[Primo Accesso] Mura di Konoha

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    FATALITY

    Never make a decision when you are upset, sad, jealous or in love.




    «Cosa stai facendo?»
    «Salvo la situazione.»
    «Ah.»
    «Già.»


    Ritsuko Aoki era ferma di fronte alla Principessa del Fuoco e la fissava seriamente... mentre teneva le sue mani aperte sugli occhi della sua Signora, la quale, per contro, rimaneva ferma. Anzi, immobile.
    Le mani di lei, però, tremavano.

    «Ho già visto tutto, Ritsuko.» Osservò dopo un attimo la Chunin, sorridendo sardonica.
    «No, Ojou-sama.» Rispose prontamente la kumori. «Vi sbagliate. Non avete visto niente.»
    «Lasciami.»
    Ordinò l'altra, sibilante. «Fammi fare ciò che è giusto.»
    «Non costringetemi a farvi volare fino a casa, Signorina.» La supplicò la guardiana... come se fosse davvero in grado di riuscirvi.
    «L'unica cosa che volerà sarà la porta del Gate Principale. Verso l'amministrazione. A grande velocità.» Replicò la Principessa, poi però sentì improvvisamente che le braccia di chi le bloccava la vista si muovevano un poco. Esitò, perplessa: che stava facendo, ora, quella pazza donna?!
    La risposta arrivò un istante dopo.

    “Shizuka cara, qual buon vento?”



    Quella voce la fece congelare come un pezzo di ghiaccio e quando scansò con un ceffone le mani della sua amica, si rese conto che il tentennamento della stessa era dovuta al cenno di diniego che ella stava continuando a perpetrare, scuotendo la testa a destra e a sinistra con foga.
    Il messaggio che sembrava mandare l'Aoki sarebbe stato chiaro persino ad un idiota: “non ora, non è il caso”...
    ...Ma Raizen Ikigami non aveva mai brillato per la sua intelligenza in quel genere di cose.

    «Oh, Raizen, caro.» Rispose prontamente la Principessa, voltandosi verso il Clone dell'Hokage. I suoi lunghi capelli castani ondeggiarono mentre si voltava, e lei sorrise con dolcezza, reclinando leggermente la testa di lato. «Sono felice di incontrarti, tutto bene?» Cinguettò, avvicinandosi a piccoli passettini all'uomo. Nella mano stringeva ancora il sacchetto di dolci, ormai divenuti pappa, della Pasticceria Usagi. «Ma certo che stai bene, come potresti stare male?» Chiese, ironica. «Per favore, manda questo messaggio al tuo originale.» Supplicò, mentre metteva il sacchetto di dolci spappolati tra le mani del Clone e poi apriva la sua borsetta. Sembrò cercare qualcosa, passando le dita qui e là, poi annuì. «“Tocca quella cagna con un solo dito, e farò in modo di disinfettare il tuo corpo con il fuoco e le fiamme, giacché i malanni che trarrai nel giacere con un simile rifiuto saranno peggiori di quelli che potresti ottenere possedendo la peggior maiala di Kumo. Ti avverto, ovviamente, non perché mi fai vomitare, ma perché una donna di quel calibro potrebbe tornare tra qualche mese pretendendo da te responsabilità. E visto il grado della sua famiglia e il suo Villaggio di appartenenza, rischiamo una crisi diplomatica.”» E così dicendo tirò fuori dalla sua borsa un taccuino degli appunti, che porse al Clone. «E' la reputazione del MIO Villaggio che è in ballo, animale schifoso. Rifiuto obsoleto. Qualcosa che ovviamente a te non sembra interessare.» Per un attimo parve in procinto di vomitare, ma lasciò subito perdere, sorridendo sbrigativamente. «I miei appunti, in merito a quanto richiestomi circa l'ospedale. Buon proseguimento e addio per sempre.» E così dicendo, si girò, poi, furiosa, accelerò verso la strada principale, afferrando Ritsuko per una della maniche del kimono e trascinandola via con sé, furente.

    Qualora il clone avesse aperto il suo taccuino, controllando il materiale ospedaliero che avrebbe dovuto ricevere solo il giorno successivo, dentro questo ci avrebbe trovato nient'altro che una cartabomba a detonazione che stava già scoccando il suo -1 …
    Terribile, davvero terribile ripicca.
    Peggiore di quando la principessa, sbattendo un piede in terra nel digrignare i denti ferocemente, fece eruttare il terreno in due obelischi di pietra appuntiti mentre continuava ad allontanarsi molto velocemente dal Gate. Sembrava fuori di sé dalla rabbia.
    «STUPIDO ATASUKE.» Aggiunse allora, ancora più furiosa. Non che il povero Uchiha avesse fatto niente, ma pareva sempre che la Principessa dei Kobayashi gli riconoscesse qualche colpa, in quel caso forse essersi soffermato a guardare il corpo nudo di quella puttana. Perché non aveva distolto gli occhi? Doveva morire.
    Era livida di rabbia mentre camminava. Paonazza e tremante.
    «UOMINI. VOGLIONO SOLO UNA COSA.» Urlò, tremante. Evidentemente era quella la conclusione a cui era arrivata.
    «Tutti lupi.» Acconsentì Ritsuko, mancando dei passi nell'essere trascinata con quella foga.
    «CON ME HAI CHIUSO.» Strillò la Chunin, probabilmente rivolta ancora ad Atasuke, alzando poi un pugno che fece per battere sul primo edificio accanto al quale camminava, cosa in cui sarebbe senz'altro riuscita se la Kumori degli Aoki, trasalendo, non le avesse fermato il braccio. «AVETE CHIUSO.» Puntualizzò, cominciando a perdere chakra dalla punta delle dita con uno scoppiettio continuo e assolutamente fuori controllo.
    Non aveva mai pensato che i due fossero casti e puri. Supponeva che entrambi, senz'altro molto belli e per altro di una certa nota popolarità, giacessero spesso con donne sempre diverse... non che la cosa la infastidisse, non li possedeva ed erano liberi di fare ciò che volevano, del resto anche lei non era l'ultima arrivata. Ma ecco, un conto era saperlo tacitamente. Un conto era trovarli a guardare capezzoli ammiccanti che sfarfallavano dal corpo (alto, magro e perfetto) di una stronza straniera.
    Ecco.

    Shizuka Kobayashi era la più potente, famosa e ambita Principessa delle Terre del Fuoco.
    Bramata da molti giovani rampolli, era celebre soprattutto per la sua eleganza, cortesia e intelligenza. Ma soprattutto, per il suo impeccabile controllo e le sue invidiabili doti da Yamato Nadeshiko.
     
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