Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    Gestione della Rabbia








    Ascoltò lievemente indispettito le risposte di kyomi, sospirando con l’aria di chi aveva a che fare con una persona particolarmente fastidiosa, quando la neo kunoichi della foglia si stava voltando dopo averli salutati.
    Passò quindi dalla parte della stanza in cui stava la porta e dopo aver allungato il passo per sorpassare la ragazza vi avrebbe poggiato una mano sopra, eseguendo una minima pressione per impedirle di aprirla.

    Eh no.
    Tu verrai proprio con noi mia cara.
    Ti serve imparare, ti serve fare esperienza .
    Ma, soprattutto, non vuoi che io mi metta a chiacchierare più del necessario.
    Quindi…


    Allungò nuovamente la mano col costume porgendoglielo.

    Li dietro c’è il camerino.

    Quando gli venne preso il costume di mano sorrise amabilmente.

    Non farmi essere scortese, non è piacevole scoprire che sono un fervido attivista per la parità dei sessi.

    Convinta la prima era il turno di Atasuke, che come al solito aveva da ridire, nonostante la ridicolaggine che quella situazione aveva assunto non era ancora riuscito ad entrare nell’ottica, rifiutando di indossare il suo vestito.

    Bene, direi che è sufficiente.

    Disse con leggerezza.

    Evidentemente ti aggrada il tuo attuale livello di preparazione.
    Se ne sei soddisfatto tu allora va bene.
    Come si suol dire, contento tu, contenti tutti
    Prenderò atto del tuo rifiuto, anche se onestamente era da un pezzo che non vedevo qualcuno rifiutare una missione perché gli strumenti necessari a svolgerla non l’aggradavano.
    Senza contare poi…


    Eseguì la tecnica della trasformazione riprendendo ad indossare i suoi normali abiti, che indossava sotto il costume.

    …che fino a quando non sarai tra gli strambi puoi vestire in modo normale, ma immagino che la fantasia o le soluzioni pratiche non facciano parte del tuo essere.
    Ed uno strambo tra gli strambi non è altro che una normalissima persona.
    Ora, se non ti dispiace, avrei una missione da portare avanti con una certa urgenza.


    Fece un cenno con la testa a Kyomi ed uscirono dall’amministrazione, lasciando il guardiano solo nell’ufficio, a riflettere sulle proprie scelte.
    Dopotutto, perché arrabbiarsi?
    Entrambi potevano fare il loro dovere senza per forza darsi contro, Atasuke, fino a che avesse mantenuto un adeguato livello di preparazione sarebbe stato il capo delle guardie, compito che svolgeva adeguatamente, e fino a quando questo prerequisito era soddisfatto Raizen non aveva motivo di pressarlo.
    Le scelte erano dell’Uchiha, ma nulla poteva privarlo di una strigliata in caso i suggerimenti che aveva mancato di seguire fossero fonte di danno per il villaggio.
     
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  2. Asgharel
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    CITAZIONE (Asgharel @ 9/2/2016, 21:43) 

    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La Corte dei Gufi degli Idioti 二

    ~Nice try... But NO~


    Raizen lo aveva preso da parte o quantomeno aveva deciso di parlare con lui di quella questione in privato. Probabilmente perchè voleva tenere qualcosa nascosto, piuttosto che per celare quella specie di assurdo costume alla vista delgi altri.
    Ad ogni modo, per quanto potente od interessante potesse essere quella tecnica o qualsivoglia altra arte potesse apprendere, non vi era nulla di abbastanza potente da smuovere l'Uchiha dalla sua posizione.
    Ogni persona, ogni essere aveva dei limiti, dettati dalla ragione, dall'ego, dalle convenzioni e da ogni altra forma di insegnamento ricevuto nella vita trascorsa e per Atasuke, uno di questi era comportarsi da idiota, specialmente se questo imponeva di vestirsi da donna.

    “Evidentemente ti aggrada il tuo attuale livello di preparazione.
    Se ne sei soddisfatto tu allora va bene.
    Come si suol dire, contento tu, contenti tutti
    Prenderò atto del tuo rifiuto, anche se onestamente era da un pezzo che non vedevo qualcuno rifiutare una missione perché gli strumenti necessari a svolgerla non l’aggradavano.
    Senza contare poi… che fino a quando non sarai tra gli strambi puoi vestire in modo normale, ma immagino che la fantasia o le soluzioni pratiche non facciano parte del tuo essere.
    Ed uno strambo tra gli strambi non è altro che una normalissima persona.
    Ora, se non ti dispiace, avrei una missione da portare avanti con una certa urgenza.”


    Le parole dell'Hokage non servirono assolutamente a nulla. A nulla quel discorso poteva valere e nulla lo avrebbe smosso su quel punto.
    Non era una singola abilità come quella a prendere l'uchiha per la gola. Certo era un potere non indifferente e di certo sarebbe stato un enorme vantaggio per il corpo dei guardiani, tuttavia, Atasuke sapeva bene che vi erano altre abilità, decisamente più interessanti su cui doveva concentrarsi e non necessariamente dirette a potenziare le difese delle mura.

    «Come vuoi... Continua a credere quello che credi, ma sfortunatamente io non sono mai stato uno strambo e non ho la minima intenzione di esserlo... Cercate solo di non esagerare troppo con le stramberie»


    Commentò tranquillo, osservando Raizen e la otese che si era portato via che se ne andavano lasciandolo da solo nell'ufficio.

    «Sembra che ancora una volta i modi dell'Hokage siano decisamente inconsueti...»


    Commentò tra se in tono decisamente tranquillo, osservando lo stato in cui quell'ufficio versava, buco nella parete compreso.

    «Ed ancora una volta, tiene per se tutte le informazioni utili... Bah... prima o poi finirà per inguaiarsi sul serio ed allora vedremo se le sue stramberie serviranno a qualcosa»


    E sfruttando la voragine creata dallo Yakusi se ne andò con passo lieve e tranquillo, camminando tranquillamente lungo la parete dell'amministrazione puntando direttamente sulle mura del villaggio, approfittando del momento per farsi una rilassante passeggiata sorvegliando il perimetro del villaggio.
    In fondo, in quella pessima giornata, qualcosa non era poi andato così storto...



    OT - E vista la decisione, parlandone con Fenix... me ne tiro fuori... divertitevi :zxc: - /OT
     
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    ehm...da qualche parte

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    V


    Pensato Kiyomi

    Cosa non si deve fare per restare bella per sempre. Era a questo che pensava Kiyomi mentre indossava quel ridicolo e inguardabile costume che l'Hokage aveva scelta apposta per lei, probabilmente per divertirsi alle sue spalle, dopo che ovviamente si vide costretta ad accettare di partecipare a quell'insulso viaggio.
    Per fortuna non era sola in quella pagliacciata, dato che anche lui dovette indossare qualcosa decisamente messo peggio del suo costume, come si poteva già intuire dall'odore, tuttavia questo non servì a risollevarle chissà quanto il morale. Solo il pensiero di dover andare in giro conciata in quella maniera la faceva sentire tremendamente a disagio ed imbestialita, lei che considerava l'aspetto esteriore come la più sacra delle virtù, era costretta a ridicolizzarsi in quella maniera assurda, mentre lo svitato amministratore di Oto se l'era cavata con un becco da papero.
    Prima di uscire, arrivò anche Atasuke nell'ufficio, il guardiano che ormai la ragazza conosceva fin troppo bene, dato che in qualche modo era stato merito suo se le cose avevano preso quella strana piega, quando giunse a Konoha per del semplice shopping, e Raizen cercò di convincerlo ad unirsi a loro per quel piccolo viaggio con tanto di costume annesso.
    Nonostante la giovane ne avrebbe gioito non poco a vederlo indossare quel costume da fatina, una persona in meno che l'avrebbe potuta continuare a vederla in quel modo le fece molto più piacere, infatti Atasuke rifiutò molto volentieri la proposta, tornandosene alle sue faccende, mentre l'otese non era stato in grado di fare lo stesso.

    Almeno poteva contare sul fatto che in pochi sarebbero riusciti a vederla direttamente in faccia, avendo giusto una piccola finestrella sul collo del mostro che le permetteva di vedere all'esterno, ma se questo non sarebbe bastato, avrebbe potuto comunque abbassarsi leggermente, dato che il costume sarebbe rimasto ugualmente in piedi. Era l'unica soluzione plausibile, visto che non avrebbe potuto neanche coprirsi la faccia con le zampe per via della loro lunghezza ridotta.
    Fottuti dinosauri.
    Fanculo fanculo e fanculo.
    E fanculo anche ai ninja. Fanculo tutti!
    Maledetto il giorno in cui ho messo piede in questo fottuto villaggio.

    Bene o male erano questi i pensieri che vagavano nella mente della ragazza mentre attraversava le strade del villaggio a testa bassa in compagnia dell'hokage, diretti al gate per prendere la strada che li avrebbe portati a destinazione, mentre tutta la gente che incorciavano si fermava a fissarli. Dal suo punto di vista, sembrava più la strada verso il patibolo o peggio, un cammino della vergogna. Ci mancava solo la pazza dietro che scampanellava urlando "vergogna, vergogna, vergogna".
    Ma che diavolo ho fatto per meritarmi tutto questo?
    Tanto me la paga, maledetto.

    Fu un cammino molto lungo e che sembrava non finisse più, quando infine giunsero al cancello principale, dove avrebbero finalmente potuto prendere la strada verso quell'insulso posto, ma Kiyomi avrebbe continuato a fare scena muta per tutto il tragitto, più collerica che mai, qualunque fosse stato il mezzo di trasporto utilizzato, peggio ancora se avessero dovuto farsela a piedi.
     
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    Una volta salutatosi con Atasuke, e avute le informazioni sulla ristorazione, - qualche ryo del resto se lo era portato dietro, - Seinji Akuma si avviò per le sconosciute vie di Konoha, trovando un albergo e un ristorante ove mangiare e dormire. Passò quindi li la notte, sempre più in preoccupazione per Etsuko, e con una schiacciante attesa del giorno, voglioso di andare a ricercare il fratello perduto. Se lo era promesso a sé stesso prima che a chiunque altri, e non poteva che rispettare quella sua promessa, anche sapendo che, probabilmente, non avrebbe trovato nessuno e che lo attendeva un baratro profondo, ove sarebbe caduto non appena commesso un passo falso. Così, in preda alla voglia di abbandonare Konoha il prima possibile per andare a Oto, la mattina seguente si svegliò non appena la prima stella del mattino illuminò il cielo, e vestitosi come sempre, - guanti eleganti, giacca, camicia e tutto il resto, - si avviò e fare un giro per le strade del villaggio, in attesa che arrivi l'ora consigliatagli da Atasuke. Dunque, arrivata la metà della mattinata, in attesa che la famigerata segretaria dell'Hokage fosse diventata meno antipatica (e per qual motivo avrebbe dovuto esserlo?), l'Akuma andò rapidamente verso il palazzo del Kage.
    Li lo avrebbero probabilmente controllato, con tanto di ulteriori controlli sulla sua identità e tutto il resto, e una volta che lo avrebbero lasciato passare, egli si sarebbe avviato, calmo e freddo come il ghiaccio di Kiri, verso l'ufficio dell'Hokage. Dinnanzi alla porta allora avrebbe bussato chiedendo in tal modo di poter entrare, e se qualcuno (o qualcosa) gli avessero risposto positivamente, egli avrebbe accuratamente aperto la porta entrando a passo lento dentro l'ufficio del Kage della Foglia.
    «Asmodai Akuma al vostro servizio,» - avrebbe dunque esclamato egli inchinandosi al cospetto del kage e rispettando dunque tutte le norme del buoncostume, come era solito tra i diplomatici. - «Vostra maestà, mi ha inviato il sommo Mizukage di Kiri, Itai Nara, con una missiva per Lei.» - Asmodai allora si sarebbe fermato in mezzo a quel inchino. - «E ho bisogno di una risposta da parte di Sua Maestà da inviare al mio Mizukage.»
    Se allora l'Hokage avesse voluto leggere la missiva, Seinji glie l'avrebbe data pregando che facesse di fretta a dargli una qualsiasi risposta, che voleva andarsene a Oto il prima possibile a cercare Etsuko e non aveva altro tempo da perdere per le chiacchierate.

    Il contenuto della missiva:
    CITAZIONE
    Salve Hokage, perdonerai lo scarso tono formale della missiva.
    In base a ciò che decidemmo a Kurohai vorrei proporti qualcosa. Non so effettivamente se quel simpatico potere che hai dimostrato ha limiti o meno, ma mi pare di capire che funziona facendoti trasportare su degli oggetti, no?
    Se hai un modo di superare i limiti di distanza imposti posso suggerire che tu mi dia uno di quegli oggetti (da tenere con me) così avremmo un collegamento alquano utile se serve, dati i tempi di pericolo che corriamo.
    Sto lavorando ad un modo per riuscire a contattarti rapidamente per necessità, spero di riuscire presto a fare ciò che intendo. Per ora fammi sapere se puoi teletrasportarti a tale distanza.

    Se riuscissi a trovare un modo di comunicare efficacemente potremmo, qualora la situazione lo richieda, essere sempre in due ad affrontare i nemici che appestano il mondo.
    Credo che due Jinchuuriki non sarebbero piacevoli da affrontare, specie due come noi.

    Fammi sapere presto.

    p.s. Non maltrattarmi troppo Asmodai, il ragazzo è un po' depresso, non farmelo ammazzare prima del tempo.

    Itai



    Seinji
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    Edited by leopolis - 16/2/2016, 22:23
     
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    "Asmodai"







    Quando l’Akuma si presentò Raizen alzò un sopracciglio, continuando a guardarlo dubbioso durante tutta la sua presentazione e persino quando gli porse la missiva.
    Lo indicò ripetutamente come se pigiasse su un tasto immaginario.

    Tu… io ho già sentito la tua voce, ne sono sicuro “Asmodai”
    E sono altrettanto sicuro che quella voce appartenesse sempre ad un Akuma.


    Che si fosse seduto o meno si sarebbe proteso verso di lui.

    E sai, ho buona memoria e buoni sensi, chiamalo... talento naturale.

    Affinò lo sguardo come se cercasse di scavargli dentro, cercando la verità affondando le mani fino ai gomiti, con unghie e mani pronte a scattare al più sfuggente indizio.

    Intanto passami la missiva, che ti vedo frettoloso, dove vai di bello, “Asmodai” ?

    Si lasciò sfuggire un sorrisetto mentre pronunciava il suo nome per poi prendergli la lettera di mano gentilmente, aveva dei sospetti non indifferenti, ma giocare un po’ con quella piccola preda paradossalmente l’avrebbe aiutata a non farla cascare troppo rapidamente nella bocca di qualche bestia più feroce.

    Io te lo dico, generalmente, in questi casi, quelli come te li chiamano stronzi approfittatori annoiati.

    Un sottile rimprovero, o forse una semplice constatazione di uno spettatore tutto sommato divertito.

    E non chiamarmi maestà, Juudaime o Hokage vanno più che bene.
    Non sono una frocetta d’alta levatura e le parole pompose mi stanno particolarmente strette, quando si alza troppo la voce generalmente lo si fa per nascondere sordidi sussurri.


    Passò alla lettura della lettera mentre aspettava le risposte di Asmodai, restando dubbioso sul contenuto della stessa. Il mizukage aveva quasi anticipato la sua crescita, anche se purtroppo aveva da mettere a punto qualche piccolo dettaglio per poter soddisfare quella richiesta.

    Riguardo la missiva invece, se devi portare di persona la risposta temo dovrai attendere qualche tempo prima che io possa elaborarla.
    Se invece posso adempiere di persona direi che non c’è alcun problema.
    Quindi puoi anche andare, certo, una volta che avrai risposto alle domande.


    Sorrise sornione, lievemente malizioso.
     
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    Beh, era vero che Raizen Ikigami, il famoso e famigerato Hokage della Foglia, era una persona strana. Tutti gli Kage lo erano probabilmente, e chi meglio di lui, Seinji Akuma, che ormai ne aveva conosciuto ben 3 compreso quest'ultimo (e ripensandoci a come era avvenuto il suo ultimo saluto a Shiltar Kaguya, percepì partire delle scosse di dolore vicino all'orecchio destro), poteva capirlo? Nessuno, probabilmente. Perché arrivando a ricoprire una carica così alta e importante, si doveva per forza percorre un tragitto fatto di ostacoli e insidie che alla fine sì, maturava, ma anche eliminava qualche rotella dalla testa. E poi... sembrava decisamente un gorilla. O un berserk. Era forte. E potente. E chissà cos'altro, che l'Akuma non aveva né tempo, né voglia di scoprire.
    Perciò ad ascoltare la prima delle risposte di Raizen, Seinji abbassò lievemente il capo.
    «Può essere, Hokage. Noi Akuma siamo tutti fratelli, ed è normale che la tonalità delle nostre voci possa sembrare simile a qualcuno che abbiamo già ascoltato... Ma siamo anche dei illusionisti, Hokage...» - sorrise lievemente, modulando la propria voce e facendola sembrare molto simile a quella di Itai Nara. [Abilità Interpretazione] - «...motivo per cui potremmo essere chi vogliamo, quando vogliamo, e come lo vogliamo, senza destar sospetti, senza incutere dubbi.» - Quest'ultima frase la avrebbe detta al modo di Itai, facendo sembrare la sua voce di molto simile a quella del Mizukage, e simulando il suo comportamento: quello di un normale ragazzo, ponderato, lento, misurato, buono. Poi però sarebbe tornato a essere sé stesso, o meglio: il proprio alter-ego Asmodai Akuma, che tornare ad essere Seinji Akuma era ancora troppo presto.
    «Per quanto riguarda il luogo dove vado, beh... Si sbaglia. Non ho fretto. E il mio compito è quello di consegnarLe la missiva, e tornare a Kiri subito dopo con una risposta per la Sua Biondosità Itai Nara.» - Si fermò un attimo, ridendo di quello che appena aveva detto. Era divertente inventarsi termini nuovi! Biondosità..! Se lo avesse detto al Nara, chissà cosa ne sarebbe successo! - «Tuttavia, se Lei preferisce portare una risposta al mio Kage di suo pugno, allora non posso che offrire la mia mano in suo aiuto, consigliandovi di andarci con me sul dorso di una delle mie evocazioni, oppure proponendomi in qualità di guida turistica per farLe visitare Kiri e i dintorni, oltre che per farLe assaggiare del buonissimo sushi. » - Quindi passò alla parte pubblicitaria, ponderando le sue parole con fare lento e delicato, per far capire all'Hokage che chi parlava tanto tanta fretta non la poteva avere per davvero. - «Sono infatti in procinto di aprire un piccolo sushi-bar vicino alla Piazza centrale di Kiri, e per sarebbe un onore se anche una persona del Suo calibro partecipasse all'apertura del Sushi bar, o mi desse dei consigli su come migliorare il mio prodotto. Sa, del resto il pesce rosso vicino a Kiri è squisito, e le alghe sono di prima qualità. Le prometto perciò che il suo tempo sarà ben speso... e sono sicuro che anche molte KirianE» - accentuò sulla E, tanto per... - «...saranno molto felici della visita di un guerriero del suo calibro dalle nostre parti. »
    Alla cosa seguì un altro inchino, non un gesto per froci d'alta levatura, - l'Hokage sembrava piuttosto essere un maschio alfa, - ma piuttosto un invito cortese e rispettando, stando sempre ai principi d'etica e del buoncostume che i suoi avi, e gli avi dei suoi avi, avevano sviluppato.
    «Se preferisce portare la missiva da solo, mi va bene. Se preferisce che la porti io, mi va bene lo stesso. Nel frattempo sarei molto voglioso di dare un'occhiata al villaggio e alle sue ristorazioni. Mi interessa molto scoprire la qualità del rame e del sushi di questo villaggio, e vedere come lo preparano. Sa, la mia famiglia era una famiglia di somelier, e io invece in battaglia sono diventato un sushiolo... Ma non ci posso fare nulla, e le visite in villaggi diversi dal mio, hanno per me un scopo turistico e ristorativo, oltre a quello prettamente... hmm... militare, se così possiamo chiamarlo.
    Questo perché, sa, il mio cugino di 4° grado è considerato a Kiri un maestro di pesce. Si chiamava Sosoki, e voleva anche aprire un ristorante dove servire piatti a base di pesce con il vino. Il vino perché il cugino di secondo grado del mio nonno, che si chiamava Akihiko e che era bravo a produrre piatti e bicchieri di alta qualità, ma che è morto in battaglia ad Ame tanto tempo fa, - e pace all'anima sua, era uno che amava produrre il vino e che sapeva il fatto suo. Infatti grazie alla sorella di mia nonna, che si chiama Aki, e che fatto nascere il mio zio, - lui un provetto fabbro, che però non ha voluto percorrere la Strada dello Shinobi, - a Kiri ora abbiamo diversi alberi di ciliegio, passando vicino ai quali...»

    Seinji Akuma, insomma, avrebbe spiegato a Raizen il proprio intero albero genealogico, se questo non lo avesse fermato.
    Alla fine però l'Akuma si sarebbe fermato, e inchinatosi avrebbe chiesto:
    «Credo sia tutto. Mi dica la Sua decisione, e mi dica se posso essere libero.»


    Seinji
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    Quando il Kiriano parlò nuovamente la faccia dell’Hokage prese una piega differente, indurita. L’inclinazione delle sopracciglia non suggeriva nulla di buono.

    Quindi gli Akuma son tutti simili, eh?

    Il clan degli illusionisti kiriani, che sfortunato rappresentante avevano quel giorno a Konoha, un pensiero che Raizen non riuscì ad evitare di formulare mentre faceva il giro della scrivania a passi lenti, quasi felpati. Era percepibile un cambiamento nel suo atteggiamento, difficile pensare che fosse in meglio.

    Quindi vorresti dirmi che io ho incontrato tre Akuma in tutta la mia vita e la voce di due di loro è praticamente identica?
    E nota bene, è la stessa di quell’Akuma che IO direttamente o meno, ho fatto ritornare in vita.
    Curioso, che dopo poco arrivi a Konoha un altro membro di quel clan PROPRIO con quella voce li, non trovi anche tu?
    Soprattutto considerando che per un clan macchiato dal tradimento di due suoi appartenenti non deve essere proprio un vanto tale da prenderne l’identità o lasciarne vivo il ricordo.


    Pessima scelta recitare con uno shinobi che faceva della recitazione la sua arma migliore, soprattutto se sfruttata nel momento sbagliato, andando a rafforzare un dubbio già maturato.
    Probabilmente nella sfumatura di voci che Raizen assunse all’interno della frase con una velocità incredibile Seiji avrebbe potuto riconoscere qualche suo conoscente, Atasuke, Itai, persino Ayame, Etsuko e le figlie del mizukage vi avevano trovato posto, seppure con una distorsione vocale che le faceva apparire strane, paurose avrebbe potuto ammettere chiunque li avesse sentiti parlare. Ognuno di loro aveva esaltato un aspetto della voce del tutto errato che lo faceva apparire come la controparte più bestiale e malvagia di quelle persone.

    Dimmi, Seiji, con chi cazzo credi di aver a che fare?

    Riprese il suo tono di voce, possente e baritono come l’eco di un tuono, poche parole ed un aura pesantissimaAkuma no Sonzai
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Caricamento (5)
    L'illusione si attiva se presenti entro 12 metri e se si ha almeno un'energia in meno dell'utilizzatore. Una volta a Round l'istinto si concretizzerà riducendo di 1 gli slot difesa del nemico, tramite attacchi illusori che non avvantaggiano l'utilizzatore. La vittima può decidere di subire un attacco illusorio e conservare lo slot difesa, ma avrà Dolore (DnT Grave) la ferita provocata produrrà percezioni coerenti con la sua natura. E’ possibile aggiungere effetti scenici a piacere purchè non antisportivi. Sarà possibile escludere alleati se presenti. L'Efficacia è pari a 60
    Tipo: Genjustu
    (Livello: 2 / Consumo: Altissimo - Mantenimento: Mediobasso)
    [Da Jonin in su]

    si sparse per la stanza, isolando il Kiriano sotto una coltre di paura e terrore liquidi, pesanti come poche cose al mondo, quel genere di peso per cui non basta scrollarsi le spalle. Non gli sarebbe servito voltarsi o guardare per percepire alle sue spalle qualcosa di gigantesco che gli soffiava sul collo alitate così grosse e pesanti da agitargli i vestiti, la stessa cosa che in quel momento dava a Raizen la possibilità di terrorizzare Seiji in quel modo: potere sconfinato.

    L’ultima persona che ha cercato di farmela sotto il naso è in coma farmacologico a marcire nei sotterranei dell’ospedale mentre cercano di rintracciare i pezzi della sua spina dorsale all’interno del corpo.
    Vuoi fargli compagnia?


    A quella domanda il terrore divenne ancora più pesante generando un oscuritàAbissi oscuri
    Talento: L'utilizzatore può rendere visibili le sensazioni date da 'Akuma no Sonzai' rendendo buia l'area. L'oscurità generata sarà accecante, rendendo inutili abilità come Vista Perfetta, Visione Notturna o altre capacità speciali legate alla vista. Non è possibile utilizzare altre abilità 'talento' in combinazione.
    [Da Chunin in su]

    insondabile in cui erano presenti esclusivamente i due, ma niente in quel buio od in quella solitudine era rassicurante, era come avere la sensazione di trovarsi all’interno di una gabbia sconfinata insieme al proprio carnefice, impossibile fuggire, ogni direzione era occupata dalla stessa medesima presenza.
    Mai far arrabbiare l’Hokage.

    Libero dici?
    Non hai fretta?
    Bene.


    La Bestia sorrise snudando i denti, se fosse affamata e se fosse affamata o meno di paura non era dato sapere, ma il suo stomaco chiedeva di più.

    Resterai qui a lungo, piccolo kiriano ingrato.
    Nessuno, NESSUNO cerca di prendermi in giro nel MIO villaggio.
    Men che meno un pescivendolo.
    Ci sono tante cose che si possono nascondere o cambiare quando ci si nasconde, ma su una non si può mai mentire, ed è se stessi e il proprio talento
    E credimi, il tuo trucco da pagliaccio l’ho visto da qualche centinaio di metri, ed il puzzo l’ho sentito quando hai messo il piede fuori dalla porta delle mura kiriane.


    La paura parve diradarsi dopo l’ultima parola di Raizen, Seiji non aveva sperimentato la parte più pericolosa della tecnica, venendone risparmiato, ma era davvero il caso di tirare ulteriormente la corda con chi gli aveva dato la possibilità di ritornare nel mondo dei vivi?
     
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    «Dialoghi»



    «Senz'altro...» - sospirò Seinji alla prima domanda del Mizukage. - «I geni in comune che hanno gli Akuma posso influire sulla voce, sull'aspetto esteriore, sullo sviluppo, sui tratti facciali e anche sul comportamento.» - Arrivò quindi la seconda domanda, alla quale Seinji non poté che rispondere di nuovo con un sincero sorriso. - «Esattamente.» - Disse sicuro. - «Pensi che persino la voce di mio padre, quel bravo ninja deceduto di Akihiko, è identica-uguale alla mia. E' una caratteristica molto comune tra gli Akuma.» - Dunque agitò negativamente la testa. - «E' curioso sì, ma non sapendo chi è l'Akuma che Lei ha fatto ritornare in vita, non posso trarre alcuna conclusione. Sono però certo che la mia voce sia identica a quella di almeno altri 3 ninja del clan Akuma di Kiri: un certo Keiji Akuma, un certo Seinji Akuma e un certo Kyoshi Akuma. » - Disse, ovviamente mentendo: anche se nel mondo vi esistevano delle voci simili, ma difficilmente ve ne potevano essere ben 3 di uguali in tutto e per tutto. - «Come le ho gi detto, inoltre, posso anche smetterla di parlare con la mia voce naturale, e parlare con la voce di chi desidero io: Itai, Raizen, Atasuke Uchiha, o chiunque altri che abbia mai sentito parlare. E dunque la mia voce, potrebbe anche non essere la mia voce, non crede?» - Si fermò un attimo ascoltando del clan e dei due rappresentanti che avevano tradito: lui ed Etsuko.
    «E infatti il mio clan vuole cancellare completamente un qualsiasi ricordo dei due ignobili Akuma che Lei ha nominato. In questo senso ci sta già procedendo il mio cugino Ryu Akuma, che, pur non avendo una voce identica alla mia, ne ha comunque una molto simile.» - Ovviamente notò che anche Raizen disse la sua intercambiando le tonalità delle voci, da quella di Itai a quello di Etsuko, che probabilmente aveva avuto il modo di incontrare per la sua strada.
    Poi si arrabbiò, scagliando sull'Akuma un qualche ninjutsu, o genjutsu... Non lo sapeva. Certò, l'aria si fece pesante, il cuore dell'Akuma iniziò a battere in modo molto più forte, e l'aura del Kage si sparse in giro per il suo ufficio. Non l'incontro migliore insomma, ma l'Akuma non avrebbe fatto un solo passo indietro. Aveva promesso a Itai di tenere la sua identità celata a chiunque quanto bastava, anche al Kage della Foglia, anche se questo sospettava che Asmodai fosse Seinji, o anche se questo ne aveva certezza.
    La parola di un chunnin di Kiri valeva più di ogni altro giuramento, e anche provando terrore, paura e percependo gli effetti scenici di quel jutsu, l'Akuma non indietreggiò.
    Le mani gli tremolarono, e con esse tremolò pure la voce.
    Ma non tradisse la sua parola.
    «Nonostante debba ammettere che il jutsu da Lei utilizzato sia bello,» - iniziò con voce leggermente spenta, - «ed efficace, temo però che si stia sbagliando di grosso. Per quanto ne so, Seinji Akuma è ora in qualche terra lontana a migliaia di chilometri da qui, e il fatto che ne porti la voce è solo una disgrazia, più che un onore. » - Alla minaccia poi indietreggiò, osservando come il tutto stesse diventando buio. - «Sono un diplomatico,» - sospirò. - «E nonostante voglia cavare fuori da me informazioni sbagliandosi sul mio conto, godo dell'immunità diplomatica di Kiri. Sono sotto la diretta protezione del Mizukage, motivo per cui Le chiederei gentilmente di smettere con questi effetti scenici. Non siamo in un teatro, e non siamo degli attori... nonostante molti pensino il contrario.» - Sospirò terrorizzato, nonostante il tutto stava diventando veramente pauroso: quel tizio li non scherzava, e forse lo avrebbe trafitto da colpi, ma...
    Una parola era una parola.
    «Posso restare qui abbastanza a lungo,» - aggiunse con voce tremolante alla risposta del Kage. - «Questo villaggio è molto particolare, e ho voglia di studiarne le tradizioni, gli usi e i consumi locali. Voglio vederne i migliori monumenti, e saggiarne il sushi prelibato.»
    Quindi abbassò il capo.
    «Temo però che il mio Mizukage stia aspettando una risposta alla missiva...» - aggiunse. - «Motivo per cui gradirei una visita veloce, per portare quindi il rotolo con la risposta al Nono.»
    Cosa avrebbe fatto Raizen allora? Avrebbe inferito ancor di più su qualcuno che era venuto li in veste di diplomatico? Oppure si sarebbe divertito a sfoggiare l'arsenale delle sue tecniche e delle sue abilità dinnanzi a Seinji?.. Questo volle pizzicarlo per un attimo, dicendo qualcosa di simile a "se invece vuole impormi con la forza la permanenza qui dentro, allora deve ancora riuscire ad afferrarmi", ma poi ci ripensò.
    Non voleva aggravare la situazione.
    Voleva peggiorarla solo un po'.
    «Sappia però che se decidesse di inferire ulteriormente su un diplomatico con i suoi trucchetti,» - tirò fuori un kunai ferendosi al palmo dell'altra mano [Ferita: MedioLeggera] e componendo quindi un solo sigillo

    CITAZIONE

    Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo:½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]

    Il bui scomparve subito, così come la sensazione di paura.
    «...allora riferirò il tutto al mio Kage, e in mancanza di una decisione da parte di quest'ultimo, Le lancerò il mio guanto di sfida sfidandoLa in un duello alla morte in territorio neutrale.» - A tali gentili parole sarebbe seguito un inchino e un sorriso.
    La palla dunque stava a Raizen.



    Seinji
    Chakra: 400 Bassissimi - 18(Rilascio)
    Vitalità:13,5/15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: Rilascio: 45 di base + 20.

    Abilità usate: ///
     
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    Braccia corte







    Quando l’Hokage giunse con i suoi passi dinnanzi a Seiji qualcosa al suo interno si ruppe, un lieve tremito lo scosse mentre guardava il kiriano ferirsi la mano, sinonimo del fatto che la sua abilità non era ancora sufficiente a permettergli di liberarsi del genjutsu utilizzato dal Colosso.
    Tuttavia, nonostante il rilascio la sensazione di paura non diminuì, anzi tornò nuovamente, facendosi più forte [viene attivato anche il danno dell’istinto omicida] come se il Kiriano non avesse fatto altro che cercare di spostare una nuvola di fumo con la mano. Questa volta la paura però era più intensa, soffocante, riuscendo ad annebbiargli persino i pensieri e la capacità di eseguire efficacemente le tecniche [talento + scoordinato]
    Alzò un unico dito, l’indice, e prese a muoverlo ritmicamente e più volte da destra verso sinistra.

    No, no.
    Non ci siamo.


    Era la pazienza ad essersi rotta.
    Non aveva nemmeno terminato di dire il secondo "no" che la sua mano avrebbe brillato di un bagliore azzurrognolo, vi era comparsa una lama composta di solo chakra[Creazione della Forma: katana] che scattò verso la mano ancora illesa di Seiji, cercando di separarla[Attivazione Chakra del Demone For + 3 Vel + 3 (Controllo demoniaco) Cap Vel. + 2
    Vel. 825 + 1.25 bassi (furia del demone)= 950]
    di netto dal resto del braccio più o meno all’altezza di metà avambraccio.
    Ma sarebbe stato clemente, il fendente sarebbe stato estremamente preciso e non avrebbe leso null’altro che non fosse il braccio. Con la stessa rapidità con cui aveva dato quel colpo avrebbe poi preso l’arto appena reciso, impugnandolo come se non fosse l’avanzo ormai inutilizzabile dell’Akuma ma un normalissimo oggetto, e con quello l’avrebbe schiaffeggiato.
    Proprio così, avrebbe schiaffeggiato[Vel. 825 + 1.25 bassi (furia del demone)= 950] quell’uomo impugnando la sua stessa mano.
    Al pronunciare dell’ultima parola forse Seiji avrebbe iniziato a sentire il sangue inumidirgli la coscia e la guancia pulsargli di dolore, dopotutto il taglio del braccio era stato troppo rapido e netto per essere doloroso.

    Territorio neutrale?
    Davvero?
    Stupido pezzente.
    Non sei nemmeno in grado di vedermi.
    Non ti sei fatto nessuna domanda?
    O pensi che parlo a vanvera quando parlo di puzzo?
    Io conosco il TUO odore.
    O adesso vuoi dirmi che voi Akuma puzzate tutti di porcile come te, eh, piccolo suino coraggioso?


    Gli lanciò il suo braccio in grembo.

    Tiè, riprenditi il tuo guanto di sfida, che dici, te l’ho lanciato bene?

    Lo canzonò con ben poca delicatezza.

    Sembra che con quelli della tua levatura io debba essere più… preciso.
    Punto uno: sei un completo beota.
    Punto due: davvero, sei un beota.
    E non cercare di raggirarmi con discorsetti inutili, potrei arrabbiarmi ancora di più.
    E non vuoi vedermi davvero arrabbiato.


    Lo guardò in cagnesco, come se guardasse il liquame presente all’interno di un pitale particolarmente sporco.

    Per cui sarò esplicito.
    Quella che mi hai portato era la lettera di un alleato di un amico oserei dire.
    Cosa vuol dire?
    Che adesso manderò una lettera in cui comunicherò che ti ho preso a schiaffi e pedate per il bene della tua stessa missione e a nessuno fregherà un cazzo delle tue parole.
    E non perché io sono l’Hokage, no.
    Semplicemente perché sei stato così idiota da fallire prima ancora di cominciare!


    Battè una manata sulla scrivania, facendo sobbalzare qualche penna.

    Ora, schifido pezzentello di primo pelo, prenderai il tuo braccio e gli arti che ho deciso di lasciarti ancora addosso e ti recherai all’ospedale, ti farai rimettere in sesto, operazione abbastanza corta vista la precisione del taglio, e dopo che sarai venuto a chiedermi scusa per il tuo comportamento potremmo parlare di come rendere la tua mascherata efficiente, perché credi a me, al momento vai poco lontano.

    Lo guardò fisso negli occhi.

    Osa aprire ancora quella tua sordida bocca menzognera per dire che non sei Seiji Akuma o per contraddirmi, ed ogni tua parola usata per farlo sarà un arto in più che dovrai trasportare all’ospedale, e gli dei non vogliano che siano più di tre perché a quel punto mi costringerai ad usare la fantasia.

    Lo guardò ancora, indicando la porta con la mano destra.

    Vuoi una pedata d’invito o ti levi di torno da solo, “ambasciatore” ?
    Ah, ovviamente le porte del villaggio sono chiuse, dovrai tornare da me prima di uscire.


    A meno di scellerate reazioni o parole avrebbe liquidato Seiji, rinviando la loro chiacchierata.


    Edited by F e n i x - 27/2/2016, 02:56
     
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    Appena Seiji fosse uscito dalla stanza Raizen avrebbe chiamato Hitomi con fare abbastanza irruento. Una volta entrata nella stanza l'avrebbe fatta sedere.

    Solite lettere... scrivi va.

    Appena Hitomi fu pronta iniziò a dettare la risposta alla lettera del Mizukage.

    Ho ricevuto il tuo messaggio, e si, hai visto bene, posso farlo.
    Ma non ancora, mi serve raffinare la tecnica, entro breve ti farò avere il necessario, direi a questo punto più o meno lo stesso giorno in cui tu troverai il modo di fare ciò che mi hai accennato.
    In realtà non volevo scrivere questa lettera, o meglio, speravo non ce ne fosse bisogno.
    Ma ho visto che stai mandando un totale imbecille a giro con una maschera posticcia.
    È a dir poco ridicolo.
    Ho beccato il tuo babbeo appena ha messo piede nel mio ufficio.
    Nessuna contraffazione della voce, nessun odore mascherato, e non voglio immaginare come stesse messo con il chakra, ma immagino che non avesse cambiato nemmeno il colore di quello. Lo stesso stronzo, ma con una faccia diversa, e capirai che la merda ha un caratteristico odore ben riconoscibile.
    Ha iniziato a recitare DOPO che l'ho beccato.
    Mi curo un pochino di lui, ma sarò un pò...


    Si interruppe, cercando la parola più adatta.

    Mi raccomando inserisci dei puntini di sospensione.

    Disse come se fossero importanti per rendere al meglio quella sua indecisione.

    ... Manesco.
    Il ragazzo è duro di comprendonio, non depresso, ma te lo restituirò tutto d'un pezzo, e col favore degli dei forse un minimo più capace a fare il suo lavoro e non rovinare il tuo.
    Ed a proposito di lavoro, non so che diavolo stesse andando a fare, ma non voglio coglioncelli mascherati dentro il mio villaggio, se proprio è necessario informami di quello, non del loro status emotivo.
    Si è ferito una mano per rilasciare un genjutsu. Ed è un Akuma.
    Secondo te, al secondo Genjutsu che aveva intenzione di fare?
    Perchè non penso che la ferita che ci si è fatto sopra fosse propedeutica al rilascio di future tecniche.
    Il primo Akuma costretto a restare dentro un genjutsu, sembra l'inizio di una barzelletta.
    SEGLI. BENE. I. TUOI. UOMINI.
    Ma, soprattutto, non permettergli di mandare a monte i tuoi piani, se doveva fare l'infiltrato considera pure tutte le informazioni in suo possesso in mano al nemico.

    PS.
    Mi ha sfidato a combattere alla morte.

    PPS.
    Tieni d'occhio gli Akuma, al dire di "Asmodai" hanno un concetto di amore fraterno fin troppo letterale.
    "Abbiamo tutti la stessa voce perchè siamo fratelli" mi mancavano le mani con cui coprirmi la faccia.

    PPPS.
    Ma tu li tocchi gli Akuma?
    No perchè ora a me fanno un pò schifo.


    Avrebbe fatto poi cenno di chiudere la busta e sigillarla.

    Dai pure a me, ci penserà Kubomi a recapitarla, meglio dei pennuti direi.

    Evocò quindi il piccolo drago, consegnandogli la lettera e suggerendo di muoversi in forma di nuvola per recarsi a Kiri, in modo da non rischiare di incappare in inutili rischi.
     
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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    Il rilascio lo salvò per un istante, un misero istante, sicuramente insufficiente, che ecco la sensazione di paura ripresentarsi. E perché? Non aveva avuto paura dinnanzi a Diogene, quando questi era venuto ad Ame in compagnia di due ninja, e non aveva avuto paura di Shiltar Kaguya, quando questi gli strappò gli occhi e l'orecchio. Allora sorrise soltanto, sapendo che tagliargli via le parti del corpo era più che inutile, anzi. Seinji Akuma era una fenice. Simile alla fenice. Intrepido come una fenice. Come una fenice sicuro di rinascere sempre, anche quando ogni speranza andava via perdendosi e quando il tutto sembrava per finire. Non lo sapevo ancora da dove proveniva quella sicurezza, ma lo sapeva. Lo sapeva come se avesse visto una costante invisibile nella sua vita. Una costante fortunosa, ed ogni volta, trovandosi sempre a un filo dalla morte, non poteva far altro che ridere dell'incapacità altrui di capire che lui non poteva morire. E non poteva essere sconfitto. Anche se cadeva, era per rialzarsi. Si era rialzato dopo Shiltar, si era rialzato dopo che una sunese lo aveva trafitto con la propria katana. Lo aveva fatto dopo il primo litigio con Itai Nara, e lo avrebbe fatto sempre e comunque, senza mai provare una paura naturale (il che era più un difetto che un pregio, fintanto che la paura era il cane di guardia della vita per molti). Tuttavia, in quell'istante ebbe paura, perché anche se illusoria e completamente innaturale, bhe... paura fu. Il cuore iniziò a battere più forte, l'adrenalina iniziò a venir rilasciata in quantità sempre più grandi, la pupilla si ridimensionò ingrandendosi mentre il colosso dinnanzi lo copriva d'ombra insieme a tutte quelle nubi sopra di lui, e dietro, compreso il respiro, e la sensazione di venire assediato, trafitto, scalfito, crocifisso.
    "Ho paura," - sospirò Asmodai nell'osservare Raizen.
    "Abbiamo... paura" - aggiunse l'Akuma.
    Quindi vide una lama brillare, ma era veloce. Troppo veloce. Cercò comunque di evitare il colpo impastando del chakra nel braccio per spostarlo indietro [Medio-Alto /// + 8 tacche - Riflessi 850 - OverCAP e Sovraimpasto (2 leggere di danno) /// Gerita Grave al braccio (Amputazione)], ma anche a causa del genjutsu non fece in tempo, lasciando che il braccio venisse colpito, e rimanesse inerme nell'aria per un istante.
    Così. Dapprima non sentì nemmeno il dolore per l'enorme velocità del colpo.
    Poi però un dolore fulmineo, moltiplicato per mille all'ennesima potenza, come se migliaia di aghi lo avessero colpito in unico punto, si propagò l'ungo l'arto di Seinji Akuma. E questo urlò di dolore.
    E anche di rabbia.
    E persino di odio.
    «AAAAAAAAAAAAAARGH...» - sudò per un attimo, lasciando che delle gocce di sudore freddo gli coprissero il volto, e poi cadde all'indietro nel mentre il sangue sgorgante iniziò subito a bagnare il pavimento di quell'ufficio maledetto, dei suoi pantaloni nuovi e della sua (ormai rotta) camicia elegantissima.
    "E' questo il trattamento che viene riservato agli accademici, Seinji hehe" - rise il Demone.
    Il colpo, insieme al rilascio eseguito senza sigilli, lo liberò subito dell'illusione, ma questo non bastò per smorzare la sua rabbia. Era stato attaccato. Da un... alleato. O un qualcuno che diceva di essere suo alleato.
    Si lasciò schiaffeggiare, e poi sorrise con un sorriso di sfida.
    «L'ultimo Kage che mi aveva tagliato una parte del corpo ora marcisce chissà dove,» - rispose l'Akuma con voce tremante. Poi riprese il suo braccio come Raizen gli aveva detto di fare.
    "Ha detto che nessuno si metterà in tua difesa, Seinji. Ci hanno traditi, Seinji. Itai ci ha traditi."
    "Vedremo..." - rispose l'Akuma. - "Intanto fammi mettere qualche cosa in chiaro".
    Con la mano ancora al proprio posto, prese l'arto tagliato e da seduto per terra com'era lo lanciò di rabbia verso la testa di Raizen. [Forza: 650 + impasto MedioAlto=850]
    «Puoi anche tenertelo,» - riuscì a dire a malapena. - «Anzi, se sei così pezzente, puoi tagliarmi anche l'altro...» - A quelle parole si alzò lentamente, col corpo tremante e stanco per lo sforzo subito, e allungò l'altro braccio verso Raizen, quasi come se a invitarlo a farlo. A farlo, posizionò il braccio in modo tale da farseglielo tagliare nel punto in cui era stato tagliato l'altro. Così se fosse sopravvissuto alla sua testardaggine e alla sua stupidità, al posto della camicia a maniche lunghe ne avrebbe avuta una a maniche corte.
    «E no. Non ti chiederò scusa, né ti chiederò consiglio. Né andrò da nessuna parte. Né prenderò da te ordine alcuno. Al momento prendo ordini soltanto da Itai Nara...» - con il braccio allungato allora avrebbe fatto un piccolo inchino.
    «E aspetto la mia missiva. E sono pronto a portarla verso Kiri stringendola tra i denti, conficcandomela nel culo, saltando su una gamba sola, oppure strisciando per terra come un verme qualora questo sia necessario.»
    Era uno stupido? Sì, lo era. Era un testardo? Senz'altro.
    Ma quell'offesa non la avrebbe lasciata andare molto facilmente, e l'odio crebbe in lui a dismisura. Per un attimo pensò che aveva ragione Asmodai: l'Accademia era una merda, e se Itai non avesse difeso quel che era un ninja del suo villaggio, o Seinji sarebbe morto, o le strade sue e di Kiri avrebbero di nuovo preso delle pieghe diverse.
    Dal canto suo però confidava in Itai. Riponeva fiducia in lui. E lo seguiva come un soldato seguiva il proprio capo. Era stato Itai a convincerlo e infondergli quella fiducia.
    Se il capo però lo avesse tradito, allora avrebbe preferito piuttosto morire che seguirlo.



    Seinji
    Chakra: 400 - 32 (Rilascio X2) - 32 (Impasti)
    Vitalità:3,5/15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///

    Abilità usate: ///
     
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    DNA del Perdente







    Quando il braccio gli venne lanciato contro non gli ci volle troppo per reagire [pompa riflessi] aveva riflessi ben superiori alla norma e di certo un arto non poteva impensierirlo, lo afferrò al volo furente.

    Metti a dura prova la mia pazienza Akuma, credi alle mie parole.

    Gli si avvicinò nuovamente, sempre col braccio di lui in mano, avvicinandoglielo alla bocca.

    Tu non farai… cosa?

    Gli avvicinò il braccio al viso, Seiji poteva sicuramente già sentire l’odore del suo stesso sangue.

    Quando io parlo, dentro Konoha, non esiste persona che possa contraddire i miei ordini.
    Sai tu cosa sei al momento?
    Tu sei un potenziale traditore, l’ultima carriolata di merda a cui il MIO ospedale ha deciso di dare una seconda possibilità.
    Tu al momento sei un nukenin, che ha dichiarato una falsa identità all’ingresso del villaggio ed ha mascherato le sue intenzioni a me, il suo capo.
    Oppure Itai ha reintegrato il tuo nome, Seiji?
    Non penso, sai?
    Forse quello di Asmodai, ma il tuo sangue ed il tuo chakra dicono che sei Seiji, cosa potrebbe succedere se l’accademia ne venisse a conoscenza?
    E sai come lo so?
    Perché io gli ho consigliato parte di questo piano, il che mi fa dedurre che direttamente o indirettamente Diogene c’entri qualcosa, e son sicuro che se mi sforzo ancora qualche secondo riesco a capire cosa volevi farci con questa maschera da pagliaccio.


    Sospirò, levando gli occhi al cielo.

    Lo sai vero che l’Accademia è un organo più grande che gestisce questo genere di complicanze tra villaggi, vero?
    E che non vede di buon occhio gli stronzetti travestiti come te?
    Non avrai tradito il tuo Kage, ma ne stai potenzialmente attaccando un secondo.
    Il mondo in cui viviamo è spietato, cosa pensi che succederebbe se completassi il lavoro in questo momento?
    Ho prove cristalline del tuo travestimento, ma ti ostini a proseguire la scenata, per quanto mi riguarda posso affermare che sei un potenziale pericolo, certo, un beota, ma pur sempre un pericolo.
    Sai cosa succede se ti sbatto in accademia ora?
    Il tuo kage passa dei guai, il tuo villaggio passa dei guai mentre io torno nel mio ufficio bello tranquillo.
    Non hai neanche un oncia di ragione dalla tua, smettila di convincertene, leso che non sei altro, non fai alltro che ledere ciò che ti sta caro.
    Son le persone come TE che fanno scoppiare le guerre, stupide e presuntuose sopra ogni dire.
    Ti ho quasi ridotto in briciole senza nemmeno dover pensare a cosa facevo, sei vivo perché l’accademia e la sua sicurezza stanno passando momenti difficili, e non è tempo di minare gli equilibri.


    Premette col moncone del braccio sulla bocca.

    Per cui adesso mangi.

    Aveva gli occhi in fiamme, probabilmente guardare la Volpe sarebbe stato meno angosciante, uno sguardo immobile e sgranato, una rabbia abnorme premeva dietro le iridi di chi con la propria furia aveva domato quella di un demone millenario, pronta a divorare il kiriano.

    Si. Ti nutrirai della prova del tuo fallimento e crescerai.
    Si, tu crescerai.
    E lo farai in silenzio, in modo che le Idiozie che ti escono di bocca non ti facciano scavare a due mani nella merda in cui sei immerso.


    Gli fece aprire la mascella a viva forza, probabilmente col ceffone precedente gliel’aveva pesantemente danneggiata[difesa omessa, considero la mascella rotta in più punti] ed era un miracolo che parlasse ancora così fluentemente, ma il tocco della mano del Colosso non gli sarebbe sicuramente risultato gradito.
    Grazie agli ossi rotti non sarebbe stato difficile, i muscoli non potevano far leva su nulla perdendo di efficacia e permettendo a Raizen di aprire la bocca senza troppi sforzi.
    Inserì quindi l’arto nella bocca e li lo lasciò, premendo sulla mascella di modo che assaggiasse la consistenza del suo stesso braccio. In realtà non voleva tanto fargli mangiare il suo fallimento quanto chiudergli la bocca di modo che eventuali risposte peggiorassero ancora la sua situazione.

    Tu, Akuma, non devi mai aver ricevuto abbastanza schiaffi in vita tua, o forse sei semplicemente caduto troppo spesso dal seggiolone quando eri piccolo.
    Ma pare che l’ingratitudine sia congenita in te.
    Parlare in questo modo all’uomo che ti ha dato i mezzi per tornare tra i vivi, dopo averlo ingannato… o no, non è decisamente il meglio.
    “Portarla strisciando al tuo Kage”, pft, tra un ora al massimo quel braccio ti farà schiantare dissanguato, beota, dove speri di andare?


    Lo canzonò duramente.

    Tu, Asmodai, hai fallito in tutto.
    E io non sono la causa del tuo fallimento, ne sono il sintomo.
    E dall’alto della tua stupidità, prima di curarti hai scelto la morte, solamente perché un sintomo ti metteva in guardia sul male che ti stava assediando.
    Tu, in questo modo hai scelto di tradire.


    Lo indicò, quasi compassionevole.

    Guardati, povero cretino.
    Sei li a terra che trascini un orgoglio così pesante da ridurti in ginocchio, senza comprendere che ti impedisce di crescere, ai piedi di chi necessita di poco più di un ceffone per ridurti ad un passo dalla morte.
    Ed ancora, continui ad insistere? A minacciare?
    Potrei farti interrogare e cavarti dalla testa le informazioni che non vuoi darmi, ma verso le quali il tuo diniego mi ha acceso l’interesse, ed avresti potuto evitarlo solamente confermando la verità che ti avevo esposto… invece nulla


    Si abbassò nuovamente al suo livello.

    Sei un perdente nato, e ciò che ti rende tale non sono le tue sconfitte, ma l’incapacità di imparare da esse.
    Di ammettere di averle fatte, cosa pensi di solito “oh mio dio se non ci fosse stato quell’elemento, se quel tizio non fosse stato così forte, se il destino così avverso” quante scuse trovi ogni volta per giustificare una vita di fallimenti?
    Ti piscerei sopra, giusto per far chiarire ad una creatura dall’intelligenza ridotta come la tua chi ha avuto la meglio in questa storia, ma questo, per l’appunto, mi relegherebbe ad una condizione intellettiva pari alla tua, e per amor proprio non posso accettarla.


    Si avvicinò alla porta dell’ufficio, bussando due volte, segnale che permise ad Hitomi di entrare.

    Chiama la mia squadra medica e Sho Saitama.
    Informalo della presenza di un ninja da portare alle prigioni.
    E ovviamente qualcuno per ripulire il sangue di questo schifoso.
    Avverti anche Atasuke per sicurezza, non vorrei che questo stupido pensasse di scappare.


    Quando la squadra medica fosse arrivata Raizen avrebbe indicato Seiji col disgusto dipinto nel volto.

    Fate il necessario per rimetterlo a nuovo, quando avrete finito consegnatelo pure a Sho.
    Al PRIMO tentativo di resistenza il numero del mio ufficio deve essere il primo che comporrete.
    Se alzerà la voce, se tenterà di camminare da solo, se pure sposterà gli occhi troppo rapidamente, mi chiamerete e penserò io a darvi altro lavoro da fare per rimetterlo a nuovo.


    Si voltò poi da Asmodai.

    Tu hai qualcosa da aggiungere?
    Ah no, non puoi, col “guanto della sfida” in bocca non penso sia semplice dopotutto.


    Fu così che venne congedato il Messaggero kiriano, più morto che vivo, a causa di un errore che non aveva voluto ammettere, sempre che la stupidità, per cui presto o tardi sarebbe diventato popolare, non l’avesse portato a cercare un modo per innervosire ulteriormente l’Hokage.
     
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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    Di tutte le parole che Seinji riuscì ad ascoltare dopo la sua breve risposta e la sua rabbia momentanea, fu un qualcosa di molto simile a un monologo senza capo né coda. Un continuo "blablablablabla". Certo, prese il braccio al volo (e sarebbe stato molto strano il contrario, a dire il vero), e quindi si mise a blaterare qualcosa che l'Akuma non ascoltò nemmeno. Sentì solo che stava attaccando un secondo Kage, e in risposta fece un sorriso ironico.
    «Non lo dimenticherò mai,» - provò a dire sincero. Era abituato ai monologhi, ma stare a sentire tutto quel discorso così lungo e disarticolato, gli diede sicuramente alla testa. Era già stanco per le ferite subite [1 leggera rimanente di vitalità dopo il colpo alla mascella], e non appena Raizen si avvicinò a lui con quel moncone e con l'intenzione di farglielo mangiare, non protestò affatto. Anzi, aprì la bocca per quanto sarebbe stato necessario, e una volta che le sue carni sarebbero state dentro di essa, avrebbe provato, aiutato anche da Raizen, a chiudere le mascelle staccando dal moncone un bel pezzo di carne. L'avrebbe masticata per un po', quindi, tanto da essere sicuro che nessun osso gli andasse di traverso. Quindi avrebbe mandato giù il boccone, per poi dare un altro morso alla sue stesse carni.
    "Con un po' di vino e potrebbe diventare un piatto pregiato, Seinji..."
    «Buono,» - sussurrò Seinji alzandosi per quanto possibile alzando e mettendosi di fronte a Raizen, nel mentre questi aveva ancora il braccio nelle sue mani. A quel punto avrebbe staccato dal suo braccio un altro pezzo, letteralmente divorandolo. Faceva schifo in realtà, ma se era necessario se lo sarebbe mangiato tutto quanto d'un colpo. Ne sarebbe seguito un secondo morso.
    «Non vuoi favorire anche tu?» - disse aprendo la bocca per far vederne a Raizen il contenuto, e letteralmente soffiando, o sputando (per quanto era possibile), il masticato verso le labbra carnosi dell'Hokage. - «Buono, eh?» - avrebbe chiesto quindi. - «Un altro po'?.. Susu! QUALCUNO PORTI DEL VINO QUI!» - Iniziò a delirare andando verso l'alto lato della stabza, stanco com'era provando a dare un altro morso al moncone. Una volta morso, qualora riuscito a farlo vista la mascella rotta in alcuni punti, avrebbe sorriso sincero e si sarebbe inchinato elegantemente. Tentanto quindi di masticare e lasciar andare il tutto sul pavimento, avrebbe continuato.
    «Niente da eliminare, generale! La piazza è pulita!» - a quel punto avrebbe estratto 3 kunai con cartabombe, attivandole e lanciandole tutti e 3 verso la base della scrivania di Raizen, situata a quel punto a circa 6 metri dalla posizione di Seinji. [Forza=800 /// Potenza Esplosione: 50 nel raggio di 3 metri dal punto d'impatto.].
    A quel punto però, anche per via della fatica e dell'immane sovrasforzo che ha dovuto sostenere, Seinji Akuma svenne, appoggiando prima al muro alle sue spalle, e poi scendendo piano piano verso il pavimento che egli stesso aveva tentato di distruggere. [PG svenuto]
    Così finiva la missione da postino di Seinji Akuma.



    Seinji
    Chakra: 400 - 32 (Rilascio X2) - 32 (Impasti) - 12 (impasti)
    Vitalità:0 /15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///


    Edited by leopolis - 1/3/2016, 19:01
     
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    Follia







    Pazzo, l’aveva fatto diventare pazzo nel giro di un paio di minuti!
    Lo guardò del tutto stupito mentre girava per la stanza farfugliando le cose più assurde e mentre iniziava a mangiarsi di gusto il suo braccio, già si sarebbe stupito se l’avesse fatto di malavoglia, figurarsi con quel gusto e quel sentimento.

    Wow.

    Non riuscì a dire niente per tutta la durata del monologo, limitandosi a seguire il pazzoide durante l’exploit.

    Ei bello, forse devi rallentare un po’.
    Ei?


    Cercò di interagire mentre metteva le mani avanti per cercare di respingere gli sputacchi di Seiji.
    Era incredibile, gli aveva dato da mangiare follia in forma di arto superiore.

    Non so se sia peggio lui o te che provi questo… sottile senso di onnipotenza nel vederlo impazzire a causa delle tue azioni.
    Io sento tutto, ricordalo.


    Era quasi un rimprovero quello della Volpe ma Raizen era scientificamente interessato a quello che gli accadeva dinnanzi ed osservava ad occhi sgranati come se fosse la prima volta che aprisse gli occhi.
    Fu poi il momento per l’Akuma, quello per il suo gran finale, estrasse le carte bomba da una sacca porta oggetti e legatele ad un kunai tentò di lanciarle verso la scrivania e verso Raizen provocando un esplosione che avrebbe fatto saltare tutto in aria, o meglio, avrebbe forse sfondato il soffitto, la scrivania era opera di un talentuoso Senju e difficilmente qualcosa avrebbe potuto distruggerla. Ma le azioni del kiriano erano comunque troppo lente per non far intervenire Raizen ad interrompere le sue azioni, la mano che ancora brillava della katana di chakra sarebbe scattata nuovamente alla stessa vertiginosa velocità di prima recidendo il braccio e scaraventandolo fuori dalla finestra, con una traiettoria che gli avrebbe permesso di esplodere a mezz’aria senza ledere nessuno.

    Ma che diavolo di stracazzo stai facendo?

    Madido del suo stesso sangue Seiji era in pieno delirio, la mente offuscata gli impediva probabilmente di ricordare che aveva lasciato le sue armi ad Atasuke che con la sua estrema professionalità le aveva prese in consegna e sigillate come la prassi volevaDichiarazione di consegna Totale delle armi si sarebbe dovuto ricordare di scusarsi con lui, era probabile che qualche volta gli avesse rimproverato tutta quella rigidità.
    Per assicurarsi di non incappare in qualche scherzo degli Akuma tuttavia avrebbe eseguito il rilascio, che gli diede ulteriore conferma dell’annebbiamento dell’uomo più testardo che avesse varcato la soglia del suo ufficio.
    Lo guardò per lunghi secondi, era immobile, col sangue che gli scorreva via dal braccio insozzandogli il pavimento e portandogli via il calore dal corpo. Si chiese cosa sperasse di fare con quelle carte bombe, se realmente erano quelle che aveva intenzione di usare, visto che in tutto il tempo necessario ad utilizzarle poteva incenerirlo, volendo.

    Mah.

    Si prese un laccio dalle scarpe e glielo passò attorno al braccio, stringendo a sufficienza da bloccare gran parte della fuoriuscita di sangue.

    E ci ha speso pure della grana su di questo.

    Sospirò, prendendo il mezzo traditore in spalla ed andando incontro ai medici, prima arrivava da loro meglio sarebbe stato, un braccio era una cosa, una vita era tutt’altro.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ricucire i Rapporti

    III



    Cosa diavolo è successo, sarebbero state quelle le parole con cui sarei esordito una volta trovatomi davanti l'Hokage. La sua lettera era stata decisamente chiarificatrice riguardo le carenze di Seinji/Asmodai, ma valeva la pena ascoltare tutta la storia. E la storia sarebbe stata piena di dettagli alquanto grotteschi, a partire da un braccio tagliato e poi mangiato con gusto dopo la follia dell'Akuma. Quando Raizen ebbe terminato il suo racconto rimasi qualche secondo in silenzio, dunque, in un gesto molto eloquente portai le mani aperte contro il mio viso, nascondendolo per lo stupore che Seinji Akuma era in grado di provocarmi. Definizione accurata di un "epic facepalm".
    Tu non dovresti tagliare le braccia alla gente che vuoi che ti ascolti, si tende ad indisporla, dissi secco, ma senza troppo biasimo nella voce. E poi colpirlo. E poi farglielo mangiare. Ma se conosco l'individuo siamo alla seconda mutilazione da parte di un Kage, immagino che se lo sia meritato. Anzi, ne sono più che certo, stavo quasi digrignando i denti per l'irritazione.
    Aveva UN compito semplicissimo. Consegnare. Una. Lettera. Non doveva infiltrarsi da nessuna parte, gli ho cambiato i connotati perché è il massimo che Kiri riesce a fare attualmente, ma la recitazione stava a lui. E non credevo che riuscisse a scazzare la copertura con così tanta facilità, e pensare che SA ANCHE RECITARE!, quelle ultime parole furono dette con un tono decisamente alto. Non mi sono ancora rincitrullito però Raizen, doveva solo dare un'occhiata ad una cosa da una distanza di sicurezza, diversi chilometri, i suoi occhi possono farlo. Al massimo si doveva infiltrare con la vegetazione! Figurati se lo mando a scambiare quattro chiacchiere col suo ex-datore di lavoro. Ah, ma ora se lo conosco avrà appeso il muso e pretenderà che io dichiari guerra alla Foglia per proteggere il suo onore... IO LO FACCIO SODOMIZZARE DAL CADAVERE DI JIGOKU porca miseria, non stavo scherzando. Dov'è? Spero in un posto scomodo, perché la mia delusione in questo momento travalica i confini del ragionevole. Avevo detto che Seinji Akuma sarebbe rimasto Nukenin e lui ha fallito il compito di rimanere Asmodai Akuma, in questo momento hai catturato un Nukenin, dovrei persino ringraziarti per averlo sbattuto in gattabuia. Mi è rimasto fedele pure davanti l'evidente fallimento della sua missione, è apprezzabile, ma viene tutto... SOMMERSO dal fatto che non accende il cervello. Ed in due giorni è riuscito a dire tre volte che vuole morire. Una volta a Kiri, una volta sfidando alla morte IL FOTTUTO HOKAGE, perdonami ed un altra mimando un attentato. Ah, ora capisco perché bisogna togliere le armi ai ninja che entrano nel Villaggio, sembrava scema come cosa, ma a quanto pare non bisogna mai dubitare dell'idiozia umana, sì. Il Mizukage era profondamente arrabbiato. Perché era stato costretto a viaggiare con rapidità fino a Konoha per risolvere dei problemi facilmente evitabili. la fedeltà era importante, ma anche la furbizia lo era. Raizen aveva intenzione di aiutare Seinji e lui pur di non dichiarare chi era realmente aveva ostinatamente rifiutato l'aiuto che gli veniva dato. Il risultato finale era qualcosa che scontentava tutti e non aiutava nessuno.
    Per l'appunto: non aveva acceso il cervello. E la cosa non andava bene se eri portatore di segreti assai importanti che non dovevano essere assolutamente rivelati. Sopratutto quando uno di quei segreti era la tua identità.
     
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