Il Secondo Ritorno di Jōsuke Yamanaka

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    Il Secondo Ritorno di Jōsuke Yamanaka


    Indicazioni Stradali



    Quel giorno i cancelli di ingresso del villaggio della Foglia erano molto affollati. Tra la calca di gente, tutta vogliosa di entrare, si poteva percepire uno spirito di impazienza unita alla gioia. Il mio.

    Il viaggio dalla tenuta degli Īdajo non era stato molto lungo ma Sadayo e Kohi vollero comunque darmi qualche provvista. Sono debitore a loro per tutte le cure che hanno avuto per me in questi sei anni, ma da quando riaprì gli occhi non potevo non chiedermi ogni volta da dove derivassero tutte queste attenzioni. Nel “breve” tempo nel quale ho fatto la loro conoscenza mi sono sembrate persone meravigliose, l’idea che fossero mossi da una naturale generosità era la più plausibile ma talvolta non riuscivo a pensare che ci fosse qualcosa di più, come se la loro percezione verso di me fosse stata la stessa che io avevo verso di loro. Una sorgente irrefrenabile di emozioni che ci aiutarono a stabilire questo legame, misterioso e irrefrenabile.
    Il mio fisico era ovviamente più debole nonostante le cure ed anche quel piccolo spostamento fece sentire la sua discreta fatica.
    Fortuna che Sadayo mi ha dato uno dei suoi dorayaki!
    Affondare i denti in qualcosa di buono è sempre un piacere unico, ma nonostante la squisitezza del mio spuntino non riuscivo ancora a togliermi un retrogusto amaro che avevo fin da quando mi ero svegliato. Che fine avevano fatto i miei genitori? Perché non si erano mai presentati? Gli Īdajo mi avevano detto che ogni tanto si presentava uno shinobi accademico per utilizzare qualche tecnica di cura, ma mai avevano visto venire a trovarmi qualcuno della mia famiglia. Per sei anni Sadayo e Kohi sono stati la mia, silenziosa, famiglia.
    Come se non bastasse, a questi pensieri si alternavano altri che mi facevano dubitare di essere stato in coma per tutto questo tempo. Riuscivo a ricordare i lineamenti dei mie genitore, immaginare come sarebbero invecchiati in questi sei anni come se effettivamente gli avessi visti con i miei occhi. Era un continuo alternarsi da tristezza da distacco a sollevamento per averli incontrati, anche se realmente un incontro non c’era ancora stato.

    Finalmente arrivò il mio turno ed il guardiano, notando il coprifronte portante il simbolo del villaggio della Foglia fu incline a farmi ben poche domande. Si limitò a chiedere il mio nome.
    Jōsuke Yamanaka, anzi Jōsuke Yamanaka Īdajo. Sono tornato a casa.
    Quel che non riuscì a comprendere al momento fu che il guardiano probabilmente aveva già sentito quel nome e che quindi il mio ingresso fu garantito senza alcun problema.
    Per me era del tutto normale, uno shinobi era tornato a casa dopo tanto tempo. Per quale motivo non avrebbero dovuto farmi tornare a casa?
    Konoha era come ricordavo e come avevo sempre sognato di vederla nuovamente. Il Paese del Fuoco era fortunato ad avere come sede principale questo villaggio. Le persone si muovevano con un fare fiero e, allo stesso tempo, gentile. Anche io mi sentivo parte di questo mondo, di questo modo di essere ma sentivo che al momento non ci sarei riuscito. Non potevo accorgermene, dopo un blackout di sei anni alcune cose vengono dimenticate anche se riguardano se stessi.
    Mi diressi subito alle mie vecchie residenze. La strada era perfetta, magari non il massimo della pulizia in alcuni punti, ma era la strada verso la mia casa. O verso la mia seconda casa? Mi fermai un momento, con la testa racchiusa tra le mani. Perché stavo dubitando che quella fosse casa mia? Perché provavo una felicità immensa ad essere finalmente entrato nel mio villaggio ed un secondo dopo ero vuoto?
    Ci misi molto più tempo del dovuto ad arrivare. Mi meravigliavo con poco, bastava che passasse un gatto per mettermi ad ammirarlo ed apprezzare quanto fossero belli i gatti del Paese del Fuoco. Oppure, dopo qualche curva incontrarne un altro per constatare che non stessi provando le stesse emozioni provate al gatto precedente. Forse non era solamente una questione di bellezza estetica di gatti, forse c’era qualcosa sotto. Ma, allora, non ne avevo la più pallida idea.
    Il quartiere Yamanaka si fondeva tra la vita frenetica e pimpante dei mercati al silenzio della contemplazione. Quella fu una sensazione troppo forte per essere ignorata.
    Ma asciugai una piccola lacrima che era caduta per l’emozione, fece un grosso respiro e bussai alla porta che fino a sei anni prima avevo varcato come uno dei più naturali gesti.
    Dopo una manciata di interminabili secondi qualcuno aprì la porta. Non riuscì a riconoscere la figura che era davanti a me. Colpa del coma? Non ne fui molto felice, forse mi ero immaginato per troppo tempo di ritrovare il volto di mia madre ricco di emozioni e gioia.
    Salve questa è la residenza di Fumio e Tsuya Yamanaka. Posso esserle utile?
    Il volto mi era ancora sconosciuto, ma quella voce forse l’avevo già sentita da qualche parte. Non riuscivo ad aprirmi a quel misto di sensazioni che provavo. Quel che venne fuori fu una lieve frase quasi balbettata.
    S-sì! Li sto cercando. Dove posso t-trovarli?
    Mi dispiace, ma Fumio e Tsuya sono in missione con loro figlio. Sono partiti qualche mese fa, non ricordo la direzione al momento...
    Il vuoto. Quella persona davanti avrebbe avuto una dimostrazione di quanto uno sguardo umano, a volte, possa trasmettere la totale assenza di reazioni. Cosa intendeva con loro figlio? Ero io loro figlio? Sì, eppure non ero in missione con loro. La mano destra iniziò nervosamente a tremare, adesso le emozioni arrivavano e come. Vedendo quanto mi avesse spiazzato la sua risposta quell’uomo non poté che cercare di darmi una piccola ancora di salvezza.
    Forse in Amministrazione potrai trovare qualche informazione in più. Lì hanno i registri delle missioni.
    Quel che diceva aveva senso. Il mio entusiasmo ormai del tutto spento aveva fatto spazio ad un pesante senso di disorientamento. Sì, sarei andato in Amministrazione per chiarire questo fatto, ma poi sarei tornato a casa mia e mi sarei fatto spiegare di più su questa faccenda. Ringraziai con un cenno della testa l’uomo e mi morsi le labbra per non riuscire a trovare la forza per ottenere più risposte. L’immagine di vederlo rientrare fu accompagnata dal rimbombare della sua voce nella mia testa. Perché qualcosa dentro di me mi stava dicendo che lo avevo già incontrato?
    Feci qualche passo sforzandomi ancora di più di riuscire a capire se ero sempre in coma e stavo sognando o se tutto quello che era successo era vero. Fu dopo qualche metro che mi accorsi di non ricordare affatto dove si potesse trovare l’Amministrazione.
    Mi voltai freneticamente attorno per poi venire attratto da due figure alte e robuste. Da come camminavano vicini, dai gesti e parole che si scambiavano si riusciva a capire un legame forte. Feci un altro respiro per cercare di scacciare i brutti pensieri, mi armai del miglior sorriso che potessi mostrare e mi diressi verso di loro.
    Salve! Scusate, vorrei sapere dove...
    I miei due nuovi interlocutori non avrebbero avuto difficoltà a notare che dal vivace sorriso che li aveva accolti la mia espressione si era presto mutata in qualcosa di primitivo e passivo. Lo stesso effetto che cancellando un disegno da un foglio di carta bianco.
    ... si trova l’Amministrazione?
    In cuor mio, speravo che i due mi ci accompagnassero. Avevo forse l’aspetto di un diciannovenne, magari un po’ più basso della media... nettamente più basso della media, ma sicuramente qualcosa di me era ancora infantile. Accennai un goffo inchino, dopotutto quei due sembravano un po' più grandi ed esperti di me.
     
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    Il ... Ritorno?


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    Una giornata libera, non succedeva da tanto. Il mio turno alle mura era coperto ed avevo approfittato di quell'effimero momento di liberà per trascorrere un sereno momento coi miei fratelli, o almeno così speravo.
    Non stupitevi, non ci sono ulteriori misteri di sangue emersi ultimamente che hanno svelato un mio ennesimo legame di parentela con un ninja fino a quel momento sconosciuto, sto parlando di Oda e Kotei. Come altro avrei potuto oramai definire il bianco lupo?
    Era oramai molto tempo che non mi prendevo del tempo per stare con Oda, ultimamente la mia volontà di cercare di formare una squadra per affrontare Cantha mi aveva condotto spesso fuori dal villaggio ed avevo, per mia colpa, trascurato quindi mio fratello. Non solo, c'era qualcos'altro che non mi convinceva nei suoi modi di fare: nonostante percepissi con lui un legame ancora molto forte, sembrava che mi nascondesse qualcosa. Ogni tanto coglievo un suo fugace sguardo preoccupato nella mia direzione, molteplici piccoli gesti che sembravano voler controllare che quello che stavo facendo era normale.
    Non potevo biasimarlo, il mio rapimento da parte dell'impero di Giada non era stato facile per lui, non mi aveva voluto neanche dire cosa avesse fatto nel lungo periodo della mia prigionia, ma sapevo che era quello alla base del suo strano comportamento nei miei confronti.
    Ma questa è una storia per un altro momento, non è di me che oggi parliamo, bensì di un curioso nuovo elemento dall'aspetto peculiare.
    Lo sentii chiamare me ed miei fratelli mentre andavamo a prendere del ramen, nel tentativo di ricercare la normalità, una voce delicata, quasi femminile, o forse più simile a quella di un bambino? MI voltai e posai per la prima volta gli occhi su Jōsuke, anche se ancora non sapevo che quello era il suo nome.
    Mi ricordo che la prima cosa che pensai fosse dal punto di vista medico: doveva essere un ragazzo di circa diciannove anni, ma il suo corpo era esile, troppo esile. Bassa statura, polsi e caviglie fini, sotto i vestiti sembrava che le ossa fossero coperte da soltanto un lieve strato di muscoli, tuttavia la cosa che più mi colpì fu il volto: lindo ed infantile. Chi riusciva ad arrivare a quell'età con tanta spensieratezza in un mondo del genere?
    Il sorriso con cui ci aveva inizialmente approcciato durò ben poco, venendo presto sostituito da un'espressione vacua, confusa, come se si fosse dimenticato il motivo della sua richiesta a metà della stessa.
    In effetti la domanda stessa era piuttosto peculiare, perché mi chiedete? Beh per due principali motivi, il ragazzo portava su di sé il coprifronte della foglia, quindi doveva essere un ninja della foglia, idea confermata anche dal secondo punto: il fatto che lo avessi già visto.
    Non potevo di certo dire di conoscerlo, tuttavia avevo trascorso un periodo come Consigliere al villaggio della foglia ed ero certo di aver visto la sua foto tra le varie schede degli shinobi del villaggio, anche se non me lo ricordavo, appunto, così esile.
    Stai bene? Chiesi d'istinto. Io sono Sho Saitama Kagome, questi sono mio fratello Oda e Kotei. Mi voltai quindi verso mio fratello, guardandolo negli occhi così da fargli capire che qualcosa nel ragazzo non quadrava e che probabilmente avrebbe avuto bisogno di noi, anche se significava sacrificare il ramen. Ti possiamo accompagnare noi in amministrazione, ma lascia che ti chieda una cosa: com'è che non sai dove si trova? Il coprifronte che porti testimonia la tua appartenenza a questo posto.
     
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    Il Ri-RItorno


    Post I


    Avevo accolto con piacere l'invito di Sho a passare un po' di tempo insieme, ma non solo per poter passare del tempo con lui. Ero più interessato a tenerlo d'occhio, in modo da poter prendere nota di eventuali cambi di comportamento fuori da situazioni istituzionali. In definitiva ero anche contento che Kotei fosse lì con noi, speravo che il lupo potesse essere un aiuto nel tenere sotto controllo mio fratello.

    Avevo notato che i miei poteri da sensitivo si erano leggermente evoluti, soprattutto dopo che ero entrato in contatto con l'anima di quello Yamanaka defunto ed avevo aiutato Yokai a non morire, anche se forse sarebbe più corretto dire che lo avevo aiutato a tornare in vita. In pratica non percepivo più solo il chakra, ma in qualche modo percepivo una "presenza" insieme al chakra, forse potevo affermare che quello che percepivo era la forma del chakra di un individuo, io lo chiamavo "Spirito Guardiano".

    Mio fratello era accompagnato da un uomo dai capelli lunghi e viola, indossava abiti meravigliosi e alcuni gioielli, in particolare due orecchini d'oro e alcune collane che arrivavano fino al petto. La cosa che più colpiva era il suo sguardo fiero, come se i suoi occhi vedessero il futuro e tutte le strade per arrivarci. Aveva un sorriso felice e trasmetteva un'aura rassicurante e incoraggiante. Aveva l'aspetto di un grande politico, forse un condottiero, data la spada in vita. Kotei invece era accompagnato da un lupo dal manto celeste e con una coroncina con un pietra incastonata sulla testa, e non dissimile da un terzo occhio. Era truccato secondo qualche antica tradizione a me sconosciuta.La cosa mi avrebbe gasato in maniera pazzesca, se non fossi stato così in ansia per la possibile "attivazione" di mio fratello.

    Forse bastava una parola in codice? Avevo provato varie combinazioni da quando era tornato, ma nessuna sembrava funzionare: "Lupo di Giada", "Per Cantha", "Apriti Serraglio" e molte altre.
    Dal nulla un ragazzino chiese indicazioni, interrompendo il mio flusso mentale.

    Il ragazzino era magro, possedeva una riserva ridotta di chakra, probabilmente era uno studente dell'accademia. Fui incuriosito dall'aspetto del suo Spirito Guardiano: era un volatile, probabilmente un rapace visti gli artigli, ma gli mancava la testa e l'ala sinistra. La creatura sembrava come essere fatta di vetro, era infatti coperta di fratture e spaccature. Cosa poteva significare?
    Ei, ciao.
    Aggiunsi con tono impacciato. Il ragazzo sembrava perdere contatto con la realtà dopo poche parole. Come se cercasse di terminare una frase iniziata da un altro.
    Per fortuna che dal quartiere Yamanaka all'Amministrazione ci vuole poco.
    Dissi, questa volta rivolto a mio fratello. Ero sollevato che potesse avere ancora gesti altruistici come quello... o forse era una complessa macchinazione del soldato di Shiro? FORSE ERA QUELLA LA PAROLA? Magari avrei provato a sussurrargliela durante la notte.


    Edited by Ryose - 23/7/2020, 14:11
     
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    Il Secondo Ritorno di Jōsuke Yamanaka


    I Fratelli Yosō Gēmu


    Non mi sarei mai aspettato che quell’incontro casuale mi avrebbe portato alla conoscenza di due shinobi così illustri del villaggio. I due fratelli Saitama possedevano una un’unica capacità di intesa e vicinanza che all’epoca mi era sconosciuta e, francamente, passata del tutto inosservata. Non potevo ricordarmi con certezza cosa volesse dire appartenere ad una famiglia, ma quei due mi trasmettevano la stessa atmosfera di normalità che ricordavo. Che desideravo, avevo desiderato, avrei avuto od avevo già? Sicuramente questi pensieri si erano generati per il desiderio di rivedere i miei cari, ma qualcosa dentro di me fece scattare quella sensazione d’anticipo come se fosse già successo recentemente.
    La mia attenzione si spostò in seguito su Kotei. Le capacità di osservazione in passato non mi erano mai mancate ma, caspita, non notare un lupo bianco di quelle dimensioni tutt’oggi mi riempie di imbarazzo. Anch’esso si muoveva con naturalezza e disinvoltura accanto al duo, non riuscì a fermare l’entusiasmo nel vedere una tale meraviglia. Lo stupore mi irrigidì per qualche secondo, dando tempo al trio di raggiungermi, per poi scemare in un’emozione simile a quelle che avevo avuto qualche istante prima. Avevo già visto tutte queste cose? Eppure non riuscivo a ricordare di aver già incontrato Sho, Oda e Kotei.
    Sì sto bene, grazie!
    Sorrisi. Il popolo della Foglia era sempre stato amichevole tra di loro, addirittura Sho si era preoccupato nel vedermi. Beh, sfido chiunque dopo sei anni di coma a ritrovarsi in splendida forma ma finalmente ero in piedi e tanto mi bastava per stare “bene”. Sul momento, però, non collegai subito la sua premura verso le mie condizioni supposi solo una suo buona educazione.
    E voi come state?
    Poi, realizzai. Finalmente.
    Ah! No! E’ che... non sono stato molto bene ultimamente...
    Non avrei sicuramente tediato con la mia storia quelle persone che si erano gentilmente fermate ad ascoltarmi.
    Lieto di fare la vostra conoscenza! Io sono Jōsuke Yamanaka Īdajo.
    Cercai di sorridere a tutti, esitai solo con Kotei. Non volevo mostrare le zanne o guardarlo negli occhi in segno di sfida. Rimasi a studiare questo mio comportamento per qualche istante. Dal mio ingresso avevo avuto questa serie di sensazioni contrastanti e, se le prime erano passate inosservate, adesso ero diventato più attento e pronto ad ascoltarmi. Dopodiché Sho fece un’acuta osservazione che mi lasciò un’aria perplessa per tutta la durata della mia risposta.
    Io, non penso di esserci mai stato? Cioè, so dove si trova…. No! Non so dove si trova ma… probabilmente i miei genitori ci sono stati molte volte.
    Feci una breve pausa per riordinare i miei pensieri. Ancora una volta sentivo che non riuscivo ad avere un pensiero ben preciso su un argomento.
    E’ che è da tanto tempo che non torno a Konoha. Sono un po’ arrugginito!
    La situazione mi fece spontaneamente sorridere. Ero arrugginito sì, mi sembrava di essere nuovamente nuovo nel mondo e la cosa per un certo verso mi sembrava buffa. Stavo cercando di guadagnarmi un nuovo inizio, trovare l'Amministrazione e capire dove si trovavano i miei genitori era proprio il primo passo.
    Vi ringrazio molto. Sono sicuro che una volta lì mi renderò conto della stupidità della mia richiesta ma… adesso non mi viene proprio in mente… eheheheheh!

    [...]



    Il più giovane dei Saitama aveva ragione: il quartiere Yamanaka era vicino all’Amministrazione e la strada era facilmente collegata. Da vari punti durante il percorso si poteva già intravedere l’edificio ma questo non potevo saperlo. O meglio, non potevo ricordarlo.
    Il viaggio fu tranquillo anche se il trio avrebbe potuto notare qualche mio atteggiamento insolito. Varie cose sembravano stupirmi durante il cammino ed altrettante, anche simili a quelle di prima, sembravano non sortire alcun effetto.
    Una volta davanti all’Amministrazione, seppi già cosa fare. Mi lanciai all’interno dell’edificio mosso dalla voglia di scoperta che fino a quel momento avevo soppresso. Non sapevo bene cosa fare, adesso che ero al suo interno mi ricordai che una volta mi padre mi ci portò ma fu molto tempo fa e tanto era cambiato.
    La mia rocambolesca corsa fu però interrotta da due figure imponenti, almeno per me, che si erano prontamente precipitate verso di me, vedendomi entrare di corsa. Una degna prontezza di riflessi, quel che ci si aspetta dai luoghi importanti del villaggio.



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    E tu dove vorresti andare ragazzino?
    Il primo, che era sulla sinistra, aveva una voce profonda ed un lieve ghigno insieme ad un pettinato paio di baffi spezzavano la linearità delle sue labbra.
    Possiamo fare qualcosa per aiutarti? Ehehehehehehehe… MUAHAHAHAHAHAH!
    Quest’ultimo sembrava il perfetto opposto del suo compare. Voce rauca e prepotente e dei lunghi capelli raccolti aumentavano ancora di più la sua altezza.
    S-salve! Vorrei accedere a dei registri delle missioni per… ehm… c-controllare se...
    Ehi! Ma quelli sono Sho ed Oda!
    Che ci fate qua fuori? Questo ragazzetto è con voi?
    I due Saitama avrebbero potuto riconoscere i fratelli Yosō Gēmu, famosi per detenere il record di sostituzioni fatte al personale dell’Amministrazione senza mai essere stati ancora assunti. Il loro era un calvario che durava da anni, il loro lavoro sulla carta era semplice anche se richiedeva dedizione e concentrazione ma il loro strafare e cercare di farsi notare aveva sempre combinato guai che avevano aumentato i tempi burocratici. Insomma, ci mettevano passione ma la gestivano male e per questo il tanto agognato posto fisso sarebbe rimasto ancora un lontano miraggio.
    Si rivolsero ai due Saitama con una sorprendente confidenza, anche se forse si erano visti poche volte ed altrettante poche volte avevano scambiato parola. Non è che i due fratelli fannulloni avevano appena incontrato i loro idoli?
    I fratelli Yosō Gēmu si scambiarono un chiaro sguardo d'intesa e Ai, il più piccolo, mi prese goffamente per una spalla trascinandomi alla sua scrivania. Ronri, il più grande, fece cenno ai due Saitama di entrare.
    Prego fratelli Saitama entrate! Abbiamo delle importanti questioni da sottoporvi! Ahahahahahahah… Aaaaaaah… MUAHAHAHAHAHAH
    Una volta entrati, Sho, Oda e Kotei avrebbero potuto sincerarsi che io ero stato solamente fatto accomodare alla scrivania di Ai. Il gesto repentino ed il loro modo di parlare avrebbero potuto far interpretare questi gesti come degli attacchi ma, sotto sotto, tutti sapevano che i due fratelli Yosō Gēmu erano due bravi ragazzi. Tutti tranne me, ovviamente. La mia espressione era un misto tra paura e confusione.
    I-io vorrei vedere i registri delle ultime missioni… per favore.
    Sentito fratelli Saitama?!
    Al pronunciare del proprio cognome i due fratelli Saitama avrebbero potuto sentire un effetto sonoro come una trombetta da festeggiamento. Da dove provenisse, un mistero. Forse era tutta l’enfasi della loro ammirazione che produceva questo effetto?
    Che ne dite di affrontare le nostre prove per soddisfare la richiesta di questo ragazzo?
    Ma i-io veramente volevo solo...
    IL SUO DESTINO E’ NELLE VOSTRE SAGGE E FORTI MANI!
    Ma anche nelle vostre menti! Ahahahahahahaha… Aaaaaaah!
    EHEHEHEHEHEHEHEH
    Si poteva chiaramente percepire la forzatura di queste pseudo risate malvagie, in quel momento però io pregavo che tutto questo fosse solamente una piccola recita. Ero tornato da poco al Villaggio della Foglia e, per certi aspetti, era diverso da come l'avevo lasciato. Mai però avevo in mente un ricordo con così tanta stravaganza.

    Ronri si allontanò un attimo per poi fermarsi all’entrata di una stanza completamente buia. La luce sembrava fermarsi alla soglia, senza andare a sporcare le pareti della stanza. Si voltò e si rivolse ad Oda.
    Oda Saitama (*suono di trombette*)! Questa sfida è per te!
    Il particolare tizio svanì una volta varcato l’ingresso. Avrebbe atteso dall’altro lato l’entrata dello Yamanaka. Una volta varcata la soglia, Oda avrebbe potuto sentire la voce di Ronri rimbombare nella mente, come se fosse sotto l’effetto di una tecnica a lui molto conosciuta.
    In questa stanza buia le tue doti intellettuali verrano messe alla prova! Aaaaaah Aahahahahaahah! Non lo puoi vedere ad occhio nudo, ma davanti a te ci sono quaranta pergamene, tutte fuori dai loro rotoli ed impilate una sopra l’altra. Ognuna di esse ha un lato bianco ed uno scritto. Dieci di tra queste hanno il lato bianco rivolto verso l’alto, le restanti trenta lo hanno verso il basso. Il tuo compito è quello di uscire dalla stanza con due pile di pergamene contenenti lo stesso numero di pergamene con il lato bianco rivolto verso l’alto! Ahahahaahahaha Aaaaaaaah! Questa è la mia tecnica di sicurezza suprema! Con questa qua sarà direttamente l’Hokage in persona ad assumermi senza più sostituzioni!
    Con le sue doti da sensitivo Yamanaka, Oda avrebbe potuto percepire delle piccole manifestazioni di chakra nella pila di pergamene davanti. Avrebbe potuto constatare che effettivamente erano dieci come Ronri gli aveva detto ma non sarebbe stato in grado di percepire con assoluta precisione la posizione nella pila. Una volta toccate le pergamene però, le foti di chakra sarebbero svanite, lasciando così nessuna informazione sulla loro eventuale posizione.

    Qualche istante dopo l’incamminarsi di Oda verso la stanza di Ronri anche il fratello minore avrebbe attirato l’attenzione del restante fratello Saitama. Prima di proferire parola si guardò nervosamente attorno, mi diede un’occhiata sospetta per poi recuperare uno scrigno da sotto la sua scrivania. Si mise l’oggetto sotto l’ascella guardandosi nuovamente attorno e sincerandosi che solo i presenti avessero visto questo suo gesto.
    Ora, Sho Saitama (*suono di trombette*), se vuoi gentilmente seguirmi! Eheheehehehehehe… MUAHAHAHAHAHAHAH!
    Avrebbe quindi fatto strada a Sho e Kotei in una stanzetta poco più distante. Dalla mia seduta ero in grado di intravedere la coda bianca di Kotei ma dopo pochi secondi il loro ingresso, Ari chiuse violentemente la porta.
    Abbiamo aspettato molto il vostro arrivo perché avevamo bisogno di qualcuno come voi per queste nostre sfide.
    Fece un disteso respiro, come se volesse trovare il coraggio di dire una cosa molto importante e pesante.
    Il fatto è che… Saitama-san (*suono di trombette*), io… io mi sono innamorato!
    I suoi occhi iniziarono a brillare vivi di sentimento. O stava dicendo la verità o sapeva fingere molto bene.
    Lei è magnifica e bellissima! Ma… proviene da una famiglia di assassini del villaggio della Nebbia! La sua famiglia non approverebbe mai il nostro amore! Così ho ideato un metodo geniale per scambiarci le nostre lettere… piccantelle! Ho fatto una bellissima figura con lei a sembrare un tipo sveglio ed intelligente, solo che ho fatto qualche errore di calcolo e adesso non so come fare! Ho fatto realizzare due scrigni, uno è questo che ho tra le mani. Ne ho uno io e anche lei ne ha uno identico.
    Sho avrebbe potuto vedere uno scrigno di mediopiccole dimensioni di buona fattura con un lucchetto argentato adibito alla sua chiusura.
    Questo lucchetto, se spezzato è in grado di distruggere il contenuto dello scrigno, solo la sua chiave è in grado di aprirlo! Chiave che possiedo solamente io… Anche la mia amata possiede lo stesso lucchetto e lei possiede solamente la chiave per aprire il suo. Adesso però è passato molto tempo e credo che lei voglia spedirmi il suo scrigno contenente un suo messaggio! Il problema è che sarà chiuso dal suo lucchetto! Muoio dalla voglia di leggerlo ma non so come fare! Puoi aiutarci Sho Saitama (*suono di trombette*)?
    Ari fece qualche passo indietro appoggiandosi ad un tavolo.
    Lo so che può sembrarti bizzarro, ma non possiamo rischiare che qualcuno legga le nostre lettere! Chissà cosa potrà succedermi se un membro della sua famiglia leggesse qualcosa! Oppure potrebbe essere direttamente l’Inquisitore di Kiri a leggere le nostre comunicazioni, quel pervertito!
    Se Sho avesse fatto affidamento sui sensi di Kotei, quest'ultimo sarebbe stato in grado di percepire un aroma floreale provenire dallo scrigno di Ai, segno che magari un reale tocco femminile era entrato in contatto con l'oggetto.

    Nel frattempo, nella solitudine generatasi dal precdente baccano io ero rimasto solo, sconcertato e seduto. Fino a qualche minuto fa, anche se con qualche acciacco e comportamento strano potevo affermare di essermi svegliato dal mio lungo riposo… adesso… sembrava tutto così fantasioso.

     
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    Il Ri-RItorno


    Post II


    Meravigliosamente
    Risposi allo smemorato con un tono incredulo, ma la verità è che il fatto che quel ragazzo avesse preso le domande di Sho per semplici convenevoli mi aveva fatto andare in cortocircuito il cervello, quest'ultimo per sicurezza aveva scelto di interrompere ogni elaborazione prima di ritrovarsi in una situazione ben peggiore. Il risultato era che avevo accompagnato Josuke, Sho e Kotei in silenzio, chiedendomi se quel momento di poco prima fosse stato una sorta di premonizione che voleva avvertimi di un pericolo imminente...

    Giungemmo rapidamente all'Amministrazione, dove Josuke si lanciò dentro senza aspettare. Avevamo forse portato una spia dritta in Amministrazione?
    Nah, probabilmente era soltanto impaziente di parlarre con qualche burocrate, cosa che lo rendeva ancora più sospetto... anche se non percepivo malvagità provenire dal ragazzo. Oh insomma, mi stava simpatico, sembrava solo un po' imbranato.
    Fu fermato da due energumeni che riconobbi come i fratelli Yosō Gēmu, i poveracci erano servitori fedeli della Foglia, ma non erano mai stati assunti per il loro eccessivo zelo.
    Certo che Raizen, potrebbe dargli la pace del posto fisso... magari se non avessero più niente da dimostrare si impegnerebbero in una maniera più... normale.

    I due energumeni si scambiarono sguardi da far impallidire qualsiasi truffatore o malfattore, sembravano quasi due maniaci. Non persero tempo, il più giovane fece accomodare Josuke, seppur con modi non molto cordiali, mentre l'altro cominciava ad intontirci con le sue chiacchiere.

    Sapevo perfettamente che stavano per proporci un qualche indovinello o un giochino da bar, di quelli in cui ti giochi qualche bevuta. Sapevo perfettamente che non aveva alcuna importanza che io e Sho accettassimo le loro proposte, soprattutto dato il grado e la posizione di Sho, ma sapevo perfettamente che sarei riuscito a svagarmi un po' e che Sho si sarebbe arrabbiato da matti a perdere tempo con quei due. O almeno speravo, la sua reazione mi avrebbe fatto capire molto sul livello di lavaggio mentale operato da Shiro.
    Accettiamo la sfida, e se perdiamo Sho vi paga da bere!
    Caricare un po' la posta in palio era quasi sempre una buona idea.

    Ronri mi portò all'ingresso di una stanza contenente quaranta pergamene, di cui solo dieci erano girate in modo da mostrare il lato non scritto. Il precario amministrativo mi chiedeva di uscire dalla sala, completamente buia, con due pile di pergamene contenenti le stesse pergamene con la faccia bianca verso l'alto.

    Cercai di scrutare nel buio, ma seppur sforzandomi al massimo, il buio sembrava impenetrabile. Iniziai a muovere le mani al buio, con movimenti attenti fino a toccare le pergamene.
    Le accarezzai una per una, mentre le sfogliavo con un dito, cercando di rilevare differenze al tatto. Le mie abilità da sensitivo mi indicavano alcune pergamene diverse dalle altre, ma una volta toccata la pila quella sensazione era svanita.
    Potevano esserci due possibilità, o Ronri aveva usato qualche Genjutsu su quelle pergamene, in quel caso qualsiasi scelta avessi fatto avrebbe portato ad un sicuro fallimento, perchè non potevo più sapere quali potevano essere alterate e quali no e, magari, per lui era perfettamente possibile modificare l'aspetto delle pergamene senza alcun problema.
    Dovevo fidarmi del fatto che Ronri non barasse, continuai a riflettere mentre sfogliavo la pila.
    Ok, non deve essere così difficile, se divido la pila in due pile uguali... ok, le dieci buone potrebbero rimanere tutte da una parte. Allora so che le pergamene buone sono solo dieci e devo uscre con due pile con lo stesso numero. Quindi sicuramente ne devo prendere almeno cinque, perchè con meno non avrei mai la possibilità di avere lo stesso numero da una parte o dall'altra.
    Presi cinque fogli dalla cima dalla prima pila, posizionandoli ordinatamente in una seconda pila.
    Certo, dovrei essere veramente fortunato per averne prese esattamente cinque e tutte e cinque con il lato scritto verso il basso... se ne prendessi sei potrei averne prese sei con il lato bianco verso l'alto e quindi rimanere con solo quattro pergamene nell'altra pila...
    Curiosamente, la somma totale dei fogli con la faccia bianca verso l'alto era sempre di dieci.
    Se prendessi dieci fogli, potrei aver preso tutti e dieci i fogli bianchi, nel qual caso non ne avrei nessuno nell'altra pila... oppure potrei averne zero nella seconda pila e tutti e dieci di là.
    Sembrava non esserci soluzione, non avevo alcun modo per capire quali fossero i fogli voltati correttamente, ma forse non ne avevo bisogno. Aggiunsi altri 5 fogli alla seconda pila, quindi ribaltai tutti e dieci i fogli. In quel modo i fogli che prima erano bianchi, mostravano ora il lato scritto e viceversa.
    Se prendo dieci fogli dalla prima fila potrei aver preso tutti e dieci i bianchi. Ribaltandoli diventerebbero zero fogli bianchi nella seconda fila. Ora, avendo preso tutti i fogli bianchi dalla prima lista anche quest'ultima ha zero fogli bianchi. Se invece fossi stato fortunato e non avessi preso fogli bianchi, ribaltando la seconda pila, che era composta da soli fogli scritti, ora entrambe ne contengono dieci
    Feci due prove a mente ed il risultato che avevo trovato per i due casi limite sembrava estendersi bene anche per i vari casi intermedi e inoltre, mi proteggeva da un eventuale baro di Ronri. Perchè l'unico modo per non far funzionare il mio metodo era cambiare il numero di pergamene bianche in gioco fin dall'inizio, questo avrebbe reso la sua premessa non valida.
    Afferrai le due pile e uscii dalla stanza.
    Per te!
     
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4 replies since 8/7/2020, 21:40   118 views
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