[Corso Genin] Trasporto

Team 4 - Sensei: Drake Jo Ryouji

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  1. The_Drake
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    In Accademia, il ragazzo dai capelli bluastri dentro una stanza, la B-4 per la precisione, accettava l'ennesima missione, stavolta molto semplice: solo per dare una mano a dare il giro e perchè sembrava fosse una cosa abbastanza urgente; Una faccia sorpresa nel ricevere le direttive del viaggio e dell'operato dal messo amministrativo, un ragazzo normale, forse nemmeno ninja.
    Difatti la missione era molto strana, o meglio semplice per l'operatore da portare a termine e anche come background esplicativo: ma i mezzi davano leggermente di strano. Ma ne siete sicuri degli studenti, per portare i 3 rotoli? Ok, che fidarsi e bene, ma se succedesse qualcosa? Almeno un supervisore. Disse con voce tranquilla, lasciando andare il foglio di missione sul tavolo difronte a lui, dove rapido avvenne la replica dell'altro ragazzo. Si ma non si preoccupi, l'Accademia ha piena fiducia che non succederà nulla, poi non sono soli, viaggeranno in gruppo, sono tre: riusciranno sicuramente a scampare da ogni casino! Disse, senza fare una piega e gesticolando alquanto. va bene, va bene! Mi fiderò...ma se succede qualcosa non voglio avere responsabilità... Disse, girando i tacchi e uscendo dal locale, con faccia perplesse e pensierosa: scese la scale per uscire e dirigersi a casa, Konoha, per prepararsi alla sua parte di missione.



    Un mesaggio arrivò ai tre partecipanti alla missione, soprannominata "Trasporto", almeno era il titolo sulla lettere privata ricevuta, una lettera sigillata e che al tocco dei ninja si sarebbe aperta, rilasciando il sigillo sopra inciso.
    Un ninja di Oto, Oniji Zenko, uno di Konoha, Elizabeth Paradise, uno di Suna, Hasegawa Taiki: ognuno di loro ricevette la stessa lettera, ovviamente non sapendo che l'uno o l'altro l'avesse ricevuta, come se fosse personale; Le parole erano poche, ma espletavano benissimo ciò che dovevano affrontare fra qualche giorno.


    CITAZIONE
    Salve,
    l'Accademia l'ha scelta per una missione di grando D, da portare a termina tra una settimana a partire da 3 giorni.
    Si dovrà dirigere in un territorio tra i villaggio di Suna, Konoha e Oto, in terre ancora sotto la giurisdizione dell'ente accademico, ma poco abitate: insieme ad altri 2 ninja, trasportare esattamente 3 rotoli, uno consegnato ad ognuno di questi, lungo un piccolo bosco del loco, partendo dalla zona di partenza citata più in basso, riuscendo a portarli al messo Accademico che finirà la missione.
    La missione è un semplice trasporto informazioni e non dovrebbe riscontrare nessun problema: l'Accademia non garantisce la presenza di pericoli, quindi attenzione!
    Il rotolo è contenuto, sigillato, dentro il sigilloa fine foglio: basterà un quantitativo minimo di chakra per farlo apparire; Attenzione, manomissioni al rotolo stesso, provocheranno gravi conseguenze sul soggetto.

    Infondo al foglio di missione, c'erano indicazioni per il viaggio, una mappa per trovare il bosco partendo dalle rispettive città, e un sigillo da dove sarebbe comparso il rotolo, solo se seguito il procedimento; Il suddetto era un semplice foglio di pergamena, ben arrotolato e sigillato da uno stampo in cera, con strani simboli tutti attorno.
    I ninja avrebbero avuto pochi giorni per dirigersi nel loco, trovare il bosco e gli altri 2 partecipanti alla missione per poi partire: i rotoli dovevano arrivare sani e salvi tutti insieme, insieme ai loro portatori.


    [Foresta di Inizio Missione]


    La missione aveva inizio dopo i suddetti 3 giorni, davanti al'entrata di una grossa foresta, che agli occhi di normali persona s'estendava per miglia, abbastanza grande da nascondere un'intero paese; Le strade si univano dopo un piccolo incrocio a quattro, strade che provenivano dai rispettivi quattro villaggi, anche se Kiri non era immischiata quella volta.
    Prima di seguire il sentiero fin dentro le fronde alte degli alberi, c'era un piccolo chiosco, abbastanza rtiginale e normale, con dentro un signore, dall'aria stramba, che non faceva altro che cucinare qualche ciotola di ramen o involtini di riso e prepararli lungo la tavolata principale, pronto ad essere serviti ai possibili clienti: alle volte lo si sentiva fischiettare e sbattere pentole a destra e sinistra.


    image


    I ninja, sapevano dove dirigersi, sapevano che fare: le loro azioni da quel momento in poi sarebbero state tutte legate dalla loro capacità di gestire ogni evenienza, dimostrando o meno capacità intellettive e fisiche; Era pur sempre una prima missione per quegli studenti.
    Ogni azione, gli avrebbe portati alla vittoria o alla morte: i giochi iniziavano.



    SPOILER (click to view)
    Ok, ragazzi: la missione è partita, descrivete il viaggio e il momento in cui ricevete la lettera...ricordate che qui verrete valutati per il corso Genin e quindi il passaggio di grado.
    Fate del vostro meglio e giocate per divertirvi e imparare!

     
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  2. 'Elizabeth'
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    Post Primo
    E allora, trasportiamolo!


    Era ormai passato parecchio tempo da quando la mia richiesta di adesione ad un team genin era stata inviata, sapevo che da un momento all'altro quell'inevitabile sentenza che avrebbe decretato lo svolgersi di tutte le mie speranze, finalmente, si sarebbe compiuta.
    Ero dentro casa mia, ancora nel letto e con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Una tiepida luce penetrava dalla finestre e di scorcio passava sul mio viso.
    I miei occhi scuri erano leggermente socchiusi, riflettevano ed immaginavano quelle persone che nei giorni addietro avevano incontrato, portandole una ad una alla memoria.
    Ero felice di aver trovato un posto così accogliente, ma non riuscivo veramente a credere che finalmente avevo compiuto un passo così importante come quello dell'iscrizione in accademia.

    Mi alzai con lentezza, passando poi in rassegna vicino al tavolo, notando il solito diamine di casino che avevo lasciato la sera prima.
    Era veramente impossibile riuscire a stabilire un po' di ordine lì dentro.. poi tra la missione che avevo affrontato, l'incontro di Shay e Kensuke, il tempo per dormire o svolgere le mie normali mansioni di amministrazione nel piccolo buco si era ridotto a zero.
    Raccolsi con cura i panni e li buttai nella vasca, scrivendomi un promemoria: li avrei lavati.
    Si, come no.
    Mi cambiai, con l'ultimo paio di vestiti rimasti e uscii dopo essermi data una lavata in particolare ai capelli.
    Adoravo quella brezza così fresca che tirava nei pressi del boschetto attorno la mia abitazione la mattina presto.
    Passai lungo le sponde del ruscello, sfiorando con le mani il suo corso, increspandone l'andare.
    Cominciai a risalirlo come facevo tutte le mattine, camminando adagio tra gli alberi e guardando il sole sorgere sempre più in alto.
    E proprio mentre il calore del disco celeste investiva il mio corpo e mi donava nuova forza, raggiunsi la fonte, da cui bevvi unendo le mani.

    ° Non c'è nulla di più puro di questo.. °

    Dissi fra me e me mentre alzavo lo sguardo al cielo. Le mie labbra appena bagnate si accesero di un rosso fuoco intenso, illuminato dai raggi solari. Con passo cadenzato cominciai la mia discesa, era ancora molto presto e quando giunsi nella mia casa non potevo davvero aspettarmi quello che di li a poco avrei trovato.
    Aprii la porta, posai il Tanto che avevo legato ancora alla cinta della gonna sulla sedia e feci per appoggiarmi sul letto quando, improvvisamente, vidi che mi era sfuggito qualcosa sul tavolino.
    Mi girai di scatto e notai la lettera.
    Mi avvicinai incuriosita, sfiorandola e prendondola fra le mani.
    Detto fatto, il sigillo venne rilasciato ed essa si aprii mostrando il contenuto.

    Passai in rassegna gli occhi su ogni singola parola che vi era scritta mentre sul mio volto si dipingeva un ampio sorriso.
    Era giunto il momento.
    Lasciai cadere la lettera prima ancora di finire di leggerla e corsi al bagno, lavai tutti i panni nella vasca in un istante e corsi fuori ad appenderli.
    Lasciai che il sole e il vento facessero il loro dovere mentre io mi ributtavo dentro l'abitazione.

    Indossai la mini gonna nera, tenuta su dalle brettelle che cingevano le mie spalle e si stagliavano contro il fondo bianco della canottiera a vita media che portavo.
    Equipaggiai i miei due coltelli, Tanto e Kaiken ai lati della cintura e riposi ogni strumento nelle apposite tasche.
    Evitai di fasciarmi gli arti, era ancora troppo presto.
    Riposi tutto il necessario nello zainetto, e, appena pronta, lasciai lo spazio solo per qualche cambio.

    Impugnai nuovamente la lettera.
    Avevo tre giorni per recarmi dove era indicato, ovvero al limite di un bosco, da dove la mia missione sarebbe presto cominciata.
    Feci come era scritto e applicai una leggera fonte di chakra [1/4 di basso] sul sigillo a fine foglio e mi ritrovai il rotolo fra le mani. Lo riposi nello zainetto, in una tasca a parte affinché non si confondesse, strappasse, o altro.

    Fatto questo uscii nuovamente, chiusi la casa e presi qualche ricambio da quelli che avevo appeso. A questo punto partii.


    [1° Giorno]

    Passai velocemente lungo Konoha, quasi correndo, per ritrovarmi presto innanzi al Gate principale.
    Senza che dovessi dire nulla le porte vennero aperte e io, con attenzione cercai lo sguardo di una in particolare delle guardie lassù, quello di Drake, che avevo conosciuto al mio primo arrivo.
    Ma non era presente, non me ne feci un problema, mi sarebbe piaciuto vedere la stessa persona anche nella mia prima uscita dalla città del paese del Fuoco.

    Passai per il boschetto che proprio durante quel primo approccio al villaggio mi aveva tanto messo in difficoltà da farmi addirittura perdere. Questa volta però, perlomeno, il tempo non minacciava pioggia, anzi era insolitamente radioso.
    Appoggiai quindi i piedi su un grande sterrato che, secondo la mappa mi avrebbe portato alla mia prima destinazione e nel frattempo passai in rassegna alcuni dei miei pensieri.

    Sapevo bene che di tempo ne era passato molto ma, con le gambe che piano producevano un passo alla volta, mi sembrava ancora di essere la stessa, solita Elizabeth di sempre.
    Per quanto avessi fatto così tante nuove conoscenze, per quanto avessi sviluppato così tanta vita in così poco tempo dentro un luogo che infondo ancora conoscevo appena, sentivo che dentro il mio cuore nulla era stato a cambiare.

    Davanti allo spettacolo dei fiori e degli alberi piu belli che avessi mai visto ripensai alla mia vecchia casa.
    Pensai a quell'immensa catena di monti che la circondava ed al loro continuo essere infestati da mostri.
    Ricordai come, nonostante tante ostilità, quella volta da bimba decisi comunque di spingermi oltre il limite datomi, passando da una grotta all'altra, da un cunicolo sotto, dentro ad un altro cunicolo, e così via, per tutta la mia crescita fino a diventare un'adulta, capace di disegnare a memoria la mappa di quell'immenso formichiere.

    Ma non era tutto.
    Il ricordo delle persone più care ancora stringeva il mio cuore, e in quegli istanti così lunghi, mentre percorrevo ancora una volta quel cammino così incerto, ascoltai le loro voci, le loro parole piene d'affetto.. e mi resi conto di quanto mi mancassero.
    Per quanto una si sforzi, per quanto impegno ci si metta... ci sono cose che quando siamo soli escono allo scoperto e nulla e nessuno può ricacciare da dove sono venute.
    Sono la nostra vita.

    Accellerai il passo nell'ultimo pomeriggio finché non fu sera.
    Mi accampai vicino ad un laghetto, a dire il vero sembrava più uno stagno.. ma ugualmente bello. I giochi della luna sull'acqua erano qualcosa di meraviglioso e persi non pochi minuti ad osservarli mentre con la mano accarezzavo l'erba, mettendomi, infine, a dormire.


    [2° Giorno]

    Mi svegliai quando il sole sfiorò il mio viso. Mi rigirai alcune volte prima di tirarmi su, ripiegai le coperte che mi ero portata e le riposi nello zaino. Mi sciacquai il viso con l'acqua del laghetto, limpida come non avrei mai immaginato dalla sera prima che ancora il buio ne avvolgeva i contorni più segreti.

    Una volta pronta mi avviai, questa volta avrei camminato attraversando qualche villaggio, attraverso una mulattiera che mi avrebbe portato all'ultimo punto dove avrei sostato.
    Cominciavo e sentire l'emozione per l'imminente incontro con i miei compagni ma feci di tutto per cercare di restare calma, almeno il giorno prima.
    Mentre camminavo ogni tanto incontravo qualche carro o mercante, a volte anche scortati, che mi salutavano con gentili inchini o si levavano il cappello.
    Sembrava di vivere un sogno.
    Almeno, per la mattina.
    Il pomeriggio sarebbe stato molto diverso.

    Dovevo attraversare un piccolo bosco, non ne intravedevo la fine ne sentieri particolarmente designati, ad eccetto uno che mi fu indicato da un ragazzino appartenente al modesto villaggio situato lì vicino.


    "E' quello che devo seguire?"
    Gli chiesi indicando un'apertura nella palizzata di alberi e sassi che mi trovavo davanti.
    "Si, esatto, è tutto dritto quindi non ti puoi perdere..."
    Mi disse abbassando gli occhi, mi sembrava di metterlo a disagio, per questo mi piegai sulle ginocchia, portando il volto alla sua altezza e guardando nella sua direzione.
    "Non è tanto vero? Preferisco gli spazi aperti sai.."
    Dissi quasi confidandomi con lui.
    "No no, uscirai presto, neanche un'ora... però..."
    Quell'ultima nota mi fece improvvisamente preoccupare.
    "A volte in questa foresta i nostri genitori vanno a cacciare le bestie selvatiche, ma non è così sicuro da loro.. cerca di fare in fretta..."
    Strinsi i denti per un attimo, poi sciogliendomi in un sorriso per rassicurarlo.
    "Va bene, grazie mille, ci vediamo al mio ritorno va bene..."
    Non mi veniva il nome.
    "Kyo... Kyo vero?"
    Il ragazzo accennò con uno sguardo ed io lo salutai insieme alla sua famiglia mentre entravo nella fessura che presto si trasformò in un lungo sentiero in cui la luce filtrava solo dalle fronde degli alberi.
    "Diamoci una mossa.."
    Conclusi fra me e me.

    Presi a camminare abbastanza velocemente, ed inizialmente mi sembrò non esserci pericolo, fino a quando, in lontananza, sentii un rumore di legna che si spezzava.
    Mi dissi che non era nulla.
    Ma rimbombò ancora nell'aria quel suono e arrivò fino alle mie orecchie.
    Accellerai il passo fino a che mi ritrovai davanti un grande albero caduto.
    Cominciai ad arrampicarmi per oltrepassarlo, bastarono pochi istanti.
    Questa volta sentii il rumore dalla parte opposta e mi spaventai, l'uscita era a poche decine di metri.
    Cominciai a correre fino a ritrovarmi fuori.
    Con mio immenso stupore vidi una folla di uomini fuori tutti vestiti allo stesso modo.

    "Non ci posso credere!"

    Mi venne da ridere, era una combriccola di boscaioli che erano venuti lì dal villaggio successivo alla foresta e stavano facendo solo della legna per l'inverno, così che si potesse seccare adeguatamente quando sarebbe stata l'ora.
    Parlai con uno di loro che mi spiego che i rumori non erano altro che i suoi compagni al lavoro e, seppur avessero incontrato le bestie di cui gli parlai, avevano presto fatto dietro-front vedendo l'elevato numero di uomini che avevano davanti.
    Mi feci indicare un posto dove riposare, entrai nella locanda e vi rimasi, anche per quel giorno era finita.


    [Terzo Giorno]

    Finalmente era giunto l'ultimo giorno.
    La strada da fare era rimasta pochissima e per questo mi presi la liberà di dormire un poco di più affinché fossi in piene forze per quello che mi aspettava.

    Una volta pronta mi avviai lungo un sentiero che mi condusse prima su di una leggera collinetta e poi giù, fino ad un immenso bosco di cui non riuscivo neanche dall'alto a carpirne la fine.
    Controllai nel mio zainetto la presenza del rotolo, e, per fortuna, era tutto apposto come speravo.
    Una volta giunta all'entrata, la prima cosa che notai fu un chiosco, completamente immerso nel verde, senza un ma né un perché.
    Non mi posi, per il momento dubbi e aspettai l'arrivo degli altri.

    « Salve a tutti, io sono Elizabeth!
    Vengo da Konoha.
    Piacere di conoscervi, voi siete? »


    Avrei detto una volta che tutti fossero stati presenti.
    I miei occhi li avrebbero guardati con dolcezza, quasi volessi in tutti i modi suscitare la loro amicizia.
    Eravamo un team, litigare sarebbe stato solo controproducente.

    image

    Una volta fatte le presentazioni avrei deciso di agire in questo modo.
    Mi sarei diretta dall'uomo al chiosco, chiedendo il permesso ai miei compagni.

    « Informiamoci, quel tizio avrà pur qualcosa di interessante da dirci.
    Per aver ragione a starsene qui senza motivo... »
    Mi sarei così avvicinata, se i miei compagni mi avessero dato l'ok, al rappresentante del chiosco e avrei chiesto, con fare molto seducente.
    « Salve e buona giornata signore!
    Percaso sa dirmi qualcosa su questo bosco?
    Ne sono molto attirata, è veramente immenso non crede? »

     
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  3. Kruzx
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    *Pensato*
    -Parlato-



    Il sole mattutino aveva iniziato ad illuminare da poche ore Suna dando vita nuovamente, a quel mare di sabbia chiamato deserto. Hasegawa, era sveglio da diverse ore, ed aveva già estratto il rotolo e letto la lettera, che gli era stata recapitata.


    *Finalmente l'accademia ha risposto alla mia richiesta d'adesione al corso per diventare genin, era ora!! Ad ogni modo, no posso di certo partire a stomaco vuoto, necessito di un abbondante colazione prima del viaggio.*


    Fece una ricca colazione, a base di dango, il suo piatto preferito, successivamente si lavò, si vestì e prese il suo equipaggiamento, controllando che il fodero del suo fido dadao fosse saldamente legato al suo corpo e che la mano potesse raggiungere con facilità l'elsa, posizionata all'altezza della sua spalla destra; controllò di aver preso tutti i kunai, infine posizionò il rotolo nello zaino ed uscì di casa.


    *Perfetto, sono pronto a partire!!*


    La giornata era splendida, il cielo con il suo colore azzurro chiaro donava un grande senso di serenità, ed una legera brezza rendeva l'atmosfera decisamente piacevole.
    Hasegawa s'incamminò e grazie al suo passo svelto raggiunse i cancelli del villaggio in poco tempo. Dopo una breve pausa davanti ai cancelli, per guardare dalla mappa la direzione da prendere per il punto d'incontro, riprese la marcia.





    Viaggio: 1° Giorno

    Il primo giorno di viaggio era quasi concluso, Hasegawa aveva percorso molta strada, avrebbe voluto continuare, ma essendo calata la sera, saggiamente optò per accamparsi in una piccola ed arida radura.
    Raccolse un pò di rami secchi da qualche arbusto presente, e con il suo accendino accese un fuoco; dopo di che iniziò a mangiare vicino ad esso, e potendosi finalmente rilassare un pò si abbandonò ai pensieri. Quella mattina, per non perdere tempo era partito subito, senza poter riflettere molto sul fatto di essere stato finalmente convocato dall'accademia.




    *Da tempo aspettavo questo momento, nonostante la stancante camminata, sono entusiata. Chissà chi saranno gli altri due membri del team, speriamo si tratti di gente avente un cervello funzionante, e che non si tratti di zucconi arroganti; ad ogni modo lo saprò solo tra due giorni, ora devo dormire, ho bisogno di riprendere le energie.*


    Sforzandosi di non pensare, Hasegawa decise di riposare, per essere carico per il giorno dopo.



    Viaggio: 2° Giorno

    Hasegawa si svegliò alle prime luci del mattino, e ci mise poco a prepararsi per ripartire, controllando la mappa per essere sicuro di essere diretto nella giusta direzione, ed ovviamente accertandosi di avere ancora il rotolo nello zaino.
    Durante la marcia notò che più si avvicinava al punto d'incontro, più i territori diventavano verdeggianti e meno aridi, e non gli dispiaceva poter osservare nuovi paesaggi, cosi differenti da quelli desertici di Suna.
    Durante la giornata, nella sua mente s'intrufolò un pensiero.



    *Devo provare ad osservare in giro, se queste zone sono infestate da banditi, forse rischio di incontrarli, in quel caso riuscirei a sapere il loro numero e dispiegamento di forze.*


    Nonostante la sua intuizione fosse corretta, Hasegawa non incontrò nessuno, ne fu disturbato durante la notte da nessuno.



    Viaggio: 3° Giorno

    Hasegawa si svegliò in concomitanza con l'alba, e dopo i soliti controlli allo zaino ed alla mappa, riprese la marcia, per arrivare più in fretta possibile al punto d'incontro.
    Alla fine, dopo varie ore giunse nel posto designato, riconobbe il chioschetto come punto di riferimento, ed infatti era presente già una ninja di Konoha, e poco dopo arrivò anche l'altro shinobi del team.
    Una volta che tutti e tre furono presenti, la ragazza fu la prima a parlare:


    CITAZIONE
    « Salve a tutti, io sono Elizabeth!
    Vengo da Konoha.
    Piacere di conoscervi, voi siete? »

    Hasegawa accennando un sorriso, forse un pò forzatamente, rispose:

    - Piacere mio, sono Hasegawa Taiki e vengo da Suna. -



    * Però, carina la ragazza, ha un aria famigliare. *


    Dopo aver parlato, rivolse lo sguardo verso l'altro shinobi, in attesa della sua presentazione.
     
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    Parlato da altri, parlato da Oniji, pensato, flashback


    Nessuna Ambizione?
    Capitolo VII



    Ormai erano passati quattro mesi; quattro lunghi mesi. Certe cose non si dimenticano in così poco tempo, certe cose non si dimenticano mai...
    In quella casa non entrava più nessuno del villaggio, fatta eccezione per chi non ci è mai uscito. Le finestre erano chiuse e sbarrate utilizzando legni trovati sul momento, la porta era nera e logora e risaltava un'insolita buca per lettere tutta circondata di graffi e spaccature che impedivano il suo corretto utilizzo. La gente al villaggio sapeva che c'era ancora una vita all'interno, sapevano le promesse fatte, sapevano che non le poteva mantenere.
    Lì dentro, da quattro mesi, si viveva una vita dolorosa e monotona: la sveglia quasi sempre al solito orario, nessuna colazione, la consueta e fondamentale caccia ai topi per avere qualche provvista in più, il pranzo, l'analisi dei quadri sparsi per le pareti, puntuali e spietati momenti d'ira, cena, lunghi momenti di silenzio, letto.
    Era sera, il giovane aveva cenato e finito di lavare i piatti quando venne attratto da dei fitti e fastidiosi rumori provenienti dal soggiorno. « Stupidi topi. Farò meglio a trattenermi se non voglio finire anche quelli. » Dopo una manciata di minuti i rumori cessarono e il ragazzo poté abbandonarsi ai silenzi della notte per poi coricarsi. Non era la prima volta che dei ratti riuscissero a trovare un varco dalla cantina ed  entrare in casa, ma ciò non sembrava infastidire il ragazzo, anzi, ne traeva conforto: non era stato lasciato poi così solo.
    L'indomani si svegliò alla solita ora di sempre, con lo stesso identico umore di quattro mesi fa e con una gran fame, ma sapendo di non poter fare colazione per non esaurire brevemente le scarse scorte di cibo. Stava per cedere alla tentazione di mettere qualcosa sotto i denti ma improvvisamente gli stessi strani rumori della sera precedente si fecero risentire, stavolta sembravano più ostinati e più fitti. Il ragazzo stava immobile, impassibile aspettando che anche questa volta i rumori cessassero, ma ad ogni minuto che passava aumentava la loro intesità. Il giovane diveniva sempre più frustrato ed insofferente, quindi decise di andare di persona e sistemare una volta per tutte quei dannati ratti. Arrivato in soggiorno si accorse che non era presente nessun ratto, forse erano scappati sentendolo arrivare, ma la cosa che incuteva timore al ragazzo era che i rumori non erano cessati, ne sembravano essersi spostati. Capì a quel punto che provenivano dalla porta come se qualcuno stesse cercando di forzare qualcosa. « Chi diavolo è? In questi mesi non è mai venuto a cercarmi nessuno, cosa vorranno? » Attento a non far rumore si avvicinò alla porta cercando di udire cosa stesse accadendo al di fuori e cercando anche ti capire quante persone erano presenti. Dai rumorosi affanni dovuti allo sforzo che stava compiendo il fantomatico scassinatore, Oniji capì che solo una persona era dietro l'uscio e che quindi non sarebbe stata una così grande minaccia nel caso dovesse affrontarlo. Preso un pò di coraggio pronunciò le classiche parole: « C-Chi è? » Il fastidioso rumore iniziò a calare e calare fino ad estinguersi... « Ho una lettera proveniente dall'Accademia per Oniji Zenko, è per caso in casa, signore? » Disse una voce che sembrava gradevole e rispettosa. « Mmh.. Dunque eri tu anche ieri sera, giusto? » Ormai il ragazzo era certo che non sarebbe stata una minaccia, ma era incuriosito che l'Accademia lo avesse cercato dopo quello che è successo quattro mesi fa. « Si, signore, posso entrare? Il buco per le lettere sembra essere ostruito... » Il ragazzo quindi aprì la soglia e si vide comparire davanti un ninja adulto con uno zaino straripante di lettere sulle spalle, doveva essere un ninja esperto incaricato di consegnare lettere importanti e di alta priorità e che devono essere ben difese nel caso qualcuno le volesse rubare. « Ma che cosa?! » Il postino si pietrificò dopo aver visto gli interni della casa: mobili distrutti, pareti semi-pericolanti, chiazze paonazze di sangue, ma la cosa che lo fece tremare di più fu una scritta fatta di sangue su un muro portante della struttura, vi era scritto:

    "Nessun sentimento, nessuna ambizione finchè non avrò raggiunto la mia redenzione"


    Notando l'esitazione e dove puntava lo sguardo del ninja il ragazzo rispose freddamente: « Poetiche, non trovi? Comunque cos'era che mi volevi consegnare? » Il ninja ebbe un attimo di esitazione poi si ricompose e cosegnò la lettera a Oniji. In un attimo il ragazzo la aprì e lesse il suo contenuto:
    CITAZIONE
    Salve,
    l'Accademia l'ha scelta per una missione di grando D, da portare a termina tra una settimana a partire da 3 giorni.
    Si dovrà dirigere in un territorio tra i villaggio di Suna, Konoha e Oto, in terre ancora sotto la giurisdizione dell'ente accademico, ma poco abitate: insieme ad altri 2 ninja, trasportare esattamente 3 rotoli, uno consegnato ad ognuno di questi, lungo un piccolo bosco del loco, partendo dalla zona di partenza citata più in basso, riuscendo a portarli al messo Accademico che finirà la missione.
    La missione è un semplice trasporto informazioni e non dovrebbe riscontrare nessun problema: l'Accademia non garantisce la presenza di pericoli, quindi attenzione!
    Il rotolo è contenuto, sigillato, dentro il sigilloa fine foglio: basterà un quantitativo minimo di chakra per farlo apparire; Attenzione, manomissioni al rotolo stesso, provocheranno gravi conseguenze sul soggetto.

    « Interessante, finalmente ho un'opportunità di redimermi... Devo ringraziare l'Accademia per l'interessamento dopo tutto quello che è successo... » « Mi perdoni, ma le consiglio di partire questa mattina stessa, dovrà recarsi nel punto di incontro entro tre giorni, io posso accompagnarla fino alle porte della città, le chiarirò tutto per la strada. » Udite queste parole il ragazzo corse al piano superiore dove prese un ampio zaino e cominciò a riempirlo con tutto l'equipaggiamento necessario di un ninja. Si era procurato armi e provviste, gli abiti erano già quelli giusti e si strinse bene il coprifronte del villaggio di Oto sulla spalla sinistra. Non vedeva l'ora di lasciare quella dannata casa. Si ripresentò dopo una decina di minuti davanti al postino ed insieme lasciarono la casa.
    Per la strada la gente lo osservava attonita e non mancavano i consueti bisbigli di sottofondo che non riuscivano a scalfire l'animo del giovane ninja. « Che strano, penso che tu abbia qualcosa di veramente grave a che fare con questo villaggio... » Il postino non ricevette altro che silenzio. « Passeremo per il cancello ad ovest, va bene? Da lì attraverserai il Bosco dei Sussurri, per evitare che qualcuno ti segua. Ricordati che dopo varcati il cancello ci separeremo e sarai da solo» Il ninja riprese in mano la lettera che li era stata consegnata poco fa, concentrò una piccola quantità di chakra sul dito che premeva sul sigillo e così apparì l'oggetto relativo alla missione: sembrava una semplice pergamena, ma Oniji decise di metterla in una tasca interna del suo cappotto per sicurezza.
    Arrivati al cancello situato a ovest il postino donò una seconda mappa al ragazzo. « So che non è molto ma secondo me ti aiuterà: contiene lo schema interno del Bosco dei Sussurri a seconda dei punti chiave che sono stati segnalati, nel caso ti dovessi perdere. Ora ci dobbiamo lasciare, ho altri incarichi importanti da compiere. Addio e buona fortuna! » Il giovane ninja rimase per un momento sbigottito da tanta gentilezza nei suoi confronti e non sapendo come si rispondeva in questi casi si limitò ad augurare buona fortuna anche al postino. Terminati i saluti Oniji vide lo shinobi allontanarsi velocemente verso ignote direzioni. Tenendo lo sguardo fisso all'orizzonte cominciò ad incamminarsi verso la sua prima metà: il Bosco dei Sussurri.
    Dopo ore di cammino si poteva già intravedere la fitta e oscura foresta, con alberi alti e rubosti che impedivano di vedere cosa ci fosse dall'altra parte. Oniji decise di non accamparsi proprio al suo interno per non correre rischi di qualche animale selvatico, si limitò quindi ad addentrasi solo in una minima parte. Accese un falò, lo scoppiettio del legno era leggermente udibile, il silenzio aleggiava nell'aria e il ninja capì bene cosa volesse dire sentirsi in pace.
    « Ci dispiace Oniji, sei stato il nostro unico e amato figlio, ma se dobbiamo farlo, ci sarà un motivo... » Il quel momento erano udibili solo urla strazianti e di dolore mentre le pareti si dipingevano di sangue...
    Gli occhi del giovane erano vuoti, assenti, come se fosse caduto in uno stato vegetativo. Li ci volle molto prima di riprendersi, quando lo fece si accorse che era molto tardi ed era tempo di cenare ed andare subito a dormire.
    Si destò all'alba per non perdere altro tempo e cominciò a mangiare un pezzo di pane mentre si avventurava in quella che, per il ragazzo più che un'oscura foresta sembrava il paradiso terrestre. L'acqua era limpida, le foglie verdi e tutta quella tranquillità obbligava a sentirsi a proprio agio al suo interno. Oniji approfittava di quei momenti di pace per perdersi nei suoi pensieri più profondi dove nemmeno lui aveva osato entrarvi.
    Aveva già camminato per molte ore seguendo i vari punti di riferimento nella mappa che gli era stata donata, ma ancora non aveva raggiunto un qualcosa che poteva assomigliare ad un'uscita. « Non devo assolutamente passare un'altra notte qui, anche se mi piacerebbe, devo trovare un'uscita e raggiungere il punto di ritrovo della missione! » In un men che non si dica calò il sole e Oniji si ritrovò nuovamente solo nell'oscurità, ma non poteva fermarsi nuovamente a riposare era già passato un giorno, fermarsi equivaleva ad arrivare con minimo un giorno di ritardo e questo non doveva permetterselo. Camminava e camminava nell'oscurità che con il passare delle ore diventava sempre più buia, ma non poteva mollare; passo dopo passo i suoi occhi si chiudevano sempre di più, cercava di farli stare aperti ma non ci riusciva, dovette cedere alle tenebre e farsi accogliere nel suo rassicurante abbraccio.
    La mattina seguente lo shinobi venne svegliato da un rumore che all'interno della foresta non gli era stato possibile udire: il vento. Subito spalancò gli occhi e un sorriso colmo di gioia gli riempì la faccia, era riuscito ad uscire dal Bosco dei Sussurri. Non li ci volle molto per rimettersi sulla strada che era segnata sulla mappa e con il cuore pieno di gioia ma anche di malinconia per aver lasciato quel luogo così pacifico, si mise a correre per la strada, che sembrava deserta, verso il punto di ritrovo. Ormai era molto vicino e decise di rallentare il passo per non sprecare troppe energie...
    « Signor Zenko, come capo famiglia spetta a lei. La morte del ragazzo spalancherà le vie della redenzione per la vostra famiglia. Abbiate coraggio. »
    Altri ricordi affioravano nei pensieri del ragazzo trasmettendoli timore e rabbia, ma non impedendoli di proseguire.
    Dopo poche ore camminando il ninja giunse al punto di ritrovo dove erano già presenti quelli che dovevano essere i suoi "compagni di squadra" citati nella lettera ricevuta.
    « Salve a tutti, io sono Elizabeth! Vengo da Konoha. Piacere di conoscervi, voi siete? » Disse la ragazza. Prontamente ricevette una risposta dall'altro ninja. « Piacere mio, sono Hasegawa Taiki e vengo da Suna. » Oniji non si era del tutto ripreso dai suoi pensieri e senza pensarci due volte rispose in malo modo: « Se quello che vi aspettate da me è una presentazione cordiale e felice, non illudetevi. Vi basterà sapere che io vengo da Oto e che non voglio divulgare niente sul mio conto! »
     
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  5. The_Drake
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    L'uomo, alle parole della donna che gli si presentò davanti, subito fece seguire un balzo verso il bancone, prendendo in mano una scodella di ramen.
    Sembrava più una scimmia che un cuoco, considerando che giocattolava con i colettli come fossero matite, e le scodelle di ramen, passate di man in mano, non lo sporavano minimamente: era abile nel suo lavoro, fin troppo. Oh ma prima delle domanda perchè non compri una delle mie specialità!? Il miglior ramen del paese, te lo posso garantire! Sembrava divertito e dall'aria spensierata. La foresta dici? Enorme non è vero!? Quasi come la fortuna che possiedo ad aver trovato questo posto per accamparmi! Un posto strategico per le vendite... Disse, divertito, lanciando un coltelli diretto contro il muro, quasi per sbaglio: aveva ucciso una cavalletta che si era intrufolata. Beh, della foresta in generale non cè nulla da sapere: circonda la via che l'attraversa...molte volte si è fortunati e non si trovano pericolo, altre no...alla fine siamo in un mondo di ladri e furbi, gli approfittatori esistono sempre! Finì, facendo passare la scodella di ramen sotto il naso della giovane, quasi a volerla attirare con il buon profumo.

    Poi, quasi disinteressandosi della ragazza, urlò verso i due ragazzi ancora in mezzo alla strada: cercando d'attirarli verso il bancone, quasi volesse ammaliarli con il profumo del suo cibo; La scenetta di un'uomo che cercando di spostare il vapore con un ventaglio, per muoverlo verso delle persone, era davvero pessimo. Forza ragazzi, avvicinatevi: sarete stanchi! E anche se non lo siete, nulla vi vieta di fare uno spuntino con una bella ciotola di riso...o deliziarvi con qualche polpetta! Forza... Ridicola scena.
    Se si fossero tutti diretti al bancone, il cuoco, poggiando le mani al bancone, prima prendendo ordinazioni e controllando d'esser pagato: iniziò a far domande ai tre studenti, che comunque agli occhi d'altri, apparivano come semplici persone, considerando che il coprifronte veniva dato solo al grado Genin.


    Siete compagni di viaggio? Eh? Da quello che mi par di capire siete diretti oltre la foresta...se posso chiedervelo, come mai?
    Forza, al caro vecchio Jijin, potete dirlo...sembrate davvero una bella combricola di avventurieri! Ah, maledizione, quando vorrei spostarmi anche io fare la vita spensierata.
    Allora, vi hanno tagliato la lingua? Un pò di conversazione vi farà bene mentre mangiate!


    Che gli avessero risposto o meno erano problemi del trio: fattosta che il gruppo doveva ancora entrare dentro quel passaggio tra alberi, bosco; Avevano ancora quattro giorni davanti a loro e alla destinazione: raccogliere informazioni, però faceva parte di questa.
    Infatti, l'Accademia aveva dato il punto della mappa dove dovevano trovarsi, ma non la strada da prendere dentro quella via alberata.

    Se, almeno uno del trio avesse risposto ad una qualsiasi domanda, dell'uomo sul bancone, il suo viso sarebbe mutato in serio e avrebbe iniziato a squadrare l'interlocutore.
    Lanciò rapido i coltelli sul bancone, spostando le cose da mangiare, per poi davanti a tutti comporre un semplice sigillo, forse qualcuno dei presenti lo conosceva: l'aspetto dell'uomo pazzo, si sarebbe trasformato, dopo una nuvola di fumo, in un ninja, coprifronte del villaggio di Kiri, portato lungo la cintura.


    image


    Maledizione, siete in missione Accademica: dei veri ninja non si fanno scappare delle informazioni da commensali da quattro soldi.
    Mai ripetere questo errore, dato che non si può mai sapere chi si ha difronte, tutti hanno una doppia faccia.
    Comunque, se vi state chiedendo chi sono: il mio nome è Jijin Ryolu, Genin di Kiri, incaricato di scortarvi oltre il bosco che abbia qua davanti.


    Uscì dal bancone, senza problemi, mostrando i suoi abiti completi: sembrava non aver armi con se, apparenti almeno, un kimono lungo azzurro e un corpo gracile.
    Fece cenno di seguirlo appena fuori dal locale, dove potè iniziare la camminata verso la via che conduceva al bosco. E' ovvio che sarò il capogruppo di questa missione: ora seguitemi senza far troppe domande, il viaggio inizia. Non preoccupatevi per la locanda, il vero proprietario è nel retro, si sveglierà a momenti. Disse, senza farsi troppi problemi. I nomi li sò già, non servono presentazioni. Forza, ci attende un lungo cammino. Disse, rivolgendo un sorriso a tutti: per qualche breve momento, tornando serio subito dopo.



    Se nessuno, avesse risposto direttamente alle domande del locandiere, la scena sarebbe stata identica, solo senza ramanzina da parte del Genin, inviato dall'accademia.
    Ora avevano una scorta, che dalla sicurezza che dimostrava, sembrava saper benissimo dove e come arrivare dall'altra parte del bosco, almeno apparentemente; Anche se non era tutto, finito. Statemi vicini e attenti, in missione non si può mai sapere che succede: ciò che portate deve rimanere segreto e ben protetto. Un'avvertimento, l'ultimo, prima di entrare nella via.
    Il gruppo avrebbe potuto fargli tranquillamente domande, avrebbe potuto disporsi come meglio credeva: la loro vita era nelle loro mani e senza ordini avevano carta bianca.


     
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  6. Kruzx
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    Hasegawa rimase in mezzo alla strada con il ninja di Oto, osservando prima Elizabeth dirigersi vecchio il chiosco, e parlare al venditore, poi lanciando qualche occhiata allo shinobi di Oto, per tornare infine ad osservare la ragazza.



    *Certo che questo tizio di Oto, Onji... Oniji, o come diavolo si chiama, non ricordo il nome scritto sulla lettera, non sembra che abbia afferrato il significato di spirito di squadra, speriamo almeno che non ciò non si riveli un problema.*





    I suoi pensieri furono interrotti dal vecchio venditore che rivolto in quella direzione, stava urlando ai due ninja.

    CITAZIONE
    « Forza ragazzi, avvicinatevi: sarete stanchi! E anche se non lo siete, nulla vi vieta di fare uno spuntino con una bella ciotola di riso...o deliziarvi con qualche polpetta! Forza... »

    Hasegawa si voltò verso Oniji, facendogli cenno di dirigersi verso il chiosco, per poi andare verso il piccolo locale, senza curarsi di essere seguito o meno, dallo shinobi di Oto. Una volta giunto a destinazione, potè assistere ad una serie di domande da parte dell'uomo al bancone.

    CITAZIONE
    « Siete compagni di viaggio? Eh? Da quello che mi par di capire siete diretti oltre la foresta...se posso chiedervelo, come mai?
    Forza, al caro vecchio Jijin, potete dirlo...sembrate davvero una bella combricola di avventurieri! Ah, maledizione, quando vorrei spostarmi anche io fare la vita spensierata.
    Allora, vi hanno tagliato la lingua? Un pò di conversazione vi farà bene mentre mangiate! »

    *Questo tipo è davvero irritante, non la finisce più di parlare, i suoi clienti abituali saranno sordi evidentemente.*



    Hasegawa ignorò le domande dell'uomo, essendo quasi seccato dal continuo parlare di questo.
    Indipendentemente dalla reazione dei compagni alle domande dell'uomo, e dopo che il Genin si fu rivelato e presentato, avrebbe risposto:




    - Spero tu sia bravo a guidare una squadra, al pari di come interpreti vecchi cuochi logorroici.-

    Fece una breve pausa e riprese.

    -Se siete tutti d'accordo, proporrei di posizionarci in tale modo:
    Il Genin di Kiri, in testa, dato che deve guidarci; due di noi disposti ai lati, uno a destra ed uno a sinistra, infine l'ultimo di noi, posizionato centralmente in fondo alla formazione. In questo modo ognuno dovrebbe preoccuparsi di controllare un solo lato, rendendo il controllo stesso più efficiente.-




    *E' un piano elaborato al volo, ma spero possa funzionare, alla fine i nostri avversari dovrebbero essere comuni briganti e non shinobi; chissà che ne pensa il Genin.*








     
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  7. 'Elizabeth'
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    Post Secondo
    Undisclosed Desires


    Arrivato il secondo ragazzo lo riconobbi subito, conoscevo che tipo di persona era perché seppur poco eravamo riusciti a socializzare durante una breve missione che ci era stata affidata qualche settimana prima da parte del villaggio.
    Sapevo che di lui mi sarei potuta fidare.
    Una volta che ci fummo presentati feci ciò che avevo comunicato agli altri, non senza prima passare in rassegna l'ultimo di noi tre che era giunto all'appuntamento.
    Per quanto il Sunese pareva più che cordiale e, a dire il vero, anche garbato negli atteggiamenti.. il ragazzo di Oto aveva chiaramente qualcosa contro di noi.
    Lasciai passare, salutandolo giusto con lo sguardo così come avrebbe anche lui preferito di sicuro.
    Mi diressi verso il chiosco.


    Ascoltai quello strano tizio parlare, i suoi comportamenti erano alquanto insoliti e mi lasciarono divertita, almeno per il momento. Dimostrava una insana capacità a svolgere il suo lavoro come se si fosse messo a provare e riprovare tutti quei piccoli gesti mille e più volte.
    Non tardò, però, a rispondermi in modo molto gentile, offrendomi di provare le sue specialità.
    Non mi parve il caso.. da sola avevo iniziato quella missione e non potevo certo girare a dispensare la mia fiducia con tanta facilità ad uno sconosciuto, oltretutto così particolare.

    « Grazie! Mi dispiace ma ho mangiato da poco, gentile da parte sua! »
    Non feci neanche in tempo a finire di rispondere che l'uomo lanciò un coltello a velocità incredibile contro una cavalletta che stava provando ad entrare, quasi la temesse.
    °Diamine, è stato davvero veloce..°

    Il cielo era brillante, il disco solare illuminava la terra quasi la volesse infuocare, ogni contorno del volto della giovane e dei suoi compagni pareva in quel momento cento volte più profondo e scolpito.
    La luce, a differenza del buio che ti perde e ti oscura, ha la capacità di riempire le cose.
    Pochi se ne rendono conto di questa distinzione, eppure, nel pensarci ci si rende subito conto di quanto sia vera.
    In quel momento il mondo che li circondava sembrava pieno di sentimenti, giunti da terre lontane.. per alcuni sconosciute, sentite nei racconti, tramandate.
    Kiri, Konoha, Suna, Oto.. chi di loro sapeva davvero cosa volessero indicare quei nomi?
    Un nemico? Oppure un compagno? Voci, tristezza e gioia, uomini e donne.
    Tutti, per natura, desiderano sapere, conoscere.
    Ma a volte, conoscere troppo, ferisce.
    Forse, presto, quella donna lo avrebbe provato sulla sua stessa pelle.

    Il signore cominciò a parlare della foresta, rispondendo alla mia domanda. Ma rimasi veramente stupefatto quando chiamò quel luogo un posto così geniale per le vendite. Non c'era un'anima e non sarebbe giunta il resto della giornata, inoltre noi stessi eravamo là per dovere invece che per voglia.
    Le frasi successive furono ancora più dubbie, che via attraversava quel bosco? Perché era da esso circondata? Che ruolo aveva quel bosco in tutto questo? Furono spontanee domande che mi vennero in mente al solo pensare una volta in più a quella sorta di frase stereotipata che mi aveva detto, quasi se la fosse veramente preparata.

    °Cosa sta cercando di dirmi.. questo posto è più strategico per un approfittatore che per un venditore..°



    Non feci comunque in tempo a continuare il pensiero che lo stesso uomo si impegnò a far avvicinare anche i miei compagni, maltrattandosi anche un po' da solo data la ridicolità del suo atteggiamento.
    Pensai fra me e me, bene! Ancora deve cominciare questa missione e già sono circondata da pazzi.
    Ed effettivamente date le sue numerose domande arrivai addirittura a sentirmi in soggezione, motivo per il quale risposi il più velocemente possibile, evitando di non pensare a eventuali informazioni che potevo lasciarmi sfuggire.

    « Ah beh, è bella la vita spensierata, ha proprio ragione! »



    Una volta che anche i miei compagni ebbero risposto rimasi di stucco. Quell'uomo abbandonò improvvisamente il suo modo di fare, tramutando espressione e aspetto tramite una tecnica che non conoscevo a dire il vero.
    Rimasi molto sorpresa e fui sul punto di chiedere come diamine avesse fatto, ma tenni questo dubbio per me, infondo il mondo ninja tratteneneva nei miei confronti ancora un'infinità di dubbi... alcuni non così importanti. C'era altro a cui pensare.
    Era la nostra scorta, ed era un Genin dell'ultimo villaggio che mancava all'appello.
    Fui molto rallegrata da questa notizia e mi lasciai scappare, mentre sorridevo:

    « Per fortuna! Pensavo dovessimo davvero affrontare tutto questo cammino senza neanche una guida! Grazie di essersi preso la responsabilità Jijin! »
    Ascoltai subito dopo le parole di Hasegawa, a cui risposi subito
    « Va bene, io starò in fondo! »

    In quel momento fui molto sincera, il fatto di dover attraversa quel posto così immenso, che anche all'altezza di una collina mentre arrivavo non mostrava neanche un cenno della sua fine, era veramente agghiacciante.
    Il ragazzo si girò iniziando a camminare facendo segno di seguirlo.
    Improvvisamente nella mia mente balenò un dubbio.

    °Ma perché nella lettera non si parlava di questo bosco? Non potevano darci qualche indicazione?
    Estrassi alle spalle di Jijin la lettera e cominciai a leggerla.
    °Piccolo bosco? Cosa? Come piccolo bosco del loco? Questo bosco si estende per miglia e miglia! Non possono aver sbagliato...°
    Improvvisamente maturai altri dubbi, e feci in modo di non essere vista mentre leggevo.
    °Qui non si parla neanche di una scorta! C'è scritto che avrei incontrato altri due studenti e basta... tutt'al più il messo a fine percorso ma ancora dobbiamo cominciare, che ci abbiamo ripensato?
    No, non si possono cambiare degli ordini dal giorno alla notte.
    Questo ragazzo non c'entra nulla con questa missione, non è citato da nessuna parte.°
    Riposi con cautela la lettera e ascoltai cosa stava dicendoci Jijin con molta attenzione.
    °Quale lungo cammino, questo bosco così grande non dovrebbe neanche esserci..
    Cosa diamine ha fatto al vero proprietario? E' un ninja dell'accademia, non può andare in giro a stordire persone come se nulla fosse... maledizione... maledizione... vediamo...°
    Il ragazzo concluse il suo discorso con un'ultima, forse provocatoria, frase.
    °Segreto e ben protetto...°
    « SCUSATE! »
    Avrei urlato richiamando l'attenzione di tutti e bloccandoli prima di accedere alla via.
    « Devo assolutamente cambiarmi prima di partire, ho un problema... femminile!
    Aspettatemi vi prego, ci metto un secondo!
    Mi metto dietro quell'albero! »
    Conclusi, indicando un albero dopo la locanda, per non infastidire il ragazzo sul luogo dove sarei andata.

    Corsi più velocemente che potevo verso il posto che avevo indicato ma non lo raggiunsi. Sentivo il cuore battere fortissimo, e le gambe tremare.
    Non potevo credere a quello che stavo facendo.
    Avrei disobbedito?
    No.. oppure si?
    Diamine non lo sapevo neanche io, dovevo lasciar correre me stessa e agire d'istinto o sarei impazzita.
    Avrei dunque fatto in modo invece di raggiungere il retro della locanda.
    Lo raggiunsi con tutta la prudenza possibile, nel caso potessi trovare qualche presenza sgradita.
    Una volta lì avrei cercato il corpo dell'uomo e lo avrei esaminato, traendo le mie conclusioni, ma le mie azioni successive non sarebbero cambiate in qualsiasi caso, ormai ero certa che qualcosa non andava.
    L'aveva detto lui stesso, quel mondo era pieno di furbi e approfittatori, non potevo fidarmi, non potevo.
    La scorta non esisteva per l'accademia, quel bosco immenso neanche, tutto quello che stava succedendo era fuori dal comune.

    Presi con rapidità il rotolo della missione e una fascia da combattimento, alzai la gonna e lo legai con forza attorno al mio quadricipite, verso l'interno della gamba, così che non si potesse vedere e se qualcuno avesse notato qualcosa sarebbe sembrato simile ad una fasciatura molto stretta. Ma speravo che nessuno si sarebbe messo a sbirciare sotto la gonna.
    Mi guardai intorno, il più velocemente possibile, afferrai un mattarello che stava lì e lo infilai nello zaino, per far si che il peso e l'aspetto fosse lo stesso.

    A questo punto cominciava il piano.
    Essendo un chiosco e dovendo ricevere ordinazioni, trovai carta e penna al suo interno, e scrissi in nero su bianco:


    CITAZIONE
    Non cercatemi amici.
    Seguitelo.
    Vi aiuterò.
    Sto bene.

    Misi il foglio nelle mie tasche uscii di tutta fretta, raggiunsi l'albero che avevo indicato, coperta nelle mie mosse dal chiosco, e sbucai fuori correndo verso di loro in brevissimo tempo.

    « Chiedo perdono! E' tutto a posto, possiamo proseguire! »
    Nello stesso momento in cui Jijin si fosse girato avrei raggiunto Hasegawa, l'unico di cui mi fidavo e avrei messo il biglietto nella sua tasca, dicendogli sotto voce all'orecchio "aspetta".

    A quel punto entrammo nella via attraverso il bosco.
    Sentivo chiaramente le palpitazioni del mio cuore e stavo sforzando tutta me stessa affinché nessuno si accorgesse dell'evidente stato di ansia in cui mi trovavo.
    Per fortuna ero brava a fingere.
    Sapevo che ci sarei riuscita, ma questo non bastava a calmare la mia mente, ancora doveva venire il peggio.
    Una volta più dentro avrei esclamato:

    « Uff, Jijin devo... andare al bagno, ti dispiace se vado un attimo? »
    Ci sarei andata comunque.
    « Ah, voi andate avanti, tranquilli, ci metto un istante. »
    Avrei fatto di tutto per farli proseguire.

    Una volta che si fossero lentamente avviati senza di me mi rifugiai dietro un albero sulla destra. Appena abbastanza lontani, avrei preso il mio zaino, svuotandolo delle cose utili, e lo avrei lanciato con più forza possibile dalla parte opposta della strada.
    A questo punto, si recitava.

    « AAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!! »
    Avrei urlato con più forza possibile mentre le mie mani componevano i sigilli per la tecnica immediatamente dopo.

    CITAZIONE
    Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
    L'utilizzatore può creare dei cloni di se composti unicamente di chakra; saranno identici all'utilizzatore nel momento in cui eseguita. Le copie non possono produrre suoni, lasciare impronte o muovere oggetti al loro passaggio; possederanno un ombra.
    Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore e possono allontanarsi di 9 metri, superata questa distanza si dissolvono in una nuvoletta bianca; questa avrà una dimensioni pari a metà della copia stessa e rimarrà presente per circa un secondo. Il clone scompare se colpito oppure passati 3 round dalla creazione.
    I cloni creati con questa tecnica, possederanno la controparte illusoria di qualsiasi arma del ninja che le ha create. Potranno simulare attacchi, non a distanza, spendendo uno slot azione per l'intero round. Tutti i loro movimenti saranno eseguiti ad una velocità ridotta di 3 tacche rispetto quella del ninja e non potranno eseguire tecniche.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: ¼ Basso per copia )
    [Cloni Massimi: 3 per grado ninja]

    La mia copia avrebbe corso più velocemente possibile verso lo zaino, dall'albero che copriva a me all'albero che copriva l'oggetto, per poi scomparire in una nuvoletta che a loro, però, sarebbe rimasta completamente nascosta.

    Non mi rimaneva che nascondermi, il bosco era fittissimo e pieno di alberi e cespugli, quindi nel modo più silenzioso possibile feci in modo di mettermi in una posizione tale che SIA se non fossero venuti a controllare SIA che fossero venuti non mi avrebbero visti e, però, io li avrei potuti continuare a seguire.
    Adottai quindi una distanza di sicurezza e mi impegnai con tutta la mia forza per non perderli di vista.
    Il sottobosco non era per niente folto e questo evitava eccessivi rumori di spostamento, ed avevo un'infinità di luoghi dove nascondermi.


    Speravo con tutti il cuore che i miei compagni mi avrebbero aiutato, capendo le mie azioni, e che avrebbero continuato a seguire quell'uomo. Se avessi saputo qualcosa sarei corsa ad avvertirli, di questo non c'era dubbio.

    Tutto ciò che dovevo fare era mantenerli in vista.

    CITAZIONE
    Chakra consumato: 1/4 basso

     
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    P Che Un Inizio
    Capitolo VIII



    Sicuramente con un'entrata in scena come quella Oniji non si era fatto ben volere. Ma a lui non importava, doveva compiere quella missione, tutto il resto era secondario.
    La ragazza si avvicinò al chiosco lì vicino per chiedere informazioni sul luogo, le ricevette cordialmente e il gestore invitò ad unirsi a loro anche gli altri due ninja. Il ninja di Suna cominciò a spostarsi e fece cenno di fare lo stesso a Oniji, il quale esitò per alcuni istanti per poi avvicinarsi al chiosco anche se per non gustare le pietanze offerte dal cuoco. « Siete compagni di viaggio? Eh? Da quello che mi par di capire siete diretti oltre la foresta...se posso chiedervelo, come mai? Forza, al caro vecchio Jijin, potete dirlo...sembrate davvero una bella combricola di avventurieri! Ah, maledizione, quando vorrei spostarmi anche io fare la vita spensierata.
    Allora, vi hanno tagliato la lingua? Un pò di conversazione vi farà bene mentre mangiate!
    » Disse il commerciante, mantenendo sempre un tono di voce alto. « Perfetto, proprio quello che ci voleva! Un commerciante fin troppo curioso per i miei gusti, sarà meglio andar via, ma dove? » Ad Oniji sembrava di essere intrappolato nelle petulanti chiacchere dell'uomo, il senso di oppressione aumentava tanta da incominciare a farlo sudare. Nessuno dei tre ninja rilevò informazioni sulla loro missione, un comportamento più che corretto per un ninja. Ma le sorprese non erano finite... L'uomo compose un sigillo ad Oniji sconosciuto e cambiò aspetto. Davanti ai loro occhi non vi era più un commerciante, ma un giovane ninja di Kiri, con tanto di coprifronte utilizzato come cintura ed un kimono azzurro. Balzò fuori dal chiosco e cominciò a parlare: « E' ovvio che sarò il capogruppo di questa missione: ora seguitemi senza far troppe domande, il viaggio inizia. Non preoccupatevi per la locanda, il vero proprietario è nel retro, si sveglierà a momenti. I nomi li sò già, non servono presentazioni. Forza, ci attende un lungo cammino. » Oniji rimase sbigottito davanti a questa strana apparizione. Un ninja di Kiri, non citato nella lettera, che sarà la loro guida. « Questa cosa puzza troppo di bruciato... sarà meglio essere cauti ed al minimo segnale di pericolo, intervenire. » Non doveva però far capire al misterioso ninja che era sospetto nei suoi confronti, per evitare reazioni indesiderate. Il suo compagno di viaggio, proveniente da Suna, sembrava dargli abbastanza confidenza da poter camuffare l'espressione di disgusto e di sospetto di Oniji. « Se siete tutti d'accordo, proporrei di posizionarci in tale modo:
    Il Genin di Kiri, in testa, dato che deve guidarci; due di noi disposti ai lati, uno a destra ed uno a sinistra, infine l'ultimo di noi, posizionato centralmente in fondo alla formazione. In questo modo ognuno dovrebbe preoccuparsi di controllare un solo lato, rendendo il controllo stesso più efficiente.
    » Disse il suniano. Agli occhi di Oniji l'idea era abbastanza buona, lasciar andare avanti il Genin equivaleva a controllarlo, ma anche a finire dritti nella sua trappola se mai l'avesse escogitata. « Va bene, io starò in fondo! » Rispose prontamente la ragazza. « Come se avessimo altre alternative... io starò a destra. » Prima di cominciare il nostro cammino Oniji notò la ragazza incominciare a leggere la lettere che gli era stata consegnata. « Finalmente qualcuno che la pensa come me. » Finito di leggerla disse che doveva assentarsi per qualche momento a causa di problemi femminili. Tornò dopo qualche minuto ed il gruppo cominciò a muoversi, ma un gesto colpì particolarmente Oniji: appena tornata la ragazza si era avvicinata al suniano e gli aveva sussurrato qualcosa nelle orecchie, qualcosa che poteva esser stata compresa solo da chi li era abbastanza vicino.
    Con gli occhi puntati sul misterioso ninja, Oniji avanzava lentamente e cauto, pronto per qualsiasi genere di evenienza. Si erano addentrati già abbastanza nella foresta, gli alberi ricordavano vagamente quelli del Bosco dei Sussurri anche se non erano alti e robusti come loro. « Uff, Jijin devo... andare al bagno, ti dispiace se vado un attimo? Ah, voi andate avanti, tranquilli, ci metto un istante. » Disse la ragazza. Vedendo qualche incertezza da parte di Jijin, Oniji presa parola: « Su avanti che aspettiamo rimettiamoci in marcia. Non ci metterà molto e ci troverà in poco tempo se manteniamo la stessa direzione, non preoccuparti, Jijin. » Si voltò indietro guardando negli occhi la ragazza cercando di capire che intenzioni avesse, si poteva percepire che era in una situazione di disagio ma il ragazzo non indagò oltre e si rimise ad osservare Jijin, in attesa di una sua reazione.

     
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  9. Kruzx
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    Hasegawa attese la risposta dei compagni, essendo lieto di veder approvata la formazione proposta.

    -Perfetto, io prenderò il lato rimanente.-

    Dopo aver parlato, osservò Elizabeth dare una rapida occhiata alla lettera per poi congedarsi dai ragazzi, per "problemi femminili".



    *Cosa sospetta, ha guardato la lettera e poi si è allontanata, è strano il suo comportamento.*


    Hasegawa s'interrogava su che cosa stesse succedendo, qualcosa gli sfuggiva, ma non riusciva a comprendere cosa.



    Una volta tornata, la ragazza gli si avvicinò quasi subito, mettendo un foglietto nella sua tasca e sussurando la parola "aspetta", per poi tornare in formazione.



    *Vuole dirmi qualcosa, e non farlo sapere ad altri, appena entreremo nel bosco, dovrò sfruttare l'occasione per leggere il foglio.*



    Il gruppo di ninja iniziò ad addentrarsi nell'enorme foresta; dopo qualche metro, Hasegawa ebbe la sua occasione. Notando che, lo sguardo di Oniji era rivolto verso destra, ed il Genin gli dava le spalle e non sembrava spiare con la coda dell'occhio, con grande rapidità prese dalla tasca il foglietto, ne lesse il contenuto e lo ripose in tasca.


    CITAZIONE
    Non cercatemi amici.
    Seguitelo.
    Vi aiuterò.
    Sto bene.

    *Finalmente mi è tutto chiaro, lo strano comportamento dopo aver letto la lettera, il foglietto nella tasca, la ragazza sospettava del Genin.*


    Hasegawa ricordò l'esatto contenuto della lettera, accorgendosi che quello di certo non era il "piccolo bosco del loco", come scritto nella lettera, trattandosi di un enorme bosco, e che la lettera non menzionava la presenza del Genin.



    Le riflessioni del ninja furono interrotte dalle parole della ragazza, che interruppe il silenzio del gruppo.


    CITAZIONE
    « Uff, Jijin devo... andare al bagno, ti dispiace se vado un attimo? Ah, voi andate avanti, tranquilli, ci metto un istante. »

    Subito dopo Oniji prese la parola.

    CITAZIONE
    « Su avanti che aspettiamo rimettiamoci in marcia. Non ci metterà molto e ci troverà in poco tempo se manteniamo la stessa direzione, non preoccuparti, Jijin. »

    Dopo la risposta del Genin la ragazza si allontanò tra gli alberi.
    Hasegawa osservando la ragazza sparire alla sua vista, fu colto da un improvvisa preoccupazione.





    *La lettera dell'accademia menzionava un piccolo bosco presente in questa zona, e sia io, sia Elizabeth, sia Oniji siamo giunti qui seguendo la mappa allegata alla lettera. In questo luogo però c'è un enorme foresta, non un boschetto, quindi siamo finiti dentro un illusione. Non so molto su queste tecniche, se non qualche racconto sentito al villaggio, però probabilmente Jijin sa cosa sta facendo Elizabeth.*


    Hasegawa si rivolse ai due shinobi vicino a lui, ed a gran voce disse loro:

    -No, non ci muoveremo, sarebbe inutile, vero Jijin? La lettera dell'accademia, non menzionava la tua presenza, e parlava di un piccolo bosco da attraversare, ma qui siamo in una grande foresta, quindi deduco che ci hai intrappolati in un Genjutsu, non è cosi?-
     
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  10. The_Drake
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    Jijin non fece obbiezioni sulla disposizione dettata dal ninja di Suna, anzi, fece un cenno d'assenso, continuando la sua camminata: fermata solo dalla lamentela della Kunoichi del gruppo; Beh, di sicuro la cosa poteva creare imbarazzo, cosa che si pottè vedere nella faccia del Genin abbastanza chiaramente, che acconsentì senza problemi. Prego prego, non tardare però! Disse, grattandosi la testa.

    Elizabeth, nel suo piano ben articolato, avrebbe trovato il corpo dell'uomo, come detto dallo stesso Genin, addormentato, quasi stesse dormendo pacificamente da ore, nel retro: accessibile da una porta, appunto, dietro alla locanda; Non c'erano segni di collutazione, segni di violenza, anzi, sembrava che stesse dormendo di gusto sopra al tavolo della cucina, da dove era stati spostate tutte le pentole e arnesi vari.
    Non poteva trovare altro, sembrava tutto come descritto dal ninja di Kiri; Perfino gli alberi, da dove tornò, erano reali, quindi segno che non erano propriamente un'illusione o un camuffamento.

    Al ritorno, il gruppo potè iniziare il viaggio verso la via, imboccando così la strada attraverso gli alberi: la luce faticava a filtrare tra le fronde, quasi queste creassero una cupola naturale che permetteva un pò di penombra al gruppo in viaggio; Almeno non avrebbero sofferto il caldo.
    La disposizone a rombo continuava, tranquilla e Jijin all'apparenza sembrava molto tranquillo su ciò che stava facendo, anzi, poche volte chiedeva consigli o opinioni; L'unica cosa che gli fece storcere il naso, irritandolo, era la successiva pausa della ragazza per una filatina al bagno, infilandosi tra gli alberi.
    Vistosamente si gratto il capo e la fronte, in maniera seccata e quasi stanca, come se non sopportasse le continue pausa. Vai pure...spero veramente che in viaggio non sarà un continuo stop e riparti per andare al bagno. Studenti... Disse fra se e sè, ma ababstanza forte che i presenti potessero sentire.
    Continuò, però, a passo lento per attendere la ritardataria dalla vescica debole, continuando tranquillo, mantenendo la sua posizione.
    Poi due azioni lo spiazzarono, nemmeno a qualche passo dallo stop della ragazza, il silenzio si interruppe: da una parte un'urlò, quello della giovane, che il ninja vide chiaramente correre in una direzione sbagliata, e dall'altra un ammonimento di Hasegawa; La faccia del Genin era totalmente spiazzata oltre ad essere molto preoccupato, ma non per la minaccia del Sunese, quanto per la ragazza.
    Subito, diventò serio e fece tacere con tono autoritario i due che lo seguivano, anche se avessero da dire qualcosa. Maledizione, che cavolo dici...Genjutsu, illusioni...ma dove siamo in guerra? Svegliati, abbiamo un compagno in pericolo già ad inizio missione! Seguitemi ora, statemi vicino, è possibile che siamo sotto imboscata! Le sue parole risultavano molto più convincenti di qualunque altre [Interpretazione], risultando sincere e realmente preoccupate.
    Rapido corso, attraversando i due e controllando che lo stessero seguendo, verso l'albero dove vide la ragazza correre; Ne trovò solo lo zaino, con nulla dentro: si morse il labbro superiore e ancora una volta si strofinò la testa, quasi avesse un forte dolore o comunque provasse frustrazione. Cazzo, non cè nulla: strano però, se fossero dei banditi non avrebbero avuto il tempo di rubare tutto così rapidamente...forse sono ninja, traditori! Signori, dobbiamo ritrovare la ragazza...non possiamo terminare la missione senza di lei! Anche stavolta un tono autoritario e deciso, ispirava sicurezza [Interpretazione].

    Rapido, fece per guardarsi attorno, cercando delle impronte, possibili indizi, girando nel perimento di qualche metro dal ritrovamento della borsa.
    Fece cenno ai due di seguirlo o dargli una mano nel cercare attorno la ragazza, abbandonando sempre di più la strada ed entrando nella foresta più fitta; Non avrebbe cercato una fuga, anzi, avrebbe coordinato i due studenti nelle ricerche, sparpagliandoli nelle zone dove potesse averli sotto il suo campo visivo.
    Dal suo viso trasparivo solo ansia e preoccupazione.


    Ragazzi, ho veramente dei dubbi su ciò che sta accadendo: siete sicuri che quella ragazza fosse veramente una componente del gruppo? Riflettendoci: è sparita per ben due volte, troppo vicine nel tempo per non risultare sospette...ora troviamo il suo zaino, vuoto...con attorno nessun tipo di traccia di battaglia o cattura... Disse. ...e ora non la si trova in giro! Spero veramente che non vi siate fatti infagottare fin dall'inizio! Cioè, sono azioni fin troppo sospette, non credete!? Il ragionamento alla fine filava: chi di loro poteva conoscere così bene Elizabeth da fidarsi ciecamente? Chi di loro sapeva veramente quale fosse il suo piano? Chi di loro aveva controllato se possedeva o meno il rotolo da trasportare? Sicuramente ciò che il Genin della Nebbia diceva era un'ovvietà.
    La ricerca alla ragazza doveva continuare, anzi, il capo gruppo l'avrebbe fatta continuare, facendo spostare il gruppo sempre più in mezzo alla foresta, fermandosi a cercare tracce e magari cambiando reizione, verso nord, per continuare lo stesso il viaggio.
    La foresta, comunque, al tocco e resto dei sensi sembrava realmente reale, proprio come fosse non un frutto di illusione: anzi l'ambiente cambiava comunque, quindi non c'erano scenari ripetitivi.
    Il dubbio? Brutta bestia...
     
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  11. 'Elizabeth'
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    Post Terzo
    Presa di posizione


    Il mio piano aveva funzionato alla perfezione. Tutto ciò che feci fu allontanarmi più possibile da loro ma non introducendomi nella foresta più di tanto, il poco che bastava a non esser vista.
    Stetti con meticolosa precisione ad ossarvare le mosse del Genin e fui colpita.
    Lo vidi precipitarsi indietro, apparentemente colpito dalla mia scomparsa e sbraitare ai miei compagni.
    Non riuscii a sentire, la mia distenza non mi permetteva di recepire a sufficienza le parole, ma la vista era più che chiara.

    Lo vidi afferrare il mio zaino e cercare al suo interno, cosa che lo rese ancora più agitato poiché non trovò nulla.
    Che senso aveva?
    Perché aveva bisogno di cercare fra le mie cose quando, ancor prima, io potevo ancora essere nei paraggi?
    Gli interessavo io, oppure ciò che in quel momento portavo legato al corpo?
    Furono un insieme di domande che mi passarono per la mente come lampi di tuono.
    Sdraiata al suolo, con il volto vicino alla terra, percepivo l'odore del terreno e le mani impregnarsi della rugiada di quel sottobosco che, seppur non rigoglioso, era composto da un innumerevole quantita di piccoli legni spezzati, sassi e, in alcuni tratti, anche se a difficoltà, del muschio che avrebbe indicato la direzione da seguire per non perdermi.
    Per quanto non fosse così ben areato e soleggiato, quel luogo risentiva dell'influenza del sole, così come le sue piante, e non era troppo difficile ritrovarmi di fronte a quell'indicatore così come speravo.

    A quel punto non mi rimaneva molto da fare, potevo seguirli come desideravo ma vennì interrotta improvvisamente.
    Il Genin, alla mia ricerca, cominciò ad entrare sempre di più dentro a quella foresta, trascinando con sé i miei compagni.

    Ebbi l'istinto di alzarmi e correre a fermarli ma non lo feci.
    Speravo che avrebbero fatto lo stesso, e che non si fossero fidati di quell'uomo.

    Restai bassa, e mano a mano che loro si infittivano all'interno, io raggiunsi la strada principale sulla quale stavamo camminando assieme a Jijin.

    Presi la fascia da combattimento rinforzata e la legai al destroso arto, mentre sul sinistro infilai il tekken.
    Non avevo sentito nulla della preoccupazione dell'uomo, non sapevo cosa avesse detto ai miei compagni.
    Sapevo solo una cosa, che la strada da seguire era chiara e ampia innanzi a me, conoscevo la direzione del Nord ed ero ancora in possesso di tutto il mio materiale e, soprattutto, del rotolo.


    La foresta riposava silenziosa, immobile. Immersa in un sonno secolare, non parlava, non gemeva, non piangeva.. ma si udiva chiaramente il suono del vento che, flebile, la attraversava.
    Per quanto ostinatamente chiusa, per quanto lo stesso sole facesse fatica a penetrarne i segreti, c'era sempre lo Zèfiro a toccarne alberi e piante, massi e rocce, fiori e germogli, ridonando ogni istante nuova forza a quella creazione divina.
    Un uomo, al suo interno, si sarebbe reso conto solo e unicamente della sua inutile piccolezza, magari perdendo la strada come quei giovani credevano, magari trovandola.
    Eppure.. è dalla natura che veniamo, e tornare ad essa, non poteva certo dispiacere.

    Rimanemmo io e lei, la foresta.
    Sospirai.
    I miei compagni e l'uomo erano scomparsi dalla mia vista.
    Avevo scelto.
    L'accademia mi aveva dato carta bianca sulle mie azioni all'interno di quel vasto panorama, e avevo scelto con la mia testa.
    Non potevo più tornare indietro.
    Cominciai ad attraversare verso quella lunga strada tutto l'infinito scenario, sperando di trovare presto la fine di quell'incubo.

    E i miei compagni?
    Speravo che una volta chiarita la situazione, magari rendendomi conto di ciò che stava succedendo, sarei riuscita a ritrovarli ed aiutarli.
    Ma ancor più speravo facessero ciò che io avevo osato fare.
    Prendere la carta bianca, e riempirla col nero del mio inchiostro.

    Nella mia mente, solo... pensai...

    °E se avessi sbagliato?°


     
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  12. Kruzx
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    Hasegawa osservò attentamente il comportamento del Genin, sembrava veramente preoccupato per via del comportamento della ragazza, trascinando i due shinobi di Suna e di Oto nella ricerca della ragazza. Il Jijin era cosi convincente da far quasi da far ricredere Hasegawa; ma ad un tratto il Genin espose le sue teorie sulla ragazza.



    CITAZIONE
    « Ragazzi, ho veramente dei dubbi su ciò che sta accadendo: siete sicuri che quella ragazza fosse veramente una componente del gruppo? Riflettendoci: è sparita per ben due volte, troppo vicine nel tempo per non risultare sospette...ora troviamo il suo zaino, vuoto...con attorno nessun tipo di traccia di battaglia o cattura... »

    CITAZIONE
    « ...e ora non la si trova in giro! Spero veramente che non vi siate fatti infagottare fin dall'inizio! Cioè, sono azioni fin troppo sospette, non credete!? »

    Hasegawa iniziò a ricordare i momenti passati nella precedente missione con la ragazza, e si convinse fermamente che non poteva aver tradito il suo villaggio.



    *Quella ragazza mi è sembrata tanto famigliare quando l'ho vista, perchè è la stessa con cui ho affrontato una missione settimane fa, ora ricordo, sono convinto che non sia una traditrice, ed anche se lo fosse, rimane pur sempre una studente, dubito che i ninja di Konoha non sarebbero riusciti a rintracciarla subito in caso di tradimento.*





    -Io conosco Elizabeth, so che è un ninja di Konoha, sono già stato in missione con lei in passato, mi fido.-



    Hasegawa si avvicinò allo shinobi di Oto, e mostrò il foglietto che la ragazza gli aveva consegnato prima, e poi con tono convinto disse ad Oniji:



    -Questo me l'ha consegnato quando è venuta a parlarmi, subito dopo aver finito di leggere la lettera; non puoi non averci visto, eri molto vicino. Puoi non fidarti ne di me, ne di lei, ma sicuramente converrai con me nel ritenere la lettera dell'accademia, molto più attendibile di questo shinobi di Kiri.-



    Dopo che Oniji lesse il foglietto, Hasegawa lo riprese, e si allontanò di qualche metro dallo shinobi otese, e riprendendo il discorso disse:




    -Allora cosa ne pensi Oniji? Spero che tu condivida le mie idee, ed in tal caso proporrei di torchiare questo tizio per scoprire la verità.-



    Mentre attendeva la risposta dell'otese, era pervaso da una leggera tensione, poichè se entrambi si fossero rivoltati contro di lui, sarebbe stato arduo tener loro testa, ma se pur poco cordiale, Oniji gli era sembrato un tipo sveglio.




    *Spero proprio che per Oniji la logica sia un argomentazione migliore delle belle parole di Jijin.*
     
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    Morire Dalla Voglia
    Capitolo IX



    Sebbene le parole di Oniji erano rivolte a Jijin, ricevette una pronta risposta dal sunese, ricca di accuse verso il Genin di Kiri, sospettando che li avesse intrappolati in un Genjutsu. L'ipotesi era ben pensata, poichè il misterioso ninja non era stato menzionato nella lettera e non aveva dato alcuna spiegazione di rilievo al gruppo. « Se siamo davvero intrappolati in un Genjutsu dovrebbe già averci sottratto le pergamene ed infine ci dovrebbe uccidre per evitare che ci siano dei testimoni... Ma siccome non l'ha ancora fatto penso che sia tutto reale... » Il gruppo si fermò. Si poteva intravedere l'espressione seria del Genin, che rispose subito a tono alla minaccia: « Maledizione, che cavolo dici...Genjutsu, illusioni...ma dove siamo in guerra? Svegliati, abbiamo un compagno in pericolo già ad inizio missione! Seguitemi ora, statemi vicino, è possibile che siamo sotto imboscata! » Le parole erano decise e autoritarie, era possibile percepire uno stato di tensione che iniziava ad aleggiare nell'aria. Tuttavia Oniji non sembrava molto sorpreso. « Come fai a dire che è già in pericolo se si è allontanata solo per qualche istante!? » Il ninja tuttavia continuò il suo discorso, stavolta le sue parole emanavano il suo stato emotivo, era possibile convincersi che era realmente preoccupato. I gesti, le parole, sembrava tutto così spontaneo e sicuro, il ritrovamento dello zaino, vuoto, della ragazza fu un elemento in più a favore alla teoria che la ragazza sia stata assalita, ora erano dei veri momenti di panico... i prossimi potrebbero essere loro, emersero anche accuse contro la ragazza: nessuno di loro la conosceva bene, poteva benissimo essere una traditrice. Ma tutte queste prove furono smontate quando Hasegawa si avvicinò ad Oniji, parlandogli in modo che potesse udire solo lui. Inizialmente gli mostrò un biglietto, che la ragazza avrebbe scritto e consegnato al sunese prima di andarsene, su di esso vi era scritto:
    CITAZIONE
    Non cercatemi amici.
    Seguitelo.
    Vi aiuterò.
    Sto bene.

    Tutto coincideva, Oniji aveva visto la ragazza avvicinarsi e sussurrare qualcosa nell'orecchio di Hasegawa, tutto questo era molto più attendibile delle parole del Genin di Kiri. « Allora cosa ne pensi Oniji? Spero che tu condivida le mie idee, ed in tal caso proporrei di torchiare questo tizio per scoprire la verità. » Disse il sunese, utilizzando un tono basso e prudente. Di certo era il tipo di azione preferita di Oniji, ma questa volta si fermò a riflettere sulle conseguenze che avrebbe portato quella decisione. « Potrebbe essere una valida scelta, ma se lo attacchiamo adesso la fuga della ragazza sarebbe stata inutile, inoltre non sappiamo ancora quali siano le sue capacità, gli abitanti di Kiri sono conosciuti come potenti e spietati ninja, è un bel rischio affrontarlo. Nel fronte opposto non siamo sicuri che sia realmente un nemico, attaccarlo potrebbe essere inutile e svantaggioso per la missione. Non ci resta che proseguire e fare ciò che ci chiede, magari cercando di estorcerli qualche informazione che potrebbe smascherarlo durante il tragitto... » Oniji era stupito di se stesso, era riuscito a fare un'analisi ben dettagliata della situazione, senza escludere nessun caso, rendendo così più facile la sua scelta. « No, attaccarlo non è una buona idea. Non siamo certi che sia un nemico e l'azione della nostra compagna diventerebbe inutile. Per il momento ci conviene fare quello che ci chiede. Avremo la possibilità di scoprire qualcosa su di lui in futuro. Credimi, muoio dalla voglia di farlo a pezzi. Ma non è la scelta migliore. » Disse l'otese mantenendo il tono di voce basso utilizzato dal compagno. La mente del ninja era alla ricerca di un piano efficace che poteva essere una risorsa in più in caso le cose si mettessero male. Era nel bel mezzo del ragionamento quando il Genin riprese a marciare, dovevano proseguire il viaggio e nel frattempo cercare la ragazza. Le azione di Oniji si sarebbero manifestate influenzando tutto il gruppo, se avesse cercato di attaccare il Genin il sunese si sarebbe unito a lui nella lotta, se invece avesse agito seguendo quello che aveva appena detto potevano cadere nella trappola del ninja senza opporre resistenza. L'unico modo era quello di coinvolgere anche la ragazza nelle loro azioni, in modo che se si trovassero in pericolo lei sarebbe intervenuta. « Comincerò a segnare sulle cortecce di questi alberi la direzione nella quale ci stiamo spostando, in modo che possa capire dove siamo diretti. Spero solo che sia ancora in zona in modo da poter capire in che situazione ci troviamo. » Il ragazzo impugnò un kunai, forse il sunese lo aveva visto, ma la cosa importante era che non se ne accorgesse il Genin. Lo nascose dentro la sua manica sinistra facendo attenzione a non provocare nessun rumore metallico che potesse insospettire qualcuno. Il gruppo riprese a spostarsi verso nord, estraendo cautamente il kunai, Oniji, disegnò una freccia sulla corteccia di un grosso albero, indicante la loro direzione. La corteccia era ruvida e resistente, inizialmente si generò un piccolo rumore dovuto all'eccessiva forza impressa nel kunai, il ragazzo spostò lo sguardo subito sul Genin per vedere se si era accorto del rumore ed intanto continuava a tracciare la freccia. Quando ebbe finito, nascose nuovamente il kunai, pronto ad essere utilizzato; avrebbe tracciato una freccia ad ogni cambio di direzione, sempre attento a non farsi scoprire. Disse il suo piano al proprio compagno, non per avere un consenso ma soltanto per metterlo al corrente e magari di farsi aiutare nel caso lo shinobi di Kiri stesse per scoprire le sue intenzioni. Man mano che avanzavano, Oniji sentiva sempre di più il contatto tra il kunai e la sua pelle, sembrava volergli dire: « Avanti, attaccalo, un fulmineo attacco alle spalle. Usami per trafiggerlo mortalmente, starete tutti più tranquilli... » La tentazione era grande, un solo gesto e la vita del Genin poteva finire, era tutto nelle sue mani; al ragazzo sembrava di morire dalla voglia.

     
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  14. The_Drake
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    Un gruppo già diviso alle prime battute, un gruppo formato da tre persone scisso in due piccole parti: una Kunoichi solitaria, intenta a seguire il tragitto verso la fine del bosco, due studenti elleati contro un possibile traditore.
    Proprio una bella storia, anche se in ogni storia che si rispetti, esiste sempre una parte, quella piccola parte, che incrina il susseguirsi degli eventi, trasformando una situazione di calma in qualcosa di più caotico, tramutando un ruscello in torrente impetuoso.
    Ma andiamo con ordine.



    [Elizabeth]


    Il cammino continuava tranquillamente lungo la direzione del nord, con qualche curva secca o qualche parte sconnessa nella strada: sembrava del tutto normale.
    I rumori del bosco continuavano a risuonare pacifici: qualche animaletto si vedeva correre qua e là tra le fronde, cespugli e rami che si muovevano al passar del vento; Il tragitto continuò, così, per circa mezz'ora, dove tutto sembrava dar torto alla ragazza, nella sua scelta.
    Peccato che gli eventi stessero cambiando.
    Mentre camminava, qualcosa attirò la sua attenzione su un lato della strada, quasi fosse un fantasma, una mera presenza: qualcuno uscì dal sottobosco e si posiziono a circa 15 metri da questa.
    Aveva già visto quella persona, il Genin di Kiri, Jijin della Nebbia era appena comparso dalla parte destra del bosco, stessa parte in cui si era addentrati prima del suo abbandono: aveva i vestiti leggermenti sporchi di sangue e nel suo viso non c'era nulla che si potesse definire sano.
    Occhi sgranati, viso truce, un sorriso psicopatico, ti osservava; Da quella posizione scoppio letteralmente a ridere, quasi avesse visto qualcosa di comico davanti a se, ma c'era qualcosa che non andava: era risate di pazzia.
    Una persona totalmente cambiata difronte alla giovane. E' stato davvero facile prendervi in giro, siete delle prede troppo semplici...davvero, credimi! I tuoi amici l'hanno capito a loro spese: ti consiglio, infatti, di non girare per il bosco da quella direzione, cè un pò di poltiglia d'appertutto... Disse [Interpretazione].
    Infilò una mano nel kimono e con rapido gesto [Velocità 200] scagliò addosso alla giovane esattamente 3 shuriken, i quali disposti in diagonale, puntavano a colpire [Forza 200], rispettivamente: spalla destra, petto, inguine.
    Dopodichè, uno scatto veloce [Velocità 200], zigzagato, quasi a voler esser più sfuggente possibile, in modo d'avvicinarsi il più possibile alla ragazza.

    Se fosse arrivato a contatto, corpo a corpo, con la Kunoichi, avrebbe provato a colpire con un pugno diretto al volto [Forza 200][Velocità 200], cercando di affondare con la maggior parte del colpo nel viso della giovane; ovviamente in caso di spostamenti della giovane, il nemico l'avrebbe seguita nella corsa precedente, in modo da non sprecare azioni.
    Se, invece, la giovane si fosse spostata, indietreggiando, cercando una fuga, il nemico l'avrebbe rincorsa, conscio della sua velocità superiore, attaccando con un sucecssi attacoc di shuriken, stavolta due [Forza 200], diretti alla schiena.
    In qualsiasi caso, avrebbe continuato con altre parole. Sai, speravo vi foste divisi...ora posso prendere ciò per cui sono stato pagato! Oramai si era rivelato per quello che era.


    [Hasegawa & Oniji]


    Il Genin non sembrava troppo turbato dalle vostra combricola segreta, anzi, abbastanza stupidamente continuava la ricerca della ragazza, avanzando sempre più dentro la foresta: si capiva benissimo che si stava proseguendo a nord, ma rispetto ad un tragitto rettilineo rispetto alla strada, si stava allungando del doppio il tempo.
    Era una fortuna che non notasse anche le incisioni sugli alberi, però dopo una decina di minuti di marcia, iniziò a girarsi sempre più volte verso i due compagni, lanciando occhiate severe per la loro lentezza e alle volte dubbiose sul loro operato.
    Ma alla fine, era difficile nascondersi davanti a tutti.
    Jjin, infine, si accorse del rumore del raschiare negli alberi e rapido voltandosi, vide l'azione di Oniji e del kunai. Maledizione cosa stai facendo!? Disse, mentre corse verso l'albero, notando la freccia; Rimase basito su ciò che vide e poi si rivolse a colui che eseguiva il gesto. Cosè questo!? Se è un tentativo di ricreare la strada verso la strada, ti dico già che conosco benissimo la nostra posizione e non serve fare sto lavoraccio...secondo: stai dando delle informazioni utili ai possibili nemici che hanno rapito la vostra compagna. Se tornassero sui loro passi saremo finiti: imboscata gratis! Disse, urlando contro lo studente.
    Poi si rivolse a tutti e due, girando lo sguardo in modo d'esser colto. Grazie a questa furbata, dovremmo sbrigarci a proseguire...ora state nella mia linea visiva e proseguite dove vi dico, niente azioni personali. Cambieremo la direzione di poco, proseguendo, da adesso, in linea retta...voglio distanziare questa zona, ci tengo alla vita! Disse, abbastanza serio: forse i due studenti non lo sapevano, ma se anche ci fosse stato un vero rapimento, la storia della traccia per imboscate era ovvia e palese, plausibile quindi il cambiamento di direzione.
    Attese, le possibile repliche, prima di iniziare il tragitto.

    Oramai era mezzo giorno, e il sole era alto nel cielo, e il caldo stava aumentando, di poco, facendo scomparire anche quella piccola brezza; Si sperava solo che quella zona non si fosse tinta di rosso...


     
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  15. 'Elizabeth'
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    Post Quarto
    Champagne Bath


    Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro; nessuno di loro giunge mai a compiere un'azione degna di nota, che risulti individuale e priva del conformismo umano. Forse, la strada più difficile a volte è l'unica a poter portare a qualche conclusione, a poterci dire: fermati, hai trovato quello che cercavi.
    Camminava tranquillamente, investita solo dal vivere del bosco e dal vento che tiepido si adagiava sulle fronde degli alberi e le attraversava come fosse un Dio in cerca della sua sposa.
    E alla stessa ricerca, pur essendo l'obiettivo diverso, si portava in quel momento la ragazza sempre più vicina.
    Non sapeva se quello che aveva fatto era giusto, sapeva di aver sbagliato a perdere i suoi compagni ma sperava che in qualche modo la verità da quel complicato quadro sarebbe venuta fuori.
    Apparentemente, successe.
    Come tutte le calamità, avvenne in un baleno.
    Si dipinse nello spazio e nel tempo, nella mente e nello sguardo, sulla terra e nell'aria.
    Gli occhi della ragazza si sgranarono, per un istante, sembrarono perdere tutta la loro vita.
    Il vento cessò.
    L'aria divenne pesante.
    Il respiro faticoso.
    Fu un attimo.
    Che duro ben poco.

    Strinsi i pugni con tutta la mia forza, mentre con le mani sfioravo il Tanto e il Kaiken, posti ai bordi della mia cintura. Sui gomiti e le ginocchia indossavo le protezioni fin da quando ero partita, mentre sulle braccia mi ero riuscita a vestire in tempo, a quanto pareva.
    Il Genin era inquietante.
    I miei occhi, rossi come il fuoco, si fissarono dentro i suoi in un istante, nella mia mente si cancellò ogni pensiero razionale, non avevo più tempo.
    Sarei potuta fuggire, gridare aiuto.
    Ma non sarebbe stato possibile.
    Avevo picchiato un ragazzo a Konoha per il semplice fatto che mi aveva tolto il piacere di sbrigare da me il pestaggio di una manciata di tipi troppo perversi.
    Non avrei lasciato quel maniaco scampare vivo dopo le provocazioni che avanzava nei miei confronti.
    Guardandolo pensai che senza causa o principio era impossibile che qualsiasi cosa esistesse o fosse stata compiuta.
    Mi resi conto che il motivo per il quale mi ero allontanata, per il quale avevo fatto tutta quella scena, era reale.
    Avevo ragione.
    Non sapevo chi avevo davanti, non mi fidavo più di nessuno, solo di me stessa.
    Ma a quel punto tanto valeva combattere l'incubo, e ripulire il sentiero dalla minaccia che, se fosse stata davvero così terribile, non meritava altro che affrontarmi.
    Non sapevo se diceva la verità sui miei compagni, non gli credetti.
    Non credevo a nulla delle sue parole da quando l'avevo conosciuto, perché avrei dovuto farlo in quel momento?
    Magari aveva semplicemente sgozzato qualche animale per ridursi in quello stato e provocare in me agitazione.
    Ma non potevo certo chiederglielo.
    Era folle.
    Il suo sguardo minacciava solo morte.


    I piedi si posero in linea con il busto e, il lato avanzato (destro) formò una linea retta a partire dalla spalla, fino alla punta del piede davanti. Questo tipo di allineamento permetteva una maggiore stabilità, equilibrio ed inoltre la possibilità di tenere il corpo in una posizione tale da scattare velocemente in avanti durante un attacco e, ritrarsi velocemente, mantenendo costante l’equilibrio.

    Ci volle un istante, ancor stava ridendo, che ero già pronta, e le mie successive azioni sarebbero state solo il frutto della battaglia.
    Se i miei compagni erano morti.
    Dovevo vendicarli.
    Se non lo erano.
    Mi avrebbero aiutata, ne ero certa, così come io avrei fatto con loro.
    Quel bastardo avrebbe ricevuto quello che si meritava.
    Le vene pulsavano forte, gli occhi si chiudevano appena, i piedi erano fissi al suolo, l'adrenalina cominciò a scorrere come un fiume in piena, irrorando tessuti e fondendosi col corpo stesso.
    Aveva scelto un pessimo avversario da mettere sotto i suoi denti, e presto se ne sarebbe accorto.

    « Stai zitto. »
    Pronunciai verbo, l'ultimo, prima di agire.

    La sua mano fu veloce e, estratti tre shuriken, me li scagliò addosso con tutta la sua forza, evidentemente cercando di arrecarmi danni in più zone del corpo.
    Eppure la distanza, che era quasi massima al momento del suo lancio, mi permise comunque di interpretarne la pericolosità.
    Viaggiavano in diagonale, questo me ne resi conto più istintivamente che altro, ma sfruttai proprio questo per eluderne l'offensiva.

    Il mio corpo impresse nelle gambe tutta la velocità possibile, ma fu la sinistra ad eseguire il movimento principale.
    Il chakra attraversò il sistema come fosse baleno, [1/2 Basso Riflessi] ed esso mi permise di buttarmi sulla destra, rimanendo in guardia.
    Le armi miranti all'inguine e al petto andarono a vuoto mentre fu impossibile per me schivare del tutto quello che puntava la spalla, che, fortunatamente, grazie alla mia posizione di guardia, permise allo shuriken di sfilare lungo la sinistra, lacerandomi la veste [3 Lievi Spalla Sinistra].

    Non accennai nulla, neanche una smorfia di dolore.
    Avevo imparato dalle Arti Marziali che ogni piccolo colpo da parte del nostro avversario era solo un modo per conoscerlo meglio.
    Mi concentraii, sentendo il sangue cominciare a scorrermi lungo la pelle, era un avversario inquietante, più forte, e più folle.
    Ma questo non gli conferiva la possibilità di vincere a tavolino.

    Lo vidi correre verso di me, la sua velocità era nettamente superiore alla mia.
    Sembrava un demonio, con quel volto.. quel sangue.
    Aprii i pugni, era chiaro, più si avvicinava, che si sarebbe avventato su di me come una bestia con la sua preda, come un assassino sul corpo della vittima ed era ovvio che in quel momento non avrei attaccato io, ma avrei dovuto vanificare con tutta me stessa qualsiasi suo colpo.

    Appena fu a contatto col mio corpo e lo vidi caricare il colpo, spostai tutto il peso in avanti, prendendo la velocità necessaria a buttare il corpo all'indietro mentre colpiva.
    Fui attraversata da un'altra fonte di chakra [1/2 Basso in Riflessi] che mi permise di rimettere il busto all'indietro nell'istante stesso in cui lui sferrava il diretto.
    Fu un movimento repentino, che lui stesso non si sarebbe aspettato, invece di pararmi, avevo permesso che scaricasse la sua violenza su di me, anche se leggermente attutita per via del mio stare in linea col corpo e del fatto che lo avevo fatto avanzare di più di quanto si aspettasse [1 Leggera Petto].
    Il colpo arrivò più in basso, com'era prevedibile, a seguito del mio movimento e del suo sbilanciamento mentre cercava di affondare la forza.

    Era il momento.
    Non avrei avuto pietà.
    Quello sguardo, quegli occhi, quel sangue, quel corpo... mi trasmettevano solo disprezzo e nulla di più.
    Non ero mai stata capace di provare sentimenti contro degli avversari del genere, e non avrei cominciato quella volta.
    Combattere, per me, aveva un solo esito.
    E non lo avrei lasciato sfuggire.


    Il suo corpo a causa del suo stesso errore era ancora addossato al mio, completamente privo di equilibrio [L'attacco è finito, il personaggio non riprende la guardia].
    Fui rapida, eccelsa nei movimenti, sfruttai ogni singolo svantaggio a mio favore, dovevo essere un tuono nella tempesta.
    Non se lo poteva aspettare.

    CITAZIONE
    Estrazione Mortale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (Medio)
    Premesso che l'arma sia presente all'interno del proprio fodero o comunque non estratta, l'utilizzatore può estrarre la stessa effettuando un rapido attacco. L'agilità e la velocità del colpo saranno migliorate entrambe di 2 tacche. È possibile effettuare questo attacco anche con qualsiasi arma che non è impugnata ma solamente riposta.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 6 / Consumo: Basso )

    Avrei estratto il Kaiken, con la mano sinistra, quella arretrata, e avrei sferzato il colpo dal ventre, verso l'alto, in modo che se anche fosse indietreggiato, il volto e le spalle più avanzate per via del suo precedente attacco non sarebbero state risparmiate.

    Ma non era ancora nulla.
    La destrosa, avvolta con la Fascia rinforzata, era vicina al mio nemico poiché avanzata e sarebbe stata la protagonista del prossimo colpo.

    Rimanendo sul posto (o avvicinandomi se si fosse mosso) e sfruttando semplicemente la spinta delle anche portai un colpo ascendente di grande potenza. Il movimento era accompagnato da una distensione delle gambe. Il punto di impatto interessava tutte le nocche. Il peso fu proteso verso l'alto. [1/2 Velocità in Braccio Destro]

    image

    A questo punto, con ancora l'arma in mano, avrei deciso di cercare una risoluzione a quel conflitto.
    Dovevo eliminarlo o lui avrebbe eliminato me.
    Non potevo permettere che producesse un altro attacco, avevo impresso in quei gesti tutta la mia violenza e potenza, non avrei avuto la possibilità per provare di nuovo.
    Se si fosse rialzato, ero cosciente che avrei rischiato.
    Davvero.

    Per questo, con l'arma ancora in mano, ero quasi certa che a seguito dei miei colpi avrebbe dovuto compiere dei passi all'indietro, o per cercare una via di fuga, o per semplice rimessa.

    Per questo non volli aspettare e puntai con il Kaiken a sferrare un affondo verso il centro del ventre, il punto più largo di tutto il corpo e più difficile da spostare.
    Allo stesso tempo la destra si sarebbe riportata all'altezza del viso, a mano aperta, pronta a difendere, se ce ne fosse stato bisogno, da un eventuale pericolo o schivarlo del tutto.
    L'affondo doveva essere preciso, e non permettere alcuna sopravvivenza al mio nemico.

    O me, o lui.
    Pensai.


    CITAZIONE
    Vitalità: 8 leggere e 1 lieve
    Energia Vitale: 28 leggere e 1 lieve
    Ferite: Lacerazione leggera spalla sinistra, Contusione lieve petto.
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Riflessi: 100
    Resistenza: 100
    Chakra: 7,5/10 bassi
    Riassunto utilizzo Chakra ToT:
    1: 2,5 bassi
    Riassunto utilizzo Chakra Turno:
    1: 0,5 Riflessi
    2: 0,5 Riflessi
    3: 1 Tecnica
    4: 0,5 Velocità

    CITAZIONE
    Slot difesa I: Spostamento a Destra.
    Slot difesa II: Spostamento all'Indietro.

    Slot azione I: Montante al volto con Fascia Rinforzata.
    Slot azione II: Affondo con Kaiken.

    Slot tecnica: Estrazione Mortale
    Slot movimento gratuito: ///

    CITAZIONE
    Note:
    Tanto a destra della cintura.
    Kaiken nella mano sinistra, impugnata.
    Tekken sulla sinistra.
    Fascia rinforzata sulla destra.
    Ginocchiere e Gomitiere indossate.

     
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