Vecchio Palazzo dell'Amministrazione[Amministrativo]

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    Rapporti Inconlusi








    Il kiriano parve giungere al limite, cosa che fece sollevare gli occhi al cielo a Raizen, così quando questo fece per alzarsi, eseguì un unico sigillo, facendo comparire un clone al suo fianco, che posatagli la mano sulla spalla lo forzò a restare seduto.

    Sei sicuro, kiriano?
    Mi hai detto che hai informazioni riguardo un pericolo per Konoha, io posso anche lasciarti andare, ma se quel pericolo poi si concretizza non passerai belle giornate, lo sai vero?
    Li avrai a tutti gli effetti aiutati nascondendo le informazioni in tuo possesso.


    Messo al corrente Keiji del suo possibile errore il clone sarebbe scomparso, mentre Raizen apriva le mani verso di lui dandogli un chiaro lasciapasare accompagnato da un sorriso criptico, a labbra strette.
    Difficile dire a cosa pensasse, di certo non erano ottime notizie.
     
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    Missione Riuscita (?)
    Capitolo Unico



    Atto V
    Insopportabile congruenza †


    Ero davvero esterrefatto nel constatare che il Kage di Konoha fosse davvero recidivo in ogni suo comportamento. Dopo avergli fatto presente che stringere i pugni davanti al volto di una persona dopo avergli chiesto informazioni non è altro che minacciare, si contenne nell'atto pratico della questione ma rinnovò le sue argomentazione con una insopportabile congruenza. Infatti, quando provai ad alzarmi, un suo clone comparve alla mia destra, mettendomi una mano sulla spalla e forzandomi a sedere. Inutile dirvi che non avrei mai potuto equiparare quella forza in quel momento. Sei sicuro, kiriano? Mi hai detto che hai informazioni riguardo un pericolo per Konoha, io posso anche lasciarti andare, ma se quel pericolo poi si concretizza non passerai belle giornate, lo sai vero? Li avrai a tutti gli effetti aiutati nascondendo le informazioni in tuo possesso. Disse l'Hokage, senza mezzi termini. Non sapevo come comportarmi inizialmente ma la linea che avevo assunto di schermo totale nei suoi confronti non poteva essere subito, banalmente abbandonata. Mi pare che lei stia rinnovando le sue minacce, Signore. Questa volta, forse, si è spinto troppo in là. Non ha motivo di toccarmi, se non vuole che la prenda come una minaccia non solo alla mia persona ma, come già detto, a Kiri tutta. puntualizzai, senza scompormi. Al di là della falla nel suo ragionamento che di lì a poco mi sarei prodigato ad esaminare ed esporre, l'uomo mi aveva fisicamente contenuto. Non sembrava seriamente intenzionato a trattenermi ma io, dal mio canto non avevo davvero intenzione di perdere ulteriore tempo. Due cose del suo ragionamento sono profondamente sbagliate. Dissi, rialzandomi e girando intorno alla sedia, ponendo una certa distanza tra me e l'uomo mentre il suo clone scompariva. In primo luogo lei dice che farà ricadere su di me le colpe di un eventuale pericolo nei confronti di Konoha. Ha dunque intenzione di accusarmi di una qualsiasi rapina, omicidio, stupro venga effettuata nel suo Villaggio? Lo faccia ma se sbaglia si prepari anche alle conseguenze. Tacqui un istante, giusto per permettere al Kage di capire dove stessi andando a parare. In secondo luogo, non ho detto che non farò niente o non farò in modo che qualcuno si attivi e faccia qualcosa. Ho solo detto che a lei marcai decisamente queste ultime due parole non ho niente da dire. tacqui ancora, facendo ricalare il silenzio. Avrei fatto un ultimo tentativo, prima di congedarmi. Si scusi. dissi semplicemente. Mi chieda scusa e potrò far finta che tutta questa situazione non sia mai successa. Lo fissai negli occhi. Altrimenti ... mi voltai, guardando la porta ed indicandola con l'indice sinistro. È quella la strada giusto? Non si preoccupi né si scomodi: faccio da solo.





    Legenda


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    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.



    Edited by Ade Geist - 12/6/2017, 18:37
     
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    Scuse







    Raizen squadrò Keiji per qualche secondo quando questo ebbe finito di parlare, aveva adottato quella particolare modalità di interagire più o meno da quando aveva interrogato Yato, un tipetto che ad arroganza e modi se la batteva con il vecchio che aveva davanti.
    Nei lunghi momenti di incertezza il cervello dell’Hokage valutava quanto l’età potesse influire sui processi cognitivi di quell’individuo, constatando che, purtroppo, per l’ennesima volta Kiri aveva guadagnato tra le sue fila un povero scemo.
    Non gli avrebbe detto che le sue opportunità erano ben limitate e definite, poteva infatti decidere di risolvere da solo il problema che aveva scoperto, oppure poteva stilare un rapporto, oppure poteva scegliere di non farlo.
    Se avesse tentato di risolvere il problema poteva vincere, e fare un piacere per Konoha, la quale avrebbe avuto ben poche possibilità di ringraziarlo, oppure poteva perdere magari restando prigioniero oppure no, ma di fatto quello era un modo per permettere a quel pericolo di evolversi e diventare più complesso da abbattere, cosa che di fatto avrebbe reso lui, oltre che scemo anche colpevole in quanto la sua carenza di professionalità si sarebbe scaricata su terze figure.
    Se avesse stilato un rapporto, la cosa migliore per nutrire il suo orgoglio probabilmente, avrebbe dato le risposte necessarie e Konoha avrebbe dovuto impiegare qualche minuto per recuperarlo dagli archivi accademici qualora non gli fosse già stato inviato preventivamente, ma di fatto se ne sarebbe potuto lavare le mani ed essere soddisfatto del suo operato.
    In ultimo, poteva scegliere di non fare niente e non dire niente, ma questo l’avrebbe di fatto messo allo stesso livello del problema, favoreggiandone in tutto e per tutto l’espansione.
    E Konoha invece?
    Avrebbe dovuto fare i conti con una pagliuzza in più rispetto a quelle presenti nel pagliaio, sempre che già non lo stesse facendo senza saperlo.
    Di certo non si sarebbe messa a dare le colpe ad un uomo in piena crisi di mezza età, frustrato dall’essere ancora un genin, per ogni crimine di poco conto avvenuto per le vie della sua città. Crimini che tra l’altro, vista la loro piccolezza, lasciavano intendere che la scoperta di Keiji non fosse poi così eclatante.
    Poteva però accusare quell’uomo di non aver fornito qualsivoglia tipo di informazioni in suo possesso se quel rapporto non fosse mai arrivato, il che non l’avrebbe esposto a veri e propri pericoli, ma piuttosto sanzioni, in chissà quale forma, dell’accademia su Kiri e da Kiri a lui, sempre che il suo villaggio lo reputasse necessario.
    Non sempre le informazioni erano un peso sufficientemente elevato da poter smuovere la bilancia, soprattutto se c’erano vie traverse per ottenerle.
    Ma tutte queste cose, un ninja della sua età doveva sicuramente saperle, c’era solo da sperare che tutto il tempo buttato a cercare di passare di grado l’avesse impiegato in qualche buon libro.

    No no, Permettimi, insisto.

    Si sarebbe alzato, si sarebbe addirittura scomodato, pur di prendere gentilmente ma saldamente il suo ospite per il colletto, vestendo un sorriso di cortesia per poi prendere a trascinarlo come un sacco di patate, rendendogli difficoltoso opporsi dato che la posizione rendeva fastidioso rialzarsi mentre si trascinavano le gambe. Intanto fischiettava, spensierato. Il tragitto, tra tappeti, pavimenti tirati a lucido e qualche dislivello che avrebbe momentaneamente accorciato il fiato a Keiji a causa degli strattoni al colletto di cui Raizen non si preoccupava, li avrebbe portati fino all’ingresso dell’amministrazione dove finalmente l’uomo sarebbe stato esposto al fresco venticello della Foglia, come un cucciolo che aveva fatto i bisogni in un luogo proibito. C’era però da dire che la celebre bontà dei ninja di Konoha avrebbe prevalso qualora il ninja si fosse riavuto ed avesse deciso di dare le sue informazioni, magari allarmato da ciò che era prevedibile stesse succedendo.
    Contemporaneamente il suo posteriore sarebbe però stato esposto alla suola dello stivale dell’Hokage che con ben poca grazia ed una pedata l’avrebbe invitato ad allontanarsi dall’amministrazione di qualche metro.

    Ah si… “scusa”.

    Probabilmente la posizione l’avrebbe fatto impattare di faccia, ma tranne qualche piccola escoriazione se la sarebbe cavata senza alcuna lesione, un trattamento di tutto rispetto in fin dei conti, sfregare un po’ sulle natiche avrebbe fatto passare il formicolio in poco.
    Persone meno accorte di lui erano uscite da quella porta con un arto in meno.
    Si rivolse poi alle guardie li presenti dopo aver battuto le mani per eliminare gli ultimi, eventuali, rimasugli di kiriano.

    Scortatelo fino alle mura ed assicuratevi che esca.

    Lui sarebbe rientrato, lasciando che la porta a vetri gli si richiudesse alle spalle, soltanto il tempo e le azioni del kiriano avrebbero deciso con quanta difficoltà vi sarebbe rientratoMagari se Keiji fa il bischero si usano le reputazioni :guru: la volta successiva.
     
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    Il ticchettio dell’orologio si diffondeva all’interno di quella dimora. Una grande villa immersa nel silenzio, anche se in una delle numerose stanze era occupata da una persona. Più precisamente da una ragazza. Era seduta sulla sedia, vicino ad una scrivania interamente in legno. Su di essa, oltre ad alcune apparecchiature per la creazione dei tonici, c’erano numerosi manuali. Ma ció che occupava parte dello spazio era un gigantesco rotolo. Non era del tutto aperto ma, esaminando le prime parole, riportava l’inizio di alcuni studi riguardante alcune scoperte nel campo della medicina. Studi che per caso la Hoshiyama aveva già avuto modo di studiare. E anche di metterli in pratica. Si guardó attraverso il piccolo specchietto appoggiato sul tavolo in legno. Lentamente le sue dita affusolate raggiunsero la sua fronte, sfiorandola delicatamente. Il frutto di quegli studi si dimostrarono con l’accumulo di chakra e la creazione di un sigillo al centro della sua fronte. Anche in quel momento stava immagazzinando chakra all’interno di quel sigillo dalla forma romboidale. Lo aveva imparato leggendo mano mano il rotolo durante una missione. Ed fu proprio in quell’occasione che riuscì a recuperare il rotolo, imparare la tecnica segreta e infine salvare il suo compagno di squadra Shunsui dalla misteriosa collana. Ma coma aveva fatto il sunese, sotto l’effetto magico del medaglione ad uscire fuori le mura del villaggio con in mano un rotolo così importante? Le guardie alle mura non l’avevano notato?

    ~...~

    Lesse per l’ultima volta quelle parole, prima di chiudere il rotolo. Si alzó dalla sedia, sgranchendo le braccia e raggiungendo la finestra della sua stanza. Voleva riportare quel rotolo e comunicare l’esito della missione all’Hokage il prima possibile, ma ormai era il crepuscolo e forse poteva dar fastidio al capo-villaggio di Konoha.

    ~Lo porteró domani…~

    [...]

    Il giorno dopo la giovane genin dai capelli rossi si sveglió prima dell’alba. Solo il pensiero d’incontrare l’Hokage e riferirgli di aver trovato un rotolo proibito al di fuori delle mura della città di Konoha la terrorizzava. Il lato positivo fu quello di averlo recuperato e averlo riportato in ottime condizioni al villaggio. Ma si trattava anche di un rotolo proibito e quindi per i ninja del villaggio non autorizzati era vietata la lettura. Regola che la giovane apprendista medico non aveva rispettato, apredendo la tecnica proibita. Non fece nemmeno colazione, facendo subito una doccia rinfrescante per allentare la tensione. Una volta uscita dalla vasca, si vestì con abiti semplici, composta una semplice maglietta bianca e pantaloncini blu. Con se portó solo il rololo proibito, senza indossare il coprifronte e senza portare nessuna arma o accessorio. Fortunatamente per le strade di Konoha non c’era quasi nessuno ma nonostante ció cercava di non attirare l’attenzione dei pochi passanti che animavano le strade del villaggio. Anche se il rotolo in se aveva già attirato l’attenzione di alcuni curiosi. Cercó di velocizzare il passo non appena si ritrovó nei pressi del Palazzo dell’Amministrazione. Strinse il rotolo a sè, proteggendolo con le sue sottili braccia dai numerosi sguardi indiscreti. Entró all’interno del palazzo, salutando velocemente gli eventuali presenti per poi dirigersi verso l’ufficio dell’Hokage. Era da tempo che non entrava nel suo ufficio. Quella fu la seconda volta che si dirigeva nell’ufficio del capo-villaggio, dopo l’improvvisa convocazione in piena notte per la sua prima missione per il villaggio. Questa volta si era recato da lui esclusivamente per riconsegnare il rotolo. Si fermó davanti ad una porta in legno, sperando di aver trovato effettivamente l’ufficio del Kage. E sperava anche di trovarlo data l’ora. Infatti, proprio in quel momento, i primi raggi del sole iniziarono a scaldare parte del villaggio. Così bussó tre volte sperando di aver trovato il giusto ufficio.

    [...]

    Se alla porta non avesse ricevuto nessuna risposta avrebbe appoggiato la schiena al muro, lasciando il rotolo ai suoi piedi, aspettando l’arrivo del ninja più influente di Konoha.

    [...]

    Se avesse ricevuto risposta avrebbe aperto molto lentamente la porta. Una volta entrata avrebbe ammirato il suo ufficio per poi posare il suo sguardo verso di lui.

    -Buongiorno Hokage. Scusate l’orario ma ho qualcosa per voi…-

    Nuovamente aveva usato un forma abbastanza formale anche se il suo tono era confidenziale. Lui stesso usava dei modi tutt’altro che cordiali. Avrebbe appoggiato il rotolo sulla sua scrivania, indipendentemente da ció che avrebbe trovato su di esso o da ció che avrebbe detto il Kage di Konoha. Come avrebbe commentato il capo-villaggio alla vista del rotolo?
     
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    Capitolo Unico



    Atto VI
    Provarci †


    L'Hokage, ancorato come un vecchio bigotto ai suoi modi, si alzò, dicendo di "insistere". Stava sciommiottando quando avessi appena fatto. Ciò che successe dopo però fu la goccia che fece traboccare definitivamente e forse per sempre il vaso: sia chiaro, ebbi anche in futuro non poche occasioni di diverbio con altri Amministratori e Kage, primo su tutti Febh Yakushi di Oto - ma si pensi anche al solo Itai che spesso non riuscivo a digerire per i suoi modi eccessivamente lascivi -, il quale arrivò addirittura a pugnalarmi in una spalla con un kunai - uomo che ammiravo, nonostante tutto - ma nessuno si meritò tanto disprezzo quanto Raizen Ikigami per la sua ottusità, superficialità e inutile testardaggine. L'uomo mi prese per il colletto dell'abito, sollevandomi da terra. Una mossa non molto furba visto che ero solito indossare le mie bende e il cappotto, senza nient'altro. Il cappotto, di fatto, era aperto e dunque portare indietro le spalle e conseguentemente le braccia mi permise di sfilarmelo, sfruttando la gravità a sfavore. Fui alzato di una decina di centimetri, la battaglia, in questo senso, era tra due veri e propri giganti. La facevo più furbo, Hokage. Dissi, cadendo, delicatamente e silenziosamente sui miei piedi. Conosco la strada. Lasciai il cappotto come ricordo alla Montagna ed anche come prova della sua unica maleducazione, andandomene. Non ebbi le mie scuse, lui le sue informazioni. Adesso la questione passava nelle mani di Kiri.
    Konoha non mi avrebbe rivisto presto.





    Legenda


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    Anima di Keiji.

     
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    Ritrovamenti inaspettati








    Per Raizen era una normale giornata di lavoro, il solito leggi e trova tra i vari rapporti delle missioni, l’unica cosa che gli avrebbe permesso di staccare per qualche secondo dalle scartoffie era un appuntamento con una tale Asami, una genin con cui non aveva interagito troppo, ma pareva essere abbastanza tranquilla. Per questo quando bussò alla porta sentì in sua risposta un voce tranquilla, per quanto chiara e baritona.

    Avanti.

    Non fu necessaria nemmeno una parola per identificare il rotolo che Asami possedeva, le sue parole scivolarono nelle orecchie del colosso ovattate dalla sorpresa nel vedere cosa aveva per le mani.

    Cos…!

    Una voce in falsetto fastidiosamente acuta gli uscì di bocca mentre con l’indice indicava il rotolo.

    Come è possibile che tu possegga quel rotolo?

    Gli ci volle qualche secondo perché la sorpresa scemasse e permettesse ai suoi occhi di apparire delle giuste dimensioni, passati i quali si sarebbe alzato ed avrebbe preso il rotolo dalle mani della genin, per poi srotolarlo sulla scrivania: era il rotolo delle tecniche segrete del villaggio.
    Si voltò di scatto, in un misto di minacciosità e preoccupazione.

    Chi te l’ha dato?
    Cosa hai letto?


    Avrebbe chiesto con una certa fretta.







    L'anguilla Kiriana




    Il Kiriano riuscì a scivolare come un anguilla dal suo stesso soprabito, cosa che lasciò Raizen abbastanza di stucco, semplicemente non si aspettava la mossa elusiva, si sentì come privato del suo ultimo boccone.

    No per carità, sarebbero in grado di dirmi che l’ho rubato.

    Gli avrebbe quindi rilanciato il soprabito prima di richiudere la porta dell’ufficio: avrebbe ripensato a lungo a quella scenetta che non era stato in grado di realizzare.
    Tuttavia, niente avrebbe impedito alle due guardie di scortare Keiji alle porte del villaggio.
     
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    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato Hokage



    Quando sentì la voce dell’Hokage fece un profondo respiro prima aprire la porta dell’ufficio. Già di prima mattina si trovava dietro alla scrivania, tra fogli e documenti vari. Non credeva di trovarlo già a quell’ora nel suo ufficio. In realtà non pensava nemmeno di trovare al primo colpo l’ufficio stesso. Ma fortunatamente poteva riconsegnare il rotolo al villaggio. Controllò lo spazio interno a sè prima di rivolgere il suo sguardo verso l’Hokage. Prima di spiegare cosa aveva in mano. Ma a quanto pare anche l’uomo dai particolari occhi rossi rimase stupito non appena vide il rotolo.

    -Come è possibile che tu possegga quel rotolo?-

    Sul volto della ragazza si disegnò un’espressione confusa, mentre l’uomo con l’indice indicava il documento che teneva tra le sue braccia. Com’era possibile? Non sapeva della sparizione di uno dei documenti più importanti di Konoha? Era all’oscuro della situazione?

    -L’ho trovato fuori dalle mura del villaggio…-

    Lo guardava stranito, come lo era anche la voce, mentre il rotolo veniva preso dalle mani del capo villaggio. Srotolò il documento in presenza della genin. Forse voleva una conferma di ciò che aveva appena visto. Ma i suoi occhi non aveva sbagliato. Quello era il rotolo proibito del villaggio della foglia.

    -Chi te l’ha dato? Cosa hai letto?-

    Rivolse il suo sguardo verso l’aspirante medico che fece un passo indietro non appena i suoi occhi si posarono nuovamente su quelli di lui. Erano quegli occhi a tenerla sotto pressione più che il suo tono. Aveva già avuto a che fare con il tono minaccioso del padre ma, a differenza dell’Hokage, i suoi occhi avevano un colore del tutto normale. Inoltre non si trattava del ninja più forte di Konoha. Forse l’uomo che aveva di fronte a sè aveva sconfitto i suoi nemici proprio con l’aiuto del suo sguardo. Oltre a quello del suo maestoso corpo.

    -In realtà l’ho trovato!-

    Una risposta piena di rabbia, forse per contrastare il suo sguardo inquietante. Forse troppo istintiva priva di spiegazione. E dato che l’Hokage era minaccioso di suo, il tono usato non era di quelli più adatti. Spostò lo sguardo altrove, guardando un punto impreciso sul rotolo.

    -Cioè voglio dire…-

    In fondo c’era un pizzico di verità. Gli era stato consegnato ma al contempo anche trovato, trattandosi di un oggetto proprietà del villaggio della foglia. Tutto ciò successe durante una missione. Ed era stato proprio il suo compagno di missione a mostrarglielo. E glielo strappò dalle mani, quasi come aveva fatto l’Hokage con lei. Inizialmente non sapeva di cosa si trattava, l’aveva custodito gelosamente senza farlo toccare a nessuno. O leggerlo. Obiettivi che la genin fallì miseramente visto che, alla prima occasione, lesse il contenuto del rotolo. E non solo.

    -... il rotolo mi è stato mostrato durante una missione, dal mio compagno di squadra. Quindi… sì... l’ho trovato per caso. Così l’ho preso e l’ho custodito, fino ad oggi. Fortunatamente, dopo quello che accaduto durante la missione, non ricorda molto di quello che gli è accaduto. Inoltre già inizialmente non aveva capito molto di quello che c’era scritto...-

    Lo guardò a braccia conserte, sperando di aver risposto ad una delle due domande poste. Fortunatamente la jutsu in questione era di natura medica, per questo motivo il sunese non aveva capito ciò che aveva scritto Tsunade Senju. Colei era la donna che per anni aveva dedicato la sua vita allo studio dell’arte medica e perfezionarla, fino a ideare una tecnica proibita in grado di rigenerare le ferite che il possessore di questa abilità subiva. Una tecnica che la Hoshiyama aveva appreso solo per pura curiosità, attirata dall’alto livello di conoscenza delle arti mediche dell’ideatrice.

    -Cosa ho letto?-

    Continuò a rispondere al capo villaggio, quella volta con un piccolo sorriso sulle labbra. Forse perchè non l’aveva notato oppure perchè la sua mente era ancora concentrata sul rotolo. Con l’indice della mano destra indicò la sua fronte, esattamente dov’era il sigillo romboidale, piegando leggermente le labbra in un sorriso.

    -Potete vedere direttamente con i vostri occhi che cosa ho letto.-
     
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    Piccole Prove








    Aspettò ben poco le sue risposte in quanto la ragazza rispose tempestivamente, facendogli notare il sigillo sulla fronte che, in un primo momento, dovuto al fatto che l’aveva sottovalutata, non aveva riconnesso all’abilità del quinto Hokage: il sigillo della rinascita.
    Uno dei tanti segreti contenuti in quel rotolo.

    Stai prendendo la cosa un po’ alla leggera, Asami.
    Questo rotolo, che era in mano a… chi?
    Mi hai detto compagno di squadra ma devi comprendere che in questa carta c’è la potenziale distruzione del nostro villaggio.
    I ninja vivono di segreti, se questi non sono più tali… come vivremmo?


    Inspirò a fondo.

    Voglio un rapporto dettagliato a riguardo, quindi sii più esaustiva: cosa è successo quel giorno?
    E quale missione era soprattutto.


    Indicò una pila di documenti al suo fianco.

    Come vedi non sono poche quelle che mi capitano sotto mano e di quelle minori si occupano degli impiegati.
    E poi…


    Si avvicinò lievemente, sporgendosi sulla scrivania per vedere meglio il sigillo romboidale che portava sulla fronte.

    Fammi un po’ vedere cosa hai imparato.
    Immagino non sarai al livello del quinto Hokage, ma quell’abilità era fantastica.
    Al tuo livello cosa riesci a fare?
    Vediamo se riesci a stupirmi, la tecnica potrebbe sembrarti semplice, ma magari con un pò di fantasia ha più utilizzi di quanti non pensi.


    Avrebbe ascoltato ed osservato con interesse sia il resoconto che la piccola dimostrazione, ammenochè qualcosa non avesse impedito mi di esibirsi.




    CITAZIONE
    Una piccola prova, niente di mostruoso, prova a stupire Raizen!
     
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    Pensato Asami
    Parlato altri



    Tutti avevano dei segreti. Anche la sua famiglia. Tanto da non avere nessun commercio con i paesi controllati dall’Accademia e allontanarsi dagli shinobi, che potevano rappresentare un’ottima fonte di guadagno. Per anni aveva osservato il padre impegnato in diverse trattative. Ma purtroppo la sua condizione di donna, in quella famiglia, non gli permetteva di partecipare pienamente all’attività economica. Tutto quel lusso e quel benessere avevano una provenienza sconosciuta. Cercò di scoprire il perchè quell’accanimento contro i paesi controllati dall’Accademia. Più delle volte alcuni esponenti della famiglia, compreso suo padre, raccontavano di come la famiglia Hoshiyama aveva trovato il benessere attraverso il commercio, senza spiegare il motivo dell’odio verso gli shinobi. Ma quella non era la risposta voluta dalla giovane Hoshiyama. Così si rassegnò, anche con suo zio che, come un copione, recitava quella “favola”. Ormai l’aveva capito che la sua famiglia aveva un segreto ma non riusciva a capire il perchè lei doveva essere a conoscenza della verità. Era così pericoloso quel segreto?
    Doveva esser più facile far scappare una notizia che a mantenerla al sicuro, lontana da orecchie indiscrete. Per questo motivo la famiglia Hoshiyama era considerata una tra le più riservate all’interno del continente. Tanto da non svelare, quando era possibile, niente di quello che succedeva all’interno di essa. E per lo stesso motivol’Hokage era preoccupato per il suo villaggio. Uno dei rotoli segreti si ritrovò improvvisamente al di fuori delle mura del villaggio. Lui stesso era ignaro della situazione dimostrandosi preoccupato. E forse anche innervosito, soprattutto dopo aver saputo che il rotolo gli era stato consegnato direttamente dalle mani di un altro shinobi, precisamente non di Konoha. Sapeva benissimo che la tecnica che aveva imparato in quell’occasione rappresentava uno dei segreti più grandi del villaggio della foglia. Aveva potuto constatarlo già da quando aveva letto le prime righe della tecnica proibita, scritte da Tsunade in persona. Studi complessi in campo medico che non tutti gli shinobi ne erano a conoscenza. Uno dei tanti segreti che Konoha aveva il compito di custodire.

    -[...] I ninja vivono di segreti…-

    L’aveva già constatato lei stessa ciò che aveva detto il capo-villaggio di Konoha. Proprio lei, che aveva dovuto assumere le sembianze di un’altra persona per raggiungere l’obiettivo, sapeva cosa significava mantenere segreta la sua vera identità per il bene della missione, dei compagni di squadra e per tutta Konoha. Sapeva perfettamente di cosa stava parlando l’Hokage. E come Hokage aveva il compito di amministrare ogni singolo ufficio all’interno di quel palazzo per il funzionamento del villaggio. Come Hokage aveva il compito di mantenere l’ordine all’interno della città e rapprensentarlo. Il rotolo poteva rappresentare un colpo basso per la reputazione del villaggio. Forse per questo motivo, oltre alla pericolosità di rilevare le tecniche proibite del villaggio, l’Hokage voleva sapere ogni minimo dettaglio sul ritrovamento della pergamena. In effetti la ragazza dai capelli rossi non aveva detto molto con la sua brevissima spiegazione. Sulla sua scrivania aveva fin troppi documenti e forse tra quelli c’era il rapporto della missione che aveva svolto tempo prima. Era pronta a raccontare tutto ciò che era successo durante quella missione, quando improvvisamente il Kage di Konoha l’aveva presa alla sprovvista. Osservò con più insistenza il sigillo romboidale che aveva sulla fronte, chiedendo alla ragazza di poter mostrare un’abilità di quella tecnica.

    -Eh?-

    Era proprio vero? L’Hokage in persona gli aveva chiesto davvero una cosa simile?
    Ma un passo per volta. Prima doveva raccontare cos’era successo durante quella missione. Spiegare per quale motivo il rotolo proibito si trovava al di fuori delle mura del villaggio.

    -Partirò dalla missione. Il mio compito era semplice… dovevo semplicemente fare da scorta all’ex consigliera del Paese del Fuoco e suo marito su una nave crociera. Come me c’era anche Shunsui Abara un ninja di Suna, incaricato per la stessa missione…-

    Fece una breve pausa osservando dapprima la colonna di documenti che dominava la scrivania e successivamente l’Hokage. Magari tra tutti quei documenti c’era proprio il rapporto della missione che stava raccontando. Avrebbe aspettato il capo del villaggio per il recupero dell’eventuale documentazione. In caso contrario, avrebbe continuato il suo discorso osservando l’Hokage e, qualche volta, gesticolando.

    -... Pochi giorni dopo ‘inizio della missione il mio compagno di squadra mi aveva fatto vedere subito il rotolo, dicendo di averlo preso alla biblioteca del villaggio… Non ho aspettato un attimo… Ho preso il rotolo dalle sue mani e portato subito nella mia cabina. Per tutta la durata della missione non ci sono stati episodi o attacchi contro i due coniugi. A fine missione però la nave subì un attacco e in quell’occasione scoprì che Shunsui per tutta la durata della missione, e molto probabilmente anche prima, non era in sè. Indossava un medaglione che in qualche modo gli alterava la mente. Facendogli compiere azioni non comandate direttamente da lui. Era manipolato dal medaglione.-

    Ripensò vari particolari che dovette affrontare durante la missione. Anche le varie prove per la riuscita della tecnica proibita che, senza alcun permesso, aveva imparato durante l’arco della missione. Ripensò alle ferite che subì e che rigenerò grazie, un volta attivata la tecnica, alla rigenerazione cellulare. Per non parlare dell’incredibile forza che la stessa tecnica donava. La sua mente viaggiava tra i ricordi di quei giorni aspettando un eventuale considerazione dell’Hokage. Improvvisamente però ricordò anche ciò che gli aveva detto il suo compagno di squadra. Quel medaglione gli era stato consegnato durante un’altra missione e non era l’unico ad averlo. Molto probabilmente era riuscito a prendere il rotolo proibito grazie all’aiuto dell’altro possessore del medaglione.

    -Il medaglione che indossava gli era stato consegnato durante una missione… anche il suo compagno di squadra aveva ricevuto lo stesso identico oggetto… Magari l’altro possessore del medaglione è uno shinobi del villaggio…-

    L’ultima frase gli uscì d’istinto dalla sua bocca. Ma in qualche modo voleva esprimere la sua preoccupazione verso i segreti del villaggio. Magari proprio in quei momenti, l’altro possessore del medaglione era intento a sottrarre altre informazioni preziose al villaggio e portarle al di fuori delle mura.

    [...]

    L’Hokage voleva una dimostrazione della tecnica ideata da Tsunade Senju. Ma forse lui stesso era ignaro delle conseguenze che portava l’utilizzo della tecnica sull’intero organismo di chi la usava. Era davvero saggio utilizzare quella tecnica in quell’occasione simile? Cosa doveva fare la ragazza? Disubbidire alla richiesta del dell’uomo dagli occhi rossi?

    -Hokage... non per contraddirvi ma l’utilizzo di questa tecnica comporta diverse conseguenze al mio organismo. Bisogna avere una giusta motivazione per attivarla e non avendo riportato nessuna ferita grave, accelererei solo il processo di rigenerazione mitotica… e quindi dell’invecchiamento precoce dell’organismo…-

    [...]

    Se l’Hokage avesse insistito con la dimostrazione di quest’abilità, lo avrebbe solo continuato a guardarlo. Come avrebbe potuto stupire l’uomo dalla più alta carica di tutto il villaggio con una jutsu medica? Ma soprattutto l’avrebbe stupito con le sua abilità non ancora sviluppate del tutto?

    -... se proprio insistete…-

    Avrebbe assunto uno sguardo pensieroso portando la mano sotto al mento e spostando lo sguardo altrove in cerca d’ispirazione. Pochi secondi ci sarebbero voluti per ideare qualcosa di semplice ma efficace, secondo il suo punto di vista. Concentrò una piccola quantità di chakra alla mano destra per poi colpire con forza la spalla sinistra. [Slot Tecnica: Tecnica Avanzata: Arte della Contusione][Slot Azione I: Forza 400]
    Apparentemente l’attacco non avrebbe potuto causare nessun danno alla genin. In realtà, grazie alla piccola quantità di chakra, il colpo avrebbe quasi paralizzato il braccio, rendendolo in quel momento quasi inutilizzabile. Avrebbe cercato di muovere l’arto sinistro per dimostrare anche all’Hokage come sarebbe stato più difficile muoverlo.

    -Il colpo ha quasi paralizzato il braccio…-

    Dopo quelle parole, improvvisamente il sigillo sulla sua fronte si sarebbe spezzato rilasciando una notevole quantità di chakra all’interno del suo corpo. Chakra che, date le circostanze, sarebbe potuto servire per guarire ferite certamente più gravi rispetto a quella appena procurata. [Slot Tecnica: Attivazione Arte della Rinascita]
    Parte del chakra rilasciato sarebbe stato indirizzato verso la spalla sinistra, curandola. [Slot Azione II: Guarigione] [Abilità]. Questa volta avrebbe mosso il braccio con più facilità, dimostrando quindi la guarigione completa della spalla sinistra.

    -...Ora però riesco a muoverlo senza difficoltà.-

    Gli sarebbe bastata come prova oppure avrebbe dovuto destreggiarsi in altre dimostrazioni?



    CITAZIONE
    Dati Asami

    Chakra: 33,25/40 Bassi (-1/2 Basso [Slot Azione I], -1/4 Basso [Guarigione], -6 Bassi)
    Vitalità: 14/14 Leggere (-1 Leggera, +3 Rigenerazione [Attivazione Ts])

    Ferite:
    -1 alla spalla sinistra

    Status:

    Equipaggiamento:
    /////

    Slot Azione I: Colpo alla spalla sinistra
    Slot Azione II: Guarigione da Semiparalisi
    Slot Azione III:///

    Slot Difesa I:///
    Slot Difesa II:///
    Slot Difesa III:////

    Slot Tecnica: Attivazione TS: "Arte della Rinascita"
    Slot Tecnica: Attivazione Tecnica Avanzata: Arte della contusione

    Tecniche utilizzate:

    CITAZIONE
    Arte della Contusione
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può effettuare attacchi a contusione più efficaci. Una volta a round, un danno a contusione può causare una riduzioni delle prestazioni: la zona colpita, se è un arto, può essere Semiparalizzata per 1 round. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da studente in su]

    Abilità utilizzate:

    CITAZIONE
    Guarigione:
    All'attivazione, l'utilizzatore può rigenerare Vitalità, annullando anche gli status. Ogni round, l'utilizzatore può Guarire un proprio danno utilizzando uno slot tecnica/azione: ogni Guarigione ripristina 1 leggera e richiede ¼ Basso. Utilizzare più Guarigioni nello stesso danno non richiede slot tecnica/azione extra. La Guarigione permette di ripristinare l'Energia Vitale dell'organismo e annullare gli status; uno status Leggero è considerato mezza leggera, uno status Medio ferita leggera, uno status Grave ferita medioleggera. L'utilizzatore non può essere Guarire dall'Avvelenamento.
     
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    Problemi all'Orizzonte







    La ragazza si mostrò incredula davanti alla richiesta di Raizen, che fu costretto a mostrare la medesima sorpresa visto che riteneva la sua domanda abbastanza semplice, o quantomeno c’era da aspettarselo da parte di un superiore.
    Ascoltò tutto pazientemente, e con interesse, seppure varie cose riguardo il sunese non gli tornavano affatto e non ebbe remore a pronunciarsi in tal senso.

    Non so onestamente quanto sia dovuto al medaglione e quanto al ninja di Suna.
    Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.


    Quando poi gli espose i rischi dell’attivazione della sua tecnica speciale Raizen annuì.

    Beh, fortuna che la cosmesi ha fatto passi da gigante no?

    Disse con marcata ironia.

    Va bene comunque, limitiamoci ad una descrizione allora.

    Quando l’ebbe avuta passò a descrivere cosa avrebbe fatto da quel momento.

    Ho più o meno compreso cosa è successo nella missione, ma come ti dicevo non mi fido troppo.
    Mi recherò personalmente a Suna da questo Shunsui.
    Ti farò sapere giorno e data se vorrai accompagnarmi, dopotutto facevi parte della missione.
    Puoi andare adesso, grazie.
    E mi raccomando, non sentirti in colpa, è solo la prassi da seguire.


    Quando Asami si fosse congedata Raizen avrebbe preso il rotolo per poi riporlo nelle sue teche personali, insieme alle altre armi.
    Era più al sicuro li che altrove, di li a qualche giorno avrebbe convocato qualche esperto per ripristinare i fuuinjutsu di sicurezza del rotolo, era inaccettabile che fossero stati violati.
     
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    Dalla prima volta che l’aveva incontrato non aveva mai dubitato di lui. Sembrava un ragazzo abbastanza tranquillo e durante le missioni non aveva mai dato segni di squilibrio. Solo l’ultima volta alternava momenti di assoluta quiete con comportamenti piuttosto insoliti. Ma quegli ultimi, come aveva spiegato anche il sunese alla fine della missione, erano causati dal medaglione. A differenza dell’Hokage, lei si fidava di Shunsui. Non solo perchè facevano parte della stesso team ma anche perchè era uno dei primi genin che aveva conosciuto da quando aveva intrapreso la carriera da kunoichi. Inoltre durante la missione, nonostante l’influenza del medaglione, non aveva mai cercato di rubare il rotolo proibito per portarlo al suo villaggio. Forse il suo obiettivo era un altro o semplicemente non era interessato a quello che c’era scritto al suo interno.
    Sull'ironia dell’Hokage riguardo l’utilizzo della tecnica gli strappò un mezzo sorriso, quasi forzato, che svanì in meno di un secondo. Il suo volto tornò serio non appena ripensò alle conseguenze che la tecnica poteva recare al suo corpo. Non era per nulla preoccupata delle rughe che potevano comparire da un giorno all’altro sul suo volto. Era ancora molto giovane ed fino a quel momento aveva rilasciato il sigillo solamente due volte. Inoltre non aveva bisogno di nessun cosmetico per conservare la sua pelle liscia e senza nessun tipo d’imperfezione. Bastava solo una tecnica per eliminare gli eventuali segni di vecchiaia che stava ancora perfezionando sperando di apprenderla il prima possibile. La sua vera preoccupazione era rivolta al suo stesso organismo. Forse il capo del villaggio non comprendeva che oltre alla sua pelle venivano colpiti anche i suoi organi vitali. Infatti la stessa Tsunade all’interno del rotolo raccomandava di rilasciare il sigillo solamente in casi di necessità poichè l’utilizzo costante portava ad una morte prematura. Una raccomandazione che la giovane Hoshiyama avrebbe seguito alla lettera.
    Nonostante la sua ironia l’Hokage ascoltò le parole della giovane volendo comunque una descrizione della tecnica proibita.

    -Come ho detto una volta rilasciato il sigillo il chakra accellererà il processo di rigenerazione mitotica, curando all'istante qualsiasi tipo di ferita e rigenerando completamente i tessuti danneggiati.-

    Puntò i suoi occhi verde smeraldo nei suoi, sperando di essere stata il più chiara possibile. Aveva da poco appreso quella tecnica e non l’aveva raccontato ancora a nessuno, di quella sua. Nemmeno a suo zio che in realtà non aveva notato minimamente il sigillo romboidale sulla sua fronte. In più era la prima volta che parlava all’Hokage all’interno del suo ufficio e non voleva mostrare la sua insicurezza. Disobbedendo alla sua richiesta, molto probabimente, aveva già dato una brutta impressione su di sè. Ma in quel momento aveva usato la testa e preferiva non accontentarlo che utilizzare quella tecnica proibita inutilmente. Subito dopo la sua spiegazione le parole dell’Hokage l’attirarono particolarmente.

    -Sentirmi in colpa per cosa? Per aver recuperato il rotolo?-

    Già per quale motivo doveva sentirsi in colpa? Aveva portato il rotolo proibito nuovamente nel suo villaggio, senza uccidere nessuno. Quale peso doveva portare Asami durante il suo cammino? Scuoteva la testa cercando di ripercorrere con la mente l’intera missione, mentre lo sguardo era perso e confuso.

    -Io stavo solo svolgendo la missione. Trovare il rotolo in quella circostanza è stata una sorpresa anche per me.-

    Quando aveva visto il rotolo nelle mani di Shunsui nemmeno aveva capito di cosa si trattava. Lui stesso aveva rivelato di non aver capito cosa c’era scritto all’interno di esso. Solo dopo averlo letto capì perchè era tanto incomprensibile per il sunese. Alcuni potevano considerare quelle scritte come delle semplici nozioni di medicina. Ma dopo quasi un anno di studio la diciannovenne sapeva benissimo che quello che c’era scritto su quel rotolo non era medicina di base.

    -Shunsui poteva non mostrarmi il rotolo, portandolo quindi a Suna. Ma non l'ha fatto.-

    Doveva sentirsi in colpa perchè aveva immischiato il suo amico in quella storia?
    In quell’occasione aveva avuto dei dubbi sullo shinobi del Paese del Vento. Inizialmente anche lei, come molto probabilmente si stava domandando anche l’Hokage, non riusciva a comprendere la presenza di quel rotolo al di fuori delle mura del villaggio. Tanto da aprire e leggere il rotolo lontando dagli occhi del giovane genin di Suna. Eppure nonostante tutto lui non aveva mai desiderato rubare il rotolo. Quindi perchè incolparlo?

    -Tra i due, sono io l’esperta nelle jutsu mediche.-

    Si era trasferita a Konoha per quella motivazione. Aveva studiato per raggiungere quell’obiettivo. Ma quando lesse le parole scritte da Tsunade stessa decise di diventare come lei e apprendere i suoi studi sulla medicina.
    Inoltre le nozioni scritte su quel rotolo erano talmente difficili che inizialmente anche per Asami era stata un’impresa comprendere appieno i singoli concetti. Come poteva Shunsui rappresentare una minaccia dato che non aveva compreso la tecnica proibita?

    -Ero la sola a comprendere ciò che c'era scritto.-

    Diversamente come la prima volta, quegli occhi rossi non le incutevano più paura. Era solo un colore, insolito, ma non la terrorizzavano più.

    -Verrò a Suna. Ma non per incolpare il mio compagno di squadra.-

    Lei si fidava di Shunsui e non era per nulla preoccupata della decisione presa dal Kage. Tanto meno non si sentiva in colpa per aver riportato il rotolo al suo posto, coinvolgendo ingenuamente il suo compagno di squadra. Fece una breve pausa prima di proferire nuovamente parola. Quel suo tono deciso l’aveva utilizzato solo con suo padre quando decise di trasferirsi a Konoha. Quasi come una sfida. Ma quella volta era diverso. Non voleva sfidare l’Hokage ma voleva fargli capire che in realtà lei aveva già dato una sua conclusione alla quella storia e nessuno poteva fargli cambiare idea.

    -Voi andrete a Suna con i vostri dubbi… Ma io andrò con le mie certezze.-

    Senza nemmeno un inchino, come recitava la prassi, avrebbe lasciato l’ufficio dell’Hokage, dirigendosi poi verso la sua dimora nella zone est del villaggio.
     
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    Nello stesso momento in cui Asami voltò le spalle a Raizen questa avrebbe potuto sentire una distinta pressione avvolgerla e stringerla, simile alla mano di un gigante. Poteva immaginare che fosse quello o un demone che la guardava indispettito per la sua maleducazione, ma agli effetti guardandosi attorno non era niente di tutto ciò: era l’Hokage a guardarla niente di più. L’essere più forte che lei avesse mai incontrato probabilmente la fissava.

    Sii cortese.
    Torna al tuo posto.
    Non è buona educazione troncare un discorso con un tuo superiore senza nemmeno salutare.
    Ed è da sciocchi non cogliere un occasione per apprendere.


    Era un ordine travestito da richiesta, ma se fosse stato esaudito quell’aria tesa sarebbe scomparsa in poco tempo, pur ricordando ad Asami che a quegli occhi doveva rispetto, ancor prima del timore, mancare tale aspettativa poteva avere risvolti pessimi.
    Il rosso non era Mai da sottovalutare. Dopotutto era il tratto distintivo che il demone aveva lasciato su Raizen, e non era un mero vezzo estetico, era un consiglio.

    Grazie.

    Stirò un sorriso lievemente inquietante vista la situazione.

    Dicevo di non sentirti in colpa perché facendo una cosa giusta, parlandomi della missione e del rotolo, hai coinvolto quello che reputi un amico in un potenziale guaio.
    Detto questo, Asami.


    La guardò dritto negli occhi.

    Sei ancora giovane, non pretendere di fidarti del prossimo facendo affidamento esclusivamente ai sentimenti.
    Potresti restarne ferita nell’animo… e non solo.


    Intrecciò le mani e si allungò col busto sulla scrivania.

    Lui ti ha detto di non capirci nulla, ma tu l’hai verificato?
    Sei sicura che non ti abbia mentito o magari che pur non avendo capito nulla non abbia copiato il contenuto del rotolo per poi sottoporlo alla visione di altri esperti?


    Incalzò ancora, cercando di far capire alla giovane kunoichi l’importanza del rotolo.

    Ti rendi conto cosa è contenuto in quel rotolo?
    TUTTI i segreti del nostro villaggio.
    TUTTI.
    Stai sottovalutando in maniera sconsiderata il rotolo in cui viene riportato il motivo per cui il mondo teme la ragione del fuoco.
    Non ti ho imposto di considerare il tuo amico un falso, ipocrita o traditore, ti ho solo messo in guardia.
    E così, a naso, direi che è meglio fidarti del tuo Hokage invece che di una persona che hai conosciuto per… una giornata?
    Due?


    Alzò le sopracciglia in un palese segno di noia.

    Tsk, pronti al matrimonio.

    Disse scocciato.

    Io non ho intenzione di incolpare nessuno, e nemmeno l’ho mai detto.
    Hai voluto dedurlo tu, forse per qualche tipo di timore inconscio.
    Ma a prescindere da ciò che pensi, io devo proteggere il mio villaggio quindi, mi toglierò ogni dubbio su questo sunese.
    E nota, ho parlato di dubbi.
    Se si riveleranno paure infondate tanto meglio, se non lo saranno… nessun sunese sarà messo davanti al villaggio. Oppure pensi che se la situazione fosse stata inversa ti sarebbe stato riservato un trattamento differente?
    Non c’è fuoco che non riesca a divorare il vento.


    Parole dure, parole chiare.

    Se il peggio dovesse avverarsi preparati, se colui che reputavi amico tradisse il tuo villaggio vorrebbe dire che tu, per lui, sei meno di una pedina, ma che soprattutto è nemico del tuo villaggio, quindi anche tuo.
    Ma in caso contrario tutto si concluderà con una stretta di mano ed un alleanza più forte, dopotutto se è stato traviato da un amuleto è anche nei suoi interessi comprendere cosa gli sia successo.


    Annuì lentamente, segno che aveva concluso il suo discorso.

    Ora, se credi di riuscirci, hai modo di dimostrarmi di non essere una sprovveduta e di aver compreso ciò che ho detto, puoi pormi anche delle domande se qualcosa non ti è chiaro.
    Altrimenti puoi uscire in silenzio dandomi conferma del fatto che l’accademia con i genin è fin troppo permissiva.


    Si era sforzato di non essere troppo cattivo o scurrile, dando un immagine di se che aveva intenzione di cambiare, ma non riusciva a non apparire duro e inflessibile come era.
    Poteva smussarsi, ma non ribaltare del tutto il suo essere che in quel momento era focalizzato nel valutare lo spirito di Asami quale ninja della Foglia prima che come persona.
     
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    Non era saggio discutere con persone del tutto estranee. Ma soprattutto non era saggio discutere con l’Hokage. Il capo del villaggio della foglia. Colui che lo rappresentava nella forza e nello spirito. Chi poteva discutere con lui? Chi poteva mettere in dubbio le parole di un uomo che, per diventare Hokage, aveva affrontato pericoli non indifferenti guadagnandosi quel prestigioso titolo?
    Molto probabilmente nessuno all’interno del villaggio aveva mai provato un affronto così con lui o con i Kage precedenti. Nessuno tranne Asami che in quel momento aveva fatto un affronto nei suoi confronti. Dopo un breve discorso, gli voltò le spalle trattandola con un semplice essere umano. E in realtà lo era ma in quell’ufficio e in quel villaggio lui era molto di più. Un simbolo, un’ispirazione, una figura d’ammirare e rispettare. Tutte qualità che la giovane Hoshiyama aveva forse dimenticato. Dopo le parole dell’Hokage, la confusione regnava nella sua mente. La fiducia che riponeva in Shunsui era troppa e non voleva avere dei dubbi su di lui, anche se faceva parte di un altro villaggio.
    Nemmeno il tempo di avvicinarsi alla porta che qualcosa glielo impedì. Una forza possente la stringeva e le impediva di arrivarci. Il battito del suo cuore aumento. Perchè non riusciva a raggiungerla? Abbassò leggermente lo sguardo notando una mano che la bloccava, ascoltando quelle parole che avevano attirato immediatamente la sua attenzione. Era di nuovo l’Hokage che la invitava a comportarsi con più educazione. Solo dopo quella frase si rese conto dell’atteggiamento utilizzato. Spesso e volentieri era il padre la vittima di quegli affronti. Il suo tono arrogante per esprimere i suoi pensieri al genitore erano per la maggior parte delle volte la causa dei loro battibecchi. Ma in quella stanza non si trovava suo padre e l’Hokage poteva reagire in qualsiasi modo con la giovane donna. Ma ciò che aveva fatto era stato di esprimere un suo pensiero. Forse era stata troppo impulsiva, decidendo di non salutarlo come lui desiderava. Tanto da rimproverarla proprio per quel motivo. Decisamente era stata impulsiva.

    Aveva calcolato di aver immischiato in tutta quella storia anche il giovane sunese. Ma non pensava in un’immediata partenza solo per parlare con Shunsui. Una faccenda che che , sicuramente da solo non poteva gestire. Ma non si sentiva in colpa di averlo nominato davanti al capo-villaggio. Non prima di ascoltare dalla bocca dell’uomo i varie probabili scenari che la giovane Hoshiyama aveva ignorato ingenuamente. Forse per la sua poca esperienza o per la sua cieca fiducia sul compagno di squadra. Non aveva verificato, come ipotizzato dall’Hokage, se aveva detto la verità oppure, in quell’occasione, aveva scelto la via della menzogna. Lui aveva perso solamente i sensi e al risveglio aveva affermato di non ricordare nulla. Ma davvero aveva mentito alla ragazza? Davvero c’era la possibilità che i segreti del villaggio della foglia erano stati copiati?
    Non aveva mai considerato quella ipotesi. Davvero Shunsui sarebbe stato capace di copiare ogni singola parola dal rotolo proibito così da portare i preziosi segreti a Suna?
    C’era la probabilità che tutti i segreti di Konoha si trovavano, in quei precisi istanti, nelle mani dei sunesi?
    Eppure entrambi facevano parte dello stesso Team 1 capitanato dal maestro Asmodai Akuma. Ricordava ancora il discorso del ninja di Kiri. Il team doveva rappresentare come una seconda famiglia per ognuno di loro. Una famiglia senza discordia, capace di collaborare per raggiungere un obiettivo comune. Come la prova che dovettero affrontare rubando con successo il guanto del maestro. Solo collaborando tra di loro e avendo fiducia l’uno sull’altro erano riusciti nell’impresa. Nonostante quella prova superata, che rapprensentò la vera nascita del team, Shunsui decise di recitare con lei?
    Era vero quello che diceva l’Hokage. Si erano incontrati solo un paio di volte dopo la formazione del Team 1 ma lei si fidava del suo compagno di squadra. Sperava, come aveva detto il suo superiore, di concludere quella faccenda con una semplice ma significativa stretta di mano.

    Quando l’Hokage finì di pronunciare l’ultima parola, i suoi occhi verdi si soffermarono sulla figura davanti a sè. Rispetto a lei, lui aveva molta più esperienza. Dopotutto era l’Hokage e i suoi sforzi in battaglia erano stati ripagati con il titolo di Kage. Il titolo più prestigioso che ogni ninja del continente puntava. Molto probabilmente aveva già affrontato minacce simili. A differenza della Hoshiyama. Lei che, nascendo in una famiglia nobile estranea da quello stile di vita, vedeva i ninja come dei paladini della giustizia secondo i vari racconti che leggeva lontano dagli occhi indiscreti dei suoi genitori.
    A differenza di suo padre che li aveva sempre considerati bugiardi e violenti. E dopo i probabili scenari esposti dal suo Kage sul vero scopo di Shunsui, forse doveva rivalutare le parole del padre. Ma non tutti i ninja erano così. Doveva solo dimostrarlo.
    I secondi diventarono minuti. Minuti di puro silenzio, quasi assordante. La sua mente si era allontanata troppo dalla realtà, fissando l’Hokage senza pronunciare una minima parola. Davvero doveva andarsene senza dire una parola, come aveva consigliato l’Hokage.

    -Ho compreso il vostro discorso, Hokage...-

    Non ci riuscì. Quelle parole uscirono dalle sue labbra improvvisamente. Senza nemmeno rendersene conto. Con il capo annuì solamente, chiudendo per qualche istante gli occhi.
    Poco dopo, come consigliato dall’Hokage, avrebbe lasciato il suo ufficio questa volta senza fiatare nemmeno una parola. Una volta uscita, non avrebbe lasciato subito il palazzo, restando all’interno di quel corridoio ancora davanti alla porta del capo villaggio, guardando in un punto imprecisato del pavimento in legno.

    §Io mi fido dell'Hokage...§

    Ma al contempo avrebbe voluto fidarsi anche del genin della sabbia, sperando di non aver nessun risvolto negativo per il Team 1.
     
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    Comparve nella sua stanza di villa Horikawa e si gettò sul letto senza svestirsi, affamato ma troppo stanco per informare qualcuno del suo ritorno. Troppo stanco anche per ripensare a tutto ciò che era successo.
    Formalmente, la missione era terminata non più di istante prima, ma probabilmente le ripercussioni si sarebbero fatte sentire ancora a lungo. Quel pensiero gli provocò un'ultima scarica d'eccitazione, prima di accompagnarlo gentilmente verso il sonno.

    Il mattino arrivò tardi, per lui. Si svegliò dopo le 11:00, chiamò i servitori che gli prepararono un bagno e la colazione, salutò la sua famiglia adottiva e disse loro sorridendo che sì, stava bene: la solita missione, senza merito né infamia, mentì. Ci credettero. Si sentiva troppo distante quel giorno per riuscire a mentire bene come al solito ma lo fece comunque. Non voleva dover spiegare cosa era successo, avrebbe voluto tenere tutto quanto per sé stesso. Ma a qualcuno era tenuto a dirlo, per una questione di dovere, più che di necessità. Sbuffò: perché aveva scelto quella carriera? Poi se ne ricordò e fu costretto a pensare ad altro.

    Una settmana dopo...

    - Cosa? Non sei ancora andato a fare rapporto? Gli chiese sbalordito Takashi, uno dei suoi compagni del club di giardinaggio, un ragazzino più giovane di lui che da qualche settimana aveva cominciato a seguirlo ovunque. Aveva deciso di fare un salto al club dato che per un po' di tempo non era riuscito a frequentarlo, per un motivo o per un altro, e aveva bisogno di fare provviste per i suoi veleni.
    Aveva trovato Takashi intento a sezionare un rametto di abro. Anche lui voleva fare il ninja, ma era ancora uno studente - Devi farlo entro oggi alle 14:30 o potrebbero scattare delle sanzioni! C'è scritto così sul manuale.
    Con un sorriso gli disse che ok, l'avrebbe fatto. Forse era tempo di liberarsi di lui. Alzò lo sguardo: 14:10.

    Uscì dal club senza salutare Takashi e si diresse all'amministrazione del Villaggio della Foglia. Prese la via più lunga: alla fine aveva ancora un quarto d'ora, giusto?
    Fu soltanto camminando che realizzò che i suoni delle strade erano completamente ovattati e i volti della gente indistinguibili: era questo lo scotto che aveva dovuto pagare per tutta l'adrenalina dei giorni precedenti? Adesso tutto gli sarebbe parso spento e monotono? Magari era solo questione di tempo...

    All'accettazione, disse che era lì per fare rapporto su una missione di grado D ma che c'erano state delle complicazioni. Lo fecero accomodare, dissero che doveva prendere il numero e aspettare lì. Non gli piaceva l'odore di quel posto: troppe scartoffie.
    Dopo qualche minuto gli comunicarono che avrebbe dovuto parlare direttamente con il Kage. Tirò su col naso e si schioccò il dito medio: quella giornata non sarebbe finita tanto presto.
    Salì le scale e arrivò all'ultimo piano, poi bussò alla porta che gli avevano detto.

    Chakra: 40/40
    Vitalità: 13.5/13.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  475
    Resistenza: 375
    Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///

    Abilità: Recitazione


    Edited by Alkaid69 - 9/11/2017, 15:31
     
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    Conclusioni Positive


    E l'arrivo di Kunihiro



    Annuì una sola volta alle parole di Asami, col volto ormai ingentilito.

    Grazie Asami, ti farò sapere la data di partenza con qualche giorno d’anticipo.

    E la lasciò uscire dall’ufficio senza aggiungere altro.

    [Ruolata ambientata prima degli aventi de “Il Drago e l’Oni]

    Quando suonarono alla porta non era in ufficio come suo solito, era impegnato negli allenamenti giornalieri che faceva generalmente al mattino, cosa che lo aiutava a svegliarsi e che di sicuro non sarebbe riuscito a fare dopo una giornata di lavoro.
    Al suo ingresso infatti Kunihiro l’avrebbe trovato in borghese, con dei pantaloni che arrivavano poco sopra il ginocchio ed una maglia a maniche corte di cotone con sopra delle nuvole, pareva essere stata disegnata con una bomboletta.

    Buongiorno.

    Salutò senza troppi fronzoli mentre si tamponava per l’ultima volta il viso prima di lasciar cadere l’asciugamano in un apposito cestino, l’unico indizio che da qualche parte c’era una palestra.
    Mise i gomiti sulla scrivania e dopo aver intrecciato le mani tra loro vi si sporse.

    Dimmi pure.

    Dopotutto non aveva la più pallida idea di perché il ragazzo avesse chiesto un appuntamento.
     
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