La Presa della Neve - Parte III

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Un ragazzino magro, imbottito con grossi vestiti, correva tra le tende dell’accampamento. Entrò nella tenda più grande, posta al centro di tutte le altre, dove due uomini molto simili parlavano fitti davanti a delle mappe. Quando il ragazzino entrò interruppero la loro parlantina e volsero lo sguardo verso di lui.
    Il ragazzino ansimava pesantemente e parlò, mostrando la sua faccia stupita per qualcosa che aveva visto, almeno di molto urgente.
    «Ho visto un’intera orda di Shikogokoro accampata a due miglia a sud da qui. Ci hanno scoperti.» il ragazzino quindi fu avvolto da una nuvola di pallido fumo e si rivelò per quello che era, un Ninja con i capelli completamente drizzati in alto, biondi, completamente avvolto in una pesante veste bianca.
    «Maledizione.» disse Chojiro Sato, sbattendo un pugno sul tavolo. Quindi indicò il Ninja appena entrato.
    «Rai-kun recupera tutte le truppe, le voglio pronte entro un’ora. Ma quando cazzo arrivano i Ninja?»

    […]


    Circa tre ore dopo giunsero quattro Ninja. Avevano raggiunto il paese della neve dopo un colloquio con un uomo smunto che si era presentato come il Daimyo in fuga del Paese della Neve. Li aveva incontrati in Accademia e aveva detto loro quanto fosse importante distruggere l’Ousamasanken. Il problema era più esteso di quanto si potesse pensare e se in quei giorni stava interessando il Paese della Neve sicuramente nel giro di un anno avrebbe interessato quello dell’Acqua, per poi spostarsi sul continente e invadere anche gli altri paesi.
    Dopo la predica i quattro furono quindi imbarcati e ben presto giunsero nel paese della neve. Ormai tre città su cinque erano stato riconquistate e ormai si cercava di puntare direttamente alla capitale. Dopo tre giorni di viaggio giunsero nel paese della neve e nuovamente imbarcati su delle carrozze che velocemente, nel giro di mezza giornata, li condussero ad Otaru. Il Mizukage poté notare che la città sembrava essersi ripresa dell’ultima volta che era stato li. Le case non erano più sigillate e c’era gente per strada a condurre una vita quasi normale.
    Furono condotti direttamente nel quartier generale, un palazzo, un tempo dedito all’amministrazione del villaggio. Quella resistenza era partita con la propria base in una tenda, poi aveva usato altri palazzi, ma questo era il culmine. Un enorme palazzone che si stagliava imponente con i suoi cinque piani di altezza, completamente bianco se non per le parti di legno.
    Altri inservienti li condussero dinanzi alla porta, bussarono e una voce ordinò loro di entrare. Nella stanza c’erano due uomini somiglianti, per quanto uno fosse più robusto, con i capelli corti e l’altro era più magro, basso con i capelli più lunghi. Tutti e due erano castani e la pelle era pallida, sotto gli occhi portavano i segni di molte notti insonni.
    «Mizukage, è un piacere rivederla.» Chojiro Sato parlò concitatamente, offrendo delle comode sedie ai quattro ninja. Quindi tornò dall’altra parte del tavolo, sedendosi sulla sedia, stringendosi la mano sul capo.
    «La situazione sembra vada migliorando da quando abbiamo preso Otaru, ma quell’organizzazione sta iniziando nuovamente a rafforzarsi. Non so con quale strano jutsu sono capaci di creare quegli abomini degli Shikogokoro che mandano in guerra, sta di fatto che il loro esercito sembra non finire mai. L’alleanza con il gruppo dei Nukenin però sta contenendo come perdite, ma da ultime informazioni cinquemila Shikogokoro sono pronti per riprendersi Otaru.
    «Non so cosa stanno aspettando, una piccola orda è stata stanata mezz’ora fa da un nostro contingente, gli altri abbiamo scoperto sono a tre giorni di marcia da qui. La vostra missione è quindi essenziale.»
    guardò i Ninja e trasse un lungo sospiro.
    «Andate verso Yukigakure, non passate dal sentiero principale, è estremamente pericoloso e presidiato. Dovete restare nell’ombra, infiltrarvi a Yukigakure e stanare ciò che resta dell’organizzazione.» Chojiro terminò di parlare, subito dopo fu Hiroji ad incominciare.
    «Sono Hiroji Sato, fratello di Chojiro. Sono stato tenuto prigioniero nel loro quartier generale, tenuto per lo più segreto. Sono fuggito e ricordo ancora l’esatta locazione. E’ a nord-est della città, scavato sotto il vecchio mercato del pesce. Non so come accedervi, ma posso dirvi con certezza che è li.»
    «Domande?»


     
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    Un ometto smagrito che pagava per risolvere i suoi problemi. Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Febh aveva ascoltato con un orecchio quel che diceva il tipo, ma non c'era un singola informazione decente, o comunque niente di veramente utile. In pratica stava delegando a chi li avrebbe accolti.

    Una cosa però era certa: non era una missione da poco. Chunin e Jonin coinvolti, per la precisione il Mizukage!

    Febh non ebbe modo di parlargli prima dell'imbarco, principalmente per due minuscoli dettagli:
    -Era arrivato in ritardo al colloquio col Daimyo, perdipiù tutto sporco di nero e con gli abiti sbrindellati. La sua scusa "Nuova moda, piace?" non era stata particolarmente convincente. In realtà aveva deciso di prendere una scorciatoria, essendo in ritardo, ed era inciampato in un carro pieno di carbone, facendo un casino infernale e sporcandosi come non mai. Il fatto che il suddetto carro fosse sotto la sala dell'incontro (e che dunque era probabile che i presenti avessero visto e sentito tutto) gli era sconosciuto, ma dettagli
    -Prima dell'imbarco si era andato a cambiare (aveva sempre degli abiti di riserva ben nascosti in accademia), ma aveva perso tempo a giocare a dadi con uno studentello di dieci anni. E aveva perso un sacco di tempo a firmare le cambiali per coprire tutto quel che aveva perso. Ora si che aveva un motivo per completare la missione!!

    Ad ogni modo, fu solo sulla nave che potè salutare come si doveva il sensei, e presentarsi ai compagni di squadra. Dunque, uhm...penso sia il caso di conoscerci, no? Io sono Febh Yakushi, chunin di oto, sono un esperto nell'uso di Ninjutsu e in generale sono un pò un factotum..posso adattarmi facilmente ad ogni ruolo...salvo forse quello dell'infiltrazione silenziosa. Indossava dei semplici calzoni neri ed una maglia viola con la nota musicale di oto all'altezza del cuore e con un disegno astratto che ricordava un buddah stilizzato sulla spalla destra (stemma del clan). L'abito in questione aveva delle lunghe maniche, molto ampie alle estremita, che coprivano quasi completamente le mani. Accanto al colletto aperto stavano due laccetti, mentre alla cintola e sulla coscia destra erano legate le sacche porta-oggetti. Il coprifronte era attorno al collo, molto lasso. Voi invece?

    [...]

    Shiltar-sama...da come parlava quel tizio mi è sembrato di capire che lei è già stato da quelle parti, giusto? Può darci qualche informazione in più rispetto allo zerbino, pardon, "Daymo in esilio"? Che nemici sono questi nukenin? sono davvero così forti? E come mai hanno un esercito? Cioè..è dura riunire un esercito di nukenin, e dubito usino dei contadini, giusto? Fu la domanda di Febh subito dopo le presentazioni.

    [...]

    Un palazzo ben tenuto, nonostante l'aria di guerra che permeava l'ambiente, era la loro destinazioni. Certo che da queste parti fa freddo... commentò lo shinobi, asciugano un rivolo di moccio con il fazzoletto. Di quel passo avrebbe finito per raffreddarsi.

    Ed eccoli infine al confronto con il capo dei ribelli e con i suoi comandanti. Non sembravano avere buone notizie, ma c'era un piano. Tagliare la testa al gigante per far crollare il corpo. Strategia semplice e sempre efficace, a patto che si mandasse gente capace.

    Era il momento delle domande. Sapete qualcosa dei membri dell'organizzazione? Dico, qualcosa di più rispetto a prima? Chiese, anche se non si aspettava grandi cose. Ormai aveva perso il conto delle missioni contro "tizi ignoti ma molto molto cattivi". Che palle essere Ninja. E, altra cosa: c'è qualche contatto o vostro alleato in zona che possiamo usare come punto di riferimento? O perlomeno una mappa della città..

    [...]

    Se i ninja avessero avuto qualche momento da soli dopo la missione, Febh avrebbe provato a intavolare un pò di conversazione. L'ultima volta che siamo stati assieme in un sotterraneo l'abbiamo finita a dar la caccia a cani demoniaci...ed ero Genin...stavolta ci dobbiamo aspettare i draghi? Chiese a Shiltar, un pò sarcastico. Voi invece? Mai fatto missioni in sotterranei polverosi con cose strane in agguato? Rivolto agli altri due membri della squadra.
     
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  3. S h u r a
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    La chiamata era finalmente arrivata. Il sole di Suna aveva portato con sé la buona novella, oltre al caldo e al clima secco; ciò significava solamente che restava da partire per giungere a destinazione. Shura si prese la briga di controllare due volte il proprio equipaggiamento nell'intento di non doversi ritrovare con qualche mancanza nei momenti cruciali.
    Lasciò un biglietto a Brando nel caso questi non fosse ancora partito e lasciò Suna da solo.

    [...]

    Il colloquio con il Daimyo nell'Accademia fu una noiosa formalità che lasciò Shura indifferente: starsene con le mani in mano era qualcosa che non sopportava, ma sotto il proprio mantello il suo atteggiamento era mascherato da una tacita attenzione. Tutti quei discorsi non riuscivano a distrarlo dalla sua voglia di menare le mani, ma visti gli altri ninja presenti era meglio fare attenzione: essi parevano infatti decisamente esperti, forse anche più di lui che era pur un chunin. Su Brando aveva la certezza, conoscendolo, ma gli altri due - anche quello che era arrivato ricoperto di fuliggine - non sembravano poi da meno.
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    Quando finalmente salirono sulla nave mise da parte il mantello: se voleva la fiducia dei suoi compagni, doveva fare in modo da ottenerla, e il primo passo era mostrare la propria identità. Il mantello usato in precedenza era stato solamente un riparo dal vento e dal sole, oltre che un modo per nascondere la propria noia di fronte ai Daimyo. Il primo a presentarsi fu un tale di nome Febh, chunin di Oto, definitosi un ninja pratico di ninjutsu; era lo stesso tipo che in precedenza era arrivato ricoperto di fuliggine, ma Shura non fece nessun accenno all'episodio. Fu tuttavia felice di non avere giudicato in base all'apparenza. Il mio nome è Shura Onigawa disse nel momento del suo turno, e sono un chunin di Suna aggiunse, concludendo momentaneamente la propria presentazione. Il suo abbigliamento era il solito suo, forse apparentemente insolito per un ninja: un grande soprabito sulle spalle come un mantello, una camicia con un motivo leopardato, dei pantaloni e degli stivali; il coprifronte lo tirò fuori da una tasca solo per testimoniare ciò che diceva, ma non era solito indossarlo poichè preferiva amntenere il proprio anonimato. Diciamo che io rappresento il tuo opposto Febh: si da il caso infatti che io me la cavi in maniera alquanto discreta nelle pratiche riguardanti la materia dell'assassinio; e anche se non sono un esperto di ninjutsu come hai appena detto di essere, posso ritenermi un ninja dalle capacità versatili come te aggiunse, per poi mettersi in ascolto sull'altro ninja che non conosceva.

    [...]


    Arrivati a destinazione dopo il tragitto percorso con delle carrozze, i quattro ninja si trovarono di fronte ai collaboratori, anch'essi dei ninja. Al momento delle domende, Shura alzò la mano per attirare l'attenzione. Cosa sono questi... Shikogokoro? chiese, attendendo poi una risposta.

    [...]

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    Subito dopo i quattro si ritrovarono da soli per pochi minuti prima di iniziare la missione. Cani demoniaci? Questa non l'avevo ancora sentita! sbottò ridendo con tono sarcastico. E poi è da tanto tempo che non affronto una missione come si deve aggiunse, la mia ultima missione l'ho affrontata prima di essere ricoverato!
    Però no, se proprio ti devo rispondere ti dico che non sono mai stato in "luoghi polverosi con strane cose in agguato"... disse, cercando di imitare la voce di Febh con scarso risultato, sapete, di solito quello che sta in agguato sono io! e concluse con una fragorosa risata.
     
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    Falce dei Kaguya


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    L'interesse per i fatti avvenuti nel villaggio della Neve, in Shiltar, era scaturito più per caso: ai tempi della precedente missione in quel territorio, era stata la noia a spingerlo ad iscriversi alla missione, missione da cui, poi, era tornato liberando sì la città, ma praticamente senza rivedere i quattro suoi compagni di squadra e di quei quattro, ormai, sapeva per certo che Alkaid, l'altro di Kiri, era morto in una missione successiva, nel Paese del Mare, e Yami era morto, per esaurimento del chakra, proprio contro il Mizukage, nel Paese del Thé.
    Chissà, però, che fine aveva fatto l'amico di Yami ed il rosso Hoshikuzu, che aveva imparato ad apprezzare durante un inatteso viaggio nel paese della Sabbia.

    Forse proprio per la curiosità riguardo le sorti di quei due, forse perché, in fondo, nel Paese della Neve aveva almeno uno scontro in sospeso, oltre che la possibilità di farne altrettanti senza il rischio di scatenare delle guerre interne all'Accademia, cosa che per ora gli risultava eccessivamente facile, il Jonin colse al volo l'occasione per partecipare alla nuova richiesta di aiuto proveniente dalla Neve.

    [...]

    Il Kaguya si ritrovò quindi in territorio accademico ad ascoltare le spiegazioni di un qualche daimyo del Paese della Neve, poggiando la Falce di Luna dietro di se come sostegno, per non assopirsi a quei discorsi per nulla utili (aveva scelto di tenere occultata nel rotolo di richiamo la Falce d'Osso, segno ben più distintivo e, ovviamente, non aveva con se i propri "abiti" da Kage, meglio non dire in giro chi si era) ma più di quelle chiacchiere, fu interessato ai tre individui che, a quanto pareva, avrebbero dovuto condividere con lui la missione: due non li conosceva, mentre il terzo, l'unico volto noto, non faceva parte dei precedenti partecipanti alla missione, ma era pur sempre una piacevole sorpresa per quella missione, era Febh, un tempo suo allievo nel corso chunin; non si incontravano da quando lo aveva trovato assieme a Tetsuo ed avevano avuto un piccolo incidente a base di coccodrilli, ma era stata una piacevole rimpatriata, chissà se lo sarebbe stata anche questa.
    Non si poteva comunque negare che le entrate dello Yakushi fossero, a loro modo, sempre d'effetto, anche se era arrivato completamente ricoperto di fuligine.

    Quando il daimyo, comunque, finì il suo resoconto dei fatti, ben poco utile, forse Shiltar ne sapeva persino di più, avendo avuto la piacevole esperienza di incontrare nukenin, shikogokoro ed affini, i quattro furono imbarcati per andare nel paese della Neve.
    Durante il viaggio, fu Febh il primo a presentarsi come un esperto di ninjutsu versatile; il secondo, tale Shura Onigawa, era un chunin di Suna con la predisposizione a fare l'assassino.
    Il Mizukage, si presentò quindi per terzo: "Il mio nome è Shiltar Kaguya, sono un Jonin di Kiri.", se proprio non sapevano il suo titolo, non era necessario sbandierarlo ai quattro venti, anche perché aveva notato che dire in giro di essere un Kage era sempre un problema, da un punto di vista sia delle aspettative degli altri, sia di quanto gli altri potessero poco sottovalutarti e quindi abbassare poco la guardia.
    "La grossa falce che porto sulla schiena dovrebbe lasciar chiaramente intendere che ho la tendezza agli scontri da breve distanza, cosa che posso confermarvi aggiungendovi che oltre a questa simpatica arma sono, posso affermare, abbastanza bravo anche nel normale corpo a corpo disarmato, o comunque senza le normali e convenzionali armi di un ninja e, all'occorrenza, ho anche qualche ninjutsu tipico del mio paese che potrei usare.
    Oltre a combattere, poi, sono molto bravo nel muoversi senza fare rumore e nel trovare i nemici anche senza vederli."
    , concluse, attendendo qualche parola anche dall'ultimo del gruppo.
    Il vestiario, nella sua completezza, era semplice: casacca blu ed argento senza maniche (perché un Kaguya in abiti da ricucire spende molto del suo denaro, aveva scoperto da anni il Mizukage, quindi meglio usare meno stoffa possibile), che lasciava libertà di vista di tutte le varie cicatrici sulle braccia; pantalone della medesima fantasia di colori con il coprifronte cucito a mò di fibia sul davanti; sacche porta oggetti lungo la cintura, la grossa Falce di Luna con le sue quattro lame, incatenata al tronco, rotolo di richiamo legato a tracollo nel senso opposto ed un mantello che per ora portava al braccio, lo avrebbe indossato arrivato nel paese della Neve, dove ben sapeva che c'era decisamente più fresco.

    [...]

    Dopo le presentazioni, e prima di arrivare, Febh chiese a Shiltar alcune delucidazioni sulla sua esperienza in quei luoghi ed il Kaguya, in effetti, concordò che forse sarebbe stato meglio informare gli altri di ciò che sapeva: "Posso dirvi che, nella mia precedente missione in questi luoghi, il problema non erano i nukenin, che, alla fine, da bravi mercenari, aiutavano più che altro la resistenza che ci aveva convocato, quanto le forze di una sorta di dittatore che ha preso il controllo della zona, tale Jumemba... o un nome del genere.
    Questo tizio non solo usa anche lui i nukenin, ma ha dei propri ninja, di cui ho avuto modo d'incontrarne uno per un breve lasso di tempo, e, più di quello, ha delle cose che quelli della neve chiamano Shikogokoro... o una cosa così, cioé delle bestie piuttosto brutte e poco attrezzate agli scontri con una certa logica, che passano piacevolmente lungo le lame delle armi, almeno dal mio punto di vista, dal punto di vista di uno shinobi meno esperto, o di qualche civile, sono un grosso problema.
    Oltre questi shiko---cosi ci sono anche altre bestie che questo tiranno ha creato, seppur non so come li crei, delle creature gigantesche che per abbatterle richiedono decisamente molto più impegno, ci ho dovuto spendere una cartabomba ed un bel pò di chakra la volta scorsa su uno di quei bestioni, ricordo."
    , spiegò il Mizukage, mimandone anche le dimensioni esagerate con dei gesti delle mani.
    "Fra i ninja di questo Jumemba ne ho visti solo due: uno si chiamava Nii, o qualcosa del genere, ed era capace di evocare delle braccia di pietra dal terreno, dell'altra persona, ho visto le braccia ed il corpo, che penso fosse femminile, è scappata via assieme a tale Nii prima che potessi veramente iniziare lo scontro con lui.
    Il tipo, Nii, diceva di essere uno dei cinque Generali di Jumemba, portatori di una qualche strana Kekkai Genkai, legata alle diverse impronte di chakra nelle sue diverse forme."
    , concluse il Jonin, che ricordava il veloce incontro con quel ragazzino, anche se non aveva avuto modo di saggiarne l'effettiva potenza.

    [...]

    Quando Chojiro Sato lo salutò riconoscendolo come Mizukage, i piacevoli sogni di Shiltar di poter andare in giro senza l'etichetta del suo titolo sopra la testa svanirono (ma non per questo aveva con se il cappello del suo grado che lo identificava, chissà che non trovasse qualcuno che non lo conosceva...), "Piacere mio di rivederla vivo.", l'unico commento del Jonin, che ora indossava il mantello con il simbolo del villaggio sulla schiena e quello del clan davanti.
    Le parole dell'uomo che aveva incontrato già nella precedente missione si sommarono con quelle di colui che si rivelò essere suo fratello: la situazione era piuttosto in bilico dato il numero di forze nemiche e loro chiedevano a quei quattro di entrare nella base segreta nemica in una zona che nemmeno sapevano come raggiungere.
    In effetti un pò di domande sorsero al Mizukage, che, dopo le risposte a Febh e Shura, disse la sua: "Prima di tutto, mi piacerebbe sapere la situazione dei nukenin e dei soldati. Vi state rafforzando ed avete di che preoccuparvi con gli Shikogokoro, ok, ma mentre noi saremo in missione voi manterrete le loro forze occupate qui, oppure semplicemente resterete a difesa delle vostre posizioni senza provare qualche tattica offensiva? C'erano degli abili strateghi fra le vostre file, penso che potrebbero affaticare i nemici e ridurne il numero.
    Oltre questo, nobile Hiroji Sato, se lei è fuggito dalla base nemica, come ha fatto? Se non sa come accedervi, deve conoscere almeno un qualche ingresso secondario, o un punto debole nel loro perimetro."
    , domandò infine, aspettando una risposta dai presenti.

    [...]

    Rimasti soli prima della partenza, Febh fece una simpatica osservazione, per la quale Shiltar rise divertito, "In effetti, quella volta fra cani infernali e volatili con il becco adunco abbiamo incontrato una buffa fauna; però prima dei draghi ci sono tante altre cose strane che potremmo vedere sul nostro percorso.", prima di ascoltare le parole del chunin di Suna.
    Shiltar non volle chiedere se il ricovero di Shura fosse stato legato all'esito di quella missione di cui accennava, ma comunque una risposta a Febh la diede: "Io l'ultima volta che sono stato in un luogo polveroso, mi sono trovato a combattere con una gigantesca tartaruga umanoide cannibale, alta il doppio di me, a cui, però, il mio braccio è andato di traverso. Mi ci sono fatto uno scudo ed un coltello con il suo guscio, chissà che anche stavolta non possa scuoiarmi qualche souvenir...", scherzò il Jonin, ricordando la missione che lo aveva visto combattere con un Chuda in quel di Laa.
     
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  5. Brando O'Kaais
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    Sarei arrivato al colloquio per ultimo. Ero appena rientrato nelle mura di Suna che in lontananza avevo visto Shura partire. Ero rimasto d'accordo con lui per partire assieme per il prossimo lavoro, magari era occupato. Tornai nel mio ufficio in amministrazione e trovai un biglietto dello stesso Shura che recitava queste parole:

    CITAZIONE

    "Gin ci manda in missione verso il paese della Neve, fatti trovare da lui prima di partire perchè pare voglia dirti due parole. Ci troviamo in accademia per il briefing"


    Ottimo, un nuovo lavoro, ma prima sarei passato dal Kazekage per sentire consa aveva da dirmi. Arrivai davanti alla porta del suo ufficio, bussai, e aprii la porta.

    - Volevi vedermi? -

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    Il viaggio non fu nè lento nè noioso, ormai la strada fino il distretto accademico era qualcosa di assodato nel corpo e nella mente di ogni ninja. Giunto sul luogo mi presentai con il mio nome agli addetti delle varie sale e raggiunsi il meeting. Bussai e quindi entrai, notando con dispiacere che tutti erano già presenti. Non conoscevo nessuno dei presenti eccetto Shura. Anche se gli altri due ero certo fossero annotati nel Bingobook di Jotaro, dalle descrizioni sommarie che mi ci aveva lasciato, potevo fare congetture, ma non ne ero ancora sicuro. Mi avvicinai quindi al gruppo, mentre quello che riconobbi come un Daymio aveva appena finito di disporre dei dettagli. Successivamente tutti i presenti raccontarono chi più chi meno, cosa erano i grado di fare. Mi corse un brivido lungo la schiena, speravo in cuor mio che Shura non rivelasse le capacità del proprio villaggio, e fortunatamente fu così, non era certo uno sprovveduto. Quindi notai come gli sguardi dei presenti ricaddero su di me. A quanto sembrava era il mio turno. Parlai.

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    - Scusate il ritardo. Il mio nome è Brando, e vengo dalla Sabbia, per quanto riguarda le mie capacità, posso affermare che si distendono in ogni tipo di pratica ninja, non ho lacune principali in nessun dominio, e posso cavarmela in ogni situazione. Direi che è tutto. -

    Mi ero presentato con le lame Agarashi legate una sul dorso e una alla vita, quindi era chiaro che avevo rudimenti di spadaccino, per il resto, era a mio vantaggio. Oltretutto avevo anche un compito affidatomi dal Kazekage, in questa missione. Ne avrei parlato con Shura in seguito.

    [...]

    Mi ero fatto un'idea generale della situazione del posto in cui ci stavamo recando, uno di noi, il tipo con i capelli chiari e la grossa arma sulla schiena sembrava esserci già stato, mentre il ninja di Oto mi pareva un tipo poco affidabile. Come al solito potevo porre fiducia solo su di me, sui miei ragazzi, che avevo lasciato appostati in giro, fuori, e su Shura.
    Ma la cosa che mi preoccupava di più era il clima del posto in cui mi stavo recando, non ero mai stato nel paese della Neve, e abituato all'arido deserto di Suna, ero certo che la cosa mi avrebbe procurato dei fastidi. Anche perchè ero vestito come al solito, con abiti molto leggeri, seppur comodi.
     
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    Hiroji salutò rispettosamente i ninja e quindi raccolse tutte le domande che gli furono fatte, insieme a Chojiro. Fu il fratello maggiore, il comandante della ribellione a parlare per primo, anticipando il fratello.
    «Gli Shikogokoro sono delle creature orride. Non abbiamo idea da dove vengano ma abbiamo la netta sensazione che siano prodotte direttamente dall’organizzazione, un po’ come se costruissero pupazzi senzienti, con un ritmo impressionante. Riusciamo a distruggerne meno di quanti ne producono. Pensavamo fosse una razza in qualche modo richiamata da chissà dove, ma ci sbagliavamo, sono loro creature, tentare ora un’azione offensiva sarebbe un suicidio, disperderemmo le forze. Grazie ai Nukenin alleati tuttavia possiamo contare su ottime difese che non ci faranno perdere troppo terreno, riuscendo a guadagnare abbastanza tempo da permettere a voi di eseguire la vostra missione.» Chojiro terminò di parlare e fu il turno di Hiroji Sato rispondere alle domande.
    «Non so accedervi per una ragione semplicissima, Mizukage: sono fuggito per un vero colpo di fortuna, nascondendomi in una botte vuote di acqua destinata agli Shikogokoro. Non vi tedierò con i dettagli della mia avventurosa fuga, ma sia quando sono entrato, sia quando sono uscito, non ho visto nulla.» rispose garbatamente Horoji, risolvendo quel piccolo mistero.
    «Non abbiamo nessun contatto li a Yukigakure, una volta infiltrati, potete solamente completare la missione, scappare o essere uccisi.» Chojiro guardò negli occhi i Ninja. Poi dispiegò una mappa sul tavolo, che era ben nota a Shiltar.

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    «Il sentiero principale tira dritto da Otaru a Yukigakure. Evitatelo passando per la foresta finché c’è, ma nei pressi della città non c’è più un albero. Sarete allo scoperto, senza più nessuna protezione ambientale, ma siete voi gli esperti, deciderete voi come agire in tal senso. La porta nord è quella più grande e presidiata, usate quella est, sebbene da quando ormai Yukigakure è circondata credo abbiamo aumentato la sorveglianza anche a quella est e ovest.
    «In alternativa c’è la porta sud, che collega la città con l’ultima cittadina ancora in mano all’organizzazione. Potete passare anche da sotto terra, se ne siete capaci, in qualsiasi caso, ho detto quanto sapevo. Non mi resta che augurarvi buona fortuna.»


    […]



    Alla partenza i Ninja si sarebbero trovati davanti solo un immenso paesaggio bianco. Proseguendo il cammino per circa due ore, andando spediti, si trovarono dinanzi a una possente foresta nella quale perdersi sarebbe stato non poco facile. Una volta addentrati avrebbero notato, per i primi tre chilometri che non c’era niente di strano.
    Ma subito i tronchi divennero più radi, abbattuti o peggio completamente sradicati, si stavano avvicinando a qualcosa oppure erano solamente i segni dell’uomo o dei mostri? Alle loro orecchie e ai loro occhi non si sarebbe parato nulla.
    Al di la delle nubi il vento aumentò all’improvviso, discendendo a terra, soffiando lentamente tra le vesti dei Ninja. Niente di diverso da un semplice cambiamento atmosferico.

    […]


    La aveva le finestre completamene sbarrate ed era illuminata dalla luce tremula e arancione del camino acceso. Le finestre tremarono e un uomo, seduto su una poltrona, alzò una mano, aprendola. Una corrente di aria gelida entrò all’improvviso, senza lambire la pelle dell’uomo seduto. La corrente creò un piccolo mulinello, si compattò e si tramutò in quella che era una donna meravigliosamente bella con i capelli ramati, labbra carnose e occhi verde smeraldo.
    «Il Mizukage e altri ninja sono in viaggio verso sud, li ho intercettati casualmente nella foresta.» disse la donna. L’uomo non si scompose minimamente, restando quasi immobile.
    «Credi che si stiano dirigendo qui?» parlò l’uomo con voce profonda.
    «Ne sono quasi certa Rei.» rispose la donna. Rei alzò una mano e si passò un dito sul mento in un segno di riflessione, quindi richiuse la finestra con un altro gesto della mano.
    «Verifica questo, ordina a Nii, San e Ichi di rimanere qui qualsiasi cosa accada, tu Yon va a Kofu e avverti Gon, digli di raggiungerci appena seda quella rivolta.» l’uomo posò entrambe le mani sui braccioli rossi della morbida poltrona. Poi aprì gli occhi, rivelando una pupilla inquietante.

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    «Daremo loro un degno benvenuto.»





    Edited by -Max - 10/1/2010, 21:17
     
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    [Durante il viaggio]

    Beh..ad occhio Shiltar-sama è il più alto in grado fra tutti noi, credo vada da sè che è lui il leader, giusto? Poi verso shiltar E le arti mediche? Non le pratica più? Non che gliene importasse qualcosa, dopotutto non aveva bisogno di nessun medico, ma di solito l'accademia ne include almeno uno per ogni evenienza...forse gli altri due avevano nascosto di essere medici per qualche motivo?

    Tuttavia era inutile farsi paranoie, e comunque con una mano nella tasca, lo yakushi registrò tutte le informazioni sciorinate dal Mizukage sulle carte ninja, dopotutto gli bastava toccarle ed era inutile mettersi a mostrare il suo nutrito mazzetto di dati. Carina questa storia dei mostri come soldati.. Commentò ben poco entusiasta E suppongo che nelle vecchie missioni non abbiate trovato un modo per spegnerli tutti assieme o impedire che ne creino altri, vero?

    [Il briefing]

    Nulla di rilevante, a conti fatti. Nessuna informazione in particolare poteva essere usata come base, vista che da tempo non c'erano collegamenti con il bersaglio: Yukigakure. In pratica ci aspetta una gitarella al fresco dietro le linee nemiche...la vacanza ideale.. Commentò sarcastico. Ad ogni modo la riunione era finita, dovevano partire.

    [L'inizio della missione]

    Shiltar stette al gioco, raccontando di guai avuti con una enorme tartaruga mangiauomini, Beh, immagino sia stata dura...avrete dovuto farle finire il chakra, suppongo. Fu l'unica risposta di Febh, con una variazione impercettibile nel tono di voce che si fece più freddo, per quanto avesse amntenuto la stessa espressione allegra in viso [interpretazione]

    Poi cambiò subito argomento, senza nemmeno ascoltare eventuali risposte del suo sensei. Erano in una radura innevata, circondati da alberi carichi di ghiaccio. Non erano inseguiti, ma comunque sarebbe stato meglio evitare di lasciare troppe tracce, quindi lo Yakushi mise subito in chiaro. Non penso sia il caso di muoverci con degli animali da richiamo..non ancora almeno..dopotutto dobbiamo cercare di dar poco nell'occhio...siete daccordo? Poi sollevò un dito ad indicare gli alberi. Passiamo di ramo in ramo? In ogni caso stava al leader decidere effettivamente cosa fare e in che ordine o disposizione spostarsi.

    Comunque andasse, quando una folata di vento e neve li colse, Febh si strinse nel panno di chakra che aveva drappeggiato sulle spalle a mò di mantello per ripararsi un pò dal freddo. Forse non avrebbe offerto grandi difese contro attacchi o simili, ma almeno un pò scaldava e avrebbe permesso un uso pressochè istantaneo della tecnica dell'occultamento.

    Ecco.. commentò, con il naso e il volto estremamente arrossati per il freddo, e un principio di stalattite che pendeva dalla punta del naso. Ci mancava solo il vento...odio il freddo!
     
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    Falce dei Kaguya


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    Y Danone
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    Durante il viaggio


    Alla domanda di Febh relativa alle abilità mediche, il Kaguya fece un cenno con il capo, "Quando mi capita, se serve, me ne occupo ancora, ma non sono uno di quei ninja medici che se ne restano in seconda fila.", fu la sua risposta, anche se, in fondo, se ve ne fosse stato bisogno, probabilmente il Jonin era l'unico la in mezzo a saperle usare, considerando come il primo dei due sunesi non avesse alcun modo accennato alle stesse ed il secondo fosse stato quanto mai generico nel descriversi.

    Alla successiva domanda di Febh relativa ad un modo per bloccare tutti i soldati, il Mizukage nemmeno rispose, considerandola più una battuta che altro.

    Missione


    La discussione con i fratelli Sato non diede poi tante informazioni in più a Shiltar, nemmeno dopo la sua domanda: sembrava che il secondo fosse veramente scappato solo grazie alla propria fortuna e non sapesse poi niente di come muoversi fino alla base nemica, il che implicava un viaggio alla cieca, cosa non certo piacevole.
    La mappa che i due mostrarono era già nota al Kaguya, che l'aveva osservata nemmeno un anno prima, nella sua precedente missione in quei luoghi, ma stavolta si trattava non di liberare una città minore con un piccolo esercito, bensì di sbaragliare in quattro la base dell'organizzazione nemica, il che, non era proprio una passeggiata di salute.

    [...]

    Quando il gruppo si stava preparando per partire, al commento di Febh sull'eliminare la tartaruga gigante facendole finire il chakra, il Jonin lesse un ben meno gentile riferimento ai fatti avvenuti con Yami e, per quanto avesse in simpatia quel suo allievo, più di Shika e Yami, non poté non rispondere: "Non c'é stato bisogno di arrivare a tanto: gli ho solo fatto mangiare un mio braccio.", affermò distrattamente, preparando le ultime cose per la partenza.

    Alla partenza, l'ambiente risultava bianco: innevato in modo incredibile, com'era già ai tempi del primo viaggio di Shiltar nel paese della Neve.
    Fu l'otese il primo a proporre un mezzo piano per muoversi, o almeno un suggerimento: niente evocazioni e, soprattutto, avanzare per un pò sugli alberi.
    Il Kaguya sul primo punto non poteva che essere d'accordo: arrivare in groppa ad un coccodrillo gigante tutto era, fuorché pratico per un'intrusione di nascosto.
    "Sì, per me ci può stare di avanzare sugli alberi, finché ci sono, considerando ciò che hanno detto i fratelli Sato.
    Se posso suggerire una formazione per avanzare, comunque, direi che tu, Brando, che ti sei detto capace di cavartela in ogni situazione, potresti essere il nostro aprifila, a te la sorveglianza di ciò che abbiamo davanti.
    Io mi porrei in seconda posizione, pronto per supportare in caso di un ostacolo frontale; dietro di me Febh, che essendo esperto nei ninjutsu, direi che ha più possibilità di agire da una posizione del genere.
    A chiudere il gruppo Shura, che, da assassino, potrebbe essere una buona copertura per le nostre schiene, evitando che altri ci pugnalino alle stesse, e, soprattutto, potrebbe avere il tempo di raggiungere le prime file, in caso di attacco, per colpire di sorpresa."
    , suggerì il Jonin, attendendo i pareri anche dei due sunesi sul suo piano d'azione.

    Comunque avessero deciso di avanzare, dopo i primi chilometri di bosco, i ninja si sarebbero trovati dinanzi ad una serie di alberi divelti, o direttamente sradicati, dal terreno, un paesaggio decisamente meno piacevole di quello in cui s'erano mossi fino a quel momento, sul volgersi di quell'area ormai scoperta, il Kaguya avrebbe fatto cenno agli altri di fermarsi, per un piccolo briefing preventivo, mentre il vento sprizzava fra loro.
    Tralasciando il commento di Febh sul freddo, e non volendo sottolineare come invece lui odiasse la sabbia (essendoci due sunesi), il Jonin pose agli altri una domanda migliore: "Come ci intrufoliamo a Yukigakure? Io posso muovermi molto silenziosamente e volendo potrei anche sollevare della nebbia sull'eventuale zona a cui puntare, ma questo implicherebbe che nemmeno voi vedreste dove andare, probabilmente, e, soprattutto, la nebbia penso che qui sia sospetta, in fondo c'é troppo freddo perché l'aria umida si condensi in tal modo naturalmente.
    Se qualcuno di voi ha dei mezzi per muoversi senza essere visti, direi che è ora di dirlo e, soprattutto, che facciamo? Entriamo tutti da un unico versante, o ci dividiamo su due versanti? Accetto suggerimenti in funzione delle vostre capacità."
    , concluse, attendendo le risposte.
     
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  9. Brando O'Kaais
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    Ascoltai con attenzione tutto ciò che venne detto, parlai poco. Mi fissai nella mente tutte le informazioni che mi passarono davanti, il tipo con la pelle chiara era effettivamente un pezzo grosso di Kiri, ormai ero quasi certo si trattasse del profilo descritto nel libro di Jotaro. Il tipo di Oto invece mi pareva sempre di più uno leggerino, pregavo che non intralciasse il resto della squadra in situazioni poco gradevoli. Con Shura invece non avevo il minimo problema. A quanto sembrava c'era più di una strada per raggiungere il nostro obiettivo, e in ogni caso, a meno di non escogitare qualcosa in proposito, gli yultimi metri erano da bruciare allo scoperto, magari sotto il fuoco nemico, una situazione che un ninja come me proprio non gradisce. Nel peggiore dei casi avrei dovuto usare qualcuna dlele mie capacità sotto gli occhi dei presenti, e questa possibilità mi infastidiva ancora di più. Shiltar espose subito un piano, sembrava conoscere bene quelle terre e coloro che vi ci abitavano, sarebbe stato saggio ascoltare i suoi consigli e seguire i suoi ordini, cosa che non avrei avuto problemi a fare. La sua tattica prevedeva me in cima alla postazione, è vero che so cavarmela, ma se uno è costretto a cavarsela, significa che è finito in qualche casino, oltretutto non possedevo capacità di avanscoperta, non da solo, dato che la mia squadra non mi aveva seguito.

    [...]

    - Propongo uno scambio con te Shiltar, poichè sei quello che pari più robusto ed esperto di questi luoghi, io saprò cavarmela se qualcosa andrà storto, ma le mie capacità danno il meglio se sfruttate in seconda linea, non è bene che io stia davanti. Ma se questo non ti è possibile, farò del mio meglio. Ah tra parentesi, non so voi, e non sono interessato a saperlo, ma io non possiedo nè capacità speciali, nè sono in grado di compiere evocazioni. Altro motivo per cui non è saggio che stia davanti. -

    Ovviamente questo non era vero, ma per quanto mi fidassi dei miei temporanei compagni, mettevo sempre la segretezza e la discrezione davanti a tutto. Ero certo che Shura, educato al mio stesso modo, avrebbe capito. Suna è un paese debole, in ripresa, non può permettersi di svelare le sue carte migliori. E se ciò che ho letto sul Bingo è corretto, l'amico kiriano ha tutte le carte in regola per aprire la strada.

    - In ogni caso per quanto mi compete, la strada da percorrere è per me uguale qualunque essa sia, io non ho tecniche a grande raggio di copertura, più che altro io sono abile in rapidi compiti di assalto e fuga. -

    E ciò era vero. Mi voltai verso Shura per sentire la sua.
     
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  10. S h u r a
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    Shura stette in silenzio durante la spiegazione del ninja sugli Shikogokoro; accendendosi un sigaro dei suoi, comprese che avrebbe avuto a che fare con dei veri e proprio mostri. Mentre il fumo acre riempiva la stanza pensò a come avrebbe dovuto comportarsi di fronte ad uno di essi: le sue capacità da assassino avrebbero avuto la meglio su quei mostri?
    Nel frattempo venne srotolata una mappa e posta sul tavolo. Shura, come i suoi compagni di squadra, stettero ad ascoltare, rimandando all'ultimo le domande; il ninja si rivolse al tale di nome Shiltar chiamandolo "Mizukage", un fatto che non ebbe risvolti tragici sulla situazione, ma trovarsi un Kage come compagno di squadra gli fece vedere i risvolti positivi della missione: infatti, oltre che acquisire un certo rispetto per via della missione compiuta, poteva dire di essere stato un compagno del Mizukage. Anche se sulle prime non avrebbe riscosso molto sucesso, Shura era convinto che, nel suo progedire nella carriera ninja, questo avrebbe giocato un ruolo importante nel suo curriculum.

    image
    Mi sembra un buon piano commentò Shura avvicinandosi alla mappa, senza sprecarsi troppo nei commenti. Cercò uno sguardo di Brando, ma vista la calma nel compagno intuì che la notizia di avere il Mizukage tra loro non lo aveva scosso per niente; effettivamente Brando non pareva il tipo da mostrare emozioni, ma si era aspettato almeno di vederlo stupirsi, rimanendo solamente deluso. Forse Brando lo sapeva già?
    Una volta fuori il ninja di Oto, tale Febh, propose di muoversi senza utilizzare evocazioni e di muoversi sugli alberi finchè possibile; Shura non obiettò, e non appena fu pronto il gruppo iniziò a muoversi.


    La zona boscosa durò poco meno di tre chilometri, ad avviso di Shura, perchè gli alberi cominciarono a diradarsi molto presto, evidenziando i segni della loro rimozione forzata dal terreno. La prima cosa che venne in mente al ninja si Suna fu un processo di deforestazione che poteva avere un motivo tra di due che gli balzarono in mente, o addirittura entrambi: ai ninja di Yukigakure serviva legname, probabilmente per edificare delle difese; i ninja di Yukigakure intendevano avere un maggiore spazio libero da ostacoli, probabilmente per sguinzagliare quegli Shikogokoro. Shiltar cercò di prendere le redini del gruppo, ma la cosa a Shura non piacque molto: non metteva in dubbio le capacità del Kage, ma preferiva che il leader fosse qualcuno con cui era già in sintonia - in quella situazione, Brando. Questi infatti pronunciò la sua obiezione, alla quale Shura annuì sapendo che Brando preferiva agire dalle retrovie e supportare la prima linea. Quando Brando si voltò verso Shura, l'assassino capì che gli altri tre si aspettavano una sua opinione.
    Per quanto mi riguarda, possiamo aspettare fino al calar della notte prima di muoverci. Le ombre ci potrebbero favorire, e inoltre potremmo muoverci più liberamente; ciò implica anche una maggiore velocità di movimento, senza ricorrere a nascondigli o simili disse, poi riprese; onestamente ritengo che Brando sia più appropriato come leader del gruppo, non tanto per il fatto che sia un mio collaboratore, ma per il fatto che lui è specializzato nel supporto, e non nel combattimento diretto, per quanto ne sia capace disse, non comprendendo a fondo il perchè delle parole di Brando; intuì che forse quell'occhiata di prima doveva significare qualcosa. A mio sfavore gioca la carta di non essere in possesso di evocazioni o tecniche speciali, per il mio punto di forza è la maestria nell'assassinio. Shiltar, se posso prendere questa confidenza, hai detto di essere un combattente, quindi un ninja abituato al brivido della prima linea; credo che tu dovresti essere la nostra punta di diamante, ed agire come una sorta di ariete da sfondamento. Si potrebbe adottare una formazione a rombo con te davanti, me e Febh sui lati e Brando subito dietro, così da poter essere abbastanza vicini da poterci aiutare a vicenda, ma anche abbastanza lontani da non intralciarci a vicenda. Onestamente mi sembra una buona idea, non trovate? chiese, mentre il vento iniziava a fargli conoscere meglio quelle lande di ghiaccio. Un solo pensiero andò al clima arido e caldo di Suna, poi la sua mente tornò tra i fiocchi di neve e tra i ghiacci intorno a lui.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Dalla fine della foresta alle mura di Yukigakure c’era uno spettacolo a dir poco orrendo. Come se il teatrino dell’orrore che scorazzava libero nel mondo mostrando agli avventori le sue nefandezze avesse deciso di fare tappa stabile in quel posto e proliferare, crescendo in disgusto e immensità.
    C’erano falò ovunque, cosa strana come la neve e per ogni falò c’era un gruppo di quindi mostri, o per meglio dire Shikogokoro che parlavano, o meglio gugnivano e si sifdavano in improvvisi combattimenti. Si potevano scorgere anche cataste di resti umani, braccia, teste e corpi orrendamente mutilati, portati li per chissà quale ragione.
    Ogni falò distava da quello di dopo di una decina di metri e alcune guardie li percorrevano di continuo. Passare li senza essere scoperti era praticamente impossibile.

    Più in la, verso la strada principale che portava a Yukigakure i falò presidiati diminuivano ma un drappello di otto ninja e due grosse bestei altre quattro metri, tenute incatenato al terreno bloccavano il passaggio.
    Yukigakure era praticamente impenetrabile, almeno passando l’ampio spazio che c’era tra la fine della foresta e le mura della città.
    Tuttavia, osservando attentamente, si sarebbe potuto notare che qualche fuoco era più isolato dagli altri, lontano circa trenta metri, e si addossava alla foresta, lontano dal punto in cui erano sbucati i ninja. Probabilmente serviva soprattutto a controllare eventuali movimenti sospetti all’interno della foresta. C’erano solamente una decina di Shikogokoro più uno che faceva continuamente avanti e indietro fino alla postazione più vicina, che distava cinquanta metri da quella a ridosso della foresta.
    Probabilmente portava informazioni e ordini e faceva da vedetta. Ci metteva, a percorrere quello spazio di cento metri, tra andata e ritorno esattamente un minuto.

    Se avessero attaccato avrebbero scatenato l’allarme e si sarebbero trovati un’orda di mostriciattoli a cercare di ucciderli, seguiti poi da qualche pezzo più grosso, in sostanza, niente di così piacevole.
    L’unica soluzione era un’infiltrazione silenziosa.
    A loro, trovare il come.

     
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  12. Brando O'Kaais
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    Infiltrazione



    Restammo per qualche minuto a controllare la zona. Era piena di bestiacce e falò. Notammo che uno di loro, compreso di fuocherello, era leggermente al di fuori dell'area di azione degli altri. Non sapevo cosa pensassero i miei alleati, ma stavo per proporre di ucciderlo e prenderne le sembianze usando la mia Kinjutsu. Poi però ebbi un lampo di genio. Mi avvicinai a Shiltar per chiedere di consultare la mappa. [Non ricordo se qualcuno la possiede e chi sia ad averla, piccolo lapsus]

    - Scusa Shiltar, potrei vedere un momento la mappa dell'area? E tu Shura, vieni un attimo ho bisogno di te. -

    Mi spostai di circa un metro perchè un raggio di luce, di qualunque provenienza fosse, mi illuminasse la mappa. Iniziai a bofonchiare strani calcoli. Il presidio sembrava lungo circa mezzo km. Interessante. Le mura poi avevano un'altezza di...uhm... Beh si, la cosa era fattibile. Quindi strappai un pezzo dalla maglietta di Shura. Chiedendo ovviamente scusa, poi gliene avrei comprata una nuova, e dopo aver fatto qualcosa con la mia faccia, legai lo straccio tipo benda sull'occhio destro. E tornai dal gruppo accompagnato da Shura.

    - Vi informo che possiamo infiltrarci senza passare da qui. La mia dote principale è proprio l'infiltrazione. Il paino è semplice. Shura e Febh si arreggeranno con forza, e tutti e due si stringeranno a me. La stessa cosa farai tu Shiltar, dopo aver eseguito un paio di cose. Numero uno: Dovrai ereggere un velo di nebbia della grandezza massima che riesci a fare da qui al presidio, e il più possibile oltre. Numero due: Quindi dovrai lanciare con tutta la forza che hai, una cosa in aria in direzione del villaggio che dobbiamo raggiungere. E' vitale che tu ci metta davvero tutta la tua energia, perchè questo piano dipende tutto dal tuo lancio, ma almeno ci dà una possibilità di riuscita che si aggira sul 95%. L'oscurità ci proteggerà quando usciremo dall'area del velo. -

    Quindi posizionai le mani nel simbolo della capra emi concentrai per qualche istante, fino a che la mia mano destra non si fosse staccata dal braccio, così la afferrai con la sinistra. Quindi estrassi dalla tasca una strana pallina bianca, che afferrai con la mano staccata. [Attivazione: Basso - Distaccamento Mano (Bassissimo) - Spia Kabuki, distaccamento occhio : Bassissimo]

    Quindi mi avvicinai a Shiltar e gli passai il pacchetto.

    - Voilà, questo è ciò che dovrai lanciare. Per quanto sia inconsueta e abbastanza raccapricciante, questa è una delle mie tecniche migliori. Quando avrai lanciato il nostro navigatore verso il villaggio, più in alto possibile, ne attiverò una seconda che farà schizzare il mio corpo verso la mano. La mia velocità di crocierà sarà pari a quella del tuo lancio, per questo vi ho detto di arreggervi bene. Posso anche vedere dove siamo diretti tramite l'occhio nella mano, e modificare la traiettoria di conseguenza. Arrivati sopra al villaggio, non temete per me, mi ricomporrò in aria, sarà l'inerzia a portarci dove vogliamo, l'importante sarà atterrare su qualcosa di morbido. Cercherò un luogo adatto durante il volo, nel caso non ne trovassi, magari Febh potrebbe farci cadere su una delle sue bestie. Quando siete pronti, io lo sono. -

    [Dopo la partenza del piano]

    Notai come l'ottimo lavoro del Mizukage avesse creato un velo per la partenza. Quindi gli altri due si attaccarono a me con forza, mentre Shiltar prendeva un po' di rincorsa per eseguire il lancio. Una volta effettuato, appena anche lui si fosse cinto al gruppo. Avrei attivato la tecnica. Il rinculo sarebbe stato tale da farci schizzare in aria come un proiettile in direzione del villaggio, coperti dal velo e dall'oscurità. Durante il volo, avrei controllato col mio occhio eventuali punti di caduta, come piscine, o fienili, e avrei spostato la direzione del gruppo muovendo la mano staccata come un timone. Per questo il mio ruolo era quello dell'infiltrazione.

    [Attrazione Kabuki - Consumo Medio - La velocità del gruppo è pari alla forza del lancio di Shiltar.]

    image




    Ot
    Chakra consumato: 4 Bassi e 2 Bassissimi
     
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    Falce dei Kaguya


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    Il piano per avanzare già dimostrò una certa difficoltà nell'organizzare la squadra, o almeno, per la prima volta da quando era diventato chunin, qualcuno obbiettò ad un piano di Shiltar: era da parecchio che non succedeva.
    Fortunatamente, il Kaguya non era come l'ultima persona che aveva fatto rimostranze su un suo piano, Sayaka, che ai tempi aveva proposto un suo piano che non accettava altrettante opposizioni, quindi ascoltò senza rimostranze sia la proposta di Brando, sia l'osservazione dell'altro sunese.
    Il Mizukage concordò quindi sull'essere l'aprifila e su come gli altri si volessero sistemare non ebbe particolari problemi, comunque, il loro cammino si fermò, senza grossi problemi, davanti all'area priva di alberi dove c'erano diversi piccoli accampamenti degli Shigokoro, o come si chiamavano, con cui il Jonin aveva già avuto il piacere di sporcarsi la falce di sangue.

    Il gruppo rimase quindi ad elaborare un piano, finché Brando non si fece avanti chiedendo al Kaguya la mappa della zona: "E chi ce l'ha una mappa? Se vuoi posso spiegarti più o meno come sono i confini qui intorno, ma non ho alcuna mappa, anche perché nemmeno i capi ribelli sanno, se ho ben capito, com'é combinata la situazione all'interno delle mura.", spiegò pacatamente, indicando l'ambiente circostante all'altro ed attendendo.

    In ogni caso, Shiltar fece uno schema della mappa, in fondo l'aveva vista più di una volta, quindi aveva una buona memoria sulla zona e su come fosse organizzata ed a quel punto attese che l'altro elaborasse il suo misterioso piano, che non tardò a rivelarsi nella sua stranezza, ma, allo stesso tempo, nel suo essere decisamente interessante.
    "Vuoi un velo di Nebbia ed un lancio forte verso il villaggio? Niente di più semplice. E per la cronaca, ho visto cose più brutte di una mano che si stacca dal corpo, per quanto devo ammettere che è quanto mai una tecnica originale, se poi la puoi riattaccare anche.", commentò il Kaguya: in fondo anche due delle sue tecniche di clan gli permettevano di sparare le mani verso un bersaglio.

    Quando gli altri si fossero preparati, cioé Febh e Shura si fossero attaccati a Brando, il Jonin avrebbe iniziato il suo lavoro, posizionando il "pacco" da inviare al suolo vicino a se, mentre sollevava il Velo di Nebbia.

    Tecnica del Velo di Nebbia - Kirigakure no JutsuVillaggio: Kiri (Orig. Nebbia)
    Posizioni Magiche: Scimmia
    Questa tecnica crea una fitta nebbia che ricopre un area vasta a seconda del grado raggiunto dal ninja esecutore, sfruttando l'umidità presente nell'aria, perciò non può essere utilizzata in luoghi troppo secchi. La vista normale diventa praticamente inutile, sia per chi utilizza la tecnica che per i suoi compagni ed avversari; sarà possibile vedere solamente entro il proprio campo visivo minimo, tutti i presenti all’interno della nebbia verranno considerati “ben nascosti” ai fini dell’individuazione degli stessi. La tecnica dura fino all'esaurimento del chakra dell'utilizzatore o al rilascio della stessa. È necessario, per mantenerla attiva, un consumo pari a ½ basso. Tecniche di fuoco o di vento con un potenza pari o superiore a 40 che agiscono in tutta l'area influenzata dalla nebbia la possono dissolvere completamente. Tecniche di vento o di fuoco con potenza pari o superiore a 30 disferanno la nebbia dell'area colpita fino al round successivo.
    La tecnica del velo di nebbia annulla e viene annullata dalla tecnica dell'afa terrestre se di uguali dimensioni; se presente l'afa terrestre o caluria naturale è comunque possibile attivare questa tecnica allo solo scopo di neutralizzarla.
    Tipo: Ninjutsu - Foguton
    (Livello: 5 / Consumo Attivazione: Basso primi 100mq + ½ Basso ogni successivi 100mq) [Area ricoperta massima: Studenti - 200mq; Genin - 400mq; Chunin 600mq; Jonin - 900mq]


    Il sipario sarebbe calato sul campo di battaglia per la bellezza di 900mq, data la media quantità di chakra che il Kaguya aveva irrorato in quella tecnica, poi il Jonin avrebbe raccolto l'oggetto, in fondo, anche non avendolo vicino al piede sarebbe stato comunque facile dato il suo tatto perfetto, e si preparò al lancio, aumentando la forza dello stesso con una quantità medio-bassa di chakra.
    "Un consiglio: usate il chakra adesivo per tenervi fra voi.", disse, lanciando l'oggetto nella direzione del villaggio (e per il Mizukage della Nebbia confondersi su dove si trovasse una città, che di per se stessa non poteva muoversi, sarebbe stato oltremodo dannoso per il suo buon nome...).
    [Forza del lancio: 700 + 4 tacche]

    Eseguito il lancio, il Mizukage si avvicinò all'ultimo della fila e, utilizzando il chakra adesivo, con un 3/4 di Basso (Controllo V), poggiò la mano sulla spalla dello stesso, "Partiamo quando vuoi, Brando.", concluse.

    E di lì a poco i quattro, se la strategia del sunese fosse andata a pieno successo, probabilmente sarebbero volati in aria ad una velocità decisamente impressionante.

    OT:
    Chakra consumato: 77,5/400
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Uhmm....qualcuno di voi ha per caso portato un esercito di scorta? No, sapete...saremo anche forti, ma quelli sono decisamente taaaaanti. Così commentava lo Yakushi, in cima a un albero, osservando gli innumerevoli fuochi e gli ancor più innumerevoli grugni degli Shikogokoro. E al diavolo l'infiltrazione silenziosa..ci vorrebbe un qualcosa che li distragga....anche la mia lucertola invisibile da queste parti è veramente poco utile..lascerebbe orme troppo evidenti nella neve... Grattava la testa, ma più in basso sembrava che stessero organizzando un piano un filo più complicato.

    Sceso dall'albero, si avvicinò agli altri. Quel Brando aveva avuto una qualche idea per attraversare senza problemi l'intero esercito avversario. E per farlo si staccò una mano. Wow. Commentò lo Yakushi, impressionato ma certo non sorpreso o altro. Lui stesso poteva staccarsi pezzi a volontà...anche se rimontarli era tutta un'altra faccenda, ovviamente

    Quindi in sostanza faremo un voletto coperti dalla nebbia, almeno per la maggior parte del tragitto, giusto? E se ci fossero guardie o passanti non visibili dall'alto? C'erano dei rischi, quello si, ma molti meno rispetto all'attraversare quella marea di mostri. Vabbè, vorrà dire che ci penseremo sul momento...dubito ci siano nemici che possono sfuggire al Mizukage, no? fece spallucce, era ora di cominciare la manovra.

    La nebbia avvolse tutto, e mentre Febh poggiava una mano sulla spalla di Brando, affidandosi alla potenza del suo chakra adesivo [Forza 625] Ok, spero solo non sia qualcosa di troppo violeeEEEENTOOO!!! Gli sfuggì, ma solo per un attimo alla partenza. Per quanto la pressione dell'aria fosse mostruosa, tanto da far ritrarre le labbra lasciando scoperti i denti, sapeva bene che doveva cercare di mantenere il più assoluto silenzio.

    Il volo li avrebbe presumibilmente portati sopra la città, e non appena fossero stati in caduta libera, non più guidati dalla tremenda attrazione, avrebbe evocato a qualche metro da terra una delle sue lucertole da trasporto, Ssalslow [Energia Verde]. Era abbastanza grande tra atterrare senza danni, e la sua lingua adesiva abbastanza lunga da afferrarli saldamente e posarli al suolo.

    La prima cosa che Febh fece non appena a terra fu dare un'occhiata intorno a sè. I suoi sensi [Udito e Vista sviluppati] non erano forse affinatissimi rispetto ad altri suoi parigrado, ma restavano parecchio al di sopra di un normale essere umano. Se avesse scorto qualcuno, magari nascosto, o glielo avessero indicato i compagni, sarebbe scattato con gran velocità [Repulsione, +3 tacche] per avvicinarsi e lanciare un Kunai (con avversari troppo distanti) o alternativamente utilizzare la sua fidata Snake Sword.

    In caso di atterraggio sicuro, avrebbe commentato, ironico. Ok, bel volo..ma il servizio e le hostess lasciavano parecchio a desiderare Si guardò intorno E ora dove si va?
     
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  15. S h u r a
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    Il paesaggio di fronte a loro lasciava ben poche speranze di passare inosservati; Shura vide per la prima volta gli esseri chiamati Shikogokoro. Sul primo momento ne rimase schifato, quasi inorriditito e leggermente spaventato, ma poi si mise a fissare quegli enormi bestioni cercando di carpirne i punti deboli. Tuttavia il suo operato venne interrotto dagli altri tre, e decise quindi di ascoltare.
    Brando lo chiamò subito in disparte, probablimente per parlare di qualcosa che riguardava solo loro due. Sulla faccia di Shura stava già dipingendosi un ghigno, immaginando egli le parole di spionaggio e osservazione che avrebbe usato nei confronti degli altri due, ma, con sua sorpresa, Brando gli strappò letteralmente via una manica della maglia, porgendo le sue scuse. Potevi chiedere... gli disse acido mente gli rivolgeva silenziosamente qualche altro insulto tastando la maglia lacerata, che lasciava vedere il braccio abbronzato e la protezione là dove non c'era più la manica.
    Brando passò quindi alla spiegazione del suo piano, che consisteva semplicemente in un'infiltrazione dall'alto. Shura non riuscì a capire perchè si fosse sistemato la manica a mo' di benda sull'occhio, ma sapeva che se Brando faceva qualcosa non era mai per caso.
    Dovettero così sistemarsi a fianco di Brando, mentre Shiltar lanciava ciò che gli era stato precedentemente dato con una forza degna di un Kage. Notevole... fu tutto ciò che riuscì a dire Shura, comprendendo quale potesse essere il livello del Mizukage. Utilizzò il chakra adesivo per tenersi saldo a Brando, aspettando il momento in cui avrebbero preso tutti quanti il volo. Poi, improvvisamente, furono staccati da terra con una tale velocità che Shura dovette irrigidire il collo per non farlo ruotare troppo indietro ed evitare di romperselo. Durante il volo, con la brezza che gli sferzava gelidamente il viso, Shura riuscì ad estrarre un kunai e a portarselo alla bocca, stringendo l'impugnatura con i denti: non si poteva mai sapere, avrebbero potuto trovare qualcuno al momento del loro atterraggio poco convenzionale.
    CITAZIONE
    Chakra adesivo

     
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