Sepolto nelle Profondità del Cielo

[?] | Addestramento per Boreanz

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    [Continua da QUI]

    Quando apri gli occhi, intorno a te c'è solo il buio, mentre dentro di te senti solo un notevole mal di testa. hai come un sordo ronzìo in testa, che rende difficile pensare, e soprattutto ricordare. Sei in orizzontale, sdraiato su una superficie ruvida e in qualche modo non riesci a muoverti, come se avessi qualcosa avvolto intorno. E c'è una certa sensazione di aria viziata, come se quello fosse un ambiente chiuso, senza ricambio

    Ricorrendo alle speciali proprietà dei tuoi occhi, riesci perlomeno a comprendere dove ti trovi, più o meno. Sei in una cassa di legno. Una cassa senza fronzoli nè decorazioni, e un sudario ti avvolge, probabilmente un grosso telo di lana grezza, fastidiosa al tatto e abbastanza stretta da bloccare ogni movimento. Noti con disappunto che sei disarmato, e a parte il sudario, non indossi nessun genere di abito, anche se sul fondo della cassa c'è un oggetto metallico non ben definito.

    Oltre la cassa solo terra. Terra e nient'altro, abbastanza da impedire ai tuoi occhi di vedere oltre, dunque si tratta di svariati metri, senza dubbio. Giungi brevemente alla tragica conclusione: sei stato seppellito. Non sai se ti credessero vivo o morto. Non sai nemmeno come hai fatto a finire in quella situazione, e certo la disperazione comincia a bussare all'anticamera del cervello, ma sei un ninja dopotutto. Un ninja che al momento non sa niente. L'unica cosa certa è che chiunque ti abbia seppellito non aveva la possibilità di organizzare qualcosa in grande stile, vista la povertà degli oggetti utilizzati.

    Grida, urla o richieste di aiuto cadono inascoltate, e anche divincolarsi da quel sudario di lana è pressocchè impossibile. L'unica è racimolare abbastanza forza da stracciarlo, ma non è facile per un ninja disarmato, addestrato nel cercare fugaci contatti privi di forza. per qualche motivo, perdipiù il Juuken non sembra avere effetto su quel ruvido materiale...forse non è lana, ma in queste condizioni non riesci proprio a pensare a cos'altro possa essere. [Richiede forza da Rossa+1 tacca] Ma anche una volta strappato quel telo, resti comunque prigioniero in una cassa a chissà quanti metri di profondità. Che sia il caso di sfondarla e tentare una folle risalita in mezzo alla terra franante?

    Da una rapida valutazione, comprendi che non hai aria per più di una decina di minuti, forse meno, quindi a meno di fare la fine del topo, devi cercare di portarti in salvo. Potendoti muovere liberamente, riesci a raccogliere l'oggetto metallico, che si rivela essere un semplice specchietto, la cui utilità attualmente ti sfugge, ma c'è un'altra novità: potendo ruotare liberamente il capo, puoi osservare anche il punto cieco del Byakugan, la zona che precedentemente stava dietro la tua nuca.

    Per quanto assurdo, la terra SOTTO di te è molto meno spessa di quella che sta sopra, e a dispetto della gravità, sei certo di vedere, anche se con difficoltà, uno scorcio di cielo ad appena due metri. Cosa può significare questo?

    Quello che ancora ricordi [1]
    Omune fissava intensamente lo Hyuga, e pur acconsentendo alla sua richiesta, fu lesto a corregersi, almeno in parte. Io posso portarvi, ma non è detto che il Re vi conceda udienza. con un movimento elegante, la creatura si accucciò, per permettere al ninja di montargli in groppa. L'etichetta vuole che la nostra terra ancestrale vada raggiunta con un viaggio tradizionale, perlomeno durante la prima visita. Non seguire la procedura implicherebbe quasi sicuramente il rifiuto di concedere udienza da parte del Re. Spiegò, lasciando che lo Hyuga prendesse posto.

    Dovremo quindi raggiungerla in volo. Saranno necessari alcuni giorni. Il grifone poteva volare giorno e notte senza problemi anche per lunghi periodi, seguendo correnti d'aria segrete, a lui solo note, che lo sostenevano durante il ritorno a casa. Non ci sarebbero state pause per riposare o rifocillarsi, e sarebbe stato bene che Vergil avesse con sè provviste sufficienti. La creatura offriva una compagnia discreta e sobria, narrando eventi passati o discorrendo di temi etici, politici e filosofici.

    Non sembrava particolarmente entusiasta dell'Accademia, ritenendola una struttura troppo fragile se confrontata alle storie secolari delle arti ninja, ma concedeva che si trattasse di un inizio promettente per raggiungere una situazione di equilibrio stabile nel mondo. Che una struttura sociale come l'accademia, attiva da anni e anni, fosse considerata ancora "agli inizi" dava una idea abbastanza accurata di come quelle creature percepissero il tempo in maniera del tutto diversa rispetto agli esseri umani.

    Fu all'alba del terzo giorno che il nobile grifone fece l'annuncio. Ecco, siamo arrivati... Un cenno del nobile capo attirò l'attenzione di Vergil su un cumulo di nubi poco lontano. Possibile che abitassero il cielo? Ma tra quelle nuvole vorticanti, lo Hyuga avrebbe potuto scorgere uno scorcio di verde...


    CITAZIONE
    Che succede? Perchè sei sottoterra e perchè non ricordi come hai fatto a finirci? E perchè il sudario che ti avvolgeva è rosa?

     
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    Holy crap!


    Aveva riacquisito conoscenza già da qualche secondo, ma teneva gli occhi ben chiusi. Un mal di testa sordo e persistente gli racchiudeva il capo in una morsa e il solo pensare rendeva il dolore più acuto. Era la seconda volta in vita sua che si svegliava senza avere idea di cosa fosse successo, eppure il senso di irritazione restava lo stesso. Quello che riusciva a percepire, inoltre, rendeva quella sensazione anche più acuta: era privo di abiti e avvolto da qualcosa fino al collo. Non un filo d'aria attorno a lui, e nessun rumore. Un luogo chiuso e di piccole dimensioni, senza dubbio. Osservazioni che facevano presumere non ci fossero minacce, almeno nell'immediato. Provò così ad aprire lentamente gli occhi.

    Quello che vide o, meglio, che non vide, lo lasciò perplesso. Buio totale. Non un filo di luce si rifletteva nelle sue iridi perlacee. Fece forza con gambe e braccia e la resistenza che incontrò, tipica dei tessuti arrotolati, confermò i suoi sospetti: un sudario. Il passo successivo era piuttosto ovvio. Provò flettere gli addominali per sollevare il busto, ma non potò andare oltre una quarantina di centimetri. Il materiale che toccò la sua fronte era inequivocabilmente... legno. Era chiuso in una cassa di legno. La sola notizia sarebbe bastata a far cadere nel panico parecchie persone, compreso qualche ninja, ma lo Hyuga rimase freddo e concentrato. Ciò che più lo preoccupava era la perdita di memoria a breve termine.

    L'ultima immagine era quella di un palazzo pieno di finestre sotto i suoi piedi, condita da un vago senso di soddisfazione. Il solo provare di ricordare altro era come prendersi a martellate il cranio. La prima cosa da fare era liberarsi da quel sudario. Sapeva di non aver tempo da perdere: ignorava quanto fosse stato svenuto, e se le dimensioni della cassa erano comuni era probabile che l'aria rimasta non sarebbe durata ancora per molto. Chiuse i pugni e fece forza con entrambe le braccia verso l'esterno, usando i gomiti come punta. Niente. Provò un'altra volta, ma non sentì alcun rumore di stoffa che si strappa, sfila o scuce.

    Non era il caso di andarci piano, nè tirarla per le lunghe stancando così i muscoli. Lasciò riprendere la muscolatura per una trentina di secondi puntellando nel frattempo i gomiti. Dal tantien una massiccia dose di chakra venne erogata, irrorando bicipiti e tricipi di entrambe le braccia e rendendoli compatti come poche volte lo erano stati[FOR:400]. Diede dunque il vita ad una spinta esplosiva verso i lati. Pettorali e muscoli del collo erano in fiamme per lo sforzo ma finalmente le sue orecchie sensibili captarono un timido rumore di stoffa sfilacciata. Animato da quel piccolo successo, e dalla consapevolezza che in caso di fallimento lo aspettava una brutta fine, liberando un urlo riuscì a imprimere forza ancora maggiore alle sue membra, provocando uno strappo verticale dal collo fino all'ombelico[FOR:425].

    Il più era fatto. Con i muscoli di petto e braccia ancora irrigiditi tirò fuori le mani dal sudario, liberando poi busto e gambe. Ora, il prossimo passo. Avere le mani libere per uno shinobi poteva significare la salvezza. Quattro rapidi sigilli e la sua arte oculare fu rilasciata. La prima cosa che entrò nel suo campo visivo fu un oggetto vicino ai suoi piedi, che prima ovviamente gli era sfuggito. Lo recuperò con l'ausilio di un piede, scoprendo che si trattava di uno specchietto. Perchè lo avessero seppellito con un simile utensile, tuttavia, gli sfuggiva. Si concentrò per qualche secondo, attivando la visuale telescopica. Ciò che vide in quel buio pesto non fu confortante: una montagna di terra lo sovrastava senza lasciare scampo alcuno, per oltre venticinque metri.

    Voltando la testa per controllare in ogni direzione, magari scoprendo una sacca d'aria, ebbe la sopresa più grande. Proprio sotto le sue spalle, a meno di due metri, il cielo gli apparve in tutta la sua magnificenza e grandezza. Una fitta gli attraversò il capo, stordendolo per qualche secondo. Il cielo... alcune immagini gli apparvero vivide davanti agli occhi, rivelando una parte di ciò che aveva dimenticato. Era in groppa ad Omune ed avevano volato insieme per tre giorni. Curiosamente, ricordava di essersi nutrito di piccoli uccelli catturati in volo dal grifone e cotti da lui con l'arte del fuoco. La voce avvolgente della creatura era insolitamente facile da ricordare, come un melodia ascoltata per una vita intera. Forse dipendeva dal fatto che comunicasse telepaticamente. Il colloquio con il Re, l'ingresso nel loro mondo, quello scorcio di verde tra vorticanti nubi color panna.

    Una nuova fitta, che lo lasciò immobile per qualche istante. Attese altre immagini, sforzandosi di ricordare, ma la sua mente non sembrava volergli concedere altro per il momento. Tornò quindi a ragionare sulla scoperta del blu sotterraneo. A meno di trovarsi in una bara a gravità inversa, ironico concetto inventato sul momento, il cielo avrebbe dovuto essere dall'altra parte. D'altronde, si disse, memore dell'esperienza con il Re Corrotto, da quelle creature c'era da aspettarsi ogni cosa. Proprio per questo, almeno per ora, non se la sentiva di infrangere la cassa di legno e tentare di scappare, sicuramente verso il basso. Non aveva idea di come sarebbe stata la gravità, e dal soffitto del cielo non gli sembrava una grand prospettiva. L'aria d'altronde scarseggiava. Doveva darsi una mossa e fare qualcosa.

    Costretto dalla necessità, unì le mani in un unico sigillo mentre il suo chakra veniva distribuito equamente in due parti[Moltiplicazione Superiore]. Due metri sotto di lui un perfetto clone dello Hyuga, vestito di tutto punto e con lo specchietto in mano, fece la sua comparsa. Il chakra adesivo inondava i suoi piedi, tenendolo ancorato a terra[Controllo del Chakra II]. Quello che la copia doveva fare era raccogliere informazioni, sulla gravità e sul paesaggio circostante. E, magari, dissotterrare l'originale.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Chakra Rimanente: 222.5/300 -> Originale(115) - Copia1(107.5)
    Spese di Chakra:

    -2x Mediobasso(20)[Potenziamento]
    - Basso(10)[Attivazione Byakugan II]
    - Medio(30 - 7.5[25% di risparmio dovuto alla Concentrazione Aumentata]= 22.5)[Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo]
    - ½ Basso(5)[Chakra Adesivo]

     
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    Un mondo brullo e desolato si affaccia intorno al clone. Un mondo effettivamente capovolto, ma la gravità sembra funzionare correttamente, poichè i capelli della copia si proiettano verso il cielo, risultando anche abbastanza fastidiosi, poichè lasciati liberi da qualunque vincolo.

    In ogni caso, tutto intorno non c'è nessuno nel raggio di chilometri, anche sfruttando il penetrante sguardo degli Hyuga. O meglio, non c'è proprio nulla. Non un albero. Non un filo d'erba. Niente. E' come se l'unica vita, l'unico chakra, fosse il tuo. Quanto al cielo di sotto, le nuvole fitte e schermano gran parte della vista, ma in piccoli sprazzi si osserva un blu intenso, forse troppo per essere il cielo. Che sia il mare? O forse è solo un cielo diverso, in un mondo ancor più diverso?

    Unica nota degna di attenzione sono due impronte affiancate, a terra, poco lontano dal punto in cui sei sepolto. Non c'è lapide, ma la terra smossa indica inequivocabilmente il punto di interramento, e proprio su questa terra, le impronte di un piede umano e quella di una zampa anteriore di grifone erano poggiate, quasi a firmare l'opera. Certo, resta il fatto che seppellire qualcuno immergendolo nella terra verso l'alto è un'impresa che la logica rifiuta, ma evidentemente era accaduto...il punto è scoprire come.

    Il clone può anche allontanarsi, per indagare meglio, ma resta un problema di fondo: l'aria. Non puoi resistere più di una decina di minuti, quindi uscire da là sotto è essenziale. Anche con la copia ad aiutarti, non è comunque facile superare il solido legno della bara, sigillato con numerosi chiodi e certo progettato per durare a lungo[Richiede Forza da Blu+2 tacche].

    Una volta fuori, nudo a parte il sudario, se lo vuoi usare, e lo specchietto, non hai punti di riferimento nè appigli per capire cosa accade, ma sai che sei rivoltò verso il basso, come se fossi sul fondo di una terra fluttuante, anche se tutto è illuminato come se in quel cielo splendesse il sole, tanto che senti effettivamente la pelle scaldarsi come se colpita dai raggi, su un lato. Nessun grifone risponde al tuo Richiamo, e nessuna voce sembra essere in ascolto per una tua qualunque richiesta. Sei solo, con la terra e una luce senza origine.

    E sempre a proposito della luce, noti che, secondo come orienti lo specchio metallico, sulla sua superficie appaiono delle curiose opacature. Impieghi un poco a trovare la giusta angolazione, ma alla fine riesci a leggere un messaggio.

    CITAZIONE
    Attento all'ombra. Non lasciare che fugga.

    Un'ombra. Ma quale ombra? Forse si riferisce a qualcosa che era nella bara con te? Eppure non sembra che sia uscito nient'altro, anche guardandoti intorno, e anche facendo affidamento sul Byakugan, dunque di cosa si tratta? E' il clone a notarlo, puntando un dito in basso (o in alto, a voler essere fiscali): Non c'è ombra ai tuoi piedi. Semplicemente non la proietti, a differenza della tua creazione.

    Stupirsi della cosa non è più possibile, probabilmente, visto quanto è paradossale l'intera situazione, ma rimane comunque un qualcosa di imprevisto. Dove è finita l'ombra? Ed è il caso di lasciarla "fuggire"..sempre che ci fosse quando sei uscito dalla terra.

    Cogli un rapido movimento con la coda dell'occhio: la tua ombra, annidata in una più grande, come se si fosse resa conto di essere stata scoperta, si da alla fuga, scivolando sul terreno a grende velocità, scappando lontano. Anche partendo subito all'inseguimento, lei ha un notevole vantaggio su di te, e non sarà facile colmarlo.

    E' pur sempre la tua ombra, un tuo pari, e dovrai andare assai più veloce di quanto tu non sia per raggiungerla [Richiede Velocità da Blu+2 tacche per almeno tre turni consecutivi]. Inutile affidarsi a tecniche di deambulazione o trasporto rapido, come pure agli impasti di chakra, poichè nell'istante in cui vi ricorri, l'ombra fa lo stesso, prosciugando però le TUE energie, con un doppio consumo che alla lunga ti sfinirà...ma hai altra scelta?

    Qualche altro dettaglio [2]
    Le possenti ali del grifone sbattevano lentamente mentre questi calibrava l'elegante atterraggio su quella strana isola sospesa nel cielo. Omune fece scendere il suo evocatore, quindi prese a lisciarsi le piume della testa con elaborata lentezza. Devo rendermi presentabile prima di conferire con il Re.

    Erano in una bella radura soleggiata, in mezzo a un bosco piuttosto lontano dalla montagna centrale dell'isola. Spirava un vento leggero, che muoveva appena le fronde ma trasmetteva una piacevole frescura. Accomodatevi pure su uno di quei sassi e attendete. Andrò al Trono del Re e gli chiederò udienza. Non penso ci vorrà più di mezz'ora. Non allontanatevi da qui, tuttavia, il bosco nasconde comunque dei predatori.

    E con un rapido balzo prese nuovamente il volo, lasciandosi alle spalle l'umano, che nel mentre avrebbe potuto rifocillarsi con dei frutti di bosco e l'acqua di un ruscello che scorreva al limitare della radura. Erano passati quasi venti minuti, quando le fronde di un albero poco lontano si agitarono vivamente, e una sagoma nera le trapassava, come un proiettile, per poi finire a terra con il terribile suono della carne che impatta sul suolo. Una volta. Due volte.

    Poi quell'oggetto in caduta si fermo: era un piccolo grifone, ferito pesantemente, con un'ala spezzata e diverse ferite profonde. La testa straziata da un'artigliata che quasi aveva strappato un occhio. Ma la creatura era viva, e ansimante. Aiuto... sussurrava. Aiuto....aiutatemi.. Si muoveva appena, e ogni minimo spostamento era un tormento.
    Le fronde dell'albero danzarono ancora, ma stavolta fu una sagoma molto, molto più grande ad attraversarle. Un predatore alato. Un predatore terribile...

    Ma ecco che un atroce dolore al petto blocco il flusso dei ricordi. Qualcosa che non deve essere ricordato. Qualcosa di troppo grande.
    Troppo doloroso.
     
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    Shadow?

    Sfruttare il chakra adesivo fu davvero una buona idea. Osservando il mondo brullo e privo di vita su cui poggiava piede, il clone dello Hyuga sapeva che il flusso di energia negli arti inferiori era l'unica cosa che al momento gli impediva di "cadere" verso il cielo. Una situazione sconcertante senza dubbio ma la consapevolezza della mancanza d'aria nella bara era un chiodo che premeva più di ogni altra cosa. Due metri di profondità non erano un granchè ma senza alcun equipaggiamento a parte uno specchio la situazione cambiava notevolmente. Scavando a mani nude avrebbe impiegato troppo tempo, ma c'era una scappatoia. Posizionando le mani in quell'unico sigillo necessario la copia eseguì la tecnica con la quale lei stessa era stata creata. Altri tre cloni dello Hyuga apparvero istantaneamente a fianco del primo, i piedi inondati di chakra adesivo. Come un sol uomo iniziarono a scavare rilasciando nel frattempo il potere nei loro occhi per concentrare le energie negli arti.

    Attendendo che la copia facesse il suo lavoro Vergil aveva iniziato a fare la sua parte. Se la copia non si era auto-rilasciata significava che non era "caduta" nel cielo, e che quindi la gravità del terreno in cui era sepolto era normale. Se non altro, quindi, avrebbe potuto tentare di aprirsi una via senza che due metri di terra gli crollassero addosso. Si voltò con attenzione sul fianco destro posizionandosi come se dovesse fare delle flessioni. Sfruttando quindi entrambe le mani tastò attentamente la superficie del legno in cerca di punti deboli o falle, ma con disappunto scoprì che la cassa era ben sigillata con alcuni chiodi. Non c'erano molte speranze di aprirla con i deboli muscoli delle braccia, soprattutto nel suo caso. I quadricipiti nelle cosce erano notevolmente più forti e resistenti, e sfruttandoli entrambi facendo leva sulla schiena le probabilità erano maggiori.

    Unica fortuna in quella situazione infernale, la cassa non era costruita in modo omogeneo. Se le assi di legno erano robuste, infatti, non erano certo liscie e perfette, tantè che Vergil scoprì una protuberanza di una quindicina di centimetri più o meno a metà di quella inquietante bara. Spostando quindi specchietto e stoffa in un angolo Vergil si posizionò al centro della stessa accovacciato quanto più poteva. Attese qualche secondo, poi iniziò a spingere. Il grosso dello sforzo era concentrato sui muscoli dorsali della schiena e nelle cosce, che spingendo verso il basso sfruttavano l'intero dorso dello Hyuga come leva. Una spinta omogenea e senza pause, aumentando ogni secondo la tensione muscolare. La difficoltà maggiore era la compressione cui i polmoni erano sottoposti, che rendeva difficoltoso ossigenare bene il sangue e quindi tollerare lo sforzo. O forse era semplicemente l'aria che stava finendo. Inutile dire che il chakra era già all'opera per rendere le fibre compatte come roccia ed in grado di avere la meglio sul quel legno testardo[FOR:425].

    Dopo trenta secondi buoni di pressione continua la schiena di Vergil era conficcata nel legno in maniera tale da risultare dolorosa e i muscoli delle gambe parevano in fiamme. Anche la zona attorno al tallone aveva iniziato a urlare proteste per uno sforzo improvviso così prolungato. Non ce la faceva più. Senza diminuire la pressione esercitata prese tre veloci respiri di fila, gonfiando l'addome quanto più poteva, e con un urlo rabbioso aumentò la spinta in un'esplosione di potenza muscolare[FOR:450]. Finalmente il legno cedette e la parte inferiore della bara venne scardinata. I piedi dello Hyuga affondarono nella terra di venti centimetri buoni, permettendogli di recuperare una posizione meno scomoda.

    Non si concesse più di un minuto per riprendersi perchè se anche i muscoli gli dolevano il pensiero di poter morire asfissiato era pressante. iniziò a scavare a mani nude, spostando la terra per fortuna non troppo dura ai lati della bara. Un lavoro lungo ma solo moderatamente faticoso. Non osava rilasciare il Byakugan a sua volta, ma si concesse di non tenerlo al massimo delle sue possibilità per il momento[Maestria Innata]. Pochi minuti dopo i suoi piedi vennero toccati da una mano sinistra spuntata dal terriccio smosso. La liberazione era vicina. In preparazione dell'evidente inversione di gravità che lo aspettava una volta uscito da quel buco inondò i piedi con il chakra adesivo.

    Lasciò che le copie terminassero di aprire un passaggio mettendosi nel frattempo nella posizione adatta ad affrontare l'imminente variazione. Non appena otto mani identiche in tutto e per tutto alle sue aprirono un passaggio largo abbastanza per far passare le spalle, infatti, lo Hyuga avvertì una sensazione molto simile a quella di una caduta. Il chakra però fece il suo dovere e sostenne il corpo tonico e longilineo del chunin che dopo uno spiacevole quarto d'ora finalmente uscì da quella maledetta bara. Lasciò quel sudario rosa dov'era, tenendo con sè solo lo specchietto.

    Ringraziando le copie con un mezzo sorriso d'intesa, Vergil passò ad osservare nuovamente quella terra rovesciata. Non un filo d'erba o una foglia svolazzante ad ingentilire quella distesa brulla. Anche spingendo al massimo la visuale telescopica nulla appariva all'orizzonte, in tutte le direzioni. L'unico particolare erano due impronte, una di uomo ed una di grifone, a fianco del luogo dove era stato sepolto. Solo relativamente utili, e di certo non spiegavano come fosse finito in quella situazione. Seccato, lo Hyuga fece per osservare l'immagine del suo volto nello specchio e notò qualcosa di opaco sulla superficie. Cambiò l'angolazione dello specchio in modo da diminuire l'illuminazione ed un'enigmatica scritta fece la sua comparsa in quella superficie scintillante. Si allarmò immediatamente. Forse c'era un'altra creatura sepolta con lui? Gettò un rapido sguardo in "alto", nella fossa, ma non scorse nulla. Fu il primo clone creato a notare qualcosa ed a richiamare la sua attenzione. Guardando meglio ai suoi piedi, in effetti, colse un particolare piuttosto bizzarro che prima gli era sfuggito: il suo corpo non proiettava alcuna ombra, cosa che invece il clone faceva.



    Piuttosto stupito, Vergil non seppe che pensare. I Nara manipolavano la propria ombra fino a fonderla con quella del nemico, ma poteva esistere un'arte in grado di privare un corpo della stessa? Non ebbe molto tempo per interrogarsi sulle possibili risposte. Come se avesse visto il clone far notare all'originale la stranezza della cosa un'ombra, apparentemente dotata di vita propria, si staccò dal pozzo di tenebre proiettato da una roccia e si diede alla fuga. La sagoma che si allungava sul terreno era inequivocabilmente quella dello Hyuga, il quale, talmente proiettato in una situazione quasi irreale, non poté far altro che decidere di affidarsi all'istinto. Avrebbe fatto come suggeriva lo specchio anche perché, tra l'altro, non vedeva un motivo che fosse uno per perdere la propria ombra senza fare alcunché.

    Stava per lanciarsi all'inseguimento, quando un improvviso dolore alle tempie accompagnò un nuovo fiume di immagini. L'ombra... il collegamento era l'ombra. L'enorme sagoma di Omune che si stagliava elegante sulle cime dei pini sottostanti mentre Vergil osservava. Erano atterrati in una radura ed il grifone era andato a chiedere udienza lasciando lo Hyuga ad attenderlo. Ricordava di essersi seduto tranquillamente su un masso al centro dello spiazzo, riordinando le idee in preparazione dell'incontro con il Re. Un'altra fitta di dolore ed una nuova immagine gli passò davanti agli occhi: un piccolo corpo scagliato con violenza tale da tranciare due grossi tronchi nella sua traiettoria.

    Ricordò il suo stupore e l'incredibile rabbia, come una morsa, aveva preso ad attanargliargli il petto non appena era andato a controllare. Un cucciolo di grifone. Il suo piccolo corpo martoriato era attraversato da molteplici, profondi tagli e la sua ala sinistra riposava piegata in un'angolazione innaturale, evidentemente spezzata. Quello che più toccava della creatura però non era l'aspetto, ma la voce. Implorava aiuto come poteva farlo solo un bambino testimone dell'omicidio dei genitori. Quando la sua mente carezzò quella dello Hyuga trasmise una disperazione tale da fargli quasi perdere la concentrazione su ciò che, con tutta evidenza, stava arrivando.

    Ricordava di aver attivato i suoi occhi in una frazione di secondo, con un singolo sigillo, aver estratto la katana e di essersi messo in guardia. Aveva l'immagine di una sagoma immensa che, alata e scura come la notte, si faceva strada nella foresta sradicando e spezzando alberi al suo passaggio. Ma ecco giungere altro dolore, un'anestetico prezioso per l'abisso in cui Vergil sentiva che il suo cuore era entrato negli attimi successivi. La sua mente lo proteggeva, rifiutandosi di ricordare qualcosa di innominabile che doveva averlo sconvolto nel profondo.

    Il dolore lo riportò alla realtà, dove i suoi occhi caddero sulla sagoma che rapida si allontanava. Scattò immediatamente. Doveva reagire al dolore e scoprire cosa gli era capitato. Dopo qualche passo rilasciò i cloni, ormai privi di utilità. Sentì la piacevole sensazione del chakra che ritornava nelle sue membra alleviando la stanchezza fisica e mentale. Nudo come alla nascita, lo Hyuga correva in quella distesa deserta all'inseguimento di una parte di sè stesso. Notò che l'ombra, più avanti di una decina di metri, non riusciva a distanziarlo, ma nemmeno lui guadagnava terreno. Erano esattamente alla pari, uno l'immagine dell'altro.

    Doveva inventarsi qualcosa se non voleva ritrovarsi a sfrecciare all'infinito in un mondo alla rovescia. Senza contare che, essendo nudo, mentre correva l'"equipaggiamento" non aveva esattamente vita comoda - e una o due fitte di dolore gli erano già arrivate. Decise quindi di ricorrere ad uno dei jutsu che prediligeva ed in un attimo scomparve, ricomparendo un battito di ciglia dopo nella posizione dell'ombra. O meglio, come constatò lo Hyuga stesso, nella posizione precedente dell'ombra. La sua esperienza gli permise di continuare a correre nonostante la sorpresa, ma quella scoperta era consolante e preoccupante al tempo stesso: il fatto che l'ombra avesse sfruttato il jutsu dello Hyuga nel medesimo momento, tra l'altro consumando le sue energie, significava che erano ancora collegati e che un modo per recuperare la loro connessione doveva esistere[VEL:475]. La brutta notizia, d'altro canto, era che stava gareggiando con un essere dalle sue stesse potenzialità ma con il vantaggio sostanziale di essere instancabile.

    Per quanto riguardava lui, invece, la storia era diversa. La sua energia era notevole ma ben lontana dal poter essere considerata inesauribile. Quell'ultima tecnica a consumo raddoppiato, poi, gli aveva inflitto una bella botta. Mentre continuava a correre, evitando con cura ogni impasto di chakra, sapeva che la sua riserva era ormai inferiore ad un terzo del normale e che, oltre a catturare la sua ombra, entro un'ora ci sarebbe stato il problema di trovare un modo per non "cadere" nel cielo. Quel mondo inverso era davvero allucinante.

    Recuperò la concentrazione in pochi attimi, costringendosi ad escludere ogni cosa che non centrasse con il movimento armonico delle gambe o la melodia del suo respiro. Continuò a correre per vari minuti, dosado bene la forza e facendo attenzione a non stirare alcun muscolo per colpa di un movimento sbagliato. La fatica si faceva sentire ma Vergil non ci badava tanto: quello era il suo elemento, ed era da tempo che poteva correre per più di una giornata senza mai fermarsi. Certo, superare i limiti del proprio corpo era un'altra faccenda. Senza preoccuparsi eccessivamente continuò dunque nella corsa, ossigenando bene i polmoni e tenendo d'occhio l'ombra.

    Quando finalmente sentì di aver trovato l'assetto di corsa perfetto, chiuse gli occhi. Era un trucco che aveva imparato anni prima da un vecchio montanaro durante un escursione con il clan: chiudendo gli occhi e mantenendo la direzione era possibile concentrarsi solamente sul passo successivo, risparmiando energia ed al contempo aumentando l'andatura. Quando il vecchio l'aveva confidato ad un Vergil di diversi anni più giovane, quasi quindicenne, questi non gli aveva dato molto credito. Mentre scalava una vetta, però, lottando con la fatica si era trovato inconsciamente ad ascoltare il vecchio e con somma sorpresa aveva scoperto che il trucco funzionava. Proseguì dunque in quella matta cerca per un'entità fuggente e priva di consistente nell'unico modo possibile: per trovare un'ombra era necessario cercare nell'oscurità.

    Fu così che, continuando a correre, il suo corpo trovò un ritmo nuovo e più scattante. Le sue gambe atterravano e ripartivano ad un ritmo più serrato e la distanza con l'ombra si accorciava di secondo in secondo[VEL:525]. Continuò per un paio di minuti, poi lo Hyuga riaprì gli occhi. L'ombra continuava a fuggire strisciando sulla terra senza lasciare traccia, ma ormai distava meno di un metro. Attento a mantere l'andatura Vergil assaporò ogni centimetro che guadagnava finchè, finalmente, dopo quasi mezz'ora di corsa forsennata, la punta del suo piede destro toccò la corrispondente parte ombrosa.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Chakra Rimanente: 75/300
    Spese di Chakra:

    -2x Mediobasso(20)[Potenziamento]
    - Medio(30 - 7.5[25% di risparmio dovuto alla Concentrazione Aumentata]= 22.5)[Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo]
    -5x ½ Basso(5)[Chakra Adesivo]
    -2x Alto(60 - 30[50% di risparmio dovuto alla Concentrazione Aumentata e al talento Tecniche Economiche]= 30)[Passo Lampo Infinito]
    ____________________________

    SCUSA IL RITARDO ASSURDO :argh:

    Per la velocità: di base Vergil ha, da Rossa, una valore di 475(due vantaggi e talento). Per migliorarsi e superare/raggiungere l'ombra deve quindi raggiungere un valore di 525(senza sfruttare il chakra).

    Dimenticavo.. STO GIÀ FINENDO IL CHAKRA :argh:

     
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    Al contatto, l'ombra si riavvolge intorno al tuo corpo. A poco serve dimenarsi: ti avvolge come un sudario, stretto ed elastico, ma da cui è impossibile liberarsi. La testa dell'ombra si affianca al tuo orecchio, e sussurra, con insistenza: Non dovevi! Non dovevi!! Non capisci? Dovevamo restare lì! Non dovevamo uscire mai più! Tu non sei quello che.. Sfarfalla un attimo, come se faticasse a restare solida, quindi recede, tornando ad essere una semplice ombra.

    Puoi riposare qualche minuto, ma anche con i tuoi occhi, non riesci a vedere nulla in lontananza. Non una abitazione, non un'animale. Solo rocce e sassi, più alcuni sparuti gruppi di radici irte di spine, qua e là. Passano quasi due ore. Ore passate in attesa, o anche in inutili vagabondaggi senza una meta definita, fino a che un punto nero in lontananza macchia il cielo. Si fa via via più grande, mostrando piume che ardono come il sole se bagnate dalla luce, occhi che sembrano d'oro fuso e una testa fiera, regale. Il Re è arrivato, e si ferma a breve distanza da te, senza atterrare, ma fluttuando lentamente sul posto grazie alle possenti ali

    Pensavo fossi morto e sepolto. La voce del Re appare turbata, come se non si aspettasse una cosa simile. Dopo appena tre giorni. Batte le ali con lentezza, cavalcando il vento senza spostarsi. Non temere. Non lascerò che sia stato tutto invano. Lo ho promesso a tuo padre. Di cosa parla? La sua voce è velata di tristezza, ma sembra coprire a stento un'ira profonda, un'ira che non trova sfogo.

    Ti farò tornare nella tomba! Un pesante battito d'ali, e scatena una impressionante folata di vento contro di te. Il vento è terribilmente tagliente, e colpisce un'area estremamente ampia, con forza sufficiente per strapparti dalla roccia e farti precipitare. Devi portarti in salvo, il più velocemente possibile!

    Una volta salvo, il Re tenta nuovi attacchi, ma stavolta sono semplici lame di vento, ampie come e più di un uomo, ma più semplici da evitare, anche se decisamente rapide [Richiede Riflessi pari al tuo massimo +4 tacche] Forse i miei poteri sono più deboli qui, ma non riuscirai a sfuggirmi per sempre! Lo stridiò di battaglia del Re riempie l'aria e la tua mente, come un terribile tuono che esplode nel cielo, facendo tremare ogni cosa. Ma ai tuoi occhi non sfugge come il chakra del Re sia disturbato, come se qualcosa lo indebolisse e dissipasse. Possibile che sia quel luogo?

    Anche così, resta incredibilmente potente, e tu sei disarmato. Gli attacchi si susseguono sempre più feroci, con onde d'aria e lame che minacciano al tua vita, costringendoti a fuggire. Nello specchietto, se riesci a consultarlo anche nella concitazione, appare una freccia, come a suggerirti una via di fuga.

    Non mi scapperai! Grida il Re, inseguendoti e senza cessare il suo violento bombardamento. Ma seguendo le indicazioni dello specchio, raggiungi solo uno degli ammassi di radici con rovi che avevi visto. L'incalzante raffica di attacchi ti spinge a gettarti là in mezzo, ma a piedi scalzi rischi solo di perdere qualche dito, se non peggio. Eppure non hai scelta, dovrai sopportare il dolore, e fidarti dello specchio. Sempre che tu non intenda scappare alla cieca, sotto l'impietoso attacco del più potente tra i grifoni! [Devi avere una resistenza al dolore superiore alla Rossa per muoverti tra i rovi]

    La battaglia con la corruzione [3]
    Un improvviso ricordo del predatore all'attacco. Un'ombra nera che balzava, corrotta nell'aspetto ma dal chakra di un curioso colore ambrato. Non c'era il tempo di stare a ragionarci troppo, tuttavia, perchè in un attimo la creatura fu davanti a lui e al grifone ferito.

    Lascia quell'animale. Mi appartiene. Deve essere ucciso. L'essere è maestoso, ma dalle piume arruffate, sporche. Ricorda molto il Re Corrotto, ma è più piccolo e sicuramente più debole, anche se gli occhi velati da una patina infetta e puzzolente hanno la stessa, distante intensità. Allontanati umano, la mia giustizia non ammette ostacoli.

    Aiu..aiutami, ti prego aiutami.. Il cucciolo, dal chakra di un bizzarro grigio argenteo, arranca per portarsi alle spalle di Vergil, cercando di farsi più piccolo, di raccogliersi per offrire il minor bersaglio possibile. Aiutami...

    TACI PICCOLO IGNOBILE VERME!! Con ira il grande grifone corrotto balza in avanti, trovando però lo Hyuga sulla sua strada. Il suo artiglio cercò più attacchi ai danni del ninja, ma sempre con l'intento di superarlo, o metterlo da parte.

    Ma ecco che una breve esitazione comporta un attacco più pericoloso, uno scatto della testa col becco pronto a perforare. Il collo della creatura era esposto..ma Vergil lo aveva aggredito per fermarlo prima che colpisse il cucciolo, o aveva invece incassato la beccata? O ancora, aveva lasciato che il piccolo grifone venisse dilaniato da quell'ultimo attacco?
     
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    Fu un attimo: appena carne e ombra si congiunsero quest'ultima avvolse completamente il corpo dello Hyuga, imprigionandolo, e con una voce mai udita prima gli sussurrò all'orecchio parole dal senso oscuro. Poi, prima che Vergil potesse fare alcunché, l'ombra tornò normale, liberandolo. Il chunin fissò la sagoma scura sul terreno per cinque minuti buoni prima di decidere che per il momento non c'era più pericolo che scappasse.

    Chinato, mani appoggiate sulle cosce, Vergil riprese fiato dopo la lunga corsa. Era sudato - comprensibilmente - ed aveva sete, ma dopo una decina di minuti il suo corpo era già in perfetta forma. Le lunghe esperienze recenti, non ultime quella folle corsa e l'evasione dalla bara lo stavano evidentemente temprando sempre di più. A quella situazione assurda si aggiunse il misterioso messaggio dell'ombra animata dello Hyuga stesso. Perchè viveva? Perchè era scappata? Cosa voleva comunicare al chunin dagli occhi bianchi prima di tornare quiescente?

    Interrogativi che per il momento non avevano risposta. Si guardò di nuovo attorno ma non vide nulla di diverso da prima. L'unica cosa che poteva fare era continuare a muoversi tenendo bene a mente da dove era venuto per in modo da non girare attorno e sperare di trovare una qualche via d'uscita da quella situazione. Mentre camminava sotto il sole non aveva altra scelta che tenere attivo il chakra adesivo ma la relativa calma della situazione gli permise di recuperare un po' le forze, ciò nonostante.

    La situazione cambiò dopo quasi due ore, quando all'orizzonte scorse una figura volante in rapido avvicinamento. Sperò che fosse un grifone, e magari uno di quelli che aveva fin'ora evocato, in modo che potesse spiegargli che diavolo stesse succedendo e come fosse finito in quella situazione. Grande fu la sorpresa quando il sole investì le piume della creatura.



    Riflessi aurei si stagliarono in ogni direzione e il cielo stesso sembrava piegarsi per consentire il passaggio al potente essere. Il Re. Nato come tale, destinato a non piegarsi a nessuno ed a governare sui cieli per sempre. Il grifone planò elegantemente e si avvicinò allo Hyuga, rimanendo fermo in volo grazie alle sue ali. La sua stazza era notevole, eppure un gesto simile non sembrava causargli alcuno sforzo apparente. Doveva avere una muscolatura senza eguali.

    Prima che lo Hyuga avesse il tempo di piegare il capo in segno di rispetto la coscienza immane del grifone gli sfiorò il pensiero, trasmettendogli parole che di certo Vergil non si aspettava.
    Perchè avrebbe dovuto essere morto e sepolto? La voce del Re era come turbata, quasi come se questi fosse sorpreso di qualcosa. La sua figura nobile galleggiava in aria sostenuta dalle ali e nel suo sguardo dorato a Vergil sembrò di scorgere un groviglio di emozioni che non avrebbe mai creduto potesse sorgere in una creatura come quella che aveva davanti. Un eletto, benedetto alla nascita con capacità uniche. Cosa mai poteva turbarlo? Fu questo pensiero a fargli morire qualsiasi domanda in gola e a renderlo temporaneamente incapace di parlare. Fu il Re a continuare, e non in modo piacevole.

    Disse qualcosa a proposito di una promessa fatta al padre di Vergil e di impedire la vanità di qualcosa. Mente le parole fluivano nella coscienza dello Hyuga il possente becco della creatura era immobile, e così la sua espressione, ma una rabbia travolgente e contenuta a stento sembrava avvolgere tutto il suo essere. Poi, quella frase. Fu solo grazie a quella parte della sua mente che non cessava mai di pensare alla difesa che si salvò[Reattività Divina]. La folata di vento lanciatagli contro dal Re venne evitata con un fulmineo salto indietro ma lo stupore che colse lo Hyuga per essere stato attaccato fu talmente grande da annebbiargli i sensi. Il Re era legato agli Hyuga da secoli, era stato una guida ed un alleato per i più dotati di questi e Vergil aveva visto persino suo padre inchinarsi al suo cospetto. E ora questi lo aveva attaccato. A nulla valse la sua pluriennale esperienza sul campo di battaglia per combattere quel sentimento nel petto che gli bloccò ogni reazione. Senza fermarsi il grifone perseverò nel suo intento, scagliando una micidiale lama d'aria contro il chunin dagli occhi bianchi. E, questa volta, per la prima volta in vita sua, le difese dello Hyuga vennero infrante. O meglio, non si attivarono nemmeno.
    Semplicemente, subì.



    Impossibile descrivere quello che una volta riavutosi dalla sorpresa grazie al dolore sentì crescergli nel petto. Faceva male. Molto male. E se era vero che per lo Hyuga la fatica era una compagna costante che sapeva tollerare più che bene il dolore era invece qualcosa di nuovo. Non ebbe nemmeno il tempo di dispiacersi per essere stato finalmente colpito, perchè lo stridio di battaglia del Re lo avvisò di un nuovo attacco in arrivo. Questa volta, però, lo Hyuga reagì.

    La volontà di vivere bruciava forte nel suo animo, tant'è che il rispetto per il grifone non gli impedì di tentare di difendersi al meglio delle sue possibilità. Il Re scagliò un'altra lama d'aria, simile alla prima ma con un'angolazione diversa, e si lanciò verso di lui. Vergil invece era nudo, disarmato e ferito. Come se non bastasse la distanza tra i due era inferiore ai dieci metri e data la velocità dell'attacco il tempo di reazione non era vasto. Il chakra fluì rapido nel busto per permettere una rotazione dello stesso di una decina di centimetri indietro, verso destra, in modo che la lama passasse accanto alla spalla sinistra senza ferirlo[Mediobasso][RIFL:500].

    Mentre indietreggiando e saltando continuava a schivare gli attacchi Vergil non distoglieva il suo sguardo perlaceo dagli occhi dorati del Re[Basso][RIFL:500]. Voleva domandargli perché lo stava attaccando e dirgli di smetterla, perchè lo addolorava essere in conflitto con una simile entità. Un eletto per nascita. Un essere simile a lui. L'unico che lo avesse mai ferito. Tutto questo desiderava, eppure non lo fece, nè scappò. Il dolore per la ferita era terribile e per muoversi con efficacia ed evitare perdite di sangue troppo gravi Vergil lottava per costringere il suo corpo a reagire, a rendersi più compatto, ad obbedire prontamente ai suoi ordini mentali[RES:450].



    Pur in queste difficoltà, mentre continuava a schivare le lame - lanciate anche in letali coppie incrociate - Vergil notò come il chakra che gli era necessario per evitare gli attacchi stesse diminuendo di minuto in minuto[½ Basso][RIFL:500]. La caccia continuò per diversi minuti, non senza una continua lotta di Vergil contro il dolore persistente al busto. Quando arrivò un ulteriore attacco, questa volta due lame incrociate all'altezza del busto, il corpo dello Hyuga finalmente si abituò del tutto alla nuova velocità acquisita, persino aumentandola, e piegandosi indietro sulle ginocchia il giovane chunin della Foglia evitò anche questa offensiva[RIFL:500]. La padronanza di questa nuova forza, però, non gli procurò alcuna soddisfazione: la sua attenzione era concentrata unicamente sulla nobile figura che, volando in quel pazzo mondo alla rovescia, continuava a scatenargli la sua furia addosso.

    Già, la sua furia. Era chiaro che il Re non si stesse trattenendo, ma se era così come poteva - dato l'incommensurabile potere del sovrano dei cieli - Vergil essere ancora vivo? Il potere del grifone era ancora superiore al suo ma la distanza non era incolmabile. La chiave per sciogliere quei dubbi gli venne fornita dal Re stesso, che continuando nel suo attacco tuonò che anche se la sua forza in quel luogo era ridotta lo Hyuga non sarebbe potuto fuggire in eterno. Vero senza dubbio: presto o tardi Vergil avrebbe terminato le energie e finendo dilaniato dal grifone o "cadendo" nel cielo. Il punto fondamentale, però, era che per sua stessa ammissione il Re fosse effettivamente più debole in quel luogo. Com'era possibile? Che razza di posto avrebbe potuto avere una capacità simile? E, in ogni caso, perchè lo Hyuga non ne era affetto?

    Ulteriore conferma dell'indebolimento della creatura era il suo meraviglioso chakra, che, tenuto costantemente sott'occhio da Vergil, scorre in modo irregolare e sgraziato, come se qualcosa disturbasse la creatura interferendo con la sua forza vitale. Schivando un ulteriore attacco con una capriola all'indietro lo Hyuga notò come sullo specchio fosse apparsa una freccia scura, quasi ad indicargli una direzione da seguire. Ma Vergil non voleva scappare.

    Poi, senza preavviso, una nuova fitta di dolore al capo. Quel legame di affetto per la razza dei grifoni gli bruciava tra le tempie, facendogli ricordare altro di quello che era avvenuto. Era posizionato in guardia, Byakugan attivo e corpo pronto a reagire, esattamente davanti alla creatura ferita. La figura alata che sbucò dagli alberi divenne più chiara e quando la identificò il cuore dello Hyuga perse un colpo. Pareva una copia in piccolo del Re Corrotto. Emanava lo stesso fetore di morte e disperazione ed il suo chakra era orribile a vedersi. Viceversa, il grazioso chakra argenteo del piccolo alle sue spalle era limpido come un ruscello di montagna, ma più il grifone corrotto si avvicinava più il flusso di questo veniva turbato.

    « Lascia quell'animale. Mi appartiene. Deve essere ucciso. »

    L'intera coscienza di Vergil si ritrasse, erigendo tenaci barriere mentale, nel momento stesso in cui il pensiero del grifone la sfiorò. Pareva di essere abbracciati da centinaia di aghi gelidi. Una sensazione simile, anche se immensamente più tenue, a quella che ispirava il Re Corrotto. Al solo ricordo la furia glaciale dello Hyuga montò, potente come l'oceano in tempesta.

    " L'unica cosa che ti appartiene, creatura, è una morte rapida per mano mia. "

    Le fitte si intensificarono nel ricordare quella travolgente ondata di emozioni. La bestia stessa si era lanciata all'attacco e lo Hyuga ci aveva lottato per diverso tempo visto che i loro poteri grosso modo si rivalevano. Dopo dieci minuti di lotta gli era parso chiaro, però, che la creatura corrotta stesse combattendo con l'unico obbiettivo di metterlo da parte per eliminare il cucciolo ferito. Nel momento stesso in cui realizzava questo i suoi riflessi rallentarono di un secondo, ed una potente alata del grifone lo lanciò a diversi metri di distanza. Ricordava di aver visto, mentre era in volo, il becco della creatura incurvarsi in un ghigno perverso nel momento in cui si lanciava contro il piccolo grifone.

    Rivedendosi come un semplice spettatore Vergil vide passargli davanti agli occhi l'immagine di sè stesso che eseguiva un formidabile Palmo d'Aria catapultandosi indietro verso i due grifoni. Non c'era abbastanza tempo. Ricordò il senso d'urgenza provato in quegli istanti. Vide la mancina, impugnante la katana, tentare di penetrare il collo della creatura corrotta mentre allo stesso tempo, con il busto, il suo stesso corpo si poneva a scudo del cucciolo. Ricordò di aver rilasciato un Velo di Chakra alla massima potenza mentre l'immagine del becco ricurvo si faceva sempre più vicina alla zona del suo sterno. Un'altra fitta di dolore, e di nuovo la visione di interruppe.

    Fece appena in tempo a riprendersi per evitare una lama di vento che mirava ad aprirgli in due la testa. Effettuò un salto indietro di dieci metri, atterrando con grazia sul terreno brullo. Aprì le mani a palmo ed allargò le braccia, in un gesto che poteva essere letto sia come di accettazione sia come di provocazione. I palmi iniziarono a crepitare di chakra purissimo infuocato da spirali rossastre. Non sarebbe scappato. Dentro di sè sperava che il Re capisse che non aveva di fronte un impostore o chissà cosa, ma il vero erede della casata Hyuga ed il custode del patto con la stirpe dei grifoni. A tali pensieri non venne però data alcuna voce. Il giovane chunin si limitò a fissare con occhi sereni e decisi il sovrano dei cieli, lasciando che vi leggesse dentro ogni cosa e che potesse capire. Capire che, nonostante tutto, Vergil Hyuga sarebbe morto combattendo.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Vitalità: 120/160
    Ferite: Lacerazione Grave al busto, da spalla destra ad addominali bassi sinistri.

    imageTesta: 60/60
    imageBraccioDx: 50/50imageBusto: 20/100imageBraccioSx: 50/50
    imageGambaDx: 50/50imageGambaSx: 50/50

    Chakra Rimanente: 62.5/100
    Spese di Chakra:

    - ½ Basso(5)[Chakra Adesivo]
    + Medio(30)[Quiete]
    - Bassissimo(2.5)[Attivazione Reattività Divina[Arte]: Durante tutta la sua carriera ninja Vergil non ha mai trovato un suo pari in grado di ferirlo in combattimento, tant'è che il suo corpo è completamente privo di cicatrici. Essendo lo Hyuga conscio di questa sua peculiarità, quando affronta un combattimento una parte della sua mente presta maggiore attenzione ad evitare ferite, donandogli così una tacca di vantaggio in Riflessi finché tale concentrazione perdura. Questa capacità non giustifica difese irrealistiche o antisportive, e se subita una ferita superiore a Lieve in un combattimento per tutta la durata dello stesso tale abilità non è più accessibile. Non è cumulabile a tecniche che aumentino i Riflessi: nel caso attivato un jutsu simile varrà solo il maggiore dei bonus.

    [Consumo: Bassissimo]
    ]
    - Mediobasso(20)[Potenziamento]
    - Basso(10)[Potenziamento]
    - ½ Basso(5)[Potenziamento]
    ____________________________

    Fuck yeah :zxc:

     
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    COME OSI USARE IL SUO CHAKRA!?!? Tuona la voce del Re quando infine, ancora in piedi, punti le mani contro di lui, come per sfida, o per affermazione della tua volontà. La maestosa creatura spalanca le ali, e sembra che l'aria stessa vibri della sua collera. ACCETTERAI IL TUO DESTINO, CREATURA MALEDETTA! E raccogliendo le ali si getta in basso, verso il cielo che sta sotto la tua testa, accumulando velocità

    Apre le ali dopo poco, e comincia a volare in cerchio, a grande velocità. Diviene via via più rapido, fino a non essere più distinguibile come singola figura, ma solo come un anello dorato su cui splende il sole. E d'improvviso da quel cerchio si scatena un vero e proprio uragano diretto verso di te. Un cono d'aria talmente ampio che ogni pensiero di schivata, o anche di fuga tramite tecniche è impensabile. Un attacco totale, devastante, che pure non causa danni diretti, ma si esercita con pressione indicibile sul terreno, sulle rocce, sui rovi poco distante. E su di te.

    L'aria arriva dal basso, schiacciando tutto. Le pietre affondano in parte nel terreno rovesciato, che viene quasi appiattito dalla spinta, e ci vuol poco a vincere la tua resistenza, mettendoti in ginocchio. La forza è tale che non puoi muoverti, e di questo passo persino le tue ossa verranno ridotte a brandelli in pochi minuti, prima di essere incavate di prepotenza nel "suolo" [Serve resistenza da Blu, anche con tutti gli impasti possibili]

    Ancora una voltà sarò io sigillarti nuovamente sottoterra! L'ira del Re è qualcosa di palpabile, di vivo, che pulsa nell'aria e nella terra. Qualcosa di insolito e terrificante, che certo non allevia il terribile peso imposto dall'aria. Se in te ci fosse un briciolo di onore accetteresti il tuo destino! MA NON TI PERMETTERO' DI INFANGARE ANCORA IL SUO SACRIFICIO, HANKETSU!!! L'impeto dell'aria si fa ancora più pesante, se possibile, e non cessa nemmeno quando il Re smette il suo moto circolare, posizionandosi al centro di quell'immensa pressa di vento.

    CHE TU SIA DISTRUTTO! E mentre emette ancora una volta il suo terribile grido di guerra, con un solo battito d'ali lacera la piramide d'aria che ti opprime. Non c'è più alcun peso, ma l'improvvisa rottura genera una quantità inimmaginabile di lame d'aria. Quelle che ti hanno bersagliato fino ad ora sono solo giocattoli al confronto: quello che hai davanti è una vera e propria valanga. Anche impiegando due ore, non riusciresti a contare tutte le lame che volano nella tua direzione, sono decine e decine, fitte all'inverosimile e disposte su più ondate, in un'area immensa. Non c'è via di fuga. Non c'è possibilità di schivarle. Non c'è speranza. Salvo un piccolo bagliore, da parte dell'unico oggetto che hai con te.

    Usami. Una sola parola sullo specchio. Una parola di cui fidarsi, in quel preciso momento, non avendo altro a cui appellarsi, forse. Se avessi deciso di sollevare lo specchio a tua difesa, questo con una luce abbagliante avrebbe intercettato ogni singola lama a te diretta, ma ancora una volta sottoponendo il tuo corpo a un notevole stresso. Stavolta non era questione di resistere a un continuo peso, ma piuttosto riuscire a sopportare decine e decine di assalti consecutivi

    Grazie allo specchio nessuna lama di vento poteva tagliarti, ma comunque avrebbero causato un certo impatto, poco meno di un pugno, ma quando iniziano ad arrivare venti, trenta o cinquanta attacchi forti quasi come un pugno, bisogna riuscire a incassare, se non si vuole finire a pezzi.

    In caso contrario, utilizzare altri metodi per difendersi, come la rotazione Suprema, avrebbe garantito immunità dai primi attacchi, ma quelli successivi sarebbero arrivati sul bersaglio, e a quel punto non ci sarebbe stato scampo.

    L'Innocente, Il Corrotto, il Derubato [4]

    Nooo!! Gack! L'aggressore, trafitto alla gola, fissava con assoluto terrore il chunin che lo aveva appena ucciso. No..no...Il suo corpo trema terribilmente mentre la creatura si accascia. Quello che doveva essere il suo ultimo attacco è stato stroncato da un attacco devastante, congiunto all'impenetrabile barriera del Chakra. No..lui..non è quello che... Morto infine. Quegli occhi velati dalla malattia diventarono immobili, e anche il respiro affannante ebbe termine. In quel preciso istante, qualcosa di freddo e implacabile afferrò lo Hyuga alle spalle, bloccando ogni suo movimento.

    Grazie, grazie mille, sciocco! Accadde in un attimo. Il chunin non poteva muoversi di un millimetro, e al contempo il piccolo grifone gli balzò addosso, come avvolto da fumi argentei. Per Vergil fu come essere spinto all'indietro, e si sentì cadere di schiena. Una caduta interminabile...eppure al contempo era come se i piedi non si fossero mossi affatto. Come cadere e non cadere al contempo. Percepì distintamente che infrangeva qualcosa simile a uno specchio d'acqua, ma tutto intorno non era acqua..era nero. Semplice nero, nient'altro avrebbe potuto definirlo, e sempre attraverso il nero, in qualche modo lui vedeva.

    Vedeva una persona davanti a sè. In piedi. Una persona di spalle, con vesti stranamente familiari..e capelli altrettanto familiari. Una persona che stava di spalle esattamente dove era lui poco prima di cadere. Ma era caduto davvero? La mente diceva di si, ma il corpo non sembrava essersene accorto. La figura di spalle gli somigliava terribilmente, e quando voltò il capo, era il suo stesso viso a fissarlo, attraverso il nero. Spero ti piaccia la tua ombra. Perchè ci resterai a lungo. Quel viso, quella voce. Era lui stesso, ma non era stato lui a parlare.

    Quando ho preso suo figlio, quell'animale ha cercato con tutte le sue forze di scacciarmi, cercando inutilmente di salvare quel ridicolo pulcino. Poco a poco lo ho indebolito avvelenando il suo corpo..guarda in che miserabile stato lo ho ridotto. La bocca dello Hyuga sussurrava, con il suo tono, la sua inflessione, ma non era Vergil a parlare. Vergil assisteva solo, impotente, e ogni suo grido cadeva nel nero vuoto che lo circonda. Ma dopo un pò ha capito che non poteva più riprendere suo figlio, e ha iniziato a fare sul serio...voleva proprio farmi fuori una volta per tutte. Anche se indebolito era forte, sai? Stavo per soccombere, ma grazie a te mi sono salvato.

    E ora ho anche un corpo decente. Basta con conigli, passeri e grifoni. Finalmente ho di nuovo un corpo umano! Vergil dall'ombra poteva vedere il suo corpo far schioccare le dita una a una, con il volto piegato in una smorfia maligna. E ora..dal RE!

    Imprigionato nella propria ombra, lo Hyuga non poteva fare altro che assistere, impotente, al suo corpo che indicava la carcassa del grifone appena ucciso, scatenando una delle SUE tecniche di fuoco per incenerirlo sul posto. Si. Brucia. Brucia! Avrebbe poi cancellato ogni traccia con un cenno della mano, come se nulla fosse mai bruciato là.

    Ed intanto il grifone che lo aveva accompagnato stava tornando..ma cosa poteva mai fare il chunin, ridotto a semplice spettatore da dentro la sua ombra?
     
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    L'aria attorno allo Hyuga appariva più calma, quasi come se fosse influenzata dal suo quieto contegno. Per contro, se possibile, l'ira tonante del Re si accentuò ancor di più, arrivando a poter essere quasi palpabile. Spalancò le ali urlando la sua furia ai cieli e si lanciò "sotto" lo Hyuga, ovvero sopra la sua testa, compiendo ampi cerchi concentrici ad una velocità impensabile. Presto la sagoma del possente grifone divenne sfocata, una bianchissima scia indistinta che emetteva bagliori dorati.

    Lo spettacolo era qualcosa di sublime ma lo Hyuga non ebbe l'occasione di apprezzarlo fino in fondo: il moto circolare diede vita ad una corrente "ascensionale" di intensità paurosa, che si abbattè sul corpo insanguinato di Vergil con la violenza di un martello sull'incudine. In un raggio di almeno quaranta metri ogni piccola conformazione rocciosa venne polverizzata in pochi attimi e la terra stessa iniziò a tremare. Colto di sorpresa dalla repentinità di un simile effetto scatenatosi in quella maniera, senza alcun preavviso, lo Hyuga fu costretto sulle ginocchia in un battito di ciglia.

    Provò ad alzarsi immediatamente. In quella posizione era fin troppo vulnerabile e le potenti ali del Re di certo gli avrebbero permesso di muoversi in quella tempesta senza eccessivi problemi. Pareva quasi che le sue gambe fossero un tutt'uno con la terra tanto non riusciva a muoverle ed in parte era così, visto che gli arti inferiori avevano già scalfito il suolo di un paio di centimetri. Quelle correnti che lo derubavano della sua agilità e della libertà di movimento arrivavano oltre tutto dal basso ed erano così ancora più efficaci. Si sforzò di resistere a quell'inferno, annullando il chakra adesivo per risparmiare forze, ma avvertiva i suoi tessuti tendersi oltre quanto era bene ed il dolore aumentava di minuti in minuto[RES:450].

    Il suo corpo nudo venne martoriato da quella pressione tremenda per diversi minuti, durante i quali Vergil guardava in alto, o in "basso", cercando di resistere al meglio delle sue possibilità. Frammenti di roccia volavano dappertutto, staccati dalla terra e poi sospinti contro di essa nuovamente. Iniziava a sentire le ossa delle ginocchia scricchiolare in maniera sinistra ma quel che più gli causava dolore era la compressione inumana esercitata nella parte bassa dello sterno - venendo l'aria canalizzata dai fianchi - che gli comprimeva una parte della cassa toracica e gli rendeva difficoltoso respirare.


    Poi, una pietra volante delle dimensioni di una grossa noce gli colpi con violenza la guancia sinistra, facendogli girare il capo. Questo parve riscuoterlo dal torpore mentale in cui lentamente era iniziato a scivolare. Sputando sangue guardò dritto davanti a sè, riportando il suo spirito combattivo al massimo in un singolo istante. Guidato dalla rabbia tese in maniera estrema ogni singolo muscolo del suo fisico scolpito, ricoprendo lo stesso, inoltre, di tutto il chakra che sentiva di potersi permettere[RES:575]. Le mani, fino a quel momento compresse sui lati del busto, vennero allargate in un gesto di liberazione. Con il corpo teso come un fusto ed impregnato di energia lo Hyuga si spinse oltre e sfruttando il suo invidiabile controllo del chakra fece esplodere il chakra repulsivo in ginocchia e sterni. Con una lentezza tale da sembrare quasi voluta lo Hyuga riuscì quindi a vincere quella tempesta di vento ed a voltarsi nuovamente verso il Re.

    Come in risposta alla piccola reazione del chunin della Foglia, la voce del sovrano dei cieli risuonò ancora una volta facendo vibrare l'etere. Sigillare nuovamente sotto terra? Cosa voleva dire il Re? E chi diavolo era questo Hanketsu? Mentre tali quesiti attraversavano la sua mente il più possente tra i grifoni cessò il suo moto vorticoso e con un ultima terribile maledizione lacerò il turbine di vento stesso con le sue indistruttibili ali. La pressione cessò all'improvviso ma lo Hyuga, per quanto sorpreso, non si fece trovare impreparato e prontamente riattivò il chakra adesivo[RIFL:500].

    Quello che accadde subito dopo fece seriamente dubitare allo Hyuga di riuscire a cavarsela: lame d'aria grandi come un piano di una casa, una moltitudine tale da non poter essere enumerata, e tutta diretta contro il chunin dagli occhi bianchi. Nella più totale mancanza di idee su cosa fare, esclusa la possibilità di resistere ad una doccia simile, una tenue speranza gli venne fornita dalla sua ampia visuale, che colse un ulteriore cambiamento nello specchio. Una parola sola, ma molto eloquente in quella situazione. Guidato dalla necessità e dal pensiero che finora lo specchio gli era stato d'aiuto si adoperò per fare quello che la ragione rifiutava, e tendendo le braccia verso le lame in arrivo pose lo specchio innanzi a sè a mo' di scudo.

    Accadde il miracolo. Le lame venivano come assorbite, o distrutte, dalla superficie riflettente dello specchio, ma l'impatto sul corpo stanco dello Hyuga era devastante. Sembrava di parare palle di cannone con un foglio di carta, e la mancanza di chakra ormai si faceva sentire in maniera considerevole. In meno di cinque secondi di bordate continue le articolazioni delle spalle lanciavano fitte lancinanti, i pettorali erano in fiamme e le ossa degli avambracci minacciavano si spezzarsi ad ogni nuovo colpo. Ma Vergil resisteva[RES:500]. Nel continuare ad affrontare quell'offensiva titanica lo Hyuga abbassò la testa e canalizzò tutta la sua volontà si prevalere in un urlo basso e roco. Fu in quel momento che il mondo divenne buio.

    Riaprì gli occhi, da spettatore passivo, solo quando il sè stesso del suo ricordo fece altrettanto. Il Velo di chakra aveva protetto lo sterno, e la creatura corrotta rantolava a terra trafitta a morte. Percepì la sensazione di soddisfazione che il suo stesso corpo emanava: una vittoria in più per Vergil Hyuga. Fu un attimo. Percepì un cambiamento nella voce della creatura alle sue spalle, poi vide sé stesso cadere e al contempo non cadere. In pochi secondi si ritrovò a terra a contemplare la schiena del suo stesso corpo. Fitte di confusione gli attraversarono il capo in quel momento, come allora.

    Impotente, osservò il proprio corpo girarsi con grazia e parlargli con un espressione contorta in viso ed una voce che non era sua. Un'inganno. Semplicemente un'inganno. Era stata tutta una presa in giro e lui, con la sua potenza ed i suoi occhi, ci era caduto in pieno. La creatura dentro al suo corpo disse ancora qualcosa ma lo Hyuga non ascoltava più e la visione si interruppe, questa volta senza dolore. Probabilmente avrebbe potuto ricordare qualcosa di più se avesse assecondato il flusso di immagini, ma al pensiero di quello che era accaduto il suo cuore e la sua mente erano stati presi da una morsa impossibile da rompere.
    Umiliazione, vergogna, senso di colpa.
    Rabbia.

    Fu quasi con gentilezza che alzò lo sguardo e si raddrizzò bene in piedi, lo specchio in avanti contro la pioggia di lame. Aveva ucciso un grifone, e non poteva farci nulla. Dimentico della stanchezza del suo corpo e della minaccia che stava affrontando allargò entrambe le braccia ed innalzando il capo al cielo diede voce a tutta la propria propria disperazione.

    " UWAAAAAAHHHHHH! "

    Il suo corpo intero brillò istantaneamente di furioso potere, infrangendo qualsiasi lama entrasse nel suo raggio d'azione[Espulsione di Chakra Tagliente]. Durò pochi attimi: l'atmosfera tornò calma e su di un terreno devastato si ergeva lo Hyuga, circondato da una potere nuovo e pulsante e con entrambe le guance bagnate da una lacrima cristallina[Chakra:360].



    Alla sua colpa non c'era riparo e quella consapevolezza lo distruggeva. Ogni cosa di quella situazione pareva aver perso importanza e la ferita al petto era come anestetizzata. Perfino il Re che volteggiava sopra di lui veniva percepito come qualcosa di remoto. Provava uno sconvolgente desiderio di cessare il flusso di chakra ai piedi e di lasciarsi andare, cadere all'infinito. Non era questo che gli era stato insegnato, né era questo ciò in cui credeva. La debolezza, sia psichica che fisica, non era la benvenuta nel clan Hyuga, e nel discendente di sangue più puro non poteva esservene neanche una goccia.

    Vendetta. Giustizia. Annullamento.
    Giurò a sè stesso che quell'essere, ovunque fosse, non sarebbe mai stato sigillato un'altra volta. No. Sarebbe morto. La sua esistenza, cancellata, il suo ricordo, estinto. Nessuno lo avrebbe ricordato. Nessuno lo avrebbe pianto. L'Angelo della Morte, nelle spoglie mortali di Vergil Hyuga, aveva un nuovo contratto da eseguire.

    " Hanketsu. "

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Vitalità: 120/160
    Ferite: Lacerazione Grave al busto, da spalla destra ad addominali bassi sinistri.

    imageTesta: 60/60
    imageBraccioDx: 50/50imageBusto: 20/100imageBraccioSx: 50/50
    imageGambaDx: 50/50imageGambaSx: 50/50

    Chakra Rimanente: 22.5/360
    Spese di Chakra:

    - ½ Basso(5)[Chakra Repulsivo]
    - ½ Basso(5)[Chakra Adesivo]
    - Mediobasso(20)[Potenziamento]
    -Altissimo(70)[Espulsione di Chakra TaglienteL'utilizzatore potrà danneggiare costrutti di chakra tramite emissione di chakra pari al consumo di creazione del costrutto.

    [Richiede 1 slot azione][Richiede Byakugan II]

    ]
    ____________________________

    Fottuto Hanketsu :sinve:

     
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    Improvvisamente senti un sinistro schianto fra le mani, proprio mentre l'ondata di vento finalmente ha termine, ma a che prezzo? Il vetro, come puoi subito notare, presenta una evidente incrinatura, e non è detto che possa ancora aiutarti. Quanto al tuo attuale avversario, sebbene un pò stanco, il Re ha ancora parecchie energie da vendere..e se decidesse di combattere in corpo a corpo, probabilmente non avresti speranze.

    Osservi per un attimo lo specchietto metallico danneggiato, e per un istante, la tua immagine riflessa si fa nitida. Forse troppo. Il tuo volto..il tuo volto appare come nel ricordo: distorto, malvagio ed acceso da una sinistra intelligenza. E' solo un attimo, poi tutto torna come prima, ma questa non può essere una coincidenza... Un frammento dello specchio! Tuona il Re.

    Lo avevo distrutto! Come può averti raggiunto? Con un solo battito delle forti ali si avvicina a meno di sei metri, trapassandoti col suo sguardo antico. No..non ti ha raggiunto da solo. Sei tu che lo hai chiamato. Perchè non ti decidi ad arrenderti? E' inutile la tua lotta contro natura! Nell'oro fuso che sono i suoi occhi, il tuo volto riflesso ha ancora quell'espressione così aliena...possibile che sia davvero quello il tuo viso? Ma allora è lo specchio a mentire, mostrandoti un volto normale? O forse si tratta solo di un'illusione?

    Un lampo di dubbio attraversa l'espressione del Re, dopo che ti fissa a lungo. No...no, non può essere... Batte ancora le ali una, due volte. Tu. Quale è il tuo nome? Una domanda che è anche un obbligo e un'imposizione. A quella breve distanza, con gli occhi rapiti dalla nobile ferocia del Re, non rispondere o irritarlo sarebbe solo una manifestazione di follia, perchè alla creatura basterebbe uno scatto per staccarti la testa dal corpo con il becco.

    Non appena gli rispondi, pronunciando il tuo nome, o anche solo appellandoti ai ricordi dei tempi passati assieme, o al legame con la tua famiglia, l'ira del Re avvampa nuovamente. TU! SORDIDA FECCIA! SEI PRONTO AD ARRIVARE FINO A QUESTO PUNTO PUR DI SOPRAVVIVERE?? ARRIVI A NEGARE TE STESSO IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI??

    Il vento si leva, sferzando il tuo già provato corpo, mentre il Re porta il suo capo a meno di un centimetro da te. TU NON SEI VERGIL HYUGA! TU NON SEI CHI CREDI DI ESSERE! TU SEI HANKETSU, IL LADRO, IL TRADITORE, L'ASSASSINO EGOISTA! NON IMPORTA QUANTO TI NASCONDI, IL TUO VOLTO TI TRADISCE SEMPRE, ANCHE QUANDO MASCHERI A TE STESSO LA TUA ESISTENZA!!!! Un rapido colpo d'ala ti getta a terra, scaraventandoti su quel "soffitto" con velocità indicibile [Nera]. AMMETTILO! AMMETTI CHE QUELLO E' IL TUO NOME!

    Non c'è speranza di fronte al Re furioso. Ma chi è questo Hanketsu?

    Se non ti fossi riferito a te stesso come Hanketsu, il re sarebbe atterrato sul suolo, ben ancorato con le possenti zampe anteriori e posteriori, equilibrandosi con le ali. Avanzando con rapidità nella tua direzione, avrebbe cercato [Nera] di intrappolarti sul suo artiglio, come una preda qualsiasi. Come un nemico odiato. Come qualcosa che doveva essere sottomesso e distrutto. Ammetti che è il tuo nome! Tu non sei Vergil Hyuga. Pensi di esserlo, ma non lo sei. Ammettilo!

    Lo specchio non ti sarebbe venuto in aiuto questa volta. L'immagine riflessa mostrava alternativamente il tuo viso riflesso, ma ogni tanto era quella stessa espressione malvagia che si specchiava negli occhi del Re a comparire. Tu sei Hanketsu. Il ragazzo che è cresciuto tra noi. Che ha imparato a solcare i venti, e che alla fine ci ha tradito! Lo stesso Hanketsu che consideravo come un figlio. Lo stesso Hanketsu che ha UCCISO mio FIGLIO! Il demone in forma d'uomo che ha distrutto metà della nostra terra. Il mostro che non si è arreso alla morte e imperterrito ha compiuto ogni oscuro rituale pur di sopravvivere. TU SEI HANKETSU! Cresceva la furia del sorvrano, e man mano che parlava, forse per la stanchezza senti che la tua coscienza si affievolisce, come se qualcosa risucchiasse le tue energie. [Ogni istante perdi un quantitativo Basso di Chakra]

    Non è il re a divorarle, nè il terreno, ma allora cosa riduce le tue forze? Anche con gli occhi bianchi, non percepisci alcuna fuga...è come se qualcosa dentro di te lo stesse prosciugando..


    Se ammetti di chiamarti Hanketsu, in un qualunque momento, improvvisamente lo specchio si infrange del tutto, mentre dal tuo corpo esplode una incredibile quantità di chakra, allontanando persino il Re con l'onda d'urto. Ferendolo persino, con tanto di piume bruciate e qualche superficiale escoriazione. E in quell'inferno di energia che ti scoppia da dentro, la tua coscienza di fa via via più debole, mentre numerose immagini di violenza e uccisioni di uomini e animali ti attraversano il cervello. Violenza e uccisioni commesse da te. Ma non da Vergil. Eppure tu sei Vergil. O no?

    Un dilemma capace di spaccare la testa, come se qualcosa dentro di te cercasse a forza di venire a galla, consumando tutto il tuo chakra nel processo...come contenere quella terribile entità? La forza di volontà non sarà sufficiente, di questo sei assolutamente sicuro..è qualcosa di più fisico.


    Cronache di un Assassino [5]

    Da quel mare nero, affacciato appena sul mondo reale, per Vergil era complesso avere una chiara visione degli eventi. Percepì l'arrivo del Grifone che lo aveva accompagnato, e vide sè stesso che ci parlava, affabile, come se fosse lui stesso. Un'imitazione talmente perfetta che quasi dubitò di ciò che era accaduto, e dell'invasione del proprio corpo. Ma ogni tanto poteva vederlo, quel falso Vergil, che si voltava e gli lanciava un occhiata malvagia, carica di sinistra intelligenza e senso di vittoria. Si compiaceva dei suoi risultati e scherniva la vittima.

    Il volo verso la montagna, dove il Re li aspettava, fu breve. Il monte era cavo, e le numerose caverne fungevano da abitazione per le creature di quella terra sospesa nel cielo. Il complesso di grotte più grande era di proprietà del Re e della sua compagna, ma non si sarebbero addentrati all'interno: il sovrano infatti li attendeva su un'ampia piattaforma di roccia che si affacciava dal monte. L'Artiglio del Cielo, così lo chiamava il suo accompagnatore.

    Atterrarono. Assieme al Re stavano due Grifoni che Vergil non conosceva. Ci furono le formalità di rito, con le presentazioni e i dovuti convenevoli. Il falso Vergil fu assolutamente impeccabile, avvicinandosi poi al Re per presentare la sua richiesta. Voleva essere più forte. Sentiva che era il momento di superare i suoi limiti. Sentiva di essere pronto. Un'inflessione e una scelta di parole perfetta.

    Anche se un pò divertito dalla richiesta del suo giovane alleato, il Re sembrò favorevole, ed anzi si offrì di allenare in prima persona il chunin, facendogli cenno di avvicinarsi. Sarebbero volati assieme verso un luogo adeguato, o almeno queste erano le sue intenzioni...tuttavia, non appena il falso Vergil fu abbastanza vicino, con un rapido scatto della mano colpì in pieno petto il maestoso Grifone, scatenando tutta la forza del juuken, ma con una potenza nettamente superiore a quella normale.

    Il Re, sorpreso, venne sbalzato indietro, mentre il Byakugan mostrava chiaramente come il suo chakra fosse stato terribilmente disturbato da quell'assalto: in qualche modo tutti i suoi punti di fuga erano stati aperti e ora disperdeva enormi quantità di energia, sprecandola e ottenendone solo debolezza. HANKETSUU ANCORA TU!! Il volto del Falso Vergil era nuovamente quello macchiato dal male, ed agì con estrema rapidità e precisione.

    Cosa hai fatto a Vergil?? Uno schiocco di dita, e il grifone che lo aveva accompagnato venne avvolto dalle fiamme pentagonali proprio mentre balzava contro il malvagio Hyuga. Le fiamme erano diverse, tinte di nero, e apparentemente molto più potenti del normale. La creatura stramazzò, pesantemente ustionata...e forse persino morta. Uno scatto rapido, con un'altrettanto fulminea estrazione della spada tranciò un'ala a uno dei due Grifoni che erano accorsi all'attacco, e il colpo successivo squarciò il suo ventre, lasciandolo a terra agonizzante.

    L'altro grifone venne abbattuto poco dopo, raggiunto da una rapida combinazione portata col Juuken, che lo gettò a terra, incapace di muoversi e col chakra completamente sigillato. In qualche modo questo "hanketsu" aveva tutte le doti di Vergil, ma le usava molto meglio, forse a causa dei suoi strani ed oscuri poteri. E ora a noi, Re degli Stolti! Si voltò infine verso il sovrano, ma non lo vide e per un attimo la sua espressione si incrinò per la paura. Forse ancora non usava poi così bene la vista periferica del Byakugan.

    Il Re gli era sopra, e stava per avventarsi su di lui, dilaniandolo. Ma non fu sufficientemente rapido, nel suo stato alterato, per impedire alla sua vittima di sparire, spostandosi istantaneamente tramite la tecnica di Deambulazione che aveva sviluppato. Hanketsu riapparve a alcuni metri di distanza, e stava per scattare all'attacco, quando il re, per nulla intimorito, con un violento battito d'ali generò una terribile lama di vento. MUORI!

    In tutta risposta anche Hanketsu scagliò qualcosa di simile, con un poderoso movimento della sua spada. Le due lame di vento impattarono a mezz'aria sollevando un terribile spostamento d'aria, che coinvolse entrambi, sollevando una notevole nuvola di polvere..

    E nella polvere, anche il ricordo si fermò all'improvviso...
     
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    Pronunciando la sentenza di morte, Vergil stringeva con forza lo specchio fonte della sua salvezza ma, una volta finito, il suo tatto sensibile lo informò che qualcosa non andava. Sembrava un'incrinatura. Non ne era sicuro per via delle lacrime, che gli impedivano una visione nitida, ma non le tolse dal suo volto: simboleggiavano l'intensità del giuramento cui si era legato. Eppure in quelle crepe scorse qualcosa che scagliò il suo cuore in un abisso ancora più profondo: una luce di intelligenza malvagia e sinistra brillò per un attimo in un volto che era suo, ma non gli apparteneva. Poi, ancora la voce avvolgente del Re risuonò nella sua testa.

    L'enorme grifone planò con grazia verso il chunin dagli occhi bianchi, accorciando le distanze. Di cosa parlava? Cosa intendeva per lotta contro natura, e perchè ne parlava come se fosse stato lui a portarla avanti? Gli occhi di oro fuso del Re si inchiodarono su quelli perlacei dello Hyuga, e mentre questi ascoltava non lo abbandonarono per un istante. Probabilmente, si disse, era solo grazie al tremendo potere del Byakugan che riusciva a sostenere quello sguardo antico senza abbassare forzatamente il capo.

    La voce del sovrano ebbe un guizzo di rabbia mentre poneva una domanda che Vergil aveva atteso tanto: finalmente il dubbio che quello davanti a lui fosse lo Hyuga reale si era insinuato nella sua corteccia! Eppure, perchè lui stesso sentiva come un vuoto dentro? Un male quasi fisico, che poco a poco pareva divorare le tenebre coprenti qualcosa di indefinito ma che, terribile, suscitava orrore al suo intero essere al solo pensiero. Perso nei meandri della sua mente, pronunciò le prime parole al sovrano con voce poco convinta e quasi assente.

    " V-Vergil Hyuga. "

    Si dimenticò persino di terminare la frase con l'appellativo adeguato, tanto era turbato, ma anche in quello stato la potente reazione del sovrano dei cieli lo sorprese notevolmente. Di nuovo l'aria stessa parve distorcersi e gridando maledizioni il grifone si scatenò nuovamente. Ma questa volta fece sul serio. Pure con le capacità da poco acquisite riuscì appena a vedere la possente ala che si abbattè sul suo fianco sinistro, slogandogli la spalla con facilità e sbalzandolo diversi metri lontano.

    Non lasciandogli scampo, il Re lo raggiunse in un battito di ciglia e tramite i suoi artigli lo inchiodò a terra. Era la seconda volta che una cosa simile succedeva - anche se la prima volta era stato ad opera del Re Corrotto - e sapeva bene che liberarsi non era ancora in suo potere. Ma questi considerazioni erano banali e prive di qualsiasi importanza di fronte al cuneo che le parole rabbiose del grifone piantavano sempre più nel cranio del chunin. Sapeva quanto fosse facile per gli altri arroccarsi sulle loro posizioni e quindi stupidamente difendere un'idea o un pensiero che traballava fin dalle fondamenta. Allo stesso modo, in tutta la sua vita, aveva sempre tentato di non cadere nello stesso errore. E credeva di esserci riuscito sempre, fino ad ora, e anche piuttosto bene. Ma la saggezza dell'essere che gli negava la libertà era indiscutibile e la sua convinzione non faceva che gettare Vergil nella confusione più profonda. E quella situazione incredibile non faceva che peggiorare ogni cosa. La sua testa pareva stesse per spaccarsi in due dal dolore, l'esaurimento, la confusione. Arrivò come un colpo di martello in piena fronte.

    Era di nuovo là, sdraiato nell'ombra del proprio corpo. Stava volando sul dorso di Omune verso la dimora del Re e di tanto in tanto il suo viso lo guardava sorridendo, e nei suoi occhi scintillava un bagliore di perdizione assoluta. Rabbia ulteriore montò alle scene seguenti: vide Hanketsu, la creatura alla cui distruzione aveva votato se stesso, che sfruttando il suo corpo si presentò al Re in maniera perfetta, avanzando le stesse proposte che lui aveva intenzione di fare e dimostrando un'abilità nell'arte oratoria pari alla sua.

    Il suo cuore affondò in tenebre ancora più oscure quando vide il resto: il Re accettò, ed il tradimento ebbe inizio. Vide il suo corpo colpire il sovrano con l'arte juken in maniera sopraffina e in pochi istanti sopraffare altri possenti grifoni lì presenti. Quello che lo distrusse ulteriormente fu il fatto che Hanketsu sfruttò non solo il suo aspetto, ma anche i jutsu di sua invenzione per compiere quello sterminio. Le fiamme pentagonali, nere come la notte e crepitanti di un potere che lui mai aveva saputo sprigionare colpirono Omune accompagnate dal suo grido di muta disperazione. Un shunpo rotatorio, qualche abile colpo di katana e altre vite vennero mietute dal suo stesso corpo. Il Re attaccò. Il suo chakra era disturbato in un modo che Vergil non avrebbe saputo ben definire, ma restava potente oltre ogni dire. Ancora quel maledetto sfruttò la sua arte deambulatoria per sfuggire dalle grinfie del Re, che non arrestando la sua offensiva scagliò un enorme lama di luce bianca contro il suo stesso corpo, mentre in qualche modo Hanketsu faceva lo stesso con una nera come la pece. E fu lì, in quel luogo denominato Artiglio del Cielo, che l'impatto avvenne.



    La sequenza di immagini cessò e lo Hyuga si ritrovò nuovamente sotto la presa serrata del Re. Tutto era chiaro, ora.

    " No, non è possibile. "

    Il tono della sua voce era spento. Le parole con cui il grifone lo inondava come un fiume in piena non facevano che confermare quel sospetto che, per quanto assurdo gli apparisse, sembrava acquistare sempre maggiore fondatezza. Poi, la debolezza improvvisa. Le sue dita divennero fredde, il suo fiato si accorciò. In pochi attimi l'oscurità lo avvolse, ma in quell'abbraccio che sapeva di morte riconobbe qualcosa di familiare, che già aveva provato ma che aveva rifiutato. Non era possibile! Ma quel dolore alla testa, quella sensazione fisica che qualcosa fosse sigillato nelle profondità del suo essere e che tentasse disperatamente di riguadagnare ciò che era suo non lasciavano scampo. Lui era Hanketsu e Hanketsu era lui.


    Cos'era divenuto? Fuggendo dalla morte rubando corpi e corrompendoli sempre più con il suo spirito avvizzito era infine giunto a convincersi, struttando i suoi ricordi, di essere Vergil Hyuga, l'identità dell'ultimo corpo assunto con l'inganno. Ma pur facendo così, cambiando identità, era giunto a odiare sè stesso e ad emettere una sentenza di morte dal profondo della sua anima per... sè stesso. Che senso c'era a proseguire? Un'improvviso senso di stanchezza, diverso dal dolore che provava o dalle energie che venivano meno, lo avvolse. Era stanco di tutto quel male perpetrato. Desiderava la pace.

    Ma ecco nuovamente la fredda mano che lo trascinava verso il basso, verso pensieri differenti e più autoconservativi. Un'oscurità strisciante lo tirava gradualmente verso il basso, sottraendogli energie ogni momento che passava. Mentre il corpo che abitava diveniva sempre più freddo e rigido e lui lentamente veniva blandito da quei pensieri seducenti che tanto a lungo lo avevano strappato dall'abbraccio mortifero della Mietitrice, davanti ai suoi occhi si manifestarono le espressiondi di sofferenza delle sue vittime, i loro corpi mutilati, e la scintilla di intelligenza perversa che risplendeva negli occhi di chi veniva posseduto.

    Ma l'orrore che provò nel rivedere tutto questo non venne accolto male, anzi. Quasi come un incoraggiamento o un regalo alla totalità della sua anima da parte della minuscola parte buona che ancora era in lui, che in quel momento atteso forse da decenni o più finalmente era la parte predominante. Quell'orrore gli diede la forza per respingere quegli artigli gelidi e trovare il coraggio di fare la cosa giusta. Quell'orrore gli diede certezza, l'unica cosa che davvero poteva far tacere la voce suadente che all'orecchio sussurrava promesse di immortalità e pace.

    " Sì, avete ragione... sono Hanketsu. "

    Non appena pronunciò quelle parole sentì il suo intero corpo tremare, e non per il tremendo sforzo energetico cui era stato sottoposto. La superficie incrinata dello specchio si infranse completamente, liberando un torrente di energia che arrivò a ferire persino il Re. Ma ormai non gli importava più di nulla. Rivolse l'ultima supplica al sovrano.

    " Non vi offenderò chiedendo il vostro perdono.. ma nell'oscurità potrei perdere me stesso un'altra volta, e non deve succedere. Per cui, vi supplico, ponete fine tutto. "

    Lacrime rigavano le guance impolverate del viso del corpo che occupava.

    " Mi dispiace per tutto.. il ragazzo era.. vi prego, fatelo adesso. "

    La sua coscienza si faceva sempre più debole, accompagnata dagli orrori che nella sua non vita aveva causato. Per Hanketsu era giunta la fine.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Vitalità: 70/160
    Ferite: Lacerazione Grave al busto, da spalla destra ad addominali bassi sinistri. Spalla sinistra slogata(Media).

    imageTesta: 60/60
    imageBraccioDx: 50/50imageBusto: 40/100imageBraccioSx: 20/50
    imageGambaDx: 50/50imageGambaSx: 50/50

    Chakra Rimanente: 2.5/400
    Spese di Chakra:

    - ½ Basso(5)[Chakra Repulsivo]
    - 6x Basso(10)[Risucchio Energetico]
    ____________________________

    Sei veramente un fottuto sadico :sgrunt:



    Edited by Boreanz - 3/6/2011, 19:28
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Inutile per il re cercare di correre all'attacco, il chakra che fuoriesce dal tuo corpo è come un getto di vapore incandescente, che allontana la fiera creatura e la ferisce più volte. Non può avanzare o contrastarti, e il suo chakra è decisamente troppo poco per scatenare ancora delle lame di vento, non dopo l'ultimo terribile attacco. Ed intanto senti che la coscienza di ciò che eri avanza e si fa sempre più forte. Ti pare quasi di non essere immerso in una iridescente esplosione di chakra, quanto piuttosto in una stanza bianca, infinita e priva di pareti.

    Hai svolto bene il tuo compito. O dovrei dire...HO svolto bene il mio compito. Comprendo che tu sia turbato di essere me, ma non importa...anche se autoconvincendomi di essere Vergil Hyuga sei nato tu, resti comunque un'esistenza effimera, niente più di un ricordo sfocato tenuto vivo con la concentrazione.

    Alle tue spalle...ci sei tu. E' complesso chiarire bene la questione, dietro di te c'è Hanketsu, con l'aspetto di Vergil Hyuga, ovviamente, e con la sua terribile espressione colma di malizia. E' palese come questa sia solo una banale rappresentazione mentale, e sai benissimo che ciò che dice è vero..perchè di fatto sei tu a dirlo.

    Ora basta. Il riposo sottoterra ha guarito il corpo, e anche se la nostra vera mente dormiva, ora siamo più che pronti a uccidere il Re. E' stato uno sciocco a sacrificarsi per bloccarci, quando c'era una via di fuga tanto semplice. Mi è bastato fingere di non essere me...ahahahahahha

    Cammina verso di te. E' disarmato, ma sai che ha con sè la più potente di tutte le armi: la verità. Lui è il vero Hanketsu, e tu sei solo una sagoma sfocata, proprio come ha detto...e non importa quanto tu possa voler dominare o sopravvivere..la semplice ammissione di essere lui ti ha privato della cosa più basilare: l'autodeterminazione.

    Mi sembri turbato...beh, ovvio, credendo di essere quel pappamolla sei convinto di potermi resistere o ostacolare..ma lascia che ti chiarisca una cosa...io sono reale. Non tu. Soffia, e un tuo braccio scompare come se fosse semplice polvere. Ho pensato a tutto. Durante il passaggio di chakra all'ombra, ho fatto in modo che una piccola parte della mia coscienza restasse intrappolata nello specchio...così anche se distrutto, il frammento più grande avrebbe cercato di raggiungere il corpo. E stato un rischio..se lo specchio fosse stato fuso avrei perso, ma il Re è un tale sciocco che non avrà pensato alla possibilità che io mi salvassi...

    Il sorriso beffardo si fa più cupo. Ha sempre sottovalutato il mio desiderio di vivere. Sempre..ed è questo desiderio di vivere che mi ha portato a rinunciare a tutto, persino a mè stesso, per un breve periodo, pur di vivere. Tu invece sei solo un fantasma della mia mente...la MIA mente. In nessun modo potrai opporti a ciò che sei davvero..ossia a me! Soffia ancora, e stavolta è parte del tuo torso ad andare in fumo.

    Lui avanza ancora. Sai che quando ti toccherà, verrai disperso come ceneri al vento, e lui potrà agire indisturbato. Non puoi fermarlo, e distruggendo te stesso faresti solo il suo gioco. E' finita...anche se... E' solo una sensazione, ma qualcosa non torna nella sua figura..un particolare infimo, ma che stona: lui non ha ombra. L'ombra è ai tuoi piedi. L'ombra in cui è racchiuso Vergil Hyuga, quello vero.

    Oh, hai notato allora? Per rafforzare l'illusione di essere Vergil ho dovuto sondare la mente del mio stupido Guardiano..questo ovviamente ha reso te più affine a lui di quanto non lo sia io..ma questo cambia veramente poco. Pronunciando il mio nome e distruggendo lo specchi hai rovesciato il rituale, quindi lui non ha più il mio chakra..e tu sei solo un pensiero effimero. Non c'è nulla che possiate fare...

    Sembra che tutto sia finito. Quando Hanketsu ti toccherà, scomparirai, e ricomincerà la guerra contro il Re. Il Sovrano verrà abbattuto, è troppo debole, e un dominatore malvagio solcherà i cieli, animato solo da una folle sete di vita.

    Tuttavia, se in qualche modo sarà quel piccolo, evanescente pensiero che sei tu a spuntarla...avrai davanti una scelta terribile. Mentre il vero Hanketsu scivola nell'oblio, il mondo dell'ombra si infrange, liberando il vero Vergil Hyuga. Ma poichè entrambi siete Vergil Hyuga, ognuno vede sè stesso nell'altro, in un paradosso logico che rischia di distruggere le vostre menti. Due menti identiche in una sola mente, una follia priva di senso, che non include la possibilità di fondere o sovrapporre le due entità, poichè questo porterebbe solo all'annullamento reciproco. Ma se non potete unirvi, e non potete coesistere...

    ...allora non potrete restare entrambi.

    Cronache di un Guardiano [6]

    Entrambi i contendenti erano stati scaraventati lontano dallo spostamento d'aria, ma in un attimo furono nuovamente a contatto, cercando col colpi via via più rapidi e precisi di abbattersi a vicenda. Vergil era solo uno spettatore, come sempre, dal suo mondo d'ombra a cavallo tra la realtà e l'oblio, e potè scorgere le grandi ferite che si aprivano nel manto del nobile grifone e nella carne del suo corpo, ora sottratto.

    Ma ci fu un attimo di stallo..un imprevisto: la lama delo Hyuga sfuggì alla solida stretta di Hanketsu, con sua estrema sorpresa. Possibile che un guerriero così abile commettesse un errore simile? Aveva dimostrato di avere un pieno controllo su quel corpo, quindi la probabilità di un rigetto o un attimo di incoordinazione era semplicemente impossibile..ma allora cosa era stato? Possibile che fosse stata l'arma stessa a rifiutare si servire un simile padrone?

    Non ci sarà mai una risposta per lo Hyuga dal suo mondo di oblìo, ma certo ci fu una grande soddisfazione nel vedere il Re avventarsi sulla sua preda ora disarmata. Per un attimo il terrore velò il volto del malvagio traditore, mentre veniva scaraventato al muro e inchiodato da uno degli artigli del Sovrano. Immobilizzato dall'attacco, gridò al cielo il suo dolore, mentre fiotti di sangue esondavano dalle sue labbra. Ora morirai!! Sentenziò con furia il potente grifone.

    Sei davvero il Re degli Sciocchi! Sai che uccidendomi non farai altro che costringermi a cercare un nuovo corpo..chissà, magari il TUO! Sarebbe ironico no? Il padre che cede il posto al figlio! Anche se prigioniero, Hanketsu si sentiva sicuro di sè e pronto a vincere. L'attimo di esitazione dovuto alla sconfitta della sua tecnica era passato, e ora fissava con aria di sfida gli occhi dorati del suo avversario

    La furia del Re avvampò, e nonostante fosse provato dalle ferite, il suo istinto omicida ricadde pesante sul suo prigioniero. TACI MISERABILE! NON TOLLERERO' ALTRE PAROLE PRONUNCIATE CON QUELLA BOCCA RUBATA! La sua stretta si fece più forte. Non posso ucciderti e non posso liberare il ragazzo. Darò notizia al padre in seguito...Vergil, se puoi sentirmi...mi dispiace infinitamente. Ed ecco che Hanketsu cambiò espressione, mostrandosi indifeso e spaventato. Re...io...vi prego aiutat.. Ma un colpo d'ala lo zittì all'istante, facendogli saltare qualche dente. TI HO DETTO DI TACERE!! Le labbra insanguinate del posseduto si incresparono in un sorriso beffardo. Peccato..l'altra volta aveva funzionato...con la tua compagna. L'artiglio affondò ancora di più nel ventre della preda, strappandogli un grido di dolore.

    Non giocare con me, piccola creatura ignobile. Non ne sei degno. Gli occhi del Re saettarono in giro, come a cercare una possibile soluzione a quell'impasse. Non posso ucciderti, è vero. Ma posso sigillarti da qualche parte. Potrei imprigionarti per sempre nel corpo di Vergil...so di non poterti scacciare, ma sono certo che se fosse a conoscenza della situazione, lui accetterebbe con gioia di diventare il tuo guardiano per tutta l'eternità. Ancora una volta un lampo di paura attraversò gli occhi del malvagio Hanketsu. Tu non hai il potere di farlo.. Disse, cercando di mantenere la sua inflessione perennemente beffarda, ma la preoccupazione era palpabile.

    Con un rapido movimento del becco il Re straziò gli arti del ninja, rendendogli impossibile ogni movimento, quindi lo gettò a terra, liberandolo dagli artigli. Anche con una simile ferita sul ventre, hai almeno qualche minuto prima di morire e poter lasciare quel corpo..e non puoi spostarti per possederne un altro, visto che ti serve il contatto diretto...quindi ho tutto il tempo.

    Camminando con notevole difficoltà, certo a causa delle ferite, raggiunse la spada di Vergil, che era caduta poco lontano. C'è un forte legame tra quest'arma e la tua vittima. Penso sia adeguata per creare un vincolo tra voi, e per donare a Vergil la possibilità di agire da Guardiano, nonostante tutto.

    Il suo chakra, anche se poco, avvolse la spada, distruggendone le forme. Fu il vento stesso a disperderla in una polvere sottile e poi ricollegarla in una lucida superficie riflettente: uno specchio. Ti indebolirò con questo specchio, facendo in modo che il tuo chakra passi quasi interamente a Vergil, che se non erro è rinchiuso nella tua ombra, divorato lentamente dall'oblio. Gli occhi di Hanketsu tradirono un senso di disfatta immanente. La tua coscienza resterà nel corpo, ma il tuo chakra sarà accumulato nell'ombra. L'unico tramite tra i due sarà questo specchio, nato dal legame tra Vergil e il suo corpo.

    Grazie alle tue energie, lui potrà incatenare il corpo all'ombra, tenendoti perfettamente immobile. Poi distruggerò lo specchio, così da rendere impossibile invertire il rituale. Sarai sigillato per sempre in un corpo non tuo...nel luogo più remoto di questa isola nel cielo!
    Il rituale ebbe inizio, e a nulla servirono le grida disperate del traditore, che alle orecchie dello Hyuga, prigioniero dell'ombra, dovevano suonare come musica. Forte del chakra che gli scorreva dentro, avrebbe sentito di poter animare l'ombra, almeno in parte, riuscendo a interagire con la realtà...anche se limitatamente al suo corpo. Non poteva toccare nulla...ma poteva tenere fermo il ladro di corpi!

    [...]

    Hanketsu venne avvolto da un sudario rozzo, ma su cui era stato tracciato un sigillo in grado di limitare i suoi movimenti, quindi venne sepolto sulla faccia inferiore dell'isola del cielo..sepolto verso l'alto, per quanto strano potesse sembrare. Vergil potè osservare tutta la scena mentre bloccava del tutto il suo "assassino", impedendogli persino di parlare. Oltre al Re, l'unica persona presente al seppellimento era un uomo dagli occhi bianchi con l'aria distrutta, che a stento tratteneva l'emozione, appoggiandosi solo al suo orgoglio e alla sua educazione: Soken Hyuga. Addio...figlio mio.. Farò sì che il suo sacrificio non sia stato vano, non temere...

    Io stesso cederò parte del mio potere a questa terra per tenerti imprigionato. Da ora e per sempre, il Re sarà più debole che mai nel luogo dove dovrebbe essere più potente. Nella sua casa ancestrale. Sacrifica con gioia il suo potere, se questo significa sigillarti per sempre. E con l'artiglio marcò la tomba, creando un legame indissolubile con quella terra. Lontano dalla sua casa, avrebbe avuto i suoi pieni poteri..ma in quel luogo sarebbe stato nettamente indebolito.

    E nella tomba, sottoterra, Hanketsu era immobilizzato dal sudario e dalla sua stessa ombra, incapace di agire, solo e senza alcuna possibilità di salvezza. E così per ore...giorni...forse settimane o addirittura mesi..finchè improvvisamente non ebbe un'idea. Vergil lo osservava dall'ombra che era ormai la sua unica dimora..e l'unica cosa che gli sentì dire, in quelle tenebre sotterranee, fu una frase assai sinistra. Però...tutto il rituale mirava a impedire la fuga di Hanketsu...solo di Hanketsu..... E quindi una risata sinistra..prima di un lungo silenzio.

    Dopo qualche ora, Vergil vide Hanketsu tentare di liberarsi, dimenandosi...in qualche modo non riusciva più, dall'ombra, a limitare i suoi movimenti...cos'era accaduto? E perchè il prigioniero era riuscito a strappare il sudario?? Sarebbe uscito..sarebbe uscito sicuramente. Non poteva permetterlo, doveva andare ad avvisare qualcuno il prima possibile..non appena il prigioniero fosse stato libero, Vergil sarebbe corso via, doveva farlo!


    CITAZIONE
    Ultimo post. Cerca di trovare un modo per affermare la tua esistenza e scaccia Hanketsu nelle profondità dell'oblio.
    Fatto questo, tu a il te-ombra avrete però una dura scelta davanti: il vero Vergil riprenderà il suo corpo, o accetterà di sparire, lasciando che sia Henketsu-Vergil a vivere?. Quale dei due TU pensi che debba vivere?
    PS, la spada NON è quella che ti sei fatto approvare come personale, ma quella che avevi prima, così potrai anche giustificare l'acquisizione di quella nuova.

     
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    Una sensazione orribile. Mentre il mondo esterno veniva devastato dall'energia emessa pareva che il suo petto stesse per squarciarsi, quasi come se qualcosa che morisse dalla voglia di uscire lacerasse le carni dall'interno. Nel frattempo, la sua coscienza sprofondava sempre di più. L'ultima immagine che i suoi occhi perlacei colsero fu la solenne figura del Re bersagliata da quel torrente di energia maledetta.



    Poi, il buio.

    [...]

    Era in piedi in una stanza bianca fatta di luce e davanti a sè i suoi stessi occhi gli restituivano lo sguardo con cui li osservava. Ma i pozzi di luna in cui si specchiava lui erano ferini. Perversi. Il vero Hanketsu si ergeva innanzi a lui.

    Con deliberata lentezza il corpo aggraziato che l'essere occupava iniziò ad avanzare, pronunciando parole suadenti ed autocelebrative. Al termine di ogni frase l'altro, che pure era Vergil Hyuga nell'aspetto, ma non solo, avvertiva delle dolorose fitte di piacere all'altezza del petto. Un'entità convinta di esserne un'altra che, per quanto consapevole della sua vera natura, non poteva ignorare l'impronta che la sua anima - se di tale termine si poteva far uso - aveva indissolubilmente impressa su di sè. I due aspetti di quell'unica, contraddittoria medaglia erano in contrasto continuo e le parole dell'originale causavano ulteriore tormento interiore. Gioia nell'oscurità, repressa immediatamente con un moto di discusso dalla luce.

    L'originale continuava ad avvicinarsi e mentre parlava i dettagli del suo diabolico schema si facevano sempre più chiari. Quello reale era lui, non tentò nemmeno di negarlo: l'aveva ammesso a sè stesso pochi attimi prima. Al soffio di quello un suo braccio sparì, immateriale come polvere di luna. Il volto di angelo corrotto dell'altro continuava a sorridere, mentre rivelava i particolari della sua astuta vittoria. Questa volta fu la parte destra del torso ad andarsene. Guardò il suo stesso corpo diventare polvere come carta bruciata al vento del mattino, e mentre l'altro continuava a parlare file di immagini gli riempirono la mente: la ribellione della spada, la viltà dell'originale nello scontro con il Re, la nobiltà ed il sacrificio di quest'ultimo, la fuga dell'ombra. Infine, l'espressione del padre.

    Ma se da una parte sapeva che tutto questo in verità non lo riguardava, che nessun patto lo legava al sovrano dei grifoni, che alcun legame d'affetto era presente con quell'uomo dai capelli bianchi, dall'altra il suo cuore non riusciva a voltarsi dall'altra parte. Quelle immagini lo riempirono, rompendo l'equilibrio interiore, e l'oscurità fu inondata dalla luce. Le parole dell'altro, per quanto vere, non contavano più. Egli era parte di Hanketsu, ma era stato creato come Vergil Hyuga e tale desiderava essere. La personalità ed i ricordi del ragazzo, gli stessi che poco prima gli avevano fatto desiderare di morire, lo sostenevano e gli davano la forza di lottare per qualcosa che nessun'essere vivente potrebbe desiderare: il proprio annullamento. E quell'ombra...

    " Non c'è nulla che possiate fare... "

    " Sta' zitto, stronzo. "

    Il cranio dell'avatar di luce si abbattè con violenza sul naso dell'originale e l'impatto fu ben lungi dall'essere classificabile come "immateriale". Hankestu indietreggiò di qualche passo, il viso ricoperto di sangue: nei suoi occhi stupore e confusione oltre ogni dire. Distruggendo lo specchio aveva privato sè stesso del chakra della propria controparte reale, vero, ma in questo modo - non dovendo trattenere più nulla ed accolta da un simulacro di sè uguale persino nell'anima - l'essenza di Vergil Hyuga era nuovamente libera di scorrere. E il ragazzo era incazzato. Parecchio incazzato. Braccio e torso si rigenerarono in pochi attimi, mentre questa volta era lui ad iniziare ad avanzare.

    Con le immagini del padre di lui nella testa e la sua rabbia che gli scorreva in corpo, la luce aveva vita facile contro le tenebre. Il grido di protesta per quello che aveva fatto alla controparte reale non fu più di un timido gracchiare interno. Sapeva che facendo quello che stava per fare avrebbe distrutto ciò che lo aveva creato, la sua controparte reale. Un'azione contro ogni logica ed istinto, ma la presenza nel ragazzo in ogni fibra del suo essere e la consapevolezza di aver accettato la propria morte, pure chiedendola, rendeva ogni azione più leggera. Quasi facile. L'ombra ai suoi piedi pulsava, vitale e frenetica.

    Gli occhi dell'originale era socchiusi, il suo volto una maschera di odio, livore e rifiuto.

    " Non è possibile! TU SEI M- "

    Il taglio della mano si abbattè sulla carotide destra dell'originale, decapitandolo in un istante. La testa rotolò a terra mentre il corpo diventava polvere in pochi attimi. Tentò di parlare, ma nessun suono gli uscì dalla bocca.

    " ... "

    " Di norma non sono così, ma tu mi hai fatto incazzare. "

    Il tallone dell'avatar di luce si abbattè sul cranio, riducendo in polvere l'ultimo frammento di coscienza di Hanketsu. Rimase fermo un attimo, stordito da quanto appena accaduto e con la coscienza di Vergil Hyuga che lo percorreva. In pochi attimi tutto finì, e ogni cosa venne nuovamente inghiottita dal buio.

    [...]

    Era strano. Per certi versi simile a pochi momenti fa, a dire il vero. Vergil Hyuga, in piedi su una guglia che assomigliava all'Artiglio del Cielo - certamente una rappresentazione mentale -, si ritrovò a guardare negli occhi Vergil Hyuga. Il sole fittizio che splendeva in quel cielo delineava due chiare ombre a partire da tutti e due i corpi, ma entrambe ora non erano altro che semplici ombre. Un'entità pura, il Vergil reale, ne osservava un'altra, dominata dalla luce ma con un residuo di oscurità. E se la stanchezza era comune nei loro volti, entrambi erano sereni, e sulle loro labbra era dipinto un'identico sorriso.

    Non c'era bisogno che si parlassero perchè in quel momento l'uno era l'altro e viceversa. L'avatar fece un passo. L'identità del ragazzo della Foglia lo aveva strappato dal suo creatore, facendogli odiare quello che era e contribuendo a determinarne la fine, ma proprio perchè quella identità potesse tornare a regnare sul suo corpo e vivere la sua vita, l'avatar doveva scomparire. Senza staccare gli occhi dall'originale allargò le braccia. Il suo sorriso era triste, ma convinto. Sapeva che di essere nel giusto. L'originale continuò a guardare, trasmettendo con lo sguardo ogni cosa: gratitudine - paradossalmente verso sè stesso -, assenso e la promessa di vivere ogni momento con intensità. Con un cenno di assenso l'avatar levò il capo al cielo e versando un unica lacrima, di gioia, pose fine alla sua esistenza.



    " Ci vediamo. "

    Per la terza volta, il buio oscurò ogni cosa.

    [...]

    Quando riaprì gli occhi si ritrovò sdraiato a terra e tutto il corpo gli doleva da impazzire. Ma non aveva importanza, perchè era tornato. Vergil Hyuga era di nuovo sè stesso. A una decina di metri stava il Re, lo splendido manto attraversato da numerose ferite. Le sfere di lava fusa che erano i suoi occhi lo fissavano, perplessi ed indagatori. Non poteva dargli torto: dopo tutto quello che aveva visto e sofferto a causa di quell'essere, ora scomparso, il suo comportamento era più che naturale.

    Con un notevole sforzo di volontà Vergil si rimise in piedi. La sua energia era ai minimi storici e le fitte di dolore gli percorrevano i nervi ogni secondo, eppure lui era lì. Sapeva che nessun discorso da parte sua avrebbe potuto convincere il Re del fatto che lui fosse quello reale e la creatura distrutta per sempre. Poteva solo lasciargli libero accesso ai suoi pensieri, in modo che vedesse da sè. C'era un'espressione di pace mista a tristezza e sollievo dipinta sul suo viso, e quando chinò il capo verso il sovrano il suo invito fu chiaro: guarda tu stesso. Non appena l'altro gli avesse sfiorato il pensiero con la sua coscienza dorata, avrebbe visto.

    " Sono tornato*. "

    OFF GAME

    *: Samvise Gamgee, Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re



    Edited by Boreanz - 25/6/2011, 02:09
     
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    È colpa tua. Ratty

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    La storia di Hanketsu [7]


    L'occhio dorato dissò Vergil per un tempo lunghissimo. Pochi secondi in realtà, ma in quel mondo capovolto e distrutto sembravano anni. Infine il Re parlò. E' vero. Sei tornato...anche se mi sembra impossibile...


    [...]

    Ore dopo, entrambi erano stati soccorsi e medicati. Altri grifoni erano arrivati in loro soccorso, portandoli sull'altro lato dell'isola nel Cielo e provvedendo alle loro cure. Il Re e Vergil, per riposare, sedevano su una grossa roccia in quello che restava dell'Artiglio del Cielo. Contemplavano le nuvole e apprezzavano la tenue carezza del vento...poi il Re, senza che vi fosse richiesta, prese a narrare la storia di quel terribile nemico che quel giorno aveva perso la vita.

    Trovai Hanketsu molti anni fa. Prima, molto prima che tu, o anche la tua nobile nonna nasceste. Un villaggio era stato attaccato da un gruppo di ninja ribelli, ed il villaggio di Konoha aveva lanciato una controffensiva. Fu uno scontro durissimo, e molti civili persero la vita...persino il tuo nobile antenato, cui ero legato, trovò la sua fine su quel campo di battaglia, ma alla fine la Foglia ottenne la vittoria.

    Io avevo caricato il mio compagno sulla groppa, per riportare la salma nella sua casa natale, quando sentii un vagito. Era un bambino, poco più che un neonato, che cercava di uscire a viva forza da sotto un mucchio di cadaveri. Avrei dovuto comprendere quanto era forte il suo desiderio di sopravvivere già da allora, ma in quel momento mi sembrò solo una scena estremamente toccante, pur nella sua tristezza.

    Presi il bambino con me. Non era un ninja di nascita, e non volevo condurlo ad una vita di battaglie e sacrifici...in quel momento ero molto scosso per la perdita del tuo antenato, e desideravo evitare ogni pensiero rivolto alla guerra. Dopo aver completato le esequie al palazzo hyuga, mi diressi all'isola del cielo, e qui crebbi Hanketsu assieme ai miei figli, al tempo poco più che pulcini.

    In qualche modo lui imparò a sfruttare il chakra, forse aiutato dal vento che soffia in questo territorio...fatto sta che sviluppò delle capacità notevoli, e spinto dall'orgoglio, mi prodigai perchè questi suoi talenti naturali maturassero, rendendolo un guerriero estremamente abile, capace di solcare il cielo con la stessa abilità di uno della mia specie...

    Poi però si ammalò...
    La voce del Re si fece più cupa. Non so come o quando, ma sospetto che sia accaduto durante i lunghi viaggi che faceva attraverso il cielo, visitando terre lontane.. la malattia progrediva in maniera inesorabile..e ben presto fu costretto all'immobilità. Ma anche in quello stato, non voleva arrendersi...e continuava a lottare per sopravvivere...noi lo ammiravamo per questo..IO lo ammiravo per questo. Ma solo perchè non sapevo fino a che punto fosse disposto ad arrivare...

    Il re chiuse gli occhi. Durante i suoi ultimi viaggi, aveva appreso a distaccare la sua anima, e tutto il suo chakra dal corpo, per controllare i corpi degli altri...credo lo avesse appreso da qualche ninja del clan Yamanaka...forse un traditore del suo villaggio...oppure Hanketsu glielo aveva estorto con la forza...non saprei. Fatto sta che aveva fatto propria quella tecnica, sviluppandola a livelli superiori...tanto da poter lasciare per sempre il suo corpo.

    Prese il mio figlio minore...e quando venne scoperto ferì gravemente la mia compagna, per poi passare a un altro corpo..e poi un altro..e un altro ancora. Ogni volta lo fermavamo prima che potesse fuggire dall'isola, ma in nessun modo riuscivamo a sigillarlo definitivamente...alla fine lui decise che per vincere doveva ucciderci tutti, soprattutto me.

    Sono passati moltissimi anni..e finalmente oggi il suo ciclo di rinascita si è arrestato....grazie a te.
    C'è un calore insolitamente familiare negli occhi del Re, la cui sincera commozione contrasta un poco con la sua millenaria saggezza...eppure ha appena chiuso uno dei capitoli più dolorosi della sua lunga esistenza, ed è ben comprensibile che questo lo tocchi nel profondo.

    In ogni caso, non è più necessario che io ti addestri. Avrebbe aggiunto dopo. So che eri venuto per questo, ma non intendo farlo... Se richiesto il motivo di questo rifiuto, avrebbe spiegato pazientemente Puoi aver scacciato la sua mente per sempre, ma comunque la sua energia è entrata nel tuo corpo e vi è rimasta per molto tempo. Sono passati mesi da quando ti avevamo seppellito. In tutto questo tempo, il tuo corpo si è lentamente adattato a quest'energia, e le tue crescenti capacità fisiche lo hanno dimostrato. Sei riuscito ad acquisire capacità superiori così in fretta perchè in realtà il tuo corpo le aveva già ottenuto, ma dovevi...o meglio, l'altro te doveva abituare la sua mente a coordinarsi correttamente col resto. Per questo non penso che ci sia bisogno di addestrarti per ora...prima cerca di prendere confidenza con queste nuova capacità e consolidarle...in seguito vedremo...

    Ora...vuoi che ti riaccompagni da tuo padre? Penso sarà molto sollevato dal saperti vivo..e la mia presenza dovrebbe tranquillizzarlo...
    Il re si sollevò sulle quattro zampe, spalancando le ali al vento.

    Alla luce del pomeriggio, le sue piume ardevano come il sole...


    CITAZIONE
    Per quanto mi concerne, il candidato ottiene l'energia Blu

    Faccio notare che qui uso la terza persona per descrivere, perchè era solo hanketsu-vergil a vedere in prima persona. Il vero vergil, nei flashback, era sempre espresso con la terza (*gongola per la banale scelta narrativa*)

     
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    In quei secondi che parvero eterni, gli occhi perlacei di Vergil sostennero serenamente lo sguardo dorato del Re. La voce del sovrano gli riempì la mente, riscaldandolo e confortandolo da quanto appena passato. Aveva visto. Ed era felice.

    Iniziarono ad arrivare altri Grifoni, minuscoli puntini all'orizzonte che via via sviluppavano un colore unico sotto i raggi del sole. Quattro poderosi esemplari si incaricarono di traportare il loro Re, prestando estrema attenzione a diminuire al massimo le sofferenze dell'enorme grifone. Vergil venne avvicinato da una femmina il cui manto pareva composto da una miriade di diamanti.

    « Vergil Hyuga, amico della stirpe dei cieli. »

    La sua voce era calda e pareva avvolgere la mente del chunin con un tepore in grado di lenire ogni sofferenza.

    « Il mio nome è Nenya, la Stella di Luce. Mi prenderò cura io di te. »

    Le labbra dello Hyuga non seppero formulare alcuna risposta, tanto era incantato dalla sensazione di quella voce e dalla bellezza della grifone. Una volta che erano in volo, il suo corpo sul candido manto della stella di luce, riuscì finalmente a dare voce alla domanda che gli bruciava in gola.

    " Mia signora, Omune... come sta Omune? Le mie fiamme pentagonali lo... "

    La voce si spezzò, mentre l'immagine del grifone investito da un inferno di fiamme nere gli riempiva di dolore il cuore. Le parole che giunsero, inaspettate, gli furono dolci come una leggera brezza che accarezza la pelle in un mattino d'estate.

    « Scoprirai che il manto di un grifone, come la sua natura, è particolarmente difficile da danneggiare per lo spirito altrui. »

    Nella voce della grifone Vergil poteva avvertire chiaramente lo stesso timbro di una persona sorridente.

    « Egli è forte. Come te, Vergil Hyuga, amico della stirpe dei cieli. Tornerete a solcare i cieli insieme. »

    A quella promessa di salvezza l'ultimo brandello di tensione dello Hyuga si sciolse, facendolo scivolare in un profondo sonno ristoratore.



    [...]

    Vergil ed il Re riposavano su una roccia in quello che restava dell'Artiglio del Cielo. Guardandosi intorno, Vergil considerò che doveva essere passato parecchio tempo dagli avvenimenti che aveva scorto quando era relegato allo stato di ombra. Quanto tempo era passato? Doveva correre da suo padre e dirgli che aveva sconfitto quel demone ed era tornato! Prima che potesse dire alcunché, però, il Re prese la parola.

    In un discorso che fornì al giovane Hyuga gli ultimi frammenti del mosaico il sovrano di tutti i grifoni gli narrò la storia di Hanketsu. Come era giunto in quel regno, cos'era prima di diventare quello che era... e cosa aveva significato per il Re averlo amato e poi essere costretto a combatterlo per lunghi secoli. Quando concluse, la gratitudine che il sovrano esternava nei suoi confronti quasi lo commosse. Rimase a guardare quelle sfere di oro sfuso che erano gli occhi del Re, in silenzio. Per rispetto nei suoi confronti non riteneva fosse il caso di aggiungere nulla.

    Quando il Re passò poi a spiegare la sua intenzione di non addestrarlo, almeno per il momento, Vergil annuì in silenzio. Sentiva il suo corpo traboccare di una nuova forza, sicuramente dovuta alla terribile esperienza, e sapeva di dovervisi ancora abituare. Solo allora, una volta raggiunte nuove vette, avrebbe di nuovo volato con il Re. E forse avrebbe saputo il suo nome... sapere il nome del Re significava potersi rivolgere a lui da pari a pari, ed era un onore che per quanto ne sapeva non era mai stato concesso nella storia del patto con gli Hyuga. Infine, il Re gli propose di tornare da suo padre.

    " Sì, vi prego. Mio padre non merita di soffrire un minuto di più. "

    OFF GAME

    Ho sfruttato questo post conclusivo per introdurre il secondo elemento della triade di Grifoni di alto livello che Vergil evocherà(Vilya, Nenya e Narya). Quanto detto dalla Stella di Luce trova il suo corrispettivo OFF nell'abilità di contratto Piumaggio Celestiale
    " Scoprirai che il manto di un Grifone, come la sua natura, è particolarmente difficile da danneggiare per lo spirito altrui. "

    [Abile]: Il Grifone possiede una protezione naturale pari a 15, valida solo per gli attacchi a base di chakra(es: Palla di Fuoco Suprema). Il piumaggio del Grifone Re ha una protezione superiore, pari a 30
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    Detto questo...

    È stata una magnifica giocata. Ti ringrazio davvero brutto furfante!

     
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    Continua qua.

     
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