Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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    Ai consigli di Itai rispose con un viso leggermente rammaricato.

    Devo ammetterlo, potevo essere meno severo.

    Strinse poi i pugni, forse ricordandosi la ragione per la quale era stato così manesco.

    Ma porca puttana. Cerca di metterti nei miei panni.
    Sta checca, combinata con dei vestiti che gli dei soltanto sanno da dove ha raccattato, entra qua e cerca di darmi a bere la storia più assurda dell’intero creato, lo pesco, e continua ad insistere. E poi mi sfida ad un combattimento alla morte. A me.
    Ci sono due motivi per cui puoi farlo.
    O mi credi tremendamente stupido, e quindi cerchi di prendermi per culo, e porco Jigoku non te lo permetto proprio, e sai bene quanto mi faccia incazzare la gente che ci prova.
    O sei cosi cerebralmente mancante che pensi davvero che io sia così scemo, a quel punto è semplicemente una cinica applicazione della selezione naturale.


    Si sfregò le tempie mentre sospirava.

    Porca puttana, è pure chunin.
    Fidati che se quello andava a fare l’infiltrato dava in affitto casa sua al primo nukenin che gli passava accando.


    Si alzò poi dalla sedia.

    È in prigione comunque, l’ho spedito prima in ospedale a farlo rattoppare però.
    Non penso sia parecchio comodo, ma sicuramente è tutto d’un pezzo.
    Ho lasciato libertà al torturatore quando gliel’ho consegnato, ma non penso abbia esagerato.


    Parve poi riflettere sulle sue parole.

    No, non lo sto torturando.
    Ma penso che i giorni che ha passato li dovrebbero renderti meno assetato di rivalsa.
    Andiamo.


    Si alzò dalla poltrona e fece un cenno con la mano ad Itai a seguirlo giù dalla finestra.

    Beh che c’è?
    Lo faccio sempre quando vado di fretta, mi son fatto montare apposta delle finestre particolari!


    Del tutto naturale uscire da una finestra, per l’Hokage quantomeno.
     
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    I ~ Ikuuya: La convocazione


    L

    a stabilità di un Albero si fondava sulla profondità delle sue radici, che permettevano di alimentare floride e smeraldine foglie. Il Villaggio di Konohagakure no Sato era simile ad una secolare quercia, la cui corteccia era stata forgiata e temprata dalle mille difficoltà che il Paese del Fuoco aveva dovuto affrontare. Gli Hokage si erano susseguiti in nome della Volontà del Fuoco e la Radice, una segreta organizzazione della Foglia era stata più e più volte sciolta per motivi politici ma da secoli custodiva un unico obbiettivo: garantire la prosperità del Villaggio. E proprio nei meandri della Vecchia sede, situata nelle profondità di Konoha, iniziavano a germogliare alcuni semi.
    Raizen-sama, Decimo Hokage, aveva riformato quest’ordine di Shinobi e Kunoichi pronti a tutto pur di proteggere la propria patria. In passato la Radice si era macchiata di stragi e sangue d’innocenti pur di riequilibrare le forze all’interno del Paese del Fuoco. Ma il colosso della Foglia aveva ricostruito questo gruppo di ANBU nella speranza di proteggere il Villaggio da ogni pericolo con impegno e sacrificio.
    Il Germoglio dei Fuyutsuki passava ormai molto tempo nel suo laboratorio alchemico nei meandri della Sede della Radice. Era una delle poche stanze in cui riuscivano a filtrare i raggi solari grazie ad un complesso sistema di Torii ed Arcate. Accanto al laboratorio c’era anche una piccola Sala medica per permettere alla Genin di poter prendersi cura dei membri della Radice. Ed una piccola dispensa, direttamente fornita dai migliori ingredienti del Paese del Fuoco, permetteva alla ragazza di affinare le proprie capacità con Veleni ed Antidoti.
    Al centro di alcune arcate in pietra, ormai corrose dal tempo e dagli orrori che si erano susseguiti nei secoli, c’era un’antica iscrizione, che riassumeva un tempo il Nindo della Radice.

    "Nella radice... non esistono nomi, non esistono sentimenti...
    Non esiste il passato... e nemmeno il futuro. Esiste solamente la missione...
    Non scordarti mai dei nostri propositi, che sostengono il grande albero della Foglia, dalle profondità invisibili del terreno."


    Parole appena leggibili, che avevano portato la Fuyutsuki alla riflessione, confrontandole soprattutto con la nuova Radice di Raizen-sama. Aveva avanzato oltre quell’arcata per recarsi in un posto molto più tranquillo e solitario.
    Illuminata solo dalla luce di un candelabro, Ayuuki, o meglio Ikuuya, come si faceva ormai chiamare nelle Forze Speciali del Villaggio, leggeva alcune antiche pergamene sulle proprietà di Veleni sperimentati su cavie anche umane negli anni precedenti al tramonto della Radice. Quelle mura erano complici d’indicibili esperimenti, e la Fuyutsuki ne approfittava per ampliare il proprio bagaglio di conoscenze, anche se considerava deplorevole ciò che era stato commesso in quella Sede. Accanto a sé c’era un Erbario ben fornito con ingredienti per Antidoti ben catalogati con raffigurazioni curate a mano.
    I suoi studi vennero interrotti da un’ombra. Oboro scivolava come sempre alle sue spalle senza produrre alcun rumore per avvertirla di una improvvisa convocazione. Aspettava da giorni ormai che Raizen-sama la convocasse. Da quando aveva concluso la missione medica con Inoichi Yamanaka, aveva aspettato pazientemente progressi sull’interrogatorio del falso Sommo Sacerdote di un piccolo villaggio di artigiani. Disordini e fanatismo religioso celava ben altro. - Va bene. - L’essere, come piaceva definirsi l’Aburame, le consigliò d’indossare la maschera. - Non servirà. Mi fido dell’Hokage e non metterebbe mai in pericolo la mia sicurezza. Sicuramente avrà chiamato una persona fidata per risolvere questa faccenda. - Nonostante le insistenze della donna-insetto la Fuyutsuki preferì indossare solo la divisa da Radice con un cappuccio per celare in parte il suo volto.

    [ … ]

    Raggiunse rapidamente gli Uffici Amministrativi per essere ricevuta immediatamente dall’Hokage. Sperava in alcuni sviluppi sulla faccenda del Sacerdote, che aveva cercato di assassinare Inoichi-kun per placare l’ira del suo Dio. Il Fanatismo religioso aveva quasi destabilizzato gli equilibri politici del piccolo Villaggio di Artigiani a Sud di Otafuku. Aveva cercato di ostacolare, insieme ad alcuni Adepti, le cure mediche per i cittadini della piccola comunità in seguito ad una misteriosa epidemia.
    La situazione si era risolta per il meglio, ma la Fuyutsuki sentiva che c’era ancora qualcosa d’irrisolto. Attendeva con ansia i risultati degli interrogatori sul misterioso uomo, che era stato catturato a fine Missione. Era stata proprio la Genin a metterlo K.O. mentre sferrava il suo attacco mortale contro l’ex-studente della Foglia. Tirò un sospiro di sollievo non appena fu davanti alla porta dell’Hokage. Bussò. - Ohayou Gozaimasu! - S’inchinò al cospetto del Colosso di Konoha. Testa china, busto rigido e ginocchio destro a terra. - Raizen-san! - Era ancora difficile per lei non accompagnare il nome dell’Hokage con il suffisso onorifico “-sama”. Le sembrava di mancargli di rispetto, anche se nutriva un profondo affetto quasi fraterno per quell’uomo. Forse aveva anche una mezza cotta infantile per quell’energumeno, ma meritava tutto il suo rispetto. A quanto pare a Raizen-sama non erano mai piaciute troppe cerimonie e lui stesso l’aveva invitata ad omettere ogni formalità. - Ikuuya, Radice di Konoha e membro della squadra degli avvelenatori! - Era la sua nuova identità. Scostò solo leggermente il cappuccio per farsi riconoscere. Anche se non aveva dubbi in merito. - Oboro-san mi ha informata che volevate parlarmi. Ci sono sviluppi con il prigioniero? - Chiese stavolta senza giri di parole.


     
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    Una nuova diramazione







    Quando Ikuuya entrò dalla porta Raizen la aspettava, ed era abbastanza assorto nel farlo, gomiti sul tavolo e mani intrecciate a sorreggere il mento.

    Mi ricordo ancora chi sei, sai?
    Ma soprattutto ricordo che tu fossi un avvelenatrice, non una velenista.


    Disse a presentazioni concluse con un sorriso.

    Ma piuttosto, metti su una maschera, non saremmo soli a breve, non vorrei che vi vedeste in viso ancora.
    Ma sarai comunque tu a gestirti la situazione dopo aver visto i tuoi compagni.
    Eventualmente, a prescindere dalla scelta che farai, dammene le motivazioni, così, per curiosità.


    Mentre la ragazza eseguiva lui avrebbe continuato a parlare.

    Innanzitutto dopo averci pensato un po’, arrovellandomi il cervello, mi sono ricordato che non è la prima volta che incontravo dei fissati con divinità tutte loro.
    Ai suoi tempi sottovalutai in realtà il gruppetto, pensando di averli sradicati, ma dopotutto mi avevano fatto saltare mezza missione di infiltrazione e il resto l’ho condotta con un bambino muto.


    Sbuffò mentre roteava gli occhi pensando a Ryuwan.

    Direi che il rapporto di quella missione ti sarà utile, te l’ho fatto preparare e sei qui proprio perché è pronto.

    Dicendo quelle parole spostò una cartella dal suo fianco verso la kunoichi, abbastanza voluminosa.

    Detto questo, sul tizio in particolare non ho granchè, e qui arriviamo al motivo della maschera.
    Che se è puntuale dovrebbe arrivare a breve, per cui concediamoci pure un po’ di tempo.


    L’ultima parte della frase prese una tonalità volutamente ed eccessivamente suadente.
    Ma l’Hokage sapeva che Sho era in arrivo, avvisato come per Ayuuki dalla segretaria.
    Quando questo avesse fatto il suo ingresso, qualche secondo dopo le parole di Raizen, questo avrebbe guardato la konoichi con uno sguardo deluso ma divertito.

    Oh, Sho, già qui.

    Indicò le sedie dinnanzi a lui qualora Ayuuki non si fosse seduta, in caso contrario solamente a Sho.

    Allora, innanzitutto la persona dietro quella maschera è il contatto di cui ti parlavo.
    Dovrai interrogare insieme a lui quello strambo ide invasato.
    Ma prima c’è una questione decisamente più importante.


    Sospirò mentre prendeva l’affezionata penna, il primo strumento del suo ufficio con cui scaricava qualsiasi tipo di tensione seppur minima.

    Mi chiedevo, Sho, quanto tu fossi fedele a questo villaggio.

    Chiese mentre la penna si muoveva tra le sue mani, seppur non sorvegliata dagli occhi che erano incollati su quelli di Sho.

    Più volte mi hai dimostrato di saper fare il tuo dovere e cosa sia il sacrificio fisico, ma… la fedeltà è qualcosa di più alto, qualcosa che esula dagli obiettivi della missione, dalle persone, persino dai loro corpi.
    Spesso si usa questa parola con semplicità, con leggerezza, quasi assuefatti dal suo significato la utilizziamo senza comprenderla a fondo… ma spesso una vita di indottrinazione non riesce ad arrivare fino a dove la spontanea volontà può portare.
    Alcuni segreti sono fatti per essere custoditi in casseforti invisibili: la mia mente, o quella di un alleato il cui cuore sia legato a me o al villaggio da... qualcosa di... incomprensibilmente grande ed irrinunciabile, un pezzo di se stesso senza il quale sarebbe monco.


    La penna si fermò sul palmo della mano con uno scatto, per poi indicar lo shinobi con un ultimo movimento sul quale venne fermata da una salda stretta.
    Per Ikuuya erano parole già sentite, come avrebbe reagito Sho ad esse?

    Sapresti dirmi il motivo per il quale dovrei affidarti questi segreti, Sho?

    Gli passò la parola col suo semplice silenzio.


    Edited by F e n i x - 4/5/2016, 22:29
     
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    Parlato Kiyomi

    Un Regalo per l'Hokage

    Happy


    Ormai erano già passati dei mesi da quando Kiyomi si trasferì a Konoha, e da allora, nonostante alcuni spiacevoli inconvenienti, non si poteva dire che le cose non stessero andando per il verso giusto. Per quella bella giornata primaverile, aveva deciso di farsi un giro tra le strade di Konoha ed approfittarne anche per far visita a Raizen, così da portargli un po' di luce in quell'angusto e noioso ufficio in cui era costretto a passare la maggior parte delle giornate.
    Si, può sembrare strano che proprio lei volesse andare a tirare su di morale qualcuno, ma quel giorno si sentiva inspiegabilmente felice, come le era capitato poche volte, probabilmente per via di starsi finalmente trasferendo da quella mezza topaia dove abitava, grazie soprattutto a tutti i soldi che aveva vinto alla festa di fine anno. La vita le sorrideva, ed ogni giorno che passava la faceva sentire sempre più vicina al suo premio finale.


    Prima che la sua domestica se ne potesse rendere conto, era già uscita di casa con uno dei completi che aveva comprato alla Corte di Kusa, un abito ispirato ad un kimono ma con colori ed uno stile decisamente giovanili e vivaci, mettendo anche in mostra il suo simbolo di Konoha e ritrovandosi a camminare per strada con un insolito sorriso e con un passo leggero, quasi saltellando.

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    Ovviamente non mancavano le facce perplesse del vicinato che aveva imparato a conoscere il caratterino della giovane donna, ma quella bellezza naturale venuta da Oto, che se ne andava in giro con le sue forme bene in mostra, le gambe abbastanza scoperte e la sua cascata di capelli neri come l'ebano che volteggiavano per il vento, con solo una spilla a forma di fiore a tenerli dietro la testa, non poteva far altro che attirare soprattutto gli sguardi degli uomini ovunque passasse, che il più delle volte venivano ripresi dalle loro compagne.

    Arrivò al palazzo amministrativo quasi rimpiangendo la bella giornata che si sarebbe persa all'esterno, ma essendo comunque felice di rivedere Raizen per fargli quell'improvvisata. Si diresse con lo stesso passo leggero all'ufficio dell'ultimo piano, salutando allegramente la segretaria che aveva ormai visto più volte e chiedendole se l'Hokage fosse al suo posto, e dopo aver ricevuto l'ok, entrò con sicurezza.
    Buongiorno Raizen!
    Il suo solito saluto informale che probabilmente avrebbe fatto confondere chiunque fosse stato presente nell'ufficio a parte lui, quindi come al solito, gli avrebbe rivolto quel saluto solo se fosse stato solo. Dopo aver richiuso la porta, si avvicinò alla scrivania, sventolando la busta che aveva appesa al braccio. La busta era di plastica quasi trasparente, come una busta della spesa, ma all'interno si poteva intravedere uno scatolo rosso.
    Sono passata a trovarti, così, ti so sempre chiuso qui dentro, in mezzo a tutte queste scartoffie...
    Una volta arrivata alla scrivania, si sarebbe seduta comodamente su un angolo libero da rotoli e pergamene, accavallando le gambe e continuando a parlargli con quell'accenno di sorriso quasi irreale da vederlo su di lei.
    In effetti sono passata anche per un altro motivo. Disse, togliendo dalla busta lo scatolo, che si sarebbe rivelato un vero e proprio pacco regalogift_PNG5974, con tanto di nastro e fiocchetto dorati, consegnandoglielo poi in mano.
    Un pensierino per te. Sorpresa!
    Se avesse chiesto cosa contenesse, gli avrebbe risposto semplicemente "aprilo", e mentre sarebbe stato intento a scartare la carta, avrebbe cominciato a spiegarne il motivo.
    Devo essere sincera, non l'ho comprato, lo vinsi allo Shi-e-en per caso, ma non sapendo che farmene, dissi "A chi posso regalarlo?" Schiocco di dita. "A Raizen!"
    Una volta aperto il pacco, Raizen ci avrebbe trovato un pregiato kunaiChikara Kunai [Equipaggiamento]

    Pezzo pregiato dei migliori fabbri del Paese delle Calde Primavere, è uno speciale kunai con applicate diverse tecniche che lo rendono oltremodo particolare.



    Chikara Kunai [Distanza]
    Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.
    Tipo: Struttura - Danno
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 15 | Durezza: 3)
    [Da Genin in su]

    Chikara no Ken
    Arte: L'utilizzatore è in grado di creare un prolungamento di chakra a forma di spada dal Chikara Kunai. La lunghezza della lama è pari ad un metro, la potenza è pari a quella del Kunai. Il danno è di Ustione.
    (Mantenimento: Basso)
    [Da Genin in su]

    Chikara no Ken: Ten'nen genso
    Speciale: L'utilizzatore può applicare l'Elemento di una Impronta di Chakra da lui posseduta al Chikara no Ken. Una volta a round può causare uno status medio a seconda dell'elemento.
    Acqua: Sanguinamento (DnT Medio)
    Fuoco: Ustione (DnT Medio)
    Terra: Dolore (DnT Medio)
    Elettricità: Semiparalisi per 2 round
    Vento: Sanguinamento (DnT Medio)
    Ghiaccio: Congelamento (DnT Medio)
    Vampa: Ustione (DnT Medio)
    Inferno: Ustione (DnT Medio)
    Magnetismo: Stordimento per 2 round
    Lava: Ustione (DnT Medio)
    Acido: Ustione (DnT Medio)
    Legno: Dolore (DnT Medio)
    Luce: Ustione (DnT Medio)
    Oscurità: Scoordinato per 2 round
    (Consumo: Basso)
    [Da Chunin in su]

    Chikara no Katana
    Arte: L'utilizzatore è in grado di creare un prolungamento di chakra a forma di spada dal Chikara Kunai. La lunghezza della lama è pari ad un metro e mezzo, la potenza è pari a quella del Kunai. Il danno è di Ustione.
    (Mantenimento: Basso)
    [Da Chunin in su]

    Chikara no Dai Katana
    Arte: L'utilizzatore può aumentare la potenza del prolungamento di chakra, fino a +20, per un singolo attacco/difesa.
    (Mantenimento: Basso a colpo)
    [Da Jonin in su]
    , con accanto un piccolo foglietto che ne illustrava le capacità.
    Ti piace? Kiyomi rimase per tutto il tempo a fissarlo in volto per vedere la sua reazione alla vista di quella speciale arma (e soprattutto di quello che era sicuramente un inaspettato gesto da parte sua).
     
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    La solita mattinata nell’ufficio dell’Hokage, piuttosto noiosa e spesso faticosa costringeva Raizen a sbuffare già da una mezz’ora buona mentre cercava compulsivamente chissà quale modulo che i suoi scaffali avevano deciso di nascondergli.

    Porca maledetta puttana.
    Uno si fa un intero team di segretarie e attendenti ed è costretto a vagare per scartoffie senza ragione per un infinità!


    E via a rovistare, spostare, guardare, eppure nulla.

    Sai che faccio?
    Mi siedo.
    Cazzo mi siedo e aspetto.


    Si mise a braccia conserte, imbronciato come un bambino mentre fissava la porta. Una volta. Due. Tre. Incerto sul da farsi faceva vagare lo sguardo per la stanza tornando di quando in quando alla maniglia, indeciso se cedere alla disperazione e lasciare affamato il suo orgoglio.

    HITOMIIIIIIIIII!

    Cedette alla disperazione.
    E fortunatamente la segretaria aveva ormai capito che strascicare l’ultima vocale era segno di imminente collasso psicologico motivo per il quale la maniglia scattò praticamente all’istante.

    Senti non trovo il cazzo di modulo per i comunicati standard ai clan e…
    …oh, Kiyomi.


    Disse lievemente meravigliato quando il suo sguardo si posò sulla figura che era entrata dalla porta.

    Oh!

    E questa volta lo stupore fu ancora maggiore quando notò l’abbigliamento della kunoichi.

    Vedo che l’idea di Konoha inizia a piacerti seriamente.

    Constatò indicandogli il grosso croprifronte trasformato in una cintura che copriva parte della vita della ragazza.

    Mi dicono sempre che ho pessime doti comunicative, dovrei farmi mettere un letto al posto della scrivania.

    Ammise sorridendo, e senza perdere l’espressione ascoltò la ragazza, dimenticando momentaneamente l’odiato modulo.

    E non hai fatto male stavo cercando fino a qualche momento fa un prestampato che porco demonio non so dove diavolo è andato a finire e ch…glom!

    Un grosso groppo alla gola gli troncò la frase a metà.

    U-un… regalo?

    Era totalmente impietrito, le mani gli stavano quasi tremando.

    Per me?

    Si allungò in avanti e strinse il pacco rosso con un lieve scatto di emozione incontrollata: era palese che l’Hokage non avesse MAI ricevuto un regalo prima di allora.

    Io… grazie.
    Si dice grazie in questi casi?


    Avvicinò timidamente il pacco a se, ma senza strattoni, attento a non danneggiare qualsiasi tipo di oggetto che potesse esserci al suo interno, una volta avvicinatolo all’orecchio lo agitò con cura, ma non sentì nulla, al suo interno un peso elevato rispetto all’involucro era posto al centro del pacco, ma un imbottitura gli impediva di muoversi.

    Sai.

    Interloquì mentre le mani si muovevano per tutto il parallelepipedo rosso e dorato, misurandolo a spanne con cura e quasi affetto.

    Non so se voglio aprirlo.

    Ammise in tono quasi sognante.

    Qui dentro non c’è solo un regalo adesso.

    Sollevò la scatola dalla scrivania e la pose davanti agli occhi, osservandola per qualche secondo.

    Quando una cosa succede per la prima volta ti aspetti sempre che sia fantastica, superlativa, che vinca in qualsiasi modo ogni tipo di esperienza che ti sia mai stata raccontata.

    Inspirò, ed era percepibile che lo facesse con palpabile e crescente sicurezza.

    Ma immagino non sarà da meno.

    Tirò il nastro dorato liberando il regalo e svelando il suo contenuto.

    Ma tu guarda…

    Disse con un sorriso ebete nel volto, complesso distinguere in quel sorpreso amalgamarsi di sorpresa, gratitudine e soddisfazione un'unica emozione.
    Prese il kunai con l’indice, facendolo passare per l’asola dell’arma sfruttandola per farlo roteare con abilità attorno al dito con estrema maestria.

    Non farò la tamarrata di dedicarti la sua prima vittima.

    Ridacchiò a quell’affermazione mentre bloccava il kunai con uno scatto.

    Ho sentito parlare di questi affarini dopo la grande festa, e grazie per aver pensato a me.
    Facciamo così, torna nel pomeriggio e saprò dirti grazie in maniera appropriata.


    Gli strizzò l’occhio per poi lasciarla uscire, o comunque piantandola in asso scomparendo nel nulla, la forgia lo aspettava.
    Al suo ritorno Kiyomi avrebbe trovato sulla scrivania un regalo, certo il pacchetto era molto più spartano, e di certo non era il suo primo regalo, ma la carta di giornale e lo spago avevano un fascino casereccio tutto loro.
    Forse.

    Beh, non dirmi che ti aspettavi un invito al ristorante ahahahah!
    Oddio, per quello c’è sempre tempo in realtà, però questa ti si addice di più ormai.


    Attese che la ragazza scartasse la doppia lamajpg prima di riprendere a parlare.

    Ho visto come combatti e diciamo che ho cercato di cucirtela addosso, eventualmente provala un po’ sentila, ecco.

    Quando avesse finito eventuali prove Raizen si sarebbe nuovamente seduto.

    Inoltre, qui ci sta un’altra prima volta.

    Passò alla kunoichi una piccola busta, era un incarico, l’accademia la richiedeva come sensei per un corso sul chakra adesivo.

    Prendila come esperienza nuova, magari ti piace.
    Il nonnismo piace a tutti.


    Sorrise divertito, aveva inquadrato Kiyomi e probabilmente non gli sarebbe piaciuto il contenuto della lettera per cui sarebbe stato meglio indorare la pillola.
     
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    II ~ Una situazione imbarazzante: Finalmente soli!


    L

    e sembrava doveroso presentarsi adeguatamente al cospetto della carica più importante del Villaggio di Konoha. La rigida educazione che le aveva impartito Ryuhei-sama, Capo-Clan dei Fuyutsuki, era ben stampata nella sua mente. Ed era davvero difficile eradicarla in così poco tempo, anche su esplicita richiesta dello stesso Hokage. Fin da piccola aveva imparato ad osservare le buone maniere, presentarsi con profondi inchini al cospetto delle cariche più importanti di Konohagakure no Sato, rispettare il prossimo e mostrarsi sempre sorridente e contenuta nei modi di fare durante i ricevimenti importanti. Osservare la buona etichetta delle nobili famiglie del Paese del Fuoco era diventato naturale, quasi istintivo.
    E si morse la lingua non appena Raizen-sama la riprese bonariamente. Forse non era necessario presentarsi con così tanta formalità, infondo si fidava di quell’energumeno dietro alla scrivania, anzi iniziava a provare qualcosa di più di una semplice cotta adolescenziale. Profondo affetto. Le aveva indicato la giusta via da seguire, spogliandosi delle responsabilità che i Fuyutsuki e Ryuhei-sama le avevano affibbiato fin dalla sua iniziazione alla vita Accademica. In quell’ufficio, di fronte a Raizen-sama poteva essere se stessa. In cambio l’Hokage pretendeva solo assoluta fedeltà.
    Alle parole dell’uomo non riuscì a trattenere un sorriso, anzi scostò maggiormente il cappuccio della divisa da Radice per mostrare il suo volto. Oboro-san era riuscita a fornirle una divisa della sua taglia e le calzava davvero bene. Ampio Haori nero con cinghie rosse sulle spalle. La manica destra era completamente assente, a differenza della parte sinistra, che si delineava come un classico soprabito. Sottile maglia rossa piuttosto scollata ed Obi a fascia che mantiene saldamente la divisa al corpo della ragazza. Lunghi e stretti pantaloni neri con sandali Ninja. Guanti rossi e neri fino al gomito che celano le Fasce da combattimento. Porta Kunai ben saldo alla coscia destra, coprifronte alla fronte che cela il Byakugō no In ed infine nastro che raccoglie i capelli in un fiocco.
    Un evidente rossore comparve sulle sue guance. In effetti era stata testarda. Forse doveva dare ascolto ad Oboro-san che l’aveva invitata caldamente ad indossare una maschera, visto che era stata convocata sotto il nome di Ikuuya. Alzò gli occhi al cielo, maledicendosi. Cercò di balbettare qualcosa imbarazzata, abbassando anche leggermente la testa. Fortunatamente aveva portato con sé un’anonima e fredda maschera. Ma prima d’indossarla desiderava rispondere alla domanda dell’uomo. - Tra i rotoli ed i tomi che ho letto nella Sede della Radice ce n’era uno che recitava queste parole: “Nella radice... non esistono nomi, non esistono sentimenti...Non esiste il passato... e nemmeno il futuro. Esiste solamente la missione...Non scordarti mai dei nostri propositi, che sostengono il grande albero della Foglia, dalle profondità invisibili del terreno.”- Le stesse che aveva visto sull’Arcata principale della struttura sotterranea. Cercò di riordinare le idee e rievocare quelle interessanti e misteriose letture, che si era concessa nei momenti di noia o di riposo. - La Maschera per la vecchia Radice è un modo per annullare i propri sentimenti, la propria personalità ed individualità in favore della Missione. Un concetto molto diverso dalla Radice che stai cercando di creare Raizen. - Anche questa volta dovette mordersi la lingua per non aggiungere nessun suffisso onorifico al colosso della Foglia. - Indosserò questa maschera non per annullare me stessa. Nella radice ho una nuova identità, un nuovo volto.. ma i principi e la volontà del Fuoco ardono dentro di me come non mai. Tutto per il bene del Villaggio! - Forse per questo non aveva voluto indossare subito la maschera. Tra la Radice di oggi e quella di ieri c’era una sostanziale differenza, ma entrambe miravano alla salvaguardia del Villaggio.
    Dopo aver lasciato spazio alle sue riflessioni, il discorso si spostò verso il motivo della convocazione. Sul volto della Genin, ora coperto da una inespressiva maschera, comparve un’espressione seria e riflessiva. Aveva atteso molto tempo, anzi forse fin troppo per ottenere informazioni sull’uomo che aveva cercato di uccidere Inoichi-kun. Afferrò con decisione il plico con i documenti che Raizen-sama aveva preparato per lei. A quanto pare non era la prima volta che un gruppo di fanatici religiosi cercavano di destabilizzare gli equilibri delle cinque terre Ninja. La Fuyutsuki lanciò una rapida occhiata ai documenti. - Uhm.. potrebbero essere lo stesso ordine di sacerdoti che reclama vendetta? - Probabilmente aveva intuito i timori dell’Hokage. - E perché dovrebbero colpire solo Konoha? Qui leggo che la missione fu condotta sotto copertura da te e furono mandati come supporto anche alcuni Ninja di Kiri. - Alzò le spalle. - Il Mizukage-sama ha forse riscontrato simili attività nel Paese dell’Acqua recentemente? - Chiese per avere una panoramica più completa della situazione. Gli occhi della Fuyutsuki iniziarono a scorrere sui vari documenti, leggendoli rapidamente, cercando di estrarre i concetti più importanti. - Il Villaggio di Kuchi non sembra poi troppo lontano dai confini di Konoha.. anche se l’approccio adottato da questi fanatici è molto diverso. Non sembravano così “progrediti” tanto da creare un’arma a lunga gittata a base di Chakra. - Stavolta Ikuuya non riuscì a trattenere un tono piuttosto perplesso. - Comunque direi di non dare nulla per scontato. - Ogni possibilità poteva essere plausibile. Bisognava solo interrogare adeguatamente il prigioniero. Ed avevano bisogno di un Torturatore esperto e capace.
    La Genin si accomodò non appena Raizen-sama le indicò una delle due sedie. L’uomo non si lasciò sfuggire frasi allusive che la misero in imbarazzo. Fortunatamente indossava quell’inespressiva maschera, quindi apparentemente riuscì a non far trapelare la sua emozione. Erano soli in una stanza. Finalmente era sola con lui, con l’uomo che aveva adorato ed ammirato dal suo primo giorno in Accademia. Ricordava ancora la sua scomposta e selvaggia chioma coperta dal cappello cerimoniale dell’Hokage e la sua lunga tunica bianca con i Kanji rossi del Fuoco. Era così affascinante, tanto che la ex-studentessa ne venne subito ammaliata.
    Dovette darsi un pizzico sull’avambraccio per ritornare in sé e smettere di fantasticare sui fiori d’arancio, Kimoni da sposa e fedi nuziali. Non c’era nessun matrimonio in programma. Raizen-sama l’aveva convocata per una questione molto importante. Iniziò a sfogliare il resoconto della missione. Per poter mascherare quel crescente imbarazzo che dominava nell’ufficio. Perché il Ninja convocato tardava ad arrivare? Forse il colosso voleva trascorrere solo un po’ di tempo con lei? Le sue ultime parole erano alquanto fraintendibili. - … - Nella stanza calò un silenzio imbarazzante, soprattutto per Ikuuya. Alzò leggermente lo sguardo per sbirciare la figura dell’Hokage dietro alla scrivania. Stava aspettando qualcuno? O qualcosa? Improvvisamente mille dubbi iniziarono ad assalire la Kunoichi dei reparti speciali.
    Nessuno arrivava. Passarono diversi minuti. Forse secondi? Ore? A quanto pare aveva già perso la cognizione del tempo. Le sembrava di essere tornata ad essere la ragazzina infatuata del suo Hokage. Li distanziavano solo pochi metri. Era la sua occasione. *Kyaa-Coff…Coff* Dovette soffocare improbabili suoni che provenivano dalla sua bocca. Mascherò tutto tossendo nervosamente. Si morse il labbro inferiore. Non poteva essere così sciocca. Ora la sua vita apparteneva ai Reparti Speciali di Konoha. - Inizio a sospettare che nessuno verrà.. e che questa sia solo una scusa per passare un po’ di tempo insieme. - Shannaro! Riuscì a proferire tutto senza balbettare come una ragazzina infatuata. Non era più un’allieva dell’Accademia. Doveva smetterla di fantasticare. Iniziò a guardarsi intorno, nella speranza di occupare la sua mente e cacciare via Raizen dai suoi pensieri. Non poteva diventare una sua ossessione. - Avrà avuto un contrattempo? - Ormai erano soli in quella stanza da fin troppo tempo.


     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Un regalo per l'Hokage

    E due per Kiyomi


    Raizen sembrò del tutto sorpreso di vederla con quel nuovo vestito sgargiante ed il grosso stemma di Konoha legato in vita, ma la sorpresa venne di certo quando gli mostrò il regalo. La ragazza rimase ad osservarlo per vedere le sue reazioni e si stupì particolarmente a vederlo così shockato, come se fosse una cosa totalmente nuova per lui, sembrando quasi che avesse paura di prenderlo.
    Io… grazie.
    Si dice grazie in questi casi?

    Ah bho, suppongo di si, ma non me ne intendo di ringraziamenti.
    L'omone grande e grosso rivelò una sensibilità singolare, totalmente impreparato ad una situazione del genere e quasi incapace di esprimere la sua felicità, guardando quel pacco come qualcosa di incredibile. Kiyomi rimase in silenzio ad fissarlo, stupendosi di quella reazione così insolita e che non si sarebbe mai aspettata da un tipo del genere, anzi, aveva pensato che l'avrebbe ringraziata scartando immediatamente il regalo con il suo solito fare rozzo e prendendo il kunai come un bambino con un giocattolo nuovo. Non si era di certo aspettata che quel misero pensiero potesse valere tanto per lui.
    Quando una cosa succede per la prima volta ti aspetti sempre che sia fantastica, superlativa, che vinca in qualsiasi modo ogni tipo di esperienza che ti sia mai stata raccontata.
    Oh avanti, aprilo e basta. Quando è troppo, è troppo, ed aveva iniziato a leggermente a spazientirsi.

    Fortunatamente per lui, era fin troppo di buon umore per arrabbiarsi, quindi continuò a guardarlo con volto sereno mentre questi cominciò a prendere confidenza col suo regalo (quasi) fresco di forgia, ma senza dubbio nuovo ed affilato. Missione compiuta, il regalo era piaciuto.
    Non farò la tamarrata di dedicarti la sua prima vittima.
    Oh, figurati, ne sarei stata onorata, ma fa niente.
    Successivamente, l'Hokage si offrì addirittura di ringraziarla con qualcosa di speciale a sua volta, e anche se non la trovò proprio del tutto una buona idea, non vedeva perchè avrebbe dovuto rifiutare un dono, accettando di tornare nel pomeriggio e congedandosi da lui, lasciandolo alle sue faccende ed uscendo felice dal palazzo amministrativo. Una volta raggiunta di nuovo la luce del sole, si fermò sorridente, lasciandosi andare a un sospiro.
    Ahh... Com'è bello far felice la gente.
    ...
    ...
    ...
    ...
    ...
    Va bene, questa è la prova che sto male, devo andare in farmacia.

    Quello stesso pomeriggio si recò nuovamente all'ufficio dell'hokage come stabilito, ma stavolta trovò sulla scrivania un qualcosa impacchettato malamente con dei fogli di giornale, restando basita per qualche istante.
    Sarebbe quello?
    Beh, non dirmi che ti aspettavi un invito al ristorante ahahahah!
    A dire il vero mi aspettavo più la tamarrata del letto al posto della scrivania.
    Senza troppi complimenti iniziò a strappare la carta del regalo, che per quanto l'involucro fosse pacchiano, sembrò una cosa carina che l'avesse fatto con le proprie mani, scoprendo infine una grande spada a doppia lama. Aveva tutta l'aria di un'arma di ottima fattura, e anche le decorazioni, per quanto semplici e minimaliste avevano un certo fascino, non potendo far altro che ammirarla e constatare che fosse anche piuttosto leggera nonostante le dimensioni.
    E l'hai fatta tu? Per me?
    In quel momento sembrava quasi che si stesse ripetendo la scena di quella mattina, dato che rimase un po' perplessa che qualcuno le avesse fatto un dono, così, quasi di spontanea volontà e senza volere niente in cambio (visto che inoltre l'aveva già ottenuto). Subito dopo, accettò l'invito di Raizen a provarla, facendo qualche passo indietro allontanandosi dai mobili, e cominciando a farla roteare lentamente con due mani, alternando ad una mano sola, tanto per saggiare un po' della forza di quella magnifica spada e prenderci confidenza. Non era di certo facile maneggiare una spada di quelle dimensioni, ma col tempo avrebbe potuto imparare come usarla al meglio, e dopo un paio di minuti di prova, si rivolse nuovamente a lui.
    Devo ammettere che è davvero bella, è molto gentile da parte tua. Concluse, poggiando una delle punta a terra ed avvicinandosi di nuovo alla scrivania.

    Purtroppo, il suo umore era destinato a tornare alla normalità, quando infine Raizen le consegnò una lettera tirata fuori dalla scrivania. Ebbe un attimo di esitazione ad aprirla, guardando perplessa l'uomo difronte a lei, per poi decidersi ad aprirla e leggerne il contenuto.
    Dal drastico cambio di espressione mentre lesse quelle poche righe, era ben chiaro che non le andasse per niente a genio ciò che vi era scritto, rimanendo immobile davanti a quel pezzo di carta.
    Prendila come esperienza nuova, magari ti piace.
    Il nonnismo piace a tutti.

    L'accademia, eh? Rispose con un tono freddo e basso, tenendo ancora lo sguardo sulla lettera.
    Spero vivamente che sia uno scherzo. Perché è uno scherzo, giusto? Ancora non staccò gli occhi da quella infame missiva che l'aveva messa di pessimo umore nonostante la bella giornata.
    Non aveva mai insegnato a qualcuno qualunque cose, e tantomeno aveva mai desiderato iniziare, non sopportando minimamente il fatto di dover perdere del tempo dietro a degli inetti per fargli apprendere qualcosa che avrebbero potuto liberamente imparare da qualcun altro. Non poteva essere vero.

    Aveva già capito che non si stesse prendendo gioco di lei, perciò quando domandò se si trattasse di uno scherzo, fu solo per dargli la possibilità di ripensare a ciò che stava facendo, mentre il suo sangue ribolliva di rabbia per quella tremenda esperienza che quel belloccio voleva farle fare. Con molte probabilità, la risposta di Raizen non sarebbe stata quella che si aspettava, ed a quel punto non ci avrebbe visto più dalla collera, esplodendo e scatenando la sua furia.
    In un attimo compì un balzò al di sopra della scrivania ed impugnando saldamente la stessa arma ricevuta proprio da lui pochi minuti prima, l'avrebbe usata per trafiggere il suo creatore, sferrando un veloce affondo [Slot Azione I] al petto dell'uomo di cui ormai solo voleva vedere il sangue schizzare per la stanza, urlandogli anche contro la sua rabbia.

    SEI UNA MERDA!!!


    Subito dopo, non si sarebbe fatto attendere un secondo colpo, mirato a decapitarlo, dopo aver fatto roteare la grande arma sopra la propria testa per farle prendere velocità. [Slot Azione II]

    COME PUOI FARMI QUESTO, MALEDETTO!


    Se l'uomo avesse provato a scappare, avrebbe immediatamente sfilato dalla fascia-cintura un paio di nacchere, con cui battè un veloce ritmo [Slot Tecnica A]Arti inferiori semiparalizzati

    Sibilo della Morte
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Melodia (5)
    L'illusione si attiva se la vittima ascolta la melodia composta dall'utilizzatore ed è presente entro 12 metri da questo; la melodia può essere prodotta da uno strumento e deve essere riconoscibile come suono prodotto. La vittima sarà Scoordinata e avrà gli arti superiori o inferiori, a scelta
    dell'utilizzatore, Semiparalizzati.
    L'efficacia è pari a 30.

    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [null]

    [Da genin in su]
    per qualche istante, chiudendole nella mano sinistra, ma in ogni caso, non avrebbe esitato ad assestare un terzo colpo sollevando la lama sopra la propria testa e facendola calare rapidamente su di lui, sperando di tagliarlo in due per lungo. [Slot Azione III]

    TI ODIO!!!


    A quel punto era ovvio che fare l'insegnante non era cosa molto gradita per l'otese.
     
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    Amministrazione di Konoha
    I
    ::.Quello che Preferirei Non Fare.::


    E' una possibilità più unica che rara per avvicinarmi a lui. Non sono ancora in grado di batterlo ma sicuramente potrò ottenere delle informazioni utili. Mio padre non era convinto della bontà della mia decisione, ma dopo avergli raccontato della Mela Marcia e di quel poco che avevo scoperto ad Otafuku mi stavo convincendo sempre più che quella era una strada utile per la Missione. Farmi un nome e ottenere la fiducia del kage gli farà abbassare la guardia prima o poi! E comunque tutta quella faccenda poteva offrirmi nuove possibilità di addestramento ed il cielo solo sapeva quanto ne avessi bisogno. Mio madre era molto dubbiosa, mentre mio padre sembrava decisamente contrario. Non li capivo: la Missione era importante e non potevo sprecare tempo! In ogni caso la Missione è affidata a ME. Avete detto sin da subito che stava a ME portarla a termine e deciderne ogni aspetto. Voi siete solo i miei consulenti! Ero furioso per la loro contrarietà...non ero più un bambino in addestramento ma un Genin! Ero cresciuto e più vicino all'obbiettivo, anche se di poco, e sapevo camminare sulle mie gambe, checchè ne dicessero quei due!

    Uscii di casa sbattendo la porta.

    Era la prima volta che litigavo seriamente coi miei genitori.

    [...]

    L'amministrazione. Sospirai una volta fuori dall'edificio, alzando lo sguardo per abbracciarlo nella sua interezza. Ma c'è sempre stato quel buco a forma di persona là? Quel particolare bizzarro mi tolse per un secondo la concentrazione, ma fu anche un toccasana visto che ero arrivato fin là parlottando tra me come un matto, teso e tremante per l'enormità di quello che stavo per fare e nel frattempo rivivendo la discussione coi miei genitori in un costante tentativo di risultare maturo e vincente e non un ragazzino che era scappato sbattendo la porta.

    Al diavolo tutto. La Missione ha la precedenza.

    Quasi fosse il mio mantra, continuai a ripetermelo mentalmente mentre varcavo la porta e mi facevo indicare gli uffici dell'Hokage, solo per essere bloccato a breve distanza dalla porta da una donna molto procace che si identificò come sua segretaria. Non potei fare a meno di ripensare all'informazione che avevo ottenuto di recente sulla "fatale debolezza dell'Hokage". Forse Yarishu non aveva tutti i torti...se il kage si circondava di donne, queste potevano essere in qualche modo essere usate contro di lui. Dovevo approfondire la cosa, ma prima ancora dovevo completare quell'incarico che mi ero autoassegnato: parlare dei segreti appresi a Otafuku.

    Mi chiamo Yato Senju...e ho un rapporto da consegnare. Non si tratta di una missione compiuta. Cioè, ho già consegnato il resoconto della missione, ma nelle ore successive ho scoperto qualcosa di molto importante e penso che l'Hokage vorrebbe saperlo. Ero teso come una corda di violino, ma ecco che una serie di rumori oltre la porta catturarono completamente la mia attenzione: erano suoni di lotta, come non riconoscerli dopo le battaglie a cui avevo partecipato? Ma che succede? Possibile che qualcuno stesse attentando alla vita dell'Hokage? Prima di me? Se esisteva qualcuno in grado di metterlo in difficoltà o anche solo costringerlo a combattere io DOVEVO assistere, era un'occasione imperdibile di vedere almeno una frazione del suo potere...informazioni preziose come oro per la Missione. Qualunque cosa mi dicesse la segretaria, mi sarei precipitato verso la porta dell'ufficio del Kage, senza starci troppo a pensare, e sono abbastanza sicuro che quando spalancai la porta avevo la stessa espressione di un bambino che viene portato per la prima volta ad un parco di divertimenti.

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    Certo...in realtà mi trovai di fronte ad una pazza armata ed al Bersaglio...non avevo idea di cosa ci fosse dietro a quella strana scena.
     
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    Bipolarità







    Sulla proposta del letto Raizen emise soltanto un piccolo sbuffo soddisfatto.

    Non sapevo avessi gradito così tanto, non devi mica aspettare l’occasione buona, puoi chiedermi un assaggio quando più ti aggrada.

    Chiese con un sorriso sornione.
    La osservò mentre provava l’arma, era cresciuta in abilità durante quel periodo, anche se di certo non sarebbe stata paragonabile a Raizen per un bel pezzo, fino a che il discorso non deviò sul piccolo corso che la ragazza avrebbe dovuto tenere a qualche membro degli altri villaggi.
    Reazione esagerata secondo Raizen, ma di cui non si scompose poi troppo limitandosi ad alzare il solo dito indice come a richiedere silenzio, quando infatti la spada impattò, o cercò di impattare sul petto del Colosso non venne prodotto quasi alcun rumore.
    L’affilata creazione del Colosso infatti venne saldamente imprigionata tra due dita, pollice e indice, mentre la mano scattò rapida verso la cintura della donna, prima ancora che questa riuscisse ad estrarre il particolare strumento musicale, stringendola sulla zona in modo da non fargli emettere suoni.

    png



    Sei stata inoffensiva e anche gentile oggi.
    Per cui, hai bruciato il tuo ticket galantuomo, se una cosa simile ricapita prima di renderti una nukenin, ti riduco la faccia così male che l’ultimo chewing-gum che hai sputato per strada sembrerà un sostituto decisamente migliore.
    Intesi?


    Gli soffio nel viso, liquidandola con la superiorità del vincitore, ed insultandola ben di più che con ulteriori parole che a quanto pareva secondo Raizen non meritava.

    Pazzoide demente.
    Chissà che cazzo avevi in mente di fare.


    Commentò a mezza voce, pensando a voce alta ma tuttavia senza cercare di passare inosservato.

    Ora tu prendi quella convocazione e vai dove ti indica.
    Nota bene, se mi dicevi “oh mio dio Raizen non sono proprio tagliata per l’insegnamento” ne avremmo discusso.
    Invece no, il cazzo e la merda cocca.
    Te ora vai e ti preoccuperai che apprendano e ti dirò di più, guarderò personalmente i resoconti degli allievi, hai presente il nonnismo con cui ti indoravo la pillola?
    Beh, scordatelo.
    Se gli torci anche solo un capello ti riservo lo stesso identico trattamento.


    La guardò qualche secondo.

    Spero tu non voglia fare altre rimostranze perché il ticket è uno one shot, non dura una giornata, per cui attenta a cosa fai.

    Attese a braccia conserte che lei parlasse, notando solo a discorso ultimato la figura alle sue spalle: Yato Senju, il timorato paladino di chissà quale personalissimo credo.

    Oh, il bocciolino dei Senju.

    Disse in tono evidentemente scherzoso.

    Vieni pure avanti, che ti manca?
    Temevi forse per la vita del tuo Kage dopo aver sentito le urla di questa pazzoide?


    Era di proposito così loquace, già la prima volta infatti aveva notato in Yato una curiosa quanto divertente riservatezza che gli piaceva stuzzicare quando possibile.
     
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    Cambi di programma







    Annuì serenamente quando Ayuuki gli rispose.

    Capisco.
    Un buon motivo direi.


    Vennero poi le domande a riguardo della vecchia missione del Colosso.

    Mah, non saprei, ho trovato qualche corrispondenza, anche se nelle religioni è comune come hai detto te ho deciso di non darlo per scontato.
    Vai te a sapere.


    Mentre la ragazza replicava a disagio alle parole di Raizen questo sorrise malizioso.

    Una scusa?
    Ma che vai a pensare, vedi che ti ho passato pure la cartella della missione?
    Mi chiedo se fosse una supposizione o una speranza.


    Disse come se pensasse a voce alta, seppur era evidente un tono sarcastico nella voce.
    Dopo qualche secondo in cui Ayuuki avrebbe potuto ribattere alla curiosità di Raizen delle nocche si posarono sulla porta, bussando educatamente, evento che sorprese l’Hokage in quanto non erano attese ulteriori visite nella mattinata.

    …si?

    Domandò concedendo l’ingresso all’ufficio.
    Era Hitomi, aveva in mano una cartella con qualche hanno sulle spalle, più di quelli che aveva la cartella data a Ayuuki.

    Oh, l’hai rintracciata quindi.

    Cercava quella cartella da un po’ di tempo, una delle vecchie missioni di Oboro e sfogliandola parve emozionarsi, fremendo come un bambino di fronte ad un piatto di caramelle.
    Questa volta il sorriso che rivolse ad Ayuuki era più misterioso.

    Beh, visto che il nostro uomo è in ritardo…
    Qui ho una cosina abbastanza urgente da sbrigare, magari possiamo un pelino accantonare gli svitati eliofanatici e dedicarci a questo.
    Ti va di fare qualcosa col tuo Hokage?


    Un tono nuovamente malizioso, volutamente marcato.
    Se avesse accettato la cornetta si sarebbe levata per contattare Hitomi e far convocare Oboro.
     
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  11. **Kat**
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    III ~ L'ennesimo fraintendimento: Cambio di programma


    L

    a Fuyutsuki aveva passato molto tempo nei sotterranei della Radice, leggendo antiche pergamene ed affinando le proprie capacità con i Veleni. Infondo questo era il suo ruolo all’interno della Squadra Speciale di Konoha. Era diventata un’avvelenatrice alle dipendenze dirette dell’Hokage e desiderava che la sua formazione fosse impeccabile, senza alcuna lacuna, per servire al meglio il Paese del Fuoco. Nei meandri della Sede della Radice c’erano diverse stanze e cunicoli adibiti per conservare i segreti della Foglia. E la Genin era stata attratta dalla conoscenza custodita in polverose ed antiche pergamene.
    Alcuni resoconti medici ed esperimenti di dubbia natura erano state letture piuttosto raccapriccianti. Ma aveva avuto modo di approfondire l’evoluzione, o meglio l’involuzione che aveva colpito quell’organizzazione segreta di cui ora ne faceva parte sotto la diretta autorità del 10° Hokage. La vecchia Radice era guidata da Leader ed ideali ben diversi. Ma la volontà di preservare la serenità del Paese del Fuoco era rimasta immutata fin dalla sua fondazione. Per questo la Fuyutsuki aveva deciso di seguire un Nindo ben preciso all’interno della Squadra Speciale. E questo sembrava essere condiviso, o almeno accettato, da Raizen-sama.
    Sul volto della Fuyutsuki comparve un debole sorriso, lieta di essere riuscita a far valere le proprie motivazioni. Non aveva mai dubitato dell’intelligenza e dell’apertura mentale dell’Hokage. Il volto della ragazza tornò serio quando si parlò del culto dei fanatici religiosi contro cui Raizen-sama aveva combattuto in passato. C’erano alcune similitudini, come il viscerale attaccamento ai dogmi religiosi, ma le aree geografiche non corrispondevano. Bisognava solo attendere il Torturatore di Konoha e provare ad estrapolare informazioni dal prigioniero.
    Seguì un momento di profondo imbarazzo. Cadde un imbarazzante silenzio. Perché nessuno entrava da quella porta? Dov’era lo Shinobi che era stato convocato da Raizen-sama? Sicuramente le frasi allusive e fraintendibili non sollevarono l’animo dalla Fuyutsuki da un incontenibile disagio. Pregò tutti i Kami per aver avuto il buonsenso d’indossare la maschera. In quel momento il suo volto si dipingeva di tutte le tonalità esistenti di rosso. Sembrava un peperone. Fortuna che le orecchie era coperte dalla fluente chioma castana, anche quelle erano scarlatte, in fiamme.
    Cosa fare? Erano rimasti finalmente soli. Era l’occasione che aspettava forse da mesi, fin dal suo primo giorno in Accademia, quando lo aveva visto per la prima volta avvolto nel suo abito bianco da Hokage. Cercò di trattenersi. L’incoscienza e l’istinto le suggeriva di dichiararsi apertamente all’uomo. Era cotta di lui, o almeno credeva di esserlo. Visto il suo lato lunatico poteva essere anche solo un capriccio, e non un autentico sentimento. La divisa che indossava le rammentava il suo ruolo in quell’ufficio, era una Kunoichi che aveva giurato fedeltà al Villaggio e non ad un singolo uomo. Rimase per alcuni minuti in bilico. - Siete un uomo intelligente ed astuto. Forse il più intelligente del Villaggio.. mi aspetto di tutto. - Riuscì a mantenere ferma la sua voce dietro la maschera. Sperò di non essere troppo sfacciata o lusinghiera, non voleva dare una forviante immagine di sé. Iniziava a sospettare che Raizen-sama la mettesse in difficoltà di proposito. Era una strategia che adottava con tutte le Kunoichi?
    Improvvisamente Hitomi-san entrò nell’ufficio dell’Hokage per consegnare il resoconto di una missione. La Fuyutsuki rimase leggermente sorpresa dalla moltitudine di documenti che portava il segretario di Raizen-sama. C’era altro lavoro per lui. La ragazza lanciò un’occhiata verso il corridoio esterno per intravedere l’eventuale figura di uno Shinobi. Dell’uomo convocato da Colosso di Konoha non c’era alcuna traccia. Le sue supposizioni iniziarono a diventare sempre più realistiche. Stava per dichiararsi apertamente a lei? La sua convocazione ed i documenti che aveva in mano sembravano un pretesto architettato ad arte per passare un po’ di tempo con lei. Infondo Raizen era un vecchio volpone. Ciò lasciò ben sperare la Genin, che cercò di non agitarsi sulla sedia.
    Anzi notò un barlume d’emozione negli occhi scarlatti dell’energumeno dietro alla scrivania. Forse stava leggendo quei documenti solo in apparenza. Stava fingendo di leggere. In realtà trovava dentro di sé il coraggio di dichiarare il proprio amore alla Kunoichi più carina della Foglia. - … - Rimase in silenzio. Come una giovane donna in attesa della passionale dichiarazione d’amore del suo promesso sposo. Stava già massaggiando il suo anulare sinistro in attesa dell’anello di fidanzamento. I suoi occhi brillarono dietro la maschera.
    *Coff-Coff* Stronzo. Stava quasi soffocando con la sua stessa saliva. Dovette piegarsi in due per evitare di soffocare nel modo più imbarazzante possibile. La prima Kunoichi morta per mancata dichiarazione d’amore. In quel momento sentì un lieve formicolio alle mani. Aveva tanta voglia di strangolare Raizen-sama. Perché continuava ad ignorarla? Non poteva trovare donna più carina e dedita della Fuyutsuki sul mercato. Ed invece di organizzare i preparativi delle loro nozze, ora che si avvicinava alla maggiore età, si parlava di un’altra missione. Aveva completamente frainteso la situazione. I suoi occhi non brillavano nell’osservare la sua avvenente figura, ma per l’ammuffito resoconto della missione. Era sicuramente un uomo dedito al suo lavoro, ma ciò non migliorò lo stato d’animo della Kunoichi dei Reparti Speciali. Sedotta ed abbandonata. - Assolutamente si! - Proferì a denti stretti, con meno entusiasmo del solito. Anche se in quel momento desiderava solo scatenare la propria ira su tutto l’ufficio. Ma la pazienza era la virtù dei forti. Un giorno Raizen potrebbe pentirsi di non aver colto un fiore appena sbocciato.


     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Un regalo per l'Hokage

    Tenere la testa alta


    Non si sarebbe aspettata di meno dall'hokage, ma non poté altro che irritarsi ulteriormente quando si vide bloccare i suoi colpi con tanta facilità, ritirando l'arma e scendendo con un salto dal tavolo, ma sempre tenendo lo sguardo furioso su di lui. Fece una faccia a metà tra lo stupore e il disgusto quando quest'ultimo usò delle parole piuttosto sconce e offensive, ma non diede peso al resto del discorso, attendendo che finisse di ciarlare.

    Spero tu non voglia fare altre rimostranze perché il ticket è uno one shot, non dura una giornata, per cui attenta a cosa fai.

    Non provare a fare il "qui comando io" con me, Raizen.
    Era a dir poco adirata dal comportamento di Raizen nei suoi confronti. Anche se sapeva di dover sottostare a lui, in quanto kunoichi, la proposta di dover fare da insegnante a dei marmocchi la mandò decisamente fuori di testa, avendo sempre detestato i bambini e in particolar modo dover badarci badare.
    Con la sua nuova arma sempre stretta in mano, infilzò il foglietto caduto a terra.
    So che al momento sono al tuo servizio, quindi lo farò, ma non ti aspettare che li tratti coi guanti bianchi.
    In quel momento vennero interroti da un nuovo arrivato nella stanza e di cui in quel momento notarono la presenza, quindi la donna concluse in breve ciò che aveva da dire all'hokage prima di congedarsi.
    Tu però vedi di non dimenticarti cosa ho fatto per te, oltre a dimostrarti costantemente la mia fiducia... Si voltò verso la porta, guardandolo un'ultima volta con la coda dell'occhio. ... e ciò che ancora mi devi. Col suo permesso, hokage-sama.E detto questo, si incamminò verso la porta, ignorando eventuali altre parole di Raizen e volgendo solo un breve sguardo di sfuggita al ragazzino, che potè ammirarne gli occhi ipnotici nonostante quel viso freddo e privo di emozioni. Uscita dalla stanza, richiuse delicatamente la porta dietro di sè, per poi spezzare la maniglia con un unico gesto secco, tirandola a sè.
    Oh. Si è rotta. Disse con tono falsamente sorpreso, per poi consegnarla nelle mani della segretaria. Dovreste cambiare fabbro, sembra fatta di burro.
    Quel dispetto servì a darle una piccola rivincita, ma ovviamente non risolse la situazione, facendola irritare oltre ogni dire solo al pensiero di dover dare a dei mocciosi incapaci delle lezioni sul chakra, mentre usciva dal palazzo amministrativo con in mano la missiva e nell'altra la stupenda spada a due lame fabbricata dallo stesso uomo che in quel momento odiava a morte.
     
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    Pessimo gusto





    Si trattava chiaramente di uno scherzo.
    Non poteva essere diversamente, Raizen non stava veramente chiedendomi se fossi davvero fedele alla foglia.
    Ero appena entrato nel suo ufficio per accorgermi di essere in compagnia di un altro ninja mascherato, le mie conoscenze anatomiche mmi permisero di identificare che si trattasse di una kunoichi, ma non avevo intenzione di domandare chi fosse, se aveva una maschera doveva esserci un motivo.
    Il compito era semplice, interrogare un contatto, tuttavia fu allora che fu messa in dubbio la mia fedeltà al villaggio.
    Avevo un carattere molto analitico, cercavo sempre di analizzare le situazioni in maniera oggettiva, senza farmi assalire dalle emozioni, ma quella volta non riuscii a trattenere un forte senso di rabbia che cominciò ad avvolgere il mio animo.
    Le mani strette in pugno e la mandibola serrata mentre il kage davanti a me concludeva il suo discorso, tra tutte le persone del villaggio aveva davvero avuto il coraggio di chiedere proprio a me della fedeltà? Davvero non avevo dimostrato abbastanza le mie qualità.
    Passò qualche secondo da quando il decimo smise di parlare, l'uomo davanti a me era pur sempre il kage, non potevo rispondergli con rabbia, per quanti si trattasse di Raizen, avevo quindi bisogno del tempo necessario a raccogliere abbastanza forza di volontà per mantenere un tono pacato, nonostante non riuscissi a diminuire la stretta delle mie mani.

    -Davvero questa domanda, Raizen?-

    Una profonda espirazione come per tentare di mandar fuori la rabbia seguì quelle parole.

    -Mi stai chiedendo se sono fedele al mio villaggio, domandati questo, mi sono mai tirato indietro dall'aiutarlo? Anche quando la situazione era ben più grande di me, anche quando voleva dire sacrificare tutto, l'ho mai fatto? Non ho niente da dimostrare qui ed ora che non abbia già fatto, la questione in dubbio non è la mia fedeltà nel villaggio, ma la fiducia che tu nutri in me. Non ti ho chiesto io di venire qui oggi, se ritieni di fidarti abbastanza di me di da riferirmi i segreti di cui parli fallo, altrimenti no. La decisione spetta a te, ma non mettere in dubbio la mia fedeltà verso la foglia.-

     
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    Prisencolinensinainciusol







    Stava per rispondere alla Fuyutsuki quando finalmente Sho si presentò in ufficio.

    Oh, alla buon’ora eh!

    Esclamò con tono ironico ma non iracondo Raizen.
    Ben più inaspettata fu la risposta di Sho alla sua domanda.

    Ow, ti arrabbi pure?
    Posso capire che il senso non fosse chissà quanto chiaro, ma insomma, un pelo di impegno filosofico!
    Se di primo achito capisci stronzate non è che per forza io le ho dette, magari la merda la hai dentro le orecchie.


    Lo indicò come se lo appuntasse di un errore la cui causa non poteva essere lui.

    Siediti e cerca di non pensare al tuo orgoglio ferito.
    Non sto negando nessuno dei tuoi traguardi e dei tuoi contributi o delle prove che hai dato a me.


    Lo guardò negli occhi.

    Nessuno di essi.

    Ribadì.

    Se noti non ti ho chiesto nessuna prova, nessun attestato, ti ho chiesto esclusivamente parole.
    Si, lo so che può sembrarti schifosamente… cinico, da parte mia.
    Ti ho visto all’opera e ti ho tenuto sotto il mio vigile occhio sin da quando ne ho avuto occasione, non a caso.
    Stai prendendo questa situazione esattamente dal lato opposto.
    Ti ho fatto questa domanda per comprenderti, non per insultarti o sminuirti, se non mi fidassi di te non te l’avrei posta.
    Ti pare?
    Non sto mettendo in dubbio la tua fedeltà quindi.
    Fatti conoscere, respira, e cerca di rispondermi senza pormi altre domande.
    Io devo conoscere te, e non l’ho mai fatto se non per prendere a schiaffi quel cagasotto del cinque code.


    Risolto il piccolo malinteso gli avrebbe poi indicato Ayuuki.

    La tua nuova collega.
    Quantomeno per questa breve parentesi.
    Gli servono le tue particolari abilità, ti ragguaglierà lei stessa su tutti i dettagli, dovete interrogare un prigioniero catturato da lei stessa.


    Prese un respiro.

    Avete quarantotto ore per l’interrogatorio, poi lei dovrà venire con me, durante il tuo ritardo mi hanno consegnato dei resoconti di una vecchia missione, vorrei rivangare un po’ di robaccia e mi serve il suo appoggio.
    E no, se te lo stai chiedendo non riguarda i segreti di cui ti parlavo poco fa


    Aggiunse l’ultima frase con un sorriso per poi indicare ad entrambi l’uscita e lasciarli ai loro doveri.
     
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    Amministrazione di Konoha
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    Delusioni e Rapporti.::



    Quale che fosse la mia speranza, venne infranta come una fragile rosa di cristallo che viene sbattuta violentemente al suolo dal fato crudele. Qualcuno a Konoha in grado di mettere in difficoltà il Bersaglio? Qualcuno a parte il mio Sensei che fosse in grado di sviluppare così tanta potenza? Come potevo anche solo sognarlo? Se il mio viso quasi sorridente ancora perdurava, il calore e l'ingenua aspettativa erano stati spazzati via e sostituiti da quel mostro nero, grumoso e rombante dell'inadeguatezza che ancora e sempre mi inseguiva dalle profondità del suo abisso, senza mai lasciare davvero la presa e trascinandomi verso il basso, verso l'inferno dell'autocommiserazione e della vergogna.

    Lentamente chiusi la bocca mentre la ragazza che aveva scioccamente aggredito il Kage veniva ridotta alla ragione da poche parole ben piazzate e da quella che era una superiorità fisica a dir poco schiacciante. Per un secondo quasi ammirai quella donna che pur nella sconfitta aveva l'ardire di continuare ad aggredire, per quanto verbalmente, una persona del calibro del Bersaglio. Forse le parole di Yarishu non erano così lontane dalla realtà...forse mi aveva davvero fornito un grande indizio per quella che era la fatale debolezza dell'Hokage. Di qualsiasi Hokage. Non avevo idea di che cosa stessero parlando, ma mi pareva di capire che centrava un qualche genere di addestramento a cui la ragazza non voleva partecipare, tanto che se ne andò gettandomi solo un'occhiata di sfuggita. La guardai anche io di rimando, ammirando un poco quella sua vicinanza al Kage, anche se la parte razionale di me sapeva che con quella forza scadente non sarebbe mai andata da nessuna parte né sarebbe stata utile, allo stato attuale, per la Missione.

    Dopo poco Raizen Ikigami rivolse la sua attenzione verso di me, e la sua voce fu come una pioggia di chiodi ghiacciati sulla schiena, che mi fece sgranare gli occhi e respirare un po' più profondamente. La presenza del Bersaglio a così breve distanza era una tentazione quasi insostenibile, anche se sapevo che mi avrebbe schiacciato come un insetto. Come se non bastasse era anche una persona odiosa, ed il suo tono non fece altro che alimentare l'ostilità che certo lui avrebbe letto nel mio sguardo...proprio come la prima volta che ci eravamo incontrati. Dopotutto non era certo obbligatorio amare o apprezzare il proprio Kage, no? Hokage-sama. Salutai freddamente con un inchino, a labbra serrate e certamente ostile nei toni. La vita dell'Hokage è e sarà sempre la mia più alta preoccupazione. Ma no...mi chiedevo solo se avrei potuto assistere a uno scontro tra due ninja di alto livello...c'è una distanza abissale che mi separa dal vero potere, e non ho saputo trattenere l'entusiasmo al pensiero di imparare qualcosa. Sbuffai, distogliendo lo sguardo. Ma non è stato così. Non erano discorsi molto diversi dai precedenti pochi scambi di parole tra me e quell'uomo, anche se stavolta avevo un coprifronte. Per la mia famiglia e il mio villaggio, devo diventare ancora più forte.

    Scossi il capo, tornando a fissarlo con occhi freddi e più controllati. Ma non è per questo che sono qui. Hokage-sama...sapete qualcosa della Mela marcia di Otafuku? La buttai là, cercando di cogliere una qualche reazione, ma in ogni caso dopo qualche secondo avrei spiegato meglio cosa intendevo. Mi trovavo alla città portuale per una missione di routine. Facile da verificare...si trattava di portare la spesa ad uno dei bordelli più "particolari": la casa di Babà la Zuccherosa. E assieme a un ninja di Suna che ho incontrato per caso, durante un giro della città ci siamo trovati nella vecchia biblioteca...quella che non è mai bruciata nonostante i numerosi incendi del passato, se conosce Otafuku. Deglutii. All'interno c'era un archivio...un archivio di informazioni segrete, alcune trafugate anche ai Villaggi. Credo sia qualcosa di grosso, Hokage-sama...e se ci sono già missioni in corso contro questa gente io voglio farne parte! Serrai i pugni. Sarebbe un gradino importante, essenziale, per la mia crescita come persona e come shinobi.

    Chissà se la ragazza dalla parlantina affilata aveva sentito qualcosa di tutto quel che raccontavo...dopotutto era uscita veramente da poco, e la porta era socchiusa...
     
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