Il culto dei demoni

[Addestramento Occhi demoniaci I e II. Allievo: Seinji Akuma]

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  1. Shu
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    Il culto dei demoni
    Presentazione



    Seinji era appena tornato dalla missione, e aveva ucciso il monaco. Aveva i suoi occhi, come richiesto, in una borsa.

    Non appena sarebbe tornato a casa avrebbe trovato lo stesso bambino che lo aveva incaricato di quella missione.

    Molto bene Seinji. Dammi quegli occhi e domani riuscirai ad entrare in contatto con il demone che c'è in te. Anche se non l'hai mai sentito sussurrarti all'orecchio potrai entrare anche tu in comunicazione con l'entità che ci fornisce i nostri poteri. Ora riposa. Domani sarà una giornata impegnativa.

    La mattina seguente l'Akuma avrebbe visto nuovamente quel bambino, solo in un'atmosfera meno cupa. I suoi occhi erano di un intenso blu scuro.

    Andiamo. E' tempo per la tua iniziazione. Lui ti ha scelto.

    I due sarebbero arrivati dentro il tempio dei demoni. Un'antica struttura, costruita dal fondatore degli Akuma. Si dice che il suo potere fosse talmente intenso che le sue creazioni fossero reali, e non mere illusioni. E che quel tempio fosse stato creato da lui, a testimoniare l'estensione del suo potere. [Nota: immaginala come una gigantesca struttura, simile ad un tempio giapponese ma con moltissimi elementi gotici. L'interno è simile a quello di una chiesa]

    Una cosa simile era impossibile per gli attuali Akuma, suoi discendenti, ma i loro poteri erano comunque impressionanti.

    Seinji sarebbe entrato nella navata principale. Guardando in alto e a lato, sui ballatoi, avrebbe potuto notare come essi fossero pieni di gente. Qualcuno lo avrebbe anche riconosciuto. Erano tutti i suoi parenti! Pareva che l'intero clan fosse li dentro.

    In fondo alla navata poté notare una struttura simile ad un prisma a base ottagonale. Sei dei lati (quelli più lontani) erano occupati da sei figure. Di fronte a loro, più vicino a Seinji, c'era una specie di sgabello.

    Il ragazzo disse a Seinji di inginocchiarsi e si unì alle altre figure, occupando il penultimo lato della struttura.

    Tutti i sette avrebbero parlato all'unisono, i loro occhi rossi come il fuoco, o come il sangue.

    Seinji Akuma, sei stato scelto per penetrare i misteri dei demoni. Non puoi più tornare indietro.

    Rinnegherai tutte le credenze che non si rifanno al nostro culto?

    Rinnegherai tutte le arti che non si rifanno al nostro culto?

    Abbraccerai il potere demoniaco?

    Gioirai dell'estasi che tale potere darà a te?

    Accoglierai dentro il te il demone e lo ascolterai?


    Era chiaro come doveva rispondere a queste domande. Era un semplice rituale. Non appena avesse risposto, dal saggio più vicino sarebbe emersa una figura, con lineamenti simili a quelli del saggio ma deformati, con delle orrende corna e una coda. La pelle era nera e gli occhi scarlatti. Questa figura infilò una mano artigliata dentro Seinji, e ne estrasse il cuore che strinse nella sua mano fino a farlo scoppiare. Avrebbe voluto credere che fosse tutta un'illusione, ma in realtà tutto era estremamente reale.

    Egli avrebbe avvertito un dolore incredibile, come se il cuore gli fosse scoppiato davvero, ma incredibilmente era ancora vivo.

    La figura tornò dentro al saggio, e un canto risuonò, cantato da tutti i presenti:

    Possa il suo cuore non cedere alle tentazioni del male!

    Un'altra figura sarebbe emersa dal secondo saggio, simile a prima ma al tempo stesso dissimile. Questa figura gli avrebbe strappato la lingua:
    Possa la sua lingua non tradire mai la sua vera essenza!

    Seinji non avrebbe più potuto parlare, anche se avesse guardato, avrebbe potuto vedere che la sua lingua era presente, ma non poteva più utilizzarla!

    Una terza figura gli avrebbe strappato lo stomaco

    Possa il suo stomaco non rivoltarsi contro di lui!

    La quarta figura gli avrebbe strappato le gambe

    Possano le sue gambe non farlo mai fuggire di fronte al terrore!

    La quinta gli avrebbe strappato le braccia

    Possano le due mani non colpire mai i suoi benefattori!

    La sesta figura gli avrebbe estratto il cervello, prima di distruggerlo. Ora Seinji non poteva più pensare, solo percepire.

    Possa la sua mente non cedere mai di fronte alle avversità!

    La settima figura gli avrebbe strappato gli occhi. Seinji avrebbe potuto percepire che un istante prima che si squagliassero in mano alla figura demoniaca i suoi occhi si fossero accesi di un bagliore rosso e caldo, come le fiamme.

    Possano i suoi occhi non ingannarlo mai!

    Seinji sarebbe crollato al suolo, impotente.

    Possa la sua fede salvarlo!

    [Nota: qui devi cercare di renderti conto che si tratta di un'illusione e riuscire a vedere, pensare eccetera. Non appena sciogli l'llusione...]

    Seinji avrebbe ricominciato a vedere.

    Alzati, Seinji Akuma!

    Seinji si sarebbe alzato e avrebbe potuto vedere i sette saggi che si facevano un taglio sulla mano sinistra, facendo colare il sangue dentro il battistero.

    Vieni, e unisciti a noi!

    Seinji sarebbe avanzato, sarebbe salito e si sarebbe tuffato dentro il battistero, pieno di sangue. Non si sarebbe mosso, avrebbe lasciato che il sangue gli penetrasse dentro l'anima. E, ad un certo punto, non si sarebbe più mosso. Sarebbe affogato...


    CITAZIONE
    OT

    Bene, il post di presentazione finisce con te che affoghi nel sangue (non ti preoccupare, il pg non morirà, non ancora almenoXD). Descrivi la cerimonia. Il fatto di alzarsi e gettarsi nel battistero è indipendente dalla tua volontà o da quella del pg. Lo fa e basta XD

     
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    …sangue …


    Il sangue di quel monaco era ancora nella mia mente, un po’ come un pugnale, non voleva lasciarmi in pace. Forse avevo procurato un bel problema a tutti loro, ma in fondo non avevo fatto altro se non il mio dovere. L’unica cosa che davvero era importante, stava nel mio subconscio. Mi auto-convincevo di aver fatto la cosa giusta, eppure non ne avevo la certezza assoluta. Il viaggio non durò molto, ma non appena sentii la freschezza del vento e l’ambiente freddo attorno a me, non mi rimase che sorridere. Tornavo nel mio habitat naturale, ed una tale cose mi conferiva energie e voglia di continuare. Nella mano destra stringevo un sacchetto di lana. Aveva un colore marrone, e temevo di aprirlo. Ancora mi spaventavano quei due occhi tirati fuori dalle loro orbite. A cosa mai è dovuta una tale crudeltà?.. I componenti del mio clan si dimostravano essere davvero cattivi a delle volte, ed in un certo senso avrei voluto le spiegazioni da loro.
    Mbah.
    Immerso nei mille pensieri arrivai al porto, e poi alle mura. Quelle alte mura che coprivano il villaggio, all’orizzonte. Ero a casa, e ciò mi soddisfava in totale. Dopo aver oltrepassato le mura, mi diressi subito a casa. Non ero solo stanco, ma anche voglioso di consegnare quei due occhi. La missione era compiuta ed il potere che bramavo si avvicinava a me. Un pieno di gioia e soddisfazione mi riempì alla visuale della mia dimora. Quelle 4 mura che servivano a farmi riposare. E poi… quel soffice cuscino che tanto desideravo dopo mesi d’insidie. Insidie che mi avevano fatto crescere non solo fisicamente, ma anche caratterialmente.
    Aperta la porta mi gettai sul letto. Quei occhi rossi potevano aspettare. Ma la cosa non riuscì nel durare molto. Quei occhi rappresentavano un’attrazione per me. Sapevo di desiderarli, e una qualche volontà nascosta mi spingeva verso di loro. Così mi alzai, e col passo abbastanza lento m’incamminai verso lo specchio. Quel bambino, incredibilmente, era ancora lì ad aspettarmi. Ero sicurissimo che quella fosse un’illusione, ma non potevo esserne certo. Di sicuro lì in vicinanze c’era ancora qualche esponente del mio clan, con l’intenzione di giocare con me.

    Eccoli.
    Agitai il sacchetto dinnanzi al bambino, che poco dopo iniziò a parlare. Mi disse che tutta la cerimonia era pronta, non dovevo far altro. Mi avrebbero aiutato loro a risvegliare il demone che c’è in me. La cosa mi piaceva. L’idea della nuova forza mi soddisfava in pieno. Era un’eccitazione per me. Ma mi disse di riposare, e non feci altro. Era da un bel po’ che non trovavo riposo nella mia mente.
    Così, mi gettai esanime sul letto. Ero davvero incredibilmente stanco. Poco dopo che il mio capo toccò il cuscino, m’addormentai in attesa di un nuovo giorno.

    […]
    La notte passò fra i mille pensieri, seppur in fretta. Il pensiero della potenza non riusciva ad abbandonare la mia mente. Per nulla. Era una mia fissazione. Un pensiero che non se ne voleva andare dalla mia testa. Ormai era il mio obiettivo, ed io non volevo abbandonarlo. Alle luci del mattino, intravidi nuovamente quel bambino. I suoi occhi erano cambiati, ed era diventato più amichevole. Ormai mancava poco. Una certa ansia nasceva in me.
    Chi mi ha scelto?
    Tsk, lui… forse il demone.
    Arrivammo, insieme, dentro ad una casa, una chiesa o un monastero. Non conoscevo quella struttura, ma dava l’impressione di essere sacra. Era una specie di tempio antico, costruito millenni fa. Mi dava l’impressione di essere estremamente antico. Dava anche l’aria di essere una struttura importante per gli Akuma. Tuttavia non ne conoscevo la storia, e non la potevo giudicare pienamente, se non per quel che osservavo.
    E quel che osservavo furono numerose pitture dentro a quel spazio. Mi piaceva anche dentro. Aveva quel qualcosa in più di altri semplici palazzi. Una cosa che non si vedeva raramente. Comunque, volevo scoprire la storia di quel palazzo, che precedentemente ignoravo.
    La navata principale mi piaceva molto. Tutte quelle persone ai lati, mi davano un senso di potere e inquietudine al contempo. Solo in quei pochi istanti cominciavo a rendermi davvero conto di quanto fosse nobile e potente il mio clan. Il nobile sangue Akuma che scorreva impetuoso dentro di me. Il solo pensiero di appartenere a quel clan mi rendeva estremamente felice. Poi mi accorsi della stranezza di quei volti…

    Mamma… Papà…
    Ero pieno d’emozione nel rivederli. Probabilmente erano delle illusioni, ma illusioni estremamente piacevoli. Una goccia di lacrime scese sulla mia guancia. Il cuore dentro al mio petto accelerò il suo battito. Non riuscivo a crederci che fossero raffigurati su quelle mura. Era un onore per me. Tuttavia non mi mossi. La ragione prevalse sui sentimenti. C’era da capire che tutto ciò non era vero. Loro non avevano un’anima, non respiravano, erano solo dei disegni. Nulla in più. Così rivolsi il mio sguardo in avanti, verso la navata principale di fronte a me. E l’oggetto che vidi attirò la mia attenzione, in pieno. Era una figura geometrica del tutto simile ad un ottagono. Mi sconvolsi un po’, dato che non conoscevo la reale funzione di quella figura. Dei vaghi pensieri, però, mi vennero in mente quando notai le 6 figure, tutte Akuma evidentemente, poste agli angoli più lontani da me. Sotto la figura, notai uno sgabello. Era logico sedermi su quel sgabello, ma preferii aspettare per non sembrare scortese. Ed infatti, poco dopo mi fu detto d’inginocchiarmi, cosa che feci senza alcun problema, anche se non capivo la ragione di un tale gesto.
    D’accordo.
    Una volta inginocchiato, mi furono fatte diverse domande. Stranamente, tutte le figure parlavano insieme, in perfetta sincronia fra di loro. Era strano sentire tutte quelle voci, magico. Non mi persi d’animo durante l’interrogatorio, e dopo ogni domanda, rispondevo con un secco
    Si
    Fortuitamente seguito da un deciso cenno di capo. Poco dopo di aver risposto affermativamente a tutte le domande, da uno di loro uscì fuori un demone. Mi sorpresi non poco nel vederlo, giacché mai prima di allora ero riuscito a vedere cose simili, ma poco dopo mi calmai. Doveva essere la figura mistica del clan Akuma. Poco dopo, vidi come la figura si avvicinò a me.
    Cos…?
    E con una velocità a dir poco fulminea infilò al sua mano nel mio petto. Riuscii a captarne i lineamenti, riuscii a sentirla dentro di me. Non mi sarei mai scordato quel momento, estremamente pauroso. Poi cercai di calmarmi, doveva essere un’illusione del rituale. Ma il brutto incubo continuò. Vidi come il mio cuore pulsante uscì fuori dal mio petto nella stretta di quell’essere. Vidi come quel demone strinse il cuore nel suo palmo, fino a farlo esplodere.
    Nooooooooooo…
    Fu un grido di paura, mischiato alla rabbia. Perché dovevano essere così dolorosi quei rituali? Perché non farne uno più semplice?.. Troppe domande. Incredibilmente rimasi vivo senza il mio cuore nel petto. Non poca curiosità nacque sul mio volto. Quel dolore che pervase il mio corpo, intero. Non lasciava la mia mente, ma qualcosa mi diceva ch’era solo l’inizio. Quella procedura sarebbe stata estremamente dolorosa per me. Quindi il rituale continuò. Una frase uscì dalla bocca del primo saggio. Una frase di cui non riuscii a capire il significato, giacché ero estremamente turbato dal dolore. Quindi mi si avvicinò un altro demone, mettendo il braccio in me e strappandomi la lingua. Un altro grido di dolore si prpagò in sala. Era tutto dannatamente reale. E nuovamente non riuscii a captare il senso di frase. E il rituale continuò. Rapidamente mi venne strappato lo stomaco, poi le gambe, le braccia, poi il cervello. Vidi solo quel mio cervello nella mano del demone, e poi quest’ultimo scomparve. Altro dolore, altra frustrazione, altra rabbia. Quindi, vene la parte chiave del rituale. Una mano mi strappò gli occhi, e al posto di questi senti due fiamme bruciare nelle orbite. Poco dopo sentii la forza mancarmi, ed esausto mi rovinai a terra. Non pensavo più, non percepivo più, non vedevo più. Era una sensazione strana. Quei due occhi dentro di me.
    Cosa?
    Non potevo vedere, non potevo sentire. L’unica cosa che mi restava era il percepire, o avere fede nel mio demone. Senza mani, senza braccia, senza nulla. Il dolore era reale, incredibilmente reale. Tuttavia, sapevo dentro di me di dover sciogliere questa illusione. Come farlo? Ritornando alla realtà. Per un breve istante mi chiusi dentro di me. Cercai quella scintilla che avrebbe ri-portato tutto alla sua dimensione originaria. E la trovai. Con una discreta quantità di chakra rilasciata, il tutto ritornò al proprio posto. Le gambe mi ricomparvero, ripresi il respiro e il cuore batté in me. Era una sensazione strana, ma avevo ampiamente rivisto tutti i miei corpi, ed essere uscito da un’illusione di quel tipo era grande traguardo per me. Rividi il tutto dal basso del pavimento. Le pitture, la figura, la polvere sul pavimento. Poi sentii una voce dirmi di alzarsi, e lo feci. Lo feci come se fossi guidato da una mano invisibile, come se fossi in uno stato di semi-coscienza.
    Chi mi guida?
    Pochi pensieri. Avvicinandomi vidi come i 7 si tagliarono l’avambraccio, ed il sangue colò nel battistero sotto di loro. Sorrisi leggermente. Non avevo mai visto tanto sangue.
    Poco dopo mi sentii guidare verso il battistero riempito di sangue. Prima di tuffar mici, sentii strani pensieri sgorgarmi nell’animo, poi mi tuffai nel sangue, che mi ricoprì pienamente. Sentii il suo sapore nella bocca, nelle orecchie, nel naso. Poco dopo, però, la paura mi prese, smisi di respirare e i miei occhi si chiusero.
    Affogai.

     
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  3. Shu
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    Nota: nei post delle prove l'esaminato dovrà dimostrare un impegno maggiore nel superamento delle stesse. Tuttavia sono contento nel notare che il post in generale è molto soddisfacente.


    Una volta affogato Seinji avrebbe sentito la vita abbandonare il suo corpo. Si sarebbe risvegliato in un luogo oscuro, interamente buio, e poteva vedere una luce rossa in fondo. Non poteva muoversi. Solo pensare.

    Dopo un tempo che gli sarebbe sembrato lungo secoli a desiderare quella luce poté sentire una voce.

    Vuoi quella luce? Allora dovrai risvegliare il potere. Ma ti avviso, rischierai di morire. Se non riuscirai ad acquisire il potere, morirai. Ti do un ultima possibilità di scelta. Puoi tornare indietro o puoi continuare questo nostro viaggio.

    [Se scegli di tornare indietro narrerò le conseguenze della tua azione nel prossimo post. Se scegli di proseguire in questo viaggio all'interno della tua mente continua a leggere.]

    Bene, quindi vuoi continuare. Avanti, corri verso la luce!

    Correndo Seinji si sarebbe accorto che sotto di lui, mentre camminava, si stava formando un camminamento di sangue. Alla fine sarebbe giunto alla luce rossa e si sarebbe ritrovato nella stanza della chiesa. Era completamente vuota, niente Akuma, niente saggi. Era completamente nudo, da solo, dentro il battistero.

    Avrebbe potuto cominciare a pensare che fosse tutto uno scherzo. Che i suoi parenti volessero solo prendersi gioco di lui?

    Si sarebbe prima o poi diretto verso l'unica porta, quella principale. La aprì, la porta si richiuse alle sue spalle e si sarebbe accorto che era appena entrato nella chiesa. Le uniche differenze erano il fatto che era vestito, anche se ricoperto di sangue, e la presenza di una figura, inchinata sullo sgabello. Era di spalle. Seinji si sarebbe avvicinato, il cuore in gola. Arrivato a due passi la figura si sarebbe girata verso di lui.

    Finalmente. Era ora che tu arrivassi.

    La visione di quella figura avrebbe lasciato l'Akuma senza fiato. Era come uno dei demoni dei saggi!
    Guardandolo attentamente però, poteva notare che certi particolari erano diversi. Gli sarebbe sembrato quasi di specchiarsi. Era indubbiamente un demone ma aveva anche qualcosa di Seinji Akuma.

    Che fosse il suo demone personale?

    Non appena quel pensiero sarebbe passato sulla sua mente...

    Esatto. Io sono il tuo demone. Sono la personificazione del tuo vero essere. Le tue paure, i tuoi sogni, i tuoi desideri. Il tuo senso di colpa, la tua debolezza, la tua rabbia, la tua anima. Io sono te. Tu non sei altro che un involucro per la mia essenza. Se sei qui è perché vuoi sfruttare il mio potere ma, dimmi, perché mai dovrei dartelo? Io qui sono un dio, potrei ucciderti solo con un pensiero. Tu non sei nessuno, solo un debole.

    Vattene ora, e ti lascerò vivere.

    No? Non te ne vai. E va bene. Giochiamo un po'. Ho deciso di darti una possibilità. Quel patetico rituale che avete fatto ha risvegliato il potere dei tuoi occhi. Trovami e forse ti insegnerò come controllare quel potere. Ma attento, questo potere è pericoloso, e richiede un grande sforzo.


    Il demone sarebbe sparito, lasciando Seinji da solo.

    Ora stava a lui riuscire a scoprire quel potere e le sue capacità...

    CITAZIONE
    OT

    Trova un modo plausibile per giustificare l'attivazione della tecnica speciale (un semplice "impasto chakra a caso negli occhi" non mi basta, sia chiaro. Un consiglio: cerca di entrare in contatto con la parte "demoniaca" che c'è in che, il demone ti ha spiegato che cos'è quella parte demoniaca). Poi cerca di percepire l'energia vitale del demone.

    Ci sono due punti che mi sta molto a cuore che tu rispetti:

    1) Se e quando riesci ad attivare la ts, avrai la diminuzione delle statistiche, come se avessi il primo livello.

    2) Puoi solo vedere l'energia vitale. Niente vista telescopica o illusioni.

    Devi cercare di sbloccare la visione dell'energia vitale del secondo livello, in modo graduale. Il demone si nasconderà dietro vari oggetti o addirittura dentro di essi. Scovalo per un totale di 5 volte. Con la vista normale non è visibile, solo con gli occhi demoniaci.

     
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    Potere-
    …vista …


    Il respirò mi mancò. Una luce fiacca e buia coprì totalmente i miei occhi, e sentii come la scintilla di vita abbandonò il mio corpo. Non ero in vita, stavo lentamente attraversando quella barriera che mi separava dal mondo dei morti. Nessun tunnel, seppure era facile aspettarmene qualcuno. Solo buio, buio e buio. Il mio viaggio continuò nel mentre mi vedevo dall’esterno. Il mio corpo totalmente nudo sdraiato su un pavimento prettamente nero. Nessuna luce, nulla di nulla. Poi però mi girai. Mi guardai attorno e vidi un lieve lume rossastro in fondo alla luce. Che fosse la luce della speranza e del potere?.. Qualcosa cominciò a girare. La mia presenza onnisciente rientrò all’interno delle nudità del mio corpo. Pian-piano rinvenni in me. Cominciai a sbattere le palpebre, poi assaporai il gusto di controllare le mani e i piedi. In quella stanza totalmente buia mi alzai. Rimasi un po’ stordito, seppure d’incamminarmi verso la luce crebbe ogni singolo istante che passava, ma non mi mossi. Rimasi eretto sul mio posto. Dapprima emanai un respiro. L’aria del luogo sembrava essere pulita, priva di rumori, pensieri, contaminazioni delle menti altrui. Nell’oscurità totale percepii il ritmo con cui batteva il mio cuore, come se fosse un orologio a pendolo ben fatto. Era un corpo perfetto, il mio. Rimasi lì per un lasso di tempo indefinito, intento a capire le mie voglie e osservare il raggio di luce. Quindi mi mossi, ma prima che ciò accadde sentii una voce provenire da qualche parte dall’esterno. O forse risuonò completamente nella mia mente senza potessi accorgermene? Sorrisi. Desideravo il potere di cui si parlava più di ogni altra cosa. Desideravo far parte del clan e desideravo assaporare la gloria di quest’ultimo attraverso quei due forellini all’altezza del cranio. Morte?.. Era impossibile essere più morto di quanto non lo ero già, ed in fondo la morte non mi spaventava per nulla. Non era altro che un semplice viaggio, una barriera da attraversare. Quindi, risposi alla voce con un cenno affermativo. Poco dopo cominciai a sentirmi osservato. Captavo gli occhi di qualcuno su di me, eppure speravo che fosse solo un’impressione. D’altronde ben sapevo che quei occhi potevano vedere oltre.
    Avanti!
    Sorrisi leggermente. Poi, non appena percepii le sue parole risuonare nella mia mente, corsi. Passo, poi un altro cercai di portarmi sempre più vicino a quella luce ingannatrice. Ed ecco che si faceva più grande, ed ecco che le fui vicinissimo. Solo un attimo dopo notai una scia di sangue dietro di me. Che fossi ferito? Non c’era tempo per pensare a simili sciocchezze. Altri passi e con un leggero fiatone riuscii ad arrivare alla luce rossastra. Quest’ultima mia abbagliò, ricoprendomi della sua intensità, e fu poco dopo che capii di trovarmi nuovamente nella stanza di prima, in quella Chiesa strana ed antica. La stanza, per quanto potesse sembrare strana, era completamente vuota. Solo il sottoscritto nel battistero, nessuna presenza apparente. Ma conoscevo le possibilità d’inganno di quei occhi magici. Forse non c’era nessuno, ma potevano essere ovunque. Dietro di me, sopra di me, sotto di me, ai miei lati. Rapido cominciai a guardare ovunque in cerca di una presenza, ma non c’era nessuno. Cominciai a pensare che quei maledetti si stessero prendendo gioco di me. Chiusi i pugni, la rabbia salì fino alla mia gola. Tanto per nulla. Desideravo molto sapere se rituali simili toccavano proprio a tutti.
    Comunque sia, è stupido rimanere qui all’impalato. Meglio tirarmi fuori da questa situazione…
    Senza volere perdere secondi e con la rabbia all’interno, decisi di uscire dalla Chiesa. Non notai altre porte se non la porta principale, quella attraverso cui si entrava e si usciva dal luogo. I passi d’avvicinamento furono abbastanza lenti, giacché la mia unica intenzione risiedeva nel trovare il nascondiglio di quei esseri. Un po’ lo dovevo ammettere, cominciavo ad odiare il mio clan. Tra le varie missioni e scherzi vari mi stavano distruggendo.
    Aprii la porta ed andai oltre, accorgendomi di non aver fatto progressi. Era come in un labirinto rotatorio. Camminavo e poco dopo mi ritrovavo nello stesso luogo di prima. Camminando in avanti, però, m’accorsi delle poche differenze avvenute con successo. Non ero più nudo, e le mie vesti di prima m’avevano raggiunto. La seconda cosa che notai, fu la macabra presenza di un figura davanti a me, girata verso di me con la schiena. Attirare la sua attenzione da lontano, poteva essere una buona idea.

    Hei!
    Nulla. Continuai a camminare, fino a scorgere le macchie di sangue sui miei vestiti. M’avvicinai ancora. Quella figura poteva risultare la chiave dell’intera avventura, e non appena fui a pochi passi da essa, che capii cos’era.
    La figura si girò verso di me, mostrandomi le sue vere fattezze e i suoi lineamenti naturali. Era demoniaco. Rimasi allibito a vedere un demone con la coda e con due occhi rossi, ma con le mie fattezze sul volto. Non mi ci volle poi molto per capire chi mi trovavo all’interno di me. Forse in un’altra dimensione, ma giacché non potevo evocare demoni, ero sicuro di trovarmi nel mio subconscio tutto appositamente preparato dai saggi Akuma. Pian piano cominciai a rifletterci, e i miei dubbi scomparvero proprio quando il demone aprì bocca per comunicarmi qualcosa d’importante.

    Incredibile!.. Mi legge nel pensiero!
    Sorrisi. Era davvero il mio demone personale. Ero l’immagine specchiata di me. Non riuscivo a muovere un passo. Mi trovavo dinnanzi ai miei sogni. Ogni singola notte di ogni giorno della mia esistenza sognavo lui, ed ecco che mi ci trovavo di fronte e non riuscivo a muovere un dito. Davvero. Era un Dio in confronto di me, ed io ero l’involucro atto a contenerlo. Non avevo possibilità. Qualcosa mi diceva ch’ero sin troppo debole per l’essenza del suo potere, ma ormai ch’ero lì ero deciso a provare. Al massimo c’avrei rimesso la vita, ed ogni ninja dovrebbe essere pronto a rimettere quest’ultima in ogni istante della propria esistenza.
    No, non me ne vado.
    Un ghigno si formò sul mio viso. Ero determinato nel raggiungere il mio, e ce l’avrei fatta.
    Vedi… sin dalla nascita ero ossessionato dalla tua presenza. Ti sognavo, ti cercavo, ammiravo il potere dei altri demone, ma ciò nonostante non sono mai riuscito a trovarti. Tu sei l’immagine riflessa di me. Tu hai il potere, puoi uccidermi, squarciarmi, farne quel che vuoi, ma se mi uccidi dovresti cercarti un altro nascituro in cui convogliare la tua presenza, e poi rimanere segregato al suo interno.
    Sorrisi, ero destramente sicuro di quel che dicevo.
    Oppure puoi decidere di donarmi il tuo Potere, e potremmo entrambi vivere battaglie gloriose, esperienze incredibile e viagi straordinari. Se è la mia vita il prezzo solo per tentare di raggiungere tali scopi… stai certo che non mi tirerò indietro, proprio ora che il frutto delle mie ricerche è dinnanzi a me.
    Poche parole che sembrarono aver convinto parzialmente il demone. Parlò. Decise di darmi una possibilità, eppure rimase nel suo tono scherzoso facendomi sentire come una nullità dinnanzi a lui, ma in effetti sapevo di essere. Una volta concluso il suo dialogo, il Demone sparì, lasciandomi col mio eco rimbombante sulle mura della Chiesa. Dovevo trovarlo, ma coi occhi normali non ci sarei mai riuscito, mi serviva qualcosa di più potente per farcela.
    Occhi demoniaci.
    Chiusi gli occhi componendo il mezzo sigillo della tigre col braccio destro. In un tal modo riuscivo a concentrarmi meglio. Poi partì una ricerca endoterica, una ricerca interiore che mi doveva permettere di scovare quei due occhi. Dovevo farcela.
    Dopo aver raggiunto una buona dose di concentrazione, tanto da percepire solo il rumore di un falso vento fuori da quelle mura, cercai di immedesimarmi nel profondo del mio subconscio, sebbene mi ci trovavo già. Decisi di andare oltre, decisi di trovare quella corda che avrebbe fatto comparire due occhi rossi nelle mie orbite. Ero alla ricerca di quel “Seinji Akuma” interiore che spesso risuonava. E nuovamente, nella Chiesa, la testa cominciò a rotearmi e cascai sul suolo con una smorfia sul viso. Pochi secondi passarono che vidi una figura in miniatura di me, dritto nel mio corpo. Polmoni, fegato, rene, milza. Vedevo tutti gli organi con un Seinji Akuma piccolo dimezzo ad essi. Vidi come la figura salì in cerca di qualcosa, rimasi allibito. Continuò a salire su, finché non raggiunse la testa. Piano, vidi come si posizionò dinnanzi ai nervi oculari. Cosa volevo fare?.. Prese con ambe le mani quei nervi e li tirò violentemente a se, strappandoli.
    Un’altra smorfia comparve sul mio viso mentre ero disteso sul suolo della Chiesa.
    Ero cieco, eppure al posto di quei nervi strappati dalla figura comparve un sigillo gigante. Il Seinji piccolo dapprima ci mise una mano. Vidi come nel punto in cui il suo braccio entrò in contatto con il sigillo, comparvero delle onde, come se un sassolino fosse caduto in un specchio d’acqua. Nello stesso istante in cui ciò accadde, percepii un freddo intenso lungo il mio braccio destro. La coscienza ch’ero cominciò ad assumere la forma che desideravo. Una volta che la figura entrò completamente in quel sigillo, mi ricomposi, divenendo un tutt’uno con quel Seinji Akuma in miniatura, atto a rappresentare l’essenza del mio “io” interiore.
    Dopo il sigillo, non mi vidi più in terza persona, ma fui il partecipe attivo delle mie azioni. Mi trovavo in un luogo buio, stesso sul suolo. Nulla dietro di me e ai miei lati, davanti a me solo un muro. Due occhi rossi giganti disegnati ai vertici alti del muro stesso, mentre al centro di questo il sigillo di prima. Piano m’avvicinai al muro, toccandolo. Era solido, ma non era né pietra, né legno, né ferro, né roccia. Provai a spingerlo, e quel muro diventò un specchio, mostrandomi le mie fattezze dopo l’unione. Incredibilmente, avevo due corna sul capo e una coda dietro di me. Entrambi gli elementi si fondevano facendomi somigliare al demone di poco prima. Ero vicino al potere, né ero certo. Tuttavia, c’era ancora quel sigillo dinnanzi a me, dovevo abbatterlo per acquisire il potere totale del Magan. Caricai un pugno all’altezza del fianco, e lo sparai contro quel specchio. Niente. Dovevo sconfiggerlo con la mente, capire ch’era un illusione generata dal mio subconscio.
    Sorrisi. Poi mi concentrai chiudendo gli occhi. Ero dentro di me, potevo farne quel che volevo di quel muro demoniaco.

    Tu non se reale, sei solo frutto della mia mente.
    Parole accompagnate da un ghigno sul mio viso, e un schiocco con le dita, a cui seguì una lunga striscia di rottura sulla superficie di quel specchio. Una volta che aprii gli occhi fissandomi nella superficie di quel specchio, vidi come i lineamenti demoniaci rimasero con me fino a poco prima della rottura totale del sigillo della “Mente”, poi sparirono. Un’altra liberazione di chakra a mo di vortice nacque dentro di me. Il tutto continuò a ruotare, e disteso sul pavimento della chiesa tornai in me. Alzandomi, m’accorsi di avere due fuochi al posto di quei occhi.
    Magan…
    Incredulo li sfiorai con le dita. Non riuscivo a credere di aver raggiunto un tale potere, il mio sogno da sempre. Tuttavia, sapevo che la cosa non sarebbe durata se non avessi scovato il demone. Quella Chiesa era solo un strato superficiale del mio subconscio. Tuttavia, una cosa dovetti notare durante la permanenza di quei due occhi nelle mie orbite. E la cosa rappresentava il mio brusco indebolimento. Mi sentivo molto più debole rispetto a poco prima, seppure quei occhi mi davano un potere infinito. Decisi di non pensarci, il mio obiettivo principale fu quel demone.
    DOVE SEEEEI…?!
    Rapido corsi in una delle direzioni. Quei occhi funzionavano a meraviglia. E’ come se un laser uscisse da essi, penetrando negli oggetti e scovandone il contenuto. Corsi per un po’, finché non vidi una giara interessante al lato del muro dietro a cui mi scovavo. Il muro non era tanto spesso, dato ch’era di circa 30cm. Oltre il muro una giara. Dentro ad essa riuscii a riconoscere i lineamenti del demone, ed un fuoco rosso dentro ad esso.
    La sua energia vitale?..
    Era meglio controllare. Rapido corsi indietro trovando un’entrata accessibile per quel corridoio e m’avvicinai alla giara. Conun brusco movimento la spostai, e vidi come il demone balzò di lì, sparendo nuovamente. Allora dovetti correre nuovamente per la Chiesa. Tutti quei corridoi intricati, tutta quella moltitudine di stanze. Porta dopo porta le aprii, e fu in una di essere che trovai un armadio in legno scuro. M’avvicinai ad esso trapassando il legno con il mio sguardo. All’interno dell’armadio nuovamente i lineamenti del demone, e quel fuoco rosso all’interno del suo petto. Cominciavo ad essere sicuro che quella fosse la sua energia vitale, il fuoco che lo manteneva in vita.
    Trovato!
    Con un brusco movimento aprii la porta dell’armadio e con un ghigno sul volto il demone sparì nuovamente. Non sapevo dov’era, e corsi nuovamente a cercarlo. Altre stanze furono aperte, altri angoli controllati. La ricerca continuò per un po’, finché non arrivai sul retro della Chiesa, dove trovai un piccola cimitero, ma nulla oltre l’atmosfera di morte. Solo gli ammassi di terra, stetti quasi per andarmene, quando…
    Ehi, cos’è?
    Nuovamente le corna e la coda, e quel strano fuoco rosso al centro del suo petto. Era lui, nascosto sotto un ammasso di terra spesso circa 1 metro. Presi una pala e scavai raggiungendolo in profondità, dopodiché lui nuovamente sparì.
    Mi toccò allora tornare in Chiesa e controllare le stanze varie fino ad arrivare alla stanza principale, quella del battistero. Una croce gigante messa dinnanzi a me. La ignorai continuando a cercare altrove, poi la guardai meglio, scorgendo i lineamenti del demone. M’avvicinai alla croce, ach’essa era robusta all’incirca 1 metro. Il fuochino al centro del petto di quel demone mi fu ben chiaro, quando presi un kunai e lo scagliai contro la croce, comunicando al demone di averlo scoperto nuovamente. Dovevo ammetterlo, come giocatore a nascondino era bravo.
    Poco dopo che il kunai impattò sulla dura roccia, vidi i lineamenti scomparire e corsi nuovamente. Aprii altre stanze e persi un sacco di tempo senza trovarlo. Un po’ cominciai a disperarmi, dato che non riuscivo a trovarlo e decisi quindi di tornare alla navata principale disperandomi. Ero ad un passo dal mio sogno di sempre, e non riuscivo nel raggiungerlo seppur m’impegnavo per farlo. Quasi casualmente, il mio sguardo si abbassò sul terreno, notando il demone direttamente sotto di me, ad un metro di profondità circa. Non ci pensai due volte…

    MIO!
    Con un impasto di chakra nel pugno, mirai a distruggere tutte le piastrelle del pavimento, con l’unica intenzione di tirarlo fuori da lì. L’avrei costretto a collaborare anche se non l’avesse voluto. Ero fatto così…
     
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  5. Shu
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    Alla fine mi hai trovato. Bene. Dato che hai superato la prova ti darò un piccolo premio, oltre ad un avviso. Qui siamo all'interno della tua mente però nel mondo reale questo potere richiede molto al tuo corpo. Lo porta ai suoi limiti. Ti faccio vedere.

    Il demone schioccò le dita e Seinji si sentì estremamente più debole. Si muoveva quasi a fatica.

    Qui dentro nessuno ti farà del male per cui allenati a sopportare questa sensazione, così nel mondo vero, sempre se ci ritornerai, non sarai così indifeso come dovresti essere.


    CITAZIONE
    OT 1

    Impara a convivere con la sensazione di debolezza. (nota: in pratica hai le stat diminuite, abituati a muovere e a superare in parte i tuoi limiti. Questa piccola prova è qui perché nel tuo post precedente non hai fatto alcun accenno ad un indebolimento del tuo corpo. Per cui lo fai adesso. Non scordartene mai, può essere fondamentale in un combattimento.)

    Una volta che si fosse abituato al suo nuovo corpo il demone avrebbe continuato a parlare:

    Come puoi comprendere il nostro potere non sarebbe così grande se non avessimo imparato a difenderci. Ora puoi creare illusioni solo sfruttando i tuoi occhi, la tua mente e la tua fantasia. Ti insegnerò ora una tecnica basilare, il tuo premio per avermi trovato così in fretta. Componi ora il sigillo della pecora.

    Una volta che Seinji avesse eseguito l'ordine.

    E' una cosa semplice, basilare. Si chiama illusione coprente. In pratica ti inventi un qualunque elemento... chessò, un albero, un piccolo monte, un gigantesco panino, quello che vuoi e lo crei attorno a te. In questo modo nessuno potrà vederti. Ci sono alcune cose a cui devi stare attento però:
    Non si può muovere
    Non puoi cambiarlo una volta creato
    Non può essere troppo grosso
    Ed è un illusione, quindi non azzardarti ad usarlo come muro, ti faresti solo del male.


    CITAZIONE
    OT 2

    Esegui efficacemente la tecnica dell'illusione coprente. Ricordati il sigillo, gli occhi e usa la fantasia. Voglio vedere qualcosa di originale.XD

     
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    …debolezzaXpotere…


    Lo trovai, ma la cosa non riuscì a soddisfarmi oltremodo. In effetti non avevo fatto nulla di che. L’avevo solo trovato all’interno della mia mente. In verità sarebbe stata una vergogna per me non trovarlo. Eravamo sempre nel mio corpo, in un luogo dove io dovevo avere il total controllo sulla situazione, ma era evidente che così non era. Quel demone mi conosceva alla perfezione. Sapeva esattamente dove mi trovavo in un determinato luogo ed in una determinato istante. Sapeva come muoversi all’interno della mia mente, e conosceva alla perfezione il mio carattere, che si rispecchiava persino in quel buio luogo del mio corpo. Mi disse qualcosa al riguardo della debolezza, cosa che non notai prima, ma che percepii al massimo non appena quel tipo schioccò le dita. Sentii le gambe tremarmi, e il cuore battermi all’impazzata, come se avessi percorso chilometri, seppure ero sempre lì, con quel demone davanti a me. Era una sensazione parecchio strana, tanto da indurmi in inganno. Senza motivo, e con la debolezza in me, allora, cominciai a riflettere su come agire se una tale debolezza mi si fosse presentata durante un combattimento alla morte.
    Sapevo di un’innata debolezza del mio clan, ma fino a questo punto.
    La mia voce risuonò leggermente preoccupata. Quel status non mi avrebbe per niente aiutato. Per supportare il peso del mio stesso corpo, dovetti inginocchiarmi. Ero sul posto, sempre stato fermo, eppure tenevo il fiatone. Una sensazione davvero ridicola. Mi sentivo debole per via del mio affaticamento muscolare, ma quei occhi mi donavano un’impressione di potenza diversa da quel che m’aspettavo. Ero forte e debole allo stesso tempo, stava a me limitare la debolezza fisica e dar vita alla forza mentale.
    Dovrò limitare il mio corpo-a-corpo in un combattimento, altrimenti ci rimarrò secco.
    Sorrisi amaramente. Ogni potere richiedeva di essere equilibrato, ad ogni potere c’era un contro-potere. Se attivavo quei occhi, una debolezza mi colpiva. Forse era normale, ma era meglio averci fatto l’abitudine ad una cosa del genere. Mi dovevo ricordare di non attivare gli occhi se non ero pronto per eventuali scontri. Attivare il Magan in corpo-a-corpo mi poteva costare la vita. Attivarlo in situazioni non opportune mi poteva costare la vita. Le poche occasioni in cui potevo sfruttare il suo potere, riguardavano il combattimento a distanza. Mai dopo mai potevo lottare in un stretto corpo-a-corpo contro gli altri, e ne ero felice. Un po’ perché le arti marziali non mi piacevano per nulla, ed un po’ perché il contatto fisico non mi piaceva. In quei tempi tutti miravano alla fisicità, ad uccidere l’avversario con movimenti, spade o al chakra. Ammettevo di essere uno dei pochi che preferiva la mente al corpo.
    Da inginocchiato mi alzai. Quella sensazione di debolezza persisteva in me, e sapevo di doverci convivere per il futuro. Un po’ cercai di stringere i denti, ed un po’ cercai di non dare troppo conto alla debolezza che mi pervadeva. In quei pochi istanti tanto volevo trovarmi nuovamente dentro il mio letto, ma sapevo di aver l’opportunità per raggiungere il mio obiettivo di sempre e non volevo rinunciarci. Dopo essermi alzato, dovetti piegarmi leggermente. La mia mano destra andò sul mio fianco sinistro. Non riuscivo a tenermi in piedi stabilmente, e ciò mi dispiaceva. Dovevo superare quei limiti fisici se volevo continuare nell’allenamento. Poco dopo di essermi alzato, cercai di non farci caso alla debolezza, ma un po’ era impossibile. Dovevo portarmi una tale sensazione in avanti, lungo tutta la vita. Strinsi i denti e cercai di non pensarci, ma un po’ era impossibile. Dovevo conviverci, era l’unica soluzione.

    Bene, cercherò di sopportare questa debolezza, ma ora andiamo avanti.
    Stringendo i denti capii di non riuscire nemmeno a muovere un passo per il tremore alle gambe. Cercai di farlo, ma non appena la mia pianta di piede toccò il pavimento, che collassai nuovamente. Quegli occhi richiedevano una grande energia, un po’ troppa forse. Una volta collassato, cercai di rialzarmi. Avrei potuto conviverci solo con molto allenamento, così dapprima cercai di alzarmi, per poi risedermi volontariamente. Feci un paio di serie in questo modo, finché capii di non essere perfettamente in grado di sopportare il dolore ed alzarmi senza problemi. Una volta che raggiunsi il mio obiettivo, in posizione eretta, cercai di muovere un passo in avanti. La cosa richiese molta forza per me. Sentii il muscolo contrarsi, poi mi mossi in avanti. Persi l’equilibrio e collassai. Non dovevo demordere. Una volta ricaduto, cercai di rialzarmi nuovamente. Come prima giacché ci stavo prendendo l’abitudine, mi rialzai. Poi cercai di muovere nuovamente un passo. Come prima, sentii l’affaticamento nel mio quadricipite. Cercai di resisterci e strinsi i denti. Una volta poggiata la pianta destra, mossi la sinistra, compiendo così un passo. Il camminare e il correre, erano delle manovre più complicate, che avrei imparato col tempo, ma era buon modo esercitarsi. Così cercai di camminare completamente, sebbene ciò mi richiedeva una forza di volontà ed una forza incredibile. Una volta che capii di essermi abituato a camminare con la stanchezza, cercai di correre. La cosa richiedeva più sforzo ed era più difficile della semplice camminata, in quanto era sottoposti allo sforzo parecchi gruppi di muscoli. Dovetti riprovare più volte per riuscire a correre senza soste, ma alla fine ce la feci. Un sorriso allora comparve sul mio volto, sebbene una goccia di sudore mi scendeva lungo la guancia. In seguito alla corsa, mi esercitai nel salto. Sollevare completamente il mio peso dal suolo, richiedeva un sforzo superiore alla semplice corsa, e perciò mi fu difficile anche per il tremore alle gambe, ma non demorsi. La prima volta fui costretto a ricadere sul suolo, la seconda cercai di mantenermi nell’aria leggermente di più, mentre la terza volta fu la volta buona per raggiungere il mio scopo. Dopo aver contratto i quadricipiti, mi spinsi nell’aria, per poi ricadere sul terreno con le gambe leggermente piegate.
    Bene, andiamo oltre.
    Allora il demone parlò, dicendo di volermi insegnare una nuova tecnica. Il mio viso era pieno di sudore, perciò non mi entusiasmai più di tanto quando sentii parlare di una nuova fatica. Tuttavia, quella tecnica attirò la mia attenzione. Forse era una tecnica molto utile per limitare quel malus fisico?.. Sorrisi. Come chiestomi non esitai a comporre il sigillo della capra. Tuttavia, cosa dovevo fare per creare l’illusione oltre al sigillo della capra? Dovevo usare la fantasia.
    Mi concentrai. La tecnica doveva essere utile e coerente alla situazione. Non ci potevano essere alberi in una chiesa. Cosa inventarmi? Stetti a pensare un po’, poi ci arrivai. La croce di prima, quella dietro alla quale si nascondeva quel demone. Con molta fatica, stringendo i denti, m’avvicinai ad essa. Mi misi di fronte alla croce, poi congiunsi le mani nella posizione della capra. Nella mia mente nacque l’immagine di un’altra croce, una croce in pietra e più piccola rispetto alla prima. Con le mani congiunte nella posizione, cercai di tramutare i miei pensieri in realtà. Concentrai il chakra, facendo uscire dal mio corpo. Quindi cercai di manipolare quella sostanza vitale, per fargli assumere la forma di una croce. Non potevo farla apparire, dovevo solamente immaginarmi la croce attorno a me, come se fossi il centro di quest’ultima. Poco dopo il mio chakra andò a formare i lati di quell’immaginaria struttura, mentre rimanevo immobile. Il tutto era comandato dalla mia mente, all’interno della quale persisteva l’immagine della croce che doveva essere creata. Ci volle abbastanza poco, affinché tutto il mio chakra si unì, dando vita a quel costrutto. Sapevo che se mi fossi mosso la struttura si sarebbe annullata, quindi attesi un commento del demone, che al mio posto avrebbe visto una croce in pietra.


     
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  7. Shu
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    Mhh... buon lavoro. Di sicuro meglio di altri tuoi parenti. Una volta uno ha messo una sequoia in mezzo ad una tormenta di neve. Veramente patetico. A proposito di tormenta di neve...

    Uno schiocco di dita ed entrambi si sarebbero ritrovati in una gigantesca distesa di neve. Seinji la riconobbe subito: si trovavano a Genosha.

    Ah, quanti ricordi vero? Beh ora non abbiamo tempo per i ricordi. In mezzo a questa neve troverai delle tracce di sangue, molto piccole. Sei già in grado di individuare l'energia vitale quindi per quello non c'è problema. Il problema è che sono molto distanti...

    Se Seinji avesse provato a muoversi delle gigantesche catene di ghiaccio gli avrebbero bloccato le gambe.

    Non così in fretta, bello mio. Devi trovarle senza muoverti, altrimenti dove sarebbe la prova scusa? Devi riuscire a trovare tutte e tre le macchie di sangue.



    CITAZIONE
    OT

    Sviluppa la vista telescopica del secondo livello dell'innata, sforzandoti di trovare le macchie di sangue.

    Se avrai successo nel prossimo post imparerai ad utilizzare l'illusione demoniaca XD

     
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    Potere-
    …distanza …


    Non appena il demone vide la mia trasformazione, si congedò con me. Forse ero addirittura riuscito a fare una buona impressione su di lui, ed un po’ di speranza che questo mi avrebbe facilitato il lavoro futuro, persisteva in me. Forse ero sciocco, o forse solamente molto illuso, ma quei due occhi mi attraevano come nulla altro su quel mondo. Ero totalmente ossessionato dall’idea di possederli, questo rappresentava la mia voglia maggiore. Mi limitai solo a sorridergli, forse un po’ scioccamente, ma d’altronde non avevo grandi alternative. Poco dopo che il demone ebbe parlato, sciolsi la tecnica. Un po’ non ne riuscivo a capire comunque l’utilità, quindi decisi di approfittare dell’occasione ed esporre le mie perplessità al demone. Ciò avvenne poco prima del suo schiocco.
    Mi scusi, ma non riesco proprio a capire l’utilità della tecnica… Insomma, perché utilizzare questa tecnica invece della normale Henge?.. Una Henge è per di più facile da eseguire, oltre al fatto che richiede meno chakra. E le due tecniche sembrano essere alquanto simili, se non uguali…
    Quando il Demone mi avrebbe risposto, io gli avrei fatto un cenno col capo, in modo da fargli capire ch’ero totalmente pronto per la prova successiva. Tutte quelle prove non rappresentavano altro se non la mia scalata verso quel potere a cui miravo sin da bambino, ed ero estremamente entusiasta di essere lì. Quella minaccia di morte fattami all’inizio, non rappresentava per me un grande problema, ed un po’ miravo a scordarmi quelle parole. L’entusiasmo prevaleva, ed era giusto che fosse così, ma non potevo aspettare oltre, volevo vedere la prova successiva, e ciò con tutto me stesso.
    Andiamo!
    Lo incitai e il demone non si fece attendere, semplicemente schioccando le dita. Il tutto cominciò a girare come dei minuti prima, ma invece di ritrovarmi dentro me stesso, mi trovai a Genosha. Alla vista di quelle terre totalmente desolate e prive di vita, il mio sguardo s’incupì. Solo Dio poteva sapere quanti shinobi erano lì, morti. Quella terra era una terra da distruggere. Non faceva altro, se il portare la violenza, la morte e quel dannato freddo. Non amavo quel posto, per niente. L’unico fattore che non mi dispiaceva più di tanto, era la temperatura del luogo. Il freddo era un fattore vitale per ogni kiriano, per di più per me, che lo consideravo come un nobile fratello maggiore, pericoloso ed invisibile.
    Pochi minuti qui dimezzo, e senza un’adeguata protezione si muore assiderati.
    Conoscevo quella morte. Ci ero stato vicinissimo poche settimane prima, e la vista di quel luogo un po’ mi spaventava. Ma infondo ero nella mia mente, forse nel reparto delle mie paure maggiori. Dapprima il ninja cominciava a non percepire più i polpastrelli delle dita, e l’estremità delle falangi degli arti inferiori. Dopo pochi minuti, il freddo dilagava, immobilizzando il tallone, e tutto il tarso. Allora il ninja diventava incapace di camminare senza problemi e rallentava. Col passare del tempo, il freddo si appropriava dell’avambraccio e di tutto l’arto interiore escluso il femore, e a tal punto il ninja diveniva incapace di camminare. Nel miglior dei casi si salvava ma rimaneva coi arti paralizzati, o amputati, nel peggiore…
    Hmm
    Il freddo arrivava agli organi vitali, ricoprendo il corpo dello shinobi di ghiaccio. Il cuore rimaneva congelato ed impossibilitato a battere, e il ninja era destinato a rimanere per sempre una statua di ghiaccio sotto montagne di neve.
    Sorrisi leggermente a pensarlo. Era una fine abbastanza triste per ogni shinobi. Quindi mi concentrai sulla missione, accuratamente spiegatami dal Demone. Dovevo trovare delle macchie di sangue.
    Mossi un passo in avanti. Evidentemente non avevo compreso il metodo col quale avrei dovuto scoprire quelle macchie.

    Come?..
    Domanda banale. La risposta arrivò da sola, poco dopo. Usare quel potere per guardare oltre la neve, per scovare quelle macchine unicamente con la vista. Tutto ciò si prospettava essere ben più interessante di una semplice tecnica di trasformazione modificata. Dapprima, sapevo di dovermi concentrare. Chiusi gli occhi, cercando di annullare il rumore del vento attorno a me.
    Vedere oltre… ma come?!
    Ogni tecnica, ogni azione, ogni impasto di chakra… Tutto era seguito da un meccanismo. Ogni tecnica aveva un trucco, che facilitava la sua comprensione e la sua esecuzione. Anche lì, doveva esserci il trucco che cercavo, e che mi avrebbe facilitato il compito.
    Sorrisi. La difficoltà nell’essere ninja era quella di avere una mente flessibile, di saper ragionare e capire i segreti. Con gli occhi chiusi, nuovamente come poco prima, unii le mani nella posizione della tigre. Il sigillo non c’entrava nulla col luogo o l’apprendimento, ma mi facilitava la riflessione e la concentrazione.

    Dunque, vedere quelle piccole macchie di sangue da qui è praticamente impossibile. Ho sentito spesso parlare di una vista telescopica dai membri del mio clan.
    Dovevo riuscire ad usare quella ne ero certo, ma come farlo?.. Mi concentrai nuovamente, cercando di capire il funzionamento di quell’abilità, sebbene non ero mai riuscito a vederla dal vivo. Era la prima volta per me.
    Per vedere alle grandi distanze, normalmente è richiesto del tempo e del chakra. Nel mio caso sono sicuro di dover usare il chakra, ma mandarlo ad una distanza pari ad 1 km è impossibile per chiunque. Sono sicuro che ci dev’essere un altro ragionamento.
    I miei pensieri tutti, si concentrarono unicamente sugli occhi. Dovevano rappresentare l’intermediario. Dovevo usare il loro potere mischiato al chakra per riuscire a vedere al di là della neve. E così mi mossi.
    Ci sono!
    Del chakra fluì dal mio tantien verso gli occhi, potenziando i loro poteri. Quindi, supportato dal chakra, cercai di mandare la mia vista oltre. Dapprima mossi quella vista superando una collina di neve, poi, come se mi stessi costruendo un percorso, mossi la mia vista oltre, percorrendo un lago ghiacciato, ricoperto di neve. In realtà ero comunque fermo nella mia posizione con le mani unite nel seal della tigre, ma con gli occhi aperti. Era una sensazione strana, ma piacevole. Concentrato, col chakra che scorreva negli occhi, e gli occhi che mandavano al mio cervello le immagini di una distanza più che incredibile, mi fermai per un attimo sulla neve di quel lago. Per un attimo credetti di aver visto una macchia di sangue, ma mi sbagliai. Poi ripartii estendendo la mia vista oltre quel lago, per un altro centinaio di metri, arrivando ad un branco di animali raggruppatisi vicino ad una caverna. Cercai di vedere la presenza del sangue, ma neanche lì riuscii a scovare nulla. Era un po’ una delusione per me. Procedetti oltre…
    No! Aspetta! Vedo qualcosa…
    Un colore rosso scuro in mezzo al branco dei cervi. Ad indicare la mia scoperta, un flebile sorriso formatosi sulle mie labbra. Mancavano 2 macchine, e dovevo estendere la mia vista oltre. Così lo feci, continuando nel mio viaggio, eppure rimanendo sul posto. Oltre il branco i miei occhi trovarono una piccola montagna ricoperta di neve e ghiaccio. Non notai nulla di che vicino a quella montagna, né nei pressi di quest’ultima. Era un elemento da lasciar perdere.
    Il sangue può essere una traccia di qualcuno ferito.
    Sorrisi sospingendomi oltre. Passai quella piccola montagna dal suo lato, e percorsi col mio sguardo un’altra distesa di ghiaccio, finché non capii di essere arrivato al limite. Oltre un certo punto capii come i miei occhi non la facessero più, e percepii come l’immagine inviatami stesse sparendo. Allora indebolii leggermente l’afflusso del chakra verso gli occhi, e ritirai la vista da lì. La 2° macchia di sangue doveva essere altrove. Seppure rimanendo nel raggio, spostai la mia vista a sinistra. Percorsi altre lande desolate e ricoperte di neve, finché non incontrai un collina di neve. Mossi il mio sguardo verso di essa, salendoci su. Nulla a prima vista. Controllai meglio, e notai una macchia di sangue alla base di quella piccola collinetta di neve.
    Un’altra!
    Esclamai a voce alta. Poi senza attendere oltre, cominciai a ripercorrere le varie strutture in orizzontale e in verticale, trovando persino un orso bianco a circa 600mt. a nord-est, ma della macchia nulla. Cercai di non disperare, seppure trovare una macchiolina nel raggio di un km era una missione abbastanza ardua. Ma ci riprovai, girai il capo completamente a destra, territorio non ancora da me esplorato. Lì oltre una struttura in pietra, totalmente ricoperta da neve. Mi spinsi verso di essa. Apparentemente nulla, all’esterno. Col mio sguardo percorsi i lati della casa. Ancora nulla. Però c’era un finestrino, completamente coperto di ghiaccio. Lo trapassai col mio occhio. Buio totale. Poi mi accorsi di qualcosa… Forse un gioco di luci? No. Abbassai lo sguardo in giù. Una macchia di sangue. L’informazione venne subito catturata di quel mio sguardo a distanza e mandata nel mio encefalo.
    Trovata la 3°… in una casa a circa 600mt. da qui alla mia destra.
    Sorrisi.

     
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  9. Shu
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    Mi scusi, ma non riesco proprio a capire l’utilità della tecnica… Insomma, perché utilizzare questa tecnica invece della normale Henge?.. Una Henge è per di più facile da eseguire, oltre al fatto che richiede meno chakra. E le due tecniche sembrano essere alquanto simili, se non uguali…


    Ma quanto sei idiota? Sono totalmente diverse! La henge trasforma te stesso. Dimmi, come fai ad eseguire delle tecniche senza sigilli? Se ti trasformi in un albero come pensi di poter eseguire delle illusioni? Inoltre la henge ti permette di trasformarti solo in strutture corporee e solo relativamente piccole. Con l'illusione coprente puoi anche fare una nebbia, ad esempio e sicuramente più grande. O un albero in un bosco. Cosa che con la henge è impossibile ottenere. Idiota!

    [Nota del master: hai appena perso un migliaio di punti. Ti conviene fare dei post più che decenti da ora in poi se vuoi anche solo uscire dalla prigione della tua mente. Il demone è decisamente incazzato. E no, non scherzo.]

    Alla fine della prova:


    Bene. Sei riuscito a trovare quelle macchie di sangue. Ora ti insegnerò la vera tecnica del clan. Eseguila bene o resterai intrappolato qui per sempre.

    Gli mostrò i sigilli necessari: Pecora, Cinghiale, Tigre, Cane, Cavallo, Dragone, Scimmia, Cavallo, Cane.

    Grazie a questa tecnica potrai creare dei costrutti illusori. Stupiscimi.


    CITAZIONE
    OT

    Esegui la tecnica della creazione demoniaca come se avessi il primo livello di innata. Quello che ha detto il demone vale anche per me: stupiscimi e crea un'illusione demoniaca originale.

    Puoi anche crearne più di una in successione.

    Spiega la scelta che ti ha portato a scegliere quel tipo di illusione e spiega anche come puoi sfruttare questa tecnica in combattimento per sopraffare gli avversari.

    Una volta eseguita spiega come la creazione demoniaca si può integrare con la henge no jutsu e come si può integrare con l'illusione coprente.

    Voglio un buon post.

     
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    Potere-
    … Creazione …


    Mi preoccupai non poco durante le parole del Demone. Quella dannata boccaccia, non sapeva mai starsi al posto proprio. Forse non avrei dovuto più parlare per evitare ulteriori danni, e probabilmente era meglio, ma l’uso di quella tecnica non riusciva proprio penetrarmi nel cervello. Era una specie di henge modificata, o qualcosa del genere. Richiedeva più chakra da usare, ma non richiedeva di essere mantenuta. In pratica era un aspetto estremamente positivo della tecnica. Poi mi venne un’illuminazione. Capii esattamente gli usi e le strategia che potevano adattarsi alla tecnica. In poche parole, con la giusta combinazione di abilità, quella risultava essere una tecnica alquanto micidiale, specie se mi si contrapponevano gli avversari giusti. Potevo combattere da nascosto, senza essere visto e senza espormi minimamente. Non potevo non ammettere che era una tecnica utilissima, e perciò aprii la bocca, un po’ per spiegare le mie precedenti intenzioni, ed un po’ per scusarmi con il Demone. In effetti era lui l’artefice del tutto, mio destino compreso e perciò non potevo evitare certe azioni.
    Si, mi perdoni ma la mia unica intenzione era quella di capire al meglio il funzionamento della tecnica e i suoi usi nel combattimento.
    Sorrisi leggermente. Speravo mi capisse, giacché non volevo offendere quella tecnica, e tantomeno il clan a cui apparteneva. Poi mi convinsi ancora una volta di non dover parlare, ma soltanto agire. Talvolta le parole potevano essere più dannose di mille azioni, ed io era fra quelli che conoscevano bene ciò. Per migliorare l’efficacia delle mie scuse, decisi comunque di chiederli il perdono un’altra volta.
    Mi scusi ancora, non accadrà più.
    Ero comunque dinnanzi ad un demone, e al solo pensiero costui avrebbe potuto denigrarmi. L’immagine di come il mio corpo si trasformava in polvere non mi piacque molto, perciò invece di pensare sul precedente, decisi di prestare ascolto ad ogni parola del Demone. Poteva rivelarsi di vitale importanza per me, e non volevo per nulla rimanere imprigionato fra le mura della mia mente. Comunque, dopo il Demone si congratulò con me per essere riuscito a trovare le macchie di sangue e decise di passare alla prova successiva. La cosa non mi dispiacque per nulla, ma la sua incazzatura, evidente persino sul suo volto, mi preoccupava molto. Non appena il Demone cominciò a fare i sigilli, il mio sguardo si spostò con attenzione dal suo volto, incavolato, sulle sue mani.
    Pecora, Cinghiale, Tigre, Cane, Cavallo, Dragone, Scimmia, Cavallo, Cane.
    Insomma, erano ben 9 i sigilli. Stavano largamente sulla media dei seals da fare per eseguire le tecniche. Senza pensarci più, composi i sigilli. Durante la composizione, nella mia mente cerca di far nascere l’immagine di quel che doveva essere la mia illusione. Volli darle le fattezze, i segni, i lineamenti… Tutto doveva essere perfetto. Ma come stupire il Demone? Sapevo di non poter creare oggetti di grandi dimensioni, giacché dovevo ancora sviluppare l’abilità nel farlo, e perciò la mia creazione doveva limitarsi a qualcosa di più piccolo, ma lo stesso efficiente a stupire il Demone.
    Cosa?..
    Ci ero arrivato. Con l’illusione avrei potuto aumentare le dimensioni del mio corpo. Nella mente m’immaginai di possedere 4 braccia e 2 teste. I lineamenti perfetti di quei arti “illusori” rimanevano ben disegnati nella mia immaginazione. Non appena finii il sigillo del cane, e sperando che aggiungermi degli arti illusori sarebbe bastato per stupirlo, rilasciai il chakra utile alla creazione. Quest’ultimo andò a ricoprire le parti laterali, crescendo sui miei fianchi e prendendo forma di due mani. Lo manipolai nella mia mente, rimanendo immobile con le mani nella posizione ultima del Cane. Due braccia della lunghezza delle braccia originale. La pelle su di essi, i peli, le falangi, persino le unghia. Il tutto doveva essere di colore perfetto, e di lunghezza adatta. Insomma, quel che stava per venire fuori doveva essere il mio capolavoro di fantasia. Non solo dovevo riuscire ad impressionare il Demone, e con le mie capacità era poca roba, ma dovevo riuscire ad impressionare anche me stesso. Così cambiai idea. Sempre nella mia mente, m’immaginai due braccia privi di pelle e muscolatura. Solo le ossa, compresi i falangi, e col chakra cominciai la mia creazione.
    Ora!
    Il chakra andò a formare quei arti ricoperti totalmente di ossa spugnose e dure. Al posto delle falangi, feci assumere al chakra la forma di 5 piccoli coni per mani. Poi passai oltre. Le mie mani rimasero comunque nella posizione finale della tecnica, ma nella mia mente nacque l’immagine di un teschio. M’immaginai il mio corpo, e manipolando le immagini feci uscire il teschio di chakra dal lato del mio collo. La forma assunta dal chakra fu quella dal teschio, ma non la sostanza. Così nella mia mente cominciai ad immaginarmi il teschio ricoperto di uno strato osseo. Un teschio duro insomma, con le orbite all’altezza degli occhi ed un naso leggermente schiacciato, con due fori al centro di quest’ultimo. Mi ci volle un po’ affinché il chakra illusorio assunse la giusta sostanza e la giusta forma. Così, non appena percepii di aver finito il lavoro aprii gli occhi.
    Miseria!.. Questo si che è forza!
    Da preoccupato, il mio volto assunse forma di pesantemente stupito. Non avevo mai visto nulla di genere prima di allora. Gli arti superiori a rappresentare gli arti scheletrici, partenti da sotto l’ascella e arrivanti alla lunghezza normale delle mie braccia. Mossi le falangi, e lo stupore aumentò. Era tutto così dannatamente reale. Potevo ingannare chiunque con quei occhi. In pratica, stavo diventando un Dio dell’arte illusoria. Poco dopo girai la testa a sinistra. Dinnanzi a me, vidi la guancia del teschio immaginatomi prima. Lo stupore aumentò a dismisura, ne scorsi la guancia e il capo privi di pelle, e ne vidi la bocca piegata in un sorriso. Era una mia creazione, ma metteva brividi persino a me, che intravedevo l’assenza dei occhi nelle sue orbite. Quei due fori sotto il naso. Aprii la bocca, ma poi decisi di prendere il controllo di me, seppure ciò risultava difficile dinnanzi ad una tale creazione.
    Questi occhi mi conferiscono un potere di creazione a dir poco divino ed inimmaginabile. Non so cosa sarei capace di “creare” in condizioni normali.
    Mossi uno dei arti illusori, mettendo il palmo della mano vicino al mio viso. Poi cominciai a girare e a ri-girare il plamo. Era così reale. Nessuna trasparenza, nessun segno della sua inesistenza.
    E’ incredibile… devo perfezionarmi nell’uso di una tale tecnica. Devo creare di più, solo così riuscire a fare il mio capolavoro.
    Non ci riuscivo a credere, eppure ero certo che tutto ciò non esisteva. Quel giorno sarebbe rimasto a lungo impresso nella mia memoria, ne ero certo.

     
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  11. Shu
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    CITAZIONE
    OT

    Esegui la tecnica della creazione demoniaca come se avessi il primo livello di innata. Quello che ha detto il demone vale anche per me: stupiscimi e crea un'illusione demoniaca originale.

    Puoi anche crearne più di una in successione.

    Spiega la scelta che ti ha portato a scegliere quel tipo di illusione e spiega anche come puoi sfruttare questa tecnica in combattimento per sopraffare gli avversari.

    Una volta eseguita spiega come la creazione demoniaca si può integrare con la henge no jutsu e come si può integrare con l'illusione coprente.

    Voglio un buon post.

    Il quote dal post di prima. Com'è evidente ti manca qualcosa. Inoltre, per quanto l'illusione possa essere originale e corretta (sei rimasto dentro i 3 slot dimensionali, il che è bene) mi spieghi come ti servirebbe in combattimento? Vuoi sul serio andare in corpo a corpo con questa innata?

    La tua creazione non deve essere solo per mostrare che sai usare la tecnica.

    Adesso posta di nuovo qui sotto. Il post di prima resta li ma non verrà considerato.

    Imposta una strategia, combinando creazione demoniaca con l'henge o l'illusione coprente.

    Immagina di dover combattere contro il demone, hai uno o due turni di combattimento, a tua scelta.
     
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    … Creazione …


    Non mi ci riusciva nulla in quel giorno. La cosa mi dispiaceva, ma quel Demone voleva dannatamente troppo. Continuando così non mi sarebbe rimasto altro, se il non sopperire sotto le montagne delle sue richieste. Non solo voleva che riuscii ad eseguire l’illusione alla prima botta, ma voleva anche che fossi così abile da legare l’illusione ad una strategia, e non era tutto. Oltre alla strategia, volevo che lo sfidassi, e la cosa era senza una logica. Eravamo pur sempre nei meandri del mio cervello, e lui era un Dio, a differenza mia. Come potevo solo pensare di potergli infliggere un danno, una ferita, o di debilitarlo? Era sciocco da parte mia, ma non appena vidi il viso di disapprovazione del Demone, capii di dover ricominciare da capo. Sciolsi l’illusione, seppure rimaneva il mio capolavoro, e dei fini combattivi poteva pur sempre avere, o per lo meno potevo cercare d’impaurire il nemico, o usare la cosa come un diversivo.
    Bene.
    Allora mi toccò tornare da capo, ricomporre i sigilli ed immaginare un qualcosa nella mia mente. A differenza di quanto potesse sembrare nella mia mente vi era un miscuglio di cose, pensieri e strategie varie da poter adottare contro il Demone. Con lo sguardo fisso davanti a me, rapido cominciai a comporre una serie di sigilli. Avevo delle idee in mente, ma dovevo riuscire a metterle in atto.
    Come faccio ad integrare le mie idee con la Henge? Dannazione.
    Non appena finii di comporre i sigilli che 4 kunai comparvero dietro al demone, ad una distanza di circa 3 metri dalla sua schiena. Altri 4 kunai ne comparvero sulla sua testa, rivolti all’ingiù. Principalmente mi servivano per chiudergli la via d’uscita dall’alto. Ed infine, riuscii a comporre altro 4 kunai. Di questi 2 comparvero sulla sinistra del Demone, all’incirca all’altezza del suo petto, e 2 alla destra del Demone, all’incirca alla medesima altezza del petto. Da me controllati, i coltelli avrebbero volteggiato nell’aria pronti a colpirlo. In effetti, l’attacco da me pensato in quel brevissimo istante di tempo, non includeva un colpo da dietro, giacché il Demone poteva spostarsi facendo impattare i coltelli contro di me. Era pur sempre un’entità superiore.
    Sei mio!
    Non potevo usare nessuna delle due tecniche di occultamento dinnanzi a lui, non ce ne sarebbe stata l’efficacia. Così, per distrarlo, tirai fuori 1 kunai con carta-bomba, e senza pensarci più di tanto, lanciai le armi contro di lui. I due kunai miravano al suo petto, e per un calcolo preciso di secondi, esplosero all’altezza del suo petto, causando una piccola nuvola di fumo all’altezza del suo volto. Piccola, ma abbastanza utile affinché mi spostassi rapidamente di alcuni metri verso il muro di pietra affianco a me. Pochi ma utili passi, che mi permetterono a comporre dei sigilli in corsa, giacché il mio occultamento fu pronto non appena appoggiai le spalle al muro. Usando la tecnica dell’illusione coprente, che di illusione molto non ne aveva, mi mascherai dietro ad una colonna di marmo bianco. Avevo la visione perfetta del mio nemico.
    Attaccare da qui usando armi è impensabile, verrei scoperto subito. Dovrò usare solamente i miei occhi.
    E così fu. Era ovvio che il Demone si sarebbe spostato in una qualche direzione per evitare l’esplosione delle carte-bomba, ma i coltelli si sarebbero spostati col Demone, ovunque sarebbe andato. Il mio obiettivo principale era quello di tenere il Demone costantemente sotto pressione per evitare che fuggisse. Aveva le vie chiuse, giacché poteva muoversi solo in avanti, il che, grossomodo, non gli permetteva di muoversi in altre direzione se non in avanti.
    Ci siamo.
    Non appena avrei individuato il Demone, che l’attacco principale sarebbe partito. I coltelli si sarebbero disposti circolarmente al nemico, cercando di coprire le sue eventuali vie di fuga, mentre io avrei estratto una semplice pallina, piccola e pericolosa. Poco dopo aver tirato una mano fuori dalla colonna, e avrei lanciato la bomba-gelo in aria. La sua traiettoria era simile ad una parabola mirata a cadere all’incirca 3 metri dinnanzi al Demone. In un tale istante, i coltelli tutti si sarebbero mossi, attaccando la figura Demoniaca dai lati, da dietro e dall’alto. L’unica via d’uscita che gli rimaneva era correre in avanti.
    Vacci, maledetto.
    Un istante dopo l’attacco, la bomba-gelo sarebbe atterrata dove doveva, esplodendo e producendo delle stalattiti di ghiaccio di un’unica magnificenza, che non avevano solo il fine di colpirlo, ma anche di rallentarlo per permettere ai coltelli che si trovavano alla sua schiena di colpirlo, o almeno di aumentare la probabilità del colpo. Nascosto dietro la colonna, speravo che il Demone rimanesse almeno ferito da un tale attacco.

    SPOILER (click to view)
    Turno primo:
    2 slot per lanciare la carta-bomba
    1 slot per lanciare la bomba gelo
    1 slot TA per la creazione demoniaca
    1 slot per l’illusione coprente

    Nota:In realtà il 2° slot TA non esiste, ma dato che mi hai lasciato la scelta di tecnica da usare, e ho usato l’illusione coprente, spero non ci siano problemi.


    Poco dopo gli attacchi, sarebbero andati a buon fine o meno, avrei composto i sigilli per un’altra tecnica, mantenendo viva l’illusione dei coltelli. Questi ultimi, tuttavia, gli avrei raggruppati tutti e 12 dinnanzi al Demone, in modo da distogliere la sua attenzione dal mio vero attacco, che consisteva nella tecnica delle rondini. Avrei controllato i coltelli in modo tale da distogliere l’attenzione del Demone dalla siepe di ghiaccio formatasi. I coltelli si sarebbero messi in modo tale che il Demone avrei dovuto rivolgerli lo sguardo, ignorando la siepe. In ogni caso, la mia offensiva secondaria sarebbe partita.
    Ora!
    Aveva una fottuta paura di non riuscire a sopraffare quell’essere demoniaco che mi rappresentava, e forse una tale paura non era propriamente infondata, ma dovevo rimanere calmo e agire al meglio di me stesso. Sicuramente, quella strategia era la migliore che avrei potuto inventare in un lasso di tempo così breve, eppure…
    Non appena finii i sigilli, che dalla siepe di ghiaccio si staccarono 10 rondini, volando all’altezza del petto verso il demone. In una tale frazione di tempo, i coltelli avevano il ruolo del diversivo, e si sarebbero mossi con affare minaccioso verso il Demone. Poco dopo le rondini avrebbero colpito il demone, oppure sarebbero volate oltre. In qualunque dei due casi, i coltelli si sarebbero divisi in due gruppi da sei, e quindi, con una traiettoria semi-circolare, avrebbero cercato di affondarsi nella schiena nemica, cercando nuovamente di tenerlo occupato.
    Solo qualora le rondini non fossero andati a segno la prima volta, che avrebbero cercato di colpire il nemico nuovamente al ritorno, e nuovamente all’altezza del busto.

    Speriamo.
    In ogni caso, dopo la serie di attacchi, avrei sciolto l’illusione e le rondini sarebbero cadute sul terreno. Poco dopo, col cuore in gola, sarei uscito dalla mia illusione di copertura, rivolgendomi al Demone.
    Ho fatto del mio meglio, ma i capolavori son tutt’altro. Spero possa bastare.
    Cominciavo ad odiare quell’atmosfera di tensione che sostava su di me. Era alquanto insopportabile, e mi toglieva il respiro. Volevo finirla al più presto.

     
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  13. Shu
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    Nota: non sono sicuro che tu possa creare illusioni non "viventi" con la ts, chiedi in supporto. Ai fini dell'addestramento considero come se andasse bene. Mi sembra che tu abbia mancato uno slot azione (muovere le illusioni consuma slot azione) ma non sono sicuro dato che non ho ricontrollato.

    Con questo avremmo finito il primo livello. Tuttavia i tuoi post, in totale, non mi hanno soddisfatto, di conseguenza ti considero non promosso. Dovrai recuperare con i seguenti post per il secondo livello. Se riuscirai a farli soddisfacenti allora avrai entrambi i livelli. Sappi che, al momento, non sei completamente sufficiente.

    La strategia comunque mi è abbastanza piaciuta, anche se non interamente.

    Da ora in poi sarai tu a gestire i dialoghi con il demone e come verranno eseguite le prove, io ti darò solo delle dritte.

    In questo post devi imparare a far muovere meglio le illusioni, in pratica devi raggiungere la distanza massima del secondo livello. Data la semplicità del post voglio che ti concentri maggiormente sul gdr con il demone che non sulla prova in se.


     
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    … distanza …


    Quel dannato addestramento mi stava uccidendo, ma era pressoché normale. Non potevo aspettarmi di meno da un addestramento di quel tipo, ma credevo seriamente di morire prima che fosse finito. Andava tutto storto, ed il Demone rimaneva insoddisfatto del mio lavoro, ma ero un ninja. Non potevo sputare su tutto quello ed andarmene a dormire, perché avevo l’occasione di prendere ciò che tanto volevo. Probabilmente ero uno di quei deboli che non potevano aspirare alla forza, o forse ero solamente io. Troppe domande, e sin troppo poche risposte. La figura demoniaca m’inquitava non poco. Il solo pensiero di cosa avrebbe potuto fare di me, mi spaventava alla morte, ma m’incuriosiva anche. Perché avere paura della morte? Era la morte a dover avere paura di me.
    Sorrisi.

    Spero che vi sia piaciuto.
    Dovetti aspettare un po’ affinché mi rispondesse, e la sua risposta non risultò affatto soddisfatta. Disse qualcosa al riguardo della morte, al riguardo della mia strategia. La sua voce mi spaventava non poco, e ciò nonostante riuscii a sostenere il suo sguardo. Quei occhi rossi infondevano terrore soltanto nel guardarli. Ascoltai tutto il suo discorso, che più assomigliava ad una morale. Mi disse che mi dava un’ultima possibilità, e che avrei dovuta sfruttarla. Non ci misi molto nel scegliere tra la strada di ritorno e la continuazione della mia via. La strada che avevo scelto era colma di pericoli vari. Non mi rimaneva che accettare la Via da me scelta, e continuare imperterrito a percorrere quella.
    Bene, ora voglio che tu ti spinga oltre.
    Rimasi leggermente stupito, ed al contempo divertito da una tale affermazione. Dove voleva che arrivassi? Non potevo imparare sin da subito ad usare alla perfezione le mie illusione, ma non potevo nemmeno permettermi di discutere col Demone. Sapevo di rischiare grosso, e mi spaventava soltanto l’idea di quel che avrei potuto subire.
    Oltre?
    Per un attimo pensai di vedere un sorriso sulle sue labbra, ma subito capii di sbagliarmi. La spiegazione di quel che dovevo fare arrivò da sola nella mia mente. Capii perfettamente di dover muovere le mie illusioni oltre la mia portata. Il compito mi spiazzò non poco.
    Come faccio ad espandere le mie illusioni oltre la mia solita portata? Un’illusione è formata da chakra, perciò probabilmente è sul chakra che dovrò concentrarmi.
    Capito.
    Una semplice affermazione, eseguita con una tonalità bassa di voce e il capo leggermente abbassato. Quindi la solita procedura. Chiusi gli occhi, cercai di concentrarmi. Dapprima nulla, rimasi solamente in posizione eretta, a fissare i buio delle mie palpebre. Poi mi cominciò a venire l’ispirazione vera, grazie alla quale avrei potuto far nascere i miei capolavori ed il tutto non tardò ad arrivare. Sotto lo sguardo vigile di quel Demone, sciolsi la mia illusione precedente, e cercai di creare un qualcosa di bello e straordinario, ma allo stesso tempo potente e pauroso.
    Troppo tempo…
    Nuovamente la voce de Demone, così simile alla mia voce, e così diversa. Non appena la sentii che alzai il breaccio nell’aria. Ero in un momento di piena concentrazione, ed ascoltarlo rischiava di farmi perdere tutto ciò che di buono avevo pensato.
    Come poco prima, non apppena ricomposi i seal necessari alla tecnica, che il chakra uscì fuori dai fori posti sulla mia pelle, e modellato da una mente, la mia, andò a formare i lineamenti di quel che era un gatto. Dappprima si formò il suo corpo, totalmente ricoperto di una pelliccia scura con delle linee bianche lungo il suo petto. Ogni particolare, ogni immagine veniva modellata nella mia mente e poi trasmessa al costrutto vicino a me attraverso quei “ponti” di chakra che si erano formati fra di me e la creatura.

    La prova non consiste in questo…
    Nuovamente dovetti fermare la sua rauca voce con un cenno di mano. Non potevo e non dovevo perdere la concentrazione accumulata, sarebbe stato un grande errore per me. Forse il Demone avrebbe potuto incavolarsi e fermare i secondi che segnavano l’andamento della mia vita, ma concentrato sul mio obiettivo il significato della mia vita diveniva sempre più sottile Grandi obiettivi per un misero uomo.
    VIA!
    Con un gesto di mano destra, esegui un fendente nel vuoto come se avessi una spada stretta nel pugno. Fu in quel preciso istante che la mia creazione piegò le zampe anteriori muovendosi in avanti a tutta velocità. A dir la verità la sagoma dell’animale non fu del tutto completa, ma cercai di completarla in corsa. Quando l’animale fu a circa 2 metri da me, infatti, il mio chakra andò a formare quel che rappresentavano le sue grandi orecchie, e suoi denti. Non era nulla di mai vista prima di allora, e risiedeva soltanto nella mia immaginazione. Probabilmente il Demone avrebbe pensato che l’animale era una fusione tra un cane ed una tartaruga, vista la protezione donatagli da me sulla schiena e i due canini nel muso, ma la mia scelta risiedeva in altri fattori.
    Ora!
    Allontanandosi di altri passi, la creazione assunse la forma perfetta di quel ch’era un cane con un guscio su di esso. Non era proprio originalissima, ma per provare andava bene. Durante il tragitto rimasi comunque con gli occhiu chiusi, a spingere l’animale in avanti, ma la cosa non mi riuscì alla perfezione. Quando la creatura si allontanò da me di circa 10 metri, che sentii come i vari fili di chakra sottilissimo che mi tenevano legati alla creatura cominciarono a perdere contatto con la creazione.
    Merda…
    La creatura rallentò e i vari fili si staccarono da essa. Poco dopo il costrutto non ebbe altro da fare, se il svanire. Al posto di quella meravigliosa costruzione il vuoto totale. Solo io, il Demone e la dannata Chiesa attorno a me. Ma qual’era la soluzione per superare quella prova? Dove risiedeva il sgreto per riuscire a mandare più lontano il costrutto? La risposta arrivò dal Demone, e decisi di provarla.
    Devi irrobustire i fili di chakra che colleghi alle tue creazioni, solo così potrai mandare avanti le creazioni.
    Il mio sguardo vigile si spostò dal viso demoniaco, alla creatura scomparsa. Avevo capito!
    La tecnica deve funzionare coi fili di chakra che si srotolano man mano che la creatura si allontana, e quindi più chakra uso per creare irrobustire i fili, più questi possono andare lontano da me. In fondo questi fili funzionano come “ponti”, se si accorciano o se vengono tagliati perdo contatto con l’llusione!
    Capendo il funzionamento della cosa, non mi rimase altro da fare. Chiusi gli occhi, unii le mani e cominciai a comporre i sigilli. Ormai cominciavo ad imparare i seal necessari per la tecnica. Era automatico, venivano depositati nella mia mente e li estraevo da lì non appena mi servivano. Quindi creai nuovamente il mostricciatolo di prima. La creazione che cercai di fare fu leggermente più complicata di prima, seppure cercai di donare alla costruzione, e ai fili abbastanza chakra. Non ne conoscevo la quantità esatta, ma conoscevo la quantità di chakra necessaria per far si che l’illusione arrivi ad una distanza di circa 10 metri. Non mi ci volle molto per duplicare la quantità di chakra e capire che quello era esattamente il mio limite.
    Credo di aver raggiunto il limite.
    Uno sguardo al Demone che stavolta non proferì alcuna parola, e rimase in disparte intento ad osservare.
    Sapevo di non poter perdere la concentrazione, altrimenti i fili si sarebbero sciolti e il tutto sarebbe risultato vano. Raccolsi le forze e tenni lo sguardo fisso sulla creatura, poi la mossi con un grido di rabbia.

    VIA!
    E al mio grido la creatura si mosse. I primi metri erano come sempre quelli più semplici da percorre, I disturbi e le difficoltà vennero dopo. Non appena la creazione oltrepassò la soglia dei dieci metri, che sentii come il filo cominciò a diminuire di robustezza. Il chakra non spariva, ma tendeva a ricoprire uniformemente l’intera superficie di quell’immaginario “ponte”. Via via che la creatura procedeva, il sottile filamento continuò ad assottigliarsi ancor di più. Capii che probabilmente non c’avrebbe fatta, ma ciò nonostante spinsi la creature oltre il mio limite naturale.
    Dopo il mio folle gesto, quest’ultima arrivò ad una distanza di circa 20metri da me. Tra me e la mia creazione, rimase comunque quel sottilissimo filo di chakra, che mi aiutava a tenerla sotto il mio controllo.

    E’ questo il mio limite, e credo di averlo raggiunto in pieno.
    Guardai il Demone, non sapevo quale potesse essere la sua reazione, ed un po’ cominciai a preoccuparmi, ma tutto dipendeva solamente da me. Se qualcosa sarebbe andato storto, lo sarebbe andato solamente per colpa mia.

     
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  15. Shu
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    Non mi piace molto l'idea dei fili di chakra, che personalmente ritengo più adatta a dei costrutti fisici che a delle illusioni, ma non c'è male.

    Ora devi imparare a fare illusioni più grandi: devi arrivare ad utilizzare gli slot dimensionali del secondo livello.

    Prima della prova il demone ti teletrasporta in un luogo ed evento traumatico della tua infanzia dove rivivi un brutto momento. Sii convincente.
     
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25 replies since 19/8/2010, 12:00   341 views
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