Quartiere - Hyuga

[Ambientazione]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ero arrivata accanto alla panchina e quel colosso se ne usciva con parole come la costanza? Era riuscito a muoversi in una frazione di secondo e dava la colpa alla costanza? non ci pensai così a lungo, per me apparivano parole poco sensate dette da uno sconosciuto ma raccolsi il suo coprifronte e inzizia a passare le dita sull'incavatura facendo bene attenzione a non sbagliare. La parte tondeggiante dimostrò che era un coprifronte appartenente ad un membro della foglia, probabilmente ciò che diceva lui era vero quindi decisi di fidarmi di lui, che stessi facendo la scelta meno saggia? Comuqnue sia gli restituii il coprifronte. Continuò a parlare dicendomi che non dovevo dargli del lei ed io annuii svogliata, di certo era una richiesta folle per me, raramente davo del tu ad una persona e se lo facevo era solo per distrazione. Finalmente si presentò.

    CITAZIONE
    Raizen Ikigami.
    Discreto spadaccino, fabbro e tante altre cose, va bene?
    C’è da aggiungere qualcosa?

    Negai con il capo a quella domanda ed abbozzai un sorriso.

    Il mio nome è Emiko Hyuga, ma di solito mi chiamano Emi. Ah senza che ci gira troppo intorno, come può facilmente notare sono cieca! Ma la prego, non mi chieda come abbia fatto, sempre se non lo sappia già. Le notizie qui a Konoha girano in fretta!

    Sempre mesta ma rassicurata-Chissà perchè quell'uomo mi dava un senso di sicurezza e fiducia e sopratutto mi sembrava così forte inoltre ne ignoro il motivo ma tramutava la mia timidezza in sorriso in allegria. Se fosse stato un maniaco sarebbe stato particolarmente bravo. Una cosa alquanto sconcertante. Tamponai la panchina con le mani e accarezzai lo schienale per essere sicura su dove mi stessi sedendo, così alla fine mi sedetti appoggiando il bastone sulle gambe e . Picchiettai un paio di volte il posto accanto al mio invitandolo così a sedersi. Avrei aspettao che si fosse seduto, ma in caso negativo l'avrei invogliato a sedersi con la mia voce. Solo allora avrei domandato.

    Cosa ci fa un chunin della foglia con una scarsa considerazione del mio clan proprio nel quartiere Hyuga? Singolare direi, in missione speciale? Mi spiace ma qui, a quest'ora, al massimo può trovare una povera cieca che tenta a carponi di rincasare affidandomi al mio bastone come unica guida! Purtroppo temo di non poter più continuare la mia carriera ninja, o almeno è quello che hanno continuamente detto i medici a mio padre. Immagino lei sia d'accordo...

    Si sbilanciò! Lasciava trasparire la tristezza da tutti i pori e il suo tono era sommesso e pacato, timida come semre ma stavolta la curiosità aveva preso il sopravvento ed il parere di quell'uomo dall'aria così enigmatica e sconosciuta sembrava avesse preso la sua attenzione e la invogliasse a parlare, come una macchinetta che sapeva fare solo quello. Forse cercava solo qualcuno che appoggiasse le sue tesi, forse aveva bisogno di sentirselo dire da un'altra persona estranea che oramai lei era solo una fallita e non sarebbe mai riuscita a diventare una ninja, forse voleva solo sfogarsi.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Del Colosso e della sua morte






    Il Colosso riprese il coprifronte, legandolo lentamente al suo posto, per lui era sempre un piccolo rito assicurarlo sulla fronte. Nel mentre, ascoltò le parole della ragazzina.

    Emiko

    Ripetè, per poi sillabarlo.

    E-mi-ko.
    È sicuramente un bel nome, suona bene, ma tu cosa sei?
    Acqua, grazia o fiume?
    Che Emiko sei?


    Chiese il colosso assecondando l’invito e sedendosi accanto alla ragazzetta.

    Sicuramente sei poco curiosa, hai voluto il coprifronte prima di tutto il resto, anche se il mio qualcosa la suggerisce.

    Disse mentre batteva due volte sulla placchetta di metallo.

    Credo di non averlo mai tolto neanche una singola volta, ma comunque, sono qui perché cerco casa, cambio spesso dimore per esigenze lavorative.

    Nel suo volto e nella sua voce si sarebbe letto “menzogna” a caratteri cubitali, ma il Colosso è un discreto attore che racconta le sue piccole bugie a modo, e poi ora ne aveva raccontato solo mezza.

    Anzi, se per caso sai dove sta una casa disabitata potrei anche sentire se è in vendita.

    Poi restò in silenzio qualche secondo, pensando qualche attimo sul da farsi, Raizen aveva una certa attitudine, o per meglio dire "talento" nel creare e manipolare la rabbia altrui in suo favore, com’anche altri tipi di emozioni, ma con la tristezza aveva sempre qualche problema, lui la tristezza non sapeva da che parte prenderla. Se l’era sempre cavata da solo, magari con qualche urlo davanti all’immagine di uno specchio sincero, ma nessuno l’aveva mai aiutato… alle persone cosa piaceva sentirsi dire in quei casi?

    Mh!

    Decise di iniziare con un mugugno per prender tempo, dopotutto le risposte non è che arrivino proprio immediatamente.

    Dello stesso parere dei medici? Sei capitata dei medici sbagliati cocca.

    Accompagnò la frase con una lieve risata, decidendo di iniziare positivamente quel piccolo discorso che gli si era palesato nella mente, anzichè tirare in ballo sin da subito musi lunghi e difficili vie da percorrere. Avrebbe anche provato a scompigliargli i capelli, ma probabilmente non era proprio la ragazza col giusto carattere per poter accettare quel genere di gesto, o almeno così pensava il Colosso, impegnato com’era a studiare quel metro e sessanta scarso di timidezza concentrata. Poi i suoi occhi si chiusero lievemente e la voce si fece un po’ più bassa.

    Voglio dirti un segreto, un segreto davvero, davvero grande.
    Ma devi essere disposta a serbarlo per te, per sempre.


    Si avvicinò al suo orecchi e lentamente vi sussurrò.

    Io sono già morto!

    Stranamente quel segreto non aveva la stessa tonalità od enfasi che si sarebbe potuta sentire in un segreto, bensì era spensierata, leggera, quasi non dicesse la verità, se la ragazzetta avesse in qualche modo avuto da ridire sulla veridicità delle parole di Raizen questo gli avrebbe gentilmente chiesto di porgergli le mani, e messosi di profilo rispetto a lei ne avrebbe posata una poco sotto l scapola sinistra, e l’altra sul pettorale sinistro, in entrambi avrebbe sentito una piccola cicatrice, pochi centimetri, ma ad una rapida riflessione i due fori erano tranquillamente riconducibili al foro d’entrata e di uscita di una lama.

    Dalla scapola al petto, passando dal cuore.
    Fa male, soprattutto quando è il tuo maestro a farlo, l’unico che credi ti abbia mostrato il mondo per come appare realmente.


    Questa volta sul tono di voce si poteva leggere una lieve nota di malinconia.

    Tuttavia, piccola Hyuga, il mondo è pieno di sorprese, ed anche se ti sembra di non avere la minima possibilità qualcosa o qualcuno arriverà, ad aprirti una porta oppure…

    Lasciò la frase in sospeso qualche istante per ritrovare un tono più allegro, visto che al momento quello che doveva essere consolato non era lui.

    ...A mettere la tua anima in un rotolo mentre rimette il tuo corpo in condizione di vivere.

    Prese nuovamente posto affianco ad Emiko, concludendo la frase con una nota ironica che nella sua testa risuono al pari di un gigantesco portone che chiudeva le sue ante: quello era un capitolo della sua vita passato, chiuso e sepolto, e tale doveva rimanere.

    Hai ancora tutto.

    Scandì.

    E puoi avere ancora di più se lo vuoi, devi solo lasciare quel bastone, ti farà sempre camminare china, e da chini non si vede che la strada. Nessuno può dirti di tenerlo in mano, ne medici, ne padri, ne antenati ne dei. Tu sola puoi scegliere quando lasciarlo andare. Vedo che ogni tanto cerchi di stiracchiare la bocca, continua a farlo, si inizia così sai?

    Ancora i due sapevano ben poco l’uno dell’altra, e difficilmente avrebbero immaginato di avere un passato simile, chissà se qualcosa avrebbe potuto svelarlo ad uno dei due.

    E inizi anche a sapere troppo del sottoscritto.
    Vuoi per caso una caramella?


    Terminò con quell’ultima pennellata di ironia, aggiungendo nell’ultima, piccola, autocitazione un risata stretta tra i denti, aspettando che Emiko dicesse la sua, nella speranza che qualcosa dalle parole dalle sue parole fosse passato per andare a toccare i giusti punti. Quei punti che ti fanno alzare la testa quasi per istinto, che ti spingono un passo più avanti. Che ti fanno capire che anche il Colosso con dell’impegno riusciva a contrarre le guance per sorridere, ed era cosa rara, visto che generalmente ad essere contratta era la fronte, costantemente impegnata a tenere le sopracciglia in un angolo obbligatoriamente inferiore ai 180 gradi.
     
    .
  3. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Notai che scandì bene il mio nome, ogni singola sillaba. Mi sentivo coem se qualcuno mi stesse osservando e squadrando per bene, con parsimoniosa attenzione ed un po' mi sentii a disagio di questo, la sua domanda a bruciapelo mi trovò impreparata alchè risposi semplicemnte con un

    Come? Che vuol dire che Emiko sono?

    non riuscivo a trovare un senso a quelle parole, certo è che ero cambiata tanto, sopratutto nell'ultimo periodo e quasi stentavo a riconoscermi. Eppure ero decisa a cambiare ancora, ad andare sempre più a fondo nella mia vita ma, come vivendo nel buio. Quel pensiero mi fece stringere i pugni, la mia attenzione era catalizzata al mio passato ed ignorai le parole del colosso che ne seguirono. Fui destata dal suo tono interrogativo. e mi sfuggì una flebile risata.

    Una casa qui? Dubito che qualcuno del clan hyuga venda una casa ad un non appartenente al clan, di solito queste eccezioni non avvengono mai! E neanche per lei mi spiace, inoltre, è proprio sicuro di voler vivere qui? Se solo potessi darle la mia casa lo farei volentieri, sono stufa anche io di vivere qui. Mi piacerebbe cambiare ma... Temo non sia possibile...

    Triste abbassai il viso pur mantenendo il solito sguardo piatto nascosto fra le bende. Speravo in un parere del colosso, che fosse positivo o meno non mi interessava volevo solo un parere per il quale discutere o sul quale appigliarmi. Una speranza, ecco cosa cercavo. Ma probabilmente non l'avrei avuta da lui. Notai il suo gesto di accarezzarmi il capo ma di istinto scostai la testa evitando la sua mano, poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò quelel parole. Il mio cuore si fermò in gola, non avevano senso, non poteva essere evro. Avevo sentito parlare di tecniche strane ma di una persona morta in grado di parlare e muoversi non l'aveva mai vista ed effettivamente non la stavo vedendo neanche allora. Mi prese le mani e me le fece passare dalla scapola al petto. Notai una cicatrice, profonda. Mi immaginai il dolore lancinante che avesse subito, me lo immaginai cadere, morire.Una lama che trapassa il cuore o che comuqnue le va vicinissima doveva fare un male inimmaginabile. Di sicuro un dolore anche più grande di quello che recentemente avevo subito io. Eppure era lì, seduto accanto a me. come poteva mai essere. Iniziai a tremare, non era freddo ma PAURA! Chi era mai costui? Probabilmente non l'avrei mai saputo. Fu allora che compresi che di quell'uomo non solo non sapevo quasi nulla ma, non l'avevo neanche visto.

    Chi sei?

    Gli chiesi, una persona di certo anomala. Il suo nome non mi diceva nulla, non conoscevo nessuno al villaggio della foglia. Mi spaventava e iniziavo a temerlo. Le sue sagge parole però mi fecero sorridere, sembrava qualcuno che conosceva il mondo meglio di lei. Strinse il pugno sul manico del bastone quando lo citò e picchiettai sul pavimento.

    Questo bastone mi fa camminare china, ma almeno mi fa camminare! Senza sbatterei su ogni piccolo oggetto che trovo per strada. Qui sono al buio sa? Non ci vedo! Certo, sono stata io a cercare questo, lo ammetto ma io cercavo solo un modo per allontanarmi dal clan, per trovare la mia di strada, per rinnegare le mie origine alle quali non mi sento di appartenere ed invece... Ho trovato l'oblio. Sono passati già alcuni giorni dall'incidente e non passa giorno che non mi affacci ad uno specchio senza vedere nient'altro che il nero assoluto. Tra un po' dimenticherò anche com'ero, dimenticherò il volto di tutte le persone mie care ed infine finirò per dimenticare anche il mio passato e dopo? Cosa mi resterà? Nulla...

    Senza rendermi conto mi ero alzata in piedi e stavo inveendo contro quell'uomo che consocevo appena. Come se fosse un arnese da usare per sfogarsi, all'improvviso mi resi conto di ciò che stavo facendo e vampai, divenendo tutta rossa. Una delle mei crisi depressive, ultimamente ero solita averle ma di solito sfumavano dopo pochi secondi e finivano dirette verso un manichino di legno o con la testa sul cuscino. Tornai seduta, ansimando e voltai la testa lasciandomi l'individuo alle mie spalle, nonostante fossi seduta accanto a lui lo sentivo distante. Come poteva un uomo grande e grosso come lui capire una ragazzina piccolina come me? Semplice non poteva, mi sentivo così distante da lui, eppure sembrava come se qualcosa ci accumunasse. Solo ora,senza voltarmi aggiunsi alla sua ultima domanda che mi aveva posto poco prima di inveirgli contro.

    Scusa...I dolci fanno ingrassare...

    li adoravo, li ho sempre amati, i dolciumi, le caramelle mi facevano impazzire ma non avrei mostrato questa mia debolezza. Dentro di me volevo urlare e scoppiare a piangere come una neonata, probabilmente se non le avesse assorbite la benda, le lacrime sarebebro scivolate lungo il mio visino tondo. Fu allora che mi vergogani di me stessa e decisi di tacere.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Piccole bugie






    La ragazzetta non comprese le prime parole del Colosso, la cosa lo fece ridere.

    Ma da quale paese vieni?
    Non sai il significato del tuo nome?


    Si concesse un’altra risata per poi continuare.

    Emiko può voler dire tante cose, dipende da quali ideogrammi usi per farlo, sono sempre tre comunque.
    In tutti ricorre il kanji “bambino”, all’ultimo posto, nel secondo generalmente compare “bellezza” oppure speranza, mentre il primo varia spesso, disegno, grazia o bontà, fiume, gloria o onore, oppure solamente da due, bambino e ridere.
    Non mi stupirei se il tuo si scrivesse così.


    Gli chiese di porgergli la mano, al che gliela prese, erano delle mani minute pallide e sottili, femminili, pensò tra se e se il Colosso. Del tutto differenti dalle sue che sembravano quasi sproporzionate se confrontate a quelle di Emiko, ben più grandi, un po’ rovinate e con qualche cicatrice a qualche callo qua e la, ma erano resistenti e temprate, le mani di un fabbro. Dopo aver preso la mano della Hyuuga la distese sulla propria gli disegnò i kanji sul palmo恵望子(grazia/bontà- speranza- bambino) lo fece con minuziosa attenzione, senza far impigliare la mano o premerla troppo, in modo da non ingannarne le percezioni, fu anche discretamente ordinato, cosa che non gli riusciva troppo semplice. Le mani del Colosso erano in grado di grandi cose, eppure ora gli era richiesta una delicatezza inusuale per loro, fu costretto a chiudere gli occhi per essere sicuro di non farsi ingannare da loro mentre tracciava gli ideogrammi, doveva comunicare al tatto con il tatto.

    Capisci ora?

    Chiese una volta terminato di scrivere tutti i kanji, per poi lasciargli ritrarre la mano. Tornò al suo posto, un po’ meccanicamente, ascoltando le parole della ragazzetta.

    O beh, per un estraneo il quartiere non è pessimo, è ben tenuto, tranquillo, e le persone non si sognano minimamente di farci del vandalismo.
    Ma tu vuoi cambiare casa è così?
    Io sono scappato dalla mia a diciannove anni, lo sai dove sta Kumo?
    Il mio villaggio stava ancora più a nord, infatti la mia pelle non è troppo scura, anzi. E i miei capelli sono quasi bianchi. Capirai che vengo da lontano, non potrei che dirti di seguire le tue emozioni, è difficile a volte, ma di certo non sei troppo piccola, ho trovato bambini in grado di darmi del filo da torcere.


    La domanda che Emiko gli pose dopo lo lasciò sia indispettito che dubbioso. Era una miscela di emozioni particolari, e forse in quel dubbio celava anche qualcos’altro ma non gli premeva scoprirlo in quel momento.

    Chi sono? Sai praticamente tutto di me! Qualcuno potrebbe anche offrirti delle sommette interessanti per queste informazioni.
    Solo il mio viso non conosci, e ti basta allungare le mani per colmare la mancanza.


    Poi poco dopo venne sovrastato dal piccolo sfogo della ragazza, gli permise di finire, era giusto dopotutto che lo facesse, e poi, in maniera forse un po’ indelicata, era stato lui a provocarlo.

    No, non scusarti, non è necessario.

    Interloquì serenamente.

    So in che condizione sei, ma sai, in questo mondo si possono fare cose che nemmeno immagini, ma non è detto che se tu non riesci ad immaginarle siano impossibili da fare. Te l’ho dimostrato poco fa, o sbaglio?
    Oppure preferisci semplicemente cadere a terra e lasciarti scivolare il tempo addosso?
    Sei stata dotata di coscienza, di memoria, finchè le avrai i volti che hanno segnato la tua vita saranno impressi in essi.
    Quelli che non lo sono invece puoi conoscerli con le tue mani, o sbaglio?


    Dopo una lieve pausa riprese a parlare.

    Beh, in realtà ora non le ho le caramelle, lo dicevo così, per farti venire un po’ di voglia di dolci.

    Disse in tono volontariamente innocente e falso contemporaneamente.
     
    .
  5. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Un po' stranita ascoltai le parole del colosso. Il mio nome aveva un significato? Nessuno me ne aveva mai parlato e scoprirlo solo ora, da un perfetto sconosciuto e dopo tutto ciò che avevo passato era imbarazzante. Iniziò a spiegarmi minuziosamente cosa volesse dire. Io non riuscivo a capire con esattezza così mi cheise di porgergli la mano ed io timidamente gliela offrii. La mia manina era minuscola rispetto alla sua, aveva le mani callose, di chi è abituato a combattere e a maneggiare i metalli, ruvida e sicuramente non adatta a lavori di precisione e delicatezza. Completamente diversa dalla mia liscia, piccina e morbida, sembrava quasi quella di un peluche. Delicatamente il colosso premeva con l'indice sul palmo della mia mano, diciamo che non ostentava tanta delicatezza ma si impegnava. Disegnò i Kanji che componevano il mio nome e mi spiegò il significato di ognuno di essi. Io in verità ero rossa in viso, un po' mi sentivo a disagio dinanzi ad una persona come quella sembrava così diverso da me, così forte, così fiero eppure allo stesso tempo pacato. Sembrava un uomo che aveva subito diversi cambiamenti e non solo abitativi. C'era comunque qualcosa in lui che mi sfuggiva e davo più peso a questi pensieri che ai suoi discorsi. Alla fine risposi.

    Bambina e ridere? Spesso fingo solo di ridere. Si il quartiere è bello ma il clan è troppo opprimente. Vorrei andare in questo suo villaggio sa? talvolte sogno di andarmene libera e beata, senza regole, senza clan, senza villaggio. Ma non credo sia una cosa da fare così su due piedi.

    l'espressione si fece più triste, Ciò che disse dopo mi colpì. era così difficile credergli,sembrava che l'intero mondo mi fosse crollato addosso e mi sentivo sola. Si la solitudine è al cosa più brutta, ti costringe ad affidarti a persone che normalmente non vorresti neanche sentire. ti spinge a fidarti di tutti pur di non rimanere sola oppure ti porta nel più profondo e nero oblio. Spesso penso a quanto sarebbe bello distendermi, adormentarmi e non risvegliarmi più. potreirincontrare mia madre, potrei domandarle veramente se la colpa della sua morte è realmente mia o no. Il tempo, il suo lento incedere, dicono sia il migliore dei maestri ma che spesso uccide i propri figli. Talvolta vorrei essere una sua figlia. Prima di morire però avrei visto chi avevo di fronte. Allungai le mani verso il volto di lui, ero timida e impaurita, temevo che mi potesse fare del male da un momento all'altro ma volevo osare. Parlottò qualcosa riguardante i dolci ma lo zittii premendogli l'indice sulle labbra.

    Shhh....fammi Vedere...

    sentire la vista era strano, estremamente, sapere che in quel modo così particolare ma anche così semplice per me, potevo vederlo. Il termine adatto era percepirlo, analizzarlo, memorizzarlo lentamente ma a me piaceva usare il termine vedere. Un termine che mi forzavo di usare ancora. Le sue labbra erano spigolose, il grosso naso spirava un soffio gonfio ma pacato. Era netto nei lineamenti e quasi retto, un po’ come gli zigomi alti, ora smussati probabilmente da qualche litigata.La sua barba ispida mi impediva di sentire al meglio la mascella che per un attimo si contrasse stringendo i denti e il mento stretto. L’arcata sopraccigliare, contornava gli occhi affilati con un tono un po’ meno severo rispetto al resto del volto, pur essendo decorate da due nette sopracciglia, separate e non troppo grosse. Gli scompigliai i capelli immaginandomeli di quale strano colore, poi gli diedi uno schiaffetto con entrambi i palmi delle mani, sulle guance. Ovviamente per un uomo della sua stazza sarebbero sembrate quasi una carezza. Mostrando un lieve sorriso malizioso.

    non sei bruttissimo!

    Sghignazzai fra me e me e tornai seduta, mi ero messa in ginochio sulla panchina per raggiungere il suo viso con le mani, effettivamente era troppo grande per me. Lentamente quell'uomo così grande e grosso mi stava, come dire, addomesticando. Mi stava aprendo gli occhi, mi mostrava la via con la sua esperienza e la sua saggezza.
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Libertà






    Il Colosso replicò poco dopo, con un alzatina di spalle.

    Oh beh, è il nome che ti hanno dato i tuoi genitori sai? Mica io.

    Concluse soffiando dal naso il rimasuglio di una risatina.

    Le terre del fuoco sono ampie, Konoha è grande, fuggire non serve, basta sapersi nascondere, o almeno questo è ciò che penso io.
    Ma è anche vero che io a questo paese devo tanto, hanno accolto un ragazzo, un orfano, senza saperne nulla e l’hanno messo tra le loro fila, l’hanno cresciuto e… insomma, konoha ha saputo darmi ciò che i miei genitori non mi hanno dato.
    Certo, magari ciò che hanno fatto non è altro che crescere un buon soldato che avrebbe poi potuto tornargli comodo, tuttavia, quale che sia la motivazione, l’hanno fatto.


    Poi la Hyuga allungò le mani verso il suo viso, il Colosso non si scostò, era da un po’ che stava cercando quel momento.
    Sapere con precisione dove si veniva guardati era strano, venir visti con le mani era strano, la vista sulla pelle era strana. Eppure lei vedeva, quel lieve tocco, il lieve strofinio, era un continuo segnale che gli permetteva di fare una mappa del suo volto, dal naso agli occhi, alla bocca al tutto. Tuttavia Raizen non potè stare immobile, voleva sapere, voleva sapere come lei lo vedeva. Mutò quasi inconsciamente la sua espressione, gli occhi lentamente si schiusero ulteriormente, pur senza spalancarsi del tutto mentre la osservava, le labbra spigolose si stesero, facendo passare un filo d’aria bisticciato col naso.
    Lei però non cambiava espressione, neanche quando toccò la barba ispida del ben poco raffinato randagio.
    Concluse con due buffetti sulle guance, un po’ come se desse un’ultima pennellata ad un’opera appena conclusa.


    Ah! Non bruttissimo eh?

    Interloquì fingendosi offeso.

    E io che mi aspettavo qualcosa come “sei bello come il sole e maschio come la foresta”

    Continuò, modificando il tono di voce in uno più scherzoso. Ed in effetti lui si sarebbe definito così, anche se non amava troppo parlare del suo aspetto, era un pò diviso a riguardo, anche perchè lui davanti agli specchi ci si vedeva da una vita, il suo volto gli era famigliare e giudicarsi gli veniva un pò male, o almeno era ciò che pensava, per cui commentava il suo aspetto solo quando poteva scherzarci sopra, senza però esimersi da infondere un fondo di verità.

    Dove vorresti che ti portasse il tuo cammino da ronin?
    La tua libertà inizia già dal primo passo che muovi con la coscienza che nessuno possa impedirti di farlo.
    Se vuoi esserlo, forse, ti basta solo provare a camminare da sola.


    Aggiunse, questa volta più serio.
     
    .
  7. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi staccai dal suo viso e diedi la mia risposta ironica, probabilmente quel tipo non era il mio tipo. No decisamente troppo alto e grosso per una piccina come me e sicuramente era molto più grande in età però non seppi dire cosa di quell'energumeno mi attirava. Forse la sua saggezza, forse il suo passato misterioso e burrascoso o forse la sua spontaneità e il suo modo di relazionarsi con me. Fino ad ora non mi aveva trattata come una disabile e probabilmente non l'avrebbe mai fatto. Solo ora mi tornavano alle mente le sue parole, quelel parole che avevo cercato di far tacere per non dar loro troppo peso. A lui Konoha gli aveva dato tutto, forse eprchè non era originario del villaggio, forse perchè non era nato in un clan rigido come il mio o semplicemente eprchè non era me. Si non dovevo piangermi addosso non potevo permettere che il tempo scivolasse su di me schiacciandomi, dovevo reagire ma più ci pensavo e più non mi sembrava possibile vivere a stretto contatto con un villaggio che non mi apprezzava.

    Il mio nome è l'unica cosa che i miei genitori sono riusciti a darmi. Mia madre mi ha abbandonata quando sono nata e per giunta la colpa mi è stata rivolta interamente. Mio padre poi, ha sempre preteso troppo da me senza darmi nulla in cambio, neanche un pizzico di incoraggiamento.Sei stato Fortunato! Probabilmente questo villaggio ipocrita è più gentile ed ospitale con la gente che non vi nasce mentre tedia ed opprime la gente che appartiene ai clan storici e fondatori. O forse è come dici tu, hanno visto in te un possibile soldato, una perfetta macchina da guerra per combattere e vincere le proprie battaglie. Io che sono dall'aspetto più fragile ed indifesa e fuggo il combattimento vengo scartata come materiale da riciclo e marchiata come Inutile. Persino il mio Sensei mi ha chiesto esplicitamente di combattere senza vedere altro, al corso e non mi aspetto sinceramente che venga richiamata dopo la pausa.Dopotutto ero solamente l'ultima ruota del carro. Combattere, sempre e solo combattere, ma è possibile che in un periodo di Pace come il nostro non si pensi ad altro?

    Si volta verso l'uomo e si sfila la benda, apre gli occhi, mostrando le iridi completamente grigie. Probabilmente avrebbe potuto mettere in imbarazzo qualcuno che non è abituato a vedere una reazione del genere. Nonostante gli occhi siano di vetro sembrano identici e precisi ad occhi normali e nessun osservatore attento e ferrato in materia riuscirebbe a distinguerli. Tuttavia le iridi sono spente ed opache, come quella di una cieca.

    Guardami raizen, guardami! Sono solo un'inutile cieca, si il tempo mi scivolerà addosso e mi schiaccerà se rimango in questo villaggio. Ho bisogno d'aria, ho bisogno di trovare la mia strada, la mia via ed è sicuramente lontana da qui.

    Una breve pausa ed ascolta le parole dell'uomo. Effettivamente era facile parlare di nuove mete, di ideali e di nuovi orizzonti ma quando si trattava di essere più precisi non ne avevo idea.

    Beh, vorrei recarmi al tuo villaggio, Kumo giusto? Non saprei da che parte iniziare ma penso che il viaggio si rivelerebbe la mia meta. Voglio conoscere il villaggio che ti ha fatto nascere e che hai fuggito per recarti qui. Strano, tu sei fuggito da quel luogo per venire in questo ed io invece farò il contrario. Diventare una girovaga certo mi attira, finchè non troverò un posto che fa per me. Ammesso che esista... Voglio imparare a camminare da sola, sulle mie zampe ma senza seguire la legge del clan o senza dover rispettare stupide leggi o inutili regole. Solo per il gusto di farlo, solo per me stessa, Io voglio essere la mia Costituzione, il mondo la mia casa. Ma forse non sono ancora pronta, forse non lo sarò mai...

    la depressione bussa di nuovo alla mia porta ma stavolta cerco di ricacciarla indietro ironizzando sulle parole del gigante sghignazzando mentre tentai di rimettermi la benda, viso basso cercavo di tenerla ferma con il nasino e allacciarla dietro con entrambe le mani.

    Bello come il Sole? L'hai mai fissato così a lungo da farti bruciare gli occhi, a me non può succedere ma alla fine immagino stanchi e la Foresta, beh la Foresta è femmina. Certo sono l'ultima che può darti consigli sulla bellezza ma dovresti spuntarti quella lunga barba. Punge sulle dita e poi la tua ragazza come fa a baciarti?

    Lasciai quella frase in sospeso, forse l'avevo intuito o semplicemente volevo che lui si esponesse e parlasse più di se. Avevo intenzione di conoscere a fondo quel colosso, perchè sarà strano ma mi colpì così tanto che non mi ero neanche resa conto di dargli del tu.
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Libertà2







    Raizen ascoltò la ragazzetta per tutto il tempo, senza fermarla, ogni tanto diceva alcune cose un po’ sconclusionate dal suo punto di vista, ma si sarebbe limitato ad esporle a discorso ultimato il suo parere.

    Si, purtroppo si Emiko, nonostante la pace, in questo mondo, non c’è che guerra. Ci sarà sempre che pagherà per sfruttare il servizio di ciò che noi siamo: semplici mercenari. I ninja non sono altro che questo, ci facciamo pagare per i servigi che offriamo, che poi questi siano utili a scatenare una guerra o una pace non importa a nessuno, noi dobbiamo vivere e per farlo ci serve questo, purtroppo è così.
    L’unica scappatoia che ho trovato efficiente è stata quella di creare due Raizen, uno al servizio del villaggio, ed uno al servizio di se stesso. Non ho trovato altri modi per andare avanti se non con due caratteri del tutto distinti tra loro a seconda delle occasioni. In missione avere in cuore morbido porta sempre dei guai, non ho mai visto un avversario sconfitto diventare buono, si è sempre nascosto nell’ombra per poi riuscire e portarsi appresso problemi più grandi.


    Si interruppe, erano parole severe, tuttavia non vennero esternate con un tono duro, ma sereno, quello che si addice ad una normale discussione in cui ci si limita ad esporre il proprio parere, anche se il Colosso dentro di se era convinto che ancora al parere della ragazza mancasse qualche importante esperienza per essere completo.

    Vuoi la pace? Portala dentro di te, a questo mondo nessuno vuole la pace, in questo mondo tutti hanno una propria visione di pace e in tutti quella visione corrisponde al loro sedere sul trono più alto della nazione, ma quando nascerà un essere umano in grado di non essere egoista temo che mancherà ben poco all’avvento dell’apocalisse.
    Nessuno è mai abbastanza puro, nessuno è mai abbastanza obiettivo, ma tutti sanno essere cattivi.
    Per cui, cosa è giusto e cosa sbagliato se tutti hanno una propria idea?
    La vittoria, la vittoria sancisce sempre chi ha ragione e chi torto, ed ovviamente questa sta sempre nella ragione. Ma la vittoria la si può ottenere solo con la forza, per questo ogni cosa attorno a te fa in modo che tu possa guadagnarla.


    Poi si alzò, e con garbo prese di mano la benda ad Emiko.

    Dietro di questa benda io non ho visto inutilità, dietro questa benda però può esserci una strada, devi decidere tu però a cosa ti porterà, se a farti apprezzare dal tuo villaggio o a farti fuggire da esso. Tutto è possibile in quanto, qualsiasi strada tu scelga, sarai l’unica costruttrice dalla stessa, e con un po’ d’impegno saprai portarla dove più preferisci.

    Mentre parlava avrebbe posto nuovamente la benda sugli occhi della ragazza, assicurandola sulla testa senza troppa forza.

    Ti assicuro però che non serve sempre combattere, spesso anche le giuste parole sanno essere efficaci, o anche alcune azioni. Ma tieni sempre a mente che l’uomo è avido, e dovrai sempre soddisfare l’avarizia di qualcuno in un modo o nell’altro. Dai tempo al tempo, i tuoi occhi torneranno luminosi come una volta.

    Poi sarebbe tornato al suo posto, distendendo le gambe per sedersi più comodo.

    Il mio villaggio è lontano, ed al momento irraggiungibile, kumo è in lotta con l’accademia e quei territori al momento sono troppo pericolosi per ninja solitari, visto che devi attraversare sia il confine che un intera nazione ostile. Poi, come se non bastasse, il villaggio è nascosto tra le montagne, raggiungerlo senza sapere la sua locazione è complesso.
    Magari in tempi più propizi potrei accompagnartici io, ma ancora non ho voglia di tornare a casa.


    Con un’alzatina di spalle rispose all’ultima frase della Hyuga.

    Mh! Baciare una ragazza? Non mi capita da un po’ di tempo ad esser sincero.

    Con un tono particolare che lasciava intuire una certa mancanza, seppur non particolarmente importante.

    Comunque non ha mai dato fastidio a nessuna, è giusto un po’ ruvida.

    Disse mentre si strofinava le guance per accertarsi delle sue parole, notando con piacere che la ragazzetta aveva iniziato a dargli del tu senza che lui dovesse insistere nuovamente, non rimarcò l’evento, temendo di causare un qualche tipo di regressione, limitandosi solo ad esserne soddisfatto.
     
    .
  9. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Viaggiando al buio: Sottotitolo,Insegnamenti di vita dettati dall'esperienza o dal caso?



    Le mie parole difficilmente sarebbero riuscite a convincere una persona sicuramente più saggia e più esperta oltre che più matura di me, di tutta risposta ebbi una visione della realtà ben più ampia di quanto potessi, alla mia età e con la mia piccola esperienza conoscere. Ascoltai attentamente ogni singola parola che proveniva da quel colosso e l'assorbivo come una spugna, come se fossi una ragazza persa nel deserto che brama acqua e quella è l'unica che c'era. Il suo tono era sereno anche se serio ma le sue parole celavano un velo di tristezza che incupì il mio cuore dall'origine.

    Quindi noi siamo solo macchine da guerre create per...distruggere? No, non posso crederci, bisogna pensare alla pace solo così si può andare avanti. Una pace costruttiva guidata da persone giste che pensano ad un futuro prospero, che pensano al proprio villaggio, che pensano a tutti noi senza distinzioni di sesso, clan o nindo, purchè questo sia sensato. Un avversario sconfitto può redimersi, bisogna credere in questo!

    Di istinto le mani corsero alle mie orecchie, non volevo sentire quelel cose anche se probabilmente erano giuste non volevo riconoscerle. Mi sentivo una testarda ma io ero convinta che la guerra fosse l'ultima delle possibilità e non la prima. Tutto ad un tratto capisco quanto io mi sbagliassi.

    Ed ora? In questo momento, con me...quale Raizen mi sta parlando?

    In realtà in quella domanda speravo che fosse il Raizen cattivo e meschino e che in realtà ci fosse un raizen ben più buono che la pensava come me, che pensava che la Pace si potesse avere anche con le buone. Il colosso continuò iniziando ad impastare sulla vittoria, su ciò che per lui fosse giusto o meno. Chi perdeva aveva torto ma era sempre così?

    Questa è la legge del più forte... ma mi vuoi far credere che la pace è dettata dal più forte? Cioè se un ninja è più forte dell'altro questo è nel giusto? Non ha assolutamente senso! Cioè non riesco a credere che sia così.... La Pace, la Giustizia dovrebbero essere dei dogmi comuni a tutti. Pace è un mondo dove non ci si uccide per ottenere un obiettivo, dove di comune accordo tutti possono essere felici avendo una fetta per ciascuno senza strafare e senza sprechi.

    Si fece ribendare ed arrossì quando notò raizen prenderle la benda, nessuno oltre suo padre l'aveva mai solo sfiorata, la sentivo come una cosa mia, personale stavo stringendo quasi un legame affettivo verso quella fascia di semplice ornamento e lui l'aveva toccata e l'aveva assicurata al mio viso con così tanta naturalezza. Non mi considerava un'inetta ed una debole, non mi considerava una nullità. Le parole che ne seguitrono affermarono la mia teoria.

    io non so cosa voglio ne quale possa essere la mia strada. Certo non voglio essere una debole ma non voglio imporre la mia forza per sottomettere gli altri, bisogna essere gentili e determinati... Proprio come mia madre...Di certo so che questo villaggio non può darmi altro.

    Quando raizen mi fissò la benda sorrisi, mi sentivo protetta da un uomo così forte e speravo seriamente di non dover mai combattere contro di lui. Non mancarono le raccomandazioni, mi sembrava di essere tornata ancor più bambina quando papà mi ripeteva di stare attenta a chi trovo per strada.

    L'uomo è avido ma non bisogna soddisfare tutte le sue richieste, bisogna dosarle. E' per questo che non riesco a capire come tu riesca a sottostare al volere di superiori così pedanti.... I miei occhi non torneranno mai più luminosi, l'essenziale è invisibile agli occhi perciò li ho estirpati. Se la normalità è diventare dei mercenari al servizio del miglior offerente allora preferisco essere chiamata diversa!

    Sentii il mio tono della voce mutare, la curiosità stava tornando a prendere il sopravvento e si poteva scorgere un barlume di sicurezza nelle ultime parole ma anche un velo di tristezza. di certo il sapere che la meta che mi ero appena prefissata era così lontana ed inaccessibile non era delle migliori, il mio viaggio era terminato ancor prima di cominciare ma dopotutto il mondo è grande e prima o poi sarei riuscita nella mia impresa.

    Non hai voglia di tornare a casa... Cosa hai lasciato lì di tanto brutto da non volerlo più neanche vedere? Forse Non baci una ragazza da tanto perchè hai lasciato la tua lì? Anche io ho una persona che mi aspetta, ma per il momento non voglio raggiungerla, ed ora che ci penso la conosco così poco, nonostante senta di esserle legata tantissimo...

    era chiaro stessi parlando di mia madre, deceduta oramai quasi quattordici anni or sono. In un lampo concepii quanto poco la conoscessi e fra me e me pensai di impegnarmi di più per estrapolare informazioni da quel burbero di mio padre.

    E dimmi, se io lasciassi il villaggio verrei odiata da tutti qui. In quel caso mi uccideresti vero? Dopotutto la tua visione di mercenario te lo dovrebbe imporre o mettiamo il caso ti viene affidata una missione che ti impone di uccidere una persona a te cara, lo faresti? La vita ninja immagino non sia costituita da legami affettivi stabili proprio per evitare cose di questo genere ma, come si fa? siamo persone, non marionette. Abbiamo i nostri sentimenti come abbiamo la nostra volontà e la nostra anima...

    Si, decisamente la curiosità aveva preso il sopravvento, facendo leva sui polsi sollevai il culetto e mi accostai con il busto accanto a Raizen, mi sentivo uno scricciolo accanto a lui, non potevo vederlo ma immaginai che la sua testa superasse la mia di almeno due spanne. posai la fronte sulla sua spalla ed allungai il collo, mostrandogli la nuca scoperta, bianca,sottile e tenera come la poteva essere quella di una bambina.Le mani erano aperte e posate sul mio grembo, come una persona in procinto della decapitazione e Così bisbigliai alcune parole che lui avrebbe potuto ben sentire, nonostante non avrebbe potuto vedermi in volto.

    Se la risposta alla prima domanda è si, allora fallo adesso, non aspettare che lasci il villaggio uccidimi. Tanto la mia vita ora, non vale davvero nulla, un giorno, seguendo anche i tuoi consigli, chissà cosa potrebbe succedermi, magari potrei diventare una sanguinaria ninja ed un pericolo per questo villaggio. Quel giorno potresti pentirti di non averlo fatto adesso...

    Per l'uomo sarebbe stato facile spezzarmi il collo o uccidermi con qualche sua tecnica che non conoscevo, pensai. Probabilmente non avrei neanche sentito nulla, strinsi gli occhi, dopotutto un uomo che si dipingeva un mercenario e sanguinario ninja l'avrebbe potuto prendere in cosniderazione. Strinsi gli occhi in attesa del suo Giudizio.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Libertà3







    Pareva che le parole del Colosso avessero agitato non poco la piccola Hyuga, non potè che essere intenerito da quella purezza. Tutti i suoi allievi, o inferiori di grado, pareva che si scontrassero con la difficile filosofia del mondo ninja solamente quando incontravano Raizen, tutti però avevano reazioni differenti, c’era chi la metteva sul piano personale, arroccandosi nelle proprie convinzioni e quasi dando battaglia al Colosso, chi la prendeva come terreno di discussione, e chi, come Emiko, chinava sconsolata il capo.

    Chi sta parlando? Quel Raizen in grado di vivere due vite, una adatta al campo di battaglia, obbligata a non avere un volto, ma solo un obiettivo, e quello capace, anche se con qualche difficoltà, di comunicare col mondo e anche di provare qualche sentimento a volte.
    E si, credo che questa sia la legge del più forte, ma sai al mondo ci sono tipi e tipi di forza, ed una sola persona non sarà mai in grado di essere più forte di tutti, per questo ci sono i villaggi, luoghi in cui tutti mettono a disposizione la loro forza per un unico fine: quello del villaggio.
    E poi, ci sono altre persone, che non badano alla strada di nessuno, ne scelgono una propria e la seguono, anche andando contro le regole.
    Io ho scelto di ottenere più potere di tutti, per essere la strada di tutti.
    Ma non è detto che le persone vadano piegate obbligatoriamente con la forza, ognuno ha i suoi metodi, e con un po’ di acume la forza diventa secondaria.


    Ascoltò poi le domande della ragazza, ridendo come si ride quando un bambino chiede una cosa la cui risposta è sin troppo scontata. Tuttavia non rispose con tono canzonatorio, bensì comprensivo, lo stesso di quello che si dedica a persone che per giuste ragioni non conoscono una data cosa.

    No, non ho lasciato nessuna cosa di questo genere nel mio villaggio, solamente una vita che ora faccio fatica a ricordare. Ed infatti, del mio passato più remoto non ho memoria, o quantomeno non ho ricordi che possano essere considerati tali, solamente le immagini partorite da una mente… folle.

    Concluse con leggerezza.

    Ho pochi punti saldi nella mia storia, e tutti non sono propriamente gradevoli, ma mi prendo il vanto di averli superati in un modo o nell’altro. Una madre che ha tradito il marito con uno sconosciuto per darmi la vita, l’abbandono ancora in fasce e tante, tante altre cose.

    Aggiunse, questa volta un po’ più malinconico, tornando ad ascoltare le parole di Emiko che questa volta gli risultarono un po’ sgradevoli, non tanto per le intenzioni, ma bensì per le conseguenze che queste avrebbero trovato nel loro svolgersi.

    Vuoi fare una cosa rischiosa, fin troppo.

    Disse mentre gli posava la mano sul collo

    Tuttavia non sarò io a rincorrerti, se quella è la tua strada imboccala.
    Però.


    Interloquì con una serietà che sino a quel momento non aveva mostrato, ma che palesò solo sull’ultima parola, qualcosa di quasi pauroso che Emiko non aveva mai nemmeno percepito o potuto supporre, qualcosa di molto più congeniale al Colosso rispetto alle parole ed i toni usati sino a quel momento.

    Dal primo istante che mi hai offerto il tuo collo è diventato mio.

    Non erano parole romantiche, e da esse ben poco di romantico si poteva trarre.

    Non lo offrirai più a nessuno in maniera così spudorata, ammenochè tu non voglia donare due anime ad Enma. Il giudice che non rifiuta mai simili doni.

    Tuttavia, il gesto con cui gli scosto i capelli per accarezzargli il collo parlò con un tono del tutto differente rispetto a quello appena dato alla frase, era gentile, delicato seppur rapido e timido, come se il Colosso pensasse a quanto quel gesto potesse essere inadatto, ma dopotutto, come si può non fare una carezza ad una persona che pretende di svendere a quel modo la propria vita?

    Coraggio, tirati su, e di meno stupidaggini.
    E tieni più di conto la tua vita, non è qualcosa che puoi buttare alla spazzatura come se fosse un foglio di carta. Ma visto che l’hai offerta a me, d’ora in avanti non potrai più farlo a prescindere.


    Era il suo modo per impedirgli di fare qualcosa di sciocco, certo, rivendicare la proprietà di una cosa simile in modo che essa acquisti valore era un ideologia un po’ particolare, ma dopotutto Raizen non è che fosse troppo esperto in materia, a modo suo però cercava di proteggerla, il fine era buono in poche parole. Anche se, ponderando un attimo su quelle parole il Colosso stesso limitava la libertà che la ragazza anelava, anche se era sicuro che queste cose non si potessero trattare con così tanta leggerezza.

    Non mi sono mai pentito delle mie decisioni, e non inizierò certo a farlo ora.
    Tu sei libera, ma ancora non lo sai, forse di qualcosa oggi ti sei resa conto, ma ancora qualche passetto dovrai farlo, e sicuramente non occorre che sia verso la mia casa.


    Sorrise pronunciando l’ultima parte della frase, per poi concludere con un lieve sospiro, di quelli che era solito fare per riempire il tempo.
     
    .
  11. onlystar
        Like  
     
    .

    User deleted


    Sad Promise



    Le parole tuonarono pesanti alle mie orecchie. Triste e pacata, l'uomo che aveva dinanzi era una persona che reputavo straordinaria, riusciva a tenere separate due vite così diverse fra loro. Aveva un obiettivo davanti a se e probabilmente sarebbe riuscito a raggiungerlo anche se ignoravo quale fosse. Immaginava che la gente si divideva in buoni e cattivi e questo glielo stava accentuando ma era sempre più convinta che anche all'interno del villaggio ci fosse gente cattiva che non meritava di comandare o di far valere le proprie ragioni con la forza.

    Come ti ho già detto io opterò per la via che non bada a nessuno. Nessun legame, nessun affetto, nessuno. La gente prima o poi ti tradisce, la gente prima o poi ti pugnala alle spalle e se ti fidi di quella gente, se provi ad aprirgli il tuo cuore questi ti trafiggono con più forza. Per questo voglio rimanere sola, sola come una cagna abbandonata ma artefice del mio destino, seza leggi, senza onore, senza fama. Sola ma con una strada nera dinanzi a me che solo io posso dire se percorrerla o meno con le mie forze, senza aiuti e sempre e solo se vorrò percorrerla. Ogni deviazione di percorso sarà fatta sempre e sotto il mio volere, questo è il mio credo Ninja. Ma solo tu...sei a conoscenza di questo mio segreto. Dopotutto è quello che mi stai insegnando. Se leghi con una persona e si è costretti ad ucciderla, beh non credo ci riuscirei mai e quindi verrei meno agli ordini del mio datore di lavoro o del mio villaggio. Mi domando se mai potrei essere considerata una shinobi.

    Ovviamente anche la vita del colosso non era contornata da begli avvenimenti, anzi probabilmente erano persino peggiori dei suoi. Eppure era riuscito a superarli, mi domandavo come aveva fatto, ma ero sicura di non poterci mai riuscire.

    io non sono te, sono troppo debole per andare avanti, non riesco neanche a camminare diritta senza l'aiuto del mio bastone. Un giorno me ne separerò ma spero sia il più lontano possibile.

    strizzai gli occhi quando la sua grande mano mi accarezzò il collo. pensavo seriamente che me l'avrebbe spezzato di netto. Gli occhi si imperlarono di lacrime il mio corpicino faceva su e giù ed iniziai a singhiozzare, poi quelle parole mi mi colsero alla sprovvista. Parole di conforto e gentili. Dette da un ninja come lui sembravano una rarità. La benda assorbì gran parte delle lacrime che però mi solcarono il viso. Di istinto lo abbracciai, più forte che potevo. Strinsi tanto, sicuramente se non fosse stato così corpulento e forte avrebbe anche potuto sentire una fitta mentre mi aggrappavo con le mani ulla sua schiena. Ovviamente la mole del colosso non sarebbe minimamente scalfita dalla tenue forza di una ragazzina.

    Scusami.... La mia vita è tua! Ma la mia strada è diversa... Non butterò mai più la mia vita e di certo non la darò mai a nessun altro. Questa è una promessa...

    Non avevo intenzione di staccarmi e le lacrime bagnarono anche la maglietta aderente di raizen ma a me poco importava. Era diventato più di un maestro, di certo sembrava quasi un padre che insegnava la vita ad una povera figlia cieca. Ciò che mio padre non aveva mai fatto in 14 anni di vita lui l'aveva fatto in poco tempo. Sapeva prendermi mi sembrava di conoscerlo da una vita, eppure era la prima volta che lo ascoltavo e sicuramente non l'avrei mai visto. Questo pensiero mi rattristì non poco.

    Se solo riuscissi a diventare più forte... se solo risucissi a superare questa cecità...Se solo...avessi più coraggio in me stessa...Ma in questa condizione non riuscirei neanche a combattere...

    Ancora una volta la sua situazione l'abbatteva e sperava in cuor suo che il colosso avesse una soluzione anche per questo.
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,995
    Reputation
    +685

    Status
    Offline

    Sassolini







    Ascoltò la replica della piccola tranquillamente, senza aspettarsi troppo di diverso da ciò che diceva, dopotutto non poteva pretendere di cambiare le sue intenzioni, maturate in un intera vita e per un intera vita, a malapena in mezz’ora.

    Nessuno è qualcun altro, però tutti possono condividere le proprie esperienze, sperando che siano utili ad altri per non fare gli stessi errori. Però il bastone, beh, di lui potresti liberarti presto.
    Credo, come ho già detto, che quello sia uno dei vincoli maggiori alla tua libertà.


    L’abbraccio lo prese alla sprovvista, del tutto inaspettato, era forte, ben più forte di quello con cui aveva dimostrato di stringere la sua stessa vita.

    Ei, ei, non c’è bisogno di piangere, non ti avrei mica ucciso sai?
    Non picchio le donne e tantomeno le uccido, e di certo non inizierei da uno scricciolo come te.


    Gli prese gentilmente la benda, sfilandogliela dalla testa con la mano destra, mentre lasciava la sinistra sul collo, doveva ammettere di non essere troppo bravo a consolare le persone, o meglio, non era troppo bravo con le persone. Pareva però che con quella ragazzetta qualcosa gli riuscisse.
    Presa la benda tese la mano destra e con una piccola dose di chakra di vento asciugò le lacrime che l’avevano imbevuta.


    Si può sempre diventare più forti.

    Non la scostò, non sapeva invero come il gesto dello scostarla da lui potesse apparire, per cui si limitò a scostarsi di qualche centimetro per far passare nuovamente la benda sul viso della ragazza, l'avrebbe trovata ancora fresca del suo vento, ma perfettamente asciutta.

    Dovresti toglierla sai?
    Con questa addosso non potresti nemmeno sembrare più forte, e poi direi che ormai non ti serve più, o sbaglio?
    Non puoi mica continuare a nasconderti dietro alla benda per sempre. Se vuoi essere più forte devi iniziare a farti trattare dal mondo non come una bimbetta cieca.


    Rovistò nelle tasche cercando qualcosa di rigido che potesse produrre un suono, ci trovò una nocciolina.

    Ora attenta, non fiatare.

    Appena avesse smesso di udire qualsiasi suono avrebbe lanciato la nocciolina verso la strada, poi dopo qualche secondo dall’impatto con la stessa avrebbe parlato ad Emiko.

    L’hai sentita vero? Immagino che tu non sappia cosa essa possa essere, è difficile scoprirlo basandosi solamente sull’udito. Per cui non ti chiederò di dirmi cosa sia, ti chiederò di dirmi a quanti metri da qui è caduta.

    Attese, poco tempo, alla fine la sua era una domanda retorica che non poteva trovare risposta.

    Non lo sai, giustamente, però è proprio da qui che dovrai iniziare: dal sassolino, dalla pietra.
    La prima cosa che gli esseri umani usarono per difendersi, anche a te tocca la stessa sorte.
    Ne lancerai, dieci, cento, mille, ed anche di più se non bastano, ma se non puoi vedere con gli occhi dovrai imparare a farlo con le orecchie.
    Inizia dal sassolino, Emiko.


    Concluse, battendogli sul capo, quasi come se volesse svegliarla da quel torpore depresso che l’aveva addirittura portata alle lacrime.
     
    .
131 replies since 20/11/2005, 14:26   2045 views
  Share  
.