Il tramonto del leone, l'alba dei tre eredi.

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    La Valanga e il Re Solitario



    Perchè parli ancora, patetico ometto? Il chakra elementale era stato fermato dal chakra elementale. La mano libera del Re dell'Odio si era infatti levata, rapida, a intercettare la spada ascendente, ancora avvolta del chakra affine alla terra. Il sorriso selvaggio dell'uomo era decisamente inumano. Non puoi fermarmi con questo stuzzicadenti! Enja era un distruttore, ma questo non lo rendeva un guerriero stupido o senza esperienza. Per quanto il suo stile vertesse sulla forza bruta, era un combattente completo, conscio della necessità di difendersi e con abbastanza esperienza da saper prevedere le reazioni del nemico.

    Scaraventò Itai verso il cielo, ma il Kiriano fu abbastanza agile da ammortizzare l'impatto e restare sul soffitto, relativamente al sicuro, anche se decise subito dopo di cercare nuovamente il confronto, atterrando a pochi metri di distanza. Almeno non fuggi come una donnicciola. Detesto quelli che scappano...se li colpisco alle spalle non riesco a vedere i loro volti che si contraggono per il dolore. Concesse il potente Enja serrando il pugno con lentezza calcolata, mentre il suo mostruoso intento omicida inondava la zona, rafforzato dalle oscure doti del Bijuu.

    Ridacchiò alle parole di sfida del suo avversario. Bravo, bravo, dai fiato alla bocca, perchè presto non ne avrai più. Non c'è malvagità..c'è solo chi distrugge e chi costruisce. Due forze contrastanti, tutto qui. E il potente Kaku non è certo una forza che costruisce. Fece impattare tra loro le massicce mani guantate. E nonostante questo, pretendi di usare la sua forza per costruire, per proteggere...ti ammanti di belle parole ma in realtà vuoi solo usarlo, come tutti noi prima di te. E come tutti noi prima di te, finirai per distruggere ciò che hai intorno, perchè è a questo che serve un Bijuu!

    Ma era Enja a parlare. Kaku, anche se era stato interpellato, non rispose affatto, e a parte la sua forza terribile che rallentava lo Shinobi e invadeva la stanza, non sembrava voler interferire direttamente con la faccenda. Ecco, bravo, impugna la tua arma e combatti per avere il potere. Anche se non cedi all'ira, verrai comunque sconfitto dalla tua egoistica ambizione! Enja sapeva tutto ciò che sapeva Kaku, e sapeva anche degli scontri che si erano svolti poco prima contro le altre bambole di creta evocate dal demone. Non fu difficile quindi prevedere che quel sigillo composto durante la corsa servisse a evocare dei cloni: troppe volte Itai era ricorso a quella strategia. E fu proprio per questo motivo che con un urlo possente, il corpo di Enja venne proiettato verso l'alto, sollevato a quindici metri dal terreno stesso in una alta e stretta colonna di roccia Arte della Valanga: Trono del Re Distruttore! La spada del clone si abbattè senza danno su quel pilastro, e anche gli attacchi successivi non ebbero grande fortuna..e di certo non bastarono ad abbattere quella struttura.

    Quando venni al mondo ero il più piccolo di un gruppo di sette orfani. Patimmo la fame e i soprusi del mondo..e ad uno ad uno tutti i miei fratelli morirono di stenti. Il cibo che avevamo non bastava mai..ma nonostante tutto io crescevo senza troppi problemi. Enja sogghignò Questo perchè non appena ho potuto, ho iniziato a rubar loro il cibo, anche con la forza, prendendo per me tutto quello che mi era necessario per sopravvivere.

    Provare a scalare il pilastro di roccia sarebbe stato inutile, poichè ogni tentativo di ancoraggio sarebbe fallito miseramente, facendo precipitare la vittima al suolo. E da quella posizione privilegiata, Enja avrebbe dato inizio al suo attacco, puntando una mano verso il Kiriano. Una lama di roccia, sottilissima eppure alta come la colonna di roccia sarebbe partita, rapidissima, contro Itai (quello vero) [Velocità 775 - Potenza 40 - Durezza 5] scivolando sul terreno fino a una distanza notevole e cercando di tranciarlo in due..e subito dopo una lama identica sarebbe partita all'inseguimento, cercando di cogliere la vittima durante l'eventuale difesa..o magari straziando un corpo già danneggiato. Una terza lama sarebbe seguita subito dopo.

    Bloccare con la spada quegli attacchi era possibile, ma disgraziatamente ogni contatto con quelle lame, un contatto di qualunque natura, anche tramite i cloni, avrebbe avuto uno spiacevole effetto collaterale: la lama si sarebbe infranta, scaricando addosso alla vittima una raffica di piccoli sassi appuntiti, simili a una piccola valanga [Potenza 40, cilindro di 3 metri di diametro]

    Trovai il potente Kaku in una bambola di creta che lo raffigurava quando ero molto giovane. Percepii la forza che emanava e la desiderai per me stesso. Anche lui aveva sentito la mia forza e il mio odio, e se ne nutrì. Lo sigillai nel mio corpo semplicemente divorando la statua tutta intera...e quando le nostre anime vennero a contatto, lo inondai della mia ambizione, del mio desiderio di potere, e il nostro odio crebbe potente. Lasciai che mi controllasse, ma in realtà tutto quello che faceva rispecchiava perfettamente i miei desideri.

    Io volevo che tutto venisse distrutto, e volevo sedere come ultimo sopravvissuto sulle macerie del mondo! Se non fosse stato per una stupida, debole donna e per il suo sacrificio e non sarei mai stato fermato.
    Improvvisamente la grotta fu percorsa da un violento scossone. LEI NON DEVE ESSERE MAI NOMINATA Ma Enja non sembrò affatto intimorito. Cosa importa? Ormai è morta! Anche se è riuscita a prendere la tua forza lei.. TACI SCHIAVO! Improvvisamente gli occhi di Enja perdono colore, mostrando solo morbida creta. Si voltò lentamente verso Itai, sollevando nuovamente la mano. Per essere un re Distruttore, alle volte Enja parla troppo.

    Tre nuove lame sarebbero emerse dalla colonna, stavolta parallele e distanti tra loro circa mezzo metro, seguite da un secondo trio, leggermente sfasato in modo da falciare senza pietà chiunque avesse provato a evitare le prime insinuandosi nello spazio tra una lama e l'altra. La velocità di entrambe poi era nettamente superiore [Velocità 800] e potevano sempre esplodere in valanghe di detriti.

    Possibile che qualcuno avesse conquistato la forza di kaku in precedenza? Eppure tutti i fantocci apparsi finora erano ninja che avevano fallito. Forse Kaku aveva qualcosa da nascondere? E perchè tutti i fantocci, in un modo o nell'altro, sembravano aver conservato parte della loro personalità...e alcuni avevano anche cercato di aiutare il Kiriano nella sua impresa. Possibile che fosse tutto uno stratagemma dello Shichibi?

    Avanti, Itai. Vediamo se puoi conquistare anche le tre code che ho concesso a Enja! Mentre le lame scorrevano il terreno si sarebbe fatto irregolare, così da compromettere seriamente l'equilibrio del Jinchuuriki! E in tutto questo, il suo tentativo di attingere al chakra di Kaku per ricaricare il proprio non avrebbe dato il risultato sperato...pur ottenendo una piccola quantità di energia [MedioBasso] insieme ad essa si sarebbe scaricata nel suo corpo una vera e propria tempesta emotiva carica di odio e ira, come se lo avessero drogato in qualche modo. Una situazione decisamente poco rosea..specie se si considera che cedere all'ira avrebbe solo rafforzato il nemico!


    E intanto oltre la colonna si sarebbe affacciata una figura finora non vista. Era una donna, semitrasparente, con una lunga arma in mano e un'espressione distante (immagine) Sarebbe stata questione di un'istante..e poi sarebbe scomparsa..ma le sue labbra si sarebbero schiuse, componendo, senza suoni, delle parole inconfondibili.

    Non Arrenderti. Sei Vicino.

     
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    Quel suo pezzo di anima dentro di me




    Nonostante non riuscissi minimamente a scalfirlo, qualcosa parve cambiare nel grande Re dell'Odio, Re distruttore e come diavolo aveva intenzione ancora di chiamarsi. Dal semplice urlare e rigurgitarmi addosso tutto il suo odio, finalmente qualcosa cambiò: parve iniziare a raccontare la sua storia poi quello che divenne un delirio sulla sua teoria caotica della vita divenne il racconto di una vita crudele.
    Mentre lo raccontava però qualcosa cambiò nel terreno. I miei attacchi erano stati sventati da una colonna che si innalzò al cielo senza fine di quella mia dimensione mentale, non sortendo alcun effetto. Era difficile colpirlo, molto difficile. Per la prima volta da quando lo scontro era iniziato sentii la mancanza dell'aiuto di Kaku, ma sapevo altresì che non avrei potuto richiederlo ancora: quella era la mia battaglia contro di lui e lui era stato così vigliacco da evitare persino un confronto diretto. Tipico del Sette Code agire nell'ombra, manipolando le sue marionette. Ma non ero disposto a diventare una di loro.
    Il racconto di Enja s'interruppe alla sua infanzia e da lì capii che non avrebbe mai potuto vincere Kaku. Non era così che avrebbe sconfitto un Biju sottomettendolo alla propria volontà, ma Enja l'aveva detto prima, lui aveva volontariamente dato il suo corpo e la sua anima in pasto al settecode pur di placare la sua fame di distruzione. C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quel povero uomo. Provavo pena per lui, per via della sua incapacità di provare null'altro che una voglia inesauribile di fare terra bruciata attorno a se.
    Pensai alla colonna e non mi azzardai a scalarla, sapevo che non ci sarei riuscito, fino a quel momento qualsiasi cosa avessi sperato andasse bene era in realtà risultata un mero disastro. Afferrai saldamente la spada e mi concentrai su di lui e fu così facendo che riuscii a vedere il suo successivo attacco. Qualcosa di quasi impercettibile, dato che frontale, ma i miei sensi non m'ingannarono: una lama di roccia stava dirigendosi rapida verso di me e se mi avesse preso in pieno non avrebbe tardato a tagliarmi in due.
    Ce la posso fare!
    Quel pensiero mi diede conforto. Il pensiero di potercela fare. Il pensiero che al di là di quell'inferno di terra c'era la mia gente, la mia famiglia che avevano bisogno di me. Io avevo bisogno di loro e loro avevano bisogno di me.
    La mano si mosse da sola, quasi trasportata dal ricordo delle mie figlie. Si interpose verticale tra la spada e il mio petto, finendo per rimanere schiacciata dalla forza della tecnica che mi spinse indietro. Non mi lasciai sfuggire la mia preziosa lama tra le dita, nonostante a seguito del violento impatto con una lama così tanto sottile lasciarla andare era la cosa più facile.
    Jukyu... fu il nome della mia prima bambina a venermi in mente Nana... poi anche il secondo. Socchiusi gli occhi e feci forza contro la spada, usandola come leva per spingermi al lato della tecnica. La lama di terra, pericolosa e inesorabile, mi passò affianco fendendo l'aria, se era aria quella che respiravo.
    Eppure era così bella la sensazione di avercela fatta che non mi resi conto di ciò che stava accadendo. La lama esplose. Violentemente.
    Non me l'aspettavo ma come dicevo prima, se mi aspettavo che qualcosa andasse per il meglio, sicuramente non sarebbe stato così. Che potetti fare per schivare quell'immensa quantità di detriti? Nulla!
    Richiamai solo la mia copia che, con la spada tratta venne a salvarmi, ma restai sanguinante su tutto il corpo, danneggiato ma non ancora sconfitto. Non sarebbe stato così facile buttarmi giù.
    La mia copia mi difese dalla lama successiva, che altrimenti mi avrebbe ucciso. Mi aspettavo un'offensiva di qualche tipo, per questo avevo fatto accorrere la copia mentre la lama esplodeva e io, inevitabilmente, incassavo il danno. Sapevo già come sarebbe finita e questa volta scappai ben lontano mentre la copia immolava la spada contro la tecnica per poi farla esplodere in una nube di detriti quasi tossica.
    Questa volta però era abbastanza lontano affinché non mi colpisse e tenevo d'occhio la colonna perché, come immaginavo, sarebbe giunto un terzo attacco. Quella volta non mi lasciai cogliere impreparato: usare tre volte di fila la stessa tecnica rendeva scaltri persino i babbei. Riuscii a saltare con un certo anticipo mentre la lama proseguiva la sua corsa.
    Mi rialzai da terra dove ero caduto rotolando e strinsi saldamente la lama. Mi sentii leggermente rigenerato a causa del chakra ricevuto dalla copia, ma non sarebbe potuta andare avanti ancora a lungo.
    Devo farla finita, ma come... come.. quel mio flusso di pensieri fu però interrotto dal vociare di Enja che aveva deciso di raccontare tutto. Di come avesse trovato Kaku e di come l'avesse usato per distruggere, anzi, di come si fosse lasciato usare per distruggere. Un conato di vomito parve salirmi all'udire così tanta malvagità, ma alla fine ebbi una speranza. Enja stava parlando di una “lei” quando Kaku, rabbiosamente, lo soppresse del tutto. Sorrisi appena e cercai di sfruttare quel momento di debolezza di Kaku per ricaricare ancora il mio chakra, sebbene l'intervento precedente non avesse dato i frutti sperati, ma tentai ancora di fare come prima.
    Quindi Kaku dissi con un sorriso quasi divertito C'è stato qualcuno che ti ha fermato, dopotutto una calda sensazione si diffuse nel mio torace C'è speranza!.
    La speranza.
    In un inferno come quello, lottando contro avversari manipolati dal demonio in persona sembra qualcosa di irraggiungibile. La determinazione teneva a galla, ma la grandiosità del compito che ero chiamato a svolgere teneva a smorzare gli entusiasmi. Eppure quella volta c'era qualcosa di nuovo: c'era speranza! Perché qualcuno c'era riuscito, quindi era possibile farlo.
    Era una sensazione magnifica, più dolce della compassione, anestetica a tal punto che il dolore delle ferite parve scomparire e rinfrescante in maniera tale da darmi possibilità di difendermi ancora. Altre lame sorsero dal terreno ed io, pronto a difendermi stavo per allontanarmi quand'è che il terreno divenne irregolare. Digrignai i denti e con la mano sinistra libera dalla spada composi velocemente i sigilli che mi concessero l'uso di una delle mie tecniche che caricai con una sola mano.
    Un tornando, verticale e portentoso si scagliò contro i due trii di lame. La sua potenza era superiore a quella delle lame stesse e così, nonostante il terreno sconnesso, la tecnica proseguì attraverso le lame, frantumandole prima che giungessero a me. Difatti quel tornando non aveva la capacità di fermarsi ed esplodere: proseguiva dritto, investendo qualsiasi cosa nel suo cammino, comprese quelle tre lame che poi era sei in realtà: non importava quante fossero, il tornando le fermò tutte ma mi sottrasse una buona quantità di chakra. Ovviamente non appena lanciai la tecnica fuggii lontano dal cono di detriti che ne scaturì, ma era la quarta volta che vedevo quell'offensiva e per quanto rapida, era divenuta assai prevedibile.
    Sembravo averla scampata quando avvertii qualcosa cambiare in me. Provai rabbia e odio, odiai tutto e tutti e mi ritrovai ad inginocchiarmi e far cadere la spada in preda a quell'orribile sensazione.
    Tuttavia non sentivo mia quella furia. Continuava ad aumentare ma non riuscivo a comprendere perché mi stesse aggredendo con così tanta veemenza. Poi, quasi d'improvviso, capii.
    Le code. Il chakra.
    Questo è... il chakra... di Kaku...! a quel pensiero tentai di rialzarmi e resistere a quella furia e con una mano tra i capelli concentrai ogni mio singolo pensiero verso lei.



    A quella volta che, tra i veicoli di Kiri, avevo protetto quella ragazza che cercava di fuggire da qualche brutto ceffo non del tutto intenzionato a lasciarla in pace.

    A quella volta in cui le nostre labbra si toccarono per la prima volta sotto la pioggia estiva e copiosa di Kiri.

    A quella volta in cui, di nascosto, facemmo l'amore per la prima volta.

    A quella volta in cui la difesi dal suo stesso padre e, con una vita tutta da ricostruire la portai a casa mia.

    A tutti i giorni passati insieme felicemente.

    Poi la gravidanza, inaspettata ma ben accolta.

    Poi il matrimonio.

    Dinanzi a una barriera fatta di pura gioia, la rabbia di Kaku non poté nulla. Pensare a lei, ad Ayame, mi dava la forza di resistere a qualsiasi cosa. Era lei la mia forza, ciò che mi avrebbe consentito di battere Kaku. La persona che mi dava la voglia di continuare a vivere, la persona che mi aveva dato ciò che in molto non riescono a riconoscere come vita.
    Aprii gli occhi in tempo per vedere un fantasma (doveva essere un fantasma) di una donna comparire, pronunciare qualcosa senza voce e sparire.
    “Sei vicino, non arrenderti”
    Arrendermi? sorrisi appena Kaku, io non mi arrendo mai!

    itaicombatt2



    Ed ero certo che quel pensiero lui l'avesse sentito.
    Quella meravigliosa barriera fatta dal mio stesso amore per Ayame mi diede la protezione e al tempo stesso la forza per tenere fede alle mie stesse parole. E allora, senza indugio, raccogliendo le forze che mi erano rimaste, corsi verso Enja. La colonna era troppo alta affinché potessi saltare fino in cima, ma allo stesso tempo non tentai di scalarla: non sarebbe stato possibile e avrei solamente rischiato inutili forze. Saltai, salti più forte che potetti e quando la forza del salto stava esaurendosi evocai una nuova copia la quale mi afferrò per un braccio e senza troppi complimenti mi scagliò verso l'alto, senza il minimo ritengo.
    A grande velocità giunsi fino dinanzi a Enma, con gli occhi che ardevano per l'adrenalina e il cuo sgombro da ogni traccia di rabbia. Dovevo farcela. Dovevo combattere, dovevo farlo per Ayame, per Ayame.
    E con quel pensiero che annebbiava di luce pura la mia testa cercai di sottrarre altro chakra a Kaku e al tempo stesso, attaccai Enja. Non appena misi piede sulla piattaforma che Enja stesso aveva creato una marea di copie comparvero tra me e il re del nulla. Una quantità difficilmente quantificabile che inevitabilmente avrebbe spinto la marionetta fuori da quella piattaforma. A complicare il tutto per lui ci sarebbe stato il fatto che le copie nella sua zona avrebbero cercato, all'unisono, di spingerlo all'esterno con tutta la forza che possedevano: date le ridotte dimensioni della piattaforma e considerato il fatto che era piena di copie Enja non avrebbe potuto far altro che farsi spingere o saltare. E tutti quegli occhi mi sarebbero serviti per sapere esattamente dove andava, perché non appena i piedi di Enja si fossero distaccati dalla piattaforma le copie che lo videro sparirono informando me della sua posizione e subito dopo, tutte le altre sparirono contemporaneamente, eccetto quelle che erano più vicine ad Enja stesso.
    Io saltai. Saltai con tutta la velocità che possedevo, tendendo la spada in avanti.
    Enja! urlai mentre la prima copia mi afferrava per i vestiti, in volo, imprimendo maggior velocità al mio salto.
    Kaku una seconda copia intercettò la mia traiettoria e senza fermarmi portò le mani sotto le mie gambe, utilizzando il chakra repulsivo per spingermi più velocemente ancora verso il nemico, che in volo, non avrebbe avuto modo di controllare la traiettoria Non le farai del male! un'ultima copia, in procinto di cadere nel vuoto, mi scagliò ancora più forte verso la marionetta di Kaku, sparendo subito dopo per seguire le sue sorelle. Non avevo idea della velocità che avevo raggiunto, non ero in grado di quantificarla. Ma sfrecciavo veloce e inesorabile verso Enja con la spada testa in avanti, mirando proprio al suo cuore e con esso, al chakra che Kaku doveva ancora darmi.
    Nessuno le farà del male!

    itaicombatt



    E mentre dicevo queste parole, calde lacrime solcarono le mie guance, perdendosi nell'aria. Piangevo perché pensavo ad Ayame, perché non vedevo l'ora di rivederla. Piangevo perché era a lei che avevo affidato tutta la mia vita e se sarei dovuto morire per qualcosa, avrei dovuto morire per lei. Piangevo perché in quel momento lo sentii, come un collegamento ineffabile ed etereo, qualcosa che ricordavo vagamente provare mentre facevamo l'amore. Era lei, era la calda e rassicurante sensazione del suo amore. Lei era con me, non sapevo come, ma era lì con me.
    E mentre mi dirigevo verso Enja mi parve di sentire il tocco della mano di Ayame sulla mia, che si serrava sull'elsa della mia spada. Non ero solo, non ero solo nemmeno lì, dentro me stesso. Ayame aveva messo un pezzo della sua anima dentro di me e in quel momento, era così reale che potevo avvertirlo.




    Edited by -Max - 20/2/2012, 12:57
     
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    La Pace e l'Ultimo Avversario



    Urli come una donnetta! Ridacchò Kaku, mentre come dal nulla apparvero svariate lastre di pietra proprio sulla traiettoria di Itai. Non potrai certo abbattermi in questo modo!! Ma una dopo l'altra quelle pietre vennero infrante, come fossero di semplice sabbia. Ma questo...questo non.. La lama trapassò il petto di Enja, mentre la coscienza dello Shichibi si ritirava dai suoi occhi. Tu...tu mi sconfiggi? Che ironia...ma un uomo che non sa scegliere se distruggere o creare non può avere il Potente Kaku. Entrambi precipitavano oltre il Trono del Re Distruttore, con la spada a fare da tramite tra il Jinchuuriki passato e quello presente. Enja sorrise. In un modo o nell'altro, finirai per distruggere tutto. I Bijuu sono solo fonti di distruzione. Sempre. Non importa a chi, ma se c'è un Bijuu di mezzo, allora ci sarà sempre anche un grande dolore. Addio, uomo indeciso.

    La colonna si infranse, così come il corpo di Enja, mentre le tre code si ricongiungevano alle altre già legate a Itai. Stavolta la trazione dello Shichibi fu ancora più violenta, mentre la maggior parte del suo potere si impegnava nel tentativo di strappare l'anima e il chakra del suo portatore. [Risucchia un consumo Quasi Elevato - Riduce di 8 tacche un qualunque numero di statistiche principali] Ma quel wrestling di energia vitale avrebbe dimostrato solo che Itai poteva reggere. Stabilizzare quella terribile lotta contro il demone e non crollare esausto per lo sforzo avrebbe significato che, in un certo qual modo, stava vincendo. Gli serviva solo stabilire un legame con l'ultima coda, e poi tirare a sè il potere per l'ultima volta, strappandolo alla creatura leggendaria che gli viveva dentro.

    Al termine di quella lotta il Nara avrebbe sentito una risatina soffocata alle sue spalle. Voltandosi, sempre che ne avesse la forza, si sarebbe trovato davanti a una ragazza con un abito azzurro molto elaborato, e lunghi capelli tanto chiari da avere quasi una sfumatura violetta. Il suo viso sorridente irradiava pace: una sensazione ben lontana da tutto quello che lo aveva avvolto fino a quel momento durante quella tremenda battaglia interiore. Scusa se ridevo. Parlò con voce conciliante, avvicinandosi a lui, ed eventualmente piegandosi sui talloni se fosse stato necessario. Ma quell'attacco di prima era così pieno di passione da sembrare una scena presa da un libro. Aveva un accento un pò diverso da quelli a cui Itai era abituato, ma forse si trattava solo del modo in cui parlavano secoli prima. Mi chiamo Mikoto, e ai miei tempi ero nota come la Colomba d'Argento. Fece un breve inchino. Nessuna coda di chakra la collegava al terreno. Ora che Enja è stato sconfitto kaku impiegherà qualche minuto a riorganizzarsi, quindi ho deciso di farmi avanti. Sai, lo hai sorpreso prima. A volte lui stesso dimentica che questo è il reame della mente. E a poco serve che metta davanti a sè delle pietre indistruttibili, se poi la sua volontà che esse lo difendano è inferiore alla volontà di chi vuole infrangerle per colpirlo.

    Ma non credo che quel trucco funzionerà di nuovo. Dovrai trovare qualcos'altro per sottomettere Kaku definitivamente. Non penso che ti servirà la forza bruta, anche se potrebbe aiutare. E anche la pura volontà non ti darà una mano. Devi spiazzarlo, confonderlo. Devi stupirlo, sorprenderlo. Devi avvicinarti a lui in un modo che non si aspetta...proporgli qualcosa che non nei suoi piani in cambio del suo potere. Io feci così a mio tempo.
    I suoi occhi, dopo l'iniziale fervore durante quel lungo discorso, si velarono di una grande tristezza. Ma non penso che tu debba prendermi a modello...anzi, non credo di essere nella posizione di suggerire a qualcuno come comportarsi con un Bijuu.

    Io ho commesso un grande peccato. E pagherò per sempre per le mie azioni contro Ch...contro Kaku. Le mie intenzioni erano buone ma... Scosse il capo, pensierosa, e subito dopo con aria sbarazzina si chinò in avanti, dando un buffetto al naso di Itai col dito. Ma ne parleremo in un altro momento. Sappi solo che per lo Shichibi non ti odia. Non davvero, almeno a quanto ho visto. O comunque, non ti odia quanto odia me dopo quello che gli ho fatto. Itai si sarebbe sentito improvvisamente meglio, mentre circa metà delle ferite subite andavano a svanire. Ero un ninja medico, sai? E' così che ho estratto da bambola di creta che Enja aveva mangiato...ed è così che lo ho sconfitto, con l'arte medica. Una disciplina votata alla creazione e alla riparazione...la sua antitesi.

    Una volta che lo Shichibi fu estratto, Enja morì sul colpo. E si festeggiò per molti anni a venire. Io divenni il successivo Jinchuuriki e poi...
    Il mondo interiore fu scosso da un grande terremoto, mentre Mikoto si alzò di scatto. ...è andato a pescare nel suo passato per riportare qui il suo Jinchuuriki più potente in assoluto....lo farà manifestare e gli trasmetterà tutto il suo potere.Quello che avrai davanti stavolta sarà Kaku in tutto e per tutto, non c'è niente della personalità originale. La donna si fece sempre più trasparente, fino a scomparire come se composta da fine nebbia

    Buona fortuna, Itai... Furono le sue ultime parole...prima che scoppiasse il finimondo.

    L'intera grotta sotterranea, quella grotta priva di limiti evidenti che aveva costituito il suo mondo interiore da tanto tempo andò a distruggersi, lasciando solo un campo di grano apparentemente senza limiti, con una ragazza al centro, che lo fissava con intensità.

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    Molto bene Itai. Basta coi giochi.

    Facciamo sul serio


    E subito la sua forma cambiò, avvogendosi di chakra tanto intenso da sembrare nero, mentre il suo aspetto appariva più bestiale. l'unica coda non toccava più il terreno, ma era sollevata verso l'alto. Kaku faceva sul serio stavolta. E come prima cosa ruggì con una potenza tale da far piegare tutti gli steli di grano, e da spingere tutto ciò che si trovava intorno a lui [Forza Suprema - Gittata 50 metri]. In un attimo poi si sarebbe scaraventato addosso a Itai (ancora meglio se durante il volo causato dall'urlo) per cercare di colpirlo con una testata tanto forte che avrebbe potuto abbattere una montagna [Forza Suprema - Velocità Nera]

    kakum



    Non resterà nulla di te! Ti sei divertito finora con le briciole del mio potere, ma non avrai mai il pieno accesso alla mia forza. Nessuno lo avrà. Mai più!

    CITAZIONE
    Piccolo cambio di stile per la voce di kaku, principalmente perchè non si legge con la nuova skin >_>

     
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    Sii felice
    Creazione o Distruzione?



    Enma era sparito. Le sue ultime parole erano sue solo per il contenuto, la furia e la rabbia erano sparite. Mi diede dell'uomo indeciso, mi diede dell'incapace a scegliere se distruggere o creare. Sorrisi e mi ritrovai a pensare che forse era vero. Ero una fnta di distruzione, eppure non amavo così tanto frantumare qualsiasi cosa mi si parasse davanti. Mi piaceva veder crescere le cose, amavo la mia famiglia. Mi piaceva distruggere quanto mi piaceva creare. Che fosse un problema? Che fosse un motivo per rendere Kaku più forte e me più debole? Ne dubitavo fortemente, ma quello era il regno di Kaku. Io ero un mero estraneo in quella dimensione che si ritrovava a combattere contro le paure e le ossessioni di una belva millenaria, pericolosa e sopratutto poco intenzionata a lasciarsi domare. Kaku sapeva che quella era un'occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. L'occasione di umiliare il ragazzino che per ben tre volte era riuscito a confinare il suo potere, quando era esploso e che aveva forse stoltamente cercato di sconfiggerlo aprendo di sua spontanea volontà il sigillo.



    Peccato che morire non fosse nei miei piani a breve termine.



    Atterrai con uno schianto. Barcollando mi rialzai, ma ansimavo copiosamento a causa della fatica dello scontro. Notai in quel momento che la quantità di chakrache collegava me con Kaku aumentò di botto, raddoppiando e con esso il suo influsso negativo. Sentii la bile risalire il mio esofago ma la ricacciai giù con tutta la forza di volontà che mi rimaneva. Che era tanta, vista la vittoria appena ottenuta. Ma Kaku continuava ad assorbire la mia forza e il mio chakra ed io, inevitabilmente, continuavo a piegarmi alla sua potenza. Sconfiggere Enma era stato forse un colpo di fortuna? Dalla furia che Kaku stava mettendo in quell'opera di debilitazione, probabilmente, no. Era furioso, seriamente convinto a farmi a pezzi.



    Sorrisi. Resistetti a quella presa e mi rialzai tremante, pulendomi il sangue e il sudore che lordavano il mio viso usando la manica della mia maglia. Dov'era finito Kaku? Il mio udito colse un rumore e mi voltai di scatto spada in pugno, per poi trovarmi di fronte a una figura totalmente... innocua. Era una ragazza dal viso dolce e ben vestita, senza la furia in viso e disarmata, apparentemente non desiderava combattermi. A dire il vero il suo viso era così rilassato che finii per qualche istante a rilassarmi anch'io.



    In quel momento come non mai notai che quello era il mio mondo interiore e cme tale, in un certo modo, rispondeva al mio stato d'animo. Almeno finché non c'era la mente di Kaku a inquinare la mia. Così, quando iniziai a parlare con Mikoto l'oscura grotta di terra e tutto ciò che Kaku aveva creato sparirono. Pavimento, muri e soffitti si fusero in qualcosa di perfettamente bianco e in quel momento sperai che fosse finita. Mi diedi subito dello stupido, sapevo benissimo che non poteva essere così. Mancava ancora un'ultima, singola cosa da fare, un'ultima coda da strappare.
    Bé, dopotutto, se qualcuno ha potuto scrivere quella passione, doveva essere esistita, no? dissi con un sorriso carico di fatica. Lei, si presentò e iniziò a parlarmi di Kaku. Lei si rivelò come uno dei vecchi Jinchuuriki di Kaku, colei che sconfisse Enma. Iniziò a raccontarmi quela storia e non mi sfuggì come stesse per chiamare Kaku con un altro nome. Si era bloccata all'improvviso, ma perché? Tuttavia non parlai ed ascoltai il suo racconto, che però fu interrotto. Il campo tornò quella di una volta ed io, all'improvviso, mi sentii rigenerato. Le ferite, non tutte ma una buona parte, erano sparite nel nulla. Lei mi aveva curato il che voleva dire solo una cosa e l'urlo che arrivò ne fu una prova.



    Avrei dovuto ancora combattere.



    Eppure quella volta mi sentivo più pronto. C'era qualcosa che aveva detto Mikoto che mi aveva dato la certezza che ce l'avrei fatta. Era il regno della mente e lì la mia volontà avrebbe fatto la differenza. Mi aveva detto che forse, a quel punto, la pura volontà non avrebbe aiutato ma non ne ero del tutto convinto. Mi avrebbe aiutato, perché all'improvviso, sapevo cosa fare.
    Grazie. dopotutto, che altre parole sarebbero servite a Mikoto?



    Kaku tornò a erigersi in tutta la sua tremenda furia dinanzi a me, ricoperto di chakra. Quella volta il suo Jinchuuriki era solo un vascello del suo potere: in realtà io stavo affrontando Kaku stesso in quel rame della mente. La donna, avvolta nel manto del demone, ruggì. Ma non era un ruggito normale. Quando l'onda d'urto mi colpì fui sollevato per aria come un fuscello. Per poco dalle dita non mi sfuggì la spada che però non feci andar via. Ripensandoci, fu la cosa migliore che potessi fare.



    Il demone saltò verso di me, mentre ancora volavo a causa di quell'urlo, sopraggiungendo ad una velocità mortale. Istintivamente frapposi tra me e il demone la mia cara Zanbato, lasciadnco che fosse la lama di quella spada ad essere il mio scudo. Allungai la mano sinistra e la posai sul piatto della spada mentre dal lato opposto Kaku spingeva furiosamente. Il rumore del metallo mi fece inorridire ma non mi diedi per vinto. Non mi sarei mai dato per vinto.



    Spinsi con tutte le mie forze la spada contro la testa di Kaku, opponendo alla sua micidiale forza la mia, seppur diminuita dai suoi sporchi trucchi. Ciò bastò a preservare la spada dalla rottura ma in compenso fui sbalzato via ancora una volta. Solamente che, data l'opposizione appena operata riuscii a posare i piedi e una mano a terra dopo qualche metro di salto. La guarigione operata da Mikoto mi aveva aiutato molto, ma non era solo quello. Mi sentivo rinvigorito dalla mia stessa convinzione di potercela fare e con quella convinzione e ricordando che avevo legato a me sei settimi del potere di Kaku, tirai. Tirai con quanta più forza potevo il chakra dalla mia parte, tirai tenendo conto dell'esperienza appena maturata. Se l'odio fosse giunto, l'avrei scacciato. E se ne fosse giunto ancora di più, avrei semplicemente pensato ancora a lei. Non era l'odio che mi interessava, era il potere.
    Ahah risi, e forse quello Kaku non se l'aspettava Sei davvero così egocentrico da pensare di poter sopravvivere in questo mondo da solo, Kaku? e nel mentre continuavo a tirare con tutta la mia forza di volontà il suo chakra dalla mia parte Tu hai bisogno di me, Kaku sorrisi Hai bisogno di me quanto io ho bisogno di te feci un passo verso il demone. La spada era rivolta verso il basso, in un atteggiamento chiaramente non offensivo Avanti, vieni qui, vieni qui ad uccidermi se ne hai il coraggio, Kaku allargai le braccia Vieni qui e risorgi come il potente sette code, per aspettare solamente che tu possa essere sigillato ancora strinsi la spada con la destra e cercai ancora chakra con la sinistra Non capisci, eh Kaku? Avanti liberati di me, uccidi i miei fratelli, Ayame, le mie figlie. Uccidi la mia gente. E poi trovati qualcun'altro di debole, che non è in grado di comprendere te e il tuo immenso potere strinsi la spada con entrambe le mani, perché sapevo che prima o poi lui sarebbe giunto, che probabilmente, non avrebbe aspettato le mie parole Insieme Kaku, possiamo valere qualcosa, insieme potremmo essere i migliori di questo mondo. Migliori di chiunque altro Bijuu e Jinchuuriki, migliori di qualsiasi altro ninja sorrisi appena Enja mi ha detto che non so scegliere se creare o distruggere. Ora ho capito che cosa voglio fare feci una piccola pausa Entrambe. Per creare, Kaku, è necessario distruggere ciò che minaccia la creazione. Io voglio creare la mia felicità, la felicità di Kiri e di Kurohai, dei miei amici, dell'Accademia e se per farlo devo distruggere, allora distruggerò piegai le mie gambe in avanti e in quel momento, cercai con tutta la mia rinnovata forza di volontà, con ogni briciolo del mio essere, di tirare il chakra di Kaku, di strapparlo a me, sperando che le mie parol epotessero farlo vacillare nella sua assurda convinzione di volere la mia distruzione Aiutami a creare Kaku e saremo grandi insieme, più grandi di quelli che fino a questo momento si sono divertiti a imbottigliarti dentro oggetti, dentro altre persone deboli e prive di coraggio. Noi saremo grandi insieme! gli dissi, dando un ultimo scossone. Sperai, che come prima, quella manovra potesse aiutarmi a recuperare chakra ma in realtà avevo sperato di metterci tutta quanta la forza di volontà possibile e immaginabile per strappare letteralmente l'ultima coda rimasta a Kaku.



    Eravamo collegati. Quel collegamento mi toglieva chakra e potere, perché non avrei potuto fare lo stesso? Quello era il mio reame, quella era la mia mente e lì, le regole le avrei decise io. E in quel momento avevo deciso che Kaku doveva darmi il suo potere.
    Non la senti Kaku? Non la senti la sensazione che si prova? Non senti la soddisfazione? sapevo che a Kaku piaceva creare, più che distruggere. Sapevo anche che il suo potere era più distruttivo che creativo. Era la grandezza che gli stavo offrendo? Non solo. Era la possibilità di essere ciò che fino a quel momento, lui non era riuscito ad essere per usa stessa natura, un creatore. Gli stavo offrendo la possiiblità di veder crescere delle sue opere. Gli stavo dando la possibilità di non vedere sempre tutto bruciato attorno a se a causa della sua stessa furia. Per questo, mentre pronunciavo quelle parole, cercai di sfruttare quel collegamento per inviare al Biju ciò che lui non aveva mai provato. Parole, sensazioni, immagini, suoni. Fino a quel momento avevo difeso la mia mente dalla sua, ma ora lui poteva difendersi dalla mia che, insistentemente, continuava a mandargli la semplice e pura soddisfazione che si otteneva nel veder crescere le cose. Le mie figlie. La mia famiglia. Kurohai. Kiri. Ogni cosa cara. E contemporaneamente, la soddisfazione provata nel distruggere chi con intenti disparati a cercato di distruggerle e ancora, cercai di trasmettergli la voglia di distruggere quei nemici.



    E mentre pensavo a quelle cose, continuavo a provare a tirare a me il potere di Kaku. Era faticoso, immensamente faticoso e finché lui non avrebbe rilasciato la presa non sarebbe stato più facile. Strinsi i denti posai un ginocchio per terra, per il solo sforzo mentale che stavo compiendo. Kaku doveva cedere. E se avessi notato resistente, avrei continuato a spingere la mia mente dentro quella di Kaku e contemporaneamente tirare fuori il suo potere. Mi stavo spingendo laddove pochi Jinchuuriki erano riusciti ad arrivare nella storia, ed era mia intenzione riuscire a superare chiunque altro.
    Dammi l'opportunità dissi a bassa voce al demone Dammela Kaku, dammi questa opportunità di diventare forti insieme mi sentivo esplodere E PER UNA VOLTA MALEDETTO IDIOTA SARAI FELICE ANCHE TU!



    A quell'urlo corrispose una forzatura senza limiti di potenza. Il flusso di ricordi che quella liberazione generò quasi mi tolse il fiato. Non era normale ma forse era la prima volta, da quando ero piombato in quell'oscuro terrore, che la mia mente si affollò di qualsiasi ricordo posseduto e che, per forzatura, cercavo di spingerlo dentro la mente di Kaku stessa. Non era solo forza di volontà. Non era solo forza bruta. Io stavo lottando con il demone per avere il suo potere, sebbene i nostri corpi non fossero vicini. Stavo lottando e stavo sudando forse più di prima, perché avrei avuto quell'ultimo pezzo di lui e poi avrei tirato a me tutto il suo potere residuo. Il suo odio non poteva scalfirmi. E se il flusso era invertito, non avrebbe potuto più sottrarre i miei poteri. Inoltre quella era la mia mente e la mia volontà avrebbe piegato quella realtà secondo quanto realmente desideravo.



    E in quel momento desideravo solamente che Kaku comprendesse. La comprensione, di per se, era una potente arma. La comprensione, l'avrebbe spiazzato, l'avrebbe confuso e finalmente, il suo potere sarebbe stato mio e, finalmente, insieme al suo potere anche una cosa che desideravo da tempo, da quando aveva smesso di farmi dormire a quando mi aveva torturato più e più volte.



    La sua amicizia.












     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Il palazzo dell'esilio]

    Anche se sopravissuto all'attacco Itai non era in una posizione di vantaggio, con Kaku che si fermò appena un secondo quando l'altro, ridendo, cominciò la sua filippica. Io non ho affatto bisogno di un piccolo arrogante come te! La coda del bestio andò ad affondare nel terreno, strappando al suolo un enorme masso che subito scaraventò contro il suo avversario [Forza Suprema - 5 SD] Certo che li ucciderò, ma stavolta non finirò sigillato dentro un'urna o un corpo, io sarò libero di distruggere ogni cosa! Dopo il contatto precedente, il chakra dell'ultima coda era entrato a contatto con quello delle altre che si erano legate a Itai, e con tutte le sue forze il Bijuu cercava di riconquistarene il pieno possesso, con una trazione quasi insostenibile per il Jinchuuriki...ma nonostante il suo impegno non riusciva a spezzare quella situazione di stallo.

    Quando Itai nominò Enja, per un istante Kaku indebolì quel suo terribile tiro alla corda, forse incuriosito dalle parole di itai, come se volesse sapere quale fosse la risposta del Nara. Insieme? Non ho motivo di abbassarmi al tuo livello!! E con un ruggito proseguì quella tug o'war, stavolta senza attaccare anche fisicamente, concentrando tutto sè stesso per prevalere e riprendersi dal piccolo svantaggio in cui era incorso poco prima. Non era chiaro se le emozioni che Itai cercava di trasmettere avessero un qualche effetto, principalmente perchè non era possibile leggere l'espressione di quello stato semi-animalesco, e in secondo luogo perchè sarebbe presuntuoso attribuire i propri schemi mentali ed emotivi a una creatura tanto diversa dagli esseri umani. Il dato di fatto però era che alla lunga fosse Itai ad avere un piccolo ma significativo vantaggio.

    TU NON AVRAI LA MIA FORZA!! gridò, sollevando la polvere e facendo volare il grano di quel campo, proprio mentre itai gettava il suo ultimo, disperato urlo. Fu come se una corda si spezzasse, mentre il chakra si staccava dal Bijuu per arrivare, con un rimbalzo quasi elastico addosso al suo Jinchuuriki. AAAAARARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!! Un ruggito belluino riverberò per quel mondo interiore, mentre Itai veniva sbalzato a mezz'aria. La terra tremò sollevandosi e cambiando completamente la struttura di quel mondo: il mezzo demone assunse il pieno aspetto dello Shichibi, mentre la terra gli si scolpiva attorno a una velocità incredibile, fino a sigillarlo in un enorme e maestoso palazzo buio che si allontanava sempre di più.

    700px-Kidoin-mansion



    Per un istante Itai si ritrovò come sospeso nel vuoto, atterrando poi su uno stretto sentiero di roccia che portava al castello lontano in cui si era rinchiuso il Bijuu, quasi all'orizzonte. un solo passo e il castello si sarebbe allontanato della stessa distanza. Un balzo, ed ancora più lontano si sarebbe trovato quel rifugio. Sepolto nel profondo dell'anima, Kaku si stava leccando le ferite, conscio che il canale tra la sua energia e quella di Itai era stato spalancato definitivamente, anche se senza il suo consenso, e non poteva fare altro che cedere la sua immensa forza a quell'anima tanto forte da schiacciare la sua.

    Dopo qualche istante il castello si sarebbe illuminato mentre alle sue spalle si sollevava un sole nascente, abbagliando il Nara e inondandolo della sua luce sin dall'orizzonte. Ma non era un sole, e certamente quella non era una luce qualsiasi: era chakra. Chakra dorato, caldo e avvolgente, rubato al jinchuuriki e messo a disposizione del suo portatore...un sole che non si sarebbe mai spostato da dietro al castello, continuando a cedere energia.

    Kaku non avrebbe parlato. Non avrebbe detto nulla, non ora che si era arroccato nei recessi di quell'anima che i due avevano in comune, in quel mondo interiore di cui aveva rivendicato il possesso...non più prigioniero, ma assediato in un castello inespugnabile che rifiutava ogni contatto. La forza di Itai era cresciuta, ma non poteva più udire il suo Bijuu.

    E nel mondo reale, dove era passato poco più che un secondo, la pesante arma dell'orso gigante stava per abbattersi su di lui...
     
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    Pippi Calzelunghe
    L'Amministrazione conferma il Livello IV dell'innata a Itai Nara, Congratulazioni!
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Demone in Forma Umana
    Ritorno alla realtà



    Il tremore del palazzo che si creava lentamente davanti a me avvolgendo quella che era solamente l'ombra del Kaku che, fino a quel momento, avevo conosciuto. Egli era scarno, spaventato, dolorante e sconfitto. Ed io, finalmente, avevo vinto. Sarei potuto tornare presto nel mondo reale, a concludere la battaglia che avevo iniziato contro Kumamaru.



    Ma prima dovevo fare una cosa.



    Cercai di avvicinarmi al palazzo, ma stranamente, rimase sempre lontano. Quella era opera di Kaku. Si era rinchiuso e in quel momento non mi avrebbe parlato. Non mi avrebbe parlato ancora a lungo. In compenso qualcosa di nuovo era apparso: un caldo sole che pareva illuminare ogni cosa in quell'enorme grotta oscura mi avvicinai con passo sicuro, zoppicando per la fatica, ma rinvigorendo ad ogni passo. Le ferite che Mikoto non aveva chiuso svanirono come evaporate, il chakra tornò tutto, persino i miei vestiti ritornarono normali dopo la battaglia che aveva ridotto la mia maglia in brandelli.



    Allungai la mano verso quell'enorme sole e una propaggine di chakra dorato si avvicinò a me, sfiorandomi le dita. Fu come toccare acqua calda alla giusta temperatura, perefetta, avvolgente e rinvigorente. Sentii quel chakra che avevo forzatamente sottratto a Kaku invadere le mie membra e sentii il mio corpo rinforzarsi come mai era successo. Ansimai per un istante, ma all'aspirazione non seguì un'aspirazione. Fui catapultato laddove sarei dovuto essere. Nel mondo reale.



    Gli artigli di Kumamaru si stavano abbattendo su di me eppure, rispetto a prima sembravano così lenti. Riuscii a prevedere ampiamente dove sarebbero ricaduti e con un movimento troppo rapido affinché lui, Maku, Hanako e chiunque altro potesse percepirlo, mi mossi. Gli artigli frantumarono la roccia che un tempo era il pavimento, eppure dall'alto dei suoi sette metri Kumamaru non faceva più paura.
    Itai!
    Allontanati dobbiamo pensare a qualcosa!
    Andate ad aiutare gli altri dissi con voce assolutamente calma, troppo calma per la situazione A lui ci penso io.



    Non notai affatto lo sguardo stupito che mi riservarono Maku e Hanako. Avevo già dato sfogo al secondo stadio della mia trasformazione e ben presto il terzo avrebbe stravolto tutti quanti i presenti. Il chakra rosso del demone aveva circondato il mio corpo e sei maestose code ne fuoriuscivano. Maku spalancò gli occhi e invano, ignorando ciò che era accaduto in quell'istante in cui avevo chiuso gli occhi, cercò di dissuadermi.
    Sei code? MALEDETTO IDIOTA VUOI PERDERE IL CONTROLLO?
    Non accadrà dette quelle parole sparii. Ero saltato ben più in alto della testa di Kumamaru, ma sopratutto l'avevo fatto ad una velocità tale che l'enorme belva non si rese conto di cos'era successo solo quando una delle mie code lo colpì con immensa forza sul cranio mandandolo a cadere per terra. Maku e Hanako fissarono la scena impietriti, non riuscendo a capire cos'era successo.
    Ti ho dato la possibilità di redimerti, Kumamaru dissi alla belva, sempre con un tono così calmo da stonare in quel contesto Ci hai riso sopra Kumamaru si rialzò furioso e ruggente, spedento contro di me una possente artigliata verso di me, che parai senza difficolò semplicemente muovendo le code mentre atterravo Hai deciso di morire, Kumamaru il chakra si fece più denso. Così, Maku e Hanako, ebbero paura.



    Fu Hanako la prima a parlare, stringendo una mano al braccio del fratello che cercava di analizzare la situazione per ricavare qualche elemento utile. Si chiedeva, a ragione, come mai Itai avesse deciso di perdere il controllo? Loro non sapevano.
    Sta per impazzire.
    Andiamo via!



    Poi, un urlo.




    GWRHAHAHA

    GWRHAHAHA




    Il demone in forma umana era arrivato. Lo scuro chakra dal colore rossastro aveva completamente circondato il mio corpo, sei code volteggiavano attorno a me e lo scheletro di un feline aveva circondato il mio corpo piegato in un istinto animalesco. Ero furioso, ma non incontrollato. E grazie a quella furia, avrei letteralmente distrutto Kumamaru e qualsiasi altro folle che avesse deciso di mettere in pericolo le persone a me care. In quel momento potevo controllarmi. Maku e Hanako, lo capirono quando, in quella forma, mi rivolsi a loro.




    Vi ho detto... DI ANDARE VIA!

    Vi ho detto... DI ANDARE VIA!





    Così iniziò la lotta tra l'orso e il demone in forma umana che per ordine naturale delle cose non poteva avere che un solo e univo vincitore. Difficilmente si vedevano divinità battute da animali troppo cresciuti.




     
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