[Primo Accesso] Mura di Konoha

[Free GdR] [Macro GdR]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Arashi Hime
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Y Danone
    Posts
    8,530
    Reputation
    +561

    Status
    Anonymous

    M E E T A G A I N:
    "A single rose can be my garden... a single friend, my world"

    Shizuka Kobayashi and Jaken Zangyaku




    divisore





    Takumi Yamanaka e Shizuka Kobayashi si erano fronteggiati la prima volta il giorno successivo a quello del tradimento di Kuroro, il fratello maggiore di quell'inesperta Principessa che, issandosi sulle spalle un enorme zaino ricolmo di ogni sorta di vivanda ed equipaggiamento, non si fece problemi a portarsi di fronte alle mura di Konoha, chiedendo ai guardiani di turno di uscire.
    La motivazione era semplice, almeno a detta della ragazzina: Sarebbe andata a cercare il suo Onii-chan e lo avrebbe riportato indietro, così che tutti potessero rendersi conto che c'era uno sbaglio... del resto non era proprio possibile che il suo fratellone avesse abbandonato la Foglia e si fosse dato latitante. C'era sicuramente un errore...
    … ma al tempo l'unico errore che Takumi Yamanaka trovò fu quello della valutazione della neo-Genin, di fronte alla quale si erse, così da farla indietreggiare per impedirle di avventurarsi fuori da quelle mura che, viste le sue capacità, erano l'unica cosa che la distanziava da una morte rapida e prematura.
    Benché la situazione non gli piacesse infatti, il guardiano degli Yamanaka aveva ordini ben precisi in merito a quella mocciosetta: La “Principessa bastarda degli Uchiha”, come potenziale portatrice latente di Sharingan, era gravata dal giogo e dal controllo del Clan del Ventaglio e sotto quella giurisdizione annaspava, vedendosi precluse metà delle possibilità e delle speranze, mentre per contro, al mondo intero, era presentata come la più potente e ricca Principessa delle Terre del Fuoco. Doppiamente protetta dunque, sia per il suo sangue Shinobi che per quello aristocratico.
    Una vera perla... che aveva però preso la decisione sbagliata.
    […] Takumi Yamanaka era un uomo di vecchio stampo, alla soglia dei suoi trent'anni anni si poteva infatti dire appartenente alla vecchia generazione del Villaggio della Foglia, quella che amava l'ordine e la coerenza delle cose del mondo... ecco perché non aveva mai potuto tollerare che la sporca figlia di Heiko Uchiha -la reietta, traditrice della sua stessa famiglia nel seguire l'amore per un mercante privo di qualsivoglia abilità guerriera, rinnegando così i suoi doveri come futura sposa e capoclan- avesse deciso di intraprendere la via del ninja, sfidando in questo modo quel fato beffardo che continuava a prendersi gioco di lei dal giorno della sua nascita.
    Shizuka Kobayashi era nata come il frutto di un amore condannato. Tutti gli abitanti di Konoha che avevano più di vent'anni conoscevano la storia che l'aveva portata a vedere la luce di questo mondo: La fuga di sua madre dal Clan Uchiha, la privazione da parte del concilio della sua carica da Jonin, la nascita di una faida che aveva portato Konoha sull'orlo della guerra civile, la tensione e la paura di vedere i due più potenti Clan del Villaggio fronteggiarsi a viso aperto, con tutte le conseguenze del caso...
    … la sfrontatezza di due sole persone aveva causato mesi di ansie di cui tutti avevano risentivo, con che diritto dunque quell'insulto si mostrava alla vita?
    Con che coraggio riusciva a diplomarsi con il massimo dei voti, a ricevere il coprifronte che un tempo era di sua madre, ad estinguere il conflitto ventennale tra i suoi due clan, ad essere ammessa agli insegnamenti da pupilla degli Uchiha, a proteggere il suo villaggio da un'organizzazione criminale di portata continentale e soprattutto... a non essere odiata da nessuno, ma piuttosto supportata ovunque andasse?
    … Quando era stato che era cresciuta così tanto? Che si era resa conto di poter dire “Questo non lo farai, non te lo permetterò”?

    Lei non aveva il diritto di vivere, tantomeno di riuscire laddove molti altri avevano fallito.
    Semplicemente non ne aveva il diritto.

    « ...Tempo fa ci hai provato anche con Raizen, Takumi... dimmi un pò, hai così poca voglia di continuare a vivere da uomo libero...? Se credi che cercando di ferire le persone che amo riuscirai a distruggermi ti sbagli, e non solo perché non te lo permetterò, ma soprattutto perché uno squallore come te dovrebbe rinascere milioni di volte prima di potermi solo guardare negli occhi » Un sorriso gelido « Di guardare negli occhi la Bastarda degli Uchiha »

    … Già, perché lei sapeva. Con ogni probabilità aveva sempre saputo.
    Sapeva che ci sarebbe sempre stato qualcuno che l'avrebbe odiata per ciò che era. Irrazionalmente. Crudelmente.
    Lei sapeva. Sempre.

    “Takumi... Gentile come al solito... Noi due dovremo fare un discorsetto in separata sede in merito a queste tue esternazioni...”



    Piuttosto insensatamente Atasuke era l'ultima persona che Shizuka Kobayashi pensava di poter trovare lì in un momento come quello, un fatto che l'espressione stupita del suo volto non si fece problemi ad esporre al posto suo, al contrario piuttosto restia a parlare. Ancora ferma sull'orlo delle mura infatti, con il volto proteso all'orecchio del guardiano degli Yamanaka, la kunoichi fu la prima a veder arrivare lo Shinobi degli Uchiha, verso il quale si sbrigò ad accennare ad un sorriso, sostituendo nell'immediato il suo volto contratto nell'odio con uno più dolce e accondiscendente, dimostrando così ancora una volta la sua inquietante capacità di recitare e muoversi in ogni situazione senza risentire degli eventi. Rispetto a qualche istante prima, infatti, adesso sembrava completamente un'altra persona.
    « Ecco che arriva il mio “fidanzatino” » Commentò subito, ironica come suo solito « Ci siamo proprio tutti ora, vogliamo fare una festa? » Domandò educatamente, saltando giù dal bastione per poi godersi con una nota di malcelata soddisfazione la parte che Atasuke si sbrigò a ringhiare addosso a Takumi, il quale, imprigionato tra le mura e il Genin di Konoha, sembrava ben poco incline ad ascoltare i discorsi di quest'ultimo, visto e considerato che i suoi occhi rimanevano inchiodati sulla figura divertita della sua Bastarda preferita, la quale, a braccia conserte e con il mento sollevato in una dichiarata espressione di sfida, non sembrava affatto intimorita. Dopotutto era ovvio che quel povero stolto, per quanto potesse odiarla... non aveva modo di nuocerle in nessun modo.

    “Shizuka... Che cosa ci fai qui alle mura a quest'ora? Ma soprattutto... perchè stai piangendo?”



    « Atasuke! Finalmente qualcuno che si distingue dalla bestia per la sua capacità di ragionamento! » Esclamò prontamente la Principessa, scoccando un'occhiata divertita a Takumi il quale, non mancando di cogliere l'allusione, non poté fare a meno di irrigidirsi come un tozzo di legno: Sicuramente si poteva dire che il guardiano degli Yamanaka nutrisse un odio crudele e ingiusto nei confronti di quella donna... ma era altrettanto vero che ella non facesse assolutamente nulla per cercare di redimere l'opinione di lui nei suoi propri confronti; un comportamento che quella volta scontò con l'impossibilità di esporre il proprio punto di vista, poiché non appena cercò di parlare, il Chunin si sbrigò a prendere la parola al suo posto, affrettandosi a fare un riassunto della situazione al ragazzo Uchiha il quale, dopo aver ascoltato con la diligenza tipica del suo ruolo, senza perdere tempo si gettò nella discesa delle scale che dai bastioni delle mura conducevano all'apertura delle stesse, lì dove ad attenderlo, immobile, vi era proprio...

    « Jaken... »



    Incurante dei tentativi di Takumi di trattenerla in qualche modo, Shizuka si era buttata scriteriatamente all'inseguimento di Atasuke, saltando i gradini a tre a tre nel tentativo di arrivare proprio in concomitanza dell'amico, che era sicuro avrebbe compiuto il suo dovere ineccepibilmente... anche se questo avrebbe voluto dire privarla di ricongiungersi ad una persona per lei importante.
    Avrebbe dovuto limitare i danni -pensò rapidamente la kunoichi, alzando per un istante gli occhi al cielo nello scorgere la luna che lentamente si stava affacciando piena nel cielo- ...e se le circostanze si sarebbero protratte ancora per molto, forse avrebbe avuto una buona possibilità di riuscirvi. Tutto stava nell'aver fiducia nelle capacità degli Aoki...

    … Già. Negli Aoki.

    […] Immobile ad decina di passi indietro rispetto alle spalle di Atasuke, Shizuka Kobayashi si fermò di botto quando si ritrovò ad una così scarsa distanza dall'uomo scalzo e trasandato in cui aveva riconosciuto il suo aiuto-sensei di molti anni prima, dato per disperso e poi morto dall'amministrazione di Villaggio, che aveva interpretato il suo silenzio come l'ovvietà di una circostanza irrimediabile. Ammutolì, facendosi improvvisamente silenziosa mentre di fronte a lei la situazione, impietosa nei suoi confronti e incurante dei suoi sentimenti contrastanti, proseguiva in un susseguirsi di domande e risposte, di azioni lecite e altre non richieste che, in breve, portarono uno dei presenti ad essere il colpevole e l'altro il giustiziere.
    Per un attimo, riprendendo d'improvviso coscienza del flusso del tempo, la Principessa dei Kobayashi si irrigidì e, rendendosi conto di non essere perfettamente in grado di coordinare i propri movimenti, cercò in un qualche disperato modo di fermare il corso degli eventi, di cui ancora doveva capacitarsi... riuscendo però solo ad esclamare un debole “Fermati Atasuke” al quale seguì nuovamente un lungo silenzio.
    … Era proprio Jaken, si, non c'erano dubbi, era... era proprio Jaken -pensò sconclusionatamente la kunoichi, avvicinandosi lentamente al duo, da cui cercò di allontanare con una tenue pressione della mano sinistra l'Uchiha, così da potersi ritrovare di fronte solamente il supposto nuovo traditore di Konoha.
    Quello che, ripeté tra sé e sé, era senz'altro...
    « … Jaken » La voce di Shizuka sarebbe risuonata colma di una dolcezza mista a stupore, come se quella ragazza di due palmi più bassa rispetto all'interlocutore, ancora non riuscisse ad accettare la presenza di quest'ultimo di fronte a sé « Jaken » Ripeté la fanciulla, poi, forse irrazionalmente, domandò un rapido e angosciato: « Mi riconosci? »
    ... Se avesse dovuto essere onesta con se stessa, non avrebbe saputo dire precisamente perché stava ponendo quella domanda e perché l'avesse scelta come prima fra le tante, ma improvvisamente l'idea che quell'uomo non si ricordasse chi lei potesse essere la colpì in pieno petto, affliggendole quel suo volto da Mononoke che si contrasse un'espressione di dolore terribile ed indecifrabile, un sentimento che da molto tempo si rese conto di non provare: La paura dell'abbandono.
    « Ti... ti ricordi chi sono, vero? » Sussurrò ancora, disperata, e lentamente, come ormai fosse incurante di tutto ciò che la circondava, la kunoichi alzò entrambe le sue piccole mani, che condusse al volto del ninja, nel tentativo di racchiudere questo tra le proprie dita, quasi temesse che egli scappasse nuovamente chissà dove « Tu... » Mormorò debolmente « ...tu sei vivo » Gemette allora, irrazionalmente perdendo di vista le domande precedenti, come se quell'improvvisa constatazione fosse nettamente più importante di qualsiasi altra cosa... e incredibilmente i suoi profondi occhi verdi si riempirono di lacrime.
    « Sei tornato » Annunciò allora, per la prima volta, come se solo in quell'istante si rendesse conto della situazione... e a quel punto, molto prima che chiunque potesse fermarla, la ragazza si slanciò verso lo Shinobi, intrecciando le braccia attorno al collo di lui nel tentativo di stringerlo a sé con una determinazione insicura, figlia un po' della paura di poter essere allontanata e un po' dallo stupore di poter fare una cosa del genere.
    Prima ancora che se ne rendesse conto, Shizuka Kobayashi si ritrovò a piangere come una bambina.

    jaken_zps0acde86a



    « Sei tornato... » Singhiozzò la ragazza, ancora una volta, alzandosi in punta di piedi per avvolgere tra le proprie braccia l'uomo « ...sei tornato a Konoha, Jaken, sei tornato » Non sembrava mai soddisfatta di dire quelle parole, come se agli effetti non ci credesse ancora « Ti ho... ti ho aspettato per molto tempo » Confessò a quel punto, sprofondando il volto nel petto dell'interlocutore, come era solita fare tanti anni prima, quando il suo essere ancora una bambina non avrebbe potuto instillare i pensieri sbagliati nell'oggetto delle sue attenzioni « Ti ho aspettato per così tanto tempo » Ripeté ancora la ragazza, piangendo come una sciocca mocciosa « Finalmente sei tornato... finalmente... il Team... » Singhiozzò, e adesso a malapena si capiva cosa stesse dicendo « ...Non sono più sola... » Pianse la Principessa, allontanandosi a quel punto dall'uomo, ma solo quel tanto che le sarebbe bastato perché le sue mani salissero a scostare i mossi capelli corvini di lui dal suo volto, così da poterlo vedere con chiarezza... e lì, tra le lacrime, per un attimo quella bambina divenuta donna sorrise, e lo fece con una dolcezza e una felicità che da molto tempo ormai non le si vedeva dipinta in viso.
    I suoi lineamenti, che guardati da vicino le conferivano la bellezza nobile e affascinante tipica del Clan da cui traeva il nome, risultavano estremamente addolciti dalla gioia e dal sollievo di una cristallizzazione di sentimenti e pensieri difficilmente esprimibili a parole, restituendole così lo splendore che in passato l'aveva resa famosa in tutte le Terre del Fuoco... prima che il fato decidesse di strapparle quel titolo, sfregiandola della cicatrice che solo da quella distanza lo Shinobi avrebbe potuto notare, e che dalla spalla sinistra, attraversando i due prosperosi seni, spariva inghiottita dal bustino di pelle nera nel quale era racchiusa.
    Ma non c'erano ferite di guerra che tenevano in quel momento, perché Shizuka Kobayashi risultava essere la donna più bella di tutta Konoha e, maggiormente, quella più felice.
    Tirando verso il basso colui che per molto tempo si era fatto chiamare Jaken e issandosi contemporaneamente sulla punta dei piedi, la kunoichi avrebbe a quel punto cercato di appoggiare la sua fronte a quella di lui, tenendo il volto dell'uomo ancor racchiuso tra le sue mani, poi, chiudendo gli occhi e sorridendo, sarebbe rimasta così per un po', forse cercando tranquillità nel calore dell'interlocutore o forse puerilmente accertandosi che questo non fuggisse via, di nuovo.
    « Bentornato » Avrebbe sussurrato poi, così che solo lui potesse udirla « Bentornato a Konoha » Mormorò la ragazza... la quale, allontanandosi dal compagno, portò solo a quel punto la propria attenzione su Atasuke, e il suo volto adesso, bagnato di lacrime ma colmo di una rinnovata determinazione, si contrasse nell'espressione autoritaria che ormai la caratterizzava da tempo « Ebbene, mi risulta che si debba andare in Amministrazione, Atasuke... » Disse infatti la giovane erede, e improvvisamente sorrise. Più un ghigno, in verità « Sei pronto a giocare di nuovo il gioco dei Kobayashi e degli Uchiha? In ballo stavolta c'è questo qua, però » Sentenziò, indicando con un dito Jaken « Perciò cerca di mettere sulla scacchiera i tuoi pezzi migliori Atasuke... perché non lascerò all'amministrazione quest'uomo, stanne pur certo » E così dicendo, reclinando la testa all'indietro nello scostarsi una lunga ciocca di capelli castani dalla spalla, la kunoichi sorrise ironica « Adesso andiamo a fare un po' di casino da quel pover'uomo di un Inuzuka del dipartimento III ... immagino sarà felicissimo di vederci arrivare a quest'ora » Sogghignò, e passandosi una mano sul viso per asciugare le lacrime, si voltò, dando le spalle a quello che tanti anni fa fu il suo maestro ma che ora, se egli avesse voluto, sarebbe stato più semplicemente un compagno di squadra.
    Cominciando a camminare senza più voltarsi indietro, la Principessa Tempesta del Villaggio della Foglia sorrise, e sospirando con una nota di puro divertimento, sussurrò al vento un ironico: « Finalmente il Team R può tornare in campo »



    divisore




     
    .
736 replies since 21/11/2005, 02:02   20823 views
  Share  
.