L'Aiuto Inatteso

[Free Gdr][Personale]

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  1. S h a y
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    Psicologia Portami Via

    Miru, Incavolata come una delle bestie infernali uscite dalla forca dopo cent'anni di tortura e insulti, aveva preteso sopra ogni cosa che il povero Akuma, sorpreso durante l'assegnazione della missione ad insultare gli altri Clan e l'autorità, ricevesse adeguata punizione, fisica oltre che verbale. Certo, non che ci fossero elementi accademici che non conoscevano i suoi problemi gravissimi di mente, in quel frangente, quindi non avevano dato troppo peso alla situazione. Tuttavia, per non passare da nullafacenti e nulla credenti, chiesero molto gentilmente al ragazzo in questione di presentarsi in accademia per un'ulteriore valutazione, giusto per capire quali fossero i problemi che lo avevano tanto turbato, e mettere qualche sfortunato medico alle prime armi a disquisire con quel tipo.

    Quindi l'immaginazione accademica ricadde su una persona, strana quasi quanto lo stesso Akuma, ma leggermente meno dedita alla battaglia verbale. La fortuna volle che la prescelta per tale disquisizione fosse una ragazzina alle prime armi, tutta rimbambita da certe sue idee folli sul mondo che, di tanto in tanto, passava in accademia per vedere se c'erano nuove operazioni a cui potersi aggregare. La schiaffarono in una stanza dicendole che, entro qualche minuto, sarebbe sopraggiunto un tizio da aiutare in disciplina comportamentale. Non per dire, la poveretta tentò di contestare la cosa, adducendo la sua scarsa esperienza in tale campo, ma Miru non aveva troppo a cuore le sorti di chi le aveva osato parlare contro.. se doveva essere una ragazzina ad aiutare l'Akuma... così doveva essere. Nessuna replica.

    [ ... ]



    - C'è una presa d'aria? Miru-San? C'è una presa d'aria?! Perché sono qua da sola? .. non mi.. avete mica detto nulla eh! - Si aprì la porta, di scatto, così veloce che quasi mi spaventai. - QUA! - Miru mi scagliò contro un fascicolo che si aprì per tutta la stanza spargendo le carte riportanti la documentazione sul mio paziente, il secondo per i casi di problemi psicologici, rendendomi alquanto stressata. Non mi sembrava molto normale l'atteggiamento di quella pazzoide che mi aveva rinchiusa in una stanza senza nemmeno una finestra, con due sedie reduci di qualche Katon venuta male ed una lampadina che rendeva il tutto terribilmente simile alla stanza degli orrori di qualche serial Killer. Sospirai sconsolata, analizzando quello che i fogli mi riportavano.. non pareva essere un caso complicato: Si trattava di un Kiriano che aveva opposto una qualche tipo di resistenza verbale e si era espresso in modo così "sbagliato" da destare preoccupazione persino in un'anima sociopatica come Miru-San. Il che mi allarmò lievemente, facendomi fissare la porta con lo sguardo di chi, da li ad un secondo, si aspetta di vedere entrare un demone con sette testa che sputa acido in forma di fiamme. Qualcosa di molto simile comunque.

    Quando, infine, qualcuno entrò dalla porta mi alzai immediatamente dalla sedia, cercando di rimanere composta e salutare in modo adeguato. - Ciao.. Sono Shay Hyuga e sono stata chiamata per.. aiutarti a comprendere alcune cose.. siediti pure se desideri. -
     
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  2. Kikko-kun
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    [INCONTRO]



    Una strana richiesta proveniente dall’accademia in cui si chiedeva la mia presenza. Per quale motivo mi chiesi. Non si richiedeva la mia partecipazione ad una missione ma semplicemente di dovermi presentare in accademia. La cosa mi pareva strana dato che non mi era mai capitata una cosa simile. Con diversi dubbi in testa decisi ugualmente di partire. Non mi piaceva andare in accademia, soprattutto per via di alcuni posti decisamente inquietanti come ad esempio lo scantinato in cui conobbi quella donna infernale: Miru. Arrivato nel luogo prestabilito cercai subito di orientarmi, andando a chiedere all’ufficio informazioni il motivo di tale convocazione. Una delle amministratrici mi disse

    -Ah il signor Akuma Kheichii! E’ stata richiesta la sua presenza dalla signorina Miru, vuole che vi incontriate con una certa persona-

    -Dannazione cosa vorrà ancora quella donna? Sarà la mia rovina un giorno-

    Pensai tra me e me, intanto mi feci spiegare il luogo dell’incontro. Un breve saluto e mi ritrovai nuovamente a vagabondare per i corridoi dell’accademia. Per quante volte la si poteva visitare, vi erano sempre posti sconosciuti e che ti lasciavano stupito. Finalmente dopo diverso tempo trovai la stanza. Aprendola notai con stupore che non era molto diversa dallo scantinato in cui era stato tempo addietro. Una sola luce pendeva dal centro della stanza e due misere sedie erano state disposte in modo tale che ci fosse un interrogatorio. Nessuna finestra. Quasi come destato da un sogno, anzi da un incubo, una ragazza si presentò. Non era molto alta, i capelli rossi e i suoi occhi bianchi gli illuminavano il viso. Il comportamento era educato e cordiale

    - Ciao.. Sono Shay Hyuga e sono stata chiamata per.. aiutarti a comprendere alcune cose.. siediti pure se desideri. –

    Cominciavamo bene: uno Hyuga. Perché proprio a me doveva capitare? Sembra più di una semplice coincidenza. Uno scherzo del destino a mio parere. Certo però non potevo giudicarla solamente in base alla sua provenienza, inoltre sembrava che pure a lei non andasse giù l’idea di questo incontro. Risposi educatamente

    -Mi chiamo Kheichii. Mi dovresti aiutare a capire cosa? No so nemmeno il motivo del perché mi trovo qui. Tu chi sei e per quale ragione ci troviamo qui?-

    Cos’era questa storia del dover comprendere alcune cose? Chi era lei e cosa voleva? Molti dubbi e domande assalivano la mia mente. Attendevo con una certa impazienza delle risposte
     
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  3. S h a y
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    -Ah.. io sono un'Infermiera specializzanda di medicina di Konoha, sono qua perchè.. credo tu abbia un problema di natura psicologica.. di cui vorrei parlare un attimo e vedere se possiamo risolverlo - Mi fermai un secondo, per essere sicura che il mio interlocutore non desiderasse uccidermi a sangue freddo. - Se desideri, quindi.. - Indicai la sedia. - Postresti accomodarti e raccontarmi alcune cose, come il motivo per cui .. hai detto .. - Lessi nella cartella. - ..C'è qualcosa riferito alle famiglie di Kiri, seguito dalle famiglie in generale, inclusa la mia.. è segnalato come un disprezzo rabbioso ed io vorrei aiutarti, se vuoi, a discutere della questione. - Poi presi del tempo, sedendomi.

    - Non c'è fretta, inoltre noi abbiamo un rapporto medico-paziente che mi vincola a non divulgare informazioni che potrai dire in questa sede ad anima viva.. -
     
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  4. Kikko-kun
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    [ANALISI?]

    Problema di natura psicologica. Ora capisco, mi avevano inquadrato come un soggetto pericoloso che doveva essere curato. Mi avevano inviato uno Hyuga per fare in modo che la cura fosse più “efficace”. La cosa non mi aveva fatto di certo piacere anzi, mi aveva fatto arrabbiare. Tentai di mantenere il controllo

    -Quindi per te sono una persona malata? Per via delle mie idee che secondo “qualcuno” sono sbagliate, dovrei essere curato? Dimmi, perché dovrei parlare con te?-

    Feci qualche passo verso l’interno, la voglia di andarmene era alta ma sarebbe stato come sottrarsi ad un confronto. Ero curioso di sapere quanto quella ragazza dall’apparenza non molto più grande di me sapeva in materia psicologica. Mi portai davanti a lei, guardandola dall’alto in basso e chiesi

    -Sei convinta di volermi aiutare? Perché dovresti farlo? Puoi semplicemente categorizzarmi come elemento instabile e lasciare ad altri il compito di occuparsi di me. Cosa ti spinge ad indagare nel mio passato?-

    Volevo conoscere delle motivazioni valide. Non parlo con persone che non conosco dei miei problemi, e tantomeno ad uno Hyuga. Ormai questo mondo sta cadendo in rovina, e coloro che ancora si oppongo per cercare di cambiarlo, vengono eliminate. Perché?
     
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  5. S h a y
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    Kheichii era molto meno collaborativo di quel che mi aspettassi, ma non aveva tentato di uccidermi e questo era un punto a suo favore, decisamente! Lo trovavo molto turbato da quella situazione e non potevo biasimarlo: Anche io al suo posto sarei voluta fuggire lontano mille miglia.. ma se aveva un problema era per me necessario tentare di aiutarlo. - Kheichii.. io non ho parlato di Malattia, non è una malattia quella che ti ossessiona a mio parere, e non hai bisogno di essere curato.. non adesso! Magari è possibile che in un secondo momento si scoprano altre cose.. ma per ora non voglio curarti da qualcosa da cui non sei affetto, sul serio! -

    Pareva avere bisogno di risposte quanto più sincere possibili, per stabilire un contatto, in modo da poter dialogare senza quell'alone di sfiducia che avvertivo aleggiare nell'aria. - Perché io sono una Ninja medica, lavoro per salvare la vita delle persone e rendere la loro salute migliore e duratura. - Lo guardai, dolcemente. - .. Ed ho giurato di salvaguardare le vite degli accademici. .e questo non riguarda solo ferite, ossa rotte o stupidaggini simili. Riguarda anche la salute psicologica, il lavoro di squadra è tutto per questo mestiere.. non ti chiedo di fidarti di me, ma di porre sul tavolo i motivi che ti spingono a comportarti in malo modo con i membri di alcune famiglie Ninja. Possiamo iniziare parlando per esempio da.. Ippei Shinretsu, leggo nel fascicolo.. cosa mi dici di lui? - Ippei. Era così tanto che non lo rivedevo, speravo di tornare a Kiri prima o dopo..
     
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  6. Kikko-kun
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    [PROVA]


    A quanto pare la Hyuga era molto più testarda di quel che pensassi. Nei modi di fare sembrava una ragazza molto calma e tranquilla, ma la tenacia con cui reggeva le sue argomentazioni gli faceva onore. Mi staccai un attimo e presi le distanze

    -Sei un ninja medico? Ed hai giurato di salvaguardare le vite degli studenti di questa accademia? E’ una grossa responsabilità. Sei molto più intelligente di quanto mi aspettassi. Non pensare che io giudichi una persona solo per la sua provenienza, io non sono così. Vuoi sapere di Ippei? Non c’è molto da dire, semplicemente uno come lui non capisce, ed un giorno ne pagherà le conseguenze. Io le persone come lui non le voglio vedere-

    Mi addentrai ancora di più all’interno di quella “stanza”, se poteva definirsi tale. Osservavo la luce che trasmetteva la piccola lampadina

    -Ho un sogno che voglio realizzare e farei di tutto perché si avverasse. Anche io come te desidero salvare delle vite, ma non nel modo che fai tu. Voglio salvarle da questa vita. Non voglio vedere la sofferenza che dilaga per stupidi motivi. Rispondi a questa domanda: secondo te perché esiste il tuo lavoro? Perché ora tu sei qui ad occuparti di me?-

    Non potevo parlargli liberamente. Dovevo prima vedere da che parte stesse, se era una dei tanti, oppure qualcuno diverso. Qualcuno di speciale.
     
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  7. S h a y
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    Ascoltai silenziosamente le parole del Kiriano. Non avevo avuto torto nell'esprimere con sincerità le mie argomentazioni e qualcosa si era smosso sotto la superficie: Dovevo solo porre le domande giuste, entrare nei meriti di quelle che potevano definirsi .. le "problematiche" del ragazzo. c'era sempre quella domanda retorica, sul come fosse o meno giusto stare con un coprifronte in testa a combattere per ideali non propri.. e forse anche Kheichii ne era vittima inconsapevole. - Il nostro, lavoro, esiste perché l'umanità non in grado di vivere senza la guerra. E' una parte interna, inestricabile, della mente umana.. il combattere. Religione, Terra, Potere.. scegli una cosa e ci sarà stata fatta o ci sarà da fare una guerra. Non è così facile dire.. "Voglio salvare tutti". .Salvarle da questa vita significa non farle vivere affatto, Kheichii.. - Portai una gamba sopra l'altra, mettendomi più comoda e chiudendo il fascicolo del ragazzo. - Un Anno fa, circa di questo periodo, ero come te.. una giovane Neo Genin pronta ad affrontare il mondo armata solo di buoni propositi.. Ho scelto Medicina perché credevo che avrebbe salvato il mondo.. - Sorrisi, ripensando per un attimo a quelle mie idee che, pur nel tempo, non erano cambiate poi molto. - .. Ho perso il mio primo ed unico vero amico in uno scontro quando ero ancora una studentessa, mi sono macchiata le mani del sangue dei miei amici, tentando di tenere in vita persone che erano già morte.. - avanzai una mano verso di lui. - .. Avrei potuto dedicare la mia vita a vendicare la morte del mio amico.. oppure a uccidere tutti i criminali del mondo.. Ma ho fatto una scelta. Sono rimasta qua, piangendo la sua morte e sperando di poter, un giorno, vendicarlo.. ma non ho mai perso di vista quale fosse il mio scopo e quali fossero i mezzi per arrivarci.. - Gli sorrisi, invitandolo nuovamente a sedersi. - Nessuno in questa stanza vuole giudicarti per le tue idee Kheichii.. voglio solo parlare con te dei tuoi problemi e farti capire che dentro ogni Ninja.. che ci piaccia o meno.. c'è una persona con i bisogni ed i sentimenti terribilmente umani e mortali.. - Sorrisi lievemente. - .. e che spesso ci spingono a compiere azioni immotivate .. o insubordinate, semplicemente perché siamo Persone. - Ed era il mio cuore a parlare, frutto del dolore e delle esperienza personale.. delle delusioni di tanti sogni infranti e della soddisfazione di quello che ero comunque riuscita ad essere. - Vuoi condividere con me quello che ti rende così .. arrabbiato con gli altri? -

     
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  8. Kikko-kun
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    [SOGNO]


    Una vita difficile quella della ragazza, e devo ammette che un po’ lo sospettavo: lei era una vittima. Era una di coloro che per colpa di questa società ha visto andare in frantumi i suoi sogni, ha visto perdere i suoi amici e ha compiuto azioni di cui si pente. In parte la capivo, forse condividevamo lo stesso destino, ma sembrava come rassegnata e usare la sua vita per “riparare” danni causati da altri. Io non ero così

    -La guerra è solo un capriccio degli uomini. Ma da cosa è portata? Perché gli uomini si ostinano a farsi la guerra per risolvere i loro problemi? Io credo che sia dovuto alla società e la mentalità con cui essa continua a vivere. Perché le persone si devono distinguere per lo stato sociale? Cos’ha un ricco di diverso rispetto ad un povero? Cos’ha uno Hyuga che un Akuma non ha? Niente, assolutamente niente. Eppure esistono questi contrasti e chi sono coloro che ne pagano le conseguenze? La gente comune, gente come me e te che viene catapultata in un mondo che nemmeno conosce in cui deve lottare per sopravvivere. Oggi molti giovani sono spinti solamente dal desiderio di vendetta e di uccidere per i torti che hanno subito. E tutti sono pronti a giudicarli per il loro comportamento assassino. Ma hai mai pensato al perché di tutto questo? Quale sia il motivo per cui sono così?-

    Presi fiato dopo quel discorso e decisi di sedermi. Avevo accettato un incontro con uno Hyuga, un estraneo. Come mai? Riflettevo ma non trovato risposta. Ripresi il discorso

    -Io non sono arrabbiato con gli altri. Non vado in giro a reclamare le teste di coloro che mi hanno fatto soffrire. Non sarei molto diverso da un comune assassino. Però ogni qualvolta vedo un bambino che perde i genitori per stupidi motivi, e soprattutto a causa di qualcosa che poteva essere evitato, non posso che arrabbiarmi. Voglio cambiare tutto questo. Desidero qualcosa di diverso. Vorrei vedere un mondo nuovo basato su salde regole, alleanze e la pace. E’ un crimine desiderare tutto ciò? Penserai che sia una cosa stupida ed irraggiungibile ma è quello che voglio. Sono disposto a lottare per esso. Ippei non lo odio come persona, odio la sua causa che non farà altro che alimentare il fuoco maligno che arde in questo paese.-

    Guardai la ragazza negli occhi

    -Sei una vittima proprio come me. Solamente che io cerco di combattere per cambiare le cose, tu invece stai qui a sanare ferite che non smetteranno mai di sanguinare. –

    Ancora non avevo rivelato il mio passato. I miei desideri ed emozioni glieli avevo serviti su un piatto d’argento ma il motivo di tale tormento non lo avevo ancora detto. Ero curioso di sapere la sua reazione alle mie parole e mi misi in ascolto.
     
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  9. S h a y
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    - Forse sono solo una vittima inconsapevole di quello che c'è fuori da quella porta, questo è certo se non sicuro.. ma non è possibile cambiare il mondo come vuoi fare tu.. anche io vorrei alzarmi domani e scoprire che non ci sono più Nukenin o Jonin deficienti.. ma so che non sarà possibile! Questa è L'Accademia, qua pullula di Ninja che fanno a gare a farsi fighi ammazzando a casaccio il prossimo.. - Sospirai. - Non possiamo fermare di botto questa cosa, non puoi. Nella tua situazione.. tu hai una grande arma, così come molti altri giovani Ninja.. hai la possibilità di Scegliere il modo migliore per agire, hai la possibilità di fare in modo che il benessere che desideri per gli innocenti, un giorno, venga professato da tutti i Ninja delle terre emerse.. Ma fino a quel giorno dobbiamo accontentarci di Miru-San.. di Ippei Shinretsu e chissà quanti altri. - Presi un secondo di pausa, valutando le parole dette in precedenza dal ragazzo. Era davvero fermo sulle sue idee e questo gli rendeva un grande onore, specie da Neo Genin.

    - Io ho sempre visto le differenze come un punto di forza incredibile, non come un modo per dire "cosa ho io più di te.." ma come "Cosa posso dare io a te" ..tu hai detto di Odiare la Causa di Ippei e quello in cui crede.. ma hai provato a conoscerlo meglio? A vedere la parte umana che si nasconde oltre il suo copri fronte? A volte.. nella convinzione assoluta di essere nel giusto si finisce per errare completamente il tiro.. che differenza c'è tra te e Ippei.. quando tu per primo gli affibbi un "reato" che non ha commesso se non con il suo stesso essere vivo e vegeto in questo mondo? - Lo guardai, seria. - .. con questo comportamento tu non ti fai del bene e non ne fai a chi vuoi proteggere. Se ti fai escludere per sempre da questo Mondo, questo folle e pazzo mondo Ninja, non avrai la possibilità di aiutare nessuno, ne ora ne mai.. e aggiungerai solo altre ferite a quelle che io provo a bloccare da quando ho preso coscienza di me stessa. - Inclinai appena un po' la testa, osservando le sue reazioni. Era qualcosa di odioso non riuscire a dargli ragione su quelle argomentazioni sacrosante.. ma se voleva avere un futuro, se desiderava davvero andare avanti, doveva cambiare.

    - La violenza genera solo altra violenza, l'odio altro odio.. la tua repulsione solo altra repulsione. E' un circolo vizioso che devi trovare la forza di spezzare, come ho fatto io. Non devi prendere la mia strada, esistono infiniti modi per aiutare il prossimo.. ma credimi, diventando nemico di tutti solo perché hanno un ideale diverso dal tuo.. non ti rende migliore di quello che cerchi di combattere. - Annuì lievemente alle mie stesse parole.

     
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  10. Kikko-kun
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    [LA LUCE]


    Non avevo mai avuto un simile scambio di opinioni con qualcuno. Secondo quella ragazza non sarebbe mai cambiato nulla, che non ce l’avrei fatta. Che i miei calcoli, le mie linee di pensiero erano sbagliate. Il mio sguardo spaziava altrove quasi a leggere qualcosa sui muri mentre rispondevo

    -Si è vero. Ora non posso fare niente, sono debole lo riconosco. Con le mie forze attuali sono bravo solo a parole. Ma un giorno sarà tutto diverso, sarò in grado di salvare quelle persone che fino ad un momento prima stavano soffrendo nell’ombra. Sarò la loro luce, la mano che aspettavano dall’alto. Manie di grandezza? No, semplicemente è l’obiettivo che mi sono preposto. Puoi continuare a dirmi che il mio modo di agire è sbagliato, ma ognuno a ha scelto una via e i mezzi per arrivarci. Probabilmente vogliamo la stessa cosa, ma il modo in cui intendiamo raggiungerla è diverso.-

    Guardandola in un certo senso potevo vedere me stesso. Ma non la vedevo sicura di sé. Era come rassegnata, sembrava quasi sconfitta da qualcosa. Cercai di andare a fondo nella questione

    -Da come parli, si direbbe che tu ti sia rassegnata o sbaglio? Se veramente volessi cambiare le cose allora dovresti essere d’accordo con me. Hai deciso di arrenderti e di non lottare più?-

    Di proposito stavo facendo quelle domande, volevo stuzzicarla, fare uscire in lei quell’animo sopito che teneva nascosto. Aveva perso la speranza, doveva solo ritrovarla. Cominciai a pensare che forse avevo trovato qualcuno che potesse aiutarmi a realizzare il mio sogno. Ma ero ancora molto incerto. Dovevo fidarmi ciecamente di lei, e al momento non mi dava troppa sicurezza. Mi alzai in piedi e dopo pochi passi mi ritrovai con le spalle volte verso di al che mi girai e gli dissi

    -Cosa intendi fare? Fermarmi e fermare le mie idee oppure aiutarmi nella mia missione? Non ci sono se o ma, un semplice si o no-

    Volevo tastare il terreno. Vedere se era ancora possibile fare qualcosa. Forse, non era tutto perduto.
     
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  11. S h a y
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    Dovevo ammetterlo, Kheichii era molto più profondo di quello che mi aspettassi, ma era solo un bene, indice del fatto che le sue esperienze erano state verosimili alle mie. - Kheichii, non hai capito, nessuno di noi può vivere da solo o combattere da solo. E' sbagliato, sciocco e rende terribilmente deboli.. scordare le opinioni ed avere la forza di sostenere le proprie argomentazioni, mettendosi in gioco completamente.. quella si che è la vera forza di uno Shinobi, non il mero proseguo nelle proprie idee. La vita è fatta per essere un continuo mutamento.. si cambiano idee, si cambia casa.. lavoro, nome. Ma quello che non cambia mai è il nostro modo e la nostra capacità di relazionarci col prossimo, facendo esattamente quello che vorremmo che facessero tutti.. - Lo fissai. - ..Che nel tuo caso è Cooperazione, Armonia e Pace. Tu per primo devi portare avanti questi tuoi obiettivi.. e urlare come un pazzo o aggredire un tuo superiore nella convinzione di essere nel giusto ti porta in torto.. ti porta a fare del male alle persone che vuoi proteggere ed avere un pregiudizio irrazionale sulle persone. Vuoi un esempio? - Sorrisi, mettendomi meglio a sedere.

    - Tu mi valuti così perché non mi conosci.. Quando studiavo medicina la mia Sensei mi ha messo davanti una prova di una stupidità riprovevole.. si è messa a giocare con me tenendomi all'oscuro dello stato di alcuni pazienti per mettere alla prova la mia intuitività.. l'ho mandata al diavolo nonostante fosse una Jonin, perché con le vite non si scherza. Ho ripudiato i dogmi del mio clan; nonostante sia una Hyuga Nobile spero che la mia casata scompaia dalla faccia di Konoha per come si comporta e come si atteggia.. e non ho mai nascosto a nessuno queste mie problematiche e questi miei desideri. Ho cercato in lungo ed in largo un sensei che non fosse Borioso o si credesse superiore a tutti come fanno, appunto, gli Hyuga.. Ho viaggiato fino a Kiri, ho cambiato cento volte Sensei perché volevo un amico e non un Rigido maestro.. E sono arrivata qua con le mie gambe, senza mai voltarmi indietro e senza mai cercare scorciatoie alla mia strada. -
    Mi fermai, guardandolo negli occhi, seria come poche altre volte in vita mia. - Ma non l'ho fatto da sola. E tu.. che ti piaccia o meno, hai bisogno di auto per diventare chi vuoi diventare.. hai bisogno di fidarti delle persone che ti circondato e di credere nel profondo del tuo cuore che Ogni essere umano abbia un lato buono..- .

    - Chiediti se sei disposto a vedere la verità, prima di chiedermi se sono disposta ad aiutarti. Se sei pronto a capire che nella vita bisogna sapersi ritirare, sapersi fidare.. scegliere amici e nemici.. e non fare di tutta l'erba un fascio.. allora si, sono qua per aiutarti. -


     
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  12. Kikko-kun
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    [PAUSA]

    Qualcosa in più di lei avevo capito, ma era ancora un mistero per me. Non era ancora pronta per certe cose, forse col tempo sarei riuscito a fargli cambiare idea. Di certo però ammiravo il fatto che non approvasse i metodi del suo Clan. Nella stanza cominciava a fare veramente caldo. Ormai era da diverso tempo che eravamo li dentro e non so per quanto ancora avrei resistito

    -A quanto pare siamo due persone molto determinate. Ognuno con la propria linea di pensiero. Chissà chi dei due riuscirà a far capire all’altro la cosiddetta “verità”. Forse non lo scopriremo mai. Comunque non puoi pensare di cambiarmi con questi discorsi, una persona come me non cambia idea con facilità. Dici che me ne pentirò? Forse ma non è detto, nessuno sa quello che ci accadrà in futuro, sta a noi scoprirlo.-

    Detto ciò mi alzai dalla sedia e mi sgranchii le gambe e cominciai a muovermi verso l’uscita

    -Ti va di fare un giro fuori? Queste quattro mura cominciano a diventare insopportabili. Avrei ancora qualcosa da dirti ma non mi sento di farlo qua. Tranquilla non tenterò di scappare e tantomeno di aggredirti come magari pensi, dopotutto come dici tu non sono “malato”-

    Sorrisi. Dissi queste ultime parole per tranquillizzarla e allentare la tensione. Dopotutto fin dalle prime battute ci eravamo messi a discutere senza neanche presentarci come si deve. Se veramente voleva aiutarmi, allora dovevamo conoscerci meglio e non solo fare grandi discorsi.

    -Allora che ne dici?-
     
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  13. S h a y
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    Kheichii aveva iniziato ad intavolare un discorso abbastanza concreto di cui mi ero interessata ed avevo deciso di esprimere le mie particolari condizioni, per nulla segrete, in modo da mostrargli quanto effimera fosse l'apparenza dei pregiudizi. - Perchè, vorresti aggredire una ragazza più piccola di te?.. - Sorrisi. - ..D'accordo, prendiamoci una pausa. - E lo seguì verso l'uscita. Fuori era diventato un po' meno luminoso, erano passati diversi minuti da quando ci eravamo messi ad intavolare la discussione.

    Passeggiammo per qualche minuto fuori dai viali dell'accademia, oramai quasi completati, dove iniziavano a ricrescere l'erba ed i fiori. - Questo posto è bellissimo.. sai che ho aiutato anche io a mettere in piedi quest'affare qua dietro? - Scoppiai a ridere, ricordando quegli eventi che oramai sembravano far parte di un lontanissimo passato. - .. Venni qua per dimostrare a me stessa che potevamo ancora valere qualcosa.. che potevo valere molto più di quello che la mia famiglia diceva.. - Mi fermai a un centinaio di metri dalla sede, voltandomi ad osservarla. - Ho visto.. centinaia di Braccia, di cuori e di anime.. Ninja e Non, lavorare l'uno assieme all'altro dopo la sua distruzione.. lavorare senza simboli, senza copri fronte, sudati e sporchi.. Studentesse come me mangiavano agli stessi tavoli dei Jonin più potenti.. Operai e manovali stringevano viti e cementavano mura fianco a fianco a persone che non avevano mai visto.. e nessuno di noi ha ricevuto una sola moneta. - Lo guardai, sorridendo sincera.

    - Credi che questo.. sarebbe stato possibile se tutti avessimo deciso di lavorare da soli? - Inspirai profondamente. - Non soffermarti su quello che L'accademia E'.. pensa quello che l'accademia Rappresenta per ognuno di coloro che, come noi, sognano un mondo libero e in pace. Questa, Kheichii.. è il Passato, Presente e Futuro del nostro Mondo.. Ed è su questo che devi poter contare, su persone come me.. e anche come Ippei.. costruire legami, lavorare insieme.. che ti piaccia o meno, che tu ci creda o meno, è questa la verità.. - Socchiusi gli occhi. Per un'attimo rividi tutte le persone che lavoravano li mesi addietro, l'uni con gli altri. Rabbrividì.

    - Kheichii Non lasciare che la tua idea offuschi la realtà. Non isolarti a combattere da solo contro il mondo.. non ti sto dicendo di non batterti.. ma di farlo nel modo giusto e con il giusto supporto.. -
    Gli appoggiai una mano sulla spalla, lentamente. - Ora guarda tutto questo e prova a vedere oltre le tue idee. Se ci riesci allora sei pronto a combattere per quello in cui credi.. ma se ti ostini a usare la tua personalità così come è ora.. non otterrai alcun risultato. Devi superarti, bisogna sempre superarsi, vedere oltre l'apparenza delle cose! - Continuavo a sorridere, felice e serena. - Se per quanto la vita ti faccia schifo tu ti rialzi ogni volta.. hai già vinto!.. Se quando cadi c'è qualcuno che ti aiuta a rialzarti.. hai già vinto!.. Non è una vittoria spezzare un muro con la forza delle convinzioni.. ma scalarlo con l'aiuto di tutti quanti. Credimi. -


     
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  14. Kikko-kun
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    [PASSEGGIATA]

    Uscimmo finalmente da quell’inferno. Una bella boccata d’aria fresca era quello che mi serviva per rilassare un po’ la mente. Camminavo a fianco di lei percorrendo i viali accademici. Erano veramente belli. I primi fiori cominciavano già a sbocciare in mezzo a fili d’erba appena cresciuti. Anche lei aveva dato una mano nella ricostruzione come me. Certo quello che avevo fatto assieme al Sensei non era molto, ma anche io avevo dato il mio contributo. Sorrisi alle sue parole mentre continuavamo a camminare. Continuava a spiegarmi il perché del lavoro di squadra, del come lavorare da soli non portasse a nulla di buono. Credeva veramente che non conoscessi tutto questo? Che fossi nato solo e che non avessi mai avuto un amico? Non era così

    -Certo che…ci tieni molto a Ippei per doverlo nominare in ogni discorso. Lasciamo da parte lui per un momento e prendiamoci una pausa-

    Sorrisi. Non volevo che si concentrasse troppo su di me. Volevo semplicemente parlare nulla di più

    -Non pensare che io sia un fissato. Non sono accecato dal mio obiettivo e che non guardo aldilà delle apparenze. So distinguere il bene dal male, so quando le mie idee raggiungono il limite. E non ho intenzione di compiere massacri o altre cose riprovevoli. Non amo combattere, preferisco sempre trovare un’alternativa. Per questo voglio intraprendere la carriere politica. Suona strano vero? Ormai a fianco del ninja si è instaurata la figura del guerriero. Con il termine Shinobi molti pensano subito ai combattimenti, alla guerra ed inevitabilmente al dolore e alla sofferenza. Vorrei tanto che tutto ciò non esistesse-

    Mentre parlavamo notai un piccolo spiazzo erboso in pendenza che dava su un piccolo ruscello. Sembrava il posto ideale per riposarsi. Invitai Shay a sedersi con me in riva ad esso. Poggiai la schiena contro il terreno e le mani intrecciata dietro la nuca. Una piccola brezza si era alzata

    -Lo senti? Vorrei che questi momenti durassero in eterno. Non male vero? -

    Feci un piccola risata. Era da tanto che non passavo un così bel momento, e non volevo sprecarlo. Piegai la testa verso di lei

    -So che è da quando ci siamo incontrati che sei ansiosa di sapere il perché di tutto? Perché la penso così e per quale motivo sono intenzionato a farlo? Per via del mio passato. Vuoi davvero sapere tutto di me?-

    Posi la domanda quasi a sapere già la risposta. Volevo però sentirglielo dire, sentirmi dire che era pronta per ascoltarmi. Parlare di me non era una cosa semplice, e dovevo essere sicuro che lei sarebbe rimasta fino alla fine.
     
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  15. S h a y
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    Mi sedetti a fianco di Kheichii lasciandomi cullare dal vento. Aveva ragione, dopo tutto, al fatto che io tenessi a Ippei in qualche modo ed ero molto preoccupata dal come avesse potuto reagire alle parole del mio "paziente". Non mi erano arrivate che voci di corridoio discordanti e quasi nulla: Sapevo che avevano avuto una diatriba con Miru ma poco altro, i dettagli si perdono nel tempo. - ..Non credo ci sia nulla da nascondere, Ippei è un mio grande amico, per questo mi dispiaceva molto che tu e lui abbiate avuto.. queste divergenze, diciamo. Lo conosco ed è una persona affettuosa e dolce.. con me non ha mai parlato di guerra o di morte.. è sempre stato una persona generosa, dico sul serio. - Sorrisi.

    - Bhe.. non sono ansiosa, Kheichii, molti dei miei amici più cari non raccontano del loro passato dopo due ore.. è una cosa che richiede tempo e una certa fiducia. Ma se tu desideri raccontarmi qualcosa del tuo passato, così come io ti ho raccontato qualcosa del mio.. sarò lieta di ascoltare, davvero. - Mi scostai i capelli dal viso, mettendoli dietro l'orecchio destro. Era una bella sensazione quelal di poter parlare, di fare parlare gli altri: Un modo come un'altro per condividere e stare meglio.


     
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