[Primo Accesso] Mura di Konoha

[Free GdR] [Macro GdR]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alastor
        Like  
     
    .

    User deleted


    _The Doors_
    CAPITOLO I


    L e t M e I n




    Una giornata di primavera piuttosto incerta.
    Era da quando mi ero levato, quel dì, che delle deboli piogge si alternavano al tempo sereno ad intervalli piuttosto brevi, anche se da qualche ora ormai il bello sembrava reggere, malgrado un forte vento che veniva da sud. Proprio la direzione dalla quale arrivavo, e tale forza sembrava spingermi con veemenza e impazienza verso la meta.
    Il paesaggio del Paese del Fuoco era incantevole come sempre. Laddove non c'erano i piccoli centri abitati, si potevano ammirare le più lussureggianti foreste, verdi pianure e corsi d'acqua limpida e fresca. La scelta dell'itinerario che mi avrebbe condotto al villaggio non era casuale. Non era un caso che avessi accuratamente evitato di attraversare qualsivoglia cittadina o paesello e che invece avessi favorito un percorso più rurale. E se questa decisione era in parte dettata anche da ragioni di sicurezza personale, era innegabile che fosse soprattutto frutto di una mia inequivocabile preferenza. Nonostante per quasi tutta la vita avessi frequentato in maniera massiccia o addirittura fossi vissuto in territori selvaggi e privi della cosiddetta civiltà, vuoi per necessità vuoi per volontà, non ne avevo mai abbastanza, non ero mai sazio di praticare quei luoghi dove potevo ritrovarmi da solo con me stesso e la natura, e con buona fortuna senza un mio simile nel raggio di chilometri. Grazie al cielo quel Paese, là dove sorgeva la Foglia, non era a corto di siffatti terreni, e questo era uno degli aspetti che da sempre mi faceva amare quel posto.

    Non saprei dire con esattezza da quante ore stessi camminando, ma non erano poche.
    Ero partito di prima mattina, consapevole che il viaggio che mi attendeva avrebbe richiesto il suo tempo e ormai, a giudicare dalla posizione del sole e dalla sagoma ombrosa proiettata in terra dalla mia figura, dovevano essere almeno le cinque del pomeriggio. A dirla tutta il mio passo era tutt'altro che lesto. Non c'era nessuna fretta di arrivare a destinazione, non avevo appuntamenti o scadenze che mi imponessero una marcia serrata. Oltretutto non ero nel pieno delle forze: da giorni mangiavo poco ed in maniera irregolare, ero spossato e, come se non bastasse, le ferite che mi ero procurato un paio di giorni addietro non erano ancora del tutto guarite. Un po' mi davano noia, quando le toccavo o facevo movimenti bruschi, ma nulla di grave, massimo altri due giorni e sarei stato a posto.
    Sì ero un pochino acciaccato, a essere onesti. E la strada per Konoha era già lunga di suo, per cui mi ero detto che non era il caso di affannarsi inutilmente solo per arrivare qualche ora prima.
    Tanto non c'era nessuno ad aspettarmi.


    Sbucai dall'ennesimo piccolo bosco e i miei occhi subito riconobbero ciò che scrutavano, e non potei fare a meno di provare un'emozione strana, possibilmente affine alla nostalgia. A poco più di duecento metri davanti a me si stagliava l'enorme portone verde incastonato nelle imponenti mura del Villaggio della Foglia.
    Restai un attimo lì immobile, in muta contemplazione. I più disparati pensieri e sentimenti vorticavano in me, e molti avevano a che fare con il timore e la preoccupazione, ma questi erano nulla di fronte alla consapevole e risoluta determinazione con la quale mi accingevo, dopo una così prolungata assenza, a varcare ancora una volta quella soglia. Presi un bel respiro, espirai, e via, alla volta del varco.
    Passo deciso, sicuramente, ma anche che tradiva quel po' di fiacchezza tipica di chi ha sfacchinato e ne ha passate parecchie. Ero avvolto in un mantello verde scuro, lungo fin oltre le ginocchia, piuttosto logoro, strappato e sporco di terra, dotato anche di un cappuccio che mi copriva il capo. L'abbigliamento sottostante non era possibile scorgerlo dall'esterno, così imbacuccato, ma un particolare era ben evidente, e probabilmente sarebbe parso piuttosto insolito a qualsiasi osservatore. Non indossavo né calzini né calzari di alcun tipo, ero a piedi nudi.

    Giunto ad una trentina di metri dall'ingresso mi fermai e finalmente diedi modo al guardiano di turno o a chiunque altro si occupasse in quel momento di accogliere i visitatori di identificarmi. Abbassai il cappuccio liberando la mia folta e ondulata chioma corvina, che prontamente prese a svolazzare a causa della corrente, spettinandomi. Col braccio sinistro gettai un lembo del mantello all'indietro, oltre la spalla, scoprendo per metà il busto e, rimosso un lungo pezzo di stoffa bordeaux annodato attorno alla vita come fusciacca, feci mostra di una cintura di panno nero che come fibbia aveva la placca metallica con l'effige della Foglia. Lanciai lo sguardo verso la sommità delle mura, dove usualmente i guardiani si appostavano, e che i miei grigi occhi ne avessero individuato qualcuno o meno, feci in modo che la mia presenza fosse notata.
    «Sono un abitante e Genin di questo Villaggio», proclamai con voce ferma ed un volume sufficiente a farmi udire sovrastando vento e distanza. «Sono di ritorno dopo un lungo viaggio, e chiedo il permesso di entrare.»
    Probabilmente tali parole non sarebbero state bastevoli a garantirmi l'accesso a Konoha, e mi sarebbero state poste domande sulla mia identità o altro, ma in tal caso avrei dato le delucidazioni del caso. Nel frattempo, attesi paziente.

     
    .
736 replies since 21/11/2005, 02:02   20815 views
  Share  
.