Degenerated School on Ice.

[Addestramento per Dapaisu]

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    Svolta e Congedo


    La tempesta infuriava assordante intorno ai due Shinobi, ma la tensione del momento sembrava averli estraniati completamente da tutto ciò che li circondava.

    Io non propongo. Io attuo piano di sicuro successo.


    Le parole del Gigante accesero la curiosità di Dapaisu, che tuttavia non palesò alcuna emozione e continuò semplicemente a lisciarsi la fluente barba che partiva dal mento. Kurokaku, intanto, affondò un braccio all'interno della creatura che stazionava al suo fianco, la quale poco a poco fu letteralmente assorbita da alcuni squarci che si erano aperti sulla pelle dell'uomo. Questi tornò a posare quei suoi occhi folli sul Ronin, prima di iniziare un altro lungo monologo.

    Tu l'hai fatta la Guerra, sì? Se sei chi dici di essere è probabile che tu abbia combattuto l'ultima, ma non conta. Quella è stata una scaramuccia, l'ultimo fuoco di un demonio che molti anni prima aveva rischiato di ridurre in cenere l'intero Continente. In qualche modo riuscimmo a chiudere i conti col nemico di allora, tutti assieme per necessità e non per voglia. Anche per uno come me è difficile uccidere una persona con la quale hai combattuto fianco a fianco, ma questa è un'altra storia. Quando la precaria alleanza si sciolse venne il tempo della resa dei conti ed i vecchi rancori tornarono con accecante fulgore, per dar vita a quel conflitto che forse tu hai vissuto in prima persona. Il mio Villaggio perse e da quel giorno io venni qui, per dare inizio al mio progetto. Perchè ti dico tutto questo? Perchè dovrai riferirlo a quella vecchia Montagna di Kumogurei. Per questo motivo sei ancora vivo, cosa pensavi?


    Dapaisu seguiva con estrema attenzione la lezione di storia di Kurokaku, annuendo con leggerissimi cenni del capo come a confermare - forse più a sé stesso che al Ninja di Taki - che era a conoscenza di tali fatti. Quando il Colosso ebbe concluso, il Ronin si lasciò andare ad una risata roca, la risata di un vecchio. Poi, all'improvviso, Kurokaku si voltò e prese a camminare. Il Ronin abbassò lo sguardo e lo posò sul lungo coltello dorato che reggeva in una mano. Levò la lama e con un movimento secco recise un ciuffo della fluente barba brizzolata - legata in un insieme di trecce che gli arrivava fino alla cinta - a pochi centimetri dalla cute, mentre l'altro estremo era ben saldo in una mano. Poi legò i lunghissimi peli a mo' di corda intorno all'impugnatura del rudimentale pugnale, che aveva creato qualche minuto prima con la Kumo Nenkin, e infine lanciò l'arma contro la formazione rocciosa più vicina, ad altezza d'uomo.
    Nel frattempo Kurokaku si era portato ad una ventina di metri dal Ronin ed era appena visibile in mezzo alla bufera di neve. Osservato da tale distanza evocava la visione di un vero Gigante della mitologia, un essere più antico del Mondo che tuttavia cammina a testa alta e dal passo sicuro, pronto all'ennesima battaglia. Con un sorriso ad inarcargli le labbra, Dapaisu si affrettò a raggiungere il Colosso della Cascata, che poco dopo riprese con la sua filippica.


    C'ero quando Takigakure fu sul punto di essere espugnata. E c'ero anche quando questo scoglio maledetto venne trasformato in Prigione. Ed anche quando quella grandissima puttana di Shirohana congelò i superstiti dei nostri nemici al centro di quest'isola. Fece un buon lavoro, glielo concedo, ma il tempo passa per tutti e le vecchie conoscenze a volte si perdono. Ma non passerà ancora molto tempo prima che quelle tombe si aprano, rigurgitando nel Mondo gli antichi diavoli che tutti hanno dimenticato. Ricordati di dirlo al vecchio, lui capirà.


    Anche questa volta lo Shinobi-Kumo prestò interesse alle parole di Kurokaku, anche se conosceva già a grandi linee le vicende. Quando il Gigante nominò Kumogurei, Dapaisu prestò uno sguardo d'intesa al suo interlocutore.
    Dopo parecchi minuti di trafila nel mezzo di quell'inferno di ghiaccio, i due si trovarono di fronte ad uno spuntone gelato, nel mezzo del nulla. Kurokaku passò una mano sopra alla sporgenza che scattò e si aprì come una porta dando su di un buio cunicolo.



    Una volta questo era un laboratorio avanzato di quel coglione di Orochimaru. Mi hanno detto che è morto, quindi tutto sommato non gli sarebbe servito comunque.


    Al ricordo di Orochimaru e della sua pazzia Dapaisu sentì una stretta al cuore. Erano passati secoli...

    Ci sono armi ed equipaggiamenti in abbondanza, serviti pure. Se a terra trovi delle tracce di sangue cambia strada, per il resto non dovresti avere problemi. Fa in modo di essere ben preparato, ne avrai bisogno per quel che andremo a fare. Ma non toccare il mio alcol... o ti ammazzo.


    E con tale minaccia che ancora aleggiava nell'aria, Kurokaku sparì nell'oscurità imboccando il corridoio di sinistra. Lo Shinobi-Kumo si guardò per qualche attimo intorno: le pareti erano ricoperte da spessi pannelli di metallo e l'ambiente odorava di agenti chimici. Si sfilò la pesante pelliccia di orso bianco che indossava, restando a petto nudo. La luce malferma dei neon andò ad illuminare la schiena massiccia di Dapaisu, su cui campeggiava il tatuaggio di un grosso ragno nero e oro. Con un ultimo sospiro per farsi forza, l'uomo si avventurò nella galleria e lui ed il suo animale simbolo furono inghiottiti dall'ombra.
     
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    Il Drago della Terra; la Prigione senza Sbarre
    Cronache di Kiri, Capitolo 0


    Corridoi come un labirinto. Si diramavano in ogni direzione ed era facile immaginare che in qualche modo potessero percorrere l'intera isola. Corridoi antichi, che nelle sezioni più profonde perdevano il rivestimento di metallo per diventare solamente ghiaccio. Faceva freddo, com'era ovvio. Ma era un freddo diverso. Non il vento ruggente della tempesta eterna. Quello era un freddo morto. Un freddo che sapeva di morte. Kurokaku non aveva mentito, a terra c'era sangue. Molto sangue. Contro i muri, disposto a formare grotteschi murales, oppure su armi conficcate qui e lì, retaggi di battaglie dimenticate. Ma nessuno corpo. Solo striature cremisi contro il metallo congelato. Difficile dire se ad ucciderli fosse stato l'oscuro abitante di quel luogo sinistro, delle trappole oppure qualcos'altro. In fondo, era meglio non chiederselo. Quel luogo era molte cose. Laboratorio, magazzino, prigione. Decine di celle allineante lungo intere sezioni, stracci abbandonati ed incrostati di brina. Di nuovo retaggi, questa volta di uomini dimenticati. E poi provviste, cibo come alcolici ed altro, ma anche materie prime. Legno, metallo, stoffa. E armi. Tante, tante armi. Spade corte e lunghe, lance istoriate, coltelli da lancio, shuriken di tutte le fattezze, munizioni per archi e balestre, armature, alcune delle quali nemmeno un Ninja venerabile come Dapaisu aveva mai visto. Ce n'erano abbastanza da poter armare un esercito. E forse un tempo avevano avuto proprio quello scopo. Ma sarebbero bastate per armare un singolo uomo, o per meglio dire, quel singolo uomo? Difficile dirlo con certezza. Ma era alquanto probabile.

    Hei. - La voce spezzò il silenzio sepolcrale, forse prima o forse dopo che Dapaisu era giunto al magazzino, in quel luogo il tempo perdeva ben presto significato. - Hei tu, Shinobi di Iwa. - Timbro femminile, voce ferma e tranquilla, proveniva dall'interno di una delle innumerevoli celle. - Hai un istante? - Parole cortesi, pronunciate con calma. - Non potresti per caso liberarmi? - Una figura immersa nelle tenebre, avvolta per metà in un mantello ridotto a straccio. - Kurokaku sta per andarsene e si è ormai dimenticato di me. - Non tristezza, ma composta rassegnazione. - Probabilmente crede che io sia morta, ma purtroppo ho scoperto di non poterlo più fare. - Si scostò un poco emergendo il tanto necessario a mettere in luce un singolo occhio verde chiaro. - Non voglio rimanere qui per l'eternità. - Lentamente spostò il corpo in avanti, scoprendo due labbra sottili e fessurate. - Basta poco. - Protese una mano scheletrica da sotto i cenci, indicando un punto oltre il corridoio. - Ho un collare che m'impedisce di utilizzare il Chakra, lì in fondo troverai un vecchio armadietto con delle chiavi, sarà sufficiente che tu le faccia passare sotto le sbarre. - Fu lo spettro di un sorriso a contrarle debolmente i lineamenti del viso. - Se invece non sei di questo avviso me ne farò una ragione, non preoccuparti.



    Tornò nelle tenebre, di nuovo in attesa. Difficile immaginare da quanto tempo fosse lì. Potevano essere mesi, come anche anni. Tutto era possibile al cospetto di un essere antico come Kurokaku. Antico e crudele. L'idea stessa di trascorre l'eternità in solitudine, entro lo spazio angusto di una cella, senza altro che il silenzio come compagno, faceva vacillare la mente di qualunque uomo. In fondo al corridoio, le parole della donna trovarono conferma. Una scatola di metallo assicurata al muro da chiodi rugginosi con dentro una sola coppia di chiavi sottili rese opache dal tempo. C'erano altri alloggiamenti, ma le persone a cui erano riservati probabilmente se n'erano andate chissà quando tempo prima, o forse erano semplicemente morte. Quello sembravano un luogo dove morire era infinitamente facile. Ma per qualche motivo nemmeno quella violenta pietà era stata concessa alla solitaria abitatrice di quella prigione deserta. Perchè? E soprattutto, chi era? Come mai era stata rinchiusa lì? Era forse pericolosa? Fino a prova contraria, si trattava comunque di qualcuno che non poteva morire. Ed infine, liberarla oppure abbandonarla al suo destino? La scelta stava a Dapaisu, ed a nessun altro.

    [...]



    Kurokaku si fece trovare all'entrata della struttura. Ed pronto, decisamente pronto. Si era lavato ed ora il color grigio metastasi del suo viso appariva in tutto il suo tetro fulgore, mentre i capelli gli ricadevano sulla nuca in una coda ordinata. Il vecchio cappotto di pelle, sparito. Al suo posto un abito lungo di stoffa nera col collo alto, unico al centro da una cerniera, che lui aveva scelto di lasciare aperta nella sezione superiore, facendo così emergere quello che sembrava essere un corpetto di cuoio rinforzato da anelli di metallo scuro, che proseguiva a coprirgli in viso sino al naso, poco sotto la profonda cicatrice che lo deturpava. Attorno alla testa, una bandana con il simbolo di Takigakure, lucidato per l'occasione. I pantaloni invece erano rimasti gli stessi, ma ai piedi calzava un paio di stivali di vero acciaio, roba grezza e e pesante, di quelle di una volta. Sotto il vestito era facile immaginare che portasse ogni tipo di arma, ma certo era l'enorme martello da guerra che portava di traverso alla schiena. Asta di acciaio lunga due metri larga un pugno, testa grossa come il cranio di un toro, un'estremità piatta per frantumare e l'altra arcuata per spaccare. Poggiata contro il muro d'ingresso c'era però l'oggetto più singolare. Un parallelepipedo di ghiaccio opaco, al cui interno si poteva intravedere appena la figura di un ragazzo dai capelli lunghi ed il fisico esile. Una bara, in poche parole.

    Devi aver ereditato il culo pesante del tuo maestro. - Voce aspra come sempre ma al tempo stesso divertita. - Spero tu abbia preso tutto quello che ti serviva, non torneremo più indietro. - Parole perentorie che di fatto sottolineavano l'ovvio. - Capirai a tempo debito a che cosa serve quella. - Anticipando la domanda che probabilmente Dapaisu gli avrebbe fatto di lì a poco. - Per ora renditi utile e porta quella roba lì. - Accennò col capo a tre casse di modeste dimensioni. - Sono il mio sakè, i miei sigari e le mie ricerche. - Se anche l'aspetto si era fatto più pulito gli occhi continuavano a vomitare follia. - In tutti e tre i casi, se qualcosa si rompe ti uccido. - Un grugnito, facile immaginarlo a digrignare i denti. - Se non hai domande pertinenti, direi di andare. - Si voltò, cominciando a camminare lentamente. - Ne ho abbastanza di gelarmi il culo in questo scoglio di merda bastonato dagli Dei.


    Camminarono per un tempo che sembrò infinito. Ore, sicuramente. Lungo laghi congelati, attraverso lande battute da tempeste di ghiaccio come frammenti di vetro. Superarono montagne e s'inerpicarono attraverso crepacci in continuo movimento. Genosha coast to coast, tour completo di un paesaggio ai limiti del reale. Ma alla fine giunsero. Kurokaku fece un segno, un gesto della mano col palmo aperto, e per quanto possibile si fece quatto. Salirono molto lentamente un ripido crinale sino a raggiungerne il bordo superiore. Di fronte a loro, il cielo plumbeo era un coltello grigiastro che fendeva un mare color antracite. Avevano raggiunto l'altro lato dell'oceano. Lì il ghiaccio creava una vasta insenatura in cui qualcuno aveva sistemato dei prefabbricati in lamiera, una sorta di approdo improvvisato a fianco di una struttura più grande, incassata direttamente nel profilo di una bassa collina. Nell'acqua gelida riposava una creatura mostruosa. Era di acciaio, lastre massicce ancorate l'una all'altra da grossi bulloni. Aveva il muso rinforzato da una lama monumentale e sbuffava larghe volute di fumo da diverse ciminiere. Era enorme, almeno cinquanta metri di lunghezza per una decina di altezza.

    Eccola lì. - Sogghignava. - La chiamano Regina dei Ghiacci, è una vaporiera del secolo scorso, concepita appositamente per sfidare tanto la ferocia dei mostri marini quanto le insidie del ghiaccio. - Si passò la lingua sulle labbra spezzate dal gelo. - Volendo quella bellezza potrebbe farsi di traverso tutta l'isola senza neanche ammaccarsi. - I suoi occhi trasudavano brama violenta. - È il nostro biglietto di sola andata per la terra ferma e dobbiamo prenderla, ora o mai più. - Fine della follia, ed ecco riemergere il Ninja assassino. - Quelli sono un gruppo di Nukenin che usa l'isola come scalo per trafficare con la parte settentrionale del Paese del Fulmine. - Tese il braccio in direzione di un gruppetto di uomini vicino ad una delle strutture più esterne. - Vengono qui per estrarre un qualche cazzo di materiale dal sottosuolo e poi lo spediscono direttamente ai loro acquirenti. - Le parole uscivano distorte dal forte vento. - Dieci anni fa li ho attaccati, ma quando ero quasi riuscito a conquistare la nave un gruppo di quei figli di puttana si è barricato nella sala macchine imbottita di esplosivo ed un altro è riuscito a fregarmi la bara. - Digrignò i denti. - Ecco quale sarà il tuo compito. - Tese nuovamente il braccio. - Attaccali dal lato sinistro, cerca di fare più casino possibile. - Indicò la zona più vicina al blocco principale, fra il mare e la collina. - Nel mentre io preparo il nostro amico ed appena sono pronto attacco la parte destra, così da dividere i nemici in due gruppi. - Tese la mano e la fece cadere al centro dell'insenatura, in corrispondenza della nave. - Appena io intervengo tu liberati dei nemici rimasti e dai subito l'assalto alla Regina, col giusto tempismo sarai dentro prima ancora che capiscano cosa gli è calato addosso. - Spazzò via l'orizzonte con un rapido gesto. - Appena sarò salito anche io, avremo la vittoria.


    Fra loro e l'obbiettivo c'erano almeno duecento metri di terreno scoperto. La tempesta infuriava e da sola basta a creare una cortina, che al tempo stesso occultava ma rendeva anche complicato vedere con chiarezza. Oltre agli uomini che si affaccendavano per scaricare, c'era almeno una ventina di Nukenin armati, probabilmente Chunin e Genin ragionando per pura speculazione. Una metà esatta pattugliava i prefabbricati mentre l'altra faceva la posta all'ingresso della struttura principale, il punto dove Dapaisu si stava dirigendo. Farsi un'idea di cosa lo aspettava era praticamente impossibile. Essendo tutti Ninja traditori potevano attingere da un arsenale praticamente infinito di tecniche speciali, senza considerare ovviamente la possibilità che ne avessero sviluppate di personali. Il terreno dal canto suo dava un certo vantaggio, perchè sapendolo sfruttare poteva ragionevolmente mettere in seria difficoltà i nemici. Riguardo al tempo a disposizione non si poteva sperare in più di una decina di minuti, quindici al massimo. Una volta di più, tutti era nelle mani del Ninja di Iwa.
     
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    Dedalo


    Quel labirinto aveva qualcosa di terribilmente sinistro.
    Ad ogni modo, passare dal fottuto inferno di ghiaccio della superficie di Genosha ad un posto chiuso era già qualcosa. I corridoi sembravano perdersi in tutte le direzioni, quasi come arterie, arteriole e capillari che dal cuore fulcro si snodano fino in periferia. Metafora calzante, dal momento che il rosso porpora del sangue ornava in maniera quasi grottesca le pareti, il pavimento e perfino il soffitto.
    Lungo le vie e nelle piccole stanze era disseminata una grande varietà di oggetti: armi e corazze di qualsiasi sorta, indumenti e provviste. Era difficile dire quale fosse lo scopo di quel luogo macabro.
    Il fiato di Dapaisu si disperdeva nell'aria in piccole nuvolette pallide, mentre questi avanzava a passo fermo in quel dedalo, prestando il tempo necessario all'esplorazione di tutti quei piccoli antri. Tempo ben speso, visto che gli permise di armarsi di un equipaggiamento di tutto rispetto: una cotta di maglia con annesse protezioni per gli arti, diverse armi da lancio, una malridotta katana e per finire un robusto hanbo. Acconciò alla meglio i lunghissimi capelli selvaggi, facendo un nodo alla sommità della nuca con uno spiedo e si cambiò d'abiti. Aveva ripreso da poco a camminare quando una voce destò la sua attenzione. Era la voce di una ragazza, o forse di una donna.

    Hei. Hei tu, Shinobi di Iwa.

    Il Ronin impiegò qualche istante per trovare l'origine di quelle parole, una persona confinata all'interno di una cella.

    Hai un istante? Non potresti per caso liberarmi?

    La donna era avvolta in un mantello lacero, che ne nascondeva i lineamenti. Il tono della sua voce suggeriva un'estrema cortesia.

    Kurokaku sta per andarsene e si è ormai dimenticato di me. Probabilmente crede che io sia morta, ma purtroppo ho scoperto di non poterlo più fare. Non voglio rimanere qui per l'eternità.

    Nel pronunciare le parole fece emergere dalle tenebre un vivido occhio color verde elettrico.

    Basta poco. Ho un collare che m'impedisce di utilizzare il Chakra, lì in fondo troverai un vecchio armadietto con delle chiavi, sarà sufficiente che tu le faccia passare sotto le sbarre. Se invece non sei di questo avviso me ne farò una ragione, non preoccuparti.

    Dapaisu non proferì parola, ma si limitò ad andare dove diceva la donna, per trovare una coppia di vecchie chiavi. Rimase a lungo in silenzio, osservando ora la donna ora l’oggetto. E alla fine decise.


    Il Dapaisu che emerse sembrava tutt'altra persona. Capelli e barba splendevano ora di un sinistro color bianco argentato, quasi in contrasto con le ampie vesti sbiadite del medesimo colore, ed erano acconciati in maniera alquanto bizzarra [x]. Raggiunse Kurokaku con passo claudicante ed utilizzando l'hanbo come appoggio.

    Devi aver ereditato il culo pesante del tuo maestro. Spero tu abbia preso tutto quello che ti serviva, non torneremo più indietro. Capirai a tempo debito a che cosa serve quella. Per ora renditi utile e porta quella roba lì. Sono il mio sakè, i miei sigari e le mie ricerche. In tutti e tre i casi, se qualcosa si rompe ti uccido. Se non hai domande pertinenti, direi di andare. Ne ho abbastanza di gelarmi il culo in questo scoglio di merda bastonato dagli Dei.

    Al fianco del Colosso della Cascata c'era niente meno che una bara di ghiaccio. Dapaisu non diede l'impressione di essere stupito.

    Tutto chiaro. Solo una cosa: all'interno del laboratorio c'era una donna. Ha fatto il tuo nome. La dovrei liberare?

    Dapaisu fece emergere una mano dalla veste, al cui indice era legato - o meglio partiva - un sottile spago trasparente, che si perdeva nell'ombra alle spalle del Ronin.



    Assault & Conquest


    Una volta terminate le faccende secondarie, finalmente partirono. Arrancarono nella neve e nella tempesta per ore, fino a raggiungere l'altro lato della costa di Genosha. Salirono una ripida altura, trovandosi dinnanzi all'oceano in tumulto. Vi era un'ampia baia naturale scavata nel ghiaccio, su cui sorgeva un modesto porto artificiale affiancato da una costruzione in lamiera e dove era ormeggiato un mastodontico mostro d'acciaio.

    Eccola lì. La chiamano Regina dei Ghiacci, è una vaporiera del secolo scorso, concepita appositamente per sfidare tanto la ferocia dei mostri marini quanto le insidie del ghiaccio. Volendo quella bellezza potrebbe farsi di traverso tutta l'isola senza neanche ammaccarsi. È il nostro biglietto di sola andata per la terra ferma e dobbiamo prenderla, ora o mai più. Quelli sono un gruppo di Nukenin che usa l'isola come scalo per trafficare con la parte settentrionale del Paese del Fulmine. Vengono qui per estrarre un qualche cazzo di materiale dal sottosuolo e poi lo spediscono direttamente ai loro acquirenti. Dieci anni fa li ho attaccati, ma quando ero quasi riuscito a conquistare la nave un gruppo di quei figli di puttana si è barricato nella sala macchine imbottita di esplosivo ed un altro è riuscito a fregarmi la bara. Ecco quale sarà il tuo compito. Attaccali dal lato sinistro, cerca di fare più casino possibile. Nel mentre io preparo il nostro amico ed appena sono pronto attacco la parte destra, così da dividere i nemici in due gruppi. Appena io intervengo tu liberati dei nemici rimasti e dai subito l'assalto alla Regina, col giusto tempismo sarai dentro prima ancora che capiscano cosa gli è calato addosso. Appena sarò salito anche io, avremo la vittoria.

    Le parole di Kurokaku trasudavano un misto di delirante follia e glaciale senno. Il piano era lineare: dividere i nemici, farli fuori e poi conquistare la Regina. Facile a darsi, ma meno a farsi. La nave si trovava a oltre duecento iarde di distanza di campo aperto. Il numero di nemici era imprecisato, così come la loro forza.
    D'accordo, vecchio pazzo. mormorò in un sospiro Dapaisu, osservando dubbioso quella misteriosa bara di ghiaccio. Ci vediamo a bordo. Non metterci troppo tempo, altrimenti finisco le tue riserve di alcol e sigari. concluse con un sorriso amaro il Ronin, prima di incamminarsi alla volta delle struttura principale.

    La fitta tempesta di neve era un'ottima copertura, ma rendeva quanto meno complicato l'orientamento. Dapaisu era uno spettro pallido nella candida tormenta [Movimenti Invisibili (Superiore); Movimenti Silenziosi (Superiore)] ma era tuttavia in grado di mantenere la bussola grazie ai sensi sopraffini [Combattere alla Cieca (Base)]. Percorse in pochi attimi la distanza che lo separava dal gruppo indicato di nemici, rimanendo mascherato ai sensi. Diamo inizio alla festa.

    I nemici erano verosimilmente una decina, dunque serviva un piano accorto per evitare di averli subito tutti su di sé. Il Ronin armò i sei arti con altrettanti Coltelli da Lancio, scagliandoli contro i sei nemici più vicini [2 Slot Azione][Forza: 600; Precisione: 575] e mirando a zone scoperte quali la gola (trachea) oppure il viso (occhi) [Conoscenze Anatomiche Universali]. Uno dei Coltelli era inoltre provvisto di una Cartabomba I, la cui deflagrazione, seppur modesta, avrebbe attirato l'attenzione degli avversari più vicini [Slot Azione]; proprio mentre l'esplosione avveniva, Dapaisu avrebbe eseguito una seconda successione di lanci, nuovamente di sei Coltelli da Lancio, all'indirizzo dei sei nemici vivi più vicini, con medesimi obiettivi e statistiche dei lanci precedenti [2 Slot Azione]. L'offensiva dello Shinobi-Kumo mirava ad eliminare un contenuto numero di nemici, senza attirare su di sé l'intero contingente rivale, o almeno non subito.




    Off Game
    Chakra Speso: 0/500


    Edited by Dapaisu - 13/10/2012, 14:26
     
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    Uhm? - Fu una specie di grugnito interrogativo. - Avevo le donne e non lo sapevo? - Scosse mestamente la testa. - Facci un pò quel cazzo che ti pare. - Scrollò le spalle possenti ed il tintinnio degli anelli venne portato via dal vento. - Uno dei bambini dev'essere sopravvissuto agli esperimenti, ma non me ne frega granché, quei bastardelli si sono rivelati tanto inutili quanto costosi. - Diede una controllata al martello che portava sulla schiena. - Ora diamoci una mossa.


    [...]



    Qualunque cosa infestasse quel luogo gelato, doveva essere arrabbiata. La tempesta era un raffica costante di coltelli di ghiaccio grandi come uno spillo e muoversi al suo interno equivaleva a nuotare nudi in un mare di cocci di vetro, mentre il rombo del tuono dell'origine del Mondo esplodeva nelle orecchie ad ogni passo, annientando il corpo così come la mente. Nonostante le sue abilità, anche per Dapaisu avanzare in quell'inferno rappresentò un'impresa, ma laddove gli altri potevano soltanto combattere per sopravvivere, lui seppe trovare un punto forza. In quel disastro, a malapena esisteva, ed i suoi bersagli erano poco più di talpe cieche, costrette a trascinarsi in giro, inermi ed inutili. Il sibilo dei coltelli da lancio venne rapito dal vento e per molti dei Nukenin il passaggio dalla vita alla morte fu rapido e si perse a sua volta nella tormenta, facendoli scivolare via. Per gli altri invece lo stupore divenne confusione e quindi terrore, quando anche la bomba esplose, assieme al caos.

    I superstiti eressero difese di ghiaccio e neve e provarono a riorganizzarsi mentre altri correvano in loro soccorso, contro un nemico che non riuscivano nemmeno a vedere. Qualcuno probabilmente stava abbaiando ordini, qualcun'altro urlava per il dolore, ma tutto si perdeva nel ruggito di Genosha. Per alcuni micidiali secondi non accadde nulla e soltanto il rapido passaggio di qualche sporadica tecnica affidata alla fortuna s'impose nel rivestimento opaco che avvolgeva ogni cosa, poi avvenne un mutamento nel caos e tre Ninja si mossero chiaramente in direzione del Ronin, seguendo una qualche logica. Lo avevano identificato, probabilmente un sensitivo. Fu soltanto grazie al suo formidabile senso del tatto che lo Shinobi di Iwa potè avvertire la vibrazione del suolo ghiacciato, mentre questo si apriva per vomitare blocchi di ghiaccio. [Prigione di Ghiaccio - Hyoton: Hyouro no Jutsu]

    Quattro procedettero in linea retta verso di lui, mentre le altre quattro cercarono di intrappolarlo, magari riuscendo laddove l'Isola aveva fallito. Erano veloci, ma probabilmente non abbastanza per avere la meglio su un Ninja sopravvissuto a tante battaglie. Non uno che aveva avuto l'onore di chiamare Maestro uno come Kumogurei ed era cresciuto fra i Dragoni della Terra. Fu questo a rendere ancora più ironico il ruggito che riuscì ad imporsi persino sulla furia degli elementi. Ironico perchè proveniva da un drago. Un grande, enorme drago nato d'acqua ma trasformato in ghiaccio, Piombava dall'alto, con le fauci spalancate e gli occhi che seppur ciechi sembravano guardare con odio a Dapaisu. Era affamato, e se anche lo Shinobi si fosse spostato quello avrebbe corretto la propria traiettoria, per andargli addosso. Aveva un che di familiare, ma in fondo i Suiton si somigliano tutti. [Soffio del Drago Marino - Suiton: Suiryuudan no Jutsu]

    [...]


    BHUHAHAHAHAHA!! - Un secco crack ricordò il suono del ghiaccio che si spacca. - VI ERAVATE DIMENTICATI DI ME, NON È VERO, FIGLI DI CAGNA?! - Ad ogni rivoluzione del martello di Kurokaku, il suono si ripeteva e la neve tornava a tingersi di rosso. - ORA VI DO IO UN BUON MOTIVO PER AVERE PAURA!!



    Tutto quello che Dapaisu poteva percepire della battaglia in corso dal lato opposto della distesa era l'imponente figura del Ninja di Taki che avanzava, abbattendo i nemici senza difficoltà. Quella e degli occasionali bagliori rossastri, dei quali era impossibile determinare la provenienza.




    Descrivi difesa + attacco e passa pure alla parte in cui provi ad assaltare la nave :3
     
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    Regina in Gabbia


    Uhm? Avevo le donne e non lo sapevo? Facci un po' quel cazzo che ti pare.

    Grugnì per tutta risposta l'immenso Kurokaku. Dapaisu lo fissò per qualche attimo, quasi per accertarsi della sincerità di tale sentenza, poi recise il sottile filo con la semplice pressione di una mano. Il meccanismo creato in precedenza dal Ronin era molto sofisticato: in assenza di una sollecitazione diretta del cavo, un sistema di pesi creato con alcuni Kunai e una candela avrebbe comunque dato il via in un paio d'ore al congegno di fili, facendo arrivare la chiave della cella della donna presso la stessa. Era solo questione di tempo, dunque, prima che venisse comunque liberata da quella prigione.


    Seek & Destroy


    La controffensiva dei Nukenin non si fece attendere a lungo. Tre di essi corsero in direzione del Ronin, che evidentemente era stato scoperto.
    Arrivano gli invitati coi loro bei regali! esclamò fra sé e sé lo Shinobi-Kumo, mentre il terreno sotto i suoi piedi iniziava a sussultare, preannunciando guai. Otto gabbie di ghiaccio emersero dal terreno, cercando di imprigionare Dapaisu: le prime quattro spuntarono parallele nello spazio che lo separava dai suoi nemici, mentre le successive avrebbero cercato di intrappolarlo nei suoi tentativi di fuga. Non appena il Ronin vide la prima di quella trappole infernali di ghiaccio concentrò una quantità di Chakra pari a Medio nelle gambe, preparandosi per la schivata. Aspettò fino all'ultimo che quei costrutti gli fossero addosso, poi spiccò il salto [Slot Difesa][Riflessi + MedioBasso: 550][Controllo del Chakra III/Basso -> Salto + 100%: 12 metri; Velocità + 3 Tacche: 625]. Con un balzo maestoso - e quasi grottesco, data la mole - Dapaisu bruciò la distanza che lo separava dai tre Nukenin e, mentre era ancora in volo, si armò di tre Coltelli da Lancio e li scagliò all'indirizzo dei nemici [Slot Azione]. Con ogni probabilità, i pugnali e la manovra difensiva stessa del Ronin sarebbero stati occultati dalla tormenta di neve e perciò l'offensiva acquistava notevole pericolosità; per di più, Dapaisu aveva concentrato una dose Media di Chakra per rendere ancora più letali quei tiri [Forza + 2 Tacche: 650; Velocità + 4 Tacche: 600; precisione: 575] che avevano come obiettivo le zone scoperte del corpo dei nemici. Dapaisu sarebbe comunque atterrato in mezzo ai tre Nukenin e, nel caso fossero sopravvissuti alle armi da lancio, avrebbe sfoderato la Katana ed eseguito un fendente sferico potenziato dal Chakra atto a colpire tutti e tre i nemici all'altezza delle ginocchia [Slot Azione Ipotetico][Velocità + MedioBasso: 600]. Neanche il tempo di sincerarsi delle condizioni degli avversari che un secondo attacco già incombeva sullo Shinobi-Kumo. Un'enorme drago di ghiaccio stava infatti divorando l'aria diretto sulla testa del malcapitato Dapaisu. Ahahahahahahahahahahahahah! rise quasi follemente il Ronin, mentre spostandosi d'un paio di metri eseguiva diversi Sigilli con tutte e sei le mani [Maestria del Ragno: Sigilli][Velocità d'Esecuzione: -6]. Dalla bocca sputò una grande quantità di fango brunastro che subito si amalgamò dando vita alla feroce sagoma di un Drago.


    CITAZIONE
    Arte della Terra: Drago Cornuto di Fango – Doton: Dororyuuhorun
    Villaggio: Iwa
    Posizioni Magiche: 8 Sigilli
    L'utilizzatore sputa dalla propria bocca una porzione di fango e la plasma dandole la forma di un drago, lungo 10 metri e di diametro pari a 4 metri e che può percorrere fino a 60 metri prima di svanire. La potenza del drago è pari a 70 e possiede la stessa Velocità del creatore. Il costrutto può cambiare traiettoria, tramite l'utilizzo di 1 slot azione.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 3 / Consumo di Chakra: Elevato)
    [Da jonin in su]

    Il costrutto si scagliò implacabile contro la sua controparte di ghiaccio, annientandola in un terribile frastuono [Potenza 70 + Impronta V Terra + Doton vs Suiton: 120][Consumo Elevato - Tecnica Economica: Alto e Quasi Basso]. Il Ronin avrebbe poi diretto il Drago sui tre Nukenin vicini, se fossero stati ancora vivi, per costringerli alla fuga. In seguito, avrebbe fatto avvicinare a sé la monumentale bestia, salendole sulla groppa quasi fosse un comune destriero, e la avrebbe manovrata alla volta della nave poco lontana.

    Un Doronin che cavalca un Drago di Fango congelato: se ci fosse qui il Vecchio si farebbe quattro risate!

    Ahahahahahahahahahahah!

    La risata cupa e aspra di Kumogurei riecheggiò in tutto il boschetto, allarmando numerosi pennuti che lasciarono in fretta e furia le cime degli alberi. L'immenso omone - sigaro d'ordinanza in bocca - assestò un poderoso pugno sul capo di un Dapaisu ancora fanciullo che faticava a capire il concetto spiegatogli dal Sensei.Ahiaaaaa! Devi smetterla con questi pugni, Ojiisan, ho solo sette anni! si lamentò il bambino, massaggiandosi la nuca nel punto in cui era stata colpita. Ahahahahahah! Un giorno mi ringrazierai, perché sarà grazie ai miei cazzotti se ti sarà venuta la pellaccia dura! replicò prontamente il Capoclan, mentre percuoteva nuovamente il giovane con un pugno "affettuoso". Ad ogni modo, cerca di non distrarti. Ci tengo che tu capisca. I due avevano da poco finito un allenamento fisico in un bosco non troppo lontano da Iwagakure e il Sensei si stava soffermando, come sovente, a dispensare qualche spiegazione sulla filosofia del Ninja. L'argomento di quel giorno era l'umiltà. Un Ninja deve essere come il Fango. riprese Kumogurei, raccogliendo da terra una manciata di fanghiglia. Esso gode di scarsissima considerazione; le persone lo calpestano quasi senza farci caso. Ma ha un potere senza pari: ha la forza di creare e di distruggere. E' infatti impossibile costruire un muro senza un po' di fango che faccia da collante fra le pietre; senza di esso, la casa crollerebbe. Al tempo stesso, in natura, è responsabile di alcuni dei fenomeni più terribili: una frana è in grado di seppellire un paese in pochi minuti. il gigante fece un lungo tiro di sigaro, senza distogliere gli occhi dorati da Dapaisu. Poi, passò la mano che reggeva il fango sul volto del giovane allievo, imbrattandolo. D'ora in avanti sarai come il Fango, sarai Fango. Metterai la tua forza al servizio di questo Villaggio, assistendo i suoi alleati e annientando i suoi nemici. Sei un fottuto Doronin! Quella del Doronin era una carica ufficiale nel Villaggio della Roccia, al pari dei Doryu e dello Tsuchikage; il Doronin - lett. "uomo, servo di fango" - era l'allievo prediletto di un Dragone di Terra, destinato a diventarne il successore. Kumogurei colpì ancora la nuca di Dapaisu, prima di perdersi in una delle sue risate sguaiate.


    Il Ronin bruciò in pochi attimi la distanza che lo separava dalla vaporiera, grazie alle possenti ali del suo costrutto. Si lanciò in volo, mentre il Drago di Fango avrebbe continuato la sua corsa fino a schiantarsi contro la struttura principale. Dapaisu atterrò nella poppa, dove immaginava che si trovasse la sala macchine, si armò di alcune daghe da lancio - oltre all'hanbo - e aspettò che i nemici gli fossero addosso. Era ora di conquistare quella dannatissima nave.



    Off Game
    Chakra Speso: 147,5/500 (30 Potenziamento Difesa; 30 Potenziamento Attacco; 20 Ipotetico Attacco Katana; 67,5 Drago)
     
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    Il Drago della Terra: Prigione senza sbarre

    Daipasu non ebbe difficoltà a raggiungere la nave, i nukenin che la governavano sembravano essere dei quasi incapaci, o almeno questa era l'idea che, probabilmente, il ninja dalle 6 braccia si sarebbe potuta fare da ciò che aveva visto fino a quel momento... ma allora come avevano fatto a sopravvivere così a lungo nelle loro traversate? Semplice, non tutti erano dei quasi incapaci.
    E se Daipasu si aspettava altrettanto sulla nave, bé, avrebbe avuto una spiacevole sorpresa.

    Quando infatti il ninja a 6 braccia fu sulla poppa della stessa, non ci furono nukenin ad attenderlo, né in numeri elevati, né limitati, solo qualcosa che, probabilmente, i sensi di Daipasu, a causa della bufera, non avrebbero potuto avvertire, a meno di un tatto, o una vista, al di fuori del normale: delle bolle di sapone!
    Uno schiocco di dita, superato dai tuoni, avrebbe dato il via a ciò che sarebbe successo pochi istanti dopo che il ninja si fosse armato: le bolle sarebbero esplose, rilasciando una sostanza vischiosa particolarmente spiacevole su tutto il ponte, che, se avesse preso Daipasu, di certo ne avrebbe rallentato i movimenti.

    CITAZIONE
    Sfere Rallentati Richiede:
    Queste sfere, una volta esplose, riempiono la zona di una sostanza vischiosa che dimezza i metri percorribili e riduce velocità e riflessi di 2 tacche ogni livello dispari della tecnica speciale posseduto. L'area occupata è pari al doppio degli slot dimensionali della bolla.

    Una vastissima area sarebbe stata circondata da quella sostanza vischiosa, grande quasi quanto tutta la zona scoperta della nave [5 SD di bolle => 10 SD di area], con un sostanzioso fattore rallentante (-2), qualcuno scendeva, sfidando la furia di quella tempesta di neve, sopra un grosso costrutto di bolle [4 SD], dall'albero maestro.
    "Questa volta il vecchio delle salamandre si è fatto aiutare? Bella pensata, ma non siamo rimasti nemmeno noi con le mani in mano per ora.", avrebbe detto il figuro che, probabilmente, il tempo passato a Genosha avrebbe fatto facilmente capire a Daipasu che fosse un membro del clan Utakata, i manipolatori del Sapone.
    "Non so chi tu sia, amico del ninja delle Salamandre, ma spero mi perdonerai se ti sistemo in fretta... i miei compari rimasti non so quanto reggeranno con il tuo associato.", disse, iniziando ad eseguire una serie di sigilli con le mani, sigilli che, probabilmente, in quel lungo periodo al gelo Daipasu aveva già visto, sigilli che evocarono una grossa tigre di ghiaccio che, dall'esterno della nave, sarebbe salita con l'unico obbiettivo di afferrare con ferocia Daipasu e scagliarlo in mare aperto, possibilmente ferito gravemente. [Tigre Feroce dei Ghiacci: Potenza 60 - Velocità Blu+3]

    -------------

    OT: Con il beneplacido di ambo le parti (la richiesta di Daipasu ed il sì di Kalastor) mi occupo di concludere questi ultimi due posts di giocata.
    Affronta questo simpatico omino del clan Utakata :riot: /OT
     
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    Apparentemente, nessun nemico stava aspettando l'assaltatore sul ponte della nave. Grazie alla sua vista sopraffine, peò, fu in grado di rilevare qualcosa di anomalo [Controllo Vista I]: delle bolle di sapone fluttuavano sinistre nelle tempesta. Questo non va bene. sentenziò il Ronin, prima di effettuare un salto portentoso migliorato dal Chakra [Consumo Medio], per allontanarsi il più possibile dalle bolle [Slot Difesa][Riflessi + MedioBasso: 550][Controllo del Chakra III/Basso -> Salto + 100%: 12 metri; Velocità + 3 Tacche: 625]. Dapaisu atterrò sulla coffa, proprio mentre le piccole sfere esplodevano, rilasciando una grande quantità di fluido vischioso. Pochi istanti dopo, fece la sua comparsa il responsabile di quell'attacco, palesandosi lì vicino sopra a un grosso costrutto di bolle. Questa volta il vecchio delle salamandre si è fatto aiutare? Bella pensata, ma non siamo rimasti nemmeno noi con le mani in mano per ora. disse il nuovo arrivato, con tutta probabilità un Utakata del Sapone, che continuò Non so chi tu sia, amico del ninja delle Salamandre, ma spero mi perdonerai se ti sistemo in fretta... i miei compari rimasti non so quanto reggeranno con il tuo associato. In mezzo e intorno ai due, la bufera infuriava. Ahahahahah, stolto! Io sono Pai Mei del Loto Bianco, le tue speranze sono vane. replicò aspramente Dapaisu, che oramai era entrato perfettamente nel personaggio. La Leggenda di Pai Mei gli era stata raccontata da Kumogurei quando era un bambino e calarsi nella sua vesti voleva essere un ulteriore omaggio al suo Sensei. Preparati a morire. disse, mentre l'Utakata gli stava lanciando contro una potente Hyoton, che però il Ronin aveva già incontrato. E' la mia occasione: ORA! Approfittando della distanza che lo separava dal costrutto di ghiaccio, partì come una scheggia all'indirizzo del nemico, eseguendo un balzo e catapultandosi davanti all'Utakata [S&M][Slot Azione][Velocità + Alto: 525 + 300 = 825] e, mentre era ancora in volo, portò un colpo con il palmo della mano sinistra in pieno volto avversario [S&M][Slot Azione].

    CITAZIONE
    Shotei [ x ]
    Richiede: Geni del Ragno
    Letteralmente significa “palmo della mano”. E’ un colpo offensivo portato al volto e generalmente al naso con il palmo della mano. E’ spesso eseguito dopo un blocco dell’offensiva avversaria. Può essere usato in combo con la Kumo Nenkin per rendere il colpo affilato o più duro. Grazie alle braccia extra, è possibile portare il colpo e al contempo mantenere la guardia.
    [Slot azione variabili]

    L'attacco aveva una violenza e una rapidità inaudite [Forza + MedioBasso: 600 + 100 = 700][Velocità + Alto + Stile Inarrestabile: 525 + 300 + 50= 875] ed era ulteriormente potenziato dallo spesso strato di Ragnatela Dorata che ricopriva la mano e il braccio dello Shinobi-Kumo [2 Slot Dimensionali Ragnatela Dorata][Consumo ½ Basso][Slot TB][Potenza 40; Durezza 4]. Se il colpo fosse andato a segno e l'Utakata sbalzato all'indietro dallo stesso, Pai Mei avrebbe comunque continuato il suo assalto. Quasi in contemporanea con il colpo di Karate, il suo braccio destro fu avvolto dall'elettricità e il Maestro del Loto Bianco scattò come un fulmine inseguendo il corpo inerme del nemico, tentando di trapassare il cuore con il suo arto elettrico [Slot TA][Potenza 80 + Impronta Fulmine III: 90][Velocità + 4 Tacche: 625].

    copiac


    CITAZIONE
    Arte del Fulmine: Fulmine Tagliente – Raiton: Raikiri
    Villaggio: Konoha (Personale)
    Posizioni Magiche: Veloce+
    L'utilizzatore ricopre un proprio arto di chakra elettrico, che gli permetterà un'ottima capacità di perforazione. La potenza dell'attacco è pari a 80 e ignora qualsiasi difesa con valore di durezza pari o inferiore la capacità di penetrazione.
    È richiesta una rincorsa di almeno 5 metri, che avrà una velocità incrementata di 4 tacche; richiede slot azione. L'utilizzatore può subire AdO se il tempismo inferiore di 2 tacche a quello avversario. Durante l'esecuzione, verrà prodotto un forte stridio che verrà percepito anche a grandi distanze.
    Da Jonin C è possibile è possibile effettuare la tecnica senza rincorsa, rinunciando al bonus di penetrazione.

    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato )
    [Capacità di Penetrazione: 1 ogni grado ninja]

    [Da jonin in su]

    Se invece il colpo di palmo fosse stato in qualche modo neutralizzato, Dapaisu avrebbe eseguito un salto verso l'alto [Slot Azione][Controllo del Chakra III/Basso -> Salto + 100%: 12 metri; Velocità + 3 Tacche: 625] per tentare di tornare in cima alla coffa. Mentre era in volo, prese in mano i Coltelli da Lancio, che aveva riposto attimi prima dell'offensiva fallita, e ne scagliò quattro all'indirizzo del nemico: due di essi miravano al costrutto di bolle sotto i suoi piedi, mentre i restanti erano indirizzati all'altezza del ventre [Slot Azione][Velocità + Basso: 525 + 75= 600][Forza + Basso: 600 + 75 = 675][Precisione: 575]. Una volta atterrato, Pai Mei sfoderò nuovamente il suo Hanbo e, dopo averci attaccato una Carta Bomba recuperata nel Laboratorio, lo lanciò con un gesto repentino contro la Tigre di Ghiaccio che oramai distava pochissimi metri [2 Slot Azione].



    Off Game
    Chakra Speso: 392,5/500 (127,5 Prec. + 30 Potenziamento Balzo Difesa + 60 Pot. Balzo Attacco + 80 Pot. Shotei + 5 Produzione Ragnatela + 90 Raikiri [+ Medio Ipotetico])

    Slot Difesa: 1/5 (Balzo Difensivo)

    Slot Azione: 5/5 (Balzo Offensivo; Shotei; Lancio Coltelli; Cartabomba; Lancio Hanbo)

    Slot Tecnica: 2/2 (Produz. Ragnatela Dorata; Raikiri)
     
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    L'Utakata non replicò all'altro che si presentò come "Pai Mei del Loto Bianco", ma quando lo vide partire, subito durante l'esecuzione della Tigre dei Ghiacci, un pò rimase sorpreso, tanto da bloccare i propri sigilli e muoversi svelto, con un balzo, probabilmente supportato dal chakra, per evitare il colpo che stava per prenderlo in controtempo.
    Sarebbe stata la bolla di sapone ad esplodere al primo colpo di karate, mentre il secondo attacco, diretto al cuore mediante l'uso di un raiton del villaggio della Foglia che l'altro aveva già visto, affondò nel braccio sinistro, che s'era portato a difesa del petto, impedendo la morte sull'istante dell'uomo che manipolava le bolle di sapone.

    Bolle come quella che impedì all'uomo di atterrare sul terreno vischioso, mantenendolo a mezz'aria.
    "Sei un tipo strano... Pai Mei del Loto Bianco: usi tecniche di Konoha, vivi nella Prigione di Kiri e hai quella che sembrerebbe un'abilità di nessuno dei due villaggi con tutte quelle braccia.", osservò l'uomo, tenendosi il braccio inutilizzabile con l'altro, "Io vado più sul classico.", commentò banalmente, mentre otto diverse sfere uscivano dalla sostanza vischiosa e dall'ambiente tutto, di fatto circondando Daipasu dovunque fosse atterrato dopo il suo attacco.
    Certo, se il ninja a sei braccia fosse finito su ciò che restava dell'esplosione precedente, si sarebbe ritrovato bloccato dalla sostanza vischiosa, in caso contrario avrebbe avuto probabilmente come fuggire dalla otto sfere, che, però, non lo attaccarono tutte assieme!

    Due sfere si lanciarono contro il ninja, frontali e veloci [Blu+3]: qualunque cosa il suo bersaglio avesse fatto, sarebbero esplose a poco meno di mezzometro dalla sua posizione iniziale, producendo una nube fumogena che avrebbe leggermente nascosto le successivi azioni a Daipasu, probabilmente.
    [Sfere Fumogene => 2 SD => Nube di 4 SD che cela vista ed olfatto per 3 metri]

    Subito, da dietro la nube, altre tre sfere si lanciarono contro il ninja a sei braccia ad una velocità consistente [Blu+3], un attacco frontale contro il grosso corpo dello stesso con l'unico intento di andare di esplodere a meno di mezzometro, con tutta la loro potenza [Sfere distruttrici: 15x3 => 45]

    Qualunque fosse stata la reazione a queste due azioni, due sfere si sarebbero mosse alle spalle del ninja, mentre si difendeva dai due precedenti assalti, due sfere che, unitesi, avrebbero generato una bolla per contenere al loro interno il corpo di quello per un tempo sufficiente per l'ultima azione: un'esplosione vicino la testa di Daipasu con l'ultima bolla di sapone.
    [2 Sfere costrittive => 2 SD + 1 sfera Esplosiva => potenza 15]

    ------------------

    OT: Ok, ultimo post di combattimento (immagino e credo), supera l'assalto delle bolle di sapone e la vittoria sarà tua (auspico ^^' ). /OT
     
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    La Furia di Pai Mei


    L'avversario riuscì in qualche modo a sfuggire alla morte, riportando solo qualche ferita. Pai Mei era tornato in cima alla coffa, una volta portata a termine la propria offensiva. Sei un tipo strano... Pai Mei del Loto Bianco: usi tecniche di Konoha, vivi nella Prigione di Kiri e hai quella che sembrerebbe un'abilità di nessuno dei due villaggi con tutte quelle braccia. Io vado più sul classico. osservò l'Utakata, mentre si reggeva il braccio sinistro rimasto lesionato. Non presumere d'avermi inquadrato, peccheresti di superbia. replicò secco il vecchio, mentre veniva circondato da diverse sfere di sapone. Ahahahahahah! fu l'unico commento di Pai Mei dinnanzi a quell'offensiva, mentre i primi due globi lo bersagliavano, seguiti poi da altri tre, ancora due - unitisi in unica bolla - e infine l'ultimo. Quando la nube generata dai fumogeni si disperse, il Maestro del Loto Bianco apparve avvolto da un solido bozzo di colore scuro che, terminato l'attacco, si disperse tutt'intorno al proprio creatore [Slot Tecnica][Tecnica Economica x2: Consumo MedioAlto e Mezzo].

    CITAZIONE
    Arte della Terra: Parametro Terrestre – Doton: Doryuuheki
    Villaggio: Konoha (Iwa)
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può, emettendo dalla bocca una piccola quantità di fango o tramite tocco di una superficie, creare un muro di terra di 15 slot dimensionali, entro 5 metri da sé; lo spessore non rientra nei calcoli. La potenza difensiva sarà pari ad 80 ed avrà durezza pari a 3.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    Buono, ma non abbastanza. commentò crudele Pai Mei, prima di spiccare un poderoso salto ad arco [Slot Azione][Velocità + MedioBasso: 525 + 100 = 625], tentando di atterrare ad una buona distanza alle spalle del nemico. Subito si armò dell'Hanbo - le due coppie di braccia extra, nel frattempo, erano sparite sotto l'ampia veste - e dopo averlo munito di una Cartabomba I lo scagliò contro l'Utakata [2 Slot Azione][Velocità + Basso: 525 + 75= 600][Forza + Basso: 600 + 75 = 675][Precisione: 575], mentre in contemporanea eseguiva diversi sigilli utilizzando le mani celate [Slot Tecnica][Velocità d'Esecuzione: -6][Tecnica Economica x2: Quasi Alto].

    CITAZIONE
    Arte della Terra: Drago Striato di Terra – Doton: Tsuchiryuushima
    Villaggio: Iwa
    Posizioni Magiche: 9 Sigilli
    L'utilizzatore può evocare un dragone di terra; richiede almeno 10 slot dimensionali di terra entro 15 metri l'utilizzatore. Il drago è lungo 25 metri ed ha un diametro di 7 metri; può percorrere 40 metri prima di svanire e possiede la stessa Velocità del creatore. La potenza del drago è pari a 90. Il costrutto può cambiare traiettoria, tramite l'utilizzo di 1 slot azione.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 2 / Consumo di Chakra: Elevatissimo)
    [Da jonin in su]

    Il Drago avrebbe preso forma sulla coffa, dove si trovava la terra residua dal Doton difensivo, e subito si sarebbe scagliato contro il malcapitato nemico, silenzioso nella bufera di neve e talmente grande da rendere una schivata pressoché impossibile [Potenza 90 + Impronta V Terra: 105].




    Off Game
    Chakra Speso: 487,5/500 (392,5 Prec. + 30 Parametro Terrestre + 10 Potenziamento Salto + 10 Pot. Lancio Hanbo + 45 Drago di Terra)

    Slot Difesa: 0/5

    Slot Azione: 3/5 (Salto; Cartabomba; Lancio Hanbo)

    Slot Tecnica: 2/2 (Parametro Terrestre; Drago Striato di Terra)
     
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    L'attacco con le bolle di sapone fallì amaramente, ma anche "Pai Mei" avrebbe avuto di che dispiacersi: il suo attacco con la cartabomba aveva portato il nemico a dover compiere un rapido balzo, di certo potenziato dal chakra, per evitare quel primo assalto, costringendolo, data l'inattesa reazione, ad atterrare sul suolo, anziché al sicuro fra le sue bolle di sapone, ma, poi, il drago di fango non si manifestò come, forse, il ninja a sei braccia si sarebbe aspettato. Probabilmente aveva chiesto troppo a se stesso.

    "Capita a tutti di fare cilecca...", avrebbe commentato l'Utakata, guardando all'esplosione che non lo aveva colpito, prima che gli occhi si sgranassero ed una smorfia di dolore gli si disegnasse in volto, la sagoma di Kurokaku era apparsa alle sue spalle, "E capita a tutti di distrarsi.", fu l'unico commento del gigante della Cascata, prima che l'uomo del Sapone cadesse riverso al suolo ed il suo cuore fosse strappato via da un foro nella schiena dai diversi fili neri che uscivano da Kurokaku stesso.

    "Ben fatto, ragazzo, hai sistemato una buona parte di questi tizi ed anche uno dei loro capi... o almeno, ci saresti riuscito da solo dopo un altro pò di lavoro, ma era già messo abbastanza male.", si complimentò il mastodontico individuo, prima che delle salamandre nere uscissero dalle manichee scivolassero fin sul ponte della nave, pulendolo dalla sostanza vischiosa esplosavi poco prima, "Così potremo muoverci fino alla sala motori.", commentò laconico, scendendo dalla posizione rialzata dove si trovava e camminando verso l'ingresso in coperta.

    Se Daipasu lo avesse seguito, avrebbe potuto scendere con lui fino a quella che era la sala motori della rompighiaccio, ma non c'erano decine di uomini che spalavano carbone lì, no, solo uno, un singolo individuo, incatenato ad una grossa e strana struttura con una maschera sul viso e diversi cavi che s'impiantavano nel corpo.
    "Uhm... sembra che il motore di questa nave sia, in effetti, una persona...", commentò Kurokaku, avvicinandosi e dandogli uno schiaffetto sulla faccia per svegliarlo: "Ehi, ragazzino, tranquillo, i tuoi carcerieri sono tutti morti, ora, dopo un ultimo viaggio, ti liberiamo.", gli disse, prima di voltarsi e rivolgere uno sguardo furbo a Daipasu, allontanandosi subito dopo assieme al ninja a sei braccia, se lo avesse seguito, diretto verso la sala dove si trovavano i comandi della nave.

    "Bene, inatteso compagno di Iwa, pronto per abbandonare questo pezzo di ghiaccio?", ma la domanda sarebbe stata puramente retorica poiché, volente o nolente l'uomo a 6 braccia, il gigante di Taki avrebbe fatto partire la nave, frantumando il ghiaccio nel suo movimento per allontanarsi da Genosha.

    ------------------------------

    OT: E con questo abbiamo finito (entro fine anno ^^' ). Non ti ho dato per buono il secondo jutsu perché, quale che sia il regolamento che si usava in questa giocata, per 2 tecniche avanzate dovevi usare le "Tecniche Rapide" e non lo hai fatto, ma ha aiutato Kurokaku.
    Se vuoi fare un posts conclusivo, il 6 o giù di lì, in caso, chiederò degli stemmi per te (me la rileggo e se per allora sento Kalastor, chiedo anche a lui se ha preferenze in tal senso su che cosa darti)./OT
     
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    Verso un nuovo domani?


    Dapaisu non fu in grado di portare a termine la propria offensiva, gli scontri e le condizioni climatiche lo avevano portato ormai allo stremo delle forze. Fortunatamente, Kurokaku fece la sua comparsa proprio nel momento più propizio, apparendo alle spalle dell'Utakata e strappandogli il cuore dal petto senza troppi complimenti. Ahahahahah! Ben arrivato, vecchio. mormorò Pai Mei, appoggiando un ginocchio a terra per tirare il fiato. Ben fatto, ragazzo, hai sistemato una buona parte di questi tizi ed anche uno dei loro capi... o almeno, ci saresti riuscito da solo dopo un altro pò di lavoro, ma era già messo abbastanza male. latrò in risposta il ninja di Taki, mentre ripuliva il ponte della nave dalla sostanza vischiosa grazie alla sua tecnica speciale. I due andarono dunque nella sala motori, dove trovarono un uomo in catene. Uhm... sembra che il motore di questa nave sia, in effetti, una persona. Ehi, ragazzino, tranquillo, i tuoi carcerieri sono tutti morti, ora, dopo un ultimo viaggio, ti liberiamo. biascicò Kurokaku che, per quanto cercasse di essere gentile, risultava oltremodo minaccioso. Questo posto non finirà mai di stupirmi. considerò fra sé e sé il Ronin, mentre seguiva il colosso nella sala comandi. Bene, inatteso compagno di Iwa, pronto per abbandonare questo pezzo di ghiaccio? brontolò Kurokaku con la sua voce immonda, senza attendere risposta. La nave sussultò per qualche attimo e prese a muoversi. La prua corazzata frantumava tutto ciò che incrociava, generando un cupo stridio, mentre l'imbarcazione si portava sempre più lontana dalla baia di Genosha. In pochi minuti, si trovarono in mare aperto e l'Inferno di Ghiaccio non era che un lontano ricordo, scomparso nella nebbia alle loro spalle. Dopo lunghi, interminabili anni Dapaisu il Ronin stava finalmente lasciando l'isola; un unico, ferreo traguardo gli si era ben delineato nella mente: tornare a Iwa e ristabilire la pace, per ridare alla sua terra natia la libertà che le spettava.




    Mea culpa, ho interpretato male gli due "Slot Tecnica" disponibili a round.
    Con questo post considero l'Addestramento chiuso, ringrazio Shiltar e Kalastor!
     
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25 replies since 8/2/2011, 17:14   495 views
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