Villa di Deveraux Yotsuki

La Dura Realtà.

Era incredibile quanto fosse semplice e diretto quel ragazzo. Io mi sarei aspettata di perdere settimane della mia vita in monologhi e filitrane sul come era difficile diventare Ninja su codici morali e di condotta.. ma sembrava che nemmeno quello interessasse agli abitanti di Oto. Ai Ninja di Oto. A loro piaceva solamente lottare, confrontarsi, diventare migliori per qualche oscura ragione e poi conseguire i propri obiettivi.. io invece volevo migliorarmi per puro piacere di farlo, per l'indipendenza, per scoprire quello che il mondo aveva da offrire e prendere ogni cosa mi fosse possibile senza mai voltarmi indietro. Forse non sarei stata molto all'altezza del "mantello del clan" come lo chiamava Devaraux, magari mi sarei lasciata andare di li a breve sparendo nella nebbia per non tornare più. Ma volevo sapere, capire, imparare.. più di ogni altra cosa al mondo.
- Farò tanta pratica allora, Yotsuki-San, e so di dovermi guardare dai buzzurri.. ma sono anche loro parte di questa mia vita, è un bene che li si impari a conoscere, affrontare, modellare anzitempo. Nulla mi vieterà, in seguito, di cambiare idea e mandarli al diavolo.. ma non mi sento nelle condizioni di rifiutare l'aiuto o i consigli di nessuno.. chiamatela sindrome da ipoconoscenza combattente o qualcosa di altisonante .. cosi sembrerà che non sono messa poi tanto male. - Sorrisi, lasciando che Dev si occupasse delle faccende di casa.

- Io la ringrazio del tempo concessomi.. immagino di aver mantenuto il disturbo anche troppo a lungo. - Mi alzai lentamente, facendo un tintinnante inchino con la testa. - La terrò aggiornata sui miei progressi fisici e accademici, così che possa decidere come e quando sarà il tempo per apprendere l'arte di famiglia. - Sorrisi, cortesemente. Non volevo parere sfacciata, sarebbe stato lui a dirmi quando fossi stata sufficientemente pronta a dimostrarmi degna.. in breve avrei potuto raggiungerlo, forse superarlo, ma non era il Clan che avevo a cuore.. era la libertà che un paio di mani elettrificate garantivano. Avrei corso lungo tutto il mondo, più veloce della velocità della luce. Infine tolsi il disturbo salutando anche la madre del mio futuro Sensei.