Attacco e Difesa: L'adunata

Grado B - Eliminazione/Protezione

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  1. scroccodile-dundee
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    Presentazione al villaggio. Sesso e Morte, prendere le cose seriamente.


    Il villaggio del Bambù era in agitazione. Più volte erano stati salvati dall'intervento di Amida, ma questa volta le cose si erano fatte d'avvero serie.
    C7- Ufficio del capo-villaggio del Bambù: Amida Butsu.
    Di guardia nei confini del villaggio 5 guardiani. Insieme ad Amida 4 apprendisti shinobi. Era quanto di meglio poteva offrire il villaggio.
    Legato ad un pilastro, con gli occhi coperti, la bocca imbavagliata, le mani ammanettate, il Nukenin stava immobile, con due lancie puntate al collo.

    Shota, seppur giovane, dava man forte ad Amida, che non se la passava bene in quei giorni. Le sue ferite gli stavano stranamente rendendo impossibile ogni azione, dunque non poteva fare di meglio che aspettare.
    Tutti, all'interno del villaggio, erano stupiti delle condizioni di salute del Ninja di Ame, venuto da Kiri, per proteggere il Bambù.
    Karin stava seduta con con Amida, che pensava e sperava in un arrivo in massa di shinobi alleati.
    Shila e Airon stavano in un'altra stanza. Tecnicamente ciò serviva a proteggere Shila, essendo lei la persona che aveva sentito e visto per prima il Nukenin, ma Airon era d'altro avviso purtroppo. Appena Amida-sensei lo lasciava da solo non faceva che scattare e anche sta volta ne approfittò. Ed eccolo là, letteralmente sopra Shila, a riempirla di complimenti sperando di ottenere ciò che voleva da mesi. Beh, forse era meglio così, Shila avrebbe avuto altro a cui pensare, forse avrebbe anche ricambiato le effusioni di Airon. Già, da quando era arrivato al Bambù Amida era dimagrito tantissimo, non era più il bel ragazzo di pochi mesi prima. Gedo Mazo pesava non poco. Il tempo scorreva lento, la possibilità che ciò che aveva sentito Shila, e poi raccontato ad Amida, stesse già accadendo gelavano il cuore del piccolo ninja. Tossiva, la sua febbre saliva, mentre Karin si prendeva di lui, accudendolo come un padre.
    Il piccolo Chibi, era un misto di sentimenti. Ringhiava all'intruso, si faceva accarezzare con gioia da Karin, si preoccupava per Amida.

    In seguito alla ricostruzione dell'Accademia, il villaggio del Bambù era entrato sotto la protezione dell'accademia. Grazie alle scorte di legname portate dal villaggio, oggi potevano sperare nell'aiuto da parte di chi si impegnava a far perdurare la pace nel mondo ninja.



    Accademia Ninja. In una delle nuove sale si trovano a raccolta 8 Shinobi, radunati con la massima urgenza. Una donna alquanto gentile, dagli sfolgoranti occhi rossi, dalle gambe mozzafiato e dal seno precoce, distribuì loro delle cartine, e dei fogli contenenti le indicazioni sul luogo dove svolgere la missione. Nessun dettaglio, oltre al dover eliminare dei Nukenin, proteggere una zona e tagliare i collegamenti terrestri dei traditori, fu spiegato. Solamente un discorso di incoraggiamento, il tempo era proprio agli sgoccioli.



    « Dovete recarvi immediatamente presso questo villaggio. È una questione di vitale importanza. Si tratta di una missione di livello B, ma state attenti. Potrebbe essere anche difficoltosa al pari di una S. Non conosciamo nulla del nemico e dobbiamo agire in fretta. Non abbiamo nemmeno tempo per rispondere alle vostre domande, quindi..
    Itai Nara! Tu sarai il capo, fai dei tuoi uomini quello che vuoi! Yuki di Suna! Tu sei il medico del plotone. Tutto, e dico tutto, dipende da te! Fatti onore e dimostra il valore di Suna. Ci sono Shinobi di Kiri, di Suna, di Konoha e Oto, non potendo partecipare, ci finanzia economicamente. Fate vedere a quei Nukenin di che pasta è fatta l'accademia. Andate e ricordate: La missione prima di tutto. Le vostre vite servono per concludere la missione. Non avete famiglia, non avete amici, non avete altro che la missione. Andate! »


    Dalla sala in cui ricevettero il discorso incoraggiante di quello che chiamavano "il capoccia", gli shinobi sarebbero partiti alla volta del villaggio del Bambù. Avrebbero scelto da soli la strada per raggiungerlo, nessuno poteva badare a loro.



    All'arrivo sul posto indicato dalla mappa, avrebbero trovato un paesaggio surreale ad attenderli. Le immense piante di bambù, le grandi cascate, i fiumi, le montagne mozzavano il fiato di chiunque. Una rurale recinsione circondava il villaggio, che era solamente un piccolo borgo. Tuttavia, all'interno delle mura in legno, su delle piccole torrette, erano presenti delle guardie, che appena individuarono gli accademici, si lanciarono delle grida l'un l'altro, quasi ad incoraggiarsi a vicenda, per poi andare ad aprire il piccolo cancello a est del villaggio.
    Uno di essi andò a parlare con loro, scrutandoli prima dalla testa ai piedi, pieno di stupore. Erano così diversi da sensei Amida, erano così diversi tra di loro. Non riusciva a trattenere la gioia per quella visita che sembrava manna dal cielo, una benedizione divina, ma non appena riuscì a ricomporsi, grazie ad una botta sulla spalla del compare a fiancò, parlò.



    « Ninja dell'Accademia, venite presto. Vi conduco dal nostro attuale capovillaggio, così da spiegarvi tutta la situazione. Vedo che ci sono persone di Kiri anche, riconosco il coprifronte. Bene, bene. Grazie al cielo, stento a crederci. Grazie a voi anche tutte le persone del villaggio avranno fiducia in voi, presto capirete il perchè. »


    Una volta attraversato tutto il villaggio, cosa fattibile in appena 60 secondi, si trovarono di fronte al palazzo del capovillaggio.

    Il guardiano bussò 3 volte sulla porta, poi si allontanò di corsa, tornando nella sua postazione iniziale.
    Lentamente, la porta si aprì, scricchiolando, lentamenta, facendo filtrare pian piano i raggi del sole all'interno di essa.

    Ciò che, lentamente, si sarebbe scorto, sarebbe stato un piccolo cagnolino bianco, una giovane fanciulla vestita di rosa, dai lunghi capelli castani, sorridere con le lacrime agli occhi.
    Invitati gli ospiti ad entrare, questi si sarebbero trovati sotto gli occhi un ragazzo con due coprifronti diversi alle spalle, uno di Kiri, uno sconosciuto. Dal suo sguardo si capiva che le sue condizioni fisiche non erano esattemente eccelse, ma, in quella stanza rurale e spartana, ciò che avrebbe suscitato clamore sarebbe stato soprattutto l'uomo legato, sotto tiro, incappucciato. La missione stava per avere inizio, una guerra stava per scatenarsi.


    Coff..Benv..Coff.. Benvenuti al villaggio del Bambù. Sono Amida Butsu, Shinobi di Kiri, proveniente da Ame, reggente del Bambù. Sono io che ho contattato l'Accademia, fate le vostre presentazioni miei cari.



    La tensione era alta all'interno di Amida, che si sforzava di non cedere al dolore dei suoi mali, mentre dalla stanza accanto, rumori molesti si alzavano nell'aria.



    «Ahwn!! Ahhh!! AHHH~~~~ ♥»


    Ottimo inizio di missione, buon modo per fargli vedere che persone siamo, non è vero, Airon?





    Edited by Cougar™ - 15/4/2011, 14:43
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il tuono reboante mi svegliò. Per la sua potenza aveva fattot remare le finestre e persino il pvimaneto, evidentemente il fulmine doveva essere caduto lì vicino. Mi alzai dal letto, lanciando un’occhiata all’orologio sul comodino, notando che erano le sedici in punto. Io ero tornare all’alba ed ero riuscito nemmeno sette ore prima a coricarmi per riposare dalla missione conclusasi il giorno precedente. Mossi qualche passo lento verso la cucina, Ayame non c’era e nemmeno le bambine.
    Mi tornò in mente che le bambine dovevano andare dal medico ed Ayame le aveva portate. Guardai fuori e notai la pioggia torrenziale e sbuffai, con uno sbadiglio: dovevo andare a recuperare Ayame e le bambine sotto quella pioggia?
    Bevvi un sorso d’acqua direttamente dalla bottiglia e dopo aver smaltito almeno in parte lo stordimento da sonno aprii la porta. La pioggia batteva insistente da poco e l’appuntamento con il medico era alle quattro. Sicuramente lei si trovava o in sala d’attesa oppure dal medico.

    Stavo per richiudere la porta alle spalle quando vidi una lettera che dall’aspetto sembrava essere una convocazione in piena norma. Sospirai e la presi guardandola con qualche attimo di sconcerto. Ero appena tornato da tre giorni di missione, mi stavano chiedendo di partire di nuovo. Avrei litigato sicuramente con Ayame per quello. Aprii la lettera e la lessi velocemente, poi, con violenza, mi richiuse la porta alle spalle.
    Che risveglio di merda.



    Alla fine era andata appena meglio del previsto. Ayame si era infastidita per la mia nuova partenza, ma tutto sommato, non avevamo litigato: purtroppo era il mio mestiere ed era l’unica cosa che sapevo fare bene. Non potevo rinunciare alle missioni per sopravvivere.
    Entrai in quella stanza dove un’avvenente ragazza ci disse, senza nemmeno prendere fiato, lo scopo della missione e che era a conti fatti, pericolosa. Tra i partecipanti c’erano ninja a me conosciuti per di più: piacevole la vista di Drake, di Akimaru e Hiehi. Abbastanza sgradevole quella del chunin della nebbia che mi aveva insultato non troppi giorni addietro.
    Fui investito del ruolo di “capo” e dovetti sforzarmi non poco per evitare di sogghignare. Sarebbe stato altamente umiliante per l’Akuma dover sottostare ai miei ordini e l’avrebbe fatto: in caso contrario non ci sarebbe stata la mano sul collo e il pugno nello stomaco, ma direttamente una spada a trafiggere la carne. Un ninja che metteva in pericolo i suoi compagni per le sue egoistiche convinzioni non meritava nemmeno di vivere.

    « Ehi Drake » dissi infine quando fummo lasciati soli « Vieni, devo parlarti di una cosa »

    Ci distaccammo dal resto del gruppo e senza dire una parola, ben attento a non essere seguito, portai il ninja della foglia nei giardini dell’accademia, umidi per la pioggia che imperversava anche lì, in quel periodo, ma che aveva dato una tregua ai cieli quel giorno.

    « Credo proprio che sarai tu la persona che nominerò come mio vice » iniziai col dire e socchiusi gli occhi « Per questo che voglio parlarti di un ninja Kiriano, Seinji Akuma » il tono si fece abbastanza serio « Qualche tempo fa fu così stupido da sfidare due ninja della foglia, tra cui c’era anche Hiehi. Sembrava assolutamente certo della sua vittoria e sembrava assolutamente certo di essere migliore persino di me, quando intervenni per sedare la rissa » gli lanciai uno sguardo eloquente « Ci ho pensato a lungo e credo che o si ritiene più forte di tutti, o ritiene chi è nato a Konoha inferiore a lui di principio, quindi sta attento, è pericoloso » e sottolineai quella parola« Potrebbe decidere di non prendere ordini da me o a te, ti prego allora, se dovesse farlo in mia assenza, hai l’autorizzazione ad ucciderlo »

    Ecco come quel ninja pagava ciò che aveva commesso: sarei potuto essere più indulgente con altre persone, ma la sua scenata e i relativi insulti l’avevano messo in una posizione scomoda. Obbedienza o morte.

    « È un ordine, Drake »




    Arrivammo insieme al Villaggio del Bambù, essendo partiti non molto tempo dopo esserci riuniti in accademia. Il Villaggio mi colpì molto. Avrei immaginato dalla situazione in cui si trovava qualcosa di più tetro e angosciante, ma era in realtà uno spicchio di paradiso sistemato sulla terra in una foresta di bambù. Lì la pioggia non era ancora arrivata e la gente sembrava così ingenua e genuina che capii che la missione si distaccava ben oltre dal semplice dovere accademico, ricadendo nella branchia dei doveri morali.
    Mi sentivo praticamente in dovere di dover salvare quelle poveri genti da un triste destino che le attendeva.
    Fummo condotti dinanzi al capo villaggio che non era altro che un ninja di Kiri abbastanza debilitato. Eravamo molti chunin, un jonin e qualche genin. Quel ragazzo aveva protetto il villaggio da solo fino a quel momento? Un comportamento ammirevole, e probabilmente a questo punto, inutile.
    Aveva fatto bene a chiedere aiuto.

    « Salve Amida Botsu, sono Itai Nara, Jonin di Kiri e sono il capitano di questa squadra » dissi allo shinobi« In Accademia non ci... »

    Fui interrotto da quello che era un miscuglio di gemiti di piacere di un uomo e una donna così udibili da trapassare le pareti. Rimasi per un attimo stupito poi mi riscossi, tornando serio e schiarendomi la voce per coprire quegli insistenti gemiti

    « Dicevo, l’accademia non ha potuto darci ulteriori informazione a proposito della nostra chiamata qui. Mi spieghi tutto allora, ci metteremo subito in azione per risolvere il problema »

    Dissi cercando di risultare rassicurante. Odiavo – letteralmente – quando ero costretto a partecipare a missioni delle quali non sapevo assolutamente nulla, se non che sarei potuto rimanere secco nel tentativo.
    Bella novità, direbbero molti.

     
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  3. Akimaru Tokugawa
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    Attacco e Difesa
    L'Adunata


    Vecchie conoscenze, vecchi dissapori



    Ormai era diventata una routine.
    L'accademia sembrava divertirsi nel mandare i propri ninja allo sbaraglio senza alcun tipo di informazioni se non il solito: “Fate il vostro lavoro”. All'inizio poteva anche sembrare incoraggiante, ma a lungo andare la cosa iniziava ad infastidirmi, infondo siamo pur sempre esseri umani. All'accademia non importava.

    Otto ninja erano stati radunati per la missione.
    Forse dall'esterno poteva sembrare un semplice gruppo di ninja, ma per chi ne faceva parte la storia era un'altra. Da parte mia sapevo che quella non sarebbe stata una missione facile, mi bastava conoscere due dei componenti del gruppo per capirlo: Itai e Drake.
    Nonostante col primo, Kiriano, non avessi molto di cui parlare sapevo di dovergli almeno un minimo di rispetto, non solo per il fatto che fosse un Jonin, ma anche perché era riuscito a tener testa al Mizukage, anzi, il contrario.
    Col secondo invece il rapporto era diverso. Ormai ci conoscevamo da tempo, avevamo partecipato a molte missioni insieme e, inoltre, aveva contribuito all'aumento delle mie conoscenze ninja. Sapevo almeno di lui di potermi fidare.
    C'erano anche altri kiriani nel gruppo, uno che mi sembrava di non conoscere, l'altro invece, ahimè, lo avevo già visto.
    Quanti giorni eran passati? Due? Tre? Pochi giorni prima infatti, nella mia locanda, il Chunin della nebbia aveva osato un po' troppo verso un ninja che, forse, sembrava non conoscere, ovvero Itai. Con tanta spavalderia, e incoscienza, nonché stupidità, aveva osato affrontarlo. Inutile dire che Itai non è un tipo che si fa mettere i piedi in testa da un ninja qualunque ma, sapevo che, in questa missione, di sicuro quello stupido ninja stava rischiando la pelle e, con molta probabilità sarebbe morto...ma non per mano dei Nukenin.

    Senza perdere tempo e senza dare la possibilità ai restanti ninja di presentarsi “il capoccia”, seguito dalla sua sexy assistente, aveva liquidato noi ninja con un imperativo, ormai costante in queste missioni, che non ascoltavo più. Tenevo il fascicolo in mano, facendo finta di leggere ma fissando sempre la stessa riga.

    « Mission Rank: B »


    Non sarebbe stato per nulla facile tornare a casa...vivi.

    In viaggio


    Partimmo, senza aspettare altro.
    Itai, neanche a dirlo, era stato nominato Capo squadra e nessuno sembrò lamentarsi della cosa, infondo non era una posizione privilegiata, anzi, a volte poteva rivelarsi una posizione scomoda e senza via di uscita. Quando si ha quel ruolo non si deve sbagliare.
    Di sicuro era preoccupato quanto noi, a nessuno piace partecipare a missioni senza avere un minimo di informazione sugli eventi che han portato all'intervento dell'accademia.
    Mi avvicinai a Drake l'unico con cui poter parlare un po'.

    «Vedo che non riesci proprio a sopravvivere senza di me!»


    Dissi ironicamente all'amico.

    « A quanto pare questa si prospetta una missione difficile, cerchiamo di tornare a casa integri... »



    Nascondevo sotto quelle parole un po' di preoccupazione, non che non avessi fiducia nelle mie capacità, ma gettarmi a capofitto in una missione senza conoscerne i dettagli, mi rendeva sempre molto cauto e preoccupato.

    Il villaggio del Bambù



    Proseguivamo con rapido incedere verso la meta: il villaggio del Bambù.
    Strano nome per un villaggio che già immaginavo immerso nelle fitte e rigogliose foreste della pianta da cui prendeva il nome, immaginandolo come un piccolo paradiso terrestre, un'oasi di pace, minacciata dal solito gruppo di nukenin da strapazzo.

    Le mie aspettative non furono tradite.
    Una volta arrivati nella zona indicata dalla mappa non potei non rimaner stupito. La folta e rigogliosa vegetazione sembrava predominare il paesaggio, ed anche il villaggio sembrava esser solo parte di quella natura lussureggiante. Non sembravano esserci problemi in quell'angolo di paradiso, tuttavia le torrette di controllo con tanto di guardie, di sicuro di poca utilità, facevano capire il clima nel quale il villaggio viveva ultimamente.
    All'arrivo nel villaggio venimmo subito accolti da una guardia, stranamente felice alla vista dei coprifronte di Kiri, che non le erano sconosciuti.
    Grazie a voi anche tutte le persone del villaggio avranno fiducia in voi, presto capirete il perchè. Chissà cosa avrà voluto dire...

    Il villaggio era poco più di un piccolo borghetto, piccolo ma accogliente.
    Piccole case fatte di bambù, materiale ricorrente nell'architettura del villaggio, erano sparse all'interno delle mura in legno, case povere in fin dei conti, ma molto probabilmente le ricchezze del piccolo villaggio erano di altra fattura.

    « Posto carino vero Drake? Vediamo di non far casini come nel Bosco Nara...»


    Dissi sorridendo al foglioso ricordando una vecchia zuffa tra rane fin troppo cresciute.

    In poco meno di un minuto ci fermammo dinanzi ad un edificio, poco più grande delle case degli abitanti, ma ugualmente spartano e rustico. La guardia bussò tre volte per poi ritornare al suo posto di guardia. La porta si aprì lentamente facendo filtrare la luce in quella piccola stanza che nulla aveva di particolare se non avere la nomea di essere il “palazzo” del capo villaggio, un giovane ragazzo non tanto in salute affiancato da una giovane ragazza ed un cucciolo di cane bianco.
    Si presentò come Amida Butsu e il discorso della guardia riguardante i coprifronte si fece più chiaro. Il giovane infatti ne portava due legati alle braccia, uno sconosciuto, molto probabilmente il simbolo del bambù, l'altro di Kiri.
    Itai fu il primo a parlare in qualità di capo squadra, ma le sue parole vennero interrotte da strani e familiari gemiti di piacere che interruppero la serietà del momento.

    « Ci danno dentro eh? »


    Dissi rivolto al gruppo commentando ironicamente, per poi voltare lo sguardo verso il centro della stanza dove, un giovane puntava due lance alla gola ad un uomo legato, molto probabilmente un Nukenin prigioniero.
    Mi avvicinai al giovane e al prigioniero dopo aver lanciato un occhiata a Drake.
    Il foglioso mi aveva visto più volte in missione e conosceva bene il mio più grande difetto: la curiosità. Sapeva che avrei scavalcato l'autorità di Itai, cercando subito di fare domande specifiche, ma non per cattiveria, ma tanto per velocizzare le cose. Drake quindi doveva solo guardarmi le spalle ed evitare che Itai se la prendesse troppo.

    «E' uno dei Nukenin a cui diamo la caccia?»



    Chiesi al giovane, per poi piegarmi sulle ginocchia e guardare il prigioniero.
    Mi rialzai dunque dopo pochi secondi di osservazione e mi rivolsi di nuovo al giovane.

    «Il mio nome è Akimaru Tokugawa, ninja di Kiri.»



    Affermai sottolineando il villaggio di provenienza che, a quanto sembrava, era molto considerato in quel piccolo villaggio chiamato Bambù.

     
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  4. The_Drake
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    ~ Attacco e Difesa: L'adunata ~
    [1 - Villaggio del Bambù]



    Momento di ripartire verso una nuova locazione: stavolta si sperava non fosse un posto equivoco o tanto devastato come in altre occasioni; Drake era uno degli otto partecipanti chiamati dall'Accademia.
    Nella stanza tre suoi conoscenti personali, Itai Nara e Akimaru Tokugawa di Kiri, Hiei di Konoha: interessante come la gente della Nebbia fosse più amichevole di tante altre; Con il ragazzo della Foglia aveva percorso qualche tempo addietro, e con gli altri due pure: non aveva molto da dire considerando che era solamente morto e risorto in quel periodo.
    Taque e ascoltò ciò che bisognava fare: solita routine a cui era abituato il ninja della Foglia; Sembrava che venisse chiamato apposta per azioni di demolizione e per affrontare nemici: non vedeva l'ora di iniziare e glielo si poteva leggere in faccia.
    Peccato che tra tutti i migliori gruppi e tra tutti i più buoni shinobi, c'era sempre qualcuno che viaggiava in altre onde: Itai aveva delle preoccupazioni verso un certo ragazzo, Akuma Seinji, della Nebbia, portandolo anche alla sentenza di morte se il caso lo voleva.
    Il ragazzo rimase ababstanza sbigottito davanti alle parole dell'amico e rimase in silenzio fino alla fine del discorso, osservando le faccie dell'interlocutore: sembrava stranamente serio.
    Ma non potè altro che sorridere in modo gagliardo e ironico.


    Non ti preoccupare...sò come trattare con le persone zuccone, quindi non servirà arrivare alla sua esecuzione! Fidati di me.


    Con questo chiuse il discorso e partì verso il fantomatico Villaggio del Bambù, destinazione e parte da difendere della missione.



    Il posto era totalmente uno spettacolo per la vista di Drake: cascate giganti, abbastanza suggestive, enormi foreste versi di bambù e posti molto lussureggianti e amichevoli; possibile che i Nukenin prendessero di mira sempre gli estremi delle nazioni?
    I pensieri andarono solamente alla tranquillità che quel posto irradiava nella sua persona; si toccò il petto per sentire la cicatrice enorme nel petto e ringraziare l'Alto per essere ancora vivo.
    Quando, immerso nei suoi ricordi e sensazioni, qualcuno gli si avvicinò, il suo amico Kiriano, lo stesos che aveva imparato le arti del chakra alle terme della Foglia, lo stesso che ha potuto tenere testa alle sue rane, anche se la coppia più idiota. Ha ha ha...secondo me ti sei innamorato di me e non fai altro che aspettare l'occasione di imbucarti in qualche missione con me....ciao, Akimaru!Al confronto tuo sono troppo eccitato per questa cosa...cioè: abbiamo dei Nukenin vicino al culo e abbiamo piena libertà di affrontarli, non vedo quale quadro migliore per fare un pò di esercizio! Hahaha! Rise in modo scomposto, dando una pacca al suo amico per incoraggiarlo; Akimaru era diverso da Jo e non amava molto quelle cose, per questo doveva tenergli sù il morale: era appena all'inizio e partire con il piede sbagliato era una cosa pericolosa.
    Ovviamente non poteva salutare solamente il ragazzo della Nebbia, considerando che doveva ancora parlottare con il suo amico dai capelli neri, per questo si fece più vicino a quest'ultimo e provò a rivolgergli la parola. Salve, Hiei! Finalmente in una missione puramente Accademica...spero che tu non veda l'ora di iniziare le danze: anche perchè dopo il nostro ultimo incontro dovresti saper fare qualcosa in più, no!? fece l'occhiolino al ragazo per fargli capire cosa intendesse veramente con quella frase: solo Drake sapeva cosa quel chunin sapesse fare come esperto di ninjutsu.


    Il villaggio del Bambù arrivò poco dopo: sembrava veramente troppo piccolo e le persone dentro veramente disperate, considerando che metà di queste, comprese le guardie alle mura, iniziarono a sprizzare gioia da tutti i pori e altre scoppiarono in lacrime; Ma che posto di mammolette era?
    Il percorso fino al palazzo dell'ammiministratore, se non capo, del loco era velocissimo: l'ingresso fù maestoso, anche se le aspettative furono scandenti; le porte si aprirono lente e inesorabili, per mostrare un governatore malaticcio e stanco, affiancato da un cagnolino e una donna: i rumori molesti nelle altre stanze non preoccupavano Drake che ci fece poco conto.
    Su di un lato il nemico catturato era legato e sorvegliato da delle guardie ben armate; Jo lasciò andare Akimaru per la sua strada, sapeva che la sua mente era un'abile calcolatore, quindi perchè stoppare la sua sete di conoscenza?
    Degno l'amico solo di uno sguardo veloce e perplesso per fargli capire che se doveva far qualcosa doveva limitarsi solo all'osservare e non toccare.
    Per il resto, l'Eremita fece un passo avanti: era equipaggiato di tutto punto, aiutato dal suo mantello grigio che lo celava dalla testa in giù; Guardò verso il capo villaggio, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza al suo fianco.


    Drake Jo Ryouji, Chunin di Konoha.


    Detto questo attesi le presentazioni degli altri e rimasi in silenzsio a squadrarli per bene: dovevo capire subito di che pasta erano fatti questi ninja che partecipavano ad una missione valutata, Rango B.



     
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    L'avevo. Ero riuscito a sviluppare l'abilità che tanto desideravo, ero riuscito a ricevere il Dono del mio clan, ma non solo. Tutto a distanza di pochi giorni da quel brutto incidente in locanda, ero anche riuscito a legare un contratto di sangue con le creature del cielo. Mi sentivo a dir poco potente, ed euforico, quasi come se fossi un qualcuno di prontamente diverso, ma anche di molto importante. Non vedevo l'ora di rivedere quel Nara, la sua arroganza. Lui era la tipica persona che odiavo, e speravo che un tale odio potesse venire ricambiato, ma a pensare a lui non potevo che pensare al dolore. La sua forza e l'estasi che una tale forza avrebbe potuto provocarmi. Riuscivo a controllare le menti altrui, ma divenivo sempre più incapace di controllare la mia... di mente.
    DOLORE!
    Chinato sul mio letto, non mi rimase che estrarre velocemente un kunai e tagliarmi il palmo della mano, facendo uscire del sangue. Era un piccolo atto, un atto di dolore e di gioia. Mi potenziavo, e con me si potenziava l'odio che avevo dentro verso gli abitanti degli altri villaggi ninja. Infondo sapevo bene, di volerli sterminare tutti, e uno per uno ci sarei riuscito. Ero pieno di gioia, ero pieno di allegria nonostante delle gocce di sangue scendessero rapidamente giù mio palmo, cascando sul tappeto rosso che ricopriva il pavimento della mia casa, nella zona Akuma. Ero assetato dal potere, ma anche del sangue. Mio o sangue altrui poco m'importava. Senza accorgermi della presenza di un alato fuori dal vetro della mia finestra, portai la mia mano sanguinante alla bocca, bevendo lentamente il mio stesso sangue, e godendo.
    Cos'è?!
    Con la mano sanguinante, mi avvicinai alla finestra, aprendola e prendendo in mano sana l'uccello. Rapido, aprii la carta scoprendo un elenco coi nomi ed una missione. Non mi rimase che sorridere.
    Ottimo.
    Vi era lui... Itai Nara... l'unico Jonin della squadra... l'uomo che odiavo, ma che volevo vedere vivo. Lui. E a quanto pareva, vi era anche un sunese. Quel dettaglio non riuscivo proprio a spiegarmelo. Come si poteva mettere un sunese in una missione di livello B? Era alquanto... inspiegabile.
    Se è idiota quanto il Nara, siamo freschi. I sunesi sono la peggior carestia su questa Terra.
    Rileggendo la lista, non mi parve di conoscere altri. Nulla di nulla. Con piacere, però, scoprii che oltre quel Nara kiriano, vi era anche un altro kiriano, che non vedevo l'ora di conoscere.
    Ottimo.
    Raccolsi la mia roba, bendai la ferita sul palmo della mano, e partii in viaggio. Sapevo di doverci mettere un po'...

    Entrai nell'Accademia ninja abbastanza velocemente, aprendo la porta con un solo gesto. Altri passi mi condussero verso una stanza, in cui vi erano presenti le altre 7 figure. I miei occhi andarono subito a ricercare Itai.

    Buongiorno.
    Entrai dentro la stanza chiudendo la porta alle mie spalle, e la mia voce risuonò nella sala, ancora prima di accorgermi di un'altra, altamente sgradevole, presenza per me.
    Seinji Akuma... chunnin di Kiri... purosangue.
    Le ultime parole le dissi fissando Itai dritto negli occhi, alzando la mano ferita e facendo vedere la benda ai presenti, come se fossi fiero della mia ferita, del mio sangue. Poi chiusi la mano ferita in un pugno, e bussai sul mio copri-fronte aggiungendo poche parole con un tono altamente disprezzante.
    Con un copri-fronte originale...
    Andai a sedermi, ma il mio sguardo si posò subito su un shinobi della Foglia. S'identificò come chunnin. Era mio pari-grado, non aveva potere su di me, e non l'avrebbe avuto... Ammenoche...
    Non mi sarà simpatico, nessun foglioso mi è simpatico, ma non potrò fare a meno di collaborare con lui. Non prendo ordini... da nessuno.
    Poco dopo vennero distribuiti i ruoli, ed uno di Suna era il medico della squadra. Non riuscivo a crederci. Un shinobi di Suna non poteva avere nel pugno tutta la missione, perché non era adeguatamente preparato.
    Siamo fritti...
    Sorrisi amaramente. Era triste, ma non mi rimaneva altra scelta. Avrei agito da solo, giacché anche l'altro shinobi di Kiri andò a parlare con il Nara kiriano. Avrei dovuto agire da solo, pensare da solo, fare tutto da solo, ma era anche il motivo per cui volevo spingermi oltre, volevo acquistare una forza maggiore. Era una prova per me, una prova mortale. Non mi rimaneva che affrontarla, da solo, con un sorriso sulle labbra. Solo poco dopo, vidi la presenza di quell'essere sgradevole incontrato pochi giorni prima nella locanda kiriana. Lo guardai duro, durissimo. Lo fissai negli occhi. Se mi si sarebbe presentata l'opportunità l'avrei ammazzato con le mie stesse mani, ancor prima che l'avrebbe potuto fare un nemico.
    Spero vivamente che tu muoia in questa missione.
    Sorrisi guardando la lista. Lui doveva essere Hiei, il chunnin di Konoha. Da quanto ne sapevo, Konoha aveva raccolto un bel po' di shinobi da inviare in quella missione. Che fosse importante?
    Sorrisi. Una sua risposta non m'importava, ma i miei occhi rimasero puntati sulla sua figura. Volevo vedere come si arrabbiava. Volevo possedere la sua mente, volevo vedere come la sua mente si sarebbe riempita di rabbia e odio nei miei confronti. Ciò mi divertiva. Molto. Quei esseri inferiori, quei schiavi della loro mente...

    Hmm...
    Ci ragionai su anche durante il tragitto verso quel fantomatico villaggio del bambù, ma i molti pensieri non fecero altro che mischiarsi nella mente. Quel che avevo erano delle certezze. Flebili certezze che non volevo spezzare. Camminando, inoltre, mi persi fra le varie immaginazioni di come fosse quel villaggio. Lo immaginavo buio e tetro, lo immaginavo pieno di odio e rabbia, ed invece quel che mi ritrovai dinnanzi fu un piccolo paradiso. Mi piacque molto, attirandomi.
    Stupefacente.
    La mia gioia, però, durò ben poco. Non appena vidi le guardie gioie per la nostra visita, che mi rattristii. Ma quanto era stupida le gente? Perché gioire di una visita in cui vi erano solo 2 kiriani veri? Per di più uno dei due era amico della razza inferiore?
    Era proprio sfiga allora.
    Correndo, ci aprirono il cancello, facendo entrare dentro. In particolare, fu un guardiano a parlare, e sembrava felice di vedere dei shinobi di Kiri. Tuttavia, non potevo non spiegarli delle cosette.

    Di Kiri qui ci sono soltanto io... Il Caposquadra è originario della Foglia, mentre quell'altro è il suo amico, ed un kiriano amico di un foglioso e peggio di un foglioso stesso.
    Andammo oltre, fino ad arrivare al shinobi reggente del luogo. Disse di essere kiriano, e la cosa mi piacque molto. Dovevo però capire che tipo di Kiriano era, perciò non proferii parola dopo il vedere il suo coprifronte. Poi disse di provenire da Ame, e la cosa si fece più interessante. A quale villaggio apparteneva il suo sangue?
    Parlò, presentandosi mentre dei rumori d'amore provenivano dalla stanza accanto. Quel tipo mi piaceva sempre di più.



    SPOILER (click to view)
    Testa=0/60
    Busto=0/80
    Mano sx=0/40
    Mano dx=0/40
    Gamba sx=0/40
    Gamba dx=0/40
    Altri danni=0/140


    Tabella riassuntiva di –Seinji Akuma -
    CaratteristicheEquipaggiamento Utilizzato
    Forza: 250
    Velocità:250
    Resistenza:200
    Riflessi:250
    Agilità:250
    Azioni~ Punti Vita: 120/140
    ~ Chakra (Verde): 86/86Bx



    image



    Edited by leopolis - 14/11/2010, 15:47
     
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  6. Yami Kaguya
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    ¬ I c h i ¬
    Redemption


    Per una volta, misi a terra il disco mnemonico con un'espressione rassegnata.
    Il messaggio di Saphiria era stata lapidario. E aveva emanato un tale istinto omicida, che persino io mi ero reso conto di come fosse stata dura per Nill, fare da tramite.
    Ma sempre per una volta, non avevo nemmeno voglia, di obiettare.
    CITAZIONE
    Ti dico da subito che non ho intenzione di sprecare una sola parola, quindi tieni le orecchie aperte.
    Ti ho trovato un'altra missione. Non hai idea di che ho dovuto fare per farti dare una seconda chance, quindi vado al punto.
    Se stavolta scazzi, meglio che non torni. Il resto, te lo dirà l'accademia.
    Io ti dico solo, che hanno valutato la soppressione se non ti riveli utile. Fatti i tuoi conti.
    Bye.

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    Lapidario a dir poco. Ma d'altronde un pò tutto, della mia vita, era andato a puttane nell'ultimo periodo.
    Non avevo tracce di chi cercavo, non avevo un lavoro....e il mio unico amico, a dirla tutta pensavo mi considerasse un mezzo per ottenere qualcosa cui solo lui mirava, e a cui solo lui dava importanza.
    Comunque, anche se quella missione non aveva attrattive sul piano personale, non potevo dire lo stesso su uno più vile, eppure altrettanto essenziale: quello del semplice denaro.
    Accettare una missione per costrizione, non contribuì a risollevarmi il morale, insomma. Trovarsi in dispensa unicamente dei biscotti di qualche giorno prima, però, era ancora più deprimente. Mi misi quindi il cuore in pace, e presi in mano l'altro messaggio arrivato dall'accademia, come da anticipazioni.
    Tale messaggio, è però talmente secco, che lo rimsi sul tavolo praticamente senza cambare espressione. Nukenin, e gente bisognosa. Esattamente il tipo di lavoro da "buon samaritano", come avrebbe detto un certo tizio.
    Il samaritano però aveva fame. Dunque mi vestii in fretta, e guardai solo una cosa, prima di uscire di casa.
    Sette persone, me escluso, con cui andare d'accordo. Poco incoraggiante, ma almeno una la conoscevo. E non era nessuno di quei due cretini della foglia o del mio stesso villaggio, per fortuna.
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    A dirla tutta, l'unico mio compatriota presente era in un certo senso "speciale". Una volta l'avevo quasi fatto sprofondare in un pezzo di piazza, e in quella successiva avevo evitato che innaffiasse il deserto col suo sangue più di quanto fosse necessario.
    Insomma, diciamo che anche se avesse mai pensato di dovermi qualcosa, a conti fatti avevo solo saldato un debito. Stranamente, nel formulare tale pensiero mi ritrovai quasi a sorridere, avviandomi verso le mura. Chiunque gli avesse strappato il braccio in tale occasione, di sicuro non poteva essersene tornato a casa bello tranquillo. Mi venne da chiedermi se Hamano non avrebbe sperato di trovare il suo visitatore, in mezzo a quei nukenin.
    Da parte mia...mah, non avevo ancora sviluppato tutto quel senso del dovere nei confronti dell'accademia. Ma il lavoro, alla fine era lavoro. Sperai solo di non crepare in una questione che non mi interessava, quantomeno.

    [...]


    Facendo un pò i conti...se Kiri avesse voluto fare squadra a sè, non me ne sarei stupito. Metà dei presenti, portavano il coprifronte di tale villaggio.
    Ma per quello che contava, una volta entrato cercai l'unico volto familiare, e andai dunque a battergli un colpetto sulla spalla, prima di fissare un attimo ciò che ci era attaccato.
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    A quanto sembrava, mi ero perso qualche innovazione tecnologica a Suna, visto come il mio "paziente ricoverato per menomazione"....non era menomato proprio per niente.

    ..E io che mi preoccupavo di non rivederti in giro tanto presto.
    Come stai, guardiano?


    Il tono era allegro, la "maschera" indossata. C'era gente che diceva che a forza di sorridere, ti veniva il buon umore. Sperai fosse così, visto che come da abitudini, da allora entravo nella mia "parte".
    Anche se per ciò che accadde subito dopo, non ci fu bisogno di fingere nel reagirvi. Un tizio entrò, si diresse verso un tipo biondo, iniziò a parlare mostrando una mano bendata, e quindi se ne restò in silenzio. Aveva però detto abbastanza, da farmi alzare una mano nella direzione dei kiriani.

    Cioè? Fatemi capire, ci sono i gadget di Kiri stile "coprifronte patacca non ufficiale" in giro?
    Ma dai. Non è che me ne vendete uno la prossima volta, allora?


    Abbassai dunque la mano. Domanda idiota o meno, i casi erano due. O a Kiri c'era la nobiltà ed ero finito in missione con un numero non precisato di Snob altezzosi, o una testa calda si era già presentata prima ancora del briefing.
    Nessuna delle due prospettive mi attirava. E il peggio, doveva ancora arrivare.
    Poco dopo ci ritrovammo infatti di fronte una donna pienamente immersa nel concetto di vita di una Kunoichi: sguardo deciso, corpo da favola, nessuna remora nel mostrarlo, casomai il contrario. Forse però nella parte ci era finito pure un certo "capoccia", visto che di informazioni su cosa dovevamo fare, ce ne diede ben poche. E nemmeno buone, anche se al momento più che sulle labbra dell'uomo, ero concentrato qualche centimetro più sotto e sulla sua assistente, con vari sospetti in testa.

    ...Medico, sì, sì..chirurgo plastico no, ma se vuo-
    Eh?


    Bene. L'unico medico in giro, ero io. Con sette persone però, tanto valeva aprire un ospedale da campo. Konoha e Suna, almeno su quattro un medico l'avevano mandato. Kiri sembrava solo piena di macellai come da leggende, a quanto vedevo.
    Grandioso.

    Ricevuto....

    Snob in giro, missioni marchiate come "B" ma pericolose come "S", e un elevato rischio di essere sfruttato e perlopiù da sottopagato, per come si mettevano le cose.
    ...Io continuavo a sorridere, ma il buon umore era incazzato pure lui, probabilmente.

    [...]

    ..Oh beh... di certo questo è il villaggio più "villaggio" che abbia mai visto.

    Aveva un che di surreale, quel luogo. A prima vista, sembrava emanare più un'aura di pace, che avvertimenti verso visitatori e invasori. Non c'era da meravigliarsi, che su luoghi simili si posasse l'occhio di gente in cerca di risorse materiali o umane facilmente reperibili.
    Beh, quantomeno non ci avevano mandato a proteggere qualche daimyo snob o simili. Quella gente, apparentemente di aiuto ne aveva bisogno davvero.
    Mi rimaneva unicamente il dubbio, di vedere se lo meritavano.

    ...Dite che li hanno, dei Panda? Avrebbero di che nutrirne un branco intero.

    Apparentemente, di tutto quel bambù probabilmente non sapevano che farsene. Se però sembrava non esserci traccia di orsi o simili, di nessun tipo, di sicuro i guardiani sembrarono apprezare il nostro arrivo. Soprattutto di quelli che portavano i coprifronte di Kiri, ma a catturare la mia attenzione fu un commento dello stesso tipo di prima. Che mi fece capire, che per la faccenda di prima potevo caldamente e con gioia, optare per la seconda ipotesi.
    Buttai un'occhiata verso il tipo biondo di prima, fissandolo solo quell'attimo con occhio analitico. Non lo invidiavo, decisamente. Non solo aveva quel tizio in squadra, ma c'ero pure io.
    Anche se non mi ritenevo a quei livelli.
    Comunque, aperte le porte fummo accompagnati dal capovillaggio, e non solo da lui. Feci scorrere rapidamente lo sguardo sugli ospiti di poco conto come il cane e un tizio legato, e quindi mi concentrai su un ragazzo che sembrava aver visto tempi migliori, e su una ragazza vestita di rosa.
    Uno aveva due coprifronti, e l'altra le lacrime agli occhi. Solo che l'atmosfera che si respirava, non lasciò molto spazio alle domande. E l'aggiunta di un sottofondo di certo privo del benchè minimo tentativo di soffocamento, non migliorava la situazione. Ma di certo attirava la mia attenzione.

    image
    Capitano Nara, signore?
    Non mi sembrano promettenti questi lamenti, se hanno dei feriti, sarei lieto di aiutare. Posso allontanarmi cinque minuti?
    Ah, giusto, mi scuso...
    Signor Butsu, il mio nome è Yuki, Chunin di Suna. Piacere.


    Nel parlare, lentamente, mi spostai di qualche passo verso la porta da cui venivano i suoni. Il piano principale, era semplice: mi mettevo gli occhiali, entravo, dicevo di non vedere niente e nel mentre vedevo eccome. Per il resto, l'aveva detto Amida, che quella era una dimostrazione di "che persone erano".
    Volevo approfondire la conoscenza dei locali, non era encomiabile?
    Ma sì che lo era, bastava non fare i puntigliosi sui dettagli, suvvia.
     
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  7. [.:RoUgE:.]
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    Rank B Mission - Villaggio del Bambù






    Ero appena tornato da quell'addestramento incredibile vissuto insieme a Drake, in un luogo che solo lui conosceva, il Monte dei Rospi, un luogo colmo di energia e di forza, nel quale esso si era allenato ed aveva conosciuto le sue Bestie da evocazione.
    Era stato difficoltoso, pieno di avversità, ma al contempo avevo acquisito nuove capacità, una velocità superiore, un'arma segreta ma soprattutto ero entrato in ossesso di una razza di creature incredibilmente versatili e potenti, i malvagi Serpenti, apartenuti un tempo a ninja del Calibro del Sannin Orochimaru di Konoha.
    Durante quel periodo ero riuscito a farmi rispettare da quelle infingarde belve, ed anche a stringere con l'eremita un valido rapporto di "amicizia", o come piace dire a me non avversione.
    Un solo giorno dopo il mio rientro al villaggio, ed all'istante fui convocato dall'accademia tramite una lettera portata da un messo.
    Dovevo recarmi nel nuovo plesso accademico, la Missione portava il Rango di B.
    Una cosa che fino a poco tempo fa mi sarebbe sembrata fuori dalle mie possibilità, adesso era qualcosa che non vedevo l'ora di intraprendere e portare a termine, per provare a me stesso la mia enorme crescita nell'arco dell'ultimo anno passatto a Konoha.
    Dunque sistemando con perizia tutto il mio equipaggiamento, unendo allo Shuriken esplosivo alcuni metri di filo, ed affilando le mie lame, mi recai in fretta verso l'edificio accademico.
    Mentre camminavo verso quell'entità che in passato era stata unificatrice di Villaggi, portatrice di leggi, giustizia e pace, nel mio cuore, una strana voglia di evadere da questo sistema preciso, schematico e che tutti dovevano rispettare, avvampava violentemente.
    In cuor mio sapevo che un giorno o l'altro, quando il mio potere sarebbe stato più grande, mi sarei dissociato dall'accademia, intraprendendo la mia strada, la mia via svincolata da amicizie, inimicizie o passioni, ma votata solamente al potere, la ricerca del Potere più grande e perfetto, in modo talke da divenire un deterrente per chiunque.
    Tutti avrebbero dovuto considerarmi, prima di prendere una decisione, io ne ero certo.
    Il mio destino era ben più grande che far carriera militare nel mondo degli shinobi.
    Sorridevo, tra me e me, mentre poco a poco mi avvicinavo al grande edificio.





    Giunto dunque a destinazione, trovai uno degli impiegati, che si occupavano della burocrazia, esso mi disse di recarmi in un particolare settore, e in una particolare stanza, dove già alcuni altri ninja erano raccolti.
    Mi bastò seguire le indicazioni dell'uomo, per trovare il posto.
    Entrato nella stanza, completamente avvolto nel mantello, mi appoggiai ad uno dei muri della stessa, cercando di riconoscere qualche Shinobi a Me noto.
    Notai con Piacere Drake jo Ryuji, mio compagno e sensei, Itai Nara, ci eravamo conosciuti a Kiri, e poi vi era anche quel soldatino del cazzo che mi aveva fatto sbroccare, sempre a Kiri.
    Non conoscevo il suo nome, e manco mi interessava, ma trovavo senza senso che un inetto del genere prendesse parte alla mia stessa missione.
    Tsk... cazzi suoi.
    Una donna particolarmente attraente, una volta che fossimo arrivati tutti, ci avrebbe illustrato con poche e semplice parole la missione, era classificata come B, ma poteva rivelarsi una S, fantastico.
    Beh non disse molto, il committente era il Villaggio del Bambù, mai sentito nominare, ed il nostro compito era far secco qualche Nukenin del cazzo.
    La donna continuò dicendo che Itai essendo jonin sarebbe stato il capo missione, ed un ninja di Suna, che poi avrei conosciuto come Yuki, era il medico del gruppo, elemento particolarmente utile.



    Bene, il Medico deve essere incolume in ogni momento, altrimenti nel caso mi infilzino, non avrei molte chance...
    Itai, devo rendermi disponibile ad ogni suo comando, e lo stesso vale per il mio Sensei Drake, anche se esso non avrà certo bisogno di aiuto ahahahahah!
    Gli altri possono anche Baciarmi il culo....



    Ci venne chiesto di tenere alto il nome dell'accademia, stavo per vomitare da quanto era pomposo quel discorso, il nostro compito era uccidere, non fare i paladini del Bene...
    Finito di parlare la donna ci diede il permesso di partire, e francamente ne fui particolarmente lieto, non vedevo l'ora di salutare Drake ed Itai.
    Uscimmo assieme, e subito il cazzone di Kiri, si rivolse a me.
    Le sue parole erano degne di un ritardato.
    Non riusciva a capire che da quel momento in poi ognuno dipendeva dalla forza deglia altri...
    Affari suoi, se voleva uccidermi, che ci provasse, gli avrei dato il ben servito in una attimo.
    Quindi senza neanche guardarlo, risposi con calma insolita alle sue parole:



    Fa quello che credi, Kiriano...
    Ad ognuno il suo...






    Sempre mentre camminavamo, Drake iniziò a parlare, sosteneva chew non ci fosse esercizio migliore se non sterminare a gratis qualche Nukenin, nella modalità a noi più opportune, anche su questi argomenti andavamo d'accordo, così approfittai del fatto e mi avvicinai a lui.



    Salve, Hiei! Finalmente in una missione puramente Accademica...spero che tu non veda l'ora di iniziare le danze: anche perchè dopo il nostro ultimo incontro dovresti saper fare qualcosa in più, no!?




    Sorrisi lievemente, solo un accenno, e poi alzando lo sguardo, replicai:



    Beh, anche io faccio la mia parte...
    In qualche modo.
    Si, Sempai il tuo addestramento è stato eccezionale, adesso non vedo l'ora di metterlo in pratica, devo anche mostrarti delle cose, ma le vedrai più avanti, se il caso lo vorrà.
    Comunque hai la mia gratitudine, e se ne avrai bisogno sono disposto a darti man forte in ogni cosa.



    Detto ciò continuammo a camminare, il viaggio era abastanza lungo, destinazione: Villaggio del Bambù.
    Chissà come era il reggente di quel minuscolo villaggio, neanche lontanamente competitivo con i 4 grandi, speravo vivamente che si rivelasse una persona interessante.
    Presi l'occasione del viaggio, per scambiare due parole anche con Itai Nara, che inevitabilmente sarebbe stato il mio caposcuadra, e visto che lo ritenevo un grande shinobi, lo avrei seguito, era questo il mio codice, rispettare i meritevoli, distruggere gli inetti.
    Così mi avvicinai lentamente al biondo ninja Kiriano, una volta parte di Konoha.



    Salve Taichou....
    Si ricorda di me Itai Nara di Kiri? Beh dal canto mio è un piacere rivederla.
    E la informo che sono pronto a seguirla fino a che ogni mio brandello di anima non sarà disperso nell'etere.
    Non ho intenzione di discutere con l'Akuma, farò solamente il mio lavoro.
    Beh credo che tra un po' saremo a destinazione...





    Giunti all'ingresso del villaggio, fummo scortati in gran fretta da quello che si faceva chiamare il Capovillaggio, pareva che avesse catturato uno dei nukenin, e che fosse però rimasto ferito in battaglia, allora non era così grande il suo valore...
    Ricordai Yosuke, diceva sempre mai giudicare prima di conoscere, ed aveva dannatamente ragione quel bastardo.
    Entrati dunque nel palazzo del Capovillaggio, fummo condotti in una spartana stanza, dove vi erano un cane, una ragazza, il Nukenin legato e tenuto sotto tiro, ed infine colui che mi sembrò a pelle il capo.
    Una ragazzo che non appena avvertì il nostro gruppo, iniziò a parlare.
    Ci intimò di presentarci, le sue condizioni di certo erano anche peggio di quel che si vociferava al villaggio, così uno alla volta ci presentammo, ed anche io lo feci.



    Il Mio nome è Hiei Kuroryu, Chunin del Villaggio della Foglia, piacere di conoscerla e di renderle servigi.



    Intanto dall'altra stanza, dei rumori di palese entità sessuale, provenivano a danneggiare l'atmosfera creatasi, sul mio volto si dipinse un sorriso, se la spassavano anche in tempo di guerra...
    Beati loro, dal canto mio non avevo ancora... beh è una storia che non deve interessarvi.
    Restai in attesa, vicino a Drake ed Itai attento a non perdere nessuna informazione ci venisse data da quell'uomo, ed attento anche agli altri, non dovevano fare cazzate, solo per due che se la spassavano a pochi metri da noi.
    Alcuni fecero domande, io restai in silenzio, ero bravo a combattere, non a parlare.






     
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  8. t1m0
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    Mai come quella mattina avrei voluto essere da tutt'altra parte. Già dalla sera prima avevo un brutto presentimento, un lurido pensiero che mi attanagliava la mente, che non permetteva al mio fisico di crollare in un sonno rigenerante. Ero turbato, quasi infastidito.. come se da un momento all'altro qualcosa avrebbe minato la tranquillità che in quel periodo ero riuscito a raggiungere.
    Come volevasi dimostrare, infatti, quella stessa mattina una lettera venne lasciata poco fuori dalla mia abitazione. Una missione, e della massima urgenza. Non lessi il contenuto della missiva, non me ne fregava un cazzo. Lessi solo del luogo e dell'ora dell'appuntamento. Mi interessava solo guadagnare qualche soldo, poi tutto il contorno non mi interessava.
    Alla fine, sarebbe stato sempre un qualcosa di routine, niente che gente con un po' di palle non avrebbe saputo gestire con un po' di sangue freddo.

    Ciò che mi sorprese maggiormente era la presenza di 7 compagni. Non era usuale, spesso i team erano da non più di 3 persone, invece in questo caso eravamo un gruppo ben nutrito. Si vedeva poi che non erano dei pivelli. Gente esperta, sicuramente non avremmo dovuto salvare qualche gattino rimasto intrappolato su di un albero. Mi ritorna in mente ancora quel tarlo che non mi fece dormire quella maledetta notte. Forse la cosa era più seria del previsto, tutto quel clamore, tutti questi compagni. Anche le parole della giovane - scopabile ma niente di che - sembravano dosate per metterci, come dire, in allarme. Parlava di una missione di rango B con il pericolo di tramutarsi in rango S. Non c'era minimamente da scherzare. Alla fine, sarebbe stato solo un modo per tenermi in allenamento e provare i miei nuovi poteri. Non ero ancora riuscito a testarli del tutto. Sarebbe stato divertente osservare l'effetto che avrebbero sortito su un po' di carne fresca. Magari sarei anche riuscito a rimediare qualche bell'organo pulsante tutto per me. Non appena quella ragazza, mi alzai e mi diressi verso la porta.



    «Itai, sono a tua disposizione. Se ti hanno affidato il tutto, avrai le palle che ti fumano. Ci vediamo là. Tu, medico, se vuoi un coprifronte originale te lo posso rimediare, anche a gratis.. Vanno molto in questo periodo. Fammi sapere.»



    Con un cenno delle mani salutai gli altri e mi diressi sulla strada per farmi un goccetto perso nei miei pensieri.


    Raggiunsi il villaggio del Bambù o come si chiamava facendomi indicare la strada da gente che l'aveva già visitato. Onestamente non l'avevo mai sentito nominare prima, una sorta di terra nata dal nulla che non aveva sfiorato nemmeno un secondo la mia mente. Un posto veramente dimenticato da tutti, sembrava povero, dimesso. Facile preda anche di una banda di mocciosi che con un bastone di legno frignerebbero per delle caramelle. Ed invece quel villaggio era riuscito a resistere. La situazione sembrava non reggere più e per questo hanno chiamato noi. Si vede che la loro buona dose di culo era terminata e necessitavano della cavalleria.
    Una persona non troppo in buona salute comincio a parlarci, anzi, si presentò. Non aveva forze nemmeno per respirare, invece riuscì ad inanellare tre parole in fila di senso compiuto. Ammirevole per un pivello. Altri prima di me si erano presentati, era ora del mio turno. Le parole di quel Seinji non mi erano piaciute affatto però.



    «Se è per questo anche io sono di Kiri e non vedo lo schifo di essere amico di un foglioso, mocciosetto. Vai a raccontare la tua morale ai tuoi compagni d'asilo, forse loro potrebbero anche darti ragione. In ogni caso, signor Butsu, sono Arabesque di Kiri. Vedo che qua vi divertite anche in momenti particolari, mi piace, potrei anche trasferirmici.»



    Attendevo, come tutti, maggiori delucidazioni. Sarebbe stato divertente sapere a qualche gioco avremmo dovuto tutti partecipare e chi di noi sarebbe arrivato fino alla fine.

     
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  9. Manu ©
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    Il team dell'accademia.



    La cosa più seccante dell'avere una protesi metallica era forse il fatto che la sua manutenzione richiedeva un sacco di tempo, e il vivere nel deserto non era certo di un grande aiuto.
    Detestava chiedere aiuto in quelle occasioni, perciò quasi ogni sera si ritrovava a fare i salti mortali per riuscire con un'unica mano a disposizione a pulire gli ingranaggi o a stringere qualche vite che sembrava allentata, però alla fine poteva ritenersi soddisfatto del risultato.
    Fu proprio in una di quelle sere che ricevette un messaggio dell'accademia grazie ad uno dei tanti ninja randomici che ogni tanto si vedevano. Non un saluto, non un cenno, gli consegnò un'anonima lettera per poi scomparire.
    Prima o poi avrebbe tentato di invitarne uno a bere qualcosa.
    Chiuse la porta con un colpo d'anca e si complicò un po' la vita ad aprire la busta con una sola mano ma alla fine ci riuscì e poté leggere così l'importante contenuto.
    Una nuova missione si profilava all'orizzonte e dalla lista dei partecipanti notò che c'era un altro sunese con lui, e non fu poca la sorpresa a capire che si trattava di uno degli ultimi arrivati al villaggio.
    Questo lo spronò a finire velocemente la manutenzione al braccio per prepararsi al meglio ad andare in accademia.

    [...]

    Quando arrivò erano presenti altri sette shinobi oltre a lui dove riconobbe alcuni volti noti oltre a quello del sunese.
    All'inizio non lo notò ma si fece vedere lui dandogli un colpo sulla spalla a cui era attaccata la protesi.

    Io sto abbastanza bene in fondo, ma sappi che sono in debito con te per quello che hai fatto alle mura per non farmi morire dissanguato. Un debito che devo assolutamente pagare.

    Parlava spensierato ma si udiva bene la voce ferma su quel punto. Se lo aveva promesso avrebbe onorato la sua parola in qualunque modo.
    Tornò poi a prestare attenzione al discorso fatto dalla bella donna in merito alla missione che prevedeva l'eliminazione di nukenin a quanto pare pericolosi dato il livello della missione.
    Venne dichiarato il jonin Nara come capo del gruppo e Yuki come medico della squadra. Hamano si sorprese come quel ragazzo fosse già ben avviato nella carriera ninja. Sicuramente doveva avere un qualche talento che non aveva notato quando lo aveva fatto entrare nel villaggio.
    Molti dei presenti sembravano conoscersi tra loro e la cosa non lo sorprendeva neanche troppo dato che quasi la metà erano kiriani, ma alla fine poco importava, non gli interessava troppo sapere vita morte e miracoli dei suoi nuovi compagni di squadra.

    [...]

    Il viaggio li portò in un luogo davvero originale. Hamano aveva fatto un periodo di pellegrinaggio nel mondo ma non aveva mai trovato un posto del genere. Vennero accolti quasi come salvatori dai guardiani del villaggio, cosa nuova per Hamano che di solito era visto da quelli che volevano entrare a Suna come eccessivamente burocratico. Vennero portati davanti alla sede amministrativa del villaggio, viaggio che non durò che un minuto scarso dato che era davvero piccolo, ma sicuramente ben nascosto. Vennero fatti entrare da una fanciulla in rosa e portati da un ragazzo con due coprifronte in condizioni decisamente non ottime. Quando Hamano si era ritrovato in ospedale con un braccio in meno era più in salute di lui, poco ma sicuro. In più un uomo incappucciato ben sorvegliato era legato ad una sedia in quella stanza. Sicuramente un inizio un po' singolare per una missione, soprattutto per delle urla che giunsero alle orecchie dei presenti, urla che non erano di certo di dolore.

    Si potrebbe mantenere un minimo di decenza però.

    Il commento del ragazzo non era rivolto a nessuno ma non gradiva particolarmente che questi atteggiamenti fossero svolti in un luogo pubblico. Se i due dall'altra parte non riuscivano a resistere ai propri ormoni che si trovassero un posto appartato.

    Comunque sono Hamano Iga, sunese, guardiano e membro dei Sand Scorpions.

     
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  10. scroccodile-dundee
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    Rivelazione. Shin Hyuga と Amida Butsu



    Le cose sembravano farse sempre più complicate. Gli shinobi che avevano mandato sembravano essere dei bambini che facevano a gara a chi ce l'avesse più duro. Ma del resto, nemmeno gli abitanti del bambù sembravano essere dello stesso livello. Furioso, si portò la mano destra alla bocca, con il pollice si appoggiò al labbro, per pulirlo con un gesto incazzoso e veloce il sangue presente. Di scatto, balzò in piedi, rassicurando Karin. Appena si alzò, anche Chibi scattò, rizzando il pelo. Sapeva dove guidare Amida, il quale si reso conto che probabilmente nessuno aveva notato il suo handicap.

    Airon!!



    Bastò un solo grido. Una sola parola, che i gemiti si placarono.

    Signor Yuki, non ci sono pazienti la dentro.. Come lei può aver ben capito. Tuttavia, al Bambù ci sono tante belle ragazze, e tutte cercano marito. Se proprio non ha nessuno a casa..

    « Amida-sama!! Non ci si metta anche lei! »



    Tranquilla Karin, stavo solo scherzando. Anche i ciechi possono scherzare ogni tanto. - voltandosi verso i presenti - E si, sono cieco. Ma non abbiate pietà, è un malus fisico da nulla, riesco ad agirarlo facilmente. E siccome devo vedere per potervi spiegare la missione, non posso farlo in questo stato, quindi vogliate scusarmi.



    In quella struttura, oltre all'atrio, alla stanza occupata da Airon e Shila, c'erano altre due stanze. Amida entrò in una di esse, passando prima vicino a Shota.

    Stai attento, non mollarlo nemmeno per un istante. E guardati bene anche da questi shinobi, in questo momento hai autorità su di loro.



    Shota, annuì solamente. Amida proseguì, entrando dunque nella stanza a fianco a quella da dove provenivano gli strani rumori. Strani, più che altro fuori luogo.

    Shila

    « Ecco, ho urlato come se stessimo scopando, contento!? »



    « Hei Shila, ti ho detto fammi sentiri come urli, ma non intendevo simulare.. »



    « Si bravo, come se la dessi al primo stronzo che passa - poi rivolto a Yuki - E tu chi sei? Un altro cieco? Dio.. »



    La situazione sembra sdrammatizzare parecchio, ma nessuno in quella stanza immaginava cosa sarebbe successo da li a poco.
    Amida aveva bisogno di vedere, quindi non gli rimaneva altro che utilizzare la sua abilità speciale.

    Un chakra brutale sgorgò dal suo corpo, come se il demonio fosse entrato in quella stanza. Karin e Shota furono quasi pietrificati, non riuscivano a muovere nemmeno un muscolo. Gli altri shinobi avrebbero percepito anch'essi il chakra del giovane Amida, pur non essendo sotto effetto di Ricevitori.

    Ninpou: Kuchiyose no Jutsu Chikudo.



    In una nuvola di fumo, diradatasi in pochi secondi, apparve il corpo di Shin Hyuga. Amida non conosceva neppure il nome di quel ragazzo, ormai spacciato quando mesi addietro si incontrarono. Egli stava sul suo letto, immobile, occhi chiusi, non che cambiasse qualcosa..
    Lentamente, la porta della stanza si aprì, tra lo stupore generale ad uscirne fu un ragazzo completamente differente da Amida Butsu. Capelli arancioni, occhi bianchi con tanti cerchi, piercing su tutto il corpo. I suoi passi erano leggeri, il suo corpo molto più allenato di quello precedente. Con eleganza, senza fare il benché minimo rumore, si sedette al posto di capovillaggio. Era il momento di essere seri, ma nessuno poteva prevedere la reazione degli shinobi di fronte a quella apparizione.


    Una volta risolti tutte le eventuali domande, situazioni e quant'altro, la situazione era ormai serissima. Tutti erano raccolti intorno ad Amida, Airon era andato a dar man forte a Shota, dunque ora erano 2 le persone che tenevano sottotiro quel Nukenin. Allora, Amida iniziò a spiegare di cosa si trattasse la missione.

    Itai Nara, ho sentito spesso parlare di te a Kiri. Sei uno shinobi molto rispettato, spero tu possa aiutarci. Ecco la mappa della nostra regione, quella che un tempo era all'interno del grande paese della Terra. Ora passiamo ai dettagli. Shila, appena ieri, ha visto in questo punto, segnato in blu, la persona che trovate incappucciata nell'angolo. Fortunatamente sono stato in grado di catturarlo da solo, ma vi garantisco che è un tipo che ci sa fare. Lei lo ha sentito parlare con i suoi "colleghi" attraverso con la radio. Ha sentito dire che il villaggio Akafuji, segnato con il pallino in rosso, è stato attaccato appena due giorni fa, quindi i preparativi per l'invasione della zona erano ultimati. Sembra, dunque, che non abbiamo a che fare con dei Nukenin da strapazzo. La nostra posizione è molto strategica, in quanto ad est siamo protetti, come la più celebre Konoha, da delle montagne, mentre intorno siamo circondati da grandi fiumi. Conquistare questa zona vorrebbe dire creare un covo inespugnabile. È per questo che bisogna impedirlo. L'obiettivo principale della missione è distruggere questo punto, il ponte Kanjabi.



    Fece una breve pausa lo Hyuga. Mostrò, con l'indice destro, ogni punto chiave della missione, facendo capire che loro si trovavano nel villaggio vicino al pallino blu.

    Inoltre, bisogna evitare che i villaggi ad ovest del ponte facciano la stessa fine di Akafuji, mentre non di minor importanza è l'uccisione di tutti i nukenin che sono già in avanscoperta. Tuttavia, sono i due primi punti ad essere prioritari, l'eliminazione dei traditori deve avvenire solo in caso di incontro casuale, o se individuati nelle vicinanze. Già, perchè per avvicinarsi al ponte ci sono molte vie. Partiamo da queste facilmente comprensibili. Strade in terra battuta, ovviamente le più veloci, tuttavia sono facilmente intercettabili. Attravarsare le foreste di bambù triplicherebbe il tempo impiegato, tuttavia le probabilità di essere scoperti sarebbero molto ridotte. Poi c'è la possibilità di attraversare le montagne ad Est, riuscendo così ad avere una visuale di tutta la regione. Infine, potete risalire il fiume, ma capirete da soli cosa comporti. Quello che so è tutto qua. Per il resto, vorrei avere delle informazioni su di voi, per capire se posso consigliarvi delle tattiche, conoscendo alla perfezione la zona. Inoltre abbiamo il nostro amico, che deve ancora essere tirato in ballo. Potremo scoprire delle cose molto interessanti. Da ora la missione ha inizio. Non ha rango, non sappiamo che difficoltà ci saranno, magari sarà un Dio ad accoglierci, magari non ci sarà nessuno.



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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Non potevo sopportare che lui, quell’Akuma, fosse lì. Ancor meno che potesse ancora insinuare che io, che portavo dentro di me qualcosa che apparteneva da centinaia d’anni a Kiri, che avevo votato la mia fedeltà più e più volte a quel villaggio, potesse dirmi che io non ero un vero kiriano.
    Avrei dovuto ignorarlo (vista la sua evidente pazzia) e l’avrei fatto se per puro caso non fossimo in una vera missione. Per questo non avrei tollerato alcun comportamento scorretto da parte sua.
    Avevo chiesto a Drake di agire con lui in un certo modo, aveva rifiutato e potevo comprendere quel rifiuto, anche se glie l’avevo ordinato. Tuttavia avrei tolto volentieri il mio amico da quell’impiccio e avrei tenuto sott’occhio di persona quell’imprudente.
    Tuttavia, prima che Amida potesse iniziare a parlare, misi in chiaro qualcosa che avrebbe segnato i rapporti tra me e quelli che fino alla fine della missione erano i miei uomini.

    « Seinji Akuma » inizia col dire, senza nemmeno degnarmi di guardarlo « Sono stato nominato caposquadra di questo gruppo per guidarlo in questa missione e il mio dovere e condurlo alla fine di questa missione con successo e sopratutto » e il mio sguardo si posò su Drake, Hiehi, Hamano, Yuki, Akimaru e Arabesque, per finire su quello dell’Akuma « Proteggerli e condurli sani e salvi alla fine »
    « Le tue parole sono inappropriate e mi fanno temere che tu possa essere un pericolo per loro, Seinji. Ti conosco, so cosa pensi degli altri e lascia che ti dica una cosa » mi avvicinai a lui e lo fissai da meno di mezzo metro direttamente negli occhi « Tu sei un mio uomo fino alla fine della missione, ho il dovere di proteggere te e di guidarti al meglio e per farlo esigo che tu obbedisca senza discutere ai miei ordini » feci una breve pausa « Se lo farai metterai in pericolo la vita dei tuoi compagni e quindi dei miei uomini, per questo sarai un pericolo, per questo, dovrò eliminarti e l’Accademia mi consente di farlo » gli occhi divennero gialli per un istante, rivelando una natura ben più profonda di quella superficiale che mostravo « L’ultima volta però stavo solo giocando, Akuma, non costringermi a dover lottare anche solo a metà delle mie possibilità, vorrei indirizzare le mie forze al bene di questo posto. Sono stato chiaro? »



    Accadde qualcosa che non avrei mai immaginato. Amida, quello cieco, distrutto di dolore e debilitato, evocò un uomo. Un ragazzo che io conoscevo e che non vedevo da molto, molto tempo. Tuttavia quando parlò, lo fece con la mente dello stesso Amida che poco prima aveva parlato, ma i suoi occhi bianchi e il suo viso non lasciavano dubbi sulla sua identità. Non sembrava essere la sua, l’anima che comandava quel corpo.

    « Shin Hyuga? » mormorai stupito « Devo... devo dire che la cosa mi lascia alquanto sorpreso » dissi a bassa voce « Poi mi spiegherete se potrete, questa cosa, è morto, evidentemente e comanda il suo corpo. Sono assai curioso, Amida. »



    Amida ci spiegò la situazione. Ascoltai con grande attenzione e osservai la mappa attentamente mentre parlava. Nella mia mente, man mano che le informazioni aumentavano si formava un abbozzo di strategia, incompleto, visto le varie mancanze che sentivo esserci in quel discorso. Poi c’era ancora l’incognita di quell’uomo malconcio catturato.
    Forse in squadra c’era qualcuno in grado di interrogarlo con un qualche Genjutsu, io purtroppo in quel campo non eccellevo: sapevo solo liberarmi dai Genjutsu.

    « Avrei domande da farle Amida, a lei e a chiunque altro dei suoi uomini possa rispondermi » inizia col dire « Prima di tutto, voglio sapere mediamente quanto tempo ci vuole a percorrere la strada attraverso la foresta di bambù per giungere al ponte » indicai la via che passava attraverso la foresta, diretta per il ponte « Inoltre voglio sapere tutto quello che potete dirmi sulla struttura del ponte e eventuali stranezze » feci una pausa di qualche secondo per riorganizzare i pensieri « C’è qualcuno tra di voi che sa interrogare mentalmente l’uomo? » il mio sguardo si posò su Akimaru che aveva l’abilità richiesta a suo dire « Akimaru, procedi con l’interrogatorio mentale immediatamente. Drake! » il mio sguardo si spostò sull’altro Chunin « Tu sei nominato mio vice per questa missione, ascoltato cosa ho in mente di fare. »

    Cercai e ottenni una matita per poter scrivere sulla mappa e tracciai una lunga linea continua che andava dal Villaggio dove ci trovavamo fino al ponte, senza passare se non dove necessario, per le strade, senza costeggiare troppo il fiume, per restare più immersi quanto possibile nella vegetazione.

    « Siamo troppi per agire in un unico gruppo e la missione richiede comunque più fronti d’azione » mentre parlavo ticchettai con le dita il villaggio e il ponte sulla mappa « Quindi dobbiamo dividerci necessariamente in due gruppi. Adesso, un gruppo dovrà dirigersi verso il ponte e l’altro nei villaggi per sistemare eventuali situazioni difficili e forse ricacciare indietro dei nemici presenti » spostai le dita sul fiume e le montagne « Le montagne sarebbero ottime per osservare il panorama, ma non siamo qui in gita turistica, la regione è vasta e ci sono metodi più veloci per ottenere salde informazioni sul territorio che non ci rallenteranno, il fiume è fuori discussione, troppo esposto e troppo pericoloso » segnai quindi un percorso che passava sulle strade e andava ai vari villaggi « Lo scopo di fare questa strada è duplice: il primo è cercare di risolvere i problemi in quei posti, il secondo è cercare di distogliere l’attenzione su chi sta andando a distruggere il ponte » riportai il dito sul ponte segnato sulla mappa « Se il ponte salta, saltano forse eventuali rifornimenti, isoliamo la gente che rimane in quel posto e la schiacciamo. Quando salta il ponte la squadra che si è diretta verso il ponte si muoverà verso la città segnata con il numero cinque, che è l’ultima che l’altra squadra dovrà visitare e ci rivedremo per lottare se serve ancora » feci una pausa « Stando a quanto ho detto, iniziamo col dire che io e Drake saremo in due squadre diverse e che Yuki andrà con la squadra più esposta al pericolo, ovvero, quella che andrà sulle strade. Akimaru è bene, per le sue abilità furtive, che segua il gruppo che distrugge il ponte e Seinji idem. Hamano e Hiehi, voi andrete con Yuki, Arabesque per i boschi con Akimaru e Seinji. Drake, io vorrei che tu guidassi la spedizione per le città, io invece quella per i boschi, diciamo che sono più discreto di te e la missione di distruzione del ponte richiede precisione e accuratezza che con le tue tecniche vistose non possiedi » sospirai e guardai gli altri « Ecco, questo è quanto. Avete altre idee o altre domande da fare a Amida? Fatelo ora. »

    Avevo congegnato quel piano per far sì che una squadra sgusciasse via verso il ponte mentre l’altra attirava la sua attenzione su di se. Avevo volontariamente preso i due genin con me e lasciato a Drake solamente chunin in squadra. Erano più esposti al pericolo e quindi dovevano essere più preparati alla lotta. Al contrario, la squadra guidata da me avrebbe sicuramente fatto meno rumore e affrontato situazioni più discrete per cercare di andare tranquillamente tra i bambù fino al ponte. Chiusi gli occhi e attivai il chakra del demone, sentii la mia riserva di chakra aumentare vertiginosamente: sarebbe stata assai utile in quell’occasione.

    « L’idea per raccogliere informazioni è semplice » mi morsi il labbro fino a far uscire una piccola goccia di sangue e messo sul dito composi la tecnica del richiamo « Vi presento Qon! »

    Un tengu alto due metri e dal fisico possente comparve dal nulla affianco a me, nel punto in cui avevo battuto la mano per terra.

    « Itai-san! A che devo la chiamata? »
    « È presto detto caro Qon, necessito di te per trasportare un esploratore nel cielo » il Tengu si gonfiò, il trasporto era il suo compito principale « E chi sarebbe costui? » sorrisi « Me, ovviamente! » mi voltai verso gli altri per spiegar loro la stranezza « Allora, se uno di noi dovesse andare in aria ad esplorare il cielo, non potrebbe sicuramente comunicare con noi, invece c’è un modo per comunicare a me cose che potrebbero interessare » composi un sigillo e sentii il mio chakra calare bruscamente, affianco a me comparve una mia copia esatta, che conteneva esattamente metà del mio chakra Kagebunshin. « Qualora ci dovessero essere cose che vale la pena comunicare, essa scomparirà e con essa il Tengu, al massimo rievoco entrambe: il chakra non è un grosso problema per me, fate conto che ne ho di illimitato per questi utilizzi periodici »
    « Vedo che è una cosa impegnativa Itai... »
    « So che ti chiedo molto Qon, ma ti ricompenserò adeguatamente alla fine di questa storia! » il tengu rise e scosse il grosso capo « Non preoccuparti Itai, non preoccuparti, sono ben lieto di aiutarti »

    Adesso avevo terminato i preparativi. Avevo solo bisogno di qualche informazione proveniente dall’interrogatorio di Akimaru. Disattivai la possessione e lasciai che il chakra di Kaku tornasse silente, approfittando per smaltire l’impossibilità a usare chakra finché eravamo al sicuro in quel posto. Fortuna sarebbe durato solo pochi secondi.



    Mappa imbrattata da Itai: LINK

    Edited by -Max - 17/11/2010, 21:26
     
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  12. Yami Kaguya
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    ¬ N i i ¬
    Temptation

    ..Immagino non mancheranno le occasioni Hamano, visto dove stiamo andando. Vedi di non farti ferire allora, ok? Non vorrai mica accumulare interessi.

    Replicai in tono scherzoso, rallegrato dalle parole che il guardiano mi rivolse dopo il mio saluto. Sapevo che dirgli che "come aspirante medico non avevo mica potuto lasciarlo in mezzo alla strada menomato", così come che "avrebbe dovuto ringraziare più Hoshi e quell'altra ragazza", non avrebbe cambiato le cose. Ci sono cose chiamate Onore, che semplicemente fanno seguire logiche proprie nei ragionamenti. E probabilmente quel ragazzo era uno dei pochi uomini a Suna che faceva di cose simili il proprio orgoglio. Facesse come voleva, dunque.

    Dall'altra parte invece, non sembravano esserci molti patrioti. O quantomeo, poche persone che reagirono al mio tentativo camuffato di sdrammatizzare. L'unica che lo fece mi rovinò persino il divertimento, dandomi corda.

    Davvero? Grazie allora, risolta la caterva di casini che ci aspetta resta in giro, che ci mettiamo d'accordo.
    Ah, dimenticavo... non ho afferato, il tuo nome... ?


    Che dire, tipo interessante. Anche se mai come il cosiddetto "capitano" della squadra. Che in replica al discorso sprezzante del suo compaesano, praticamente spiegò che ci voleva riportare indietro tutti da quella missione, sì. Ma se c'era qualcuno in vena di fare di testa sua mettendo gli altri in pericolo, allora era disposto a riportare indietro un uomo in meno.
    Sembrava i due si conoscessero. Forse fu per quello, che per una volta non mi sembrò la tipica minaccia a vuoto di chi domina con una spada affilata in mano, ma non ha il coraggio di usarla.
    Insomma poco male se non ne avevo ancora attirato l'attenzione. Tutto sommato mi bastava sapere di non essere stato messo sotto a un capo-squadra in erba, per una missione simile.

    [...]

    Il suddetto ragazzo ignorò nuovamente una mia domanda idiota, ma non fu lo stesso per Amida in sè. Che mostrando un certo grado di cortesia anche per uno "come me", scherzò con la ragazza in rosa su come nel bambù sembrasse essere facile trovar moglie. E su come fosse cieco. Poi parlò di dover vedere per parlarci, ma quando sparì in una stanza, la mia attenzione venne distolta da qualcos'altro. La porta della stanza da cui venivano i gemiti si aprì, e ne uscirono due ragazzi che battibeccando, misero in chiaro che non era successo nulla di ciò che pensavamo.
    Non che mi importasse, quando la responsabile si rivolse a me.
    CITAZIONE
    « E tu chi sei? Un altro cieco? Dio.. »

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    ...Non nego che con sinfonie di livello tanto elevato, potrebbe bastarmi l'udito per apprezzare la tua compagnia...

    Mi sistemai gli occhiali per darmi qualche attimo in cui squadrarla da capo a piedi, e non c'era certo da biasimare il ragazzo che sembrava aver dato il via alla recita. Ma che dire, lui era già stato catalogato come "il primo stronzo che passa", dunque perchè mai avrei dovuto starmene zitto e buono se nemmeno il Nara aveva detto nulla a riguardo?

    ..ma da quel che vedo, avrei molto per cui maledire una simile condizione, a non poter usare anche gli occhi in quel momento.

    Se avessi dovuto essere sincero, una così brava a simulare non lasciava molte speranze riguardo a una compagnia di cui rimanere soddisfatti a un livello anche solo di un pò superiore a quello del mero piacere carnale. Difatti ero già pronto a passare anch'io alla definizione del "primo stronzo che passa", definizione anche piuttosto calzante nel mio caso.
    Però chi ero io per chiudermi le porte da solo di fronte a un'occasione?
    Oltretutto, ci pensò qualcun altro a farlo per me, richiamando l'attenzione collettiva su di sè.
    E sul fatto che il suddetto tizio dal pel di carota si era appena messo al posto del capo villaggio, fissandoci con serietà. Ne incrociai lo sguardo un attimo, notando una spiccata somiglianza con gli occhi più unici che rari di Amida, ma ebbi la decenza di finire la mia conversazione, prima di unirmi a un'altra.
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    Ahi ahi..purtroppo il lavoro chiama, ma facciamo così: una volta che abbiamo finito, ripasso di qui. Allora saresti così gentile da farmi l'onore della tua compagnia, signorina?

    Con un ultimo sorriso allegro, chiusi una conversazione che non avrebbe probabilmente portato da nessuna parte. Al momento, la comparsa del nuovo arrivato aveva fatto spalancare gli occhi a più di uno dei miei compagni, dunque non ci voleva un genio per capire che le cose si stavano effettivamente scaldando più in quella stanza, che in quella da cui erano venuti i gemiti di Sheila.
    Le parole di Itai suonarono come uno scherzo, quando mi fece capire che stavamo parlando con un supposto cadavere. Cosa che dovetti ammettere, non mi piacque. Mi tolsi gli occhiali e li rimisi al loro posto, fissando quello che come aveva detto Itai, era chiaramente Amida per quanto in un corpo diverso. L'unica cosa che non capivo era quella bizzarra vitalità, da parte di un morto.
    Quella di cui mi preoccupavo invece, era la presenza di modi per riportare in vita i cadaveri. In che razza di mondo di merda vivevamo...?
    CITAZIONE
    « C’è qualcuno tra di voi che sa interrogare mentalmente l’uomo? »

    Io, signore.

    Risposi prontamente, insieme a un altro dei kiriani, Akimaru. Itai diede ordini solo a lui, ma a quel punto mi ero decisamente rotto. Finchè mi rilassavo, faceva bene a lasciarmi fare. Quando però mi veniva voglia di lavorare, allora potevano iniziare a pesarmi i problemi di comunicazione. Il Nara disse all'altro foglioso di fargli da vice, ma mi ero già disinteressato al discorso. Lui era il capo, l'altro uno di cui si fidava, e non avevo voglia di discutere le strategie di partenza, necessario o meno. Mi alzai quindi in contemporanea al Tokugawa, seguendolo passo passo sino a che non arrivammo di fronte all'incappucciato. E io iniziai a entrare nella mentalità adatta, a ciò che ci stavamo presupponendo di fare.
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    Sbattei quindi lievemente il pugno destro contro il palmo sinistro, e mi voltai verso il Tokugawa lasciando libero sfogo tramite un sorriso sadico all'impazienza di iniziare.

    Preferisci anche tu che si faccia una dormita nel frattempo, per caso?

    Se sì, beh. A meno che non avesse in mente lui qualche metodo, almeno in quello avrei concesso un pò di grazia a quel tizio, premendo l'arteria carotidea interna in maniera sufficiente da lasciargli il cervello a secco di ossigeno senza pestarlo ulteriormente. Mi rimase solo da aspettare quei pochi secondi necessari perchè ciò avvenisse, quindi. Dopo di che, unii le mani nella posizione della tigre, e quindi tesi la mano, cercando di toccarne la testa in contemporanea al Kiriano.

    E...via.

    Le domande, sarebbero state quelle classiche. Cosa pensavano di ottenere lui e i suoi compagni da quei villaggi tanto poveri. Se c'erano dei turni stabili per delle pattuglie o dei luoghi in cui avevano stanziato sentinelle. Se si erano già infiltrati negli altri villaggi come avevano provato a farlo lì al Bambù. Che cosa era venuto a fare il giorno prima, e cosa aveva comunicato via radio ai suoi compagni. Il suo villaggio di appartenenza, quello che ricordava riguardo a quelli dei suoi compagni, se si erano infiltrati nei villaggi e in quali, e infine se il ponte Kanjabi era sorvegliato.
    Certo non mi aspettavo fosse facile, parlavamo di un ninja che si era fatta nemica l'accademia e i quattro villaggi a lei affiliati. Tuttavia un prigioniero inerme può averla vinta solo sul piano morale, se non cede informazioni.
    Non sapevo che ne pensasse Amidaba, ma capita la qualità di informazioni e la possibilità di reperirle, un prigioniero può vivere altre due settimane come due minuti. Nel caso di quel tizio, io propendevo per i due minuti, una volta che avessimo finito con lui.

    Terminato dunque, riferii le informazioni ottenute al Nara, apprendendo al contempo la divisione delle squadre, e di come avrebbe usato un essere umanoide e alato per un'esplorazione aerea. Ovvero un Tengu.
    No, sul serio. Quel tizio chiacchierava con un Tengu. E anzi li comandava entro certi limiti, a guardarlo. Ma guarda te...
    Comunque, a conti fatti ero finito con Hamano e i fogliosi, cosa che mi fece scoccare un'occhiata penetrante al Jonin per un attimo. Ma dubitavo che fosse pure lui razzista come il sottoposto che si era voluto tenere a portata di katana, quindi lasciai perdere.

    ..Ricevuto, Capitano. Le domande per gli spostamenti le lascio al mio capo squadra. Con tutto il rispetto non credo che le informazioni di guerriglia che desidero, possano venirmi fornite senza sapere esattamente in quale villaggio o punto stradale inizierà la festa.

    Chiusi quindi la bocca, e tornai a guardare il nukenin interrogato. A seconda delle qualità delle informazioni, il mio atteggiamento sarebbe variato fra un minimo in cui l'avrei osservato, e un massimo in cui avrei giochellato con un kunai in attesa di eventuali delucidazioni di Amida prima del nostro congedo.
    Riguardo la sua esecuzione, ovviamente.
    SPOILER (click to view)
    Interrogazione Mentale
    Villaggio: Generica
    Posizioni Magiche: Tigre
    L'illusione si attiva Tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche; sarà impossibile mentire. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse.
    L'efficacia è pari a 30. Non è possibile utilizzarla durante uno scontro.
    ( Livello: 4 | Consumo: Mediobasso )
     
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  13. Akimaru Tokugawa
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    Astio e Decisioni
    No Shin non può essere!



    Erano passati pochi mesi.
    Era venuto a Kiri, per chiedere di me, non ricordo bene il motivo, doveva essere importante, ma la mia testa ormai era affollata da altri pensieri. Sta di fatto che, vederlo li, in piedi del tutto diverso da come era in passato, il caro Jiraya mi fece torcere le budella.
    Capelli arancioni e strani piercing metallici della sua carne. No, quello non era lo stesso foglioso che avevo conosciuto, era qualcun altro.

    Lo stupore pervase la stanza, i miei occhi si spalancarono, non sapevo cosa fare, rimasi impietrito e scosso, fino alla rivelazione di Itai. Shin era morto ed Amida ne controllava il corpo. Morto, come? e perché? Shin aveva un grande sogno, un sogno di pace che, sebbene richiedesse manovre drastiche era pur sempre qualcosa di nuovo e innovativo. Avevo bisogno di spiegazioni, subito.

    « Cosa cazzo significa Amida? Cosa hai fatto a Shin? Perché l'hai ucciso? »



    Le mie parole erano gonfie di rabbia e forse il mio tono troppo alto. Guardai Itai, piegando il capo, scusandomi, ma la situazione era troppo complicata, Shin era mio amico, ed era stato ucciso.

    [...]



    La situazione si era acquietata, più o meno, dopo le spiegazioni di Amida. Non potevo ritenermi soddisfatto ma se c'era una cosa che avevo imparato era di non far entrare le faccende personali nella missione. Adesso si doveva lavorare, insieme, come una squadra.
    Pensai ancora alle parole di Itai, poco prima, rivolte al quel ninja di Kiri che tanto si dimostrava stupido odiando i membri di altri villaggi. Quel suo atteggiamento mi preoccupava, ero sicuro, anzi certo, che avrebbe creato problemi, avrebbe messo la squadra in pericolo e, di sicuro, Itai non gliela avrebbe fatta passar liscia.

    Amida spiegò bene la situazione: i villaggi vicini erano minacciati, uno, oltre il fiume era già stato preso. La nostra missione distruggere il ponte, annullando ogni collegamento tra il villaggio conquistato, colmo di Nukenin, e gli altri, in modo tale da poter decimare i nemici senza che essi aumentassero di numero. Attacco e Difesa. In quel momento l'unica cosa che ci serviva era un ottimo piano ma, naturalmente, Itai si rivelò essere in quanto capo squadra il più lungimirante di tutti. Prima di tutto l'interrogazione, che mi venne affiidata senza pensarci due volte.
    Annuii senza far storie, l'interrogatorio era la mia arte preferita e quella volta sarei stato accompagnato da un altro ninja.


    « Yuki-kun, è un piacere lavorare con te...se permetti... »


    Posai la mano sulla spalla del nukenin, utilizzando una delle mie tecniche preferite, per un paio d'ore non avrebbe dato alcun fastidio.
    Poi rivolgendomi a Yuki annuendo lo invitai ad unirsi all'interrogazione, come una squadra.
    Seinji quel giorno avrebbe avuto una lezione.

    SPOILER (click to view)

    1. Chi ti manda? Chi è il tuo capo?

    2. Cosa volete tu e i tuoi alleati?

    3. Cosa state cercando?

    4. Cosa hai comunicato via radio prima di essere catturato?

    5. A quanto ammonta il vostro gruppo?

    6. Il ponte. Di cosa è fatto? Specifica i materiali.

    7. Vi sono altri ninja esploratori?

    8. Dove sono accampati gli altri nukenin da questa parte del fiume?

    9. Sorveglianza sul ponte. Quante unità.

    10. Quanto tempo abbiamo prima che i tuoi amici arrivino a braccarci?


    Se Yuki avesse avuto altre domande da fare, avrei aspettato, anche se non avevamo molto tempo.

    [...]



    Riferite le informazioni al Jonin di Kiri si passo alla formulazione del piano.
    Itai sembrava essere sicuro di ciò che diceva, espose un piano adeguato, riuscendo a fare ragionamenti adeguati e formando delle squadre perfette. L'unico inconveniente, quel chunin di Kiri. Poteva essere anche un mio superiore ma se avesse fatto qualcosa di sbagliato, se solo avesse messo in pericolo la squadra non l'avrebbe passata liscia. Una minaccia? No. Una promessa.


    « Amida-Kun, avrei una domanda da farle. Cosa producono i villaggi vicini? Potrebbe servirci qualcosa per far saltare il ponte e, soprattutto, potremmo trovare qualcosa per creare qualche diversivo non trovate? »



    Sapevo che il tempo stringeva, ma la mia indole e il mio istinto mi dicevano che dovevamo andarci con i piedi di piombo, ne valeva della riuscita della missione.
    Poi, però, Itai ebbe una magnifica idea. Evocò una strana creatura, che pensavo fosse solo mitologica, un Tengu. A lui venne affidata una missione importante, quella esplorativa insieme ad un altro membro del gruppo: Itai stesso. Compiendo un sigillo infatti creò una copia esatta di se stesso, vantandosi di avere abbastanza chakra per reggere quegli utilizzi giornalieri. Un chakra quasi illimitato, doveva nascondere davvero qualcosa di incredibile dentro di se.

    Cos'era Itai Nara? Ninja di Kiri, unico ad aver dato filo da torcere al Mizukage. Alla fine di quell'avventura, l'avrei scoperto.
     
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  14. The_Drake
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    ~ Attacco e Difesa: L'adunata ~
    [2 - Shin!?]



    Qualcosa di pienamente mitico o surreale stava succedendo dentro quelle stanze, dentro quel palazzo, dentro quel luogo dove forse un suo amico era stato ucciso?
    I suoi sensi si invispettirono quando quell'ondata di chakra ricoprì l'intero spazio, l'intera ala dove il gruppo stava organizzando l'attacco o comunque veniva a sapere che colui che comandava era un ninja cieco.
    Stava succedendo qualcosa.
    Dalla stanza dove il ragazzo si era appena recato uscì qualcuno che ad una prima occhiata appariva totalmente diverso dal normale; qualcuno totalmente fuori dalla norma: capelli color arancio vivo, corti, con strani occhi concentrici e un numero spropositato di piercing neri in viso; Drake non ebbe dubbi solo al primo acchito, uno sguardo totalmente scioccato che dalla normale tranquillità e pace che gli aveva donato quel paese si stava per trasformare in rabbia.
    Conosceva meglio di chiunque altro la storia di quel fù Hyuga, che dopo aver abbandonato Konoha, traditore della Foglia mai catturato e senza un successivo villaggio di destinazione, lasciando una ragazza in lacrime e uno amico, si distacco da tutto e tutti.
    Ci fù un periodo in cui Jo perse totalmente la voglia di continuare a fare il ninja, un periodo che aveva creato un forte disagio nel giovane proprio per colpa di quellabbandono improvviso del suo compagno di squadra; Shin Hyuga compagno di missione e squadra con Drake alla Foglia.
    Solo grazie ad un Jonin, Alexander Hyuga, l'eremita riuscì a riprendersi per puntare a diventare più forte: uno dei suoi obbiettivi era proprio riportare a casa l'amico.
    Ora davanti a lui giaceva un cadavere parlante.


    image

    La rabbia iniziò a salire dentro al suo corpo, considerando che l'unica motivazione plausibile per il fatto che quel corpo fosse davanti a lui era che fosse stato ucciso da qualcuno, quel qualcuno che stranamente lo comandava; Era un Ronin traditore, ma Jo voleva riportarlo con le sue mani e porvare a sconfiggerlo per dire di aver dato lui l'estrema unzione all'amico e non altri.
    Sembrava che fosse arrivato tardi.


    Amida...Shin Hyuga era un chunin del villaggio della Foglia: ha tradito scappando dal villaggio molti mesi fà.
    Ora come ora tu ti trovi in una situazione scomoda, che ti impone, considerando le regole Accademiche, a restituire il corpo al villaggio d'appartenenza...alla fine della missione esigo il corpo del mio compagno per riportarlo in patria, senza ovviamente nessun tipo di manomissione da parte di esterni....oltre al fatto che dovrai darmi delle spiegazioni concrete sul come sia morto e perchè è in tuo possesso...e sul fatto che non è stato segnalato in nessun ufficio come catturato o ucciso dal Bambù.


    Una tristezza infinita nel cuore per aver detto quelle parole così dure verso un mandante di missione, che forse non sapeva nemmeno quello che aveva fatto: doveva essere superiore e guardare avanti, senza incolparsi troppo; Infatti in quel momento 8 vite dipendevano dalle azioni di ognuno e non poteva permettere che il passato rovinasse ogni cosa e mettesse in pericolo l'operazione.
    Detto questo, ascoltò in silenzsio le successive parole del cadavere, distogliendo lo sguardo il più delle volte per paura di potersi infuriare troppo o comunque mostrare emozioni che un ninja non può permettersi di esternare.



    Tornando alle cose serie, Drake aveva un compito parecchio importante considerando che era stato messo a capo della squadra d'attacco: l'obbbiettivo era ripulire le città da ogni possibile Nukenin che intralciassero la via agli altri che passavano per boschi.
    Il piano era ottimo, considerando che per come aveva in mente d'agire, Itai si era ritagliato una copertura perfetta: di sicuro Jo non si sarebbe trattenuto dal rompere in mille pezzi i crani dei più disparati ninja traditori e questo sicuramente avrebbe attirato maggiormente l'attenzione su di lui che non sugli altri.
    La mappa disegnata dal compagno, capo squadra, era ottima e comprensibile e Ryouji accetto di buon grado il dover fare da esca e ripulitore: ma aveva ancora qualcosa da chiedere ai molti presentati lì quel giorno.
    La prima parte era rivolta al corpo del suo amico, che venne forzatamente chiamato Amida, anche contro voglia Amida...mi servono informazioni sulle caratteristiche di ognuno dei cinque villaggi che dovremo controllare...numero presappochistico delle persone, del tipo di persone, centri nevralgici più conosciuti, centri di potere, vie maggiormente usate per il trasporto merci. Non attese la risposta, ma ascoltando con l'orecchio si rivolse subito ai suoi quattro compagni, tutti chunin.Ragazzi, sò che può sembrare una richiesta fuori dal comune, ma siamo pur sempre in missione e non sò ancora nulla di voi: elencatemi le vostre capacità e peculiarità principali, in modo che possa decidere fin da subito come disporre il gruppo durante il viaggio e se serve qualche braccio in più... Aggiunse quell'ultima frase vedendo che Itai aveva già iniziato con le grandi manovre d'attacco, evocando uno dei suoi Tengu e una Kagebushin.
    Pure Drake avrebeb potuto, ma preferiva risparmiare chakra per quando avrebbe preso a calci in culo gli oppositori: poi per quello che aveva in mente non sarebbe servito tantissimo chakra, ma una briciola solamente per una ranetta.

    Nel mentre Akimaru si rendeva utile insieme al medico Yuki nell'interrogare mentalmente il prigioniero: sembrava che quel ninja di Suna avesse un'utilità sempre maggiore, per questo serviva una strategia di fiesa perfetta.
    Si estraniò e iniziò ad usare le orecchie per ascoltare le varie informazioni e nel mentre, quando ricevuto tutto il pacco di informazioni dai 4 compagni, a creare un squadra bilanciata in attacco che in difesa; Apparte Hiei, non sapeva nulla sulle abilit combattive degli altri 2 Sunesi.
    Sapeva benissimo che tra qualche momento i due scrutatori di menti avrebbero cacciato fuori qualcosa da quella mente.
    C'era eccitazione nell'aria e tutti sembravano dare una mano per ogni cosa: quella missione era iniziata con un picco per poi scendere alla comparsa di Shin, quindi Drake sperava avesse sputato sangue per concluderla o non c'era nessun tipo di divertimento.
    Non vedeva l'ora di uscire da quel posto e lasciare la faccia di quel cadaverico ricordo alle spalle; Sarebbe tornato anche senza braccia pur di riportare Shin a casa, non per gloria, ma per onorarne il decesso: non poteva permettere che l'amico fosse deturpato da un qualsiasi altro ninja.


     
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  15. t1m0
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    Chi l'avrebbe mai detto che un giorno l'avrei reincontrato. Certo, mi immaginavo dentro un ufficio a compilare carte, tanto uno così solamente il burocrate poteva fare. Invece, lo vedo apparire come un cane da tartufo pronto ad annusare ogni radice secondo le volontà del suo padrone, un cieco per di più. Praticamente, Shin faceva la balia a quel povero menomato che ci aveva assunto. Stavo sogghignando e quasi non mi lascio andare in una risata fragorosa. Era assurdo ritrovarlo in quella condizone. Alla fine, la sua personalità era più viva da segugio di quanto lo era in vita, ma tant'è. Ascoltai le parole di Drake con molto stupore, era incredibile che una persona come quello Hyuuga avrebbe tradito e fatto quella fine.



    «Ma davvero ha fatto una cosa del genere? Mi ricordo quando gli spaccai il naso a Suna, non mi sarei mai aspettato un gesto del genere. Si vede che da piccolo è cascato dal seggiolone. E poi, che ti frega di quello, ormai è diventato il suo cagnolino. »



    Superato il momento Shin, Amida cominciò a darci maggiori dettagli sulla missione. Quella sgualdrina aveva dimostrato di essere proprio una gran porca per riuscire ad imitare un orgasmo in quella maniera. Una ragazza di quel tipo sarebbe stata buona solo per qualche porno o qualche vecchio con le velleità di un giovanotto. Itai c'aveva già diviso in gruppi. Secondo lui saremmo dovuti andare in due gruppi diversi, a me toccava passare per i bambù. Effettivamente, distruggere il ponte era una mossa intelligente, ma temevo di trovare lì un bel po' di nukenin pronti a farci la pelle. Se è così importante questo ponte da doverlo distruggere, così loro possono pensare che quel ponte è così importante da doverlo difendere strenuamente. L'unica cosa che ci avrebbe potuto salvare da una carneficina era l'effetto sorpresa. Non che non mi dispiacesse un po' d'azione, ma volevo evitare di rimetterci le penne.



    «Sebbene la strada per i bambù sia più lenta, se non troviamo resistenze arriviamo prima noi al ponte se l'altro gruppo sarà occupato a ripulire i villaggi. Non credo che potremo tenerlo da eventuali incursioni, lo dobbiamo far saltare subito. Qui nel villaggio c'è qualcosa che potrebbe essere utile da portare che farebbe al caso nostro? Anche se Itai da solo penso possa distruggerlo da solo.. Intanto noi cominciamo a prepararci l'occorrente e proporre uno straccio di piano. Odio l'improvvisazione. »



    Feci una pausa.



    «Non conviene chiedere al prigioniero come è la situazione in quel bosco di bambù? Se sono così scaltri da prendere addirittura un villaggio e minacciare l'intera zona penso che abbiano messo trappole o qualcosa di simile disseminate un po' in tutto il territorio per evitare sorprese. Magari chiedergli proprio informazioni precise senza tralasciare alcun dettaglio. Da quanto dice Amida, non sono così stupidi e dobbiamo considerare un po' tutto.»

     
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24 replies since 13/11/2010, 00:20   632 views
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