi apriva nuove discussioni sempre più complicate, a cui ella stessa faticava a stare dietro.
    Un attimo, però, il ragazzo di Nakora è Devecoso...quindi tu stavi con Devecoso...e l'idiota non mi ha detto nulla. Strage di cuori tra le pivelline di oto, che razza di canaglia!
    Era cominciato come un piano per abbindolare l'amministratore di Oto, cercando di confonderlo, ma in quel momento era lei che ci capiva sempre meno.
    E adesso chi cazzo è Devecoso?
    Non aveva la minima idea di cosa stesse parlando, né di chi stesse parlando, ma tantomeno le importava, quindi con una certa indifferenza acconsentiva a tutto quello che le veniva detto, sperando di arrivare presto al punto della questione.
    Tranquilla, se ti ha mollato è perchè è un farfallone, ma lo punirò per questo...in effetti preventivavo di punirlo in ogni caso giusto per mantenere alto il livello di guardia, ma una scusa fa sempre comodo.
    Per me va bene, grazie. Se lo merita.
    Nell'attimo in cui le mise una mano sulla spalla si sentì leggermente a disagio che un uomo la toccasse con così tanta disinvoltura, ma se poteva servire a rendere le cose più realistiche doveva cercare di non farsi problemi.
    Subito dopo, il momento delle faccende importanti arrivò, ma per qualche motivo, l'amministratore di Oto non sembrava molto propenso a l'idea di trasferimento della ragazza, prendendola decisamente in malo modo e cominciando ad alzare la voce. Cominciò ad alterarsi sempre di più, puntando il dito contro di lei e poi verso Raizen, incolpandoli addirittura di tradimento, e la ragazza continuò a guardarlo con sguardo sempre più perplesso, non capendo se stesse facendo sul serio o fosse un altro lato ancora del suo carattere scombinato.
    Non sapeva perché, ma per quanto stesse dicendo parole pesanti non riusciva a prenderlo sul serio. L'unico momento in cui davvero cominciò a temere che si fosse arrabbiato sul serio, fu quando le mise le mani attorno al collo più in fretta di quanto lei potesse accorgersi, temendo per un attimo di essere in pericolo, ma a quanto pare un'altra delle 400 personalità di Febh prese il sopravvento e lo bloccò.

    Improvvisamente cominciò a versare lacrime come se stesse assistendo ad una novela strappalacrime, e Kiyomi tornò a guardarlo in modo quasi pietoso. Non riusciva a credere che poche semplici parole dette nella più totale indifferenza furono riuscite a causare così tanto casino, dato che tutto era partito dal modo in cui la ragazza definì Nakora, di cui a malapena si ricordava. Raizen sembrò voler approfittare subito della situazione, rincarando la dose di scuse con assurdi dettagli, e che in effetti a quel punto anche Kiyomi trovò un'idea da sfruttare, cercando di sorvolare su tutte le offese che quel ignobile ragazzo le stesse facendo.
    Non sei proprio da buttare...sono sicuro che se ti impegni e migliori te stessa almeno un poco troverai qualcun'altro, ma anche ad Oto puoi trovare un modo per essere più attraente!
    Brutto figlio di..
    Tuttavia, voler rinfrescare le sue ferite, farla tornare al luogo dell’abbandono, dell’incertezza, soltanto per un vezzo amministrativo mi sembra troppo esagerato, non saremmo più come un tempo, ma un po’ di elasticità non fa male, no?
    Dopotutto è una studentessa, Oto gli ha dato poco, forse nessuno dei suoi segreti.
    Sii comprensivo, fugge dai suoi dolori…

    A quel punto non le rimaneva che continuare a reggere il gioco e riprendere la scena strappalacrime, quindi fece appello alle sue doti da attrice e sfoderò ancora una volta il suo sguardo pieno di lacrime, facendo tremare il labbro inferiore e guardando altrove con aria distrutta per dare l'impressione che non volesse ricordare quelle brutte cose che le erano successe.
    Mi dispiace creare tanto disturbo, Febh-sama. Non mi interessa se Devecoso sarà punito, io non ce la faccio a tornare indietro.
    A quel punto aggiunse anche il tocco finale, cominciando a parlare con un groppo in gola e la voce strozzata, tenendo lo sguardo basso.
    Il solo vedere quel villaggio mi fa tornare in mente troppi brutti ricordi, ho bisogno di un po' di tempo. E questo posto mi...fa sentire così al sicuro.
    Ma guarda un po' che situazione di merda.
    Quell'ultima frase la disse guardando dritto negli occhi l'amministratore, asciugandosi delle finte lacrime ed aspettando che a quel punto dicesse lui qualcosa, ma se avesse visto ancora dei tentennamenti da parte del ragazzo, avrebbe detto con finto rammarico... Oh, forse chiedo troppo, ma fare la kunoichi è l'unica cosa che mi distrae da tutto il resto. Ma...se proprio non è possibile...
    Sperando che non dovesse continuare oltre quella farsa, del tutto opposta al suo vero carattere, rimase in attesa che qualcuno parlasse per decidere cosa fare.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Il Momento dei Preparativi
    III


    Se Kiyomi pensava che una recita potesse imbrogliare Febh Yakushi allora sbagliava di grosso. Febh Yakushi era perfettamente capace di imbrogliarsi da solo senza interventi esterni...anche se l'intervento di Raizen rafforzò a sufficienza la situazione, permettendo una risoluzione senza eccessivi spargimenti di sangue. Si...penso di capire... Disse lasciando andare la ragazza quando l'Hokage si mise in mezzo. A giudicare da come tremava era evidente che anche il colosso aveva un cuore. Quello che l'otese non sapeva era che quel cuore stava per esplodere per lo sforzo sovraumano di trattenere le risate.

    A quel punto ci si mise Kiyomi, col suo labbro tremulo, al quale lo Yakushi distolse lo sguardo, in un gesto terribilmente teatrale. Daccordo, daccordo. Posso comprendere...ma ricorda che per te le porte di Oto sono sempre aperte. Avrebbero formalizzato la cosa in seguito, dopotutto bastava un qualche documento...ed essendo ancora una studentessa, Kiyomi non aveva nessun coprifronte da rigare. Solo...ricorda che non puoi insegnare nulla di ciò che hai appreso ad Oto. E qui ci fu una nota tagliente nel suo tono. Idiota si, ma con qualche limite. Se lo farai i tuoi sentimenti passeranno decisamente in secondo piano Asciugò l'ultima lacrimuccia prima di voltarsi verso l'Hokage che stava là accanto.

    Dunque...dove eravamo rimasti? Ah, si. Molla queste quattro scartoffie ed andiamo! La Corte sta a non più di quattro o cinque ore se andiamo a dorso di lucertola....dovremmo farcela per il tramonto, ed è proprio il momento in cui apre. Sembrava aver cancellato completamente Kiyomi e quanto era appena successo dalla sua sfera cosciente. Ci sono un paio di cose che è bene che tu sappia subito: la Corte non è un posto per gente per bene, ma anche i peggiori farabutti evitano di fare casino là dentro. Niente Accademia o Villaggi. Inoltre per qualche misterioso motivo la Henge non funziona, così come qualunque jutsu per mascherare la propria identità od il proprio chakra, quindi solitamente ci si mette una maschera...sono TUTTI mascherati alla Corte, si fa finta di non riconoscere qualcuno anche se è evidente la sua identità e nessuno porta il coprifronte.

    Io ho il mio travestimento... Disse tirando fuori un becco da papero che forse Raizen avrebbe ricordato come estremamente simile a quello del kappa con le fattezze di Febh che lo aveva accompagnato in una missione molti anni prima, per poi indossarlo. Gli stava storto esattamente come era storto quello del Kappa. Lo uso da anni e sono molto conosciuto da quelle parti quindi non avremo guai. Non si faceva casino alla Corte nel senso che non si portavano arresti, vendette, omicidi e roba pesante, ma le risse erano all'ordine del giorno...se non del minuto, ed il ninja col becco era noto per essere uscito da più risse di chiunque altro.

    jpg



    E mentre giravo per il mercato ne ho trovato uno che credo sarebbe perfetto per te! E stavolta prese un rotolo da richiamo in cui aveva stoccato il nuovo acquisto, rilasciandolo là sul posto solo per rivelare un enorme, tarlato e ridicolo abito da volpe fullbody che aveva certamente visto giorno migliori.



    TA DAH! Sia chiaro, Febh non aveva idea della natura di Jinchuuriki dell'altro, ma semplicemente quello era il costume più a buon mercato che aveva trovato ad una rivendita di abiti usati in giro per Konoha (e dall'odore sembrava anche fosse stato usato parecchio senza prestare poi particolare attenzione al lavaggio)..il problema era che sembrava seriamente convinto che fosse un bel costume ed i suoi occhi scintillavano nell'attesa di un qualche ringraziamento per quella sua gentilezza, cosa più unica che rara visto il suo comportamento. Perfetto, vero? Fortunatamente le orecchie e la coda si potevano staccare ed usare come maschera a sè stante, e per coprire gli occhi ci sarebbe voluto veramente poco.

    Edited by Febh - 7/2/2016, 12:30
     
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    A carnevale Ogni missione vale







    Dopo che Febh accettò il passaggio di Kyom,i Raizen, inspirò lentamente.

    Tranquillo, non ci sarà problema riguardo quello, mi premurerò io stesso che le vostre tecniche non vengano divulgate, se mai ne vedrò tra qualche konohaniano sarai il primo ad esserne informato.

    Se era vero che Febh non era totalmente idiota era altrettanto sicura la sincerità delle parole di Raizen.

    Firmami prima i fogli per la ragazzetta, io non ho testa e rischio di dimenticarlo, e ora che sono sovraccarico è già tanto se riesco a ricordarmi come infilarmi la divisa, tanto son quattro cosi da mettere su altrettanti fogli, ti ci ho pure messo la carta carbone per non farti fare troppe firme!

    Compilati i fogli, semplici moduli standard accademici vergati appositamente per situazioni simili ma senza riferimenti alle precise motivazioni di trasferimento, si sarebbe alzato sospirando.

    Beh, avevo chiesto qualche giorno ma a sto punto direi che si può pure partire.

    Si stava alzando dalla scrivania quando Febh iniziò a parlottare descrivendo la Corte, iniziando a rabbrividire quando gli venne descritta la modalità di infiltrazione.
    Era rimasto immobile, pietrificato con i pugni poggiati sul legno e il capo chino a fissare il pavimento mentre Febh parlava, il suo istinto sapeva, LUI sapeva cosa quella spiegazione avrebbe comportato, SAPEVA della piega ridicola che tutta quella storia avrebbe preso.
    Proprio per queste ragioni sollevò lentamente la testa dalla scrivania, tenendo aperto un occhio e strizzando l’altro come se si preparasse a subire del dolore fisico.

    PFFFT!

    Le guance gli si gonfiarono all’istante mentre il volto gli diventava paonazzo alla velocità della luce, non stava ridendo, ma probabilmente più di una vena gli era esplosa nel cervello per evitarlo, nemmeno il costume da volpe che avrebbe dovuto indossare riusciva a togliergli di mente l’immagine ridicola di Febh con quella maschera addosso.
    Probabilmente proprio a causa di quell’ondata di felicità il suo cervello riuscì ad accettare il costume.

    MALEDETTO UMANO SCIROCCATO!
    METTITI QUELLA ROBA ADDOSSO E TI DIVORO DALL’INTERNO!
    TI GIURO CHE TROVERò il modo di…f…art…i… male…. Dov…essero…secoli!


    Nonostante tutto il Colosso guardò con entusiasmo Febh e il costume che aveva in mano, rispondendo quasi con euforia alla sua domanda.

    SI!

    Prese il costume di mano all’otese e sparì dietro una porta, indossarlo, piazzarsi davanti ad uno specchio e sentire il pessimo odore che quella roba emanava lo riportò nella realtà a suon di ceffoni

    …giu..ro del …male, co…sì tanto… che ti ricorderai QUELLA SOFFERENZAPER IL RESTO DELLA TUA VITA
    SAPPILO!


    Si guardò allo specchio mettendosi una zampapng davanti al viso, evidentemente disperato.

    Chi me l’ha fatto fare?
    Chi?
    E soprattutto perché?
    Perché diavolo sono dentro questo sacco puzzolente?


    Tuttavia la realtà lo portò anche a riflettere sul motivo di quel costume e si rese conto che quella della corte poteva essere una meccanica interessante da poter far apprendere ad un guardiano.

    Hiiiiitomiiiiiiii!

    Vociò da dentro lo stanzino per attirare l’attenzione della sua segretaria.

    Nessuna domanda su questa roba, comunque, fammi venire qui Atasuke, mi serve portarmelo dietro, che venga equipaggiato per partire in missione.

    Uscì dalla camera rientrando nell’ufficio con la faccia più lunga che avesse mai avuto, se Febh avesse domandato del motivo, pur di non ferirlo dato che pareva ci tenesse al costume, avrebbe cercato la scusa della presenza di Atasuke ormai prossima.

    Kyomi, devi venire anche tu, voglio portarti con noi, la Corte sembra un luogo in cui si può trovare di tutto e beh, avrai capito che il tuo percorso si basa sull’esperienza e le basi del controllo del chakra non le hai ancora apprese… per cui…

    Bussò due volte sulla porta dell’ufficio per poi aprirla, facendosi passare un costume tutto scaglie, sembrava di plastica.

    Direi che anche tu devi vestirti a modo.

    Una volta indossato non sarebbe rimasto altro da fare che gonfiarlo, compito che una volta portato a termine avrebbe quantomeno risollevato l’umore a Raizen.
    Fu così che Atasuke, all’ingresso nell’ufficio dell’Hokage avrebbe trovato tre beoti conciati nei peggiori dei modi immaginabili.

    Non è facile immaginare, lo so.
    Ma non temere, c’è una spiegazione a tutto, compresa la tua presenza qui.


    Raizen spiegò infatti in poche parole di cosa la corte fosse in grado di fare con le tecniche di trasformazione, per poi esporre la sua idea ad Atasuke e chiedergli di seguirli nella piccola missione per apprendere come in quel luogo fossero in grado di riuscire a nullificare gli effetti di quella tecnica basilare ma al contempo generalmente efficace.

    Ma come immaginerai il tuo vestiario non è consono alla sortita.
    Ma mi sono già premurato di badare anche a questo.


    Altri due tocchi sulla porta e un nuovo costumedespicable-me-2-fairy-gru passo per essa, di uno sgargiante rosa acceso, munito di parrucca e ciglia finte, pareva venisse venduto tutto compreso.

    È l’unico modo di mimetizzarsi alla corte, c’è gente strana li.
    Sbrigati a cambiarti dobbiamo partire subito.


    La giustificazione non faceva una piega.
     
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    The new girl in town

    IV


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen
    Parlato Febh

    La ragazza non riuscì neanche a finire di parlare, che il suo interlocutore accettò già la situazione, riprendendo a parlare come se non ci fosse un domani e lasciandola con la sua drammatica recitazione a metà dopo averle dato un paio di inutili avvertimenti.
    Ma che palle.
    In men che non si dica riprese a discutere con Raizen delle faccende di cui stavano parlando prima che si mettesse in mezzo la proposta di trasferimento, come se niente fosse successo. Ancora una volta, Kiyomi rimase a bocca aperta ad osservare quello strano ometto passare da un discorso all'altro senza pensarci, capendo ormai che razza di soggetto avesse davanti.
    E' pazzo.
    Perlomeno erano riusciti a sistemare le cose, sebbene avesse fatto praticamente tutto da solo, ma l'importante era che non ci sarebbero stati altri fastidiosi problemi sulla sua situazione. A quel punto poteva anche liberamente andarsene, non avendo più niente da fare con quei due e volendo rimanere il meno possibile insieme a quello svitato, ma rimase particolarmente interessata nel sentire che quei due avrebbero dovuto partecipare ad una specie di festa in maschera, soprattutto quando il tipo con la testa piccola tirò fuori da non si sa dove un becco da papero.
    In quel momento non seppe spiegarsi perché, ma trovò che gli donava particolarmente, forse del via del suo chiacchiericcio irritante. A chiunque altro sarebbe scappata sicuramente una risata, ma lei non era proprio il tipo, avendo il senso dell'umorismo praticamente inesistente e non ricordando neanche quando avesse riso l'ultima volta.

    Rimase a fissarlo con la testa appoggiata sul palmo della mano, incuriosita dal voler vedere fin dove si arrivava con quella situazione e fregandosene altamente se qualcuno avesse pensato che lei fosse fuori luogo. La sua richiesta fu accontentata nel giro di pochi secondi, quando il ragazzo fece apparire da un rotolo un costume gigante da volpe, che avrebbe dovuto indossare Raizen.
    TA DAH!
    La vista di quel ridicolo costume ed il pensiero che sarebbe dovuto essere quel gigante dall'aspetto minaccioso ad indossarlo, le risollevò completamente il morale, spostando lo sguardo continuamente tra il volpone e Raizen per vedere la sua reazione, ma curiosamente non ebbe obbiezioni da fare. Una volta indossato, però, non sembrò proprio dello stesso pensiero e glielo si poté leggere chiaramente in faccia, con grande soddisfazione della ragazza.
    Oh ma guarda, ti sta benissimo. Direi addirittura che sei adorabile, se non detestassi gli animali.
    Finalmente aveva avuto una piccola rivincita morale, quindi col pensiero di "il mio lavoro è finito" si apprestò a lasciare la stanza mentre l'Hokage in borghese dava delle istruzioni alla sua segretaria. Stava infatti per per salutare i presenti e lasciarli alla loro simpatica escursione, se non avesse sentito una frase pronunciata allo stesso Hokage che la bloccò all'istante.
    Kyomi, devi venire anche tu, voglio portarti con noi, la Corte sembra un luogo in cui si può trovare di tutto e beh, avrai capito che il tuo percorso si basa sull’esperienza e le basi del controllo del chakra non le hai ancora apprese… per cui…
    "Per cui"?! "Per cui" cosa?
    Il suo sguardo perplesso si pietrificò quando finalmente comprese le vere intenzioni dell'Hokage e vide un orrendo costume simile ad un rettile afflosciato che a quanto pare lui volesse che indossasse.
    Direi che anche tu devi vestirti a modo.
    Alla vista di quell'obbrobrio e dopo che Raizen le disse esplicitamente che avrebbe dovuto indossarlo, non poté che finire in un solo modo. Non aveva mai indossato un costume in vita sua, figuriamoci come quello, e sapendo che Raizen conoscesse fin troppo bene quanto ci tenesse al suo aspetto esteriore, la prima cosa che le venne da fare fu scoppiare istintivamente in una sonora risata, non credendo possibile che glielo stesse chiedendo seriamente.

    PfffHAHAHAHAHAHAHAHA


    Involontariamente era riuscito in un impresa che fino a pochi minuti prima chiunque avrebbe pensato fosse troppo ardua, eppure l'aveva fatta ridere con quella che avrebbe dovuto essere l'unica cosa seria presente in quella stanza, per lei. In effetti non era chiaro se fosse una vera risata o lo stesse semplicemente prendendo in giro, sta di fatto che non avrebbe mai e poi mai accettato l'idea di farsi vedere in giro conciata in quel modo, quindi dopo essersi sfogata, rispose molto garbatamente all'invito.
    Devo ammetterlo, questa era buona, però credo proprio di dover rifiutare l'offerta.
    Adesso, se volete scusarmi, devo andare in giro a fare cose serie come farmi notare dal nuovo vicinato, ma voi divertitevi alla festa, siete bellissimi. Matane!

    E se nessuno (Raizen) avesse tentato di fermarla se ne sarebbe andata per la sua strada come da programma, non avendo la minima intenzione di indossare quello schifo di costume, né tanto meno le importava di apprendere chissà cosa sul chakra, specie da un tipo schizzato come quello, ma se avesse insistito con quella storia, si sarebbe ritrovata a dover rispondere in maniera decisamente meno garbata pur di difendere i suoi interessi.
    Leggi le mie calde e morbide labbra: No!
    Io non metterò quel costume e non mi interessa di imparare i... cosi del chakra. E in ogni caso non vedo perché non sarebbe possibile farlo in un altro momento, né perché dovrei venire a fare questo viaggetto con voi, "per cui" non se ne parla. Febh-sama, è stato un piacere, grazie di tutto eccetera eccetera e buona serata a entrambi.

    Ancora una volta avrebbe cercato di svignarsela col suo sorrisetto avvicinandosi alla porta, fregandosene delle parole di Raizen, ma se questi avesse avuto il coraggio di tirare fuori certi argomenti davanti a febh, come scusa per farla partecipare al viaggio, si sarebbe fermata sull'uscio della porta a riflettere sulla situazione. Non avrebbe badato minimamente agli altri 2 presenti, rimanendo immobile e di spalle per pensare ad un modo per evitare quella cosa, ma alla fine si sarebbe arresa, voltandosi e strappando il costume dalle mani di Raizen per andarlo ad indossare nello stanzino dove poco prima era entrato lui.
    Non ci sarebbe voluto molto a capire che era proprio di umore più che nero, perché chi non avesse notato la sua espressione furibonda, lo avrebbe sicuramente potuto intuire dai gesti del tutto privi di grazia, o anche perché da quel momento non avrebbe detto più una parola se non per rispondere a Raizen nel caso avesse osato fare un commento su come le stesse il costume: Fottiti.
     
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  14. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Corte dei Gufi degli Idioti 一

    ~Una Assurda Convocazione~


    Ci sono giorni in cui una persona non vorrebbe nemmeno essere nata. Esistono giorni in cui tutto va per il verso sbagliato, giorni in cui gli dei sembrano avercela a morte con te, giorni in cui ti sembra di giocare una simultanea a scacchi contro l'intero universo, oltre che la quotidiana partita contro la morte. Quello, era uno di quei giorni.
    Già dalle prime luci dell'alba, infatti, Atasuke aveva uno strano sentore, come di fastidio e spossatezza. Era una situazione rara, molto rara oltre che molto fastidiosa, tuttavia, il fastidio maggiore, non era dato da quella sensazione di stachezza, quanto piuttosto dall'essere cosciente di una cosa: Quella era la ormai chiara e constatata allerta di una pessima giornata. Solo non poteva immaginare quanto in basso potesse cadere.
    La giornata, di per se non sembrò cominciare male. La solita routine, i soliti saluti, le solite scartoffie. Mentre al gate non sembravano esserci particolari disturbi, fatto salvo dell'arrivo di Febh Yakushi, il quale aveva creato non pochi problemi nel cercare, in maniera decisamente fallimentare, di fare un'epica entrata in scena, finendo per farsi saltare in aria.
    Stava infatti finendo di rassettare i documenti ed archiviare il caso, quando un messaggero venne a chiamarlo al palazzo dell'Hokage, dove sapeva essersi diretta quella lucertola otese.
    Senza porsi troppi problemi, preparò tutto il necessario, il che significava di fatto prendere il mantello dall'attaccapanni, indossarlo e dirigersi al palazzo con rapidità.

    [...]


    Giunto al palazzo, nulla avrebbe potuto prepararlo a quanto stava per accadere. Non bastò immaginare i peggiori scenari nel vedere l'enorme buco che evidentemente quell'idiota aveva fatto nella parete penetrando nell'edificio. Non poteva bastare quella premonizione del mattino. Non poteva bastare quanto già aveva visto ed udito al gate, compresa l'auto-detonazione dello Yakushi.
    Nulla poteva prepararlo a quanto avrebbe visto appena aperta la porta dell'ufficio dell'Hokage.

    “Non è facile immaginare, lo so.”

    °Oh, no, immagino benissimo... specialmente vedendo Kyomi dentro a quell'affare gonfiabile°

    “Ma non temere, c’è una spiegazione a tutto, compresa la tua presenza qui. ”


    «Non servono spiegazioni Hokage-sama, evidentemente è stato mandato il messaggio sbagliato, devono aver confuso Momosuke con Atasuke... è certamente lui l'”uomo” che stavate cercando, vedrò di andare a chiamarlo, scusate per l'intrusione»


    E senza fare una piega, quasi meccanicamente richiuse la porta davanti a se, preparandosi ad andarsene, venendo però bloccato dall'altra sgualdrina che ronzava attorno all'Hokage che portava il nome di Hitomi.

    “Oh, no, Uchiha-san, nessun errore. L'Hokage ha espressamente richiesto di voi”

    «Per gli dei, cosa diavolo ronza nella mente di quell'uomo? Cos'è, dalle sue ultime perversioni si è anche dato al cosplay?»

    “Le “perversioni” dell'Hokage non sono un vostro problema”


    Rispose ella, guaadagnandosi una delle peggiori occhiatacce che l'Uchiha avesse mai lanciato prima.

    «Lo sono, invece. Specialmente quando in qualche modo sembrano avere a che fare con me...
    E non ci vuole un genio per intuire che finirà male»


    Alla fine aveva un tono rassegnato. Non aveva idea di che cosa volesse l'Hokage in quel momento da lui, ne poteva anche solo immaginare che cosa si sarebbe trovato dinnanzi. Tuttavia, spinto più dall'orgoglio personale che dai “doveri” che aveva verso quell'uomo, si fece forza, aprendo nuovamente la porta e spingendosi letteralmente all'interno della stanza.

    «Ditemi di che si tratta»


    Omise di riferirsi all'Hokage, lasciando la cosa per sottintesa, ritenendosi decisamente fuori luogo nell'usare l'appellativo dovuto verso un tizio all'interno di un pulcioso e lurido costume da volpe idrofoba.

    […]


    Atasuke ascoltò quindi la breve spiegazione dell'Hokage in merito alle abilità anti-trasformazione che erano presenti in quel luogo. Un'abilità a dir poco utile se non fondamentale per il suo ruolo al gate. Con una simile conoscenza, nessuno più sarebbe riuscito a farla franca oltrepassando il gate della foglia in incognito, fatto forse salvo per i maestri trasformisti che cambiavano il volto mascherandosi a modo e non come sembrava che si sarebbero apprestati a fare loro.

    «D'accordo, parteciperò alla missione, ma solo per ottenere quelle informazioni per proteggere il villaggio»

    “Ma come immaginerai il tuo vestiario non è consono alla sortita.
    Ma mi sono già premurato di badare anche a questo.”


    °Starà scherzando spero...°


    Pensò, vedendo l'atrocità che gli veniva proposta davanti. Certo un bel costumino da fatina con tanto di dettagli rosa e compagnia bella. Un costume che avrebbe di certo fatto impazzire una qualsiasi bambina, ma che riempiva l'Uchiha di ribrezzo.
    Lui, capo dei guardiani del villaggio, maestro della Karyuuken, detentore del contratto delle Kitsune, baldo membro del clan Uchiha, sennonché pretendente al titolo di capoclan, vestito da fatina. Un'immagine che nella sua mente scacciava perfino i demoni più tenebrosi.

    «Mai»


    Sentenziò, monosillabico e con tono fermo e deciso. Un unica parola, un unica sillaba per definire quello che era il suo totale rifiuto nell'indossare quell'atrocità.

    «Sebbene comprenda l'importanza della missione, sebbene possa, a fatica, accettare che voi per primo indossiate un ridicolo costume vista la vostra carica, ebbene: Non accetterò mai di indossare un simile costume, ne ora ne mai.»

    “È l’unico modo di mimetizzarsi alla corte, c’è gente strana li.
    Sbrigati a cambiarti dobbiamo partire subito.”


    L'Hokage replicò repentino, forte della sua assurda teoria, forse convinto che in quel modo lo avrebbe in qualche modo smosso su quel fronte, cosa che non sarebbe mai accaduta, anche a costo di finire in cella. Cosa che comunque difficilmente sarebbe accaduta dato che non era credibile una condanna per “essersi rifiutato di mascherarsi da fatina”.

    «Con tutto il dovuto rispetto, rifiuto. Parteciperò alla missione, se vorrete. Potrò anche mettermi in maschera, se vorrete. Ma non mi vedrete mai vestito da donna. Spero di essere sufficentemente chiaro su questo punto.»


    Ottenuta o meno una risposta da parte dell'Hokage in merito, Atasuke avrebbe quindi comunicato ai suoi di procurargli qualcosa, anche se non aveva fatto i conti con chi stesse ascoltando la sua comunicazione, prodigandosi nel trovare un qualcosa al limite della sopportazione dell'Uchiha.

    «Hokage-sama, i miei stanno recuperando un costume, spero non abbiate troppa fretta di partire»


    Non ci vollero in effetti più di una mancita di minuti ed acco Sougo in persona presentarsi all'ufficio dell'Hokage con una scatola di cartone dalla banale fattura al cui interno doveva essere presente il costume che era stato recuperato.

    «Sougo... Il fatto che sia proprio tu a consegnarmelo mi inquieta»


    Sibilò con fare velatamente minaccioso al sottoposto, prendendo con cautela il pacco.

    "Atasuke-sama... voi mi deludete... sapete quanto io sia dedito alla causa..."

    «Si, alla causa di farmi fuori... bastardo. Ad ogni modo, ora vai, in mia assenza ti occuperai tu del gate. Anche solo un filo d'erba fuori posto e te ne farò pentire»


    Una minaccia, tutto fuorchè velata uscì dalle labbra dell'Uchiha verso il biondino del clan Okita. Una minaccia che non sembrò prendere troppo male, limitandosi ad andarsene con un rispettoso inchino di saluto a lui ed a tutti i presenti.

    «Ah... Sougo...»

    "Si, comandante?"

    «Hai due secondi netti per consegnarmi quella videocamera che stai nascondendo nella manica, altrimenti mi prenderò anche il resto del braccio»


    I presenti non potevano vedere lo sguardo minaccioso dell'Uchiha, ma chiunque lo avesse scorto all'interno del corridoio, avrebbe notato, senza problema alcuno, una strana luce nei suoi occhi, una luce demoniaca che andava ben oltre il livello di minaccia dello stesso famigerato sharingan.
    La calma ostentata delle sue parole aveva un qualcosa di sinistro, che alla fine sembrò convincere l'Okita, il quale senza fare storie consegnò la videocamera che Atasuke distrusse in meno di un secondo, eliminando ogni prova di quanto era stato visto e filmato in quel luogo.

    «Ora vai»

    "Si, signore"

    «Ah, Sougo... Spero per la tua anima che quella non sia la registrazione...»

    "N-no, signore"

    «Bene... perchè se malauguratamente lo fosse... Sei un morto che cammina»


    Non aggiunse altro e Sougo svanì nel nulla, veloce come il vento, lasciando il quartetto da solo, pronti a partire.

    «Bene, sembra che siamo pronti a partire... ci metterò appena un attimo, giusto il tempo d...»


    Aprendo la scatola vide il premuroso costume che l'Okita gli aveva recapitato. A prima vista sembrava il costume di un uovo, anche se guardandolo meglio, aveva due pinne che forse dovevano essere delle ali ed un becco... per non parlare delle scarpe che sembravano essere delle zampe pinnate gialle.

    °C-Che diavolo è questa roba!?°


    Non si espresse, isolandosi in un mondo suo, a se stante, con lo sguardo cupo ed omicida. Quasi non riusciva a credere che dopo tanto tempo e tanta fatica nel debellare il suo "io" malvagio... In quel giorno, fossero riusciti a riesumarlo, riportandolo letteralmente in vita.
    Ad ogni modo, sconsolato, non ebbe altra scelta, se non indossare quell'orrenda cosa che quantomeno aveva il pregio di celarlo completamente, fatto salvo per il volto che compariva all'interno del becco, il quale sembrava essere in effetti l'unica apertura presente in quel costume.
    In quell'istante, apprezzò di trovarsi all'interno di quell'oscura cavità dove, ritraendosi, poteva celarsi senza mostrare la sua faccia in giro.
    Evidentemente aveva fatto adirare gli dei, ma non sapeva quando e come avesse fatto a portarli ad un punto tale da meritare una simile punizione.



    OT - Scusate il ritardo e no. Non avrete mai Atasuke vestito da fatina, maid o femmina in generale :cxz: - /OT
     
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    Conclusasi la parte squisitamente burocratica di quella piccola sessione politica da telenovela, Febh piazzò un paio di firme un pò a caso, là dove gli indicava l'Hokage, pur di far cessare quella parte del suo lavoro che detestava al punto da ignorarla in un buon 80% dei casi, farla male nel restante 15%...e meglio non parlare delle percentuali residue. La parte realmente interessante della giornata venne quando l'Amministratore Otese rifilò il suo regalo all'ex allievo, con occhi che brillavano di generosità...genuina generosità, una di quelle emozioni così rare in quello shinobi da essere effettivamente pericolose!

    Tutto sommato Raizen la prese bene, arrivando a mettersi l'abito senza troppi problemi, nonostante l'odore e la palese bassa qualità. Febh lì per lì non stette a spiegare che in genere alla Corte ci si mascherava in maniera molto più blanda, magari solo con una banale maschera sul viso (anche se non mancavano gli stramboidi più eccentrici) mentre il dramma che aveva inconsciamente creato andava dipanandosi con ramificazioni via via più complesse e dannose per la salute mental e fisica di tutti.

    Ecco quindi che l'Hokage produsse un costume da tirannosauro per la giovane Kiyomi, al quale lo Yakushi, del tutto sordo alle parole di lei, risposte alzando il pollice in segno di approvazione! (la mela dopotutto non cade lontano dall'albero, no?) Mentre per quanto riguarda lo scemotto del Gate, banalmente non seguì l'intera vicenda dato che si era svolta a porte chiuse, ma sicuramente avrebbe apprezzato e sottolineato l'utilità di quel travestimento palesemente punitivo. In ogni caso al rientro nel suo ufficio l'Hokage non avrebbe più trovato l'Amministratore Otese, che stufo di quell'aria burocratica (e dire che era un burocrate) aveva detto che li avrebbe aspettati subito fuori dalle mura, uscendo per la pregevole opera artistico-architettonica che aveva generato appena poche ore prima sul muro dell'anticamera.

    La prossima destinazione era la Corte...sempre che i ninja della foglia appianassero le loro beghe interne.
     
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