Ospedale della Foglia

[Gestionale]

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    Y Danone
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    LABORATORY

    A scientist in his laboratory is not a mere technician: he is also a child confronting natural phenomena that impress him as though they were fairy tales.




    Lo chiamava “laboratorio”. In verità era solamente il sottosuolo dell'ospedale, chiuso da anni e anni prima di che lei lo trovasse.
    All'inizio del suo mandato come Primario e gestore dell'ospedale, curiosa come solo una donna può esserlo, Shizuka aveva girato tutta la struttura sanitaria, sbirciando in ogni stanza, conoscendo ogni singolo paziente e ogni membro del corpo medico-assistenziale. Si era ben presto fatta amare per l'allegria con cui intraprendeva ogni giorno di lavoro e lei, di rimando, si era innamorata presto di quel luogo che le riservava sempre qualche sorpresa durante le sue visite di controllo e valutazione per il piano di risanamento della struttura di cui si era fatta promotrice e prima attivista: una porta piena di lucchetti di un'ala scarsamente utilizzata, qualche stanza stipata di fascicoli abbandonati e gialli di decine e decine di anni prima, e ovviamente il grande casermone posto due volte sotto il livello del suolo.
    Iron Tobi Inuzuka si era rifiutata di dirle a cosa fosse stato adibito quel luogo prima che lei lo scoprisse e l'aveva messa a tacere seppellendola di libri da studiare, mentre lei, del resto, si era successivamente ben vista dal chiedere ancora informazioni per paura che la sua mentore potesse far sigillare il luogo dal corpo di esperti in Fuuinjutsu. In effetti, per qualche ragione, ne sembrava particolarmente angosciata, spaventata addirittura. Rammaricata come si può esserlo di un errore impossibile da cancellare.
    Per la verità quel posto era ben lontano da quello che la tradizione Horror avrebbe voluto e che avrebbe perciò potuto spiegare il comportamento flemmatico della Inuzuka: grande quanto tutta la pianta dell'ospedale, scavato nella roccia sotterranea da colpi secchi e arrabbiati di chissà quale attrezzo, non aveva niente di strano se non un'infinita serie di oggetti abbandonati. C'erano scrivanie arrugginite, lettini operatori rovinati con cinghie di cuoio lese e pendenti dai lati, attrezzature mediche dell'epoca dell'ultima grande guerra, e una pila infinita di archivi mangiati dai ratti datati a più di cento anni prima. Tutto lì. Niente schizzi di sangue sui muri, né seghe elettriche scheggiate, scheletri abbandonati o gli Dei sapevano solo cos'altro.
    Probabilmente era solo una cantina in cui la vecchia amministrazione aveva gettato vecchia robaccia che non aveva voluto smaltire per qualche ragione. E che lei aveva trasformato nel suo laboratorio.
    Mettere le lampade da sola le era valsa abbastanza scosse elettriche da credersi lobotomizzata, e certo trasportare di sotto tutto ciò che le poteva servire in modo pratico le era costata un'organizzazione di cloni degna della migliore infiltrazione in territorio nemico. Ma ne era valsa la pena.
    Trovare cadaveri su cui lavorare era sempre difficile a Konoha, soprattutto se gli Shinobi avevano famiglia o appartenevano a grandi Clan, ma poteva capitare anche, per pura fortuna, che ci fossero persone sole, di cui nessuno recriminava la salma. E che dunque Shizuka decideva si sarebbero sacrificate per la scienza prima di diventare concime per il campo santo.
    Ovviamente quella faccenda non era né divertente né eccitante, ma senza dubbio era utile. Aveva capito già da tempo che se avesse voluto potenziare le sue abilità mediche doveva studiare di più sul campo pratico e aveva dunque benedetto quella grande opportunità... l'unica pecca era che quel posto era così poco attrezzato e situato in un luogo che le impediva di fare la confusione che spesso le serviva, da limitarla molto nel suo lavoro. Se solo avesse potuto avere un laboratorio esterno al Villaggio, funzionale, efficiente...
    ...beh, anche quello sarebbe arrivato. Lo avrebbe trovato, se avesse continuato a cercare con quella sua tipica pedanteria. Gli Archivi storici, del resto, non mentivano mai.

    «E dunque, Pochi, anche stamattina dormi, eh?»
    Disse baldanzosa Shizuka Kobayashi, entrando nel laboratorio quando ancora il sole non era sorto. Posto sotto la luce conica e gialla di tre lampadine mal installate, disteso su un lettino rugginoso e ben legato con cinghie di cuoio, il corpo di un uomo dai capelli cianotici giaceva inerte.
    «Come va? Io ho dormito solo qualche ora, stanotte... che fatica, eh, Pochi?» Borbottò la Chunin, avvicinandosi al letto e controllando le statistiche nei monitor delle attrezzature mediche: coma farmacologico indotto, attualmente irreversibile per la quantità di farmaci somministrata, ancora positivo. «Tu invece non fai che dormire, Pochi. Bell'amico che sei, eh.» Si offese la dottoressa, alzando una mano piena di canule del paziente e mettendosela sulla spalla. «No, no, non cercare di consolarmi Pochi...» Piagnucolò a quel punto, tastando il polso dell'uomo. Ritmo cardiaco nella norma, flusso sanguigno coerente con peso e fisicità. «Se mi volessi davvero bene, come io ne voglio a te, non dormiresti tutto il giorno. Mi faresti compagnia, piuttosto!» Lo brontolò, posando il braccio sulle coperte di cotone bianco immacolate e fissandolo malamente. «Come dici? Ti fa male la testa? Ah beh, con il trauma cranico che ti sei preso soffrirai molto di più quando e se mai ti farò risvegliare, credimi.» Commentò la kunoichi, annuendo gravemente. «Povero, povero il mio piccolo Pochi...» Gemette poi, posandogli con dolcezza una mano sulla fronte. In un'istante questa venne circondata da un bagliore blu elettrico ben compatto ma, nonostante tutto, ruggente e pretenzioso, e lei, socchiudendo gli occhi, scese rapidamente nel livello sottostante a quello visibile a tutti, quello cioè inconscio: coscienza stabile, psiche ferma, mente reattiva agli stimoli esterni indotti.
    Nel limite delle sue possibilità perché lo sconosciuto non si svegliasse né reagisse, Shizuka scese maggiormente in profondità nella mente di lui e cercò di offrirgli una sensazione di piacevole ristoro, di calore gentile, realmente apprensivo, davvero dolce. Cercò cioè, per quanto poteva, di alleviare la sensazione di freddezza che un coma indotto poteva indurre. Lo aveva già fatto da quando lo aveva condotto lì, con costanza e premura, di nascosto benché fosse da sola, spesso guardandosi le spalle per paura di trovarsi la sua Volpe a fissarla. Per qualche ragione aveva la mezza idea che lui non avrebbe approvato... ma lei, che agiva sempre e solo nel modo che riteneva giusto, non se ne sarebbe probabilmente curata. Neanche Raizen avrebbe potuto proibirle di curare i suoi pazienti come più riteneva doveroso fare, e la pietà, la gentilezza, si offriva a chiunque. Anche ad un nemico. Questo, almeno, era ciò in cui stava cercando di credere.
    «...Che hai fatto per finire qui, Pochi?» Domandò piano la ragazza, interrompendo a quel punto il flusso del suo chakra. Accarezzò la fronte del paziente, scostandogli un ciuffo di capelli ribelli dalla fronte. «Devi averla combinata grossa per far arrabbiare Raizen a quel modo, eh?» Chiese, calandosi verso il volto di lui. Fermò il suo viso vicino a quello del ragazzo, poi si girò e rimase in ascolto: respiro autonomo ancora regolare e potente. Tutto nella norma. «Di che villaggio sei? Che fai nella vita oltre che cercare di ammazzarti in terre straniere?» Domandò poi, riportandosi in eretta postura, sorridendo. Era veramente un tipo anonimo, ma se era stato piegato in quel modo dentro le mura e durante un evento grande come quello del giorno prima, non poteva escludere che fosse molto più di quello che sembrava. «Sarebbe bello se non dovessi ammazzarti, sai mi sono affezionata a te, Pochi.» Affermò con onestà la Chunin, passando frontalmente un braccio attorno alle spalle dell'uom. Strinse a sé il corpo e con l'altra mano si aiutò a porlo seduto, appoggiato a lei con la testa sulla sua spalla, stando attenta alle canule con minuzia meticolosa. Posò a quel punto una mano sui reni dello straniero e di nuovo lasciò che il suo chakra le circondasse la mano: reni in buona funzione, percentuale di totale ripresa 97% circa. «Potresti parlare con quel testone di Raizen e vedere un po' di chiarire le cose...» Gli consigliò seriamente, attivando nuovamente le cure mediche necessarie. Rimase così il tanto che bastò perché la percentuale di guarigione si chiudesse in un 100 perfetto, tenendo con delicatezza ferma la testa del paziente con la sua mano libera. Quando ebbe finito riadagiò l'uomo sul lettino. «Eeeh, insomma, lui ha la testa di legno ma non è un cattivo ragazzo. Ma soprattutto ricordati di portarmi fuori a cena se ti sveglierai mai, eh. Ci conto, davvero, ma stai attento perché mangio tanto.» E mai cosa era più vera... come testimoniavano le dieci scatole di ramen istantanei, vuoti, impilati sulla scrivania rugginosa sotto ad un tappeto di bacchette di legno sporche. «Beh, mi senti Pochi?! Oh, non mi rispondi mai, eh, che maleducato!» Si offese la ragazza, mettendosi a braccia conserte e alzando il mento nel dare le spalle al muto interlocutore.
    ...Ma la sentiva davvero? Capiva cosa stava dicendo?
    Il grande mistero del coma, quello.

    Sedendosi e prendendo un vecchio archivio polveroso sulle ginocchia, Shizuka Kobayashi si accoccolò sulla poltrona di pelle squarciata accanto al lettino del paziente e iniziò a leggere a mente, sbadigliando di tanto in tanto presa dal sonno com'era.
    Aveva pure fame, tanto per cambiare.
     
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    L'ispezione








    Sarebbe voluto immediatamente andare all’ospedale ad evento concluso, ma decise dopo l’incontro con Itai e Febh che la giornata era stata fin troppo lunga per lui decidendo di riposare e recandosi l’indomani di prima mattinata ad incontrare Shizuka.
    Arrivò con i tipici postumi di una grande festa ed un sonno che per quanto lungo non l’aveva del tutto ristorato, presentandosi con i capelli scompigliati e degli abiti che sembrava fossero stati indossati grazie alla dea bendata più che con la reale intenzione di vestirsi.

    ‘Giorno.

    La parola venne seguita dal rumore di un pacco abbastanza grande di pesce fritto che veniva aperto per poi essere pigramente sgranocchiato.

    Allora, iniziamo a divertirci.

    Battè le mani liberandosi delle ultime briciole.

    Dobbiamo denudarlo innanzitutto, mi domando cosa stessi aspettando.

    La guardò malizioso.

    Però non mi fido dei suoi abiti, non vorrei ci nascondesse qualche tipo di trappola, se ho intuito chi è non è da prendere sottogamba, nemmeno da morto.
    Preparami degli…


    Cercò intorno a se nel laboratorio qualcosa di somigliante ad un uncino, trovando corrispondenza in dei grossi aghi da sutura.

    Aghi da sutura legati a dei fili.

    Creò quindi una lunga lancia di vento dallo scarso potenziale offensivo[lunghezza 3 metri pot.5] con cui, da quella distanza avrebbe effettuato dei tagli lungo gli abiti in modo da impedire qualsiasi resistenza nello sfilarli.
    Un lavoro impreciso, ma nessun stilista poteva criticarlo.
    A lavoro ultimato avrebbe lanciato i piccoli aghi ricurvi da sutura nelle vesti dopo averli assicurati ad altrettanti fili e facendone un unico cappio dopo esser sicuro che si fossero impigliati li avrebbe tirati, portandosi dietro le vesti.

    Si, lo so, sembro un cretino, ma mi piace la vita e non vorrei essere ricordato come "l'hokge morto mentre spogliava il cadavere di un uomo"

    Una volta denudato il cadavere l’avrebbe ispezionato alla ricerca di fuuinjutsu visibili.
    In caso non ne avesse trovato avrebbe sospirato più sereno.

    Bene, iniziamo con una tac, voglio essere certo che il trauma che probabilmente gli ho procurato alla testa sia rimarginato a modo, e da ciò che mi ricordo la sua faccia non dovrebbe essere questa, sempre considerando che possa essere Eiatsu.
    Vediamo se la tecnologia saprà dirci qualcosa.


    Attese risultati che se positivi l’avrebbero portato all’ultimo passo.

    Ok, ora c’è la parte più interessante: scavagli nel cervello.
    Ma sta attenta, non vorrei che avesse qualche protezione mentale, sei al sicuro nell’ospedale, ma sii prudente.


    Lasciò campo libero a Shizuka, spostandosi di lato mentre indicava il corpo.
     
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    Quello che la giovane principessa avrebbe ben presto intuito, era che il ninja che aveva di fronte era un vero e proprio scrigno di sicurezza. Trovare un altro ninja con quelle caratteristiche era cosa rara, probabilmente solo il giovane Hoshikuzu aveva ricevuto lo stesso trattamento ma sempre perché erano state le stesse sapienti mani a plasmarlo.

    Di certo non sarebbe stato così facile accedere alle informazioni custodite in quel corpo; Eiatsu per molti versi era un ninja molto più pericoloso di Diogenes e questo Raizen sembrava averlo intuito. Non appena estrarre anche la cotta di maglia da sotto i vestiti per l'analisi del corpo, un meccanismo di sicurezza si sarebbe attivato senza alcun tipo di preavviso: una esplosione di entità trascurabile [Sigillo Esplosivo - Pot 10] avrebbe fatto rompere diverse fiale di veleno, disposte in maniera sicura e attaccate con l'adesivo sull'addome del ninja. Inalare il veleno avrebbe comportato la perdita i sensi [Veleno Soporifero]; nulla di così grave in quella specifica situazione ma quell'accorgimento faceva ben comprendere il livello di attenzione di quel ninja.
    In primo luogo, anche denudando il corpo dell'otese nessun sigillo sembrava essere stato impresso. Prima di approfondire tale ricerca, qualora Raizen avesse voluto accertarsi di avere di fronte lo stesso jonin che tempo addietro gli aveva modificato l'aspetto, i due avrebbero dovuto pensare a come levare la maschera sul volto dell'eliminatore. Sayaka aveva fatto un ottimo lavoro e il suo tocco finale [Conoscenza Chirurgia Estetica] avrebbe reso la trasformazione veritiera al 100%...tuttavia il colpo alla testa aveva intaccato il jutsu e ad un occhio attento la piccola crema sulla tempia non sarebbe passata inosservata [Volto Cadaverico]. Inoltre la flebile quantità di chakra proveniente dal volto, se in grado di vederla, sarebbe stata un indizio prezioso per i due fogliosi.

    A meno di abilità oculari particolari o da sensitivo, sarebbe dovuto venire in mente ai due di radere completamente la folta chioma di Eiatsu e levare il sangue, scaturito dalla ferita del secondo colpo del Kage, per trovarli: erano ben cinque fuuinjutsu ognuno con una funzione specifica ed indispensabili al lavoro e alle missioni che l'eliminatore svolgeva in tutto il continente. La prima cosa da dire era che i cinque simboli erano stati potenziati da una qualche tecnica e anche un esperto nel campo avrebbe fatto fatica a scioglierli [Non si leva!]. Qualora i due fossero stati in possesso o avessero già visto alcuni di quei simboli, sicuramente il più comune sarebbe stato quello di divieto [Simbolo di Silenzio]: l'argomento vietato in questione era l'associazione, quindi anche a seguito di un'interrogazione mentale domande sul tema non avrebbero ricevuto alcuna risposta. Il secondo per notorietà era certamente quello di autodistruzione [Sigillo Esplosivo - Pot ?] e qualora riconosciuto, allora le preoccupazioni di Raizen avrebbero trovato basi solide poichè una determinata condiziona preimpostata, come la precedente pe ril veleno, avrebbe fatto saltare questa volta in aria il cervello del ragazzo e procurato serissimi danni a chi gli stesse vicino. L'altro simbolo noto ad un jonin sensitivo sarebbe stato quello di tracciamento [Simbolo di Individuazione]; in questo caso i due avrebbero scoperto che la posizione di Eiatsu era ben nota e che quindi chiunque lo avesse tracciato sapeva esattamente dove si trovasse...e anche questo poteva essere un grande problema o almeno per la ragazza che non aveva le informazioni di Raizen sul Mikawa. Essa avrebbe potuto pensare che ora Oto era a conoscenza che Konoha stesse interrogando e analizzando un suo ninja e questo poteva portare ad una guerra tra Paesi!

    Gli altri due, invece, erano qualcosa di sicuramente nuovo anche ad un esperto del settore; Raizen tuttavia, avrebbe potuto scorgere in uno dei due qualcosa di familiare [Sigillo di Sangue]. Avrebbe dovuto scavare nella sua memoria per ritrovare il ricordo della lettera che il colosso mandò a lui e Drake...si, il sigillo color cremisi stampato sul cervelletto di Eiatsu era lo stesso che tempo addietro sigillava le lettere indirizzate ai due allievi del sensei. Qualora avesse fatto questo collegamento, allora l'Hokage avrebbe saputo che la chiave per aprire lo scrigno era il sangue ma che non tutta probabilità non era lui autorizzato ad accedervi. Tuttavia,essendo anche una forza portante, probabilmente Raizen era uno dei pochi shinobi al mondo a poter avere la forza necessaria a forzare il meccanismo d i sicurezza ideato dal Garth [for 850]. L'ultimo jutsu di quella tipologia, invece, non poteva sapere a cosa servisse e se fosse dannoso o meno [Simbolo di Richiamo]; era il richiamo dei membri dell'associazione, il modo i vari membri scambiavano rapidamente e in maniera sicura le informazioni. Favoriva anche l'accesso al covo, anche se quel meccanismo non era stato ancora collaudato.

    In ogni caso, qualora la giovane kunoichi fosse riuscita ad accedere alla mente dell'otese, bhè, diciamo solo che grande sarebbe stato il suo stupore nel constatare che molto delle sue domande non avevano risposta...in quel cervello era stato già svuotato di quasi tutti i ricordi, eccezion fatta per quelli necessari allo stretto svolgimento della specifica missione. Il genjutsu [Modificare i Ricordi] autoindotto dal jonin era lo scoglio finale che un ficcanaso abbastanza abile da arrivare fino a quel punto si sarebbe trovato di fronte.

    Per l'interrogatorio poi, Eiatsu era pronto a tutto: era già sfuggito alle insidiose domande di Fujiko, tempo addietro, e da allora aveva allenato la sua mente a resistere ad ogni genere di intromissione esterna...no, accedere o manomettere quel cervello, la banca dati dell'intero lavoro di Aloysius e dell'associazione, non era una cosa facile.





    CITAZIONE
    OT/ A voi le belle cose! /OT
    Conoscenza dei Veleni
    Conoscenza: L'utilizzatore può utilizzare l’equipaggiamento [Veleni]. Anche in combattimento, il veleno si può applicare a qualsiasi equipaggiamento tramite slot Gratuito Lento. Il veleno applicato somministra 1 dose ogni contatto diretto con strutture organiche. Esistono 5 mezzi di trasmissione dei veleni: contatto, iniezione, aereo, ferimento, ingestione.
    Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2); ogni dose di veleno aereo genera per 1 round una nube di diametro pari a 1,5 metri, all'interno della nube è somministrata solo 1 dose; il veleno da contatto riduce la durata di tutti i malus di 1 round. I malus alle stesse caratteristiche non sono cumulativi.

    [Da Genin in su]

    Veleno Soporifero (5 dosi) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa dopo 3 round in cui continuamente inalato il veleno la perdita dei sensi. Subire danni risveglia la vittima. Ogni round la vittima avrà un malus di 1 tacca in Riflessi. Uscire dall'area d'effetto o non respirare il veleno aumenta di 1 i round necessari a cadere addormentati e riduce di 1 il malus in Riflessi. Una dose ha un raggio di effetti di 6 metri e dura fino a 5 round anche in ambienti ventilati, può essere spazzato via da fuuton. Usare più dosi non riduce il tempo necessario ma aumenta il raggio di 6 metri.
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 100)

    Sigillo Esplosivo
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (7)
    Tracciando un sigillo, l'utilizzatore può creare un esplosivo che si attiverà, danneggiando chiunque nel raggio di 1,5 metri, ad una condizione scelta all'attivazione. Il danno è pari a 10 ogni basso immesso nel simbolo. Una volta attivato, il simbolo scompare.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Variabile )
    [Consumo: Mediobasso a grado]

    [Da chunin in su]

    Volto Cadaverico
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio volto sostituendolo a quello asportato a quello di un cadavere. Il nuovo viso non può essere riconosciuto come differente dalla vista normale o percezioni del chakra. Può essere tolto volontariamente o se subito un danno leggero o superiore al volto. Può essere applicato ad altre persone.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Basso )
    [Da chunin in su]

    Conoscenza Chirurgia Estetica
    Conoscenza: L'utilizzatore può effettuare con il chakra operazioni chirurgiche, modellando i lineamenti del paziente o di sé stesso. Il processo richiede 1 round per ogni giorno di trasformazione. Può essere permanente con 8 ore di lavoro.
    [Da Chunin in su]

    Non si leva!
    Abile: L'utilizzatore può rendere un fuinjuustu più difficile da cancellare. Cancellare il sigillo richiederà un consumo di chakra pari a Elevato.
    [Da Chunin in su]

    Simbolo del Silenzio
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (6)
    Tracciando un sigillo sul corpo della vittima, l'utilizzatore può imporre un argomento vietato, ovvero che il possessore non può trattare in alcun modo.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso )
    [Da genin in su]

    Simbolo di Individuazione
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Tocco (1)
    L'utilizzatore può individuare l'obiettivo su cui posto il sigillo e i suoi spostamenti a qualsiasi distanza.
    Tipo: Fuuinjutsu - null - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Basso )
    [Da jonin in su]

    Simbolo di Richiamo
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: 5
    L'utilizzatore applicare il sigillo su di un bersaglio qualunque. Qualora l'utilizzatore voglia, può far illuminare il sigillo provocando una Lieve di danno al corpo sul quale giace. E' possibile effettuare il richiamo solo una volta al giorno.
    Tipo: Fuiinjutsu
    (Livello: 5 / Costo Attivazione: Medio)
    [Da genin in su]

    Sigillo di sangue
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: 1
    L'utilizzatore può applicare un sigillo su un oggetto o esseri viventi per impedire l'accesso ad informazioni da essi custoditi da parte di terzi. Se applicato su un oggetto, esso non potrà essere aperto; se applicato ad un essere vivente esso ne impedirà l'indagine mentale. È possibile applicare il sigillo solo su persone consenzienti o incoscienti. Per accedere al contenuto protetto sarà necessario sciogliere il sigillo, esercitare una forza superiore a quella dell'utilizzatore oppure far cadere una goccia del sangue della/e persona/e autorizzata/e al centro del sigillo.
    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello: 4 / Costo Attivazione: MedioAlto)
    [Da chunin in su]

    Modificare i Ricordi
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: 8 (Lenta)
    L'utilizzatore può modificare i ricordi della vittima se incosciente o consenziente. La vittima sentirà i ricordi come propri, ma noterà eventuali incongruenze. È possibile modificare qualsiasi ricordo. Richiede 1 ora ed il contatto costante con la vittima. Per rilasciare la tecnica bisognerà essere a conoscenza di prove che dimostrino che il ricordo è stato modificato.
    L'efficacia è pari a 40.

    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    (Livello: 3 / Costo Attivazione: MedioAlto)
    [Da genin in su]
     
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    THE WRONG PLACE

    No plan can prevent a stupid person from doing the wrong thing in the wrong place at the wrong time - but a good plan should keep a concentration from forming.




    «Mh, dunque, praticamente...»



    Era in piedi rivolta verso uno dei muri del laboratorio, in una sorta di spazio vuoto chiuso da una serie di librerie di legno rotte. Per terra giacevano alcuni oggetti abbandonati –una teiera dal manico più grande del normale, una sedia con una gamba troppo corta e un barattolo di miso di latta che sedeva sopra un buco nel terreno di pietra.
    «Il principio è lo stesso, non può essere poi troppo improbabile...» Borbottò, lanciando l'ennesima occhiata ad un grosso registro farcito di foglietti e cartoline di animaletti carini, su cui spiccava una serie infinita di calcoli e supposizioni, la maggior parte dei quali incomprensibili. Accanto a quel quadernaccio giaceva, aperto e consunto, un tomo dall'aria piuttosto vecchia. «...riuscire a fare qualcosa, del tipo...» Mormorò ancora, alzando le mani di fronte a sé. Rimase un attimo immobile, fissandole, poi incastrò l'incavo tra pollice e indice della sinistra con la destra e si concentrò... un secondo dopo le sue mani vennero avviluppate di chakra, e lei, allargando le braccia, guardò attraverso una forma romboidale opaca...
    ...prima che questa esplodesse disastrosamente e lei, sbalzata all'indietro dall'urto, cominciasse a rotolare fino alla colonna di roccia che si trovava cento passi alle sue spalle, sulla quale si fermò, con il sedere in alto e le gambe piegate in avanti ad incorniciare la testa posata a terra, tutta spettinata e sudicia.
    Era la posizione più sgraziata e rovinosa in cui poteva essersi mai messa in vent'anni, ma fu ugualmente quella in cui Raizen Ikigami, l'Hokage di Konoha e suo unico maestro, la trovò.
    «Oh, sei arrivato finalmente!» Esclamò Shizuka, lasciandosi cadere per terra, di lato, e mettendosi a quel punto seduta. Aveva il viso sporco di ditate nere, come se fosse stata fino a quel momento a giocare con della fuliggine e poi avesse ben deciso di grattarsi il naso. «Ti abbiamo aspettato per tutto questo tempo, ti giuro, Pochi non ci sperava più.» Commentò, alzandosi e spolverandosi il lungo camice bianco. Chi fosse Pochi ovviamente non era dato saperlo, ma come non avrebbe faticato a immaginare il nuovo arrivato con ogni probabilità era un'altra delle astrazioni di quella mente naturalmente incomprensibile. «I parametri vitali sono buoni, il coma indotto non ha causato nessun tipo di danno sul paziente.» Disse ancora la Chunin, afferrando da terra il grosso registro pieno di appunti, che ripose tra le mani di Raizen, sorridendo allegra. «Guarda qua.» Esclamò allora a quel punto, entusiasta. Come al solito saltava da un argomento all'altro senza il minimo rispetto per il buon senso. «Questa è la nuova frontiera che presto concretizzerò. Che te ne pare?» Chiese elettrizzata, poi però, guardando la faccia del Jonin, ci pensò un pò su, dubbiosa. Prendendo una penna a forma di coniglietto pescatore dalla tasca del suo camice, la ragazza girò allora la pagina del registro e si affrettò a disegnare una serie di strisce a fumetti, per lo più comprendenti una donnina stecchino dal seno molto grosso che faceva cose strane, giacché Shizuka aveva molti talenti, ma pareva proprio che quello artistico non fosse uno di quelli. «Ecco, ora lo capisci meglio, vero?» Domandò educatamente quando ebbe finito, battendo la penna sui disegnini che spiegavano una dinamica che, se ben analizzata, assomigliava alla creazione e lo sviluppo di qualche tipo di tecnica. Reclinando la testa di lato e sorridendo composta, la Principessa annuì stringendo la mano del Jinchuuriki con dolcezza. «Prenditi pure il tempo che ti serve, Raizen, non sforzarti...»

    […] E dunque eccola lì: una ragazzina di un metro e sessantacinque centimetri, niente più di una Chunin come tanti altri, che prendeva in giro il più potente Shinobi del Fuoco.
    C'era sicuramente qualcosa di sbagliato in quella situazione, ma Shizuka Kobayashi, la bella Erede dell'Airone, non parve curarsene poi troppo mentre sghignazzava divertita e tornava ad illustrare al suo interlocutore i vari parametri e le condizioni di "Pochi". Non aveva idea di chi quell'individuo realmente fosse e neanche per quale motivo Raizen avesse dovuto seccarlo ad una festa il cui eco si sarebbe fatto sentire in tutto il continente per almeno tutto il mese a venire, rischiando in quel modo di attirare le attenzioni sbagliate sul Villaggio, che ancora si stava rialzando dalla corruzione che l'aveva divorato e dal terrorismo che l'aveva così brutalmente colpito.
    Quando le aveva ordinato di occuparsi del corpo, lei aveva ubbidito, come spesso accadeva, senza fare domande. Se avesse dovuto essere onesta non le era interessato sapere le ragioni dell'azione della sua Volpe per prendere una decisione, quanto piuttosto il comprendere che quella stessa avrebbe potuto portare uno scompiglio che il suo Villaggio non poteva permettersi. In nome di quella consapevolezza si era dunque mossa.
    Arrivati a quel punto, però, voleva sapere in cosa era stata coinvolta. E cosa aveva tra le mani.
    Shizuka non era una donna che si preoccupava di etica o morale, di ciò che era “giusto” e lo era per tutti. Da tempo aveva abbandonato la strada che veniva considerata retta per intraprendere quella che, forse più storta e scura, avrebbe però portato a tutelare la più luminosa su cui il resto delle persone camminava. Non le interessava con chi sarebbe dovuta scendere a patti, cosa avrebbe dovuto fare e dove si sarebbe dovuta recare, tutto era per il bene di Konohagakure no Sato. E dunque, ora, anche per Raizen. Nonostante ciò, era indipendente nelle sue decisioni e valutazioni, e qualora avesse dunque interpretato la circostanza in modo diverso da come sembrava intenderla il Jonin, non avrebbe esitato ad alzare una mano. Nemmeno Raizen, del resto, aveva sulla sua mente alcun tipo di potere di giogo.
    Per la verità nessuno lo aveva. E mai lo avrebbe avuto.
    «Quindi insomma.» Avrebbe intavolato il discorso lei se il suo compagno non l'avesse fatto per primo. «Chi è Pochi? Chi lo manda? Perché lo hai addormentato e soprattutto cosa rischiamo per averlo fatto?» Avrebbe domandato educatamente. «Raizen, potresti cortesemente dirmi...» Aggiunse poi, sorridendo. «...in cosa mi hai invischiato stavolta? Se il mio Pochi è pericoloso, come mi dai buona idea di dover pensare...» Mormorò, fissando il suo interlocutore che preparava una sorta di piccola lancia di chakra con l'intento di spogliare il suo paziente mantenendo delle dovute, e per questo preoccupanti, distanze. «...non intendo tenerlo a Konoha. Non metterò a rischio i miei pazienti e i civili perché sono troppo inesperta per gestirlo come dovrei.» Disse, e la sua voce di fece allora risentita. Ma che lo fosse per la possibilità di avere tra le mani qualcosa più problematico del previsto o perché fosse frustrata di non avere ancora il potere a cui anelava, non era dato saperlo. «Posso mettere al tuo servizio le mie scarsamente imbarazzanti conoscenze ogni volta che desideri, ma non rischierò la pelle stando al riparo di casa mia. L'ultima volta che è successo, ho dovuto inchinarmi ottanta volte al cimitero della Foglia, Raizen. E lo sai.» Non era necessario tirare fuori di nuovo l'episodio di Kurotempi perché il suo interlocutore capisse e lei, dunque, si sarebbe come al solito accontentata di averlo stimolato nel modo che sapeva essere giusto perché lui, riflettendoci, le avesse infine offerto risposte e considerazioni perché insieme ne parlassero e decidessero.
    A quel punto, però, accadde l'incredibile... e quando la piccola lama di vento del Jinchuuriki andò a lacerare i vestiti dello Shinobi disteso sul lettino operatorio, intaccandone così la cotta di maglia nascosta, qualcosa esplose, qualcos'altro si ruppe, e ben presto dall'addome dello straniero si liberò una trama di radici di fumo che iniziarono a spargersi nell'aria.
    Sgranando gli occhi Shizuka smise istantaneamente di respirare mentre contemporaneamente alzava a sbattere una mano sopra la bocca e il naso del Randagio Bianco, senza però distogliere lo sguardo dalla scena.
    “Peccato, Pochi –pensò la kunoichi, facendo un cenno a Raizen di non respirare e girandosi poi per andare rapidamente dalla parte opposta del laboratorio, dove un quadrante elettrico di ottava mano giaceva aperto– questo tipo di conoscenza è un po' troppo all'acqua di rose per me”.
    Premendo un bottone sbeccato, un impianto di areazione vecchio di almeno due decadi iniziò ad aspirare l'aria dal laboratorio, producendo un rumore metallico irritante, simile a quello dell'aria refrigerata che veniva accesa in estate, mentre depurava. Nonostante quel sistema di aspirazione e purificazione sarebbe ampiamente bastato per eliminare i vapori del veleno rilasciato, quando Shizuka tornò verso il Jinchuuriki indossava una maschera a gas grigia a cui erano state applicate due orecchie da orsetto di stoffa.
    «Scusa, morivo dalla voglia di usarla.» Si giustificò con voce metallica la Chunin. «Non hai idea di quante cose offra questo posto. Non ho idea per cosa fosse usato durante l'ultima grande guerra, ma credimi, c'è ogni genere di diavoleria con cui giocare.» Esclamò, entusiasta, avvicinandosi a quel punto al corpo del ninja mentre Raizen, alle sue spalle, continuava a parlare. «Ah.» Disse la ragazza ad un certo punto. «Ti chiami Eiatsu, allora...» Mormorò, fissando il volto addormentato dello straniero prima di sospirare sonoramente nell'ascoltare l'ennesimo ordine della Volpe, al quale lei non poté che alzare gli occhi al cielo. «Non c'è bisogno di nessuna tac, ho già provveduto a controllare la testa e qualsiasi altro centimetro del suo corpo in modo non invasivo e soprattutto non così imbarazzante Commentò fissando il corpo nudo dello Shinobi. Dopo un attimo di silenzio, la ragazza alzò il pollice della mano sinistra verso l'alto, dando per qualche motivo la sua pienissima approvazione. Sembrava essere per qualche ragione davvero entusiasta. «Posso garantirti che il suo cervello sta bene, nessuna parte di lui ha la minima percentuale di danno. Non sono ancora una Jonin dalla preparazione completa, ma almeno soccorsi di questo tipo li so fare.» E così dicendo sorrise cupamente, guardando un punto fisso di fronte a sé: la sola idea di aver continuato ad abbracciare e tirare quel corpo, che aveva appena scoperto essere vestito di veleni, la fece sentire improvvisamente grata agli Dei. Guardando Eiatsu con profonda serietà, Shizuka posò sulla spalla di lui una mano, annuendo gravemente.
    “C'è mancato poco” sembrava star dicendo. “Mio caro Pochi, che ti salta in testa?”
    ...E visto che era curiosa di saperlo davvero, ma non era ancora così incauta da voler aprire un vaso che aveva già cercato di rigurgitarle addosso una delle tante possibili disgrazie che conteneva, la giovane dottoressa iniziò ad analizzare da capo il corpo, palmo per palmo. Com'era logico iniziò dal cranio e sotto lo sguardo indagatore di Raizen, di cui cercò di calciare per ben due volte uno stinco perché “gli Dei solo sapevano chi diavolo poteva lavorare con una bestia che gli alita sul collo”, analizzò ogni centimetro di pelle.
    Non fu immediato per lei capire che i segni neri che coprivano il cuoio capelluto dello Shinobi erano Fuuinjutsu, anzi, per la verità inizialmente andò oltre, catalogandoli come nei estesi o qualche voglia più scura del consueto, non era del resto la prima volta che vedeva qualcosa di simile. Tuttavia, dopo aver esaminato ogni parte del corpo, ironizzando in certi casi e in certi altri invece complimentandosi con madre, padre e tutto il parentado, Shizuka esitò di fronte al non aver trovato niente di anomalo.
    Da un carrellino sgangherato e senza una rotella, rimpiazzata da un libro senza costola, la ragazza decise allora di prendere un bisturi, e dopo essersi rimessa guanti e mascherina bianca, si avvicinò di nuovo al viso di Eiatsu con sguardo dubbioso facendo poi passare la lama, irrorata di chakra per renderla sterile, sul bordo del viso. Per un attimo trasalì quando, facendo leva, vide un pezzo di pelle coriacea alzarsi.
    «GLI DEI CLEMENTI.» Gemette, ritraendosi sconcertata. «Ha una faccia sopra un'altra faccia, maledizione!» Esclamò, allibita. Ricordò però a quel punto le parole di Raizen sul viso non uguale a quello che ricordava e anche alcune delle tecniche del corpo eliminatori della Foglia, con cui aveva avuto già il piacere di lavorare. «Spero che tu non sia brutto come temo, qui sotto, caro Pochi.» Si limitò infine a dire quando unì tutti i pezzi del ragionamento, e così dicendo, con una calma che richiese ben più di un'ora –in parte perché non aveva mai fatto niente di simile e in parte perché, suo malgrado, la sua prima preoccupazione rimaneva quella di non ledere il paziente– la Chunin lavorò sul viso dello straniero fino a quando, lentamente, riuscì a togliere il suo volto fittizio.
    Benché probabilmente qualche altro Shinobi avrebbe trovato quell'operazione poco più che una passeggiata, quando lei ebbe finito dovette sedersi e riprendere fiato per le tante volte che l'aveva trattenuto. Era stata così nervosa tutto il tempo che le ci volle persino qualche minuto prima di fare un altro sonoro apprezzamento sul viso di Eiatsu, di cui pattò un braccio pregandolo di ringraziare sua madre quando e se mai fosse ritornato a casa. Quella santa donna aveva molte ragioni per sentirsi benedire, ed erano tutte ben in vista ormai.
    «Nonostante tutto ammetto che sia una delle cose che più mi ha fatto effetto fare.» Ammise, ritornando al carrellino, su cui posò il bisturi. «Ma se sei arrivato pure a renderti brutto per venire fino a qui a dare noia, caro Pochi... ti spiace se controllo le tue voglie?» Chiese. Ammiccò un attimo per il doppio-senso, poi visto che aveva idea che alla fine Raizen l'avrebbe davvero calciata in terra, si affrettò a tornare al ninja, di cui prese la testa e, inclinandola sotto una delle lampade, cominciò ad analizzare per più di venti minuti buoni.
    Si rese ben presto conto che aveva fatto bene a prendersi il suo tempo, perché quelle non erano voglie. Anzi, non era niente di ciò che lei poteva gestire.
    «Posso accerchiare questo e quest'altro sigillo.» Disse la Principessa indicando alcuni punti della testa dell'uomo, e solo dopo aver lungamente studiato i Fuuinjutsu che vi erano tracciati, averli controllati tutti quanti per scrupolo sui vari libri di medicina disseminati nel laboratorio, e infine aver spiegato tutta la situazione, non certo florida, a Raizen. «Le mie capacità potrebbero riuscirci, ma sarebbe un processo lungo e di cui non saprei conoscere in anticipo le conseguenze. E' possibile che tutti i sigilli siano correlati tra loro, se ne scatta uno, cioè, scattano tutti. Una situazione del genere l'ho già vista, ma non sono stata io ad occuparmene. In ogni caso non posso confermare che sia la stessa possibilità.» Spiegò con cura, togliendosi i guanti e la mascherina. «Se io fossi in quest'uomo avrei organizzato la mia mente come una trappola ad effetto domino. Un infiltrato è pronto a morire ogni volta che esce dal suo Villaggio, è ciò a cui siamo addestrati e pertanto ciascuno di noi preferirebbe l'auto-distruzione ad affidare informazioni a ignoti. Non posso dunque escludere la possibilità che, toccando qualcosa che non devo, lui schianta e si porta dietro tutto quello che sa.» A quel punto fissò la Volpe, mortificata, e dopo essersi torturata un poco le mani abbassò la testa. Aveva la bocca secca come polvere nel dire quelle parole. «Ciò significa che non ho la conoscenza per gestire questo paziente da sola. In questo caso posso solo essere di supporto per qualcuno più esperto di me.» La voce si fece flebile mentre la ragazza si guardava la punta dei piedi. Improvvisamente, prepotente e rabbioso, quel canto profondo e graffiante che languiva nel suo animo corrotto e sporco tornò a canzonarla: “non sei ancora abbastanza” le diceva. “ancora non quanto vorresti”...e lei, di nuovo, sentiva l'irritazione della sua ignoranza pungerla come un ago rovente. «Il corpo Fuuinjutsu di questo ospedale è uno dei migliori. Sto studiando presso di loro per sviluppare alcune conoscenze. Posso solo consigliare di chiamare Mitsuki, è un Jonin della Prima Fazione e mio amico di fiducia.» Chiuse gli occhi. «Immagino che non potrà dire di no al nuovo Hokage...»
     
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    Shorinku

    Lo strizzacervelli








    Quando il sigillo esplose Raizen sorrise.

    Mh! Stronzetto, lo sapevo che ti eri preparato con cura.

    Il ghigno aumentò quando il veleno si diffuse per la stanza.

    Tieni Shizuka, prendi questo e mandalo giù è un antidoto.
    Poi avvia l’impianto di areazione così ci disfiamo di questa roba.


    Ma mentre parlava la sua allieva era già andata ad accendere l’impianto, più un vecchio carretto che un vero impianto di condizionamento. Sollevato il dubbio dei sigilli gli sembrò doveroso prestare maggiore attenzione all’ispezione del corpo che lo portò a richiedere una particolare attenzione.

    Vieni a darmi una mano, se aveva un sigillo simile è segno che si è preparato a modo, sarà il caso di cercare per bene.

    Analizzando in due la testa l’attenzione ricadde però su un altro particolare: il volto.

    Accidenti, o gli ho rifatto la faccia con l’ultimo cazzotto, oppure ho disfatto qualcosa che qualcuno cercava di nascondere.

    Lasciò a Shizuka il compito di occuparsene mentre lui dava ogni tanto qualche sbirciata ai fuuinjutsu.

    In realtà, qualcosina di fuuinjutsu capisco, presi qualche lezione da un vecchio pazzo, e per quanto ne so io sta roba non è semplice per nulla, ma conosco il giusto uomo, devo solo trovarlo, lascio a te la faccia, ti ci vorrà un po’.
    Per ora cerca solo di comprendere come rimuoverla, se uno di quei sigilli si attiva con la rimozione rischiamo di lasciarci la pelle. E soprattutto un importante pezzo della scacchiera.
    Mi raccomando. Non cercare di manomettere nulla, per quanto ne sappiamo è una bomba ad orologeria.
    Porterò uno dei miei, cerco di essere abituale quando li utilizzo, se c’è una fuga di informazioni so sempre a chi devo fare la pelle ed il suo talento… beh, non credo sia discutibile.
    Ah… non preoccuparti, quei sigilli non sono roba da tutti i giorni, neanche uno di essi, non ti ci arrovellare, arriverà il tempo.


    Indossato il mantello sarebbe uscito dal laboratorio, dirigendosi all’esterno mentre se le teneva aderente al collo, una brezza fin troppo frizzante gli spirava nel viso.
    Giunse al suo ufficio in una manciata di secondi più che di minuti, richiamando a se il Nara.

    Ekichi, sii cortese, mi serve la squadra di esperti in sigilli, e non me ne serve uno qualsiasi.
    Chiamami lo Yamanaka, ma sii discreto, digli solo che ho una certa urgenza.


    Attese lo shinobi percorrendo il proprio ufficio per lungo e per largo, una certa impazienza lo pervadeva, consapevole del fatto che quelle azioni dovevano trovare una rapida conclusione. Non sapeva il motivo di quello stato, ma tendeva a diventare sempre isterico quando le cose, pur non essendo urgenti, erano importanti, forse inconsciamente credeva che il fallimento andasse sempre più veloce della vittoria.

    Oh! Shorinku!

    png
    Fu l’arrivo del biondo a distrarlo.
    Un tipico Yamanaka in realtà, seppur con un particolare abito che vedeva il busto, i guanti, le maniche e il colletto fondersi in unico abito che pareva non presentare alcuna cucitura, aderente a sufficienza da lasciar intendere le forme dell’uomo ma robusto a sufficienza da non farlo sembrare di cattivo gusto.
    Degli hakama a pieghe di tre centimetri coprivano interamente le gambe, le coste erano bianche nella parte superiore e nere in quella inferiore, facendo apparire le gambe striate ed animate da un curioso gioco di luci e ombre che, calzari neri ultimavano il vestiario.
    La Montagna fissò qualche secondo il vestiaro.

    Non so onestamente se farti i complimenti oppure chiederti come tua madre, o tua moglie, ti permettano di uscire di casa conciato a quel modo.
    Oppure quei pantaloni incantano i nemici?


    Lo Yamanaka sorrise leggermente chinandosi e portando una mano in corrispondenza del cuore, portava i capelli sciolti ma estremamente ordinati, lunghi e lisci fino al termine della schiena, tagliati in una frangia piena ed orizzontale sulla fronte come sul retro, fin dal primo giorno che Raizen lo vide pensò che doveva avere un qualche tipo di tecnica per non far annodare nemmeno un capello.

    Hokage-sama

    Disse con un tono di voce gentile.

    Questione di stile immagino.

    Rispose senza farsi troppi problemi a riguardo, ottenendo in risposta l’accenno di un sorriso dal Juudaime.

    Andiamo, all’ospedale ci aspettano.

    Si fece seguire con un cenno della testa, arrivando nuovamente all’ospedale da Shizuka.

    Abbiamo l’uomo giusto.

    Sorrise senza nascondere malizia per poi far entrare in scena Shorinku, che senza nascondere un velo di vanità salutò Shizuka con un cenno della testa mentre chiudeva gli occhi una singola volta.

    Piacere mio.

    Tese la mano a Shizuka e dopo i convenevoli avrebbe fatto un giro di perlustrazione attorno al comatoso.

    Nei capelli, giusto?

    Sentenziò[Vista + Percezione del vero] dopo qualche minuto, ricevendo come risposta esclusivamente un muto assenso del Juudaime.

    E no, non puoi rasarlo, a lavoro terminato ti spiegherò.

    Portò il capo indietro con uno scatto, facendo ondeggiare i capelli, per poi riacquisire la postura solita.

    Va bene, ma mi servirà carta e penna, se non appunto ciò che trovo rischio di sbagliarmi.

    Il lavoro fatto successivamente fu discretamente lungo, Shorinku si dedicò a spostare ogni singola ciocca per identificare con precisione quale direzione assumessero i tratti dei fuuinjutsu, per poi ricopiarli attentamente sulla carta: un minuzioso lavoro di trascrizione, al termine del quale lui stesso fu sorpreso.

    Oh.

    La vocale suonò quasi come un annuncio, risvegliando Raizen da un torpore di noia che l’aveva quasi addormentato.

    Eh? Allora? Sputa il rospo.

    Chiese assetato di risposte.

    Beh, ci è stato fatto sopra un discreto lavoro, non c’è che dire.
    Senza una conoscenza avanzata dei fuuinjutsu direi che sarebbe impossibile cercare di interrogarlo senza fargli saltare in aria il cervello.


    Porse il foglio ai due, mostrando una quantità di sigilli disarmante.
    La reazione di Raizen fu identica a quella di Shorinku, il mantello di una zebra era probabilmente meno complesso.

    Sai dirmi cosa abbiamo sotto mano?

    Il jonin rispose con un alzata di spalle ed un piccolo sbuffo, come se quello fosse in realtà un lavoro da poco.

    In primis non sono presenti solamente Fuuinjutsu, ho dato un occhiata… più attenta diciamo.
    Ed è presente anche un genjutsu che agisce tutt’ora sul cervello, ma il chakra non è agitatissimo, probabilmente è un piccolo blocco non troppo difficile da rimuovere.
    La prima porta è un sigillo esplosivo, non so come si attivi, ma probabilmente non è della stessa portata dell’altro, è probabile che sia l’ultima spiaggia, se qualcuno indaga questo è pronto a farsi saltare il cervello pur di non confessare nulla.
    Un simbolo del silenzio e probabilmente un potenziante, non ho indagato a fondo, ma serve a rendere più complesso l’asporto del sigillo, ed è piazzato su tutti i sigilli.
    Un simbolo di individuazione, tutt’ora attivo, per cui sappi che al momento chi lo controlla sa che è qui, o quantomeno bloccato nei paraggi.
    E poi altri due sigilli, uno è molto forte, senza di me probabilmente gli avreste dovuto spaccare la testa a cazzotti, anche se ho visto che ci avete provato quello non sarebbe probabilmente bastato.
    Il secondo pare sia in grado di ferire chi lo porta ma data l’esigua quantità di chakra probabilmente non è in grado di fare troppo male.


    Quando Shoriko finì la sua esposizione Raizen era del tutto immobile, una statua di sale che solo dopo qualche secondo contrasse il volto in un piccolo sorriso, via via più largo che, con un lieve suono proveniente dal suo diaframma si trasformava in una risata. Una fragorosa risata. Una risata tonante.
    Conosceva la firma apposta sul sigillo “molto forte”.

    MALEDETTO STRONZO!

    Sfogò la sua ira su un muro vicino, probabilmente se fosse stato all’esterno avrebbe completamente demolito la stanza, ma interrato com’era il laboratorio, il ferro presente all’interno del cemento e la terra compattata all’esterno gli permisero di reggere bene la bordata che comunque fece vibrare ogni arredo sprovvisto di ancoraggio.

    Ripuliscilo.
    Ripulisci questo avanzo di pitale.
    Ma stai attento, lasciaci qualcosa.
    Il simboletto per i danni mi puzza di specchietto per le allodole, è probabilmente un riconoscimento, lascialo dov’è, idem quello di individuazione.
    Rimuovi tutto il resto e sventragli il cervello, voglio sapere persino quando questo scrosta cessi ha imparato a cagare nel vasino.


    Shorinku non era un ninja di primo pelo, e tantomeno lo si poteva definire impreparato, ma sapeva bene quando ogni battuta, ogni sorriso, ogni singolo battito di ciglia potesse risultare un vero e proprio suicidio. Era quello il caso, quell’aria così pesante e quella quantità di chakra in tumultuoso movimento dava l’impressione di poter traboccare da un momento all’altro, e nessun dio sarebbe sceso ad aiutarli se il vaso che conteneva la Volpe si fosse rovesciato. Per quanto suo nemico non potè che augurare buona fortuna a chiunque l’avesse provocato.

    Sarà fatto Hokage-sama.

    Shorinku si inchinò lievemente e si mise a lavoro, rilasciando Genjutsu e Fuuinjutsu come ordinatogli dall’Hokage. Apponendo le mani nei punti in cui imposti i sigilli questi semplicemente si alzarono, venendo via come una seconda pelle per poi ridursi in cenere dopo qualche centimetro. Uno spettacolo che probabilmente Raizen avrebbe apprezzato se non fosse stato impegnato a divorarsi il fegato.
    A lavoro ultimato Shorinku parve decisamente provato.

    Tutto bene, bianchetto?

    Si, solo un po’ di contraccolpo, non ho dovuto dar fondo alle mie riserve, ma rimuovere e rilasciare tutta questa roba in così poco tempo è un sforzo non indifferente.

    Raizen annuì mentre l’ira lievemente calava.

    Shizuka.
    Identifica il momento in cui l’ho menato ed elimina il ricordo, ma non tutto, penso che ad un certo punto sapesse di essere braccato, per cui lascia tutto invariato fino a che non sente che mi avvicino a lui, da quando mi percepisce in poi elimina.


    Il primo pezzo era stato mosso, bisognava aspettare che si portasse in posizione, prima di procedere col secondo.

    Shorinku. Carte ninja.
    Interrogalo e zeppale con le risposte che ottieni, ah, e non meravigliarti se mi trovi tra quei ricordi, vedi bene dinnanzi ai tuoi occhi cosa ci stanno permettendo di fare.
    Rendi le carte visibili unicamente a me e a Shizuka.


    Il lavoro sarebbe stato lungo e Raizen l’avrebbe seguito interamente passo dopo passo, suggerendo di volta in volta le domande da porre ad Eiatsu.

    In realtà, Raizen-sama, posso fare ancora meglio questo lavoro…

    Beh, parla allora.

    Posso ipnotizzarlo. Shizuka riuscirebbe senz’altro meglio di me in situazioni differenti, ma al momento il ninja è impossibilitato a ricevere stimoli dall’esterno, però diciamo che è mia abilità distintiva riuscire ad agire in questi casi.

    Hai carta bianca.

    Shorinku non ebbe bisogno d’altro per attivare la tecnica del proprio clan e portando in poco tempo Eiatsu in uno stato ancor più collaborativo[Ipnosi efficacia 40 + 25 Yamanaka +10 impronta] un unico ordine venne impartitoComunicazione Mentale + Tecniche Rapide alla mente di Eiatsu: l’intero racconto della propria vita, dall’esatto momento in cui aveva conosciuto Diogene, nome che solo grazie a Raizen Shorinku potè fare.
    In caso non funzionasse Shorinku si sarebbe placidamente voltato verso Raizen chinando la testa in un gesto di scuse fin troppo plateale, che l’Hokage avrebbe mal accettato.

    Tira su la testa, Shorinku, prima che te la pianti nel pavimento.
    Parrebbe non abbia funzionato, vorrà dire si procederà per metodi più classici, seppur faticosi.


    Chiuse gli occhi e inspirò, preparandosi ad un lavoro che sarebbe certamente stato parecchio lungo.

    Come hai conosciuto Aloysius Diogenes Mikawa?

    Non restava che attendere, o forse no?

    Shizuka, saresti così gentile da dare una mano a Shorinku?
    Se farete domande in due, oltre che confonderlo svolgerete più rapidamente il lavoro.


    Sorrise maligno, mentre l’ira gli infiammava ancora lo sguardo.
    Se Shizuka non avesse obiettato Raizen avrebbe assegnato anche a lei una domanda.

    A cosa punta l’associazione di cui tu e Diogene fate parte?

    Si allungò sulla sedia, ghignando.





    CITAZIONE
    Segnalo l'avvenuto utilizzo della competenza Ryo da me posseduta


    Edited by F e n i x - 15/9/2015, 10:14
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ipnosi può funzionare su pazienti in coma, purché l'ordine sia dato mentalmente. Interrogazione mentale non è un modo valido per imparite l'ordine, è richiesta un'altra conoscenza da usare associate se possibile (non è possibile usare 3 tecniche avanzate in combinazione, 2 sì col talento).

    L'uso del png è regolare secondo il regolamento, ricordo che il suo uso deve essere limitato a questa giocata.

    Sarebbe opportuno compilare la scheda del png. Essa non può avere materiale personale, e deve essere approvata dagli archivisti. Invito Fenix a regolarizzare il post se possibile ed a pubblicare la scheda.


    Fenix:
    tutto eseguito, a breve la scheda dove saranno ovviamente presenti le conoscenze utilizzate qui sopra oltre le altre

    Edited by F e n i x - 15/9/2015, 10:17
     
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    Steso sul suo lettino, incapace di muoversi e intepretare i segnali che i suoi sensi gli continuavano a mandare, l'eliminatore ripensava a quel susseguirsi di eventi e alla reazione di Raizen alle sue parole. Più che la sua cattura era proprio quello il problema più grande di tutta quella storia: Diogene aveva perso l'alleanza stretta anni addietro con l'allievo ora diventuo Kage? Doveva metterlo sotto patto, lo aveva sempre detto...ma il Mikawa non era di questo avviso, era come se con lui volesse giocare d'azzardo e questo Eiatsu non poteva proprio concepirlo. Sarebbe magari morto, ma poco gli importava; era veder sprecato anni di lavoro, del suo lavoro, buttati al vento per i capricci di uno sciocco foglioso troppo orgoglioso per diventare l'uomo che Aloysius voleva avere al suo fianco. Ancora una volta Lui non sarebbe stato di questo avviso...ma cosa avrebbe fatto una volta venuto a scoprire della cattura? Non era ancora tornato, questo era vero(?), e probabilmente Eiatsu era l'unico a credere fortemente che il Colosso sarebbegiunto ad Oto e con qualcosa in mano, per giunta.

    Poi qualcosa cambiò.

    png

    Dei ricordi iniziarono a dei ricordi iniziarono riafforire. Era nel pozzo di Villa Mikawa, la dimora di Fyodor, non doveva essere passato molto tempo. Shiltar, l'ex Mizukage, era disteso su una brandina e Hoshikuzu, il jonin di Suna, su di un'altra. Ricordò le ore passate a manipolare la mente del ragazzo, ricordò l'intervento su Shiltar per l'estrazione delle sue conoscenze segrete! Ma chi li aveva portati li?! Intanto altri ricordi sull'associazione rivenivano a galla arricchendo di molto il bagaglio di informazioni che Eiatsu fiano a pochi istanti prima non sapeva affatto di avere...Uno in particolare gli balzò alla mente:
    CITAZIONE
    " Dovrai andare a Konoha. E' giunto il tempo. "

    " Perfetto. Seguirò il piano e tutto andrà liscio. Quegli inetti non sono in grado di gestire me e i miei cadaveri. "

    " No, voglio che tu faccia una cosa per me. Cerca di catturare l'attenzione di Raizen e poi smascherati difronte a lui. Mira sempre all'armeria di Drake, se l'attentato andrà a segno sarà ancora meglio per il video di Yashimata. "

    " Mi sembra un azzardo troppo grande Aloysius, Raizen potrebbe essere cambiento, potrebbe essersi dimenticato di quallo che hai fatto per lui. Se mi catturano, sarai a rischio ancora di più nei suoi confronti. E' una pedina troppo imprevedibile, potremmo mandare a monte tutto. "

    " Non andrà così, fidati. "

    Ma allora il Mikawa era tornato! Infine arrivò anche l'ultimo ricordo: Omoi e molti dei suoi cadaveri erano accanto a lui; il suo aspetto esteriore era stato cambiato, i sigilli tracciati e potenziati. Ricordò di posare le mani sulla sua testa e autoimporsi il suo ultimo jutsu difensivo e resettare il ninja che fino a pochi minuti prima era.
    Ora era tutto chiaro, con quell'ultimo brandello di memoria il quadro si chiudeva e il vero Eiatsu era tornato ad ospitare quell'involucro statico.

    Ebbene, la conclusione di ciò che stava accadenmdo era una soltanto: qualcuno stava sciogliendo il fitto intreccio di jutu protettivi preparati per la missione! Avevano "visto" il genjutsu che modificava i suoi ricordi e probabilmente anche i fuuinjutsu sul suo craneo...se così era, allora la Foglia nascondeva ninja davvero strabilianti che andavano ben oltre le sue convinzioni di essere inespugnabile! La situazione era di rischio estremo, senza le sue difese Eiatsu si sentiva come svestito dei suoi indumenti (cosa che tralaltro era effettivamente) e il suo cervello messo a nudo difronte al nemico. Era da tempo che non succedeva, dall'attacco a Kiri per la precisione.

    D'un tratto percepì qualcosa, uno stimolo dall'esterno. Che stesse riacquisendo la percezione di se e del suo corpo? Difficile, era passato troppo poco tempo dal pestaggio di Raizen. No, qualcuno stava provando ad entrare per via telepatica:

    Toc Toc

    L'animo dell'eliminatore sorrise, avevano suonato al campanello ma nessuno sarebbe arrivato ad aprire loro la porta*. Ora che sapeva che Aloysius era tornato ma ancora non si era esposto al mondo ninja, ora che sapeva di come sarebbero evolute le cose a Kiri e a Suna, nulla poteva piegarlo. Quando l'interrogazione mentale, tecnica ben nota al jonin, ebbe inizio, Eiatsu sapeva perfettamente cosa fare. In stato di incoscienza il legame si instaurava tramite immagini e a lui bastava mostrare loro quello che voleva; tuttavia la prima domanda fu tranquilla e degna di risposta:

    Come hai conosciuto Aloysius Diogenes Mikawa?

    Eiatsu era nel suo obitorio quando il Colosso entrò nella sala operatoria.

    CITAZIONE
    " Mi hanno detto che sei il migliore coi cadaveri. "

    " Anche con i vivi me la cavo bene hihi. "

    " Mi servono le tue abilità per due anni. Ho in mente di costruire un obitorio pià grande di questa topaia..."

    " Io costo molto caro. "

    " I soldi non sono un problema "

    Era iniziato tutto come un semplice incarico, un lavoro ben pagato. Raizen avrebbe infatti ricordato che inizialmente il piano di Diogenes era mettere un enorme obitorio al posto della sede accademica...La seconda invece era più insidiosa ma anch'essa facilmente raggirabile senza utilizzo del chakra:

    A cosa punta l’associazione di cui tu e Diogene fate parte?

    CITAZIONE
    Sarebbe apparsa una mappa del continente sulla quale delle grosse X rosse erano disegnate sui territori di Kumo, Iwa, Taki e Ame.
    png

    L'idea che voleva trasmettere era semplice: eliminare i problemi ed eventuali invasori per Oto. Che in parte era la verità, soprattutto nel breve periodo; in questo genere di interrogatori è sempre meglio dire qualcosa di vero e omettere semplicemente qualche dettaglio, soprattutto quando le domande erano così generiche e ti lasciavano spazio di manovra. Se l'era cavata una volta e lo avrebbe fatto ancora.


    CITAZIONE
    OT / Che bello quando le giocate si intrecciano! Andiamo avanti :guru: / OT

    * La comunicazione mentale non si attiva, quindi l'ipnosi va a vuoto.


    Edited by DioGeNe - 15/9/2015, 11:46
     
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    Arrivo a Konoha



    Yogan volava ad una rapidità a dir poco mostruosa, come al suo solito. Ci vollero alcune ore di viaggio che, a dirla tutta, passai disteso vicino la testa della dragonessa a dormire e recuperare le ore di sonno perse. Seinji invece lo avevo affidato a Sojobo: non mi andava di mancare il riposo a causa di quel maledetto che mi stava creando tutti quei problemi. Riposai a sprazzi per circa tre ore, dimostrando quanto mi trovassi a mio agio addosso a Yogan e quanto lei fosse brava a non far cadere nessuno. L'ultimo mio risveglio coincise con uno scossone datomi dalla dragonessa, mentre eravamo alla vista di Konoha. Mi rimisi seduto, facendo un poderoso sbadiglio, mentre Yogan chiedeva a Raizen dove fosse l'ospedale.
    Ottenuta l'indicazione la dragonessa planò rapida verso la struttura, rimpicciolendosi non appena atterrata per tornare alla sua forma umana. La ragazzina dai capelli rossi sbadigliò, rivelando dei canini di dimensioni leggermente aumentate rispetto al normale e due occhiaie notevole. Anche lei era stanca, come me, non era riuscita a riposare.
    ... Da che parte? Torna al Faro Yogan, hai bisogno di riposare. Lei scosse la testa. Non mi fido di quello.
    Credi che possa farmi qualcosa? Ti richiamo quando l'avremo sistemato. Posai una mano sulla sua testa e lei sospirò, scomparendo in una nuvola di fumo. Sojobo tenne Seinji in spalla ed io allungai le mani per farmelo passare. Va anche tu Sojobo-san, grazie di tutto.
    Il Tengu annuì semplicemente e con aria regale scomparve. ... A te gli onori di casa, Raizen. Lo sai che in diciotto anni di vita non sono mai finito in ospedale a Konoha? Stranamente vero.
     
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    STUDYING

    If you have a dream, you can spend a lifetime studying, planning, and getting ready for it. What you should be doing is getting started.




    Mitsuki era un Jonin con un paio di baffi perennemente spettinati che lo facevano assomigliare ad un vecchio ciabattaio con la fissa per gli spolverini invece che ad un uomo di trentaquattro anni sposato e con un figlio. Quello che arrivò dentro il suo laboratorio, invece, era una specie di manichino con la parrucca e un visibile problema odontoiatrico, visto il sorriso retto come le grate di un bento al pesce che aveva. Il che era persino peggio.
    Aggrottando così tanto la fronte da sembrare per un attimo uno sharpei, Shizuka Kobayashi rimase immobile, con ancora la mano di Pochi stretta tra le sue e sollevata dal lettino per agevolare, probabilmente, l'atto di infilare lui un guantino rosa da super eroina. Per un attimo, sbattendo gli occhi, cercò di convincersi di non vedere bene.
    «Chi diavolo è questo qui?» Chiese alla fine, quando Raizen le si avvicinò seguito dai movimenti ondeggianti e ostentatamente teatrali dell'altro ignoto individuo. «Posso capire che ho ben poche possibilità di convincere qualcuno che questo sia davvero un laboratorio super segreto, ma ecco... ero stata chiara sul non dire niente a nessuno, Raizen. Parlo il dialetto di Kumo, forse?» Ringhiò, fissando poi l'altro individuo e squadrandolo dalla testa ai piedi. Era evidente che il poveretto avesse perduto una scommessa e si fosse pertanto vestito di conseguenza prima di essere lì –pensò la kunoichi, addolorata, posandosi la mano di Pochi sul seno con fare contrito... prima di sgridare il comatoso per gli atteggiamenti poco consoni al momento, che rimandò a "quando sarebbero stati soli"– perché la sola idea che qualcuno potesse abbinare quel genere di capi, colori e tessuti le faceva voglia di strapparsi gli occhi e piangere sangue. Ma giacché nel suo caso né l'una né l'altra possibilità le parvero novità assolute, lasciò perdere.

    “Piacere mio”



    Disse improvvisamente il tipo, senza che lei avesse nemmeno detto niente.
    «Ehi, frangetta. Almeno presentati prima!» E così dicendo tirò su l'indice della mano guantata di rosa di Eiatsu, facendo un “no no”.
    […] C'era qualcosa di tristemente comico nel suo modo di trattare quel paziente, ma Shorinku probabilmente non lo notò perché si presentò senza fare una piega e a quel punto persino la Principessa dei Kobayashi, ragguagliata sulla nuova scelta della Volpe, non vide altro da fare che prendere la mano sospesa nel vuoto del biondo, stringendola con forza sincera.
    «Mi dispiace averti... avervi...» Guardò lo Yamanaka per un istante. Aveva un'età indefinibile, gli Dei lo perdonassero. Decise di abbandonare il Keigo e ripiegare su un più informale approccio rispettoso. «...di averti scomodato, Shorinku-san. Questa è l'anamnesi del paziente.» Offrì una cartellina rosa al Jonin e spiegò ciò che aveva trovato e come aveva già pensato di affrontare i vari sigilli, quali erano le sue preoccupazioni e che tipo di approccio medico riteneva idoneo tenere in quel caso. Per tutta risposta il biondo annuì poi, a colpo diretto, andò alla testa del paziente che cominciò ad analizzare scrupolosamente.
    Da quel momento in poi, Shizuka, tacque.
    Facendosi rispettosamente cinque passi indietro, la Chunin della foglia, con le mani ancora strette attorno ad un foglio scarabocchiato delle sue inutilissime tecniche da principiante, guardava un vero professionista lavorare con una maestria e leggiadria rare.
    Per un istante, chiudendo gli occhi, la ragazza si chiese se sarebbe mai arrivata a quel livello...
    ...era così sbagliato –pensò improvvisamente, lanciando un'occhiata a Raizen– volere di più? Desiderare il “potere”, il “grande sapere”?
    Lavorava duramente, senza sosta, eppure, ancora...

    “MALEDETTO STRONZO!”



    Aveva immaginato quella reazione mentre lo Yamanaka ancora parlava e l'aveva confermata nella sua mente quando il Kage si era messo a ridere.
    Voltandosi verso Raizen, la Principessa dei Kobayashi rimase immobile un istante, ma quando la Volpe colpì il muro con rabbia, si mosse. A dispetto dell'esperto in Fuuinjutsu, Shizuka non temeva nessuna apertura del vaso di cui Raizen era il coperchio e difatti, senza pensarci poi troppo, si avvicinò, alzò una mano, e tentò di colpire il Colosso dietro la nuca con un colpo leggero ma severo.
    «Queste fondamenta reggono in piedi il mio ospedale, vuoi far tremare tutti i piani fino al tetto?» Disse, austera, guardando malamente il Jinchuuriki. «Quanto pensi che ci metteranno i Jonin di turno a scendere fino a qui se fai troppo casino? Oppure pensavate di essere gli unici due, qui intorno?» Si mise a braccia conserte. «Questo laboratorio è quello che è, niente più di una topaia che ho ripulito, e neanche troppo bene, ma finché non scoverò un posto più idoneo è tutto ciò che abbiamo per trattare casi come questo...» Disse, indicando Eiatsu. «...penso che potrò presto fare qualcosa in merito all'isolamento di... beh, ci penserò un po', ma tu sta calmo. Vuoi una tazza di valeriana e biancospino?» Chiese poi, dubbiosa. «La tazza è a forma di orsetto.» Puntualizzò, come se quella constatazione fosse risolutiva nella scelta. A quel punto, però, si voltò verso lo Yamanaka, e quando Raizen ebbe finito di dare l'ordine che ritenne più consono, fu lei ad intervenire. «In questi casi come siete soliti agire voi... esperti in Fuuinjutsu?» Domandò, avvicinandosi all'uomo. Sembrava perplessa. «Io avrei fatto così.» Spiegò la sua idea, di fronte alla quale frangetta-san sorrise divertito, chiamandola poi quasi affettuosamente “piccola principiante”, con un tono di voce vanitoso e ostentato che per un attimo fece venire a Shizuka la voglia di strozzarlo per tutto il laboratorio e distruggere qualcosa.
    Tale maestro, tale allieva, insomma.
    Calandosi su Eiatsu, la Principessa del Fuoco iniziò dunque a seguire tutto l'avvicendarsi del lavoro di Shorinku Yamanaka... che per la verità non fu affatto tranquillo e sereno, ma anzi continuamente interrotto, tanto da triplicarne quasi il tempo di conclusione. Ogni gesto o azione che il Jonin faceva, infatti, era subito seguita da un'esclamazione della dottoressa di Konoha o da una sequela di domande senza fine: «Perché hai apposto questa risoluzione chakrica proprio qui?» Chiedeva di continuo. «Ah! Cosa! Non sarebbe stato più semplice violare questo Genjutsu per accedere a questo sigillo e scioglierlo secondo questa seconda combinazione?!» E puntualmente, prendendo da terra il grosso registro pieno zeppo di foglietti e cartoline di animaletti, la Chunin scarabocchiava simboli... alcuni dei quali inventati, altri risultanti dall'abbinamento di diversi sigilli, due o più. «Vedi?» Diceva allora, socchiudendo gli occhi e facendo una smorfia di concentrazione assai improbabile da trovare in altri momenti sul suo viso così noto. «Se alteriamo la composizione del Fuuinjutsu in questo modo, secondo la Teoria delle Linee della Composizione Chakrica di Imposizione di livello due, possiamo ottenere qualcosa tipo...» E subito scarabocchiava un altro sigillo, del tutto nuovo, partendo da zero.
    Poiché interpretare le espressioni o in generale i pensieri dello Yamanaka fosse un privilegio raro concesso forse ai suoi affetti più cari, non fu dato sapere se il comportamento della piccola Shinobi lo innervosì o meno, ma certo fu che rispose ad ogni domanda e accolse ogni esclamazione di stupore con una pazienza difficile da trovare, soprattutto in un momento come quello. Contestava gli interventi che venivano lui dati, oppure li correggeva e, purtroppo per la giovane principiante, quasi mai li approvava. Quando infine arrivò un momento in cui evidentemente la sua concentrazione doveva completamente devolversi al suo lavoro, il Jonin si limitò a chiedere silenzio e pace, e Shizuka allora, senza neanche esitare, si quietò in una frazione di secondo. Ma non si allontanò. Rimase lì, registro aperto in una mano e la sua fedele penna a forma di coniglietto nell'altra, seguendo con rapidi scatti delle pupille ogni singolo movimento delle dita dello Yamanaka, ogni irrorazione di chakra, ogni scioglimento e risoluzione...
    ...e intanto appuntava fittamente, senza però assurdamente togliere gli occhi da ciò che vedeva, scrivendo quelle che ben presto divennero pagine di calligrafia storta e addossata un kanji sopra l'altro. Quando infine l'uomo annunciò di aver finito, di pagine se ne contavano tre.

    Accolse con poco gaudio l'ordine di Raizen, ma non si oppose e riponendo con cura il suo registro su uno degli sgabellini liberi attorno al lettino di Eiatsu, si avvicinò lui, pose le mani ai lati delle sue tempie, si concentrò e appose il suo personale sigillo. Un secondo dopo, era nella sua mente.
    Lavorare con un comatoso non si rivelò troppo diverso dal farlo con qualcuno di consenziente o reso tale con un bel colpo alla fronte, ma certo fu subito evidente la traccia che i sigilli ormai rimossi avevano lasciato: sembrava di muoversi in una selva abbandonata dalla natura stessa, scura e angosciante, ma dopotutto, proprio per questo affascinante come lo poteva essere un bosco selvaggio o, in quel caso specifico, la mente di un infiltrato.
    Storse la bocca mentre raggiungeva il ricordo che le interessava e vi allungava sopra le sue dita per rubarlo. Poteva senz'altro essere affascinante, ma non era un terreno quieto e lei, per un istante, si domandò se fosse necessario apporre una modifica e forse qualche aggiunta alla sua conoscenza... perché il terreno su cui lavorava imparasse a germogliare al suo contatto e non solo a lasciarle il permesso di cogliere il frutto già maturo. Mentre estraeva il ricordo fino al momento in cui Eiatsu avvertiva e comprovava la consapevolezza di essere braccato, distanziando nel farlo la mano sinistra dalla tempia corrispondente e così trascinando via un filo di chakra di uno scuro verde salvia, Shizuka sospirò: era uno dei peggior affronti per un infiltrato avere la propria mente violata. Era suo opponente, ormai lo capiva, ma ne ebbe comunque pietà. Se fosse capitato a lei, con ogni probabilità, ne sarebbe dopotutto rimasta lesa in modo profondo.
    Afferrando un foglio che si era già avvicinata prima di cominciare l'operazione, la kunoichi appose in esso il sigillo e a quel punto, interrompendo l'azione, si sarebbe limitata a chiedere se avesse o meno dovuto distruggere quel ricordo... e in caso le fosse stata data una risposta positiva, si sarebbe limitata a strappare in mille pezzi il foglietto. Basta così. Quando il contenitore si rompe, del resto, il ricordo va perduto, e ricostruirlo è qualcosa che...
    Socchiudendo gli occhi Shizuka ritornò subito sul suo sgabellino, riprese in mano il suo registro e la penna, e ricominciò a scrivere fittamente, stavolta in modo ordinato. Di fronte a lei, Shorinku iniziava a lavorare nuovamente su Eiatsu dopo un rapido scambio di battute e suggerimenti e allora lei, pronta, ricominciò a seguire tutto l'avvicendarsi del suo operato. Quando anche quello terminò, di pagine sul registro ce n'erano ben sette.

    “Shizuka, saresti così gentile da dare una mano a Shorinku?
    Se farete domande in due, oltre che confonderlo svolgerete più rapidamente il lavoro.”



    Girandosi, la Chunin si avvicinò allo Yamanaka, e aprendogli una grande mano dalla carnagione liscia e curata, vi pose sopra il suo registro. Lì, in una cascata di congetture e calcoli ben fuori dalla norma, c'erano Fuuinjutsu, annotazioni e previsioni, quasi tutti nuovi, unici. Privi di qualsiasi riscontro in qualsiasi altro libro. Creati sul momento, in quel momento, per quell'occasione e per fronteggiare molto di più e molto oltre la stessa.
    Un flusso di coscienza fertile e vivo, pulsante e bramoso... si diceva dopotutto che non ci fosse niente di meglio di una delusione o il fronteggiare di una propria mancanza per indurre in un Creatore l'istinto a costruire dallo zero vuoto. E Shizuka Kobayashi, che auspicava ad essere una delle migliori Creatrici di sempre, forse avrebbe dovuto ringraziare la sua immaturità come ninja anziché biasimarla. Perché era grazie a quella che non si stancava mai di mettersi alla prova.
    «Non posso porre nessuna domanda, ma posso arrivare al ricordo che questa suggerisce. Le mie capacità non interrogano, prendono, è diverso.» Disse a quel punto girandosi verso Raizen. «Che il ricordo sia sopito, addormentato o dimenticato, non è rilevante. Se c'è, io lo prenderò. E lo prenderò così com'è, senza che niente possa rovinarlo o distorcerlo... ovviamente, qualora il singolo ricordo abbia un divieto d'accesso come quelli che Shorinku-san ha eliminato, il discorso cambia. Devo uscire, risolvere e rientrare. Ecco perché il soggetto deve essere consenziente o quantomeno addormentato abbastanza da permettersi di esserlo.» Spiegò la ragazza, guardando la Volpe negli occhi. «Si può mentire ad un'interrogazione mentale, ma non si può mentire a me. Però io ho un altro tipo di limitazioni e se le troverò non posso far altro che rimettermi al nostro amico frangetta.» Tornò ancora una volta, per un secondo, con lo sguardo sullo Yamanaka. «Inoltre, non mi limito a prendere immagini, ma interi brani di vissuto. Anche questo è diverso. Se il ricordo c'è, è quello che io prendo, in tutte le sue sfumature: discorsi, pensieri, valutazioni... tutto.» Fece spallucce. «Ma possiamo fare anche di meglio, in caso Pochi non collabori: posso ridurre il quantitativo di medicinali e ridurre il suo livello di coma indotto. Renderlo cioè sensibile, più di quanto non sia ora, agli stimoli esterni. A quel punto c'è poco che potrà fare. Sarà come trovarsi in un guscio vuoto che non gli permette movimento, ma darà lui l'agghiacciante consapevolezza di ciò che accade. Un po' come essere svenuti, ma in modo irrimediabile diciamo: sente, percepisce, forse riconosce. Ma non può fare niente, né con noi, né con chi lo aspetta.» E a quel punto, sorridendo, la Principessa del Fuoco reclinò leggermente la testa di lato, sorridendo soavemente. Di punto in bianco era diventata il ritratto di una Dea della Misericordia: bella e pietosa. Soprattutto pietosa. «...che sarebbe Diogenes Mikawa, Capoclan della Dinastia del Sangue di Oto, eh?» Non si poteva dire se le lacrime che le salirono agli occhi erano per l'eccitazione di avere tra le mani qualcosa di così strabiliante oppure per un sentimento molto più terreno. «Mi hai fatto prendere l'amante di Diogenes Mikawa, Raizen...? Sto tendendo qui il cagnolino bau bau del Signore del Sangue?» Visto che iniziò pure a sudare, era evidente che delle due precedenti possibilità, la seconda fosse la più accreditabile. «Ti rendi conto, vero, che non è necessario per me conoscerlo di persona per conoscerlo di nomea...? E tu mi hai permesso di vestire da eroina dokidoki il suo amico del cuore? L'amico del cuore di Diogenes Mikawa?» Ripeté per la centesima volta quel nome, quasi sperando che magari, a forza di pronunciarlo, cambiasse. Ma non accadde, e a quel punto, piazzandosi le mani sui fianchi, la Chunin sorrise con ardore e dopo un minuto di silenzio annuì.
    Già. Era così che doveva essere la vita dello Shinobi: sul filo del rasoio...
    ...magari avrebbe preferito un po' più sul filo e un po' meno sul rasoio, ma visto che mentre Raizen era andato via aveva persino messo il rossetto al ben dotato Pochi, intrattenendo con lui dieci minuti di grave discorso su come il rosso cremisi ravvivasse lui i lineamenti, era evidente che avrebbe dovuto devolvere una cura particolare a pulire la mente di lui da qualsiasi ricordo di lei, anche quelli che si dicevano potessero giacere in una mente comatosa.
    Un conto in effetti sarebbe stato morire in guerra, come un eroe. Un conto perché chi si era messo contro non apprezzava il rosa shocking. Eh già.

    Qualora le fosse stato campo libero, si sarebbe dunque limitata a sedersi sul suo sgabellino ormai vuoto, e dopo aver riacquistato la calma, avrebbe iniziato a cercare ricordi ben precisi:
    - Associazione Diogene e Eiatsu
    - Scopi dell'associazione
    - Scopi di copertura dell'associazione
    - Membri dell'associazione
    - Alleati dell'associazione
    - Appoggi di cui poteva godere l'associazione
    ...Ovviamente non sapeva se tutti i ricordi fossero presenti nella mente di Eiatsu –detto Pochi–, ma qualora non ci fossero stati l'unica cosa che Shizuka avrebbe trovato sarebbe stato il vuoto della selva della mente di lui. Un archivio a cui manca un fascicolo...ma le risultava che l'unico modo per svuotare quell'archivio ce lo avesse lei. In caso invece avesse trovato ciò che le interessava, avrebbe estratto tutto il ricordo per intero e lo avrebbe via via apposto in un rotolo ninja che aveva preso precedentemente dal carrellino sgangherato del suo materiale, catalogando ogni sigillo di apposizione con il kanji idoneo: “associazione”, “scopi”, “copertura”....
    Era una tipa un pò particolare, quella Shizuka Kobayashi, mai realmente seria, o forse così tanto da permettersi di dimostrare il contrario, ma senza dubbio era scrupolosa. Il suo lavoro lo faceva sempre bene.
     
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    Dopo l'interrogatorio di Eiatsu








    Il viaggio di ritorno fu ancora più noioso di quello d’andata, in particolar modo perché, tra una scusa e l’altra nessuno gli aveva dato il suo sushi.

    Kiriani del cazzo, uno gli risolve i problemi e guarda come lo trattano.
    Manco a pesci in faccia se uno glieli chiede.
    Bel ringraziamento, sta a vedere che mi da una pacca sulla spalla e se la squaglia.
    Madre natura sicuramente l’ha fatto biondo per risparmiare sul colore dei capelli.


    Borbottava tra se e se, mantenendosi sveglio durante tutto il viaggio, dettaglio che lo fece innervosire ulteriormente, alla richiesta di informazioni riguardo la direzione indicò la montagna degli Hokage.

    Non puoi sbagliarti, la struttura circolare lievemente spostata sulla sinistra della via principale rispetto al monte degli Hokage, è l’unica ad essere così grossa.

    All’atterraggio smontò da Yogan, palesando una certa fretta, quella di chi voleva disfarsi di un affare che non gli riguardava.

    Seguimi.
    Yogan, Sojobo: buon riposo, e tante buone cose.


    Battè sbrigativamente, ma con una certa cordialità, sulla mano di entrambi dopo averla stretta.
    Per poi prendere un ingresso secondario dell’ospedale.

    Non farti strane impressioni, non è che non sia sorvegliato deve solo sembrare che non lo sia.

    Sorrise, lanciandosi al suo interno per poi fare un cenno ad Itai.

    Forza, mister onestà, o quel coso di marcisce addosso.

    Furono nel laboratorio sotterraneo di Iron dopo una serie di corridoi tutti uguali in cui non era semplice muoversi, anche grazie alla mancanza di indicazioni, ovviamente premeditata.
    All’interno, l’Inuzuka era già presente, sedeva compostamente in una scrivania di metallo su cui consultava un libro.

    Iron, hai del lavoro, io, col vostro permesso mi sposto di una stanza e dormo.
    Itai, se vuoi favorire i letti all’ospedale sono comodi, tanto Iron non ha bisogno di una checca impacciata che guardi come lavora.


    Accennò un goliardico inchino ad entrambi ed eseguì quanto enunciato, dirigendosi nella stanza attigua.
     
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    Nell’esatto momento in cui Shizuka mosse il piede verso Raizen questo non si preoccupò minimamente di lei, non percependola nel suo sfogo d’ira, fu Shorinku a fermarla frapponendo un braccio tra lei e il Colosso.

    Abbia l’accortezza di giudicare quando può o non può interagire con una persona.

    Una puntualizzazione rigida e glaciale che Shorinku non faceva fatica a mostrare come tale, anche se i suoi precedenti modi di fare pareva non potessero sfociare in un rimbrotto così fermo.

    Consiglio da Yamanaka.

    Il clan di strizzacervelli per eccellenza.

    Prima comprenderà cosa può e non può fare a l’esterno e quando può e non può farlo, prima imparerà a farlo all’interno di una mente.

    Aggiunse con tono gentile rivestendo una carica da sensei che nessuno gli aveva chiesto di indossare.
    Quando stavano poi per mettersi a lavoro Shizuka passò a Shorinku il suo libro di appunti, dono di cui lo Yamanaka in un primo momento non sapeva che fare, fino a quando non riuscì a scorgere un bagliore di intraprendenza mista a emozione negli occhi di Shizuka quando si apprestava ad aprirlo.
    Annuì qualche volta mentre sfogliava le pagine.

    Troppo caotico.

    Sentenziò.

    Ma il fondo è buono.
    Probabilmente nessuno di essi o quasi funzionerebbe, ma il motivo non è complesso.
    I fuuinjutsu hanno un “alfabeto” codificato che potremmo dire essere internazionale, solo che non a tutti è dato saperlo, certo, potrebbero esserci pure dei “dialetti” da una nazione all’altra, ma diciamo che se hai la laurea in lingue arrivi sempre a comprendere con cosa stai lavorando e se non ce la fai ti basta studiare e tradurre, per questo si deve essere ordinati.
    Se non si è ordinati il sigillo può fare si ciò che desideri, ma come?
    Magari avrà un effetto differente... magari non ne avrà, magari sarà in grado di uccidere, magari no.
    Troppi dubbi, e non possono essercene.


    Strizzò un occhio e portò le mani su Eiatsu.
    Lo Yamanaka si indispettì quando la comunicazione mentale venne rifiutata.

    Oh, maleducato.

    Anche se una fugace stretta di denti fece trasparire ben più di un momentaneo fastidio.

    Ho dovuto porgere le domande mediante l’interrogazione.
    Veda intanto se le torna tutto.


    Quasi preoccupato Raizen si raddrizzò per prendere in mano la carta ninja che gli porgeva Shorinku leggendo rapidamente le poche informazioni contenute.

    Mente.
    O meglio, omette, e di conseguenza mente.
    Mi domando con chi stia pensando di aver a che fare.


    Sentenziò disfandosi della carta ninja con fare spazientito.

    Prevedibile.

    Concordò lo Yamanaka.

    Ma c’è una buona notizia, il ragazzo li dentro è sufficientemente sveglio.
    Poco fa ho provato un contatto con la comunicazione mentale e sono stato respinto, questo mi ha dato la possibilità di sapere e comprendere che non è uno stato di coma troppo profondo.
    Purtroppo non me ne intendo e devo sempre verificare, puoi darmi conferma Shizuka?


    Gli si allargò un sorriso inquietante nel volto che mostrava una serie di denti fin troppo perfetti mentre il suo chakra si alzava nuovamente imperioso.

    In questo stato il cervello è in grado di ricevere gli stimoli uditivi, persino durante il coma vegetativo in alcuni casi, ma qui è ben diverso.
    Quindi no, niente riduzione dei farmaci, deve si essere recettivo, ma non troppo reattivo.


    Protese le mani verso la testa di Eiatsu per poi avvicinarsi, fluente come un incubo.

    Raccontami tutta la tua storia, da quando hai conosciuto Diogene.
    E non dimenticare le date, sii generoso di particolari.


    Scatenò nuovamente ipnosi[Ipnosi efficacia 40 + 25 Yamanaka +10 impronta] con un ordine che questa volta non poteva essere ignorato seguendo un metodo che per accuratezza non era stato adoperato all’inizio.
    Raizen tornò ad aspettare.

    Shizuka, mi raccomando stai attenta a cancellare i ricordi, non deve rimanere traccia di questo trattamento.
    E stai attenta all’attivazione di Genjutsu, non vorrei che il ragazzetto nascondesse qualcosa tra le righe mentre lo interroghiamo.


    Avrebbe parlato sottovoce, conscio del fatto che se Eiatsu era recettivo a quegli stimoli forse era opportuno fare in modo che non ricordasse nulla, nemmeno le voci di coloro che lo circondavano.
     
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    Alzati e Cammina




    Feci un enorme, lunghissimo, sospiro alle parole dell'Hokage. Posai di malagrazia Seinji su un letto dunque alzai una mano in segno di saluto. Ti devo una cena. E sono scoppiate guerre per molto meno, pistolino.
    Molto maturo.
    Vi starete chiedendo il perché del pistolino. La risposta è semplice ed è conosciuta a qualsiasi uomo dagli otto anni in su: la famigerata regola della L. Probabilmente lui ci sarebbe arrivato, ma dopo avermi definito, cito testualmente: "checca impacciata" non poteva aspettarsi altro. Dunque mi rivolsi ad Iron che conoscevo di fama.
    Iron-san, mi scuso per lo scarso preavviso. Bella scenetta poco fa. Mi strinsi nelle spalle. Non è mica il mio Kage. Lo sei anche tu. Disse tagliente. Iron Inuzuka addestrava chunin quando ancora io non sapevo come tenere un kunai in mano. E si vedeva. Mai definito perfetto, Iron-san! Ascolti, questo tizio qui è un Nukenin. L'ho ritrovato dopo molto tempo, accettando di parlargli in un confronto amichevole dinanzi ad un piatto di sushi. Solo che, mentre parlavamo... lui è crollato nel Sushi.
    Iron mi guardò un attimo stupita, poi guardò l'Akuma, avvicinandosi a lui. Inizio a tastargli i polsi, prima quello radiale, poi, dopo aver tagliato con deliberata malagrazia le scarpe dell'Akuma con un rapido colpo di chakra, anche uno ai piedi. Dunque aprì le pupille e prese una luce, iniziando a controllare i Kami sanno solo cosa.
    Continui Mizukage, la ascolto. ... Non ho altro da dire. Sul serio, Iron-san, parlava, parlava e ad un certo punto e crollato. Così all'improvviso. Un ninja medico di Kiri ha provato a far qualcosa per lui, ma non ha potuto far altro che constatare che... bé sì, non poteva far nulla.
    Mh... è decisamente in coma. Disse annuendo sicura. Può fare qualcosa per lui?
    Forse. Non lo so. Iron parve molto preoccupata a riguardo. Sarà una bella spesa però.
    Bene, oltre che sonno e fegato adesso mi costa anche soldi. Non capivo perché l'avesse messa su un piano così venale. Non si preoccupi Iron-san. Coprirò le spese, e lui me le restituirà a lavoro gratuito se non decido di impiccarlo prima.
    I nukenin dovrebbero stare in prigione.
    Non tutti i nukenin sono uguali. Dissi, improvvisamente serio. Seinji Akuma era una delle più acide teste di cazzo che avessi mai conosciuto, ma amava Kiri a dismisura. Agiva come un bambino, pronto a dar fuoco a tutto pur di ottenere i suoi scopi, ma il suo amore per il villaggio era totale ed innegabile. Non potevo fidarmi di lui, ma non mi sarei privato di un potenziale alleato solo per una questione di principio.
    Ci vorrà molto? Iron annuì.
    Da fastidio se la checca impacciata rimane qui? Ha un discreto senso dell'umorismo. Nah. L'Hokage può solo considerare depennato un credito. aggiunsi con una specie di sorrisetto beffardo.
    Arretrai, abbandonandomi su una sedia con i gomiti sulle cosce, iniziando la lunga attesa.

    Avanti, Lazzaro(ne), alzati e cammina.


    Segnalo l'avvenuto utilizzo della Cp Ryo per acquistare le costose prestazioni del PNG Jonin Iron Tobi Inuzuka :zxc:
     
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    L'interrogatorio è un arte sopraffina, del tutto inefficace se non addestrati alla perfezione a compiere i giusti passi, fare le giuste domande e conoscere a fondo le proprie tecniche. Si, perchè era quello il caso in cui Eiatsu si trovava al momento, inerme difronte a tre rivali potenti ma incapaci di accedere ai suoi ricordi. Era proprio come aveva detto a Ryoshi qualche tempo prima: bisogna giocare sulle sbavature del proprio rivale se si vuole uscire indenni da una tortura fisica o un interrogatorio mentale.

    Lato Yamanaka, anche il secondo tentativo di ipnosi non andò a segno, e questa volta non perchè si era usato un modo poco incisivo per comunicare con il paziente...il motivo era più profondo e a questo punto irreversibile: Eiatsu sapeva di essere sotto minaccia e a questo punto la tecnica poteva infliggere un cospicuo danno a lui e all'intera associazione! Difronte a questi limiti che la tecnica da genin aveva, il chakra si dissolse completamente, perdendo consistenza al semplice contatto con la testa dell'otese *. Il jonin dall'enorme potenziale evidentmente era fuori forma e si era fatto individuare da Eiatsu già al momento dello sblocco dei ricordi e questo gli impediva di esercitare al meglio le sue tecniche illusorie!

    A questo punto senza ipnosi a farla da padrone, Eiatsu non avrebbe spiccicato una parola (ops...pensiero) e quindi la giovane chunin non avrebbe potuto valorizzare al meglio le sue tremende abilità da scenziato pazzo, anche se Eiatsu le era ancora superiore sotto diversi punti di vista. Anche in quella circostanza, infatti, la ragazza non avrebbe scoperto poi molto dalla sua indagine, per quanto minuziosa e scrupolosa fosse.
    Eiatsu provò una strana sensazione quando la tecnica della kunoichi si attivò sulla sua mente: era indescirivbile...comparvero diverse scritte giganti e in men che non si dica, i ricordi pian piano iniziavano ad affriorargli alla mente. Nonostante si sforzasse si farli rimanere dentro era tutto inutile, non riusciva a capire come funzionasse quel jutsu! Per un attimo fu preso dal panico: un misto di terrore e invidia per quella tecnica che sembrava essere invincibile e perfetta anche per le sue indagini mentali. Ma fu proprio quello, furono proprio gli anni dedicati a legegre libri e studiare quella stupenda arte che gli fecero comprendere dove era l'inghippo. Si parlava di veri ricordi e non di pensieri, il che poteva essere un bene come un male, e non poteva rifutarsi di dargliene uno nemmeno con l'ausilio del chakra...dargliene uno...uno qualunque...poteva scegliere quale ricordo dare al suo rivale! Queta rivelazione gli fece ritrovare la anomala calma e inizò a riflettere con maggiore rigore scientifico: "non mi resta che riflettere bene ed impacchettargli un ricordo inutle a tema!"

    Detto fatto, uno dopo l'altro i brandelli di memoria scelti vennero catturati dal chakra della Kobayashi per essere rivissuti e schedati.

    CITAZIONE
    Associazione Diogene e Eiatsu

    Il ricordo prelevato sarebbe stato lo stesso dal quale Eiatsu aveva etsrapolato la risposta all'interrogazione mentale del Jonin. Nulla di nuovo, era stato sincero in quella circostanza. La prima offerta di lavoro non si dimentica mai, no?

    CITAZIONE
    Scopi di copertura dell'associazione

    Scopi di copertura...bhè, sostanzialemnte quanto fatto fin'ora era stata tutta una copertura per favorire i piani del Colosso. Non si era ancora scoperto, facendo tutto sottobanco, e quindi fu abbastanza facile pescare un ricordo poco rilevante di quella tiplogia.
    Ne scelse uno accurato, riguardante una vicenda che Diogenes stesso gli aveva raccontato. Era molto vecchio, infatti mostrava un Mikawa con molte meno cicatrici e più acerbo negli atteggiamento. Difronte a lui non c'era niente di meno che l'attuale Mizukage, anch'esso diverso dall'uomo maturo che era diventato! Parlavano di un complotto per scalzare Shiltar dalla sua carica dopo il tragico avvenimento della morte di Yami Kabane. Un piano mai concluso e mai andato in porto, ma già al tempo si vedeva che i due avrebbero fatto strada nel mondo ninja che contava...

    Di certo quell'informazione poteva porre diverse domande sull'integrità morale di Itai e su molto altro ancora. Ebbene Eiatsu scelse quel ricordo proprio per questo motivo, per cercare di dividere ulterioremente l'alleanza e aiutare la causa anche in quella situazione di assoluto svantaggio!

    CITAZIONE
    Scopi dell'associazione

    Questa fu in effetti l'estrazione più facile da counterare tra tutte. Gli scopi di copertura erano una sottoclasse degli scopi dell'associazione. Quindi ad Eiatsu non bastò che ridarle in pasto il ricordo appena mostrato, sottolineando (se non lo avesse capito) che era di copertura. Si, la stava anche deridendo per i pochi risultati raccolti fino ad allora. Avrebbe potuto utilizzarne anche uno sul vecchio obitorio, di cui Raizen era a conoscenza, ma perchè sottrarsi a quel gioco divertente ora che ne aveva capito il funzionamento?

    CITAZIONE
    Alleati dell'associazione

    Per un momento Eiatsu pensò di dare quello di Raizen e Drake a Villa Mikawa; dopottuto se era stato catturato dall'Hokage stesso non avrebbero scoperto nulla di nuovo. Ma se il Jonin non avesse detto nulla ai suoi sottoposti? Se Aloysius aveva ragione e il gigante di Konoha potesse ancora essere, nonostante tutto, il valido alleato che serviva al Mikawa? Virò rapidamente su altro, trovando con un guizzo di genio il ricordo migliore da far analizzare.

    Eiatsu era da solo al freddo e al gelo di una notte invernale. Si era accampato in una piccola grotta,m al riparo dalla tempesta. D'un tratto un corvo arrivò dall'oscurità del cielo posizionandosi sulla spalla del ninja. La pergamena che portava non era nè bagnata nè stropicciata come se raccolta in un involucro protettivo di puro chakra e quando Eiatsu l'aprì vi era solo una scritta color sangue in essa celata:

    " Riferisci posizione attuale e stato di aggiornamento "

    Eiatsu gettò nel fuoco la missiva, come per delegare a dopo i pensieri sulla missione, e si accovacciò. Era stanco e di ritorno da Ame. Invitò il corvo a stare vicino a lui: quegli animali erano i loro migliori alleati, lo aveva sempre detto. Erano fedeli ed estremamente efficienti, molto più dei ninja che risidevenao nel mondo dei vivi. Se lo prese sotto il braccio e lo accarezzò per quasi un'ora prima che il sonno lo raggiunse.
    Avrebbe potuto consegnare lo stesso ricordo di Oto ma voleva quasi mostare qualcosa in più al suo rivale che ormai aveva compreso non fosse poi così esperto, convincendosi del fatto che, con estrema probabilità, era stato un altro ninja a rimuovere tutti i sistemi di sicurezza che aveva addosso.

    CITAZIONE
    Membri dell'associazione

    Eiatsu era in obitorio. Stava eseguendo l'autopsia ad un cadavere del tutto anomalo. Era morto mantenendo un'espressione del viso del tutto inumana, con gli occhi spalancati e le fauci sporgenti. Aveva un enorme buco sulla testa dal quale però non usciva può sangue.

    jpg

    " Amanimaro Jaku, anni sconosciuti. Probabile causa di decesso: foro di 6 centimenti di diametro sulla fronte. "

    Seguiva tutta l'autopsia del corpo; una cosa che magari alla kunoichi avrebbe anche interessato ma che non poteva dare puoi molte informazioni. In ogni caso, chissò quale sarebbe stata la reazione di Raizen nel constatare che quel ninja, che conosceva molto bene, era deceduto...

    CITAZIONE
    Appoggi di cui poteva godere l'associazione

    jpg
    Sarebbe apparsa l'immagine di una vecchia baracca, immersa nel verde di un'antica e tenebrosa foresta. Dal ricordo emergeva chiaramente che Eiatsu avesse sempre disprezzato quella collocazione: era troppo piccola per delle riunioni, era troppo sporca per utilizzarela come sala operatoria, era troppo esile per essere considerata qualcos ain più di un mero appoggio...l'unico vantaggio era che praticamente poteva definirsi introvabile, lì nel Bosco dei Sussurri lontano dalla cività del villaggio. Il ricordo finiva lì, in quanto la visione stessa della struttura adempiva alla richiesta dell'estrattrice...[forse poteva inuirlo, ma era la stessa baracca il cui interno era stato mostrato nel ricordo sugli affari di copertura.

    Per il momento l'interrogatorio finiva li e a sancire quel fine diprimo round sarebbe stata l'attivazione di uno dei due sigilli lasciati sul corpo del ragazzo. Si sarebbe illuminato di un verde intenso per poi tramutarsi in rosso sangue prima di affievolirsi di intensità. Cos'era?! Cosa significava ?!
    Poco dopo dei rumori iniziarono a sentirsi nella stanza; in un primo momento non si sarebbe ben capoito da dove venissero ma poi fu ben chiaro ai sensi dei jonin, in particolar modo, quale fosse la fonte. Qualcosa era entrato nelle tubature di aereazione che conducevano all'interrato!
    Qualche istante dopo, tramite una poderosa beccata, il corvo riuscì a spaccare il gancio dell griglia ed uscire da quei cunincoli metallici, per andare difronte all'Hokage e porgergli la missiva bloccata alla sua zampa. Il sigillo di sangue metteva la firma sull'appartenenza di quella lettera...ma chi altri poteva spere dove fosse Eiatsu in quel momento?

    " Incontriamoci a Suna, tra 4 giorni, nel piccolo villaggio di Seriou alle porte dell'Aunaroch. Ti aspetto a mezzogiorno alla taverna del Gorilla Ubriaco. Porta Eiatsu con te. "

    Le scritte sarebbero sparite poco dopo, giusto il tempo che anche la Kobauashi potesse vedere quella calligrafia pungente, per alcuni versi terrificante, e constatare che il sangue era l'inchiostro utilizzato per scriverequelle parole. La palla era ora di nuovo nelle mani dei fogliosi.



    CITAZIONE
    OT/* Ho chiesto conferma anche a Febh e Max. L'ipnosi, come da descrizione, specifica che la vittima non deve accorgersi dell'utilizzatore che non deve sentirsi sotto minaccia. Diverso sarebbe stato se avessi trovato un modo geniale per non far sentire eiatsu sotto "attacco". In aggiunta la tecnica dice che non può recare danno a terzi e chiaramente siamo proprio in questa situazione al momento.

    ** riguarda la tecnica "Estrazione", ho chiesto delucidazioni ad Arashi e non dovrei aver commesso alcuna scorrettezza ;)

    Gli interrogatori sono role tremendamente bastarde XD Se volete continuare con l'interrogatorio vi pregherei di inserire il chakra consumato, giusto per avere un riferimento ;) /OT


    Edited by DioGeNe - 17/9/2015, 21:45
     
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    L'inizio dello scontro







    Shorinku sospirò pesantemente.

    Fin troppo sveglio.
    È al corrente di gran parte di ciò che sta accadendo qui.
    Mi domando quanto questo stato possa definirsi di incoscienza.
    Pare sia necessario usare i cari vecchi metodi.


    A quel punto fu Raizen ad interromperlo, facendo cenno a Shizuka, con un semplice gesto della mano di estrarre il ricordo dell’interrogazione ed eliminarlo.

    Se così dev’essere.

    Disse con uno sbuffo mentre si alzava a prendere carta e penna in cui iniziò a scribacchiare.
    Non impiegò tanto a scrivere la prima trance di domande da porre ad Eiatsu.

    In che data hai conosciuto Diogene?
    Da quale Associazione sei legato a Diogene?
    Da che tipo di rapporto tu e Diogene siete legati all’interno dell’associazione?
    L’associazione arreca danno sociale, economico o di altro tipo ai villaggi accademici?

    In quali date hai reincontrato Diogene?
    In quelle date che argomenti riguardanti l’associazione avete trattato?
    Quali mansioni hai svolto per conto di Diogene o dell’associazione di cui i villaggi e l’accademia sono all’oscuro?
    L’associazione è volta a modificare l’assetto geopolitico accademico attuale?

    Di quale individuo è stata l’idea di a modificare l’assetto geopolitico accademico attuale?
    Il nuovo assetto geopolitico che stati favorirebbe?
    Quali azioni lesive per gli stati accademici avete in programma tu o l’associazione?
    Che azione lesive per gli stati accademici tu o l’associazione avete compiuto?

    Quali sono i nomi, in codice e reali, dei membri dell’organizzazione?
    Quali sono le loro abilità?
    Chi sono i volti dietro cui l’associazione maschera le sue azioni?
    Chi sono i vostri alleati?


    Lo scontro iniziava in quel momento.
    Ma pareva che qualcun'altro volesse partecipare: una fastidiosa caciara proveniva dalle condutture dell'aria condizionata.

    Questo posto è pure infestato ora?

    Si levò rapidamente muovendo verso la conduttura da cui proveniva il suono e senza troppi complimenti levò la mano, forando il fine metallo che stava parzialmente a vista data l'assenza di controsoffittatura, prese in contropiede il corvo strizzandolo tra le mani pur senza lederlo.
    Di li a pochi secondi sarebbe stato uno zampillo di interiora se non si fosse accorto che portava un messaggio con se: un frettoloso mandante pareva avesse saputo di Eiatsu.
    Ma la fortuna giocò per il pennuto e Raizen si limitò a posargli sulla testa un telo per coprire ciò che vedeva, anche se la velocità del Colosso probabilmente gli aveva probabilmente impedito di comprendere di essere stato preso.

    Quale sorpresa

    Disse mentre leggeva la lettera, pronto a dargli risposta.

    I medici dicono che non sono sufficienti, stiamo aspettando che si riprenda, è stato attaccato.
    Paese del thè, capitale, sceglieremo sul momento il luogo, non sarà difficile per il primo che arriva lasciare un segno al secondo.
    6 Giorni.


    La risposta venne scritta sul retro del foglio con la medesima penna che aveva stilato le domande dell'interrogatorio, probabilmente l'Hokage se la sarebbe portata dietro da quel giorno.
    Assicurò nuovamente il biglietto addosso al corvo ed uscì all'esterno per liberarlo e permettergli di tornare al suo padrone.




    Le domande sono suddivise per round in cui vengono effettuate :zxc:

    chakra speso:
    59


    edit: avevo dimenticato di conteggiare il chakra per i sigilli e il corvo!

    Edited by F e n i x - 20/9/2015, 11:35
     
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    Dove diavolo era quel Itai Nara quando serviva? E poi dicevano anche che aveva la capacità di essere spesso e ovunque. Uhu. Per lo meno Seinji si aspettava di vedere il suo bel faccione, poiché sì, i sensi li aveva persi, ma i ricordi no. E una volta che era caduto con il suo bel faccione dinnanzi, voleva anche risorgere, ritrovandosi il faccio di Itai Nara dinnanzi. E invece quando aprì gli occhi Itai Nara non c'era, disperso da qualche parte, oppure seduto altrove ad osservare come lui, Seinji-l'uomo d'affari, tornava in vita dopo il su sonno letargico. Quel che vide sopra di sé una volta aperti gli occhi fu la faccia di una qualche donna, strana donna, come se fosse agguerrita, ma non troppo; una con quegli occhi profondi, ma non abbastanza, e con un viso gentile, ma comunque non unn viso kiriano.
    «Chi sei?» - sospirò con una lieve preoccupazione nel tono di voce. - «E... dove sono?» - Sospirò di nuovo provando ad alzarsi, ma non riuscendo. Diamine... Per quanto tempo aveva dormito? Poi si sforzò e si mosse, mettendo i piedi per terra e riscoprendo che forse non era passato molto tempo da quando era caduto. E poi... Perché era caduto?
    Diogene MIkawa, i suoi compagni strani, Ame, il Villaggio, Kiri, Itai Nara, Kiri, l'Attacco al villaggio, Kiri, il Patto, Kiri, Itai Nara...
    Dov'era quel tipo?
    Seinji si girò intorno.
    «Sembra che debba trovarmi un altro lavoro» - ridacchiò sorpreso per il fatto che non era affatto l'ospedale di Kiri quello, e in quella stanza non ci era mai stato. Bene. Un altro villaggio aggiunto alla sua lista di visite.
    «Oh, sembra anche che il mio datore di lavoro sia già qui...» - sospirò guardando il Nara seduto poco distante da li. -
    «Ordini?» - Chiese. - «Credo di essermi riposato abbastanza.»


     
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