Vecchio Palazzo dell'Amministrazione

[Amministrativo]

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  1. Asgharel
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    Problemi di Comando

    ~Convocazione~





    Quando giunse il messaggio alle orecchie dell'Uchiha, questi si stava dedicando, assieme ai suoi, al normale lavoro di routine della gestione delle mura del villaggio e delle squadre di gaurdiani che operavano costantemente a sorvegliarle, garantendo la sicurezza dei suoi abitanti ed eliminando, per quanto possibile, la criminalità che cercava di attechire all'interno dello stesso o che cercava in qualche modo di passare oltre, aggirando i controlli doganali. “Atasuke-sama, c'è un messaggio per voi dal palazzo dell'Hokage” Lo interruppe gentilmente la voce di Yamazaki, uno dei neo-guardiani, ormai divenuto operativo a tutti gli effetti. “Sembra si tratti di una convocazione importante” «Ti ringrazio Yamazaki... per favore, finisci tu qui e poi manda a chiamare Onishi, quel ragazzo deve imparare a conoscere meglio le mura, quindi usalo come messaggero per il resto della giornata» “Ricevuto, Atasuke-sama” I due si scambiarono un cenno di saluto con il capo, mentre l'Uchiha inforcava la porta dell'ufficio, chiedendosi che cosa mai volesse l'Hokage da lui in quel momento e con tanta fretta. Probabilmente, nulla di buono.

    [...]


    Lesse durante il brevissimo tragitto quel poco che era riportato nel messaggio, facendosi una prima idea di che cosa ci fosse in ballo, fermandosi proprio davanti alla porta dell'ufficio dell'Hokage, dove vide Hitomi, la segretaria, che lo stava aspettando e forse anche altri. «Buongiorno Hitomi... qual buon vento?» “Lavoro, come sempre” «Quasi mi stupisce l'odio che hai nei miei confronti senza quasi un buon motivo... Ad ogni modo spero che mi abbia convocato per qualcosa di importante. Le mura non si controllano da sole...» Commentò sarcastico con un sorriso, proseguendo oltre ed entrando nell'Ufficio dell'Hokage, dove questi non sembrava solo, ma in compagnia di un ragazzo dall'aria poco amichevole.
    «Buongiorno, Hokage-sama, spero sia qualcosa di importante. Le mura sono indaffarate a quest'ora del giorno...» Salutò cortese, con un breve inchino, mettendosi seduto, su richiesta dell'Hokage, rimanendo poi in attesa degli altri convocati. «Ah, ne approfitto del momento... vorrei chiedervi di passare uno di questi giorni dalla guardiola del gate. Abbiamo interessanti novità da proporre in merito ai controlli, Hokage-sama e se possibile le chiederei di farsi accompagnare da un sensitivo»
    Introdusse l'argomento nell'attesa degli altri, chiudendo di fatto il discorso come un semplice invito per mostrare alcune novità che aveva intenzione di rendere quanto prima operative.

    [...]


    Dopo poco tempo arrivarono gli altri e Raizen finalmente fece loro un brevissimo riepilogo sul motivo della loro convocazione, facendo partire la registrazione delle telecamere.
    Atasuke evitò di porre attenzione ai modi ed alle parole più o meno futili del colosso, concentrandosi piuttosto sul video e su quanto potesse osservare, valutando la situazione con la dovuta attenzione. “Tralasciando quella poveraccia, Yato qui mi dava del paranoico, e la vostra convocazione potrebbe farmi apparire come tale, ma mi chiedevo se davvero avessi sbagliato a insospettirmi così tanto. Di base, sappiate che al momento ritengo di essere nel giusto. Cosa rara, no? ” A quelle parole, Atasuke preferì non rispondere. Ormai conosceva il colosso e si poteva dire che stesse iniziando a farci l'abitudine alle sue pessime abitudini diplomatiche, cosa che il ragazzo evidentemente non mandava giù, cosa che egli stesso non poteva che lodare, eppure, in quel frangente, all'Uchiha scattò qualcosa, una forma di diffidenza, come se ci fosse qualcosa di più in quella semplice opposizione.
    «Se posso permettermi, Hokage-sama... Io sono d'accordo con il ragazzo...» Prese la parola, concedendo una ambigua pausa, prima di continuare con la sua esposizione «... O almeno per quanto riguarda le vostre pessime “abitudini diplomatiche”... Ma non mi sembra affatto una novità. Tuttavia, ad eccezione di questo punto, sul quale ancora una volta vi invito ad essere più, come dire? Controllato o quantomeno incline ad ascoltare con maggiore “apertura” e con qualche punzecchiata in meno, trovo che il ragazzo abbia le idee un po confuse...» Fece una pausa, portando il suo sguardo dal colosso al giovane Yato del clan Senju «Ora: Prima di tutto voglio sapere come sia possibile che un fantomatico elemento tanto pericoloso possa essere stato individuato da te con tanta facilità quando l'intero corpo dei guardiani non era mai nemmeno stato allertato della questione. Inoltre vorrei ricordarti che a tutti gli effetti la sua elezione è del tutto regolare, checcè tu possa o meno essere d'accordo. Posso capire il dissenso» °E sarebbe sciocco da parte mia dire il contrario° «Tuttavia non bisogna dimenticare quello che al momento è stato fatto e quello che sta facendo per il villaggio ed i risultati ci sono. Potessi mandarti indietro nel tempo ti mostrerei com'era il villaggio un paio di anni fa quando iniziai come guardiano, solo per farti fare il confronto. I suoi metodi sono discutibili, non lo nego. I modi sono decisamente indisponenti e non smetterò forse mai di ripeterlo. Ma le tue accuse sono infondate tanto quanto questa tua denuncia è sospetta» Concluse, rivolgendosi direttamente al ragazzo.
    «Ed un ultima cosa, prima di passare la parola ai miei compagni... Se davvero questa “mela marcia” è tanto potente come dici, ti eliminerebbe solo guardandoti... dunque lascia perdere, avrai di certo altri incarichi più adatti al tuo livello. E poni attenzione: Non è un demerito o una forma di accusa, anzi, è una gentilezza per permetterti di fare esperienze ed arrivare vivo fino al livello che sembri agognare con tanta veemenza»
    E con sguardo serio si fermò, concedendo la parola agli altri, evitando di prolungarsi troppo in prolissi discorsi che probabilmente interessavano a ben pochi, ma preparandosi a rispondere alle eventuali domande o controaccuse.



     
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  2. **Kat**
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    I ~ Allenamenti Team 12: Gli occhi dell'Odio


    I

    l sole estivo risplendeva nel prato smeraldino del Campo di Addestramento n°12, dove la Fuyutsuki ed i suoi due compagni di Team stavano ultimando i faticosi allenamenti mattutini. Insieme a Youkai-kun e Inoichi-kun la ragazza aveva organizzato una intensa sessione di allenamenti per poter temprare il loro corpo, ma soprattutto lo spirito di squadra. Era la Genin più esperta del gruppo e quindi si sentiva in dovere di costringere di giorno in giorno i due ragazzi a migliorarsi, senza risparmiarsi mai. - Non ci siamo! - Entrambe le braccia si adagiarono sui fianchi, dopo aver sciolto la guardia. Aveva pensato bene di temprare i muscoli dei suoi due amici. Nessuno dei due sembrava particolarmente predisposto per il Taijutsu o almeno preferivano ben altri stili di combattimento. Ma essere parte di un Team di amici comportava molti vantaggi, come per esempio colmare le proprie lacune. - Inoichi-kun devi allenare il tuo corpo e non solo la tua mente! Non riesci ancora a reggere il ritmo dell’allenamento. 100 flessioni e 100 addominali… Subito! Se collasserai a terra ti rimetterò in sesto e ti costringerò a ricominciare daccapo. - Risoluta e determinata come sempre. Credeva nel duro lavoro, sottoponendosi ad estenuanti sforzi fisici.
    Lo sguardo della Fuyutsuki saettò verso la testolina albina di Youkai-kun. Come sempre si distraeva facilmente ed ogni occasione era utile per fare qualche battutina, che irritava la suscettibile e lunatica Genin della Foglia. Sbuffò prima di avvicinarsi al ragazzo, che probabilmente si concedeva una pausa ad osservare il cielo zaffiro o bighellonava interrompendo gli esercizi. Un pugno partì inavvertitamente diretto verso la sua testa. Era abbastanza forte da creargli un bernoccolo, ammesso che fosse riuscita a colpirlo. - Allora? A quanti piegamenti siamo? - Aveva disposto due tronchetti alle spalle del ragazzo per costringerlo a fare un centinaio di piegamenti con braccia e gambe. - Non ti vedo particolarmente concentrato. - Lo sguardo cristallino della ragazza s’incrinò facendo emergere una malcelata ira. Le nocche scricchiolarono sotto ai quanti di cuoio. - Hai bisogno di un piccolo incoraggiamento? - E con la parola “incoraggiamento” erano una serie di pugni o ceffoni al volto.
    Ma fu una convocazione agli Uffici Amministrativi a salvare Youkai-kun dall’ira della ragazza. Quel ragazzo dalla chioma albina era baciato dalla fortuna. La sua fortuna era direttamente proporzionale alla sua pigrizia. Non era un Ninja che s’impegnava, nonostante celasse dentro di sé un innato talento. Per questo la Genin di Konoha s’impegnava a tenergli il fiato sul collo. Odiava lo spreco di talento. Ed odiava anche le sue fastidiose battutine. - Una convocazione? - Afferrò la pergamena con il Kanji del Fuoco che le venne porta da un Chuunin del Villaggio. - Anche per te? - Lanciò un’occhiata all’Albino che aveva ricevuto una convocazione identica alla sua. Solo Inoichi-kun poteva continuare gli allenamenti in completa solitudine. - A quanto pare dobbiamo presentarci in Amministrazione. Inoichi-kun non smettere di allenarti in nostra assenza! - Scosse la testa. Era certa che lo Yamanaka appena liberato dal regime dispotico della Fuyutsuki avrebbe semplicemente passato la mattinata ad osservare le piante e gli uccellini che nidificavano negli alberi limitrofi al Campo d’addestramento.
    In quel momento la Genin aveva altro a cui pensare. Youkai-kun si rifiutava di alzarsi dal prato e preferiva continuare a poltrire ignorando la convocazione. - Ma.. ma sei impazzito? L’Hokage ha bisogno di noi. Raizen-sama ha bisogno di… me… - Piccolo lapsus. - …Cioè di noi, ovviamente! - Mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. Purtroppo a nulla valsero le richieste e le minacce della Fuyutsuki. L’albino non aveva nessuna intenzione di schiodarsi da quel prato. - Vabbè… non è un problema per me trascinarti fin lì! - Data la disparità di forza e velocità non dovrebbe essere un problema per lei afferrare la caviglia del ragazzo e trascinarlo con sé proprio come un Trolley da viaggio.

    [ … ]

    Solo quando la Fuyutsuki arrivò di fronte alla porta dell’ufficio dell’Hokage decise di lasciare la caviglia di Youkai-kun. Le sue suppliche o proteste durante tutto il percorso erano rimaste inascoltate. Il povero albino era stato trascinato per polverosi sentieri, strade pieni di ciottoli, lucidi pavimenti e variopinti prati. Probabilmente non aveva un bell’aspetto. - Siamo arrivati! Datti una bella sistemata. - Non aveva nessuna intenzione di utilizzare Ninjutsu Medici sul ragazzo. Fece spallucce e mostrò un solare sorriso, mentre alcuni presenti osservavano sbigottiti e sorpresi la scena. Prima di entrare all’interno dell’Ufficio di Raizen-sama la ragazza preferì fare le dovute raccomandazioni. - Non conosciamo il motivo della nostra convocazione.. ma per il bene di entrambi ti proibisco di parlare. Se dirai baggianate giuro che ti massacro di botte! - Fulminò con lo sguardo l’albino. - Se pensi di dire qualcosa d’intelligente.. conta fino a 10 prima di parlare. Altrimenti evita. Sei molto più carino con la bocca chiusa. - Fece un occhiolino. Non aveva voglia di entrare nell’Ufficio dell’Hokage con un Kunai avvelenato puntato alla schiena di Youkai-kun per rammentargli di fare solo osservazioni intelligenti.
    Fece un grande respiro ed entrò. Indossava una tuta da allenamento bianca con pantaloncini neri. Porta-Kunai legato alla coscia destra, calze scure e sandali Ninja bianchi. Il coprifronte copriva la fronte e gli anelli in argento ordinavano la sua chioma in una lunga treccia. Fece un inchino prima di salutare Raizen-sama ed il Senju. - Ohayou Gozaimasu! - Salutò con poca formalità l’Hokage, dato il loro rapporto ormai confidenziale. E si presentò a Yato. - Piacere di conoscerti, Ayuuki Fuyutsuki! - Non aveva ancora intuito il motivo della convocazione, ma si respirava un’aria ricca di tensione in quella stanza. Qualcosa era accaduto.
    Si sedette su una delle sedie, assicurandosi che Youkai-kun fosse al suo fianco per poterlo tenere meglio sotto controllo. Abbozzò un lieve sorriso verso Raizen-sama, che sembrava leggermente infastidito dallo sguardo ben poco lieto del Senju. Furono convocati anche altri Ninja, tra cui Atasuke-sama, Sho-san e Sasori-san. Li salutò con un debole cenno della testa. La sua attenzione fu monopolizzata dall’Hokage. Erano stati convocati per valutare il comportamento di un Genin del Villaggio. In realtà le immagini su video che la Fuyutsuki fu costretta ad osservare erano “terrificanti”. La lasciarono letteralmente senza parole. Una Kunoichi aveva quasi provato ad ammazzare Raizen-sama. Si morse leggermente il labbro inferiore. E se quella lama sarebbe riuscita a raggiungere il cuore del colosso? Cosa sarebbe successo? Ma a quanto pare per l’Hokage non era importate quell’aggressione, ma lo sguardo serio e carico di disprezzo del Senju. Da alcune inquadrature la Fuyutsuki potè notare quello sguardo così estraneo al suo volto. Lei osservava l’uomo dietro alla scrivania con estremo rispetto. Era l’unico che aveva creduto in lei, non come discendente dei Fuyutsuki ma come Genin del Villaggio. Grazie a lui era riuscita a scrollarsi di dosso le gravose responsabilità che Ryuuhei-sama le aveva accollato ed iniziare a vivere serenamente la sua carriera da Ninja. Ascoltò con altrettanta attenzione lo scambio di parole tra i due. Yato aveva coraggio, molto coraggio. Un coraggio che poteva essere scambiato con insolenza. Forse era insolenza. Ma da dove proveniva tutta quella sicurezza? Tutto quell’odio?
    Erano stati chiamata a giudicare la condotta dell’Hokage e valutare il fraintendibile comportamento del Genin. Aveva avuto il coraggio di manifestare il suo disappunto, ma dietro quei occhi azzurri si nascondeva qualcos’altro. O almeno queste erano i sospetti del Colosso. Lasciò parlare Atasuke-sama, il membro più esperto del gruppo. L’Uchiha non perse occasione per rimproverare la mancanza di capacità diplomatiche dell’Hokage. Ed espresse i suoi sospetti sulla missione della “Mela Marcia” ad Otafuku. La Fuyutsuki conosceva tutti questi particolari, ma prese comunque parola. - Y..Yato-san.. giusto? - Cercò di attirare la sua attenzione. Non conosceva il Senju, quindi si assicurò prima di aver intuito bene il suo nome. - Ogni cittadino, Ninja o persona ha il diritto di poter esprimere la propria opinione. Ma da dove proviene tutto quest’odio, disprezzo… rancore per l’Hokage? Ci sono dei trascorsi tra di voi? - Non riusciva a capire la motivazione di tutto quell’astio. Eppure avevano una lieve differenza d’età. Poteva essere semplice incoscienza giovanile. O forse seguiva altri ideali. - Come hai ben detto nel video.. l’importante è proteggere la Foglia, anche se, per quanto non condivida il tuo punto di vista, non riesci a provare stima e rispetto per l’uomo al Vertice del tuo villaggio. Ma Raizen in questo momento incarna i valori, i principi e la Volontà del Fuoco… nei limiti della sua natura umana… per questo non capisco questa aperta ostilità nei suoi confronti. C’è qualcosa che ti rende cieco, o quantomeno ti allontana dalla Foglia? Sembra più un motivo personale con Raizen.. e non un vero conflitto ideologico sulla sua figura di Capo-Villaggio. - O almeno questo aveva potuto intuire dall’acceso scambio di opinioni che avevano avuto nel Video che aveva visto. Si era parlato di Forza, Villaggio e Disprezzo. Ma mai degli ideali che stavano alla base del Paese del Fuoco. Quindi doveva essere una questione personale. Cosa frullava nella mente del Senju?
    - Sai.. in alcuni casi non è importante come un Kage riesca a salire al potere. Può farlo con la forza di un Tiranno, con la benevolenza del popolo oppure con la stima di pochi Ninja eletti… ma forse è più importante il “come” un Capo-Villaggio riesca ad assicurare pace, stabilità ed armonia al suo popolo. E hai chiaramente trovato la risposta durante il tuo conflitto d’opinioni con Raizen. La Stima, la fiducia ed il rispetto reciproco permette al Capo-Villaggio di guidare i propri cittadini. Ed anche se l’attuale X Hokage non è stato acclamato dal Popolo il giorno della sua cerimonia d’investitura, ma da una decisione di comune accordo dai Daimyo… Raizen non ha smesso di cercare il consenso e l’affetto della Foglia! Non ha mai esercitato il proprio potere con la forza o disonorato il nome dei suoi predecessori. - Si concesse una pausa nella speranza di aver attirato la piena attenzione del Senju. - Ha donato a tutti noi la possibilità di scegliere il nostro destino. Di servire la Foglia come meglio desideriamo. Ha dato a tutti una seconda opportunità per vivere o rinascere. - Nel suo caso era andata proprio così. - E sono certa che sarà più indulgente con te.. se impedirai alla paura di mascherare le tue reali emozioni o al tua animo di corrodersi dall’Odio. - Alzò le spalle. Forse non aveva centrato il punto della questione, ma sperava che Yato-san abbandonasse quello sguardo così duro e ricolmo di risentimento. - L’odio non porterà mai da nessuna parte. L’odio genererà solo altro odio. - Sospirò prima di guardarsi intorno. Forse qualcun altro desiderava aggiungere altro o fare un discorso più sensato.
    Quindi si affrettò a concludere. - Hai più volte ribadito che quando sarai più “forte” eviterai di chiedere i favori di un uomo che disprezzi così tanto. Non riesci a separare l’uomo dall’autorità che rappresenta. Continui a rimanere fossilizzato su Raizen… e non sull’Hokage, che incarna i valori e le tradizioni della tua terra natia.. quasi come se fossi più interessato a Raizen e non al Villaggio. - Ovviamente le sue erano solo supposizioni. Ma il Senju sembrava “ossessionato” dall’uomo che si celava dietro l’importante carica che ricopriva per Konoha. Sembrava quasi che fosse il suo obbiettivo. - Sicuramente custodisci motivazioni molto più importanti che di un semplice conflitto d’idee per mostrare quello sguardo. Spesso l’Odio è un sentimento così complicato e ha bisogno di un terreno fertile su cui crescere… un animo disposto a tutto pur di raggiungere il proprio obbiettivo. Qual è il tuo obbiettivo… Yato Senju? - La domanda a quanto punto arrivava spontanea. Ed ogni risposta sulla salvaguardia di Konoha perdevano di credibilità, visto che non aveva mai citato nessun Valore della sua terra d’origine. Ma solo Forza e capacità che per ora non aveva. - L’Hokage non è un uomo che decidiamo di mettere a Capo del nostro Villaggio per amministrarlo. Ma una figura che incarna i nostri ideali, che protegge la nostra quotidianità e nutre i nostri sogni, proprio come il pesante e ferreo fusto di un Albero. Noi siamo le sue Foglie… e se credi che la “Forza” che hai citato fin troppo spesso ti possa mettere al di sopra di esso, tanto da non dipendere più dal suo favore, allora inizio a temere che quella Foglia di nome Yato Senju si sia staccata dall’Albero e volata via lontana dalle sue radici. - Non era un’accusa. Ma una semplice analisi delle parole utilizzate da Yato. In cuor suo sperava di sbagliarsi o aver frainteso l’intera situazione.


     
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  3. Sasori Uchiha
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    Dall'Hokage



    Sasori era in giardino quel giorno. Si stava allenando, ma era un allenamento a modo suo. Stava combattendo contro la sua parte illusoria. A corpo a corpo. Un auto-allenamento per così dire. Voleva migliorare i propri limiti, ma si stava stancando, controllare l'illusione e combatterla al tempo stesso provocava un dispendio di energie notevole. Ma ancora aveva un certo margine. Andava avanti dalle sei della mattina. Era più o meno l'ora di pranzo. Era sul giardino sul retro della sua casa. Essendo impegnato non sentì suo padre entrare in casa.


    Sasori, sono tornato



    Ma il ragazzo non poteva distrarsi quella copia di sè stesso sapeva il fatto suo. Non poteva distrarsi. In fondo era l'originale ed una copia non può essere migliore dell'originale ne vale una questione di principio. Suo padre iniziò a cercarlo per casa, non impiegò molto a capire che era in giardino sul retro. Il padre vedendolo preso nell'allenamento, decise di non distrarlo e si mi mise seduto a godersi lo spettacolo. Finalmente dopo quasi una mezzagiornata di sforzi, Sasori mandò nuovamente nel mondo delle tenebre la sua copia illusoria.


    Non male, posso parlarti ora?

    Non mi ero accorto che fossi già tornato dalla missione. Non mi aspettavo di vederti a casa così presto. Ci sono novità ?

    Andiamo in cucina



    Sasori annuì con la testa, si andò a fare una rapida doccia, poi tornò con i suoi vestiti puliti, in uniforme da guerra, con le insegne di Konoha ben visibili oltre che lo stemma del clan Uchiha sul retro del colletto della veste. Il padre nel frattempo, si apprestò al solito ad isolare la stanza dal resto della casa. Era una abitudine che non dimenticava mai.


    Sasori per una volta sii sincero, che cosa diavolo hai combinato?

    Niente, come al solito. Dai è un po' in realtà che non vado in missione



    Il padre guardò in maniera severa il ragazzo. Forse l'aveva troppo viziato, senza la presenza di sua madre. Decise di andare diretto al punto.


    Sei stato convocato dall'Hokage. Sai dov'è ?

    In amministrazione del villaggio ,credo, almeno che non si sia eretto un palazzo tutto per sè.

    Per una volta non fare lo spiritoso. Potrebbe essere una buona opportunità. Sei ancora interessato ad entrare, giusto?



    Il padre stava alludendo al suo desiderio di voler entrare a suo tempo nella squadra speciale di villaggio. Da tempo latitava come membro della squadra medica. Era un ruolo che non gli era mai piaciuto, era così diverso da coloro che aspiravano ad entrare nella squadra medica. Era un compito che non era nelle sue corde. Aiutare il prossimo, curandolo nel momento del bisogno, la vedeva, soltanto come una un effetto di una causa ben più a monte. Per questo preferiva intervenire a monte nella causa, ossia eliminare le avversità prima che potessero nuocere a qualcuno. L'atteggiamento del ragazzo si fece serio ed interessato al punto sollevato da suo padre.


    Certamente

    Bene, allora fai del tuo meglio, qualsiasi cosa sia. Io rimarrò qui, vorrei riposare un po' il viaggio di ritorno è stato lungo, sai ? Vado a riposare di sopra.



    [...]



    Uscì di casa di buon passo, per recarsi in Amministrazione, era da tempo che non entrava nel palazzo. Però vide a parte qualche nuova faccia, che l'ambiente era sempre lo stesso. Quindi si recò in direzione dell'ufficio dell'Hokage, non sapeva se erano stati convocati altri elementi del villaggio. Quindi una ragazza, probabilmente una nuova, perchè non la riconobbe al primo posto. Lei lo aveva riconosciuto, forse perchè aveva visto la foto nel suo fascicolo in amministrazione.


    Sasori Uchiha,giusto ?

    Al suo servizio, piacere di fare la sua conoscenza

    Prego, l'Hokage la sta aspettando



    Entrando nell'ufficio dell'Hokage, vide oltre all'hokage, un ragazzo che non conosceva ed Atasuke. Quindi salutò tutti i presenti con un cenno del capo, poi salutò quelli che probabilmente conosceva da più tempo.


    Buongiorno Hokage-sama, Ehilà Atasuke, Ehilà Ayuuki. A cosa devo l'onore della chiamata ? Inoltre mi piacerebbe parlare,se ci sarà tempo, di una questione con lei Hokage-sama, possibilmente in separata sede. Niente di cui preoccuparsi.



    [...]



    Quando arrivarono tutti gli invitati, l'Hokage fece un riassunto sul motivo di quella chiamata,facendo partire la registrazione delle telecamere. Sasori osservò con la dovuta attenzione, quel filmato, valutando i comportamenti dei due interlocutori ed anche la situazione che si era venuta a creare. Ascoltò il primo intervento, che era di Atasuke, anche la Fuyutsuki. Dopo di che si sentì subito dopo di esprimere il suo parere.


    Yato giusto ? La tua arroganza, mi fa sorridere. L'Hokage sarà anche poco "diplomatico", ma secondo me è un ottimo kage e credo nel suo incarico; è l'Hokage di cui Konoha aveva bisogno. Hai parlato di Otafuku, come se la conoscessi a fondo. Ma penso che io, l'Hokage-sama ed Atasuke, la conosciamo a fondo e sappiamo cosa si muoveva nell'ombra da quelle parti,fino a poco tempo fa.



    Diede una rapida occhiata ai due, poi proseguì senza incertezze nel discorso. Quando arrivò a pronunciare la "mela marcia", mimò le virgolette per enfatizzare il discorso.


    Per la questione della "mela marcia", se è davvero così potente come dici, richiede un intervento di una squadra di villaggio, mandare un genin da solo, per quanto tu possa essere forte, è un suicidio. Sei ancora giovane, apprezzo il tuo fuoco, ma non è la tua battaglia. L'Hokage deciderà il meglio per Konoha.



    Osservò le reazioni del ragazzo, mentre concludeva il discorso, pronto per qualsiasi eventualità. Non sapeva se fosse stato sufficiente il suo discorso per convincerlo.
     
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    Doppia convocazione

    I - Giornata pigra annullata



    Sole, caldo, una bevanda ghiacciata ed un prato sul quale sdraiarsi. Una perfetta giornata estiva per rilassarsi sotto i raggi del sole e farsi un po’ di abbronzatura, nonostante Youkai fosse talmente pallido da riflettere la luce stessa. Nulla poteva rovinargli quella giornata di ozio.
    Tranne Ayuuki.
    Quando si puntava su una cosa, guai a cercare di farle cambiare idea. Ma un ordine del genere per l’albino era una sfida alla quale non poteva sottrarsi, sarebbe riuscito a contrastare la sua volontà a qualsiasi costo. Per questo, mentre i povero Inoichi sudava allenandosi duramente sotto al sole, Youkai se ne stava appollaiato su uno scomodo cuscino legnoso, sorseggiando una bibita ghiacciata vestito con una camicia a fiori e dei corti pantaloncini, con tanto di infradito.

    Mmmh… Ayuuki ti dispiace? Mi copri il sole.

    La figura della ragazza, la più esperta fra i tre e quindi spesso capa del neoteam, troneggiava inquietante verso il rilassatissimo ragazzo, che sorseggiando rumorosamente la sua bibita coprì metà delle parole della ragazza.

    Ey, una giornata del genere non la si può sprecare con degli allenamenti. Dovresti provare a rallentare un po’.

    Iniziò a sudare freddo quando sentì le nocche della kunoichi scrocchiare, alzando la schiena e lanciando via la bibita, terrorizzato. Ma la fortuna era dalla sua parte (più o meno), e la tremenda punizione venne bloccata da un chuunin, che diede una lettera a lei e una all’albino. La fissò, aprendola e leggendone rapidamente il contenuto, intuendo dalle parole di Ayuuki che si trattasse della medesima convocazione. Posandosi sugli occhi gli occhiali da sole che teneva poggiati in testa, fece spallucce e si rimise sdraiato sul suo tronchetto di legno, ignorando temporaneamente la cosa.

    Non mi pare urgente. Sarai stanca dopo tutta questa tirann… EHMHEM, dopo tutti questi allenamenti, no? Mettiti giù due minuti, su, fai prendere un po’ di sole a quella pellina bianchiccia. Tra un po’ andiamo.

    Da che pulpito. Il giovane chiuse gli occhi, beato, sentendo appena le ribellioni della kunoichi che non vedeva l’ora di raggiungere l’amministrazione.

    Tz, quell’uomo ha bisogno di ben poche cose, se ha chiamato noi gli servirà qualcuno per sistemare qualche faccenda su cui non vuol metter mano. ...Uh? Trascinar-

    Non fece in tempo a finir la frase che sentì la salda presa della Fuyuutsuki sulla caviglia, trascinarlo letteralmente da lì fino all’amministrazione.

    Ma sei scema?! Ok, ok, cammino!! Ah! Ahio!! Almeno evita i sassi!! ...Non mi stai nemmeno ascoltand-OW! Oh per Amaterasu!

    Incrociando le braccia, si limitò ad impastare chackra sulla schiena mentre veniva trascinato sui sentieri più duri, borbottando lamentandosi della sua scomodissima situazione per tutto il tempo. Arrivati a destinazione, la ragazza lo lasciò andare, rimettendolo lei stessa in piedi. La camicia, squarciata sul retro, lasciava spazio a graffi e lividi dovuti al viaggio, i capelli, tutti sparati per aria, avevano raccolto sassolini, rametti e polvere in quantità, e la sua espressione lasciava intuire quanto il tutto fosse stato piacevole. Ironicamente, i pantaloncini risultavano quasi intatti, data la posizione con cui era stato trascinato, giusto un po’ polverosi.



    La segretaria fissò entrambi con aria confusa, evitando di far domande e limitandosi ad indicare l’ufficio ad entrambi. Ghignò solo a sentire l’ironico complimento:

    A-ha, tranquilla. So bene che ti piaccio. Parlo di continuo proprio per evitare che tu ti innamori.

    Entrò nell’ufficio con l’aspetto di un barbone malridotto, salutando chiunque vi fosse con un debole cenno della mano, Raizen compreso. Youkai era ben lontano dal mostrarsi formale davanti a figure come l’Hokage, nonostante provasse un profondo rispetto per l’aiuto che gli era stato dato. Si voltò verso Yato, fissandolo torvo, quasi stesse studiando qualcosa, per poi sgranare gli occhi, indicandolo:

    Yato! Ma quello è il tizio che mi ha accompagnato a fare il primo giro assieme all’altro ciccione! Non dirmi che ci devo fare una missione insieme, se viene pure questa mi uccidono entrambi.

    Indicò Ayuuki col pollice, mettendosi poi sulla prima sedia disponibile, seduto in malo modo, ascoltando la reale convocazione. Un breve filmato mostrò a tutti i presenti ciò che era successo in quell’ufficio, concentrandosi molto sull’istante in cui Yato entrò nella stanza, dove i rumori che richiamavano al combattimento parvero alimentare una sua speranza anziché una paura o sospetto. Ne seguirono vari discorsi dove Yato mostrò senza veli il suo odio verso l’Hokage. Youkai non disse nulla, lasciando la parola agli altri presenti, ascoltando attentamente pur apparendo svogliato, con tanto di mignolo infilato nell’orecchio. Prese parola in un momento di quiete, borbottando:

    Beh, mi pare che la mia capa e i due signorotti qua accanto abbiano detto abbastanza, no? Eddai Yato, non far arrabbiare il Kage. Neanche io se mi ci impegno riesco a costringerlo a convocare così tanta gente.

    Si voltà verso Raizen con un sussulto, come se gli fosse venuto in mente qualcosa.

    Ah!! Ho fatto una scoperta importante dopo l’ultima volta, dovrebbe interessarti. Ma… vorrei evitare di rivelare i miei segreti a chiunque. Mentre i consiglieri valutano la situazione, non è che mi segui due minuti in un’altra stanza? Ci vorrà un attimo.

    Avrebbe insistito, mantenendo appositamente la richiesta sul vago. Non si sarebbe mosso senza un cenno di assenso, seguendolo in una zona più isolata. Lontani da tutti, avrebbe cambiato espressione, diventando molto più serio (anche se era difficile dato l’aspetto attuale). Parlò a bassa voce, onde evitare ulteriormente che lo sentissero.

    Ma sei serio?

    Si fermò, aspettando una qualsiasi reazione, per poi continuare:

    Senti. Capisco il tuo sospetto, ma… Quello che ci hai fatto vedere è, per l’appunto, un sospetto. Non hai uno straccio di prova. Come facciamo a non credere che tu sia paranoico?!

    Gesticolò, gridando sottovoce, sospirando una volta finita la frase.

    So bene che sei decisamente più esperto di me e forse di tutti noi la dentro. Potresti anche aver ragione, per quel che ne so. Ma non hai uno straccio di prova. Quel filmato non è una prova. Che vuoi fare? Aprire il cervello ad un Genin per capire se i tuoi sospetti erano esatti? Beh, se sono esatti bravo, ottimo lavoro, tanti applausi. Ma se per caso fossero errati? Non ci faresti una bella figura. E non sto parlando di quelle stupidaggini dell’apparire in pubblico o essere formali, ma del tuo modo di agire, del non sentirsi liberi di avere un proprio pensiero senza che tu venga a saperlo e a sospettare dei tuoi alleati.

    Si fermò, prendendo fiato e guardandosi attorno, quasi temesse che qualcuno potesse apparirgli alle spalle all’improvviso.

    Credo che tu debba semplicemente alleggerire la presa. Non stargli così tanto col fiato sul collo. Hai paura che sia una pecora nera? Benissimo, manda qualcuno di noi ad investigare. Il fatto che sia tu a volerti occupare di quello che, agli occhi di tutti, è solo un genin che ha mostrato odio nei tuoi confronti, potrebbe far credere che tu sia solo un tipo suscettibile. E quella pazza allora? Perchè di lei non dobbiamo preoccuparci? Lei ti ha attaccato, lui è solo entrato nella stanza con un’espressione diversa da quella che tu ti aspettavi! Cos'è, lei ti fa comodo portartela a letto e quindi non perdi nemmeno tempo a sospettare di un attacco così diretto?!

    Deglutì, portando una mano sul collo, forse stava esagerando con il suo modo di porsi.

    Ey, so che il mio parere può non voler dire nulla per te. Sono un pesce piccolo anche io in fondo. Ci tenevo a dirti il mio pensiero, ma non mi sembrava il caso di rivelarlo a tutti. Magari quelle che ho detto sono solo cazzate, però… pensaci un momento. Rispetterò ogni tua decisione. Ti devo molto, il minimo che posso fare è dimostrarmi un buon ninja della foglia.

    Se Raizen non avesse avuto altro da aggiungere, Youkai sarebbe tornato nell’altra stanza, con il solito fare annoiato, trascinando la sua sedia a fianco di Yato, sedendovisi al contrario.

    Ey, che dici, finito tutto ce ne andiamo a mangiare qualcosa? Stavolta pago, lo giuro, ho imparato come ci si guadagna uno stipendio.

    Sperava che il suo “fraternizzare con il presunto” nemico non sconvolgesse troppo i presenti. Certo, ora il seme del dubbio si era insinuato pure in lui, sarebbe sicuramente stato più attento ad ogni mossa di Yato, pur mantenendo il suo solito carattere apparentemente stanco e svogliato.


    Edited by Waket - 4/7/2016, 18:43
     
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    Dopo l’arrivo di Youkai, Hitomi lo avvisò che Sho e Oda non erano stati rintracciati, si limitò quindi a prendere parola qualche istante per rivolgersi ad Atasuke.

    Mh, grazie Atasuke, io però ti domandavo dei comportamenti di Yato, riguardo la missione è scontato che farò qualcosa a riguardo.
    Una volta risolto questo se ti sembra impellente dirmi qualcos’altro torneremo anche su quel punto.


    Incrociò poi le mani in un sigillo per creare un clone e allontanarsi con Youkai, rivolgendogli la parola solo una volta ottenuta la privacy richiesta dal ragazzo.

    E di preciso perché sta trafila?

    Chiese prima di lasciarlo parlare, commentando solamente una volta che ebbe finito.

    Punto uno, continua con questa storia del fighetto "son stanco ma geniale e prendo la vita easy, less worries more relax"e ti torco il collo. Schiena dritta e petto in fuori.
    Son serio.
    Mi piace non tenere un aria troppo rigorosa, ma c’è un limite, pensavo di essere stato chiaro.
    NON fartelo ripetere.


    Sbuffò, sfogando quel piccolo accenno di rabbia.

    Per il resto devi capire che ci sono precisi modi di agire a questo genere di stimoli.
    Ad esempio, immagino saprai per sentito dire che Sho è un torturatore, no?
    Anche lui dovrebbe saperlo, ed un minimo di tensione dovrebbe acquisirla, se è sincero altrimenti dovrebbe essergli indifferente.
    E viceversa dovrebbe nuovamente reagire quando saprà che quel beota non è stato rintracciato.
    Non ho intenzione di occuparmi della faccenda, ho intenzione di comprendere.
    Un genin che motivo ha di odiarmi?
    Sono sulla mia poltrona da quanto lui era studente e da allora abbiamo interagito un'unica volta, non ho nemmeno fatto in tempo a sbagliare.
    Curioso, no?
    Non ho MAI creduto nelle coincidenze, e la previdenza non mi ha mai portato guai.
    E poi, non pensare che un ninja abbia capacità da genin soltanto perché dice di averle, ci sono migliaia di modi per nascondersi agli occhi di tutti, ma non è su questo che vertono i miei dubbi principali.
    Spero avrai capito però che le tue parole sono un giudizio parecchio parziale.
    Deciderò dopo il da farsi tuttavia mi hai appena chiesto una missione, e visto che sembri conoscerlo così bene…


    Sorrise.

    Beh, la hai.
    E non dimenticarti cosa ti ho detto, mi va bene il tuo rispetto implicito, ma voglio anche che lo dimostri.
    Smettila di fare il cazzone, il tempo del bavaglio è passato da un pezzo.


    E il clone scomparve.
    Tra i due non c’era un distacco di età troppo grande, ma evidentemente la vita aveva deciso di dare al Colosso carriolate di ormoni per la maturità rispetto al ragazzo, o semplicemente aveva anche dimenticato come stare al mondo.



    CITAZIONE
    piccolo interpost per giustificare l'assenza di sho e oda, palla ad atasuke e poi a yato
     
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  6. Asgharel
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    Problemi di Comando

    ~Fretta~





    Raizen aveva molti difetti ed Atasuke era certo uno dei suoi più ferventi oppositori su questo frangente. Tuttavia, doveva ammettere che almeno il tentativo da parte dello stesso di venirne a capo c'era. Semplicemente non era un diplomatico e probabilmente non lo sarebbe mai stato.
    Uno di questi suoi difetti era la fretta. Non una di quelle con cui si fa tutto di corsa senza meditare, anzi. Spesso meditava le sue mosse con attenzione prima di agire, eppure, quando si trovava al comando di qualcosa, specialmente se fiutava un qualsiasi segno di insubordinazione scattava una sorta di meccanismo di autopreservazione del comando che lo portava ad agire, spesso senza pensare come si conveniva o cercando di avere subito le risposte che avrebbe voluto, a costo di anticipare troppo la mossa. Ed in quel caso aveva optato per anticipare la mossa.
    “Mh, grazie Atasuke, io però ti domandavo dei comportamenti di Yato, riguardo la missione è scontato che farò qualcosa a riguardo. Una volta risolto questo se ti sembra impellente dirmi qualcos’altro torneremo anche su quel punto.” Le parole dell'Hokage risuonarono nella stanza ed Atasuke non potè evitare di sospirare lievemente, socchiudendo gli occhi per un istante, osservando il clone che usciva assieme al ragazzino dai capelli bianchi che evidentemente aveva altro di cui discutere con l'Hokage. «Non c'è fretta in effetti. Molto semplicemente quando avrai tempo di passare dal gate uno di questi giorni ricordami del progetto 0» Rispose, incrociando le dita delle mani ed accavallando le gambe, mettendosi più comodo senza dare modo ai presenti di capire a che cosa effettivamente si riferisse e forse nemmeno allo stesso Hokage.
    «In merito al ragazzo avrei preferito ascoltare le sue risposte prima di dare una mia opinione incompleta... ma dato che sembri molto interessato ad una risposta in prima battuta... che dire» Si concesse una breve pausa, portando il suo sguardo sul ragazzo, sia che questi lo guardasse direttamente, sia che guardasse altrove. «Ha coraggio, non c'è che dire. Attaccare, seppure verbalmente, la posizione e la persona dell'Hokage non è cosa da tutti... Tuttavia, c'è un limite tra il coraggio e la follia ed in questo caso temo che l'asticella sia più verso la follia e la totale mancanza di buonsenso ed autocontrollo.» Ammise, in tono tranquillo e quieto mentre con calma e concentrazione si concentrava per aprire un canale di comunicazione direttamente con l'Hokage e con lui solo, evitando di comunicare con troppe persone inutilmente. [Slot Tecnica]
    In quell'istante, alloscuro di tutti, sul collo dell'uchiha, nascosto dagli abiti comparve un piccolo seal non dissimile da quello che comparve anche sulla parte posteriore dell'Hokage, dove nessuno, in teoria, avrebbe potuto vederlo, essendo nascosto dal colletto dell'abito.
    °Siamo onesti, Raizen... Il video non mostra nulla più di un ragazzino irriverente, decisamente non più perocoloso di Kyomi... O forse i tuoi occhi hanno colto qualcosa che le telecamere non ci possono mostrare non facendo primi piani alle facce delle persone?° Chiese con la dovuta calma, lasciando spazio alla mente dell'Hokage di rispondere. °Inoltre per avere un discreto profilo del ragazzo mi servono le sue risposte. In base a quello potrò, sperabilmente definire se ritenerlo preoccupante o meno... per ora sembra più un pazzo suicida o un marmocchietto che si sovrastima°
    Concluse, serenamente, mentre con la voce che tutti potevano udire, riprendeva con la discussione.
    «In merito a questo, quindi, attendo ancora una tua risposta Yato. E voglio sperare che tu non voglia darmi motivi per sospettare ulteriormente della tua...» °Persona° «...Sanità mentale» Concluse, lasciando quindi spazio per il proseguio della discussione.


    Scusate il ritardo, ho avuto parecchi impegni ed imprevisti

     
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    La Prima Vera Prova della Missione.::


    Hokage-sama. Mi inchinai dopo la sua lunga disquisizione sulle condizioni del governo di Konoha e della malagestione che lo aveva preceduto, continuando a sostenere il suo sguardo mentre chiudevo, almeno da parte mia, quella parte del discorso. Io non vi ho chiesto di giustificarvi. Ho solo espresso la mia personale opinione sul quadro politico...oltre alla mia pessima opinione personale su di voi e sul vostro atteggiamento. Avevo già detto che ero pronto ad essere punito per quelle mie parole, tanto valeva sostenerle. Ho alzato i toni, di questo mi scuso, ma non mi scuso per i contenuti. Non sta a me giudicare la storia, ma suppongo mi sia ancora consentito avere delle opinioni. Quando lui decise di chiamare altri per visionare il nostro breve incontro mi trovai a inarcare un sopracciglio, sinceramente colpito dal fatto che la paranoia dell'Hokage arrivasse a tanto, così come la sua insicurezza: stava chiedendo supporto perché non era in grado di valutare la situazione da solo...dubitava del suo stesso giudizio dopo aver visto fallire i tentativi di intimidazione con cui disperatamente voleva avere qualche conferma di chissà quale lontano sospetto.

    Come meglio credete. Siete il Kage e sono ai vostri ordini. Almeno finchè sarete Kage...ma avendo fatto trenta e volendo fare trentuno...ogni vostra reazione da quando sono entrato non ha fatto altro che rafforzare le mie convinzioni. In un certo senso per questo vi ringrazio. Incrociai le braccia, attendendo così l'arrivo degli uomini e delle donne che erano stati chiamati. Avevo sentito il nome di Atasuke Uchiha, ovviamente, ma anche Youkai non mi era sconosciuto...solo non capivo per quale assurdo motivo volesse chiamare un ninja di così basso rango...forse per valutare che non ci fossero idee come le mie tra i giovani shinobi del villaggio? Feci un respiro profondo, poi, tornando al suo discorso. E' tanto forte che ovviamente non sono in grado di combatterlo, ma frequento Otafuku da diversi anni come parte del mio addestramento e so come raccogliere informazioni. Il mio unico intento è di indagare senza dare nell'occhio, e un ninja di basso rango che fa domande sicuramente è più efficiente di un viso noto...appena scoperto qualcosa di solido avrei passato la mano a shinobi più adeguati alla lotta. Forse degli aiutanti sarebbero utili, ma non più di due, per non complicare le cose. Tutto qui. Un po' generico e abbozzato come piano, ma sapevamo talmente poco che ogni informazione poteva essere una conquista.

    Ed eccoli là: il Guardiano delle Mura, lo stesso Youkai che avevo conosciuto in passato, un Uchiha sconosciuto e una ragazza che non doveva essere molto più grande di me, alla quale dedicai una lunga ed attenta occhiata. Per quale motivo era stata chiamata là con noi? Cosa aveva di speciale? O Youkai, come mai proprio lui? Forse L'Hokage mi faceva seguire e sapeva che ci eravamo incontrati? Ma se era vero...quanto poteva essere radicata la sua paranoia? Chiusi gli occhi, facendo mente locale: non dovevo permettermi di cadere a mia volta nella trappola della paranoia. Con le mie capacità era impossibile pensare a troppe mosse tutte assieme, mi dovevo concentrare sul presente.

    Il primo a parlare fu Atasuke Uchiha, che non fu parvo di domande sulla faccenda della Mela Marcia, come avrebbe dovuto esserlo il Kage, secondo la mia modesta opinione, se non fosse stato troppo attento ad arrovellarsi sullo sguardo carico d'odio di un ragazzino che conosceva appena...e penso che quei pensieri fossero più che chiari sul mio viso mentre ascoltavo tutto. Stavo per rispondere quando l'Hokage si intromise, forzando il Guardiano a una seconda risposta...e a quel punto aspettai che anche gli altri dicessero la loro. Sono Yato, del clan Senju, come avrete certo appreso dal video. E poi su Youkai. E noi ci conosciamo già. Confermai le parole dello strambo ragazzino senza approfondire. Ayuuki, la ragazza, partì in quarta con una difesa spassionata dell'Hokage, piena di accalorate espressioni alle quali tuttavia non feci una piega...l'Uchiha invece, come ogni persona normale, diede decisamente più importanza alle mie parole su Otafuku che non al modo in cui le avevo riferite e per finire Youkai spese appena due parole superficiali prima di appartarsi col Kage...ma chi diavolo era per fare una cosa del genere? Impossibile non accigliarmi e guardarlo con sospetto.

    Alla fine venne il momento delle risposte, prima delle quali guardai tutti con estrema attenzione e feci un breve inchino. Vi ringrazio per le vostre parole e critiche...ogni cosa che possa aiutarmi a crescere è bene accetta. Per poi guardare sottecchi l'Hokage. Anche se di alcune cose farei volentieri a meno. Mi riferivo ovviamente agli sviluppi di tutta quella faccenda. Permettetemi di cominciare dal principio...ho incontrato il Kage il giorno della festa del suo insediamento...o forse un suo clone visto che al contempo era sul palco. Ci siamo incontrati in un vicolo dove mi erano atterrati davanti tre cadaveri. Ho chiamato aiuto, e la prima cosa che ha fatto è stata accusarmi di averli uccisi, senza uno straccio di prova! Col senno di poi ho compreso che volesse solo prendersi gioco di me, ma questo non fa che rendere la cosa ancora più bieca. Feci un lungo respiro. Sospetto si trattasse di terroristi di qualche genere e che fosse stato lui stesso a sconfiggerli con qualche tecnica non vista, ma non ho prove di questo...le sue accuse sono continuate solo per umiliarmi e farmi ammettere la mia debolezza...e il mio desiderio di superarla a ogni costo. Scossi il capo. Mai lo avessi detto...perché a quel punto le sue provocazioni immotivate sono solo aumentate, e così le umiliazioni, fino a fargli dire che il mio voler diventare più forte per soddisfare l'onore del clan era un ostacolo per lui. Il che in effetti erano le esatte parole del Kage. Solo cinque minuti, ma sufficienti a farmi capire che genere di persona orribile fosse il nuovo Kage...e niente mi farà mai cambiare idea su di lui da questo punto di vista. E in effetti era quello, e SOLO quello il motivo del mio odio. La missione del doverlo uccidere era assolutamente slegata da ogni forma di rapporto personale con Raizen Ikigami, ma in quell'occasione lui era riuscito a farsi odiare, con le sue sole forze, senza che io dovessi metterci nulla di mio. Forse era un motivo infantile...alla fin fine riducibile all'essersela presa per il fatto che aveva preso in giro me e il clan, ma nessuno di loro poteva sapere come mi ero sentito in quell'occasione, e certamente il loro giudizio era del tutto irrilevante rispetto alle emozioni che mi aveva scaturito quell'incontro.

    Quanto alle implicazioni politiche, non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto detto prima, che avete visto nel video. Non sta a me legittimare o meno qualcosa, ma un vero Kage è qualcuno che viene scelto dai ninja che lo seguono e che ne ha la fiducia. Non è il ninja più forte che si trovava da quelle parti e ha deciso di prendere la situazione in mano, anche se fosse il più abile amministratore e stratega esistente. E anche quello era un punto fisso della mia educazione: ero molto ferrato in studi civici, dovendo uccidere il Kage dovevo essere in grado di discriminare sempre chi fosse quello legittimo in caso di divisioni interne o complicazioni burocratiche.

    A quel punto rimasi in silenzio qualche istante, per poi arrivare alla questione più pressante: la Mela Marcia. Atasuke-sama, posso comprendere che sia inverosimile, ma il mio rapporto è assolutamente veritiero e può essere confermato anche dall'altro genin là presente: Jin di Suna. Ci siamo incontrati mentre concludevo la mia Missione di rango D, e lui mi ha parlato di alcune voci riguardanti i ninja più forti dell'Accademia che giravano liberamente. Pareva che fosse un uomo col soprannome di... Esitai, sapevo che dirlo mi avrebbe reso ancor meno credibile, ma non potevo fare altrimenti ...Uggiolo, un frequentatore abituale del Bordello di Babà la Zuccherosa, a sapere qualcosa al riguardo, quindi abbiamo chiesto alla sua prostituta preferita dove potevamo trovarlo, e lei...lui...non che sia così importante. Meglio non indagare troppo sugli attributi sessuali di Cioccolatino Croccante. Comunque siamo finiti alla biblioteca della città. Mi voltai verso Sasori. Se davvero frequentate Otafuku saprete anche che quella città brucia ogni qualche mese...gli incendi sono assai frequenti ma mai nella storia recente quell'edificio è mai andato a fuoco...e abbiamo scoperto il perché. Sopra era una normale biblioteca frequentata da loschi individui persino più deboli di uno studente, che abbiamo messo in fuga. Abbiamo identificato Uggiolo che è scappato di sotto inseguito da Jin...che si è trovato davanti a un'enorme archivio di informazioni sotterraneo. Io intanto catturavo e interrogavo una delle guardie. L'interrogatorio andava bene, ma alla fine l'uomo col mantello rosso è intervenuto e ha fatto piazza pulita. Lo chiamavano Mela Marcia...ma non ho idea del perché ci abbia risparmiato. Questo era tutto quel che sapevo su quella vicenda, e che avevo riportato nel rapporto, più qualche altro dettaglio che avevo saltato per non dilungarmi ma che avrei fornito se richiesto.

    E come dicevo prima, forse nella parte che il video non ha registrato, io sono perfettamente consapevole di non poter combattere contro un individuo che si muove con velocità almeno pari all'Hokage. Serrai le labbra. Ma posso almeno investigare senza dare nell'occhio. Sono almeno cinque anni che frequento Otafuku come parte del mio addestramento e posso muovermici tranquillamente. Appena saprò qualcosa passerò l'informazione al villaggio per organizzare una squadra capace di combattere! Poi verso Ayuuki. Mi chiedi quale sia il mio obbiettivo? E' semplice: diventare più forte per portare onore al mio Clan e al mio Villaggio. E l'unico modo in cui potevo essere accettato era uccidere l'Hokage...e come avrei potuto farlo senza diventare forte? Non per me, ma per loro. Per i miei genitori, i miei nonni e i miei zii. Forse può sembrare un valore vuoto o superficiale per altri, ma per me è tutto quello che conta. Per il bene di Konoha e dei Senju. Odio l'Hokage, ma questo non mi impedisce di obbedire ai suoi ordini. Se ci fossero altri candidati certamente non sosterrei Raizen Ikigami, ma finchè sarà Kage, lui sarà il mio Kage, anche se lo odio. Mi avvicinai a lei. L'odio è un veleno potente che può sporcare tutto, io posso odiare, ma non lascio certo che sia l'odio a muovermi, altrimenti non sarei certo venuto qui a parlare della Mela Marcia con un uomo detestabile solo per il bene del villaggio!
     
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    Parola alla giuria





    Raizen annuì senza commentare, sorridendo di quando in quando alla visione del Senju del modo di interagire che aveva lui.

    Ho finito da un po’ di parlare, in realtà.

    Disse senza rivolgere la parola a nessuno in particolare.

    Quindi non avendo nulla in mano per contestare ciò che dice Yato e non volendo trasformarlo in un altro battibecco vi cedo la parola.
    Anche perché a prescindere direi che il vostro parere si sia parzialmente delineato.


    Fece un cenno con la mano ai presenti passandogli la parola.
     
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  9. **Kat**
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    II ~ Judgment: Ayuuki no Yakusoku


    A

    ppena entrata all’interno dell’Ufficio dell’Hokage, la Fuyutsuki si accettò di avere a “portata di mano” il buon Youkai-kun. Non poteva di certo lasciarlo a piede libero nell’ufficio della carica più importante del Villaggio. Purtroppo non poteva legargli la lingua ed imporgli il silenzio assoluto. Altrimenti lo avrebbe fatto senza esitare. Non conosceva ancora il motivo di quella convocazione, ma se erano stati chiamati insieme un motivo doveva pur esserci. Le vennero in mente i cinque peggiori motivi e nelle prime posizioni c’era sempre e comunque lo zampino dell’Albino. Raizen-sama li aveva convocati lì per punirli o rimproverarli di qualcosa?
    Riuscì ad assumere una posizione rilassata quando l’Albino salutò con qualche cenno della testa, senza pronunciare alcuna parola o affibbiare qualche ridicolo nomignolo. Probabilmente anche lui aveva capito l’importanza di quella riunione. Erano stato convocati un gruppo di Ninja dalle variegate capacità e dal grado Jonin fino a quello Genin.
    Il filmato fu abbastanza “sconvolgente” per la Fuyutsuki, fin da tenere età le era stato insegnato di dimostrare il dovuto rispetto alle cariche più importanti del Villaggio. Proveniva da una Famiglia che un tempo sedeva nel tavolo dei consiglieri della Foglia. Ed anche se era caduta in disgrazia dopo il marchio del tradimento impresso da Ai-chan, non aveva abbandonato le sue radici. Non capiva come mai si parlava solo del Senju e non della donna che aveva inconfutabilmente attentato alla vita di Raizen-sama. Apparentemente sembrava una colpa molto più gravosa della supponenza di un Genin.
    Eppure osservando bene gli occhi di Yato-san non riusciva a giustificare quell’odio così viscerale diretto verso l’Hokage, anzi verso Raizen-sama. Anche Sasori-kun prese parola e la ragazza ascoltò con interesse gli interventi di tutti. Anche quello di Youkai-kun. In quel momento iniziò a sudare freddo, mentre le sue mani fremevano, pronte a scattare e picchiare l’albino non appena avesse commesso l’imprudenza di proferire strafalcioni davanti al consiglio dell’Hokage. Ma il ragazzo preferì allontanarsi dalla stanza per parlare in disparte con una copia del Colosso di Konoha. Cosa aveva da dirgli? Forse conosceva Yato Senju, visto che era stato proprio lui ad accoglierlo al Villaggio. Lo seguì con lo sguardo verso la porta.
    Rimase in silenzio ad osservare i vari Ninja convocati, ma soprattutto il volto del Genin che aveva mosso la suscettibilità dell’Hokage. Nascondeva davvero qualcosa? La Fuyutsuki si era limitata solo a fare alcune osservazioni, senza entrare nel merito della questione della “Mela Marcia” o di qualsiasi altra missione. Riteneva più importante i sentimenti che si celavano dietro quello sguardo azzurro come il cielo, che qualsiasi altra questione.
    Quando Youkai-kun tornò nell’Ufficio, la Fuyutsuki seguì con lo sguardo l’Albino nella speranza di decifrare l’accaduto dal suo volto. Quel ragazzo restava un mistero per lei. Alternava momenti di genialità a momenti di pigrizia. Sicuramente la sua battuta per stemperare gli animi la fece sorridere. Sospirò leggermente. - Ti dimentichi qualcosa? - Inarcò un sopracciglio. - Hai un allenamento da completare. Ma dopo potrai invitare Yato-san al Chiosco di Ramen per cenare tutti insieme. Sarà ospite del Team 12! - Sulla questione “allenamento” era inflessibile. Ma concordava con l’approccio amichevole adottato dall’Albino. Forse passare un po’ di tempo con qualcuno che la pensasse diversamente da sé o che cancellasse quello sguardo di rancore non poteva far altro che bene al Senju. Youkai-kun era stato geniale, forse senza nemmeno volerlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso, o almeno non in sua presenza.
    Tutto il suo discorso sugli ideali, l’importanza della figura dell’Hokage e la Volontà del Fuoco non sembravano minimamente scalfire lo sguardo intenso e serio del ragazzo. E ciò mise in allarme la Fuyutsuki più di qualsiasi riflessione sulla questione della Mela Marcia e delle ideologie politiche che si stavano scontrando in quell’ufficio. La Genin era stata convocata per valutare l’animo del Senju, non le sue parole iraconde, non la sua voglia di partire per Otafuku e non per altro.
    Finalmente Yato-kun decise di replicare e provare a difendersi dalle sottile accuse dell’Hokage, ripercorrendo anche il giorno del loro primo incontro. Nulla sconvolse particolarmente l’animo della Fuyutsuki, anche perché aveva affrontato un percorso formativo altrettanto traumatico e simile. Aveva sofferto le pene dell’inferno per sette giorni, sotto il tacito consenso di Raizen-sama, e guidata da Oboro-san. Era stata avvelenata e reclusa in un laboratorio medico, dove aveva dovuto combattere contro le sue stessa paura e superare il suoi limiti. Dopo aver superato questa prova, da cui lo stesso Hiro-kun non si era ancora completamente ripreso, aveva sostenuto un colloquio con l’Hokage. Ma nei suoi occhi non c’era rancore od odio, solo tanta riconoscenza per averle donato una opportunità per vivere da Kunoichi e non da minore dei Fuyutsuki. - Forse hai semplicemente frainteso.. Yato-kun. L’Hokage non è conosciuto per le sue buone maniere e preferisce mettere alla prova i propri Ninja con metodi drastici e poco consoni. Io stessa ho dovuto affrontare la paura del dubbio, il terrore della morte, per ritrovare dentro di me la forza, la Volontà del Fuoco che mi ha spinta a diventare la Kunoichi che sono oggi. - Indubbiamente aveva frainteso i metodi poco ortodossi del Colosso di Konoha. - Quel giorno Raizen-sama ha visto le tue debolezze ed a modo suo ha cercato di fartele superare. Desiderava una prova della tua fedeltà, anche quando ti ha accusato di aver ucciso quegli uomini. Se della cenere si posa su la Foglia di un grande albero questo non significa che quel grigiore permanga su di essa. Basta una sferzata di vento per mostrare i suoi colori vivaci. Voleva darti una scossa per capire se poteva realmente fidarti di te! - E ciò spiegava il rapporto compromesso tra l’Hokage e il Senju fin dall’insediamento. O almeno queste erano le sue opinioni, in base alle parole di Yato-kun.
    Sulla questione della Mela Marcia la Kunoichi preferì non entrare nel merito. Anche perché riteneva che il suo compito e quello che l’Hokage aveva assegnato a tutti i suoi consiglieri era un altro. Sicuramente Raizen-sama avrebbe provveduto a risolvere la situazione ad Otafuku. Lo sguardo si soffermò serio sul Senju non appena si rivolse direttamente a lei. Rivelò il suo obbiettivi senza esitare, ribadendo la sua volontà di diventare sempre più forte per il proprio Clan ed il Villaggio. - I tuoi ideali sono sicuramente nobili ed accettabili quanto quelli di qualsiasi altro Shinobi del Villaggio. Tutti noi combattiamo per un motivo ed è giusto che li custodiamo in un angolo del nostro cuore, anche quando le nostre mani si macchiano del sangue dei nostri nemici. Ma ricordati Yato-kun.. il Villaggio significa spirito di sacrificio, determinazione e risolutezza.. ma anche collaborazione ed armonia. La Forza da sola non basta, abbiamo bisogno degli altri per alimentare la Volontà del Fuoco che è dentro di noi! - Perché era certa che oltre quegli occhi carichi di odio c’era ancora lo spirito che univa tutti gli abitanti della Nazione del Fuoco. Era così giovane, eppure i suoi occhi così seri e risoluti. - Agli albori di Konohagakure no Sato il tuo Clan si è unito con quello Uchiha per gettare le basi per il Villaggio. Poi successivamente si sono uniti altri Clan legati non dall’Odio che continuo a scorgere nei tuoi occhi, o dalla solitudine che inevitabilmente ti corroderà. Ma dall’unione, dalla lealtà e dall’armonia! - Occhi cristallini che si specchiarono in quelli Oceano del Senju non appena si avvicinò maggiormente per confessarle sibilline parole. - Lentamente il Veleno tenderà a diffondersi. Ed i tuoi tentativi di limitarlo solo a Raizen-sama saranno inutili… si estenderà su tutto ciò che ti circonda. Un Veleno non può essere contenuto. Una volta entrato nell’organismo lo corrode dall’interno, lentamente. - Per il Senju parlare di Veleni con un’Avvelenatrice del Villaggio della Foglia era come addentrarsi in una selva oscura che non si conosceva. Ma aveva fatto un paragone piuttosto calzante. - Hai bisogno di un antidoto. E non ce l’hai! - Continuò con serietà, senza alzare troppo la voce. Era diventato un confronto privato tra loro due. - Trova il tuo antidoto prima che sia troppo tardi. Altrimenti sarà costretta a somministrartelo personalmente. - Un sussurro, una minaccia, una promessa.
    Intanto Raizen-sama volle cedere la parola alla Giuria per esprimere un giudizio definitivo sul comportamento del Senju. Oggettivamente aveva trovato il gesto della Kunoichi, che aveva attentato alla vita dell’Hokage, abbastanza grave per la sicurezza e l’incolumità del Colosso. Ma non voleva sottovalutate quello sguardo risoluto e denso d’odio. Yako-kun, così giovane e malleabile, poteva commettere altrettante “sciocchezze” in futuro. Ma gli riservava sicuramente il beneficio del dubbio. Quando fu il suo turno si chiarì la voce prima di rivolgersi direttamente ai presenti. - Sicuramente è innegabile che il tentato attacco della donna che abbiamo visto in video è apparentemente più grave dell’insolenza e dell’impulsività di un ragazzino. Yato-kun non ha fatto nulla per danneggiare la pace a Konohagakure no Sato o ledere l’incolumità dell’Hokage. Quindi secondo il mio giudizio non è condannabile o biasimabile di nulla. - Puntò stavolta lo sguardo sul Senju per essere sicura di avere la sua attenzione. - Spesso peccare con il pensiero è anche più grave di farlo con le azioni. Le parole feriscono ancora più delle percosse. E ciò che mi ha colpita di Yato Senju, tralasciando la missione ed i suoi nobili o fraintendibili intenti, è stato il suo sguardo. Non ha minimamente battuto ciglio quando da buona cittadina del Paese del Fuoco ho pronunciato ideali che dovrebbero essere insiti nel suo animo, e che sicuramente il Clan, di cui professa e dimostra grande affetto e rispetto, gli ha sicuramente trasmesso. - Alza le spalle prima di sospirare. - Il Seme dell’Odio genera foglie malate, che dovrebbero essere estirpate alla radice. - Era così drastica? Ma come membro della Radice lo avrebbe tenuto d’occhio in ogni caso. - Sono certa che Yato-kun farà la scelta giusta quando si ritroverà di fronte al bene per Konohagakure no Sato ed al proprio Odio. Ma per l’insolenza e la profonda mancanza di rispetto che ha dimostrato per il proprio Hokage non può non essere punito. - Concluse con un sorriso.


     
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  10. Sasori Uchiha
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    Parola alla corte




    Ascoltò ogni singola parola del ragazzo per argomentare le sue azioni. Rimase ad ascoltarlo con aria passiva, senza cambiare espressione. Aveva preso la faccenda con un certo interesse. In fondo un pretesto per tornare ad Otafuku, lo stava cercando da tempo. Questo poteva essere un buon motivo per tornare lì dove tutto era iniziato. Valutò attentamente, quanto il ragazzo stava dicendo, poi alla prima occasione, intervenne:


    Bello investigare, eh ? Ma se ti catturano e sei da solo, nessuno verrà a cercarti e tanto meno i rapitori chiederanno un riscatto. Prenderanno le informazioni necessarie, poi ti faranno a pezzi senza che nessuno sappia nulla. Ma cosa vi hanno insegnato durante l'Accademia ? Ai miei tempi si insegnava a non morire o per lo meno a tentare di sopravvivere tutti insieme, nel nome della volontà del fuoco. Gli "eroi" sono destinati a fare una brutta fine. Spero non sarà mai il tuo caso, perchè mi stai simpatico e sinceramente mi seccherebbe andare a cercare qualcuno che in qualche maniera se l'è cercata. Capisci che intendo ? Niente di personale ovviamente, prendilo come consiglio.



    Poi continuò ad ascoltare le sue motivazioni per avercela con l'Hokage. Ma era chiaro che erano delle motivazioni tutte personali e legate a quello che aveva vissuto durante il suo inizio di carriera da shinobi. Ascoltava svogliatamente tutto quel discorso che almeno per Sasori erano futili e di certo non davano di fatto alcuna spiegazione degna di nota, al perchè ce l'avesse tanto con l'Hokage. Ascoltò anche il discorso spassionato della Fuyutsuki.


    Che strazio,spero non sia solo per questo che odia l'Hokage

    Non vorrei ripetermi oltre, quindi sono d'accordo con quanto detto per il momento dalla ragazza.



    Non gli andava di ribadire la sua posizione rispetto alla legittimità dell'elezione dell'attuale Hokage. Aveva fatto quello che doveva fare, riportare ordine in una regione, dove la mancanza di una autorità si era fatta sentire. Dopo di che, tornò a parlare della questione che a lui interessava maggiormente, in fondo era solo un ragazzo che era frustrato all'idea di essere stato punzecchiato un po' dall'Hokage, ma a fin di bene, almeno secondo Sasori. Ascoltando tutto il racconto c'era qualcosa che a lui non tornava,almeno sul piano logico. Quindi invece di fare una ramanzina, fece una sola domanda.


    Ho solo una domanda che vorrei farti. Sei libero di rispondere come meglio credi. Perchè non ti ha fatto fuori durante l'interrogatorio con la guardia? In fondo saresti stato l'unico a sapere informazioni che potevano mettere a repentaglio la loro attività. Eri un bersaglio facile. C'è dell'altro oppure stai nascondendo qualcosa o qualcuno ?



    Fece una pausa, per riprendere fiato, poi guardando il ragazzo con sguardo tagliente, disse:


    A che gioco stai giocando ?



    Non ammetteva questo genere di comportamento. Era importante che all'interno del villaggio, gli shinobi si supportino a vicenda, scambino informazioni, per il bene comune. Yato diceva di volere il bene del villaggio, ma da come faceva rapporto non sembrava volesse rivelare completamente le carte in tavola.
     
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  11. Asgharel
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    Problemi di Comando

    ~Giudizio~





    L'Hokage non sembrò degnare di una risposta i pensieri dell'Uchiha, anche se questi aveva posto delle domande ben dirette e che non avevano una natura di tipo retorico, ma si aspettavano di fatto delle risposte, risposte che Raizen sembrò voler omettere, o almeno in quel momento.
    Di contro invece Yato sembrò voler rispondere ai quesiti, spiattellando molto brevemente quello che di fatto era il suo “giustificato motivo” di odio o quantomeno l'origine da cui tutto era partito ed in effetti non poteva dare completamente torto al ragazzo. C'era un limite a quello che l'Hokage poteva fare pubblicamente ed Atasuke aveva oramai perso il conto delle volte in cui lui o Shizuka lo avevano già redarguito in merito, evidentemente senza grossi successi.
    Tuttavia, in tutta quella serie di rivelazioni, Atasuke tacque su entrambi i fronti, evitando di dire qualsivoglia cosa e tenendo per se i propri pensieri, ascoltando poi le parole di Ayuuki, seguite a ruota da quelle di Sasori. Sospirò quando anche il suo compagno di clan ebbe finito la sua breve esposizione e le sue domande, prendendo quindi la parola. «Yato Senju. Un nome importante di una famiglia decisamente importante e famosa di Konoha» iniziò, appoggiandosi allo schienale della sedia ed intrecciando le mani dinnanzi a se, poggiando comodamente i gomiti sui braccioli. «Tuttavia il clan senju era rinomato e famoso per aver posto per primo la parola fine alle guerre tra il vostro ed il nostro clan. L'odio rammentavo essere una prerogativa, o meglio, una maledizione di noi Uchiha, non vostra. Non del clan che controlla il legno e con esso controlla se stesso cercando la perfezione e creando. I senju sono famosi come costruttori o come creatori, non come distruttori. La distruzione, sfortunatamente è legata alla storia degli Uchiha, cosa che sperabilmente sta cambiando, ma vedo che di contro i nostri storici rivali stanno acquisendo i pessimi tratti del nostro clan» Un giro di parole che sembrava non portare a nulla, ma che in realtà racchiudeva una chiara visione d'insieme ed una piccola lezione di storia che poteva tornare sempre utile.
    «Ma tornando alla questione principale...» Riprese, riportando il discorso sul piano da cui era partito. «Concordo con Ayuuki. L'odio è un veleno e va estirpato prima che ti corroda. Certo, subito sembra dare molto potere e può essere una “valida spinta” a migliorarsi costantemente, tuttavia, alla fine porta a pagare un prezzo, un prezzo troppo alto. Ti porterebbe a fare degli errori, errori di cui forse ti pentiresti in seguito, ma per farla semplice, ti trasformerebbe in un uomo identico all'uomo che tanto stai disprezzando» La frecciata era voluta per colpire entrambi, da un lato l'Hokage, che evidentemente ancora non aveva imparato a comportarsi come di doveva, dall'altra al Senju, sottolineando la stupidità delle proprie azioni e della via che sembrava percorrere. «Senza offesa Hokage-sama, ma tra i mille appunti che vi ho fatto sembra che in questo caso i vostri modi, decisamente odiosi ed inadeguati alla carica che ora ricoprite, siano andati ben oltre il punto e questa stessa situazione sembra dare nuovamente ragione alle mie parole» Non aggiunse altro, evitando di ripetersi inutilmente e limitandosi a fissare per qualche istante il colosso, ben sapendo che egli avrebbe ben compreso che cosa intendesse o a che cosa si riferisse con quelle parole. In fondo non aveva intenzione di alimentare l'odio del Senju o men che meno i suoi ideali rivoluzionari, quindi evitò di dare ulteriormente ragione al ragazzo.
    «Ma se non erro non siamo qui a sottolineare il lungo percorso dell'Hokage nell'adattarsi all'attuale ruolo dimenticando le vecchie abitudini, bensì siam qui per Yato, dunque ora mi concentrerò sulla tua “storiella” dato che mi risulta difficile definirlo un vero e proprio rapporto per gli stessi motivi esposti da Sasori. Comprendo e concordo sul fatto che un volto poco noto possa muoversi più tranquillamente senza dare nell'occhio. Ma trovo tuttavia strano, se non suicida, ritornare in quel luogo. Ora conoscono la tua faccia e il fatto che ti abbiano lasciato vivere certamente nasconde qualcosa» °Ad esempio una trappola° Evitò di rendere pubblica quella sua parte di pensiero, cercando di fare in modo che se davvero vi era una qualche trappola, chi doveva tendere l'agguato non sospettasse di essere già stato scoperto. «Senza contare che raramente le guardie dei covi sanno realmente cosa accade ad Otafuku, proprio per evitare che in caso di cattura possano spifferare qualcosa, dato che solitamente sono i primi ad essere assaliti e catturati. Inoltre continua a rimanere sospetto il fatto che pur avendo avuto accesso a degli archivi criminali di quelle dimensioni il primo obbiettivo non sia stato venire immediatamente da me al gate o dall'Hokage a consegnare la posizione del luogo per preparare rapidamente una squadra per mettere al sicuro la zona e procedere con le indagini. Si trattasse di un'informazione datata anche solo a ieri, ormai probabilmente l'organizzazione o le organizzazioni ad esso connesso avranno fatto sparire tutte le prove. E nonostante ciò la tua preoccupazione principale rimane l'Inadeguatezza del Kage.» Lo sguardo si fece affilato. Il ragazzo aveva fatto degli errori e questi sembravano concatenarsi l'un l'altro ed Atasuke li avrebbe messi tutti alla luce per smontare i suoi modi, per dargli una guida che evidentemente non aveva avuto. «Ma lascia che ti racconti come è andata l'elezione dell'attuale Hokage. Come ben saprai, prima di lui c'era o quantomeno doveva esserci Shika Nara. Sai quanto è stato presente? Io l'ho visto una sola volta, in missione, e la sua squadra era stata catturata quando noi invece abbiamo portato a termine l'obbiettivo, seppure non in maniera eccelsa. E sai come è stato eletto? Lo hanno scelto i precedenti amministratori del villaggio, non il popolo. Amministratori che mi risulta siano tutti scomparsi oramai da tempo, non molto più tardi dello stesso Nara.» Il tono era serio. Evitò inutili dettagli, storici, andando direttamente al punto. «Da sempre i Kage vengono eletti tra i ninja del villaggio. Da sempre l'elezione è decisa dal precedente Kage o dal consiglio degli amministratori. In questo specifico caso, non essendoci un organo adatto l'elezione è stata richiesta ed avvallata direttamente dal Daimyo del paese del fuoco. La più alta carica a cui potevamo rivolgerci, dunque non vi è nemmeno da discutere sulla validità della sua elezione. Certo Raizen forse non è l'Hokage che Konoha merita. Ma al momento di certo è l'Hokage di cui abbiamo bisogno» Concluse quel punto con un minimo di retorica, evitando di dipanarsi in inutili, oltre che poco sentite, parole di complimenti o melliflui esposti atti a dipingere una facciata tanto bella quanto falsa sul ruolo di Raizen e dei suoi modi.
    A differenza di Ayuuki, Atasuke, seppure gentile, non era solito lasciarsi andare ai complimenti sfrenati o almeno non quando questi non erano meritati. Ma soprattutto, per quanto diplomatico potesse essere, non era nella sua natura esporsi inutilmente difendendo l'indifendibile o cercando di dare motivi seri e raziocinio a comportamenti dalla dubbia natura. Per quanto motivato o giustificato, Raizen non era più un cane randagio e doveva sottostare alle dure leggi della politica e dell'opinione pubblica ed Atasuke non lo avrebbe protetto con parole evanescenti e vuote lodi.
    «Tirando quindi le somme, per quanto innegabile possa essere il tuo diritto ad odiare Raizen, mi pare chiaro che il tuo addestramento non sia completo, sotto ogni punto di vista. Non posso giudicare quanto giusto o meno possa essere il tuo risentimento e non è nemmeno un mio compito, ma devi ammettere che il tuoi modi sono stati inappropriati al pari dei suoi. Dunque in merito a tutta questa questione, ritengo che tu abbia bisogno di essere seguito, addestrato e corretto, ma attenzione:» Si fermò per mettere maggiormente in evidenza l'importanza di quella precisazione. «Beninteso che non parlo di rieducazione o di importi un pensiero non tuo, ma si tratta di educarti a stare al mondo ed evitare di farti palesemente condurre dalle te emozioni, come hai appena dimostrato di fare. Sia qui come in missione non puoi permetterti certi colpi di testa. Inoltre, sembra che tu debba nuovamente imparare le basi per definire le priorità in una missione, senza contare il rispetto delle gerarchie. Perché esistono dei limiti, per te come per l'Hokage. Egli ha il vizio di oltrepassare il punto, ma ultimamente sembra che stia imparando poco alla volta a rimanere nel limite dell'accettabile. Tu però allo stesso modo, per quanto possa avere diritto di odiare chi ti pare, hai dei limiti che non puoi superare, pena l'insubordinazione o peggio. E non vorrei ritrovarmi con un Asmodai anche all'interno di Konoha. Ne basta già uno a creare problemi a Kiri.»
    Molti forse non avrebbero colto quella specifica frecciata, ma Atasuke ben sapeva che quel nome era conosciuto dall'Hokage ed era ad egli che la frecciata era diretta, specificando chiaramente il suo diretto pensiero senza perdersi in troppi giri di parole. Certo la situazione era differente, o almeno in quel momento, eppure la stessa stupida follia sembrava animare entrambi gli animi del Senju e dell'Akuma o quantomeno c'era qualcosa che sembrava accomunarli nel modus operandi.



     
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    II - Parola alla Difesa



    Youkai roteò gli occhi al cielo, chiedendosi come avesse fatto a non intuire ciò che per lui era ovvio:

    Uuuh, per non farti fare una figuraccia davanti a tutti nel caso fossero stati d’accordo con il mio pensiero, e non meno importante per non tradire la fiducia di Yato. Non era ovvio? Siamo più o meno amici, se c’è una persona tra queste del quale lui possa fidarsi sono io. E devo dimostrarglielo in qualche modo.

    Toccò poi beccarsi una sgridata, alla quale ribattè ugualmente stizzito:

    Era il mio giorno libero! E ci hai chiamati perché un tizio ti ha guardato storto!! Non importa, non importa. Regole tue.

    Portò le mani avanti, mettendosi poi rigido sull’attenti per qualche secondo, giusto per farlo contento. Purtroppo, con quella camicia completamente aperta sulla schiena non rendeva bene l’idea di un militare così come se lo aspettava il Kage.
    Ascoltò il discorso ragionandoci su. Che motivo ha un genin di odiare uno come lui?

    ...Beh, parecchi motivi. La vera domanda è perché andare a sputarglieli in faccia. Che sia vero o meno, ci rimetterebbe e basta.

    Accumulò tutte le informazioni possibili, cercando di sfuttarle per risvegliare dei ricordi sopiti, ma senza fortuna. Per quello probabilmente sarebbe servito un approccio più pratico. In compenso venne preso alla sprovvista quando lui gli ordinò la missione, lasciando l’albino a bocca aperta.

    Ma… Io non intendevo… Oh, dannazione.

    Borbottò solamente al sentire l’ultima affermazione.

    EY! Ho già ricominciato a fare missioni!! E per la cronaca, quell’arpia di una Fuuyutsuki non mi lascia un attimo di respiro!

    Ma il clone se n’era già andato. L’albino sospirò, riunendosi al resto dei compagni, appena in tempo per sentire la storia del primo incontro tra Yato e l’Hokage. Avrebbe sicuramente sfruttato quella storia per approfondire la loro amicizia e magari estrapolare qualche informazione. Le interrogazioni non erano il suo forte, anche se doveva ancora riscoprire le sue abilità, sentiva che i duelli mentali non facevano per lui.
    Tutti dissero qualcosa, chi più chi meno esauriente, ma Yato si sarebbe ritrovato addosso un oceano di parole, e non una di queste che andasse a suo favore. E Youkai, che ben aveva conosciuto la solitudine durante quei lunghissimi mesi rinchiuso nell’ospedale di Konoha, doveva fare qualcosa per midostrargli che stava dalla sua parte. Difenderlo, almeno un minimo.

    ...Tocca a me? E-ehm. Si schiarì la voce: Beh, non posso che trovarmi d’accordo con tutti loro. Ma capisco le tue motivazioni. Insomma, Raizen...Sama. Non è stato carino da parte sua bullizzare un genin in quella maniera. Ma, allo stesso tempo, il tuo odio è un tantinello sopra le righe. Insomma, occhei, non ti starà simpatico, ma odiarlo così tanto, pur dicendo che seguirai i suoi comandi. Allora non lo odi, ti sta solo un po’ antipatico. Dosa le tue parole. Si avvicinò a lui, confessandogli sottovoce: Pensa, io gli ho mostrato il dito medio e lui me l’ha quasi rotto perché si era offeso. Non è decisamente il tipo con cui litigare.

    Fece spallucce, come rassegnato, parlando solamente con Yato seppur udito da tutti:

    Siamo pur sempre soldati al suo comando. Il peggior dispetto che possiamo fargli è dimostrargli di essere migliori di ciò che crede, costringendolo a mordersi la lingua. Che dici, ce la prendiamo questa rivincita?

    Terminò lì il suo discorso. La sua missione era già iniziata, farsi amico Yato e guadagnarsi la sua fiducia, per scoprire se stava effettivamente nascondendo qualcosa, o se tutta quella riunione era davvero data da un delirio di un Kage troppo diffidente.
     
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    Ascoltò il parere di tutti, annuendo di tanto in tanto e sospirando quando si rendeva conto che il povero Yato aveva valutato fin troppo semplicemente il suo lavoro di Hokage, ma tant’era: aveva opposizioni da qualsiasi angolo del mondo ninja osservasse, uno in più non gli avrebbe cambiato la vita.
    Aveva dalla sua più di una conclusione a cui far capo.
    La Fuiutsuki pareva essere dalla sua parte come anche Sasori e Youkai, seppur quest’ultimo aveva qualche riserva appianata dal loro corto dialogo, tutto chiaro fino a quando Atasuke dovette esporre il suo punto di vista, con tante parole.

    Oddio ora non la smette più, ha iniziato con la storia.

    Tante parole.

    Porca miseria parla solo quando non serve.

    Troppe parole.

    Ma chi diavolo se ne frega ora degli uchiha!

    Decisamente troppe, così tante da confonderlo e portarlo a colpirsi da solo nei genitali mentre urlava per coprire la voce saccente del guardiano.
    O almeno così avrebbe voluto fare per evitarsi quella dose di chiacchiere infinita.

    Orbene, direi che abbiamo il parere di tutti.
    E beh…


    Sorrise.
    Contro qualsiasi aspettativa o previsione stava sorridendo.

    Hai passato la prova.

    Battè le mani qualche volta.

    Perdonami Yato, ma non potevo metterti al corrente di questa prova, sarebbe stato decisamente inutile passarla senza stress, avrebbe quindi perso di significato.

    Guardò Ayuuki, con un piccolo sguardo d’intesa, lei dopotutto già c’era passata.

    Il motivo?
    Avevo notato la tua scarsa attitudine a tenere a bada la tensione durante il nostro primo incontro e diciamo che volevo fare qualcosa in tal senso alla prima possibilità, capirai che ero abbastanza impegnato durante il nostro primo incontro per poter fare qualcosa in proposito.
    Ma direi che ora, tranne qualche incertezza te la sei cavata bene.
    Ma mi sembri abbastanza attento da comprendere dove hai errato.


    Una scusa abbastanza credibile, soprattutto se Yato era convinto dell’anormalità della paranoia dell’Hokage, ancor più credibile se si teneva in conto del fatto che aveva liquidato Kyomi senza problemi e l’abilità recitativa [recitazione] di certo aggiungeva una buona dose di credibilità.

    Direi che potete andare ora, ci risentiremo per le altre questioni che mi avete posto, ora intendo sistemare la missione di Yato, se vorrò coinvolgere qualcuno di voi vi contatterò privatamente.

    All’uscita della stanza in realtà l’intera “giuria” sarebbe stata accolta da Hitomi e accompagnata in una stanza secondaria, ma solo dopo aver chiuso la porta dell’ufficio in cui stavano Raizen e Yato.

    Puoi prenderti il resto della giornata a chiederti quanto mi odi e quanti altri shinobi mi odino quanto te, ti farò sapere riguardo la missione, ti affiancherò uno shinobi più esperto vista la potenza di Mela Marcia.
    Eventualmente nell’eventuale team potrai prenderti qualche libertà organizzativa visto che hai scoperto tu il caso e ne sei il più esperto.
    Fino a che non ti verrà assegnata ufficialmente la missione non indagare oltre, tieniti lontano dall’ambiente di modo che non ti vedano spesso, meno sanno di te e della tua faccia più sarai libero di muoverti.
    Scusami ancora per i modi, ma purtroppo resto fermamente convinto del fatto che il bastone faccia apprendere ben più cose della carota.


    Aspettò i saluti di circostanza prima di far uscire Yato dalla stanza e recarsi dagli altri quattro.

    Sparavo cazzate.
    Tenetelo d’occhio, seduta tolta, grazie del vostro tempo.
    In questi giorni vi riconvocherò per parlare di quelle cose, ora ho bisogno di farmi passare un po’ di rabbia che non vorrei scaricare addosso a qualche innocente.


    Poche parole, concise e conclusive, prima di uscire e piantarli sbattendosi la porta alle spalle.
     
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    Amministrazione di Konoha
    VI
    ::.
    Fine dell'Interrogatorio.::


    Quella Ayuuki sembrava aver deciso di difendere l'Hokage per partito preso e questo non mi rese certo più gentile o disponibile nei suoi confronti, tanto che continuai a guardarla torvo mentre parlava di "fraintendimenti" e "mettere alla prova", ma io sapevo benissimo ciò che avevo visto e vissuto: non c'era stata alcuna prova o tentativo di insegnamento, ma un puro e semplice atto di crudeltà mossa dalla ricerca del divertimento. Un'azione meschina, e a ripensarci non poi così grossa, ma che aveva messo definitivamente il Kage in una cattiva luce ai miei occhi, e questo ovviamente non aveva niente a che vedere col fatto che dovevo ucciderlo. Anche il Kage più buono del mondo, persino fosse stato mio padre, una volta Kage sarebbe diventato il Bersaglio. Se quello attuale era una carogna, poi, la Missione sarebbe stata ancor più soddisfacente, ma nulla di più. Vedo che ti piace parlare per metafore, Ayuuki. Se lei mi dava del tu non avevo motivo di non fare altrettanto. Ma la vita di un ninja non è fatta di metafore. E ho visto più che abbastanza cenere nella mia missione per la promozione da volerla evitare in futuro. Anche se c'era qualcosa, in ciò che aveva detto poco prima, che in qualche modo restò a ronzarmi nella testa: l'odio è un veleno. Avevo detto di saperlo, ma lo sapevo davvero?

    Atasuke parlò di Senju e Uchiha, facendomi inarcare un sopracciglio. Una Genin parla di metafore e un Jonin parla di stereotipi? Il fatto che io detesti l'Hokage non ha nulla a che vedere con il mio Clan. Vero, quell'aspetto era una faccenda puramente personale. E se tutti i Senju e gli Uchiha fossero uguali, dovremmo forse aspettarci un tradimento da voi, Atasuke-san? Ormai ero lanciato e non tenni a freno la lingua, mentre Youkai si avvicinò, sotto una nuova luce ai miei occhi dopo l'essersi appartato con un clone del Kage. Quella del compagnone un po' tonto era sicuramente una qualche forma di maschera, non poteva essere altrimenti. Non sempre le parole possono trasmettere correttamente quello che si prova. Ma anche se apparentemente in contraddizione, io non ho alcun dubbio: servirò Konoha e l'Hokage al meglio delle mie forze. Il fatto che sia una persona sgradevole è solo un fastidio lungo la strada. E ovviamente l'assassinio sarebbe stato, proprio come mi avevano insegnato, l'apice della mia fedeltà al Villaggio.

    L'altro Uchiha invece sembrava particolarmente concentrato sulla faccenda della Mela Marcia (e grazie al cielo, aggiungerei), solo che non avevo risposte per lui. Alle sue domande non potei che chiudere gli occhi e fare un profondo respiro prima di replicare: Come ho detto, non ne ho idea. Non c'è alcun gioco dietro né scherzerei mai su una minaccia del genere. Non so perché la guardia sapesse tanto né per quale motivo mi abbiano lasciato vivere. Il Guardiano in realtà qualche idea al riguardo la aveva, e questo mi fece riflettere. Una...trappola? Possibile... Ammisi, improvvisamente turbato dalle possibili implicazioni di quel punto di vista, che tuttavia stonava con il resto. Ma perché elaborare una trappola del genere coinvolgendo due ninja di basso rango capitati là per caso? Mi sembra fin troppo complesso... Con le informazioni che avevamo in mano non potevamo che cedere alle supposizioni, ed era questo il motivo per cui io, spendibile, chiedevo di poter investigare! Ho presentato rapporto appena tornato a Konoha. Aggiunsi poi, arrossendo appena per l'imbarazzo mentre realizzavo che la mia inesperienza aveva forse pregiudicato le indagini future. Non...non pensavo che si dovesse far rapporto anche al Guardiano per mandare una squadra...non c'era più niente là e io...ecco...

    Pensavo di averlo scacciato, ma quel mostro chiamato inadeguatezza era ancora in agguato con i suoi artigli pallidi e glaciali che mi serravano i visceri e cercavano di trascinarmi nella fossa della disperazione. Non avevo chiamato subito ninja più esperti perché volevo fare rapporto direttamente al Kage, e poi la questione mi era sfuggita di mano. Ma se fossi stato davvero un ninja preparato avrei seguito una via completamente diversa...e questo significava che non ero pronto. Abbassai lo sguardo, sopraffatto dall'improvviso impatto con la realtà. Mi...dispiace. Non si ripeterà... Parole che pesavano come macigni avvelenati che ero stato costretto ad ingoiare. Quante volte ancora avrei dovuto ripeterle? Quante cose ancora avevo da imparare? Il Sensei mi avrebbe dato una mano, ma dovevo cercare insegnamenti in ogni cosa. A stento cercai di mettere da parte il desiderio di seppellirmi, mentre mi imponevo di prendere quell'evento come un modo per crescere ed apprendere. Apprendere da chiunque e in qualunque modo

    Apprendere da Ayuuki che mi spiegava come l'Odio sarebbe potuto diventare un ostacolo.
    Dovevo cercare di controllarlo o tenerlo a bada, e non solo con le parole come le avevo risposto, ma dovevo studiarlo e demolirlo: la Missione non aveva bisogno di emozioni.
    Apprendere da Youkai, che nascondeva chissà quale segreto dietro quella faccia da tonto.
    Dovevo cercare, come lui, di creare maschere perfette con cui celare le mie reali intenzioni.
    Apprendere da Sasori, che era rimasto focalizzato su ciò che riteneva importante nonostante le esortazioni dell'Hokage.
    Dovevo cercare di rafforzare la mia determinazione per evitare di essere sviato dalla Missione.
    Apprendere da Atasuke, che era il più esperto tra tutti i presenti e sapeva come misurare le parole e le azioni.
    Dovevo cercare di crescere come ninja e arrivare almeno al suo livello, solo così sarei stato a un passo dal Bersaglio.

    Le sue parole sull'elezione del Kage si mescolarono a quelle di Ayuuki sull'odio, mentre il mio sguardo si sollevava verso Raizen ed i pugni si stringevano. Lo detestavo per ogni sua azione nei miei confronti, per ogni parola che mi aveva rivolto, e per la sua elezione irregolare. Avrei voluto rispondere che anche a fronte delle sue belle parole su ciò che serviva a Konoha (per inciso, a Konoha serviva solo un ricambio rapido e possibilmente violento del leader, o almeno così mi avevano insegnato), questo Hokage restava per me un abusivo...ma non lo feci. Dovevo controllare l'odio prima che fosse tardi, come aveva detto la ragazza, e quantomeno provai a farlo rinunciando a parlare e sostenere a oltranza il mio punto. Dovevo fare come Youkai, e mettere via tutto. Mi limitai a sospirare e fare un cenno del capo. Avrebbero compreso che restavo sulle mie posizioni, ma che se non altro non ero più disposto a difendere con calore. Cercherò di controllarmi, Atasuke-san. Grazie per questa importante lezione. Dissi con un inchino, che rivolsi anche a Sasori, Youkai e Ayuuki. Il mio viso era tornato serio e impassibile.

    Mi stavo giusto chiedendo chi diavolo fosse Asmodai quando l'Hokage partì in quarta con una sorta di voltafaccia improponibile. Eh? Quello sorrideva, e cominciò, come aveva detto Ayuuki, a parlare di prove, insegnamenti e quant'altro. La mia espressione si fece via via più confusa man mano che parlava, come se non potessi credere alle mie orecchie. Stress? Quello ancora parlava. Giornata libera? E poi ancora sembrava diventato la più affabile delle creature, tanto da lasciarmi praticamente di sale davanti a tutti. In una manciata di secondi aveva spazzato completamente via l'atmosfera pesante che si era venuta a creare.

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    Finii per congedarmi, praticamente buttato fuori come se l'Hokage fosse un rivenditore di carri usati e io il primo allocco di passaggio, completamente disorientato e palesemente spiazzato dal repentino cambiamento nell'atteggiamento del Bersaglio. Stavo quasi barcollando mentre scendevo le scale, dopo aver salutato con un nuovo inchino confuso i presenti. Probabilmente mi avrebbero giudicato un ingrato megalomane se mi fossi lamentato di quel diverso trattamento, e certamente avrebbero potuto sorridere nel vedere come i fondamenti del mio odio venivano dissolti forzatamente da chi li aveva impiantati, lasciandomi privo di certezze. Ma in realtà una certezza la avevo, ed era solidissima (oltre alla Missione, beninteso)

    Non mi ero bevuto una singola parola della sua storiella. Non dopo quello che mi aveva fatto passare. Non dopo le parole passate in mezzo segreto a Youkai.

    Ma avrei giocato al suo gioco, facendo l'idiota se necessario.

    Dopotutto dovevo imparare anche da lui, se un giorno volevo ucciderlo.
     
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  15. **Kat**
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    III ~ Metafore e Bugie: Riunione conclusa!


    U

    no ad uno tutti i Ninja convocati dall’Hokage esponevano il loro parere, ognuno con il proprio modo di fare e la propria dialettica. C’era chi andava dritto al punto ed invece chi si perdeva in fiumi e fiumi di parole. La Fuyutsuki aveva semplicemente lasciato parlare il suo Nindo e la volontà del Fuoco che ardeva in lei. Quella riunione indetta da Raizen-sama le sembrava più un modo per valutare gli ideali e la fedeltà del Senju che parlare della Mela Marcia o della missione segnalata dal dispotico Genin.
    Sicuramente l’atteggiamento assunto da Yato-kun non aiutava a fidarsi di lui, visto che chi celava entro di sé un così profondo rancore non poteva realmente nutrire sentimenti altrettanto positivi e patriottici per Konohagakure no Sato. L’odio corrompeva ogni cosa e temeva che l’animo del ragazzo prima o poi si abbandonasse a quel sentimento così forte, tangibile e negativo. Era un rischio, che a quanto pare tutti dovevano correre, visto che accusarlo di tradimento per semplici “sospetti” non era adeguato alla situazione.
    Dopo il tradimento della Sorella maggiore, la Fuyutsuki avrebbe potuto cedere alla via della perdizione ed abbracciare il ramo “marcio” dell’Odio contro la propria consanguinea. Eppure non lo aveva fatto, anzi aveva custodito dentro di sé un angolo del suo animo solo i migliori ricordi e momenti passati con la sua oneesan. Li custodiva gelosamente in un muto dolore, tenendo viva la sua immagine, tenendola viva dentro di sé.
    Non capiva lo spropositato astio che Yato-kun nutriva per il suo Hokage, l’uomo che nel bene e nel male incarnava tutti gli ideali del Paese del Fuoco. Forse non era stato scelto dai suoi cittadini, o forse non possedeva modi affabili o garbati con il prossimo, ma restava l’Hokage, il suo Hokage. Sentiva su sé ancora una volta quello sguardo duro e torvo. - Forse hai ragione, Yato-kun. Le metafore non sono affini alla vita Ninja, così reale e crudele in molti casi. Ma forse potrebbe rendere “accettabile” una parte di essa o valorizzare i compiti che siamo chiamati ad adempire. Altrimenti cosa ci differenzierebbe da semplici mercenari o manovali stipendiati? - Inarcò un sopracciglio. Ma forse questa non era la sede più adeguata per discutere della sua visione della realtà. - Attento a non perderti nella durezza e negli inevitabili sacrifici che la carriera da Ninja comporta. -Un piccolo suggerimento.
    Abbozzò un sorriso non appena il Colosso confessò che il Senju aveva appena superato la prova. La Kunoichi della Foglia alzò le spalle e lanciò un’occhiata al ragazzo. A quanto pare aveva ragione. Aveva affrontato dure prove per ottenere la piena fiducia dell’uomo dietro alla scrivania e non si era mai sottratta al proprio dovere anche nelle situazioni più difficili. Quindi tirò, ingenuamente, un sospiro di sollievo quando Raizen-sama confessò che tutta questa situazione era solo un modo per mettere alla prova la lealtà de Senju nei confronti della Foglia. - Sei stato molto convincente. - Proferì con un sorriso. - Una prova snervante. Tipico di Raizen! - Ovviamente omise ogni formalità, visto che il Colosso le aveva espressamente vietato di essere troppo formale. Preferiva l’informalità ed uno sguardo sincero, invece di tante ed inutili parole. A questo punto si distese sulla sedia, che fino ad ora le era sembrata bollente. Sicuramente emettere un verdetto che poteva condannare o assolvere un Ninja di Konoha era una grande responsabilità. Sperava di aver adempito al suo compito nel miglior modo possibile.
    Ascoltò con interesse le spiegazioni di Raizen-sama, che a quanto pare coincidevano con i suoi sospetti. Aveva fatto tutto ciò per poter valutare l’attitudine a sopportare situazioni di tensione psicologica del Senju. Sicuramente un valido motivo per mettere sotto torchio un Genin del Villaggio. Lei era stata avvelenata a tradimento, quindi Yato-kun poteva ritenersi davvero fortunato. Si avvicinò al ragazzo per donargli un colpetto sulla spalla in modo amichevole. - Visto? Devi essere davvero speciale agli occhi di Raizen se ha scomodato così tante persone per la tua prova. A presto.. Yato-kun! - Nonostante tutto l’animo gentile della Fuyutsuki non negò al Senju un caldo saluto. Anche se aveva il sospetto che quel seme dell’Odio prima o poi sarebbe germogliato. O il Veleno che circolava nel suo animo prima o poi sarebbe sfuggito al suo controllo. Una persona in più da tenere sott’occhio. - Andiamo. - Ovviamente non perse l’occasione per ricordare a Youkai-kun che avevano un allenamento da continuare, ma non appena uscirono nel corridoio del Palazzo Amministrativo, Hitomi-san avvertì tutti che l’intero consiglio doveva attendere in un’altra stanza. Sorpresa la Fuyutsuki seguì il gruppo, ed un po’ confusa attese il momento di essere richiamata dall’Hokage.
    Il silenzio che calò in quella stanza portò consiglio alla Kunoichi della Foglia. Probabilmente il discorsetto fatto dal Colosso di Konoha celava qualcosa dietro. Un Test anche per loro? Non era una sorpresa per lei, visto che ogni Capo-Villaggio doveva essere sicuro dei suoi Ninja. Quindi un pizzico di nervosismo si fece largo nel suo animo ed andando su e giù per la stanza riuscì a smorzare un po’ di tensione, senza avere il coraggio di rompere quel silenzio.
    Quando Yato-kun ritornò ai suoi doveri per il Villaggio, uscendo dal Palazzo Amministrativo, furono invitati a rientrare nell’Ufficio dell’Hokage, con un Raizen-sama non affatto tranquillo. Sguardo che incrociò quello dell’uomo. A quanto pare nemmeno lui era troppo convinto della “fedeltà” di Yato-kun. L’ombra del sospetto si era insinuata nell’animo del Colosso ed i suoi ordini furono impetuosi ed autoritari. Non ammetteva repliche. Probabilmente tutta questa situazione lo aveva messo in allerta. - Hai! - Annuì prima di essere congedata. L’umore dell’uomo non era dei migliori, quindi lo lasciò andare via con la porta che sbatté alle sue spalle. Essere Hokage non era semplice, richiedeva anche una buona dose di pazienza. Per ora era meglio per tutti lasciare Raizen-sama ai suoi pensieri. Forse avrebbe potuto preparargli una Tisana alle erbe per distendere i suoi nervi. Forse più tardi l’avrebbe fatta recapitare personalmente sulla sua scrivania, dopo aver concluso il suo allenamento con il Team 12. - Dove pensi di andare? - Fulminò il povero Youkai-kun. - Si ritorna nel Campo di Addestramento! - E non aveva nessuna voglia di essere contraddetta. In ogni caso con le buone o con le cattive avrebbe trascinato l’Albino al campo di Addestramento. Lo attendevano cento flessioni, cento piegamenti, duecento lanci con Shuriken, cinque chilometri di corsa intorno al Villaggio e un combattimento di Taijutsu con la sottoscritta. Tutto ripetuto per dieci volte.


     
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