Il Dominatore dell'Aria

[Suna] | [Ts]

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  1. Ashura Strike
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    Il Dominatore dell'Aria



    L'inizio di questa breve storia avrbebe dovuto iniziare come tutte le storie, se non che l'uomo che ti stava cercando, non riuscì nel suo intento. Per una questione di sfortuna, tu uscivi di casa prima che lui arrivasse, e ci tornavi dopo la sua visita, persino per il villaggio vi incrociavate senza che lui riuscisse ad avvicinarti, alla fine lui optò per un approccio più diretto, più che altro per il fatto che si era stancato di vagare alla tua ricerca.
    Per questo, un giorno, mentre ti trovi nell'amministrazione di Suna, poco prima di passare davanti ad una finestra aperta, un kunai, bianco, viola l'area della finestra stessa, conficcandosi nel muro proprio davanti a te, a circa un metro di distanza. Anche guardando fuori non avresti visto ombra di nessuno, però...


    ...Il Kunai che ti aveva bersagliato, si sarebbe rivelato più di un'arma, si sarebbe rivelato un messaggio. Esattamente, poichè, se raccolto dal muro e aperto, essendo fatto di un materiale simile alla carta dura, avrebbe rivelato un messaggio scritto a matita, con una calligrafia discuttibile, riportante un qualche incontro appena fuori dalle mura del villaggio, abbastanza lontano per potervisi recare in breve tempo, ma abbastanza vicino da non richiedere l'autorizzazione a un'amministrazione troppo lenta come quella Sunese.

    [...]

    Lì. Ad aspettarti, qualora tu decidessi di andare, semplicemente nessuno. E chiunque ti aveva mandato il messaggio, non ti stava facendo uno scherzo, nessuna persona sarebbe arrivata in ritardo, scusandosi, nè si sarebbe trattato di uno scherzo, semplicemente...
    ...Ti aveva dato buca.


    Proprio così...Il tipo che si sarebbe presentato la mattina dopo davanti alla tua porta, era un curioso ninja che forse avevi visto un paio di volte in giro per il villaggio, un tizio non comune per essere un tuo collega, che comrpendi essere tale dal coprifronte legato in fronte, e dalle armi ninja alla cintola, ma abbastanza assonnato per sbadigliarti in faccia.

    - 'Giorno. Scusa per ieri ehhhh. Faceva caldo, non son venuto. -

    Nemmeno il tempo per ascoltare la tua risposta, che annoiato persino dalle nuvole, il tizio si gira, mostrando uno scintillante orecchino a forma di gru, e dandoti le spalle. Che subito si incammina a passi molto lenti verso l'uscita del villaggio. Ti va di seguirlo ?
     
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    ~ Colpisci la crepa...


    Bella l'amministrazione. Da quando l'avevano fatta esplodere era ancora più bella, se mi è permesso dirlo... e se non mi è permesso lo dico lo stesso. Assomigliava un pò a casa mia, con tutti quei muri franati e crepe nei muri e forse era questo il motivo per cui gironzolarci dentro mi faceva sentire tranquillo. Nessuno mi conosceva, ben s'intende, ma com'è facile immaginarsi , nel via vai generale un ninja in più o in meno non veniva notato. Ogni tanto riuscivo pure a intrufolarmi negli archivi e mi divertivo a scambiare le cartelle di alcuni ninja, immaginandomi come sarebbe stata la loro mattinata quando, ormai ultrasettantenni, si sarebbero visti recapitare una lettera dall'amministrazione che richiedeva il loro intervento in paesi lontani. Doveva essere esilarante. Ed era questo che stavo facendo, all'interno degli archivi, quando un candido kunai attraversò la finestra, andando a infilarsi dentro una crepa sul muro della stanza. La prima cosa che pensai, ovviamente, è che qualcuno mi stesse sfidando a "colpisci la crepa" , gioco un cui ero maestro date le ore che avevo speso praticandolo a casa, quindi estrassi subito uno spiedo e lo scagliai contro il kunai, che si rivelò incredibilmente soffice e venne bucato dalla mia arma. Attesi qualche secondo, ma la risposta tardava ad arrivare, ipotizzai quindi che il mio rivale, vedendo la mia maestria, si era dato alla macchia e tornai ai scartabellare i fogli che avevo tralasciato. Quando a fine serata recuperai lo spiedo mi accorsi che il kunai sembrava dipinto. Feci per afferrarlo realizzando solo in quel momento che era fatto di una carta molto robusta. Lo aprii lentamente e vi trovai all'interno un messaggio. Da quello che capii era un appuntamento per l'indomani in un posto non meglio precisato vicino le mura. Di sicuro una lettera di sfida. Probabilmente quel tizio mi spiava, sapeva della mia abilità sopraffina a "colpisci la crepa" e voleva colpirmi prima che diventassi troppo forte per lui. Ma non la avrebbe avuta vinta o non mi chiamavo più Hitohuki... che poi... non mi chiamo davvero così, ma non importa! L'importante è essere convinti. Strinsi gli occhi portandoli ad una fessura e con circospezione estrema mi mossi all'interno dell'amministrazione, cercando di guadagnarmi l'uscita. In fondo, se quel tizio mi aveva spiato cosa mi garantiva che non lo stesse facendo tuttora? Nulla appunto. Sfruttai tutte le mie abilità per tornare a casa il prima possibile senza farmi vedere e passai la notte ad allenarmi. Complice la stanchezza, o forse per il fatto che non avevo dormito per tipo... un paio di giorni... la mattina crollai al suolo e stringendo un cuscino mi addormentai. Dormì per un giorno intero, mancando l'appuntamento. Ma non me ne resi conto. Mi svegliai infatti qualche ora successiva all'esatto momento in cui mi ero addormentato e credetti di essermi appisolato solo un momento. Nella mia testa il giorno non era mai passato e la sfida si sarebbe svolta di lì a poco. Mi preparai, raccogliendo tutti gli oggetti utili a un tale compito e mi avviai all'uscita. Alla porta trovai un tizio strano. Pantaloncini corti, petto nudo e coprifronte in vista. Il tutto condito da una folta chioma azzurro cielo, che gli donava un'aspetto alquanto ribelle. Il fatto che non lo conoscessi non mi preoccupava, anzi il suo aspetto così particolare, misto alla sua conoscenza di dove abitassi, erano due elementi sufficienti a convincermi che dovevo farci amicizia. A qualunque costo.


    - Giorno. Scusa per ieri ehhhh. Faceva caldo, non son venuto. -


    Ieri? Ci dovevamo incontrare? Ah, probabilmente era il tipo del kunai che si scusava per non aver portato la lettera di sfida di persona. Una spiegazione del tutto logica. Annuii alla sua frase e quando si voltò lo seguii senza fare domande. Si stava indubbiamente dirigendo verso la porta del villaggio, motivo in più per crederlo l'autore del messaggio. Annuii ancora una volta tra me e me e mentre lo seguivo, con sguardo fiero, gli dissi


    - Non ti sarà facile vincere, sono un mostro a "colpisci la crepa"...-

     
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    L'esaminatore seppe quindi che nemmeno il ragazzo aveva presenziato all'incontro, e dentro di sè ne fu grato, non avrebbe voluto farlo attendere per niente. O almeno questo fu ciò che gli balzò in mente di primo acchito dato che qualche secondo dopo, già non ci pensava più. Quindi incamminandosi verso le mura del villaggio, il ragazzo si esibì in una dimostrazione vocale della sua potenza:

    CITAZIONE

    - Non ti sarà facile vincere, sono un mostro a "colpisci la crepa"...-


    L'esaminatore si voltò verso il ragazzo, e gli rispose:

    - Colpisci la crepa? Ne sei un appassionato? Tsk, vedremo pulcino, vedremo! -

    E così dicendo scattò verso le mura del villaggio, tenendo in mano due kunai bianchi, fatti come ne aveva visti il giovane sunese il giorno prima.
    Davanti alla grande muraglia saltò per circa due metri, ed effettuò il lancio, facendo cozzare le due armi tra di loro e conficcandole entrambe i due crepe, ai due lati dell'entrata del muro. Quindi si voltò verso il ninja con aria smargiassa, facendo linguaccia, e riprese ad uscire.


    [...]


    Fuori dal villaggio, sulle dune, l'uomo si fermò ad attendere il ragazzo, nel caso fosse rimasto indietro, quindi tirò a terra lo zainetto che aveva in spalla, e lo aprì di malavoglia. Ne estrasse un paio di risme di carta e le piazzò sulla sabbia. Le aprì, ne prese un foglio, e compose un aeroplanino, non velocemente, così che il giovane vedesse, quindi glielo passò.

    - Ottimo, qui hai la carta. Mentre li pieghi irrora il foglio col tuo chakra e poi vediamo quanto li mandi lontano. -

    Ad essere sinceri la spiegazione era stata molto lacunosa, quasi pessima, ma lui, convinto di essere stato chiaro, tirò fuori dal taschino un foglietto di carta e lo distese fino a renderlo grande come una persona. Vi si distese sopra, si mise gli occhiali, e iniziò a prendere il sole, come se niente fosse. Il ninja non avrebbe avuto limiti di tempo, ma solodi carta, due risme di circa 200 fogli ognuna, quindi poteva esercitarsi a fare aeroplanini anche per tutto il giorno se lo avesse ritenuto necessario....
     
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    ~ Colpisci la crepa aveva un nuovo campione...


    - Ottimo, qui hai la carta. Mentre li pieghi irrora il foglio col tuo chakra e poi vediamo quanto li mandi lontano. -


    Rimasi tranquillo e assorto fin lì anche se il gesto tecnico del ninja ebbe l'effetto di aumentare il mio spirito competitivo, ma furono le sue parole che mi causarono un vero moto di risveglio dal torpore del giorno, ridestando la mia attenzione. Che significava? Non ero venuto lì per giocare con gli aeroplanini, anche se l'idea era alquanto stuzzicante, ma per vincere a colpisci la crepa. Inarcai leggermente un sopracciglio mentre mi mostrava la pila di fogli a mia disposizione, quindi lo vidi stendersi a prendere il sole. Non ci capii molto e di sicuro l'altro non mi aiutò, ma osservando quei fogli, nel giro di qualche minuto mi venne un'idea folgorante. Estrassi il mio fido strumento, una delle mie armi più infallibili e mi gettai sul mucchio di fogli. Ne separai una ventina e li stesi ,uno di fianco all'altro a formare una geometria, sopra il versante sabbioso della duna. La forma finale rassomigliava vagamente ad un piccolo quadrato, con vari fogli ammassati l'uno sull'altro. Estrassi quindi il mio fido pennarello e mi chiesi da dove iniziare l'opera. Mi accorsi subito di un problema che però non avevo calcolato, il vento. Più che accorgermi ci corsi dietro, dato che nel tempo cui io posi i fogli metà erano già persi nel mare del deserto. Dopo una decina mi accorsi che in ogni caso era inutile seguire quei fogli volanti, contando che ne avevo molti di più a disposizione. Tornai quindi verso la mia postazione iniziale, solo per venire investito dal resto di fogli che avevo predisposto mentre mi incamminavo. La situazione paradossale mi strappò più di un sorriso, tanto era buffa, ma poi, recuperando un minimo di serietà mi accorsi che i fogli ai piedi del ninja non sembravano risentire del vento. Mi chiesi se dunque il segreto di questa maggior resistenza fosse il chakra che egli mi aveva detto di infondere. Pensai quindi di provare anche io a fare una cosa del genere e afferrai uno dei fogli. Sembrava non avere alcuna proprietà particolare e tra le mie mani si muoveva ribelle spinto dal vento. Provai a concentrarmi, non accadde nulla. Mi concentrai di più e accadde meno di prima. Mi concentrai davvero a fondo, tanto da sentire il chakra accumularsi nel mio braccio. Non accadde nulla, a parte che il braccio prese a dolermi. Doveva esserci quindi un trucco, un qualcosa che potesse permettermi di passare il chakra su quel foglio. Il modo in cui il ninja aveva manipolato quei fogli per crearsi il giaciglio era quasi perfetto: la carta si muoveva seguendo il pensiero del giovane, quasi fosse animata da vita propria. Mi balenò un'idea. Forse era così! Forse la sua carta era viva! Avevo sentito parlare, nei viaggi della carovana paterna, di ninja che dominavano le fiere. Magari lui sapeva dominare un tipo di carta animata che io non conoscevo. Mi avvicinai dunque di soppiatto alla sua posizione e studiai i fogli che con disappunto mi apparvero come fogli di carta comune. Presi quindi la mia decisione. Se le sua carta non mi voleva parlare, perché era ovvio che era animata, io avrei fatto parlare la mia. Presi quindi uno dei fogli e con il pennarello gli disegnai una bella faccia sorridente. Nel farlo sfruttai il chakra a piccolissime dosi che, a mia insaputa, finirono per irrorare il foglio, che si irrigidì subito. Appena lo notai conclusi che era stata la prodigiosa faccia a far avvenire la trasformazione e presi altri fogli disegnai vari tipi di facce. Quando finii le idee sui volti passai ai segni geometrici, alle stelle, a qualsiasi cosa mi passasse per la mente. Nel giro di mezz'ora avevo colorato una quarantina di fogli e , notando la loro durezza e maneggevolezza, me ne compiacei. Presi quindi una decina di fogli e ci feci, come mi aveva detto l'altro, degli aeroplanini che tirai nelle più disparate direzioni, quasi senza prestare attenzione al risultato. Quindi mi concentrai sul mio primo obiettivo e ,capito che il trucco stava nel colorare la carta, preparai il mio disegno. Prese così forma sulla duna un muro, disegnato sulla carta, con una crepa molto piccola nel centro. Contento del risultato sorrisi alla mia opera e , tirato fuori un pugnale, lo conficcai al centro della crepa. Presi quindi un'altro foglio e disegnataci sopra una faccia triste , e avendolo quindi irrorato di chakra, lo modellai ad aereo e lo lanciai verso il ninja che sonnecchiava. L'aereo era diretto al suo volto, ma era troppo piano per costituire una vera minaccia. Se si fosse alzato, in seguito all'impatto, gli avrei semplicemente indicato la mia opera e con uno sguardo sorridente avrei detto solo "Vinto". Intorno a noi nel mentre, tutti gli aeroplanini disegnati, atterrati durante le prove, creavano un'atmosfera inquietante, con quei volti azzurri, tale era il colore del pennarello, che ci osservavano semi coperti dalla sabbia. Anche i loro sguardi sembravano puntati sulla mia opera, quasi ad attestare con i loro cartacei sorrisi, la mia vittoria. Colpisci la crepa aveva un nuovo campione.

     
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    Toh, un aereoplanino! Constatò all'ultimo quello strano tizio, inclinando appena il capo e scostando gli occhiali. La carta, come seguendo il suo movimento, si spostò lateralmente, senza sfiorarlo nemmeno. E ce ne sono un bel pò per aria! Aggiunse con aria stupita. Ma li hai fatti tu?

    Aveva scordato completamente di aver dato lui le istruzioni.

    Guarda un pò qua! Fece un cenno deciso, e tutti gli aereoplanini si spostarono, iniziando a volare come in una squadriglia. Mi sa che ci hai messo troppo poco chakra..non li controlli! Non che lui avesse mai parlato di dover "controllare la carta"

    Mmmm...ho come l'impressione di averti già visto, ragazzo. Tirò fuori un Kunai dalla tasca. Lo soppesò a lungo, alternando il suo sguardo dall'arma a te. Poi se lo passò tra i capelli come per pettinarli. Oh, salve! Sei qui da molto? Disse poi, nuovamente stupito dalla tua presenza. Comunque, io non sono molto pratico di queste cose. Voglio dire..io la carta la so muovere e basta. Non sono capace di spiegare come si fa. O ci si riesce o niente..ecco. Aveva un vago accenno di imbarazzo nella voce.

    Sbuffò, risistemandosi gli occhiali da sole e stravaccandosi. Sembrava in qualche modo irritato. Non tollerava quei ragazzini petulanti che chiedevano infinite spiegazioni, semplicemente non li capiva! "come devo impastare?" o "ma come fai a farli piegare senza toccarli"....tutte domande noiose e strane. Per lui era tutto semplicissimo, e non capiva perchè non fosse così anche per loro. Rimase così qualche istante, poi, come ricordandosi della tua presenza, si sollevò di scatto.

    Beh, comunque provaci, ok? Stavolta non irrigidirli e basta, cerca di renderli tuoi. Sai com'è, no? Col chakra, ma senza fili, mica sei un marionettista! Rimase zitto qualche istante, poi si pettinò ancora.

    Quindi aggiunse. Ehi! Aereoplani!
    Se ne fai anche tu potremmo fare una battaglia aerea!


    CITAZIONE
    Stavolta non devi solo irrigidire e piegare, ma anche riuscire a controllare l'aereoplanino. Impara a mantenere il legame tra te e la carta.

     
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    ~ Il Generale Mangusta


    Sembrava che lo strano tizio avesse notato la mia opera. Non ci prestò però molta attenzione e dopo poco tornò a riposare. Decisamente quel tipo non era normale. Mi aveva chiesto di uscire fuori per sfidarmi a colpisci la crepa e ora non si ricordava chi ero e non raccoglieva la mia sfida. Probabilmente aveva capito di non potermi battere. Sorrisi soddisfatto, avevo vinto il primo round. Ma sembrava che la guerra fosse lungi da essere al termine. Lo svogliato sensei mi aveva infatti appena lanciato una nuova sfida. Piuttosto allettante se devo dir la verità. Un combattimento di aeroplanini. Una vera, epica, meravigliosa battaglia aerea. Sentii un certo calore salirmi alle guance, misto a un nuovo fervore lavorativo. Avrei vinto quella sfida , e mi sarei laureato campione di giochi di sabbia. Ma prima era d'obbligo una pausa: quindi lo imitai stendendomi al sole. Presi uno degli aeroplanini che avevo creato e mi misi a giocarci. Era bello immaginarsi che fosse un uccello e farlo girare, e precipitare, nel mare di sabbia. Decisi che era ora per il mio volatile cartaceo di avere un po' di competizione e quindi presi anche un secondo aeroplano , facendoli cozzare più volte in volo e mimando i versi della battaglia. Era divertente. E poi il tipo dormiva, e mi annoiavo. Mi venne quindi una folgorante idea: magari potevo lanciarne uno e subito dopo l'altro, cercando di farli cozzare l'uno con l'altro per vedere chi dei miei due volatili era degno di essere chiamato il signore del deserto. Il primo lancio non fu un granché, entrambi i volatili improvvisati precipitarono rovinosamente a terra. Capii quindi che il problema stava sicuramente nella forma e nei disegni sulla carta: i due aeroplanini non si sentivano abbastanza rapaci e non riuscivano a inscenare il combattimento. Preparai altri due aeroplanini, disegnandoci questa volta dei falchi o delle aquile, in modo da fargli credere di essere quel determinato animale. Cercai anche di modellarli secondo la figura di quei due particolari uccelli, ma non mi riuscì molto somigliante. Nel modificarli infusi di nuovo parte del mio chakra nei fogli e dopo averli tirati mi concentrai sulla loro traiettoria, visualizzando mentalmente le strade che dovevano compiere. Con mia grande sorpresa sembrava che gli aeroplanini seguissero le traiettorie che mi figuravo mentalmente, cozzando nei punti che avevo prefigurato e comportandosi come se seguissero il mio volere. Era evidente, avevano assimilato lo spirito dei rapaci che ci avevo disegnato, era tutto merito della mia preziosa vena artistica. Guardai con rinnovata gioia il mio pennarello e mi diedi alla composizione artistica con i successivi dieci fogli. Vi disegnai i più disparati animali e li lanciai in successione, controllandoli con una mano e facendoli scontrare più volte a mezz'aria. Era davvero, davvero, davvero divertente. Decisi allora di continuare il mio nuovo gioco, disegnando un'altra ventina di fogli e preparando anche gli assalti delle "unità terrestri". Quando il mio campo di battaglia aereo fu pronto e nel vivo dell'azione feci partire alcuni aerei che avevo mezzo nascosto tra la sabbia recanti il disegno di manguste o coyote e li feci passare come dei missili tra quelli che si stavano dando battaglia a mezz'aria. Uno di questi aeroplanini , la mangusta, finì la sua corsa precipitando sul petto del mio compagno che si stava godendo il sole del pomeriggio. Probabilmente non gli avrebbe arrecato alcun danno, ma di sicuro lo avrebbe destato dal suo riposo. Con un moto di apprensione, per il mio aeroplanino ovviamente, lo guardai e da lontano gli chiesi.


    - Hey amico, mi rilanceresti l'unità? L'esercito terrestre non combatte senza il Generale Mangusta! -

     
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    Mentre in alto la tua guerra andava avanti, ecco che all'improvviso uan serie di frecce di carta li abbatterono uno dopo l'altro. come sbucati dal nulla, una trentina di cavallini fatti di carta galoppavano poco lontano, lanciando una pioggia di minuscoli e devastanti proiettili. Cosa credi? Di poter vincere solo perchè usi animali giganti? Il mio esercito è troppo organizzato! Un sorriso selvaggio deformava il volto dello strano tizio.

    Uno schiocco di dita, e dal terreno emersero un sacco di fogli di carta. Apparentemente erano normalissimi, ma bastò un gesto secco, e iniziarono a piegarsi da soli, diventando un vero e proprio stormo di aeroplanini di carta.

    Fu una battaglia epica. Anche provando a muovere gli aeroplanini, non eri abbastanza rapido da metterli in salvo. A uno a uno tutti i rapaci vennero stracciati dal terribile blocco avversario, mentre le manguste più in basso dovevano vedersela con le frecce degli arcieri a cavallo. Ce ne volevano un pò per danneggiare definitivamente i tuoi, ma quei proiettili sembravano inesauribili! Nel giro di un attimo, tutti i tuoi "soldati" vennero dilaniati, anche se (forse per puro istinto) sei riuscito ad avere la meglio su una mezza dozzina di avversari.

    Ma la vittima successiva eri tu!

    L'enorme stormo si gettò a piena velocità in picchiata, e ti avrebbe ridotto abbastanza male se ti avesse preso. L'unica tua arma? I fogli ai tuoi piedi.

    Chi becca l'altro con la carta vince! Il tizio sembrava abbastanza preso dalla situazione...forse perchè finalmente aveva trovato qualcuno che giocasse senza star troppo a preoccuparsi di "come rendere utile il piegare la carta"??

    CITAZIONE
    Non hai il tempo di prendere altra carta e piegare i fogli uno a uno! Trova un modo di aumentare le tue truppe piegando la materia prima senza toccarla!

     
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    ~ Il Generale di brigata Aerea Zanzara


    - Vuoi la guerra eh? La avrai, vendicheremo il Generale Mangusta!-


    Ma avevo fatto i conti senza l'oste. Il tipo era bravo, probabilmente il suo vero obiettivo era battermi sul quel terreno. In fondo la lotta degli eserciti di carta l'avevo appena scoperta, lui invece sembrava ferrato in materia. Vidi la mia fanteria animale e i miei rapaci cadere sotto i colpi dei suoi soldati e capii che così non andava. Le mie unità erano troppo grandi e impacciate rispetto alle sue agili truppe. Dovevo dotarle di più velocità e renderle più snelle. Ma come fare? La domanda mi frullò nella testa mentre le sue truppe sconfiggevano gli ultimi resti del mio esercito. Ma non l'avrebbe avuta vinta. Ah no. Non finché avevo altri fogli e potevo fare nuove truppe. Ma l'infido non sembrava volersi fermare lì. Il suo esercito procedeva spedito verso di me, minacciandomi di un massiccio attacco. Raccolsi tutti i fogli che potei e indietreggiai di qualche metro mentre le sue truppe avanzavano. Cosa poteva fermare i suoi soldati a cavallo? Cosa li avrebbe costretti alla ritirata e donato nuova forza al mio esercito animale? Decisi che non dovevo attendere oltre. Lui era riuscito a piegare i fogli senza toccarli? Non so come ma l'avrei fatto anche io. Non ci stavo a perdere, non con quel tizio con i capelli blu. Forse quei fogli magici potevano sentire i miei pensieri: questo avrebbe decisamente spiegato perché i suoi eseguivano gli ordini che lui impartiva. Provai a comunicare telepaticamente con i miei fogli... senza successo. Forse non parlavano la mia lingua, parlavano solo fogliese evidentemente. Provai a blaterare lettere a caso gesticolando con le dita. Il foglio che avevo in mano si piegò una volta. Capii che avevo imparato il fogliese.

    - Ora che ho imparato il fogliese non hai più scampo!-


    Provai un altro paio di volte a blaterare lettere a caso e a gesticolare verso i fogli: funzionava. Nella mia mente si delineò la nuova offensiva. Per prima cosa divisi i fogli in due gruppi, le truppe di terra e quelle aeree. Sfruttai la mia nuova capacità per frammentare e piegare più volte un paio dei fogli delle truppe terrestri. Una nuova fortissima unità era dalla mia: i serpenti di carta del deserto. Gli altri fogli delle truppe terrestri li usai per l'arma finale: i vermi giganti sotterranei del deserto. Attaccai i suoi cavalli con alcuni serpenti, provando a bloccarne l'avanzata. Mi serviva tempo per eseguire le complesse pieghe dei vermi. Quando ci riuscii li feci nascondere sotto la sabbia e indietreggiai. Ora tutti i miei serpenti e i vermi giganti erano pronti. Appena i suoi cavalli sarebbero stati a tiri avrei scatenato l'inferno su di loro. La vittoria era dalla mia. ordinai ai vermi di colpire i cavalli, disarcionando i soldati, in modo che la moltitudine di serpenti potesse occuparsene, era una strategia perfetta. Sorrisi contento, la cosa si stava davvero facendo divertente. Passai quindi alle truppe d'aria. Cosa inventarsi in questo caso? Come potevo battere i suoi aerei? Sembravano solidi e veloci, pronti a colpirmi in ogni momento. Un'idea geniale mi balenò in testa: sapevo cosa costruire. Era complesso, l'unità era molto piccola, avrei dovuto costruirla in scala. Preparai quindi una vera nuvola di zanzare giganti del deserto. Il loro pungiglione appuntito avrebbe aperto delle brecce nella struttura degli aerei , facendoli precipitare. Ovviamente non essendo ancora molto capace le zanzare erano molto più grandi del normale, ma nonostante questo il loro numero era comunque considerevole. Le lanciai all'attacco contro i suoi aerei. La battaglia entrava nel vivo. I miei animali non gli avrebbero lasciato scampo: mi tenni da parte solo un pezzetto di foglio, che piegato più volte prese la forma di Magusta.

    - Bentornato Generale Mangusta, vedrà, sarà vendicato dal Generale di Brigata Aerea Zanzara -

     
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    "Il fogliese"...era uno strano modo di intendere il controllo degli origami, ma agli occhi del "sensei" sembravi cavartela abbastanza bene, per quanto inconsciamente. Serpenti di carta! Semplice ma efficace! Approvò, mentre le sue truppe venivano falcidiate dai sinuosi pezzi di carta striscianti. Al contempo, gli aerei si scontrarono con zanzare oversize, con gravi perdite per entrambi i fronti.

    Il generale Mangusta, eh? Non vincerai mai la battaglia, e non conquisterai certo il mio paese! Preso com'era dalla foga del gioco, con un ampio gesto della mano il tizio fece sorgere diverse casette di carta alle sue spalle (alte appena una decina di centimetri), con tanto di omini di carta che si sporgevano dalle porte, mimando terrore.

    Non temete, non temete Si voltò, come a rassicurarli, quindi subito portò lo sguardo irritato sullo sciame di zanzare giganti. Forse il tuo generale è forte...ma il MIO generale è invincibile! Tre rapidi sigilli, e subito dopo Generale Drago, Prendi il volo!!! Il terreno divenne carta ancora una volta, e la stessa si riunì in un gigantesco, oblungo dragone serpentino, che fluttuano con grazia selvaggia, riuscì a decimare in appena due passate lo sciame di zanzare, letteralmente divorandole [Grande 6 slot dimensionali]

    Al contempo, con pochi colpi di coda, devastò la maggior parte dei serpenti. Non penserai di essere l'unico con delle armi segrete! Come speri di contrastare il drago?? Come salverai la tua gente??! Puntò la mano in avanti. Alle tue spalle erano comparse delle casette e degli omini apparentemente identici a quelli del tizio dai capelli blu. E questi guardavano terrorizzati il drago...alcuni addirittura correvano di qua e di là con le braccia sollevate!

    Certo che quando ci si metteva, quel tizio sapeva fare le cose in grande.
    Non riuscirete a imporci le vostre assurde leggi In qualche momento un cappello da imbianchino gli era finito in testa, e alcune medaglie di carta si erano appuntate da sole sul suo petto. Stava decisamente entrando nella parte. E intanto il drago ruggiva (anche se sembrava più un rumore di carta strappata).

    Un grande spettacolo...ma come fermare il drago prima che mangiasse il generale mangusta e il suo popolo?? (per non parlare di te!!)

    CITAZIONE
    Crea un costrutto abbastanza grande da fronteggiare il terribile drago, pur restando nei limiti del livello I! Questa è la prova finale per il livello I, per l'appunto!

     
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    ~ Il Comandante Armadillo


    L'intervento del Generale di Brigata Aerea Zanzara aveva risollevato le sorti del combattimento, ma solo per poco tempo. Il mio avversario aveva giocato il suo asso nella manica: il Generale Drago. Quel maledetto coso stava facendo scempio del mio esercito, fagocitando e distruggendo le mie unità di punti. Era d'obbligo trovare una soluzione. Era troppo grosso per le mie zanzare e troppo veloce nonostante la sua stazza. Ci voleva una soluzione più radicale. Avrei potuto sparare dei cavi dalla città, bloccarlo a terra e colpirlo da lì, ma non sapevo se avevo abbastanza materiale a disposizione, se nel villaggio c'erano i cavi e se poi, una volta a terra, sarei riuscito a batterlo. E questo era un problema, un dannatissimo problema. Come battere un bestione del genere allora? C'era un unica soluzione, anche se era il mio ultimo asso nella manica, e usarlo ora era rischioso. Radunai i serpenti rimasti e li feci compattare in modo da creare una rampa di carta, quindi blaterai qualche parola in fogliese, per richiamare il salvatore della situazione.

    - Ora vedrai la potenza fatta unità! L'unico e invincibile Comandante Armadillo! -


    Cercai di strutturarlo con la massima densità di carta possibile, era questo il suo punto di forza. Anche se piccolo, il Comandante Armadillo era duro come la roccia e di sicuro avrebbe spezzato la corazza del drago, bucandolo in più punti. Sfruttando delle rampe di carta fatte con i serpenti e le dune che il deserto offriva avrei potuto lanciarlo ad alta velocità, colpendo più volte il corpo del drago. La sua corazza, nonostante fosse resistente, non avrebbe sopportato gli attacchi del comandante e si sarebbe spezzata come... carta. Tornò il sorriso sul mio volto, appena fossi riuscito ad aprire una breccia nel drago avrei comandato alle zanzare di concentrare lì gli attacchi, in modo da abbatterlo definitivamente. Il Comandante partì per la sua prima offensiva, il momento della verità si avvicinava.

    - Il tuo Generale Drago non potrà opporsi alla furia del Comandante Armadillo!-

     
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    Come una gigantesca palla da bowling, per quanto in scala, il generale Armadillo rimbalza da tutte le parti, travolgendo e danneggiando il drago, ma senza abbatterlo del tutto. Alla fine, stufo di quel nemico troppo rapido, il tizio schioccò le dita, ed ecco che la palla di carta venne intrappolata tra le spire del drago, la cui forza era fin troppo grande perchè si liberasse, qualunque cosa tu facessi.

    Mi spiace, ma il tuo generale non può fare molto contro il Drago...e nel mentre i miei sabotatori hanno fatto il loro lavoro Puntò il dito, indicando la risma di fogli che ti restava, e quelli si sollevarono, piegandosi fino a formare un secondo drago che danzava per aria. AHAHAHAHA! A quanto pare anche fra i tuoi c'era un Generale Drago, ma ha preferito me!

    Il generale Armadillo era prigioniero. Tutta la tua carta non utilizzata era passata al nemico. E ora un drago stava nuovamente minacciando la tua gente. Non troverai rinforzi tanto facilmente. Sei sconfitto, pivello!

    E in quel momento, il drago abbattè i pochi soldati zanzara che restavano, quindi con un guizzo si scagliò contro il tuo villaggio. Gli omini di carta correvano via terrorizzati!

    CITAZIONE
    Per me il livello I è ok. Si comincia col livello II!

    Impara a ottenere la carta dai tronchi e dal terreno, o non potrai opporti ai due generali Drago e liberare l'Armadillo!

    Imbastisci la tua difesa e la strategia offensiva!

     
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    ~ L'Armadillo Corazzato


    La situazione non si faceva rosea. Il maledetto aveva rubato le mie scorte di carta e ora aveva imprigionato il mio Comandante Armadillo. Due brutti tiri, davvero due brutti tiri. Ma non era finita, perché con la carta rubata aveva fatto un altro Drago e ora stava portando morte e distruzione fra le mie unità. Davvero una situazione non facile. Gli omini di carta di muovevano terrorizzati di qua e di là fra il mio villaggio, sembravano davvero spaventati. O no? Effettivamente quella loro faccetta di carta non trasmetteva molto. Ma tutto quel muovere le mani. E se fosse...? No, impossibile. Come potrebbero in un momento del genere? Però sembra davvero. Li osservai meglio, per capire se davvero fosse così e notai una cosa alquanto particolare. Si muovevano effettivamente coordinati. Questo mi tolse ogni dubbio. Non erano terrorizzati, affatto. Stavano ballando. C'era una festa gigante al villaggio, tutti erano invitati e ballavano. Che simpatici! Mi chiedo solo se rendano conto del rischio che corrono. Sembra che anche i guardiani ballino ed è impossibile che loro non vedano la battaglia. Allora forse la festa è utile alle truppe. Magari il mio villaggio propizia le battaglie ballando. Magari quella danza ha effetti particolari. Però così era un po' triste. Ci voleva un tocco deciso per migliorare la situazione. Mi concentrai e parlai in fogliese ai palazzi attorno alla piazza centrale. In un attimo si trasformarono in una fila di riflettori, simili a quelli usati la notte sulle mura, il pavimento del villaggio si fece pista da ballo e tutto attorno apparvero altri piccoli riflettori e impalcature. Ora la festa aveva un luogo degno. Ma mancavano i suonatori. Qualche altra parola in fogliese e fu fatta musica. Tutto intorno a me la battaglia ormai volgeva al termine: le mie unità, ridotte a quelche sparuto eroe erano state spazzate via dalla furia dei draghi e il Comandante Armadillo era ancora imprigionato. Ma ora sapevo cosa fare, il villaggio mi aveva svelato la sua tecnica più micidiale, e con il suo appoggio la battaglia avrebbe volto sicuramente in mio favore.

    - Il villaggio mi ha svelato il segreto! Non hai più speranze!-


    Lo guardai con un furbo sorriso, non aveva più scampo. Stesi le mani avanti. Bump bump. Prima in lontananza. Bump Bump Bump Bump. Poi sempre più vicino. Eccolo! Arriva! BUMP BUMP BUMP BUMP. Ecco il ritmo! Presi a ballare. Il ritmo del villaggio ormai aveva raggiunto anche me. E devo dire che questo aveva effetti straordinari. Ovunque stendessi la mano la sabbia si alzava e compattatasi formava nuova carta, come dotata di vita propria. Fu un attimo. Seguendo i movimenti delle braccia e del corpo la carta si muoveva e contorceva, formando dei cavi che partivano dal terreno e puntavano a bloccare il Generale Avversario. Sembrava che riuscissi a far partire i cavi da qualsiasi punto, ormai tutto il deserto era diventato la mia pista da ballo e la mia fonte di carta. Con il sorriso sulle labbra mi lasciai prendere dal ritmo e smisi di pensare a come bloccare il drago. Il risultato fu una nube di cavi che come una rete impazzita si dirigeva ovunque con traiettorie improbabili. Senza che me ne accorgessi il secondo drago aveva il suo spazio areo bloccato da decine di cavi e si trovava chiuso da una cupola da cui era difficile uscire. Decisi che era ora di rendere libero il mio Comandante. Con un gesto di entrambe le mani creai due cavi piuttosto grossi, diretti verso le spire del drago avversario. La punta, dotata di arpione, doveva penetrare le spire, quindi li avrei tirati indietro cercando così di aprire quella morsa a forza. Se ci fossi riuscito li avrei sciolti subito dopo, lasciando che il generale Armadillo corresse libero di nuovo, mietendo vittime e sfruttando la sua corazza per bucare le difese del mio avversario. Ora che era di nuovo libero sciolsi i cavi giganti. Liberai il drago che mi aveva bloccato l'Armadillo e con quella carta ricoprii il mio comandante con un'armatura scintillante. Ora era ancora più resistente. Era diventato un Armadillo Corazzato.
     
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    Inutile dire che il tizio rimase parecchio stupito nel vederti ballare come un perfetto idiota nonostante fossi sotto attacco, ma quando la carta si sollevò dalla sabbia, al tuo comando, fu tentato dall'esultare. Era la prima volta che aveva a che fare con un talento naturale..a parte sè stesso. Certo, ai suoi occhi il tuo metodo era abbastanza bizzarro...ma questo solo perchè non aveva piena coscienza del processo mentale che ci stava dietro, altrimenti ti avrebbe fatto internare.

    Veramente, veramente impressionante... Sussurrò ammirato, anche se la distrazione gli costò il vantaggio tattico. I draghi erano stati respinti, anche se non abbattuti, e il generale Armadillo era tornato più forte di prima. Ma mi chiedo se saprai fare di meglio! Estese le mani, e i draghi ascesero in una doppia spirale fino a quasi venti metri da terra, accompagnati da diversi fogli emersi dal terreno. Apparivano decisamente piccoli, là in alto, ma era evidente che si stavano modificando.

    Mi chiedo quanto sarà utile il tuo armadillo contro un attacco come questo! Schioccò le dita, e dall'alto, con un forte sibilo, scese un lungo costrutto, poco più spesso di uno spiedo e lungo circa il doppio, formato da carta arrotolata come una grossa vite. Travolse e abbattè diverse case di carta, e mentre il tizio sogghignava, riuscisti a capire effettivamente di cosa si trattava: i due draghi si erano fusi in una specie di cacciatore dotato di ali, che con una lunga cerbottana gettava quei dardi..e ne stava caricando altri!

    Ho almeno dieci colpi lassù, più che sufficienti per devastarti! Però, di fatto, non c'era nessuno a difesa del SUO villaggio. Ora il problema era...come fermare il cacciatore in alto e al contempo sferrare un attacco diretto al nemico? Sarebbe stato necessario muovere una grande quantità di carta, e a grande distanza...

    Se avessi attaccato direttamente il villaggio, il cacciatore avrebbe abbattuto gli assalitori, dunque bisognava attaccare e al contempo renderlo inoffensivo!

    Il tuo popolo perderà! Le parole di quel tizio erano forse profetiche?

    CITAZIONE
    Aumenta la distanza entro cui controlli la carta, devi almeno raddoppiarla!

    E stavolta oltre che difenderti trova un modo per contrattaccare, assalendo il villaggio avversario in qualche modo!

     
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    ~ Tenente Scoiattolo


    Ancora. Quel maledetto tizio con i capelli blu era di nuovo riuscito a ribaltare la mia offensiva. Il Generale Armadillo Corazzato non poteva nulla con un attacco così massiccio dall'alto. E neppure il mio villaggio aveva mura abbastanza resistenti da sopportare quella pioggia di colpi. C'era una sola soluzione a questa situazione. Il ballo del villaggio. Il ballo del villaggio non è una cosa semplice. Richiede coordinazione. Significa che tutto il villaggio, edifici compresi, devono mettersi a ballare. Non è mica facile. Insomma, le pietre non hanno senso del ritmo, lo sanno anche i bambini. Ma dovevo provare. Mi concentrai e cercai di comunicare alle pietre il ritmo da seguire. Se avessero compiuto i passi in maniera adeguata avrebbero potuto limitare , se non evitare del tutto, i dardi del nuovo generalissimo avversario. Mi concentrai quindi, cercando di trasmettere il mio senso del ritmo al villaggio. Da prima sembrava che non ci fosse risposta, come se tutto ciò che stessi provando fosse inutile. Poi capii che forse, per invogliare il villaggio intero a seguirmi, dovevo tenere il tempo e ballare anche io. Decisamente logico. Di sicuro il mio villaggio era timido, e aveva bisogno che qualcuno gli mostrasse i passi da seguire. Iniziai quindi a ballare seguendo delle traiettorie che nella testa erano assolutamente sicure. Ed ecco che ad un tratto, quasi per magia, l'intero villaggio di carta iniziò a seguirmi, muovendosi anche lui e spostandosi dai punti di impatto dei colpi. Sembrava che il villaggio avesse capito, ormai la minaccia dei dardi era neutralizzata. Ma come ribaltare la situazione a mio favore? Di certo avevo bisogno di qualche unità che potesse colpire anche per aria. Usare le zanzare ancora non sarebbe stata una buona idea, il loro volo è prevedibile e poi erano state tutte sconfitte. In quel momento un'idea geniale mi balenò nella mente. Di sicuro delle catapulte mi avrebbero permesso un attacco più elaborato e di sicuro impatto. Ma con che proiettili avrei dovuto usare? Forse era tempo di usare il commando.

    Preparati, non avrai scampo! Il mio Commando Volante è in arrivo-


    Le mie parole furono profetiche e di lì a poco apparvero delle catapulte, parecchio distanti dal villaggio. Sorrisi, di certo questo avrebbe decretato la mia vittoria. O almeno ne ero convinto, era possibile che quel tipo avesse altre sorprese in serbo. Però io iniziavo ad essere stanco. Non era mica facile ballare tutto quel tempo. In fondo non sono un ballerino! Altrimenti mi esibirei nei teatri, e questo di sicuro non è un teatro. Non vedo le poltrone, né il sipario. No, decisamente, questo non è un teatro. Ma ora forza, ho una guerra da vincere. Il primo colpo delle catapulte rivelò la vera natura dei proiettili. Non erano massi o palline di carta, ma scoiattoli volanti con tanto di elmo da aviatore. Era quello il mio commando, la mia risorsa speciale. Gli scoiattoli, che al momento del lancio erano raggomitolati in una palla, si aprirono in volo e sfruttando la loro dote planante si diressero minacciosi verso il generalissimo avversario. Lo avrebbero tenuto occupato abbastanza da permettere alla seconda salva di planare sul villaggio avversario.

    - È il suo momento Tenente Scoiattolo! -

     
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    Ha spostato l'intero villaggio? BRILLANTE! Esultava il tizio, sinceramente colpito dalle tue azioni, anche se doveva ammettere che il tuo ballo non gli era decisamente congeniale...ma dopotutto chi era lui per criticare?

    Gli scoiattolo per aria raggiunsero il cacciatore volante, che cercò invano di levarsi di dosso le creaturine di carta, come se fossero un fastidio, ma senza subire un vero e proprio danno. Tuttavia venne distratto a sufficienza per permettere la seconda salva di assalti, e mentre altri Scoiattoli prendevano il volo, la gente nel villaggio nemico scappava, mimando assoluta disperazione. Uhn? Mi sono distratto di nuovo!

    Gli scoiattoli stavano per atterrare, quando il tizio schioccò le dita. Ma non basta a vincere, ragazzino. Dal terreno si sollevarono numerosi fogli di carta, che senza assumere una forma precisa andarono a imprigionare ogni singola figurina volante tra quelle che minacciavano il villaggio, compattandole poi in una singola sfera fluttuante. Prigione Cartacea. Eccellente per fermare gli scocciatori, proprio come i tuoi ridicoli scoiattoli.

    E non è finita!
    Sollevò una mano e la sfera si aprì come un'uovo, liberando una maestosa fenice di carta rossa. Dai nemici sconfitti sorge la Regina Fenice! Con un potente stridìo l'animale prese il volo contro il tuo villaggio, volando rasente al suolo. In alto il cacciatore si convertì a sua volta in una sfera, inglobando i tuoi scoiattoli e generando a sua volta un mitico uccello di carta, che immediatamente si gettò in picchiata sul suo simile.

    All'impatto la carta si divise e piegò, fino a generare una Fenice più grossa e con addosso un'armatura da battaglia, decorata con sottili strisce rosse. Dal becco aperto partirono almeno cinque o sei "getti di fuoco" fatti in realtà di carta rossa, ma stranamente incandescente (il tuo villaggio avrebbe preso fuoco se colpito). Ed intanto il volo continuava, e se il corpo rosso della fenice era incandescente come le sue fiamme, il suo arrivo sarebbe stato la fine della guerra...nel senso che non sarebbe rimasto niente del tuo villaggio!!

    Così impari a attaccare la mia gente!


    CITAZIONE
    Difenditi dalle "fiamme" di carta, o almeno prova a liberartene se colpiscono.
    Quanto alla fenice, impara a usare la Prigione di Carta per intrappolarla, perchè gli attacchi diretti con costrutti saranno decisamente inutili (prenderebbero fuoco al contatto, ma la prigione no)
    La battaglia continua in questo penultimo post!

    Cerca anche di contrattaccare!

     
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18 replies since 30/8/2010, 23:22   326 views
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